29/05/16

Madchester, la prima scena musicale britannica post-thatcheriana.


Da Madchester a Gunchester, l'ennesima "rivoluzione".La sottocultura giovanile più significativa in Gran Bretagna a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta

Le recenti reunion di Stone Roses, Happy Mondays e Inspiral Carpets rilanciano una scena attiva e molto apprezzata tra gli anni Ottanta e Novanta


Sono trascorsi ventotto anni dall'uscita di Bummed (Factory Records, 1988), il secondo album dei mancuniani Happy Mondays. Per celebrare l'anniversario, la band capitanata da quella canaglia di Shaun Ryder darà il via, a novembre, a un tour britannico di quindici date. Pare che il gruppo, che nel 2012 si è riformato con la line-up originale, abbia intenzione di suonare gran parte delle canzoni del «famigerato» album. I loro concittadini The Stone Roses, che si sono riuniti l'anno scorso dopo una separazione durata circa quindici anni, hanno invece fatto ventilare la possibilità di un nuovo disco. In attesa di notizie su quello che sarebbe il loro terzo album, a giugno è intanto uscito un documentario (diretto da Shane Meadows) sul ritorno della band intitolato: The Stone Roses: Made of Stone.

Un po' più contorta la storia degli Inspiral Carpets, anche loro provenienti dai dintorni di Manchester (Oldham, ad essere precisi). Separatasi nel 1995, la band si era riunita nel 2003. Tom Hingley, il cantante che aveva rimpiazzato il frontman originale Stephen Holt (che se n'era già andato nel lontano 1989) nel febbraio del 2011 ha annunciato su Twitter, all'insaputa degli altri membri del gruppo, che gli Inspiral Carpets si erano sciolti. Al che il tastierista Clint Boon ha risposto:
«Gli Inspiral Carpets non si sono sciolti. Sembra che un membro abbia deciso di andarsene».

Nell'estate del 2011, quindi, Stephen Holt è rientrato nella band, dopo ben ventidue anni! Dopo un singolo (You're So Good for Me/Head for the Sun), realizzato per il Record Store Day l'anno scorso, uno per il Record Store Day di quest'anno (Fix Your Smile/Save Me, in collaborazione con Tim Burgess dei Charlatans), e una serie di concerti (anche come ospiti del tour degli amici Happy Mondays), vedremo se anche loro ci regaleranno un nuovo album. Non abbiamo citato queste tre band insieme a caso. Happy Mondays, The Stone Roses e Inspiral Carpets sono stati i protagonisti principali di quel movimento musicale, sviluppatosi a Manchester tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, noto con il nome di Madchester (da «mad», pazzo), il quale sta recentemente godendo di un certo revival.

Madchester fu la sottocultura giovanile più significativa in Gran Bretagna a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta, per quanto riguarda la musica e lo stile. La musica era rappresentata da band rock alternative che, incorporando la dance elettronica nel proprio sound, fungevano da collegamento tra l'indie e l'acid house, tra la cultura rock e quella rave. A Manchester trovarono terreno fertile: il loro stile di vita bohémien ben si confaceva a una città con numerosi istituti d'arte e una vasta comunità gay, e il loro sound era in linea con una certa predilezione della città per la dance più veloce (negli anni Settanta fu l'anfetaminica scena Northern Soul). L'acid house, che a Manchester veniva trasmessa già dal 1986 dal dj Stu Allen, raggiunse l'apice della popolarità in città nell'estate del 1988 (nominata «La seconda estate dell'amore»). Questo popolo di «festaioli a oltranza» ballava in locali come l'Haçienda, il Thunderdome e il Konspiracy, portando il sole e la beatitudine di Ibiza nella grigia Manchester, e consumando grandi quantità di «pasticcini da discoteca».

Madchester fu la prima scena musicale britannica postthatcheriana. Afferma Simon Reynolds in Energy Flash (Viaggio nella cultura rave, Arcana 2010):

«Shaun Ryder, cantante degli Happy Mondays, era solito dichiarare: 'Siamo i figli della Thacher'. L'attacco scatenato dai leader conservatori contro il sistema assistenziale e i sindacati intendeva instillare nella classe lavoratrice alcune virtù borghesi come il risparmio, iniziativa, investimento e capacità di stringere la cinghia (...) Ma la risposta di una fetta consistente di giovani lavoratori britannici alla sfida lanciata dalla 'cultura dell'impresa' risultò improntata a uno sbrigativo atteggiamento 'tutto-e-subito': invece dimostrarsi consapevoli delle 'nuove opportunità', piuttosto svilupparono una 'mentalità criminale'. Ansiosi di partecipare al boom thatcheriano di fine anni Ottanta, dal quale venivano viceversa esclusi a causa della disoccupazione di massa, questi ragazzi fecero ricorso a espedienti di ogni sorta per fare soldi clandestinamente».

