31/03/14

Roger Corman

Le voci che da tempo corrono su una biopic ispirata alla vita di Roger Corman firmata da Joe Dante si sono di recente fatte più insistenti, sui social degli appassionati rimbalzano le presunte notizie sul progetto di cui per ora si conosce il titolo (The Man with the Kaleidoscope Eyes) e il soggetto: la storia della produzione di The Trip, il film diretto da Corman nel 1967 su sceneggiatura di Jack Nicholson in cui Peter Fonda, assistito da Bruce Dern e Dennis Hopper si fa di acido sulle colline di Hollywood (due anni dopo Hopper e Fonda avrebbero scritto e diretto il loro, più celebre, <<acid trip>> nel cimitero di New Orleans per Easy Rider). Trip tradotto Serpente di Fuoco dal solito geniale titolatore italiano, era una specie di manuale d’uso per l’Lsd, di cui durante la produzione fecero famosamente uso interpreti e regista, e allo stesso tempo una rappresentazione kitsch dello sballo con allucinazioni grindhouse e sgargianti effetti ottici tipici dell’epoca. Un film sperimentale anche se pur sempre un exploitation-movie sulla controcultura, una vena quest’ultima minata regolarmente da Corman che dieci anni prima aveva ambientato il suo horror Bucket of Blood sullo sfondo della scena Beat e negli anni '50 `realizzato una sfilza di storie su ragazze teenager ribelli. Coi suoi montaggi psichedelici sulla musica degli Electric Flag di Mike Bloomield e Buddy Miles, Trip era tipico di Corman anche per il cast di giovani promesse lanciato e verso carriere divenute altrettanto mitiche. ll decano della <<serie B>> avrebbe negli anni fatto lo stesso per molti altri, soprattutto giovani registi, autori del calibro di Monte Hellman, Francis Ford Coppola, John Landis, Ron Howard e James Cameron e proprio Joe Dante che nei suoi modesti New World Studios di Venice, all’angolo di Rose e Pacific, ebbe, come gli altri, il primo assaggio di regia, e della leggendaria parsimonia del loro produttore. L’accademia trasversale di Corman che ha inciso un solco nella storia del cinema indie americano. Corman é stato uno dei pochi che é riuscito ad operare come guastatore davvero indipendente all’ombra della macchina hollywoodiana, assieme forse a John Cassavetes. Ma Corman ha operato dalla parte opposta dell’avanguardia sperimentale e "scarna" di Cassavetes. Pur essendo stato fra i primi a far conoscere agli Americani, come distributore, Truffaut, Bergman, Fellini, Kurosawa, Schlondorff e Resnais, la cifra e passione di questo ingegnere laureato a Stanford e Oxford, è sempre rimasto il genere <<B>>, col quale é sopravvissuto a molti produttori ben più giovani di lui. Un sedicente artigiano del cinema con all'attivo oltre 300 film divenne celebre per la serie di adattamenti di racconti di Edgar Allan Poe sfornando in seguito un numero impressionante di produzioni a basso costo per la American International Pictures.

Oggi é quasi certamente l’ottantasettenne più distinto di Hollywood, ma non ha certo smesso di lavorare; <<ho quattro film in post-produzione>> ci dice quando lo incontriamo nella hall del Beverly Hilton dove saettano diverse occhiate di riconoscimento al suo indirizzo. <<Anzi ero al montaggio stamattina. Ce ne avrò fino alla line dell'anno. Dopo sto cercando un altro racconto di Poe da adattare. Ne ho fatti sei e avevo detto che non ne avrei fatti più, ma alla fine mi hanno convinto>>.

30/03/14

Cassette

Ricominciamo.. Questo piccolo post non parla di arte bella. La Cultura dell'audiocassetta, creata da musicisti, pirati, delusi dall`amore e diseredati, non è stata la Cultura più elegante del pianeta. Si trattava di arte povera - un lungo e variegato testamento dell’etica della vita di strada tipica del modello fai-da-te della scena punk. Artigiani impegnati in un violento corpo a corpo contro un mostro: la musica prodotta per le masse. Dal punto di vista artistico, questi oggetti mancano della raffinatezza e rifinitura dei prodotti commerciali. Le cassette furono il risultato di un elaborato sistema di produzione e distribuzione mediatica a livello commerciale..

Pensando alle cassette, ricorre soprattutto il dolore per gli amici perduti, i bei tempi andati, e i gesti di intima comunicazione ormai tramontati. Quella tecnologia è scomparsa, insieme ad un pezzo della nostra vita. La cassetta, servitrice dell`umanità, era una specie di roadie definitivo. Bastavano pochi soldi per farla lavorare, non chiedeva mai troppo, si lasciava abusare senza lamentarsi, e non si negava mai. Droghe, troppo o troppo poco denaro, storie d'amore maledette, notti brave - nessuno dl questi inconvenienti ha invaso lo spazio della cassetta. Eppure la cassetta ha avuto lo stesso vita breve. Come una star maledetta. Non certo per colpa sua; il digitale l`ha annichilita all'improvviso, sbucato dal nulla, proveniente da una tecnologia del tutto aliena che con la pacifica cassetta aveva la stessa somiglianza di un guerriero mongolo con un contadino cinese..