E quindi: commerci illeciti (ad esempio di falsi abiti firmati e cd pirata), spaccio di droga, furti e truffe. I media battezzarono la scena di Manchester «scallydelia», da «scallywag» (furfante, mascalzone), un termine associato all'hooliganismo. AManchester la musica e il calcio (tradizionali passatempi per i giovani maschi bianchi della working class), avevano molti legami. Nel 1990 i New Order pubblicarono il singolo World in Motion, l'inno della nazionale inglese per la Coppa del Mondo (e il loro primo, e unico, singolo a raggiungere il primo posto in classifica). E Simon Reynolds afferma che gli Happy Mondays «avevano anche un certo seguito tra gli ex hooligan sensibilizzati dall'uso massiccio di ecstasy». Continua Reynolds:
«Grazie alla benefica influenza dell'ecstasy e della marijuana, la stagione calcistica 1989-90 fu definita dal teorico di sottoculture Steve Redhead come 'Winter of Love', 'l'inverno dell'amore' (...) Gli episodi di violenza alle partite di calcio calarono drasticamente e molti tifosi si calavano di E (ecstasy, ndr) durante le partite, rafforzando il cameratismo omosociale e una chiassosa forma di sentimentalismo».
Insomma, alla faccia dei Tories, che sostenevano di essere stati loro a fermare l'hooliganismo degli anni Ottanta, potrebbe invece essere stata una combinazione di MDMA e musica. La scena di Manchester si distingueva per uno strambo stile fashion/anti-fashion. Le band (e i loro seguaci) indossavano abiti larghi e casual, per essere comodi sulla pista da ballo: baggy jeans (o flares, pantaloni a zampa, resi popolari dagli Stone Roses), t-shirt oversize (spesso con i loghi delle band, oppure con stampe e colori flower power), Dr Martens o scarpe da ginnastica, abbigliamento sportivo (Adidas), parka da Mod, capelli flosci, cappellini da pescatore. Questo stile, denominato anche baggy (largo, ampio), avrà un successo strepitoso, e compagnie come Joe Bloggs producevano migliaia e migliaia di pantaloni a zampa e maglie oversize (Baggy è anche il termine usato per indicare una scena simile a Madchester per influenze e suono, ma che includeva anche band che non venivano da Manchester, come The Soup Dragons, EMF e i primi Blur). Le t-shirt con gli slogan del movimento andavano a ruba. Leo Stanley, proprietario del negozio di abbigliamento Identity, dove molte band andavano a fare shopping, racconta:
«Una notte, dopo essere tornato dall'Haçienda, non riuscivo a dormire, così ho preso la bibbia e ho letto: 'Il sesto giorno, dio creò l'uomo (in inglese Man, nda)’, e scrissi nella mia agenda: 'Il sesto giorno, dio creò Manchester'». Leo ha l'idea geniale di stampare lo slogan su delle t-shirt.
«Quella t-shirt fu un successo pazzesco. Non riuscivamo a stamparle abbastanza in fretta. Qualcuno mi spedì una fotografia, tratta da una rivista francese, di Jean-Paul Gaultier e Madonna a un party, ed entrambi indossavano la maglietta On the Sixth Day».
Tra gli artisti che aiutarono a definire esteticamente l'epoca Madchester non possiamo non citare il leggendario team Central Station (i fratelli Matt e Pat Carroll, e Karen Jackson) e la loro arte bizzarra e colorata. Le loro psichedeliche copertine di dischi (in particolare degli Happy Mondays) e poster per la Factory ispirarono una generazione di artisti e designer. Un'idea di cosa sia stata questa scena si può avere dal film del 2002 Twenty-Four Hour Party People (di Michael Winterbottom), arricchito tra l'altro da cammei di diversi personaggi di Madchester (Paul Ryder, Clint Boon). Ma facciamo un passo indietro. All'inizio di tutta la storia c'è una «fabbrica», senza la quale Madchester non sarebbe esistita.

UNO STILE CHE UNIVA LA MUSICA INDIE E ACID HOUSE, CULTURA ROCK E RAVE

È il 1978. Un presentatore televisivo di Manchester, Tony Wilson, (una sorta di Malcolm McLaren settentrionale, soprattutto per il simile spirito neo-situazionista) decide di ampliare i suoi interessi e diventare il manager dei The Durutti Column. Pochi mesi dopo Wilson apre il club The Factory (La Fabbrica, appunto), con l'intento di appoggiare soprattutto le giovani band mancuniane (The Durutti Column, Cabaret Voltaire, Joy Division). Visto il successo del club, Tony Wilson & soci decidono di pubblicare, nel 1979, il doppio ep A Factory Sample, con le band che avevano suonato alle loro serate. Ed è così che nasce una delle etichette discografiche più influenti della Gran Bretagna. Il primo album pubblicato dalla Factory è Unknown Pleasures dei Joy Division, nel maggio dello stesso anno. Il 18 maggio del 1980, un paio di mesi prima dell'uscita del secondo album dei Joy Divisione, Closer, il cantante Ian Curtis si suicida. I tre membri superstiti della band decidono di continuare come New Order. (Per quanto riguarda questo periodo della Factory e la storia dei Joy Division consigliamo la visione del film Control di Anton Corbijn). Nel 1981 esce per la Factory il singolo di debutto dei New Order, Ceremony. Factory e New Order decidono quindi di lanciare un nuovo club, The Haçienda, in un ex showroom per yacht nel centro di Manchester. Il club apre nel 1982 e per i suoi primi quattro anni di vita è un buco nero in cui spariscono tutti i soldi di Factory e New Order, che lo finanziano. Visto lo scarso successo, spesso è sul punto di essere chiuso.Ma non sarà sempre così. Qualche anno più tardi, The Haçienda (il nome del club è un riferimento situazionista) sarà il locale che cambierà il volto di Manchester e senza il quale non ci sarebbe stata Madchester. Nel 1983 esce il singolo dei New Order Blue Monday, che segna una decisa svolta dal sound dei Joy Division. È un successo strepitoso, il 12” più venduto di tutti i tempi. Nel 1985 Factory pubblica il 12” di debutto degli Happy Mondays, Forty Five EP. Nel 1986, Mike Pickering, A&R della Factory e dj dell'Haçienda, è il primo dj in Inghilterra a suonaremusica house («importata» da Ibiza). Nell'aprile del 1987 esce l'album di debutto degli Happy Mondays, Squirrel and G-Man; mentre il singolo True Faith dei New Order diventa il loro primo top five hit. Contemporaneamente inizia un periodo di gran successo per l'Haçienda, che, nel luglio del 1988, dà inizio ad una serie di eventi in stile Balearic chiamati Hot.