1) Ci sono quattro categorie di audiocassette:
Type I Normal Bias, Type II High Bias, Type III Fenic/ Chrome e Type IV Metal.

2) Ci sono tre spessori di nastro, per poter contenere diversi tempi di registrazione. Più lunga é la durata della registrazione, più sottile é il nastro, e quindi più soggetto a danneggiarsi. Ci sono cassette da 90 minuti (C-90. 45 minuti per lato), 60 minuti (C-60), 30 minuti (C-30) ecc. Il minutaggio più lungo conosciuto è quello delle C- 120, (60 minuti per lato).

3) L'astuccio di plastica che contiene la cassetta si chiama Norelco Box, dal nome del produttore, mentre il cartoncino ripiegato all‘interno della custodia si chiama J-Card (dalla forma a <<J>> in cui è ripiegato).

4) Le due linguette di plastica che si trovano sulla sommità delle cassette indicano se il nastro è registrabile o no. Per proteggere la registrazione le linguette vengono tolte. Se si decide di registrare sopra al contenuto della cassetta, basta mettere un pezzetto di nastro adesivo sopra all'area dove c’erano le linguette. In questo modo la cassetta toma ad essere registrabile.

5) Il primo lotto di cassette messe in vendita dalla Capitol Records nel 1968 era una selezione di venticinque dei loro titoli più venduti. Tra gli artisti: Nat King Cole, i Beach Boys, e naturalmente i Beatles, con ben tre album: Sgt. Pepperis Lonely Hearts Club Band, Rubber Soul e Revolver

6) I 'll Never Stop degli 'N Sync's fu la cassetta che vendette di più nel 2009, 2010 e 2011 nel Regno Unito: undici copie in tutto.

7) All'inizio del 1970 Jimi Hendrix registrò, nel suo appartamento nel Greenwich Village, una raccolta di canzoni autobiografiche che intitolò Black Gold usando un paio di cassette. Si trattava di sedici Canzoni, con Hendrix che cantava e suonava la sua chitarra acustica Martin.

8) Gli acid rocker The Grateful Dead durante i loro concerti riservavano un'area dietro al mixer ai <<taper>> (da tape, nastro. Ossia chi registra i nastri.) L'area permetteva ai fan di registrare il concerto su cassetta, e per accedervi bisognava acquistare appositi biglietti. Scambiare i nastri dei concerti (bootleg) è sempre stata una pratica diffusa tra i fan di una band o di un solista.

9) Nel novembre del 1981, SPX Cassette divenne il primo giornale di musica su nastro (e non su carta). La rivista resistette soltanto un anno, a causa degli elevati costi di produzione, ma le cassette prosperarono invece come omaggi su riviste quali il Melody Maker e Select Nel 1986 il New Musical Express pubblico C86 una compilation su cassetta con le nuove band della scena indie britannica (Primal Scream, The Pastels, The Shop Assistants), che divenne leggenda.

10) Il mito del gatto e della cassetta: é vero che i gatti amano giocare con le cassette perché il nastro infinito che trovano dentro li fa impazzire? Mettete una cassetta di fronte al vostro gatto e scopritelo da soli.
(J.Da.)



09/03/14

All you can feel (Tutto quello che puoi sentire).

Caffeina
Dall’Lsd all’ecstasy, ecco come gli schizzi delle sostanze psicoattive possono trasformarsi in opere d’arte.
Una sequenza di scatti artistici che ritraggono le droghe sintetiche estremamente da vicino, intitolata All you can feel  (Tutto quello che puoi sentire).
Realizzata dalla fotografa tedesca Sarah Schoenfeld, la serie si ispira alle esperienze di vita trascorse nei night club di Berlino, dove l’artista ha lavorato per anni a contatto con gli effetti di queste sostanze attive sulle persone. Per decidere poi di riprodurli schizzando queste molecole sulla pellicola in fase di sviluppo e poi ingigantendo le immagini. Il senso è evocare, attraverso colori sgargianti e forme contorte, gli effetti di ciascuna droga sul cervello.

All you can feel  (Tutto quello che puoi sentire).