«Dopo Londra, Manchester è stata a lungo considerata la Città Pop Numero Due della Gran Bretagna», afferma Simon Reynolds in Energy Flash.Ma per un attimo, alla fine degli anni Ottanta, l'acid house e l'ecstasy spinsero Manchester al centro dell'universo pop. Il contributo dell'ecstasy fu fondamentale. Come riassume bene Mani, il bassista degli Stone Roses: «Anche un ragazzo bianco poteva ballare, bastava una pasticca». A novembre 1988 esce il secondo album degli Happy Mondays, Bummed. E, un anno dopo, il loro ep Madchester Rave On, il cui titolo dà il nome all'intera scena. Racconta Shaun Ryder:
«Furono i registi dei nostri video, i Bailey Brothers, a inventarsi il termine 'Madchester' (come potenziale slogan per le t-shirt, ndr), ma noi dicemmo, 'Favoloso, sì, vai', perchéManchester era folle all'epoca. Ma nessuno usava il termine a Manchester, a meno che non fossero dei coglioni».
Il 14 luglio 1989 avviene la prima disgrazia. All'Haçienda (soprannominata anche Halluçienda), una ragazza di sedici anni muore per reazione allergica all'ecstasy. Quest'episodio non fermaMadchester. Anzi, il culto cresce a dismisura nei primi mesi del 1990, e le etichette discografiche britanniche sono bramose di mettere sotto contratto qualsiasi cosa abbia una connessione con Manchester. A novembre esce l'album degli Happy Mondays Pills’n' Thrills and Bellyaches. Il disco è votato «miglior album dell'anno» dalla stampa britannica, che aveva promosso la band fino allo sfinimento nel corso del 1990. L'anno seguente l'Haçienda chiude volontariamente (in seguito ad accuse di guerre tra bande nel locale), per riaprire il 10 maggio dello stesso anno, in tempo per celebrare il suo nono compleanno. All'inizio di settembre trapela la notizia che la Factory è prossima alla bancarotta. Etichette quali Mute, London eWarner Bros. si fanno avanti per acquistarla, ma la Factory non viene venduta, e dichiara di aver sistemato le proprie finanze. Dopo alcune interviste imbarazzanti per il New Musical Express e il Melody Maker, gli Happy Mondays non godono più del sostegno del pubblico e della stampa, scioccati dalle idee razziste e omofobiche dei membri Shaun Ryder e Bez. Il loro singolo Judge Fudge non entra neppure in classifica. Nel 1992 due dei principali gruppi della Factory, gli Happy Mondays e i New Order, trascorrono un tempo infinito in studio per registrare i rispettivi nuovi album, accumulando costi esorbitanti. A casa Mondays le cose sono rese complicate da storie di dipendenza da molteplici droghe e conflitti personali. Una volta uscito, il nuovo lavoro dei Mondays ...Yes Please! è accolto freddamente da stampa e pubblico, e le vendite vanno malissimo. Il secondo singolo tratto dall'album, Sunshine & Love, è l'ultimo disco realizzato dalla Factory, che dichiara la bancarotta il 23 novembre 1992. Un accordo di salvataggio dell'ultimo minuto con London frana, quando si rendono conto che i diritti sul materiale dei New Order (che avevano venduto milioni di dischi), sono di proprietà della band e non dell'etichetta (Factory non faceva firmare contratti ai propri artisti).

L'epilogo di Madchester ebbe diverse cause. L'ingenuo ottimismo e l'incosciente esultanza causata dalla droga favorita dalla scena, l'ecstasy, si dovette inevitabilmente scontrare a un certo punto con la realtà. Dall'inizio del 1990 entrò in vigore anche aManchester una nuova legislazione nazionale che rendeva più agevole la revoca delle licenze ai club. La polizia locale aveva avviato l'Operation Clubwatch, per tenere sotto controllo il traffico di droga nei locali e nei raduni rave. All'Haçienda avvennero diversi incidenti violenti: malviventi che minacciavano gli addetti alla porta e sparatorie in pista. Fu installato un sistema di sicurezza da 10mila sterline, con tanto di telecamere e metal detector. L'atmosfera del club ne risentì, e le presenze calarono vistosamente. Per i media Madchester era diventata Gunchester. Le «vibrazioni d'amore» morirono, e con loro quella che era sembrata, agli occhi dei giovani coinvolti, l'ennesima «rivoluzione».




Happy Mondays
Nati nel 1980 e formati da Shaun Ryder (voce), il fratello Paul (basso), Mark Day (chitarra), Paul Davis (tastiere) e Gary Whelan (batteria). Il sesto membro, Bez, ballerino e suonatore di maracas, si unisce alla band in seguito. Nei primi anni Novanta si aggiunge la corista Rowetta Satchell, una delle poche donne della scena Madchester. Il loro primo ep, Forty Five, esce per la Factory nel 1985. Pubblicano il loro esordio, dall'infinito titolo Squirrel and G-Man Twenty Four Hour Party People Plastic Face Carnt Smile (White Out), prodotto da John Cale, nel 1987. I due album seguenti, Bummed, del 1988, e Pills'n'Thrills and Bellyaches, del 1990, hanno un successo strepitoso.
La band si scioglie nel 1993, e Shaun Ryder e Bez formano i Black Grape. Nel 1999 si riformano. L'ultimo album, Uncle Dysfunktional, risale al 2007. Pare che Paul McCartney abbia dichiarato: «Ho visto gli Happy Mondays in tv, e mi hanno ricordato i Beatles nella loro fase Strawberry Fields».




The Stone Roses
Nati aManchester nel 1983. La formazione più nota include: Ian Brown alla voce, John Squire alla chitarra, Gary «Mani» Mounfield al basso, e il batterista Alan «Reni» Wren. Il loro primo album, The Stone Roses, esce nel 1989, ed è un successo. Per molti critici, uno dei migliori album britannici di tutti i tempi. Il secondo lavoro, Second Coming (1994), è accolto molto meno calorosamente, e la band si scioglie poco dopo. Durante una conferenza stampa nell'autunno del 2011annunciano di essersi riformati. Tra i loro brani più amati (secondo un sondaggio dell'NME): She Bangs the Drums, Waterfall, l'ipnotica IWanna Be Adored, I Am the Resurrection, Fools Gold.




Inspiral Carpets
Formati da Graham Lambert (chitarra) e Stephen Holt (voce) nel 1983. Nel 1988 pubblicano il loro primo ep, Planecrash (Playtime), che il dj di Bbc Radio 1 John Peel passa massicciamente. Pubblicano quattro album tra il 1990 e il 1994 (tutti per la Mute). Nel 1995 si sciolgono, per riformarsi nel 2003. Nel 2011 Holt, che aveva lasciato la band nel 1989 (sostituito da Tom Hingley), rientra nel gruppo.




The Charlatans 
Nascono nel 1988. La formazione attuale comprende: Tim Burgess (voce),Mark Collins (chitarra), Martin Blunt (basso), Tony Rogers (tastiere). Il batterista Jon Brookes è morto recentemente (13 agosto 2013) all'età di 44 anni. Anche se i Charlatans sono fortemente associati con la scena di Madchester, si sono formati in realtà nelle West Midlands (Birmingham). Dal 1990 al 2010 hanno pubblicato undici album, di cui tre hanno raggiunto la vetta delle classifica nel Regno Unito (Some Friendly, 1990; The Charlatans, 1995; Tellin' Stories, 1997). Nel 2013 sono tornati in studio per lavorare a un nuovo album. In maggio è uscito in dvd il documentario Mountain Picnic Blues, sull'ellepì Tellin' Stories.




New Order
Quando Ian Curtis dei Joy Division si suicida nel maggio del 1980, i membri rimanenti della band (Bernard Sumner, Peter Hook, Stephen Morris), con l'aggiunta di Gillian Gilbert alle tastiere, formano i New Order. La band si sciolge nel 1993 e si riforma cinque anni più tardi. Dopo aver attraversato vari cambi di formazione, oggi sono formati da Sumner, Morris, Gilbert, Phil Cunningham e Tom Chapman. Combinando new wave e dance elettronica, sono stati una delle band più influenti degli anni Ottanta. Dall’81 al 2013 hanno realizzato nove album (il più recente, Lost Sirens, è del 2013). E ancora: James, 808 State, A Guy Called Gerald, Paris Angels, The Farm, Northside, New Fast Automatic Daffodils, The High. (Alias)




14/05/16

Quando eravamo Punk: sei storie

Non importa se il treno è passato: quest'anno il Punk guarda indietro ai giorni più selvaggi.
Alcuni esponenti di quel movimento nato nella seconda metà degli anni '70 hanno condiviso quell'esperienza e le loro storie con il Guardian, un piccolo "Come eravamo", parte di una più vasta documentazione per celebrare i 40 anni di un ondata che ha cambiato per sempre la loro vita.