Dal 1950 , cerchiamo sempre più di capire i nostri desideri più intimi e le nostre esperienze. Siamo in grado di spiegare umori , rabbie e le malattie sia fisiologiche che psicologiche, attraverso un equilibrio/squilibrio di sostanze nel corpo . Tutto questo , naturalmente ,  si svolge sullo sfondo di un clima giuridico e politico in costante mutamento per quanto riguarda la regolamentazione dei diversi tipi di droghe che alterano l'umore. Quando però, la loro essenza è rappresentata visivamente, queste sembrano essere molto simili.

Sarah Schönfeld ha "schizzato" gocce di varie miscele di farmaci liquidi legali e illegali su pellicola negativa. Poi ha ingrandito questi negativi, compresa la reazione chimica del farmaco particolare , fino a una dimensioni di 160 x 200cm . Tutte le sostanze si sono comportate in modo molto diverso : le forme e i colori che apparivano mostravano caratteristiche uniche e hanno rivelato universi interni unici. Schönfeld esplora le possibilità della fotografia fino alla frontiera di quello che può essere ritratto..


Oppio

08/03/14

Bukowski: Amo Mickey Rourke

Charles Bukowski inedito

Prima dell’uscita del film “Barfly” nel 1987, Charles Bukowski scrisse “la lettera di un fan” a sostegno alla produzione del film. Bukowski parla del processo di lavorazione del film sotto la direzione di Barbet Shroeder e chiarisce la propria ammirazione per Mickey Rourke, l’attore maledetto che ha interpretato il suo alter-ego, Henry Chinaski, e ricorda una visita al set di Roger Ebert, durante la quale il critico avrebbe detto: “Non mi sono mai divertito così tanto.” 
N. M.

Devo dire che per quanto riguarda la realizzazione di BARFLY, ho avuto una certa fortuna. Innanzitutto, il regista, Barbet Shroeder, ha insistito che il mio contratto contenesse una clausola che nessuna parte di BARFLY, così come l’avevo scritta, potesse essere cambiata senza il mio permesso. E questo è stato rispettato fedelmente. Quando non ero sul set, sono stato contattato telefonicamente per dare il mio ok anche al più piccolo dei cambiamenti. Il più delle volte si è trattato solo di una parola qua e là nel dialogo. Ho accettato la maggior parte di questi piccoli cambiamenti, e quando non l’ho fatto, le cose sono state lasciate come ho voluto. Se questo non è il paradiso per uno scrittore, allora non ce ne sarà mai uno.

L’altra parte della mia fortuna è stato l’attore che interpretava Henry Chinaski. Mickey Rourke ha dato al dialogo la voce e il suono desiderato. Quello mi ha sorpreso è che ha aggiunto un’altra dimensione al personaggio, nello spirito. Mickey sembra amare veramente la propria parte, ma senza esagerare. Vi ha aggiunto il suo sapore, il suo entusiasmo, la sua follia, la sua interpretazione di Henry Chinaski, senza distruggere l’intento o il significato del personaggio. Perché aggiungere spirito a spirito può essere pericoloso, ma non nelle mani di un attore dannatamente bravo. Senza distorcere, ha aggiunto, e sono rimasto molto soddisfatto dell’amore e della sensibilità che ha saputo dare al proprio ruolo in BARFLY. Inoltre, tutto il cast e la troupe mi sono sembrati assai allegri, assai su di morale per tutta la ripresa. Lo si poteva avvertire in ogni momento. Più di uno spettatore ha parlato con me di questa fosse gioiosità che sembrava esserci durante le riprese. Roger Ebert è venuto un venerdì sera, durante una ripresa. È rimasto molte ore. Abbiamo guardato le riprese, parlando tra una ripresa e l’altra. “Non mi sono mai divertito così tanto,” mi ha detto. Era nell’aria, era ovunque e la gioia e la magia di tutto ciò è stata catturata, mi sono accorto, anche dal film stesso.
BARFLY, ti amo.
Charles Bukowski 

Satisfiction


Barfly




01/03/14

Bed Time for Democracy: Dead Kennedys

Dead Kennedys, Jello Biafra : <<Volevamo qualcosa che facesse davvero effetto sulla gente, perché talvolta gli shock aiutano ad aprire il cervello. Volevamo rompere un muro>>. Agli inizi,quando il gruppo decise di partire in tour  il 22 novembre, anniversario dell’assassinio del Presidente americano, qualcuno li accusò: <<Non le sembra un po’ di cattivo gusto fare un concerto proprio in questa data?>>. East Bay Ray, chitarrista : <<Certo, ma anche chi gli ha sparato non e stato di gran buon gusto>>.  Da allora, si esibirono dal vivo ogni 22 novembre. Offendere l’America della buona borghesia democratica bianca fu il loro primo obbiettivo. I Dead Kennedys sono stati  'il nemico pubblico numero uno' contro il sistema e eroi della scena californiana per lungo tempo. La polizia era sempre schierata in forze ai loro concerti. Fresh Fruit For Rotting Vegetables del 1980  fu un esordio fulminante e criticatissimo, per i contenuti che gli inimicheranno l’industria discografica al punto da costringere Biafra ad affidarsi in seguito, per la produzione e la distribuzione, soltanto alla propria etichetta, la Alternative Tentacles. Riff velenosi sparati alla velocità della luce, sdegno politico, ironico e bruciante, fiotti di bile saranno alla base di tutti i dischi dei Dead Kennedys: Plastic Surgery Disasters del 1982, Frankenchrist del 1985 e Bedtime for Democracy del '86.

"Non odiate i media, siate i media".

Questo uno degli slogan di Jello Biafra che si presentò alle elezioni per sindaco di San Francisco nel 1979. Contro tutte le previsioni, fini quarto su dieci candidati, molto più potenti e accredidati. E questi alcuni punti del programma per il rinnovamento della città. Altro che le idiozie a cinque stelle della Spa Grillo/Casaleggio!

<<Lo spirito di San Francisco non deve essere distrutto in nome dell'ordine, della legalità e dei dollari dei turisti. L'amministrazione in carica vuole "ripulire" la città. Essa sostiene spudoratamente il capitale mentre le forze creative che mantengono viva la nostra città vengono sempre più insistentemente perseguitate dalla legge. San Francisco è forse destinata a diventare un'altra fredda ed efficiente città americana? No, se faremo sentire chiara e forte la nostra opposizione.>>

Trasporti di massa: E' venuto il momento di vietare la circolazione delle automobili in città. Il potenziamento del servizio pubblico e il lancio, con l'aiuto dell'industria privata, di una moda della bicicletta dovrebbero garantire il funzionamento regolare di ogni attività. I veicoli commerciali potranno continuare ad operare provvisti di speciale permesso e rimarranno aperte le autostrade intercomunali.

Miglioramento dei rapporti tra polizia e cittadini: E' ora che la polizia e i cittadini si conoscano. Tutti gli ufficiali di polizia dovranno venir confermati dai cittadini attraverso delle elezioni da svolgersi ogni quattro anni. Inoltre ogni due anni metà delle forze di polizia dovranno assoggettarsi ad un voto di fiducia, come avviene per i giudici, espresso dagli abitanti dei quartieri che pattugliano.

Combattere il crimine: Qui non siamo a Houston, nel Texas. Sono stati spesi, inutilmente, tempo e soldi per far rispettare leggi obsolete e per combattere crimini senza vittime. Invece di continuare con i raid nei club e con gli arresti per droghe leggere e prostituzione si dovrà considerare prioritaria la repressione del crimine organizzato e del "crimine bianco". La Buoncostume dovrà essere abolita.

Giustizia uguale per tutti: Il carcere cittadino è sovraffollato e il vitto è scadente e scarso. La prigione dovrà essere trasferita al Sunol Valley Golf Club dove tutti i carcerati potranno mangiare bene ed imparare a condurre una vita produttiva come è avvenuto per Dan White (White uccise nel '78 il sindaco di San Francisco e un supervisore gay perché disprezzava gli omosessuali, e fu condannato ad una pena mite) e i criminali del Watergate.

I diritti degli inquilini: Verrà legalizzata, per le persone a basso reddito, l'occupazione delle case sfitte usate dai proprietari per la riduzione delle tasse. Inoltre tutti gli affitti dovranno essere riportati ai livelli precedenti la Proposition 13 e poi ulteriormente ridotti del 10%. Questa ulteriore riduzione servirà a compensare l'aumento voluto dai proprietari per favorire l'approvazione della Proposition 13.

Ricostruire lo spirito comunitario: Perché non alleviare la tensione esistente in città costruendo ovunque statue di Dan White? Il Dipartimento Parchi Pubblici potrebbe quindi vendere uova, sassi e pomodori con cui bersagliare le statue.

Jello Biafra 

Il gruppo si scioglie nel '87 e come tante altre gloriose band alternative finisce in tribunale. I Dead accusano Biafra e la sua etichetta, Alternative Tentacles di non pagare le royalties e di lucrare sui diritti di vendita. Jello, dopo anni di battaglie perse su tutti i fronti, compreso quello sul diritto dei tre ex amici di poter usare il nome della band, oltre al riconoscimento dei diritti d'autore sui vecchi album della formazione. Jello Biafra ama l'Italia, e spesso è nel nostro paese con i gruppi che ha formato dopo il rifiuto di tornare con i Dead Kennedys, ultimi i Guantanamo School of Medicine. A suo dire, tra le influenze musicali che lo hanno formato ci sono Ennio Morricone, Balletto di Bronzo, e, udite, Fausto Papetti !!

Bedtime For Democracy
Give Me Convenience or Give Me Death
Fresh Fruit For Rotting Vegetables
Frankenchrist