"Il punk non comincia e non finisce proprio da nessuna parte, ma semplicemente è".



Ausaf Abbas, 55 anni
Prima: Bassista, Alien Kulture
Ora: Broker Finanziario

Abbiamo creduto molto nella filosofia del punk - questo è un accordo, ecco un secondo, ecco un terzo, ora possiamo formare una band!.
Non avevo mai toccato un basso fino alla nostra prima prova, ma non importava. Era tutta una questione di energia e di entusiasmo.
Eravamo legati probabilmente all'ala più intellettuale del punk e siamo stati molto impegnati nella campagna di Rock Against Racism. Il nostro nome ci è stato suggerito proprio da Margaret Thatcher, che aveva fatto un commento infame su come la Gran Bretagna fosse in pericolo, minacciata e sommersa da una cultura aliena. Abbiamo interpretato quel commento nel senso che se non fossi bianco, anglosassone, e appartenente alla classe media e Protestante, non potevi essere un buon inglese.
Il motivo per cui ci siamo sciolti fu abbastanza classico. Il batterista e io eravamo entrambi studenti della London School of Economics. Lui ricevette un'offerta, un tour di 20 date con un'altra band: il nostro cantante insiste che fossero gli Specials, ma io non ne sono così sicuro.
Mi è piaciuto quello che la band ha fatto, ma ho sempre saputo di non essere intenzionato a proseguire su quella strada e vivere di musica. Dopo aver ottenuto la laurea, ho iniziato a lavorare per BP come economista. Non sapevo molto di finanza - ma quando la Thatcher liberalizzò e deregolamentò gran parte dell'economia britannica, partì una rivoluzione nel settore dei servizi finanziari. Sembrava una mossa ovvia da fare, così sono entrato nella Merrill Lynch, dove ho trascorso 21 anni.
I soldi che guadagno mi permettono di fare qualcosa di buono - uno dei miei amici che ha lavorato per Amnesty International e sapeva che ero un banchiere d'investimento, un giorno mi ha chiamato e ha detto, "Ciao. Ho bisogno che tu mi invii £ 1.000, altrimenti 12 persone moriranno in Colombia domani. "Ho accettato subito. Mi sono imbattuto nell' investment banking per caso, ma io amo le opportunità che mi ha dato. Ho incontrato primi ministri e ministri delle finanze e amministratori delegati di grandi aziende. Una cosa incredibile per un ragazzo immigrato che è cresciuto a Brixton, e con un solo genitore.
Sono sicuro che l'Ausaf che ero a 20 anni, oggi mi guarderebbe gridando: "Ti sei venduto!!" Ma io sento che non ho tradito. Sono solo più vecchio e più saggio. Ho 55 anni, adesso. Sono vecchio, grasso e calvo. Quando dico alla gente che ero in un gruppo punk, la maggior parte ride e pensa che stia scherzando. Ma io sono molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto. A modo nostro, abbiamo aiutato i bambini asiatici che oggi possono contare per la prima volta in questo paese. Perché non dovrei essere orgoglioso di questo?


Jordan, 60 anni
Prima: stilista e fashion punk
Ora: infermiera veterinaria
 La gente diceva: "Sembravi così coraggiosa..."
Spesso mi piacerebbe ancora oggi indossare un maglione mohair, calze con reggicalze e le mutandine trasparenti. Non aveva niente a che fare con il coraggio. Piuttosto il contrario. Si trattava di sentirsi a proprio agio e in armonia con se stessa. Mi è sempre piaciuto vestire a modo mio. Quando sono arrivata a Londra per cercare di lavorare nel negozio di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren, SEX, indossavo già la roba che stavano vendendo.. Ma non c'era un posto per me, subito, così nel frattempo sono andata a lavorare da Harrods, truccata come una punk.  Alla fine sono riuscita a lavorare con Vivienne e Malcolm, proprio quando il punk esplodeva. Ho inventato lo stile Sex Pistols. Sono salita sul palco con loro, anche durante la loro prima apparizione televisiva, e ho lavorato anche con Adam And The Ants durante il loro periodo punk.

Molti dei principali magnati della musica erano estremamente sessisti. Un ragazzo della A & R mi disse una volta in faccia, "Questo non è il lavoro per una donna. Dovrebbero pensare alla cucina e sdraiarsi sulla schiena!." Dopo un pò, mi stufai e non volevo essere più lì , così sono tornata a casa a Seaford.
Volevo lavorare a qualcosa di significativo, così ho iniziato a lavorare presso il veterinario locale. E sono ormai 22 anni che sono qui. Non spingo pezzi di carta in giro. E 'un vero e proprio lavoro dove si può fare la differenza per come gli animali sono curati. Il punk mi ha fatto capire che potevo essere quello che volevo, e questo è il modo in cui ho vissuto la mia vita. Alla fine, non sono cambiata più di tanto.



Lesley Woods, 56 anni
Prima: cantante/chitarrista, Au Pairs
Ora: avvocato
Ero arrivata al punk in ritardo, perché i Punk erano in giro già da un bel po ', nel 1978. Quello che era davvero accattivante è che bastavano attaccare uno strumento con due dita ed eri un musicista rock. La gente poteva svegliarsi e suonare quello che voleva, fare le loro cose, senza dover essere grandi chitarristi, e avere un atteggiamento macho. E le donne potevano farlo alle loro condizioni, senza la necessità di conformarsi a un certo stereotipo femminile, tipo avere grandi tette e essere davvero carine. Ragazze come Siouxsie Sioux, Poly Styrene e Patti Smith sono state grandi modelli per questo.
Ma abbiamo comunque e costantemente dovuto affrontare un muro di violenza e di aggressione. Ci furono scontri feroci; Ari Up, cantante delle Slits fu accoltellata. Arrivai a un punto in cui non potei più andare avanti, a quel livello. Dopo che la band si sciolse, il mio cervello era totalmente in confusione e avevo bisogno di ripensare a tutto. Così decisi di fare qualcosa di veramente impegnativo e iniziai a studiare legge. Sono stata chiamata alla "sbarra" quando avevo 32. Ho iniziato con il diritto di asilo, lavorando con i rifugiati e gli immigrati, il che coincideva con i miei ideali politici. Anche se a volte è stato straziante, quando vinci una causa di quel tipo, senti le grida di gioia. Avevo fatto la differenza, e questo la gente lo capisce. Ora mi occupo poco di questioni riguardanti le domande di asilo, ma sono ancora impegnata in materia di immigrazione. Ho sempre avuto un forte senso di giustizia, e lavorare in questo settore significa che non ho compromesso la mia integrità morale e i miei ideali.

Lesley Woods ora. Fotografia: Alan Powdrill
La gente era a conoscenza del mio passato e probabilmente questo ha contribuito perché molti mi cercassero. Quando sono arrivata in tribunale, nel 1992, le donne non potevano neanche ancora indossare i pantaloni, il che vi dà un'idea di come eravamo indietro. Ho ancora il mio mood con la musica, ma il mio lavoro è così intenso che è difficile occuparmi di musica ora. Ancora registro qualcosa, e faccio qualche apparizione dal vivo. Mi piacerebbe collaborare con alcuni artisti, però...



 
Terry Chimes, 59 Prima: batterista, The Clash
Ora: Medico, Chiropratico
Volevo solo essere in una band, e questo era il gruppo più emozionante che c'era in giro. Tutti gli altri nei Clash erano arrabbiati con il mondo e con le istituzioni. Io no. Ecco perché alla fine ho lasciato, in realtà. Mi sentivo come il numero dispari in mezzo a tutti pari. Da bambino, ho sempre desiderato diventare un medico, ma volevo anche essere un musicista; ed è una cosa difficile essere entrambe le cose. La parte di me che voleva suonare ha vinto quella battaglia. - fare musica, essere in una band quando si è giovani. Ma dopo 15 anni di quella vita [sono stato anche nei Black Sabbath e negli Hanoi Rocks, così come nei Clash], avevo veramente il desiderio di lavorare nel campo della medicina, così ho fatto il grande salto. Nel 1988, a 32 anni, ho smesso con la musica e ho trascorso cinque anni a studiare a tempo pieno. I miei coetanei musicisti non furono poi tanto sorpresi.Il manager dei Clash, Bernie Rhodes, disse una volta, "Sei come un giovane medico.Ti vedo, immaginando che dici 'Queste sono le sue pillole, signora.' "Non so come ha fatto, ma si vede che aveva notato qualcosa. Durante il mio periodo da rocker, ho visto come la salute delle persone è determinata dal loro stile di vita. Ho avuto un forte desiderio e bisogno di guarire le persone. Ho visto più di 45.000 pazienti, così ho fatto stare bene un sacco di gente. Se non vi piace stare in mezzo alla comunità, allora è un lavoro da inferno. Io ho a che fare con moltissimi musicisti. Dicono: "Preferisco venire da te. Sei un musicista e capisci la vita che conduco, quello che faccio. "Alcuni pazienti sono interessati alla musica e spesso parliamo di come stanno le cose oggi, ma la maggior parte ha solo voglia di dire," Sono in agonia. Puoi per favore rimettermi in piedi? "

Terry Chimes ora. Fotografia: Alan Powdrill
L'esperienza di sfida e il voler cambiare il mondo era un bene per noi tutti allora. Ho un'altra vita ora, lotto contro le multinazionali che vogliono rovinare la salute di tutti e faresolo soldi, sia con il cibo geneticamente modificato, con i rifiuti o con le droghe.
Qualcuno ancora mi chiede "com può si dimenticare di aver suonato davanti a 70.000 persone?"
Beh, io probabilmente vedrò 70.000 pazienti prima di morire. Convincere la gente a stare bene e cercare di renderli felici: non credo che riuscirò mai a perdere la voglia di di farlo.

• Lo strano caso del dottor Terry Chimes E il signor Terry Chimes è pubblicato da John Blake a £ 9,99.



David O’Brien, 54
Prima: attivo nella scena punk di Manchester
Ora: Vicario
Da adolescente, ho cambiato tanti mestieri, ho lavorato nelle fabbriche e nei supermercati, ma non ha mai avuto molto senso, per me. Il punk mi ha dato l'energia giusta. Non ero un anarchico. Volevo solo che tutti si fermassero per pensare a un'idea alternativa di società. Inoltre, mi sono subito sentito a mio agio con gli stivali Doc Martens e i jeans sbiancati.
Ero un figlio illegittimo. Mio padre era un alcolizzato che non ho più visto da quando avevo quattro anni e mia madre ha avuto altri otto figli, anche se ha perso due di loro. Ha portato i sei rimasti avanti da sola.
Crescendo, il cristianesimo era irrilevante per me. Bevevo troppo e finivo regolarmente nei guai quando andavo allo stadio. Il mio luogo di culto era l'Old Trafford.

Pensavo che la chiesa fosse per gente piacevole, e persone di mezza età come Thora Hird. Mi ricordo un giorno, avevo appena ritirato il sussidio di disoccupazione e io e il mio compagno siamo andati al pub fino a quando non ci hanno buttati fuori - alle 3 del pomeriggio. Siamo andati allora a piedi in un bosco quando abbiamo visto un cartello con segni di occultismo; la voce che girava era che c'era una congrega che praticava la magia nera. Ho pensato che volevo capire di cosa si trattava..

David O'Brien ora. Fotografia: Alan Powdrill
Ero spaventato e ad un certo punto mi sono chiesto: e se c'è qualcosa altro là fuori? Così ho preso una copia del Nuovo Testamento che era stato sullo scaffale per anni, a raccogliendo polvere, e dopo averlo letto mi sono sentito meglio . E ancora mi ci sono voluti tre anni per entrare all'interno di una chiesa.
Ho avuto questo pensiero fastidioso per i 10 anni a venire: "Diventa un ministro. Diventa un ministro ". Così mi sono iscritto a un corso base di un anno di teologia, poi ho preso la laurea in teologia applicata. Cinque anni e mezzo fa, sono venuto giù a Shrewsbury e sono diventato un vicario a pieno titolo.
Quando si mette al collo un collare da cane, la gente pensa che non hai mai fatto nient'altro di diverso. Ma le passioni che mi ha trasmesso il punk sono ancora lì, e questo è quello che mi metto nel mio ministero ora. Si tratta di un desiderio di significato, di sapere. Non ho più i miei vinili, ma ancora ascolto una o due cose su YouTube. Mi ricorda da dove sono venuto...

• Il libro di David O'Brien Northern Soul: Calcio, Punk, Gesù è pubblicato da In avanti e verso l'alto a £ 8,99.



Steve Ignorant, 58 anni
Prima: cantante, Crass
Ora: agente salvataggio in mare
Il Punk aveva uno scopo. Ogni concerto che facevamo era a vantaggio di qualcosa: mettere su un centro di assistenza per donne colpite da violenza, un rifugio per asini abbandonati, una casa di riposo per anziani. E 'stato positivo. Volevamo solo un mondo bello da vivere, ma non stavamo chiedendo. Stavamo facendo. Dal 1977 al 1984 sono stato il cantante dei Crass. Abbiamo girato la Gran Bretagna, suonando ovunque e ogni volta che si poteva. Quando i Crass si sono sciolti, ho continuato a suonare con i Conflict prima e in seguito con i Schwartzeneggar and Stratford Mmercenaries.Nel 2007, mi sono trasferito a Norfolk con l'intenzione di vivere tranquillamente dalla costa. Spazzavo le foglie e tutto quel genere di cose - ma non era quella la mia vita. L'anno dopo mi sono trasferito, ho ricevuto un'offerta per fare due serate allo Shepherds Bush Empire. Il ricavato delle mie serate live mi piace donarlo ad una causa. Sapevo che il servizio indipendente di salvataggio in mare di Sea Palling era sempre alla disperata ricerca di fondi, così ho pensato che era l'ideale: ho potuto vedere davvero dove andava a finire il denaro.

Con i circa 1.000 £ del ricavato hanno acquistato nuovi giubbotti di  salvataggio, che servono appunto a salvare la vita delle persone. Poi l'equipaggio mi ha portato fuori in barca, mi hanno messo una muta stagna addosso, e.. mi hanno buttato a mare. "Allora, che ne diresti di entrare?" In un primo momento, ero molto riluttante - ero preoccupato per l'impegno e immaginavo che avrei dovuto andare in parata con l'uniforme. L'idea di un tizio che mi guarda dall'alto in basso e mi dice che devo essere sempre  correttamente rasato è stato sempre totalmente contro i miei principi. 
Ma erano tutti più trasandati di me!. Ora sono un membro della squadra a tempo pieno.



01/05/16

Fulvio Abbate: Abolire il lavoro!

Siamo fan del Marchese FULVIO ABBATE, e oltre che geniale, siamo pienamente in sintonia con questa sua disamina sul lavoro e sulla strada che una "vera sinistra" dovrebbe intraprendere..
 
La sinistra non l’ha capito: bisogna abolire il lavoro! Altro che "Inno dei lavoratori", altro che esaltazione dell'operaio. La vera cosa di sinistra sarebbe abolire l'occupazione. Allora sì che la vita sarebbe una processione festosa e zampillante di multipli piaceri
di Fulvio Abbate


Il lavoro andrebbe abolito, altro che comunismo con il suo “Inno dei lavoratori”! Altro che falce e martello lì nel simbolo di un movimento che pretenda di lottare per l’emancipazione dai bisogni materiali. Intendiamoci però, ancor prima andrebbe abolito, cancellato dalla faccia della terra colui che, con volto convinto da vero responsabile, dovesse sostenere che il lavoro, “no, non lo si può davvero cancellare, perché altrimenti – parole sempre sue – dimmi tu come facciamo a mangiare, no, tu dimmelo, dai, avanti?”
Il giorno in cui avremo un decreto - meglio, Il Decreto - assai più erotico di quello firmato da Lenin per consegnare la terra ai contadini, un Decreto che sancisca l’abolizione del lavoro sarà davvero il caso di far precedere le parole del testo e le firme lì a certificarne la validità da un esercito di cheerleader in mutandine bianche bordate di rosso.

Ma adesso riavvolgiamo il nastro, tutti con gli occhi rivolti all’indietro. Perfino il genero di Karl Marx, Paul Lafargue, un quasi sosia del nostro sentimental-socialista Edmondo De Amicis, aveva cercato di spiegare il concetto di nocività del lavoro, certo, lo ha fatto partendo dalla questione dell’orario, ma anche del lavoro stesso, alienato, lo aveva fatto con un libricino intitolato “Il diritto alla pigrizia”, non certo un saggio politico concepito a favore della masturbazione, ma comunque già sulla buona strada; fra tutte le edizioni che siano mai state pubblicate del nostro saggio, la più significativa è certamente quella la cui copertina è opera di Wolinski, l’uomo comune è diventato il capitalista di se stesso su un’amaca, ovviamente si tratta di un’edizione in lingua francese, mica cinese. Laggiù milioni soccombono sotto l’involtino autunno del comunismo.

E se fosse vero che le ragioni di tutte le tragiche sconfitte della sinistra, comprese le apparenti improbabili vittorie, siano dipese dal non aver mai pensato che la parola d’ordine dovesse riguardare proprio l’abolizione del lavoro?
Anni fa mi è capitato di acquistare un volume che raccoglieva i simboli del potere della DDR, ossia la Germania dell’Est, quella comunista, la stessa che accoglieva tra le sue mura il drammaturgo Bertolt Brecht, per sua stessa ammissione un uomo devastato dalla pigrizia, se non dall’apatia, che lì siamo già nel patologico, tu non lo sai, ma Brecht usava l’auto anche per percorrere poche centinaia di metri, da casa, in Chausseestrasse, al Berliner Ensemble, il suo teatro; berretta in testa, Bert ingranava la prima, metteva lo stereo8 con le musiche di Kurt Weill, …tararattà tararattà, e via…

Ma stavo dicendo delle memorabilia della DDR: noi, figli delle stelle del capitale, cresciuti sotto il cielo di un’araldica composta di elmi e di spade, già, facciamo una certa fatica a comprendere che si possa invece inquartare dentro un simbolo nazionale la lanterna del minatore oppure, come è accaduto in Romania, il traliccio della luce, no?

Ora che ci rifletto, forse, ripensando a Giangiacomo Feltrinelli, editore e rivoluzionario, potremmo perfino, perché no?, rileggere la sua tragica fine in altro modo. Già, e se la sua scelta di abbattere con l’esplosivo quel traliccio di Segrate fosse in realtà un implicito rifiuto del mito comunista del lavoro con tutti i suoi annessi e connessi?
Ci pensi che il povero Dmitrij Šostakovič, pure lui, era sovente costretto a mettere archi e ottoni al servizio dell’elettrificazione dell’Urss? Sai che palle! Tornando però a Giangi, se così fosse, se davvero quel traliccio quel giorno del 1972, andrebbe riletta tutta la storia dell’eversione rossa, e slogan come “Po-te-re operaio! Po-te-re operaio…” tutta roba da buttare via, o comunque da rileggere.

Eppure c’era stato già un anarchico, Camillo Berneri, che aveva scritto un saggio intitolato “L’operaiolatria”, dove provava a spiegare che, forse, tutta questa apologia del sudore della fronte non andava così bene, non era poi così salutare e neppure salubre. Ma abbandoniamo il tempo piovoso in bianco e nero del “su fratelli, su compagne, / tutti i poveri son servi: / cogli ignavi e coi protervi / il transigere è viltà. Il riscatto del lavoro / dei suoi figli opra sarà: o vivremo del lavoro / o pugnando si morrà. o vivremo del lavoro / o pugnando pugnando si morrà. O vivremo del lavoro / o pugnando si morrà”, ossia dell’Inno del lavoratori.
Dai, torniamo a Gwen Stefani che avanza con il suo stantuffo pelvico, meravigliosa catastrofe bionda, lievito biondo di promessa erotica in un immenso letto tra le nuvole, torniamo con le parole dei situazionisti a pensare che il lavoro, sì, si può abolire. E le seconde-terze generazioni degli iuppi non fanno orrore di meno.