Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar, Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort e René González Sehwerert (gli ultimi due non sono parenti) .
Il loro caso è tipico dei processi politici criticati dagli Stati Uniti come violazione del rispetto dei diritti umani quando avvengono in altri paesi. A meno che non vi sia un capovolgimento dopo l’appello, potrebbe essere citato, con ogni probabilità, come un precedente per rifiutare un giusto processo ad altri uomini e donne che vengano giudicati negli Stati Uniti. Dopo decenni di attacchi contro l’isola di Cuba (incendi dolosi, sabotaggi, assassinii, e l’uso di armi biologiche) perpetrati da gruppi terroristici anticubani del sud della Florida, con l’appoggio ed il consenso del governo degli Stati Uniti, e dopo reiterati rifiuti da parte del governo nordamericano ad adottare misure per evitare tali violenze, un gruppo di uomini disarmati arrivarono negli Stati Uniti provenienti da Cuba per monitorare le attività dei mercenari responsabili di tali attacchi e le organizzazioni che li sostengono, ed avvertire Cuba delle loro intenzioni aggressive.
Il 12 settembre del 1998, cinque di questi uomini, noti successivamente come I Cinque Cubani, (Antonio Guerrero nato a Miami, Fernando González nato a La Avana, Gerardo Hernández nato a La Avana, Ramón Labañino nato a La Avana, René González nato a Chicago) furono arrestati nel Sud della Florida da agenti dell’FBI e tenuti in celle d’isolamento (dette hueco – buco - in spagnolo, per le loro dimensioni: 2 metri per 1 senza finestre) per 17 mesi, prima che il loro caso venisse portato davanti ad un tribunale.
All’inizio vennero incolpati con la vaga accusa di cospirazione al fine di spionaggio, che secondo la legge degli Stati Uniti presuppone un accordo per compiere azioni di spionaggio (la procura non li ha mai accusati di spionaggio reale, né ha mai affermato che vi fosse stato spionaggio reale, giacché non fu loro mai sequestrato alcun documento militare riservato). I Cinque hanno dovuto far fronte anche ad accuse minori per aver utilizzato nomi falsi e per non aver informato le autorità federali di lavorare in territorio nordamericano per conto di Cuba.
Sette mesi dopo si aggiunse un’altra accusa di cospirazione (ma questa volta per aver commesso un omicidio) a carico di uno dei Cinque, Gerardo Hernández. Questa imputazione era il risultato di una intensa campagna pubblica per vendicare l’abbattimento, da parte della Forza Aerea Cubana, di due aerei da turismo appartenenti ad un gruppo anticastrista “Hermanos al Rescate”, e la morte dei suoi 4 occupanti. Avvenimento questo, accaduto due anni prima (24 febbraio 1996), quando gli aeroplani si trovavano dentro lo spazio aereo cubano o stavano per uscirne. Questi velivoli da turismo, che appartenevano all’organizzazione “Hermanos al Rescate”, nei venti mesi precedenti all’abbattimento, avevano violato lo spazio aereo cubano per ben 26 volte e furono oggetto di reiterate proteste da parte del governo cubano. L’abbattimento ebbe luogo dopo l’avvertimento ufficiale delle autorità cubane al governo degli Stati Uniti, con cui si dichiarava che a partire da quel momento il loro spazio aereo sarebbe stato difeso.
Il loro caso è tipico dei processi politici criticati dagli Stati Uniti come violazione del rispetto dei diritti umani quando avvengono in altri paesi. A meno che non vi sia un capovolgimento dopo l’appello, potrebbe essere citato, con ogni probabilità, come un precedente per rifiutare un giusto processo ad altri uomini e donne che vengano giudicati negli Stati Uniti. Dopo decenni di attacchi contro l’isola di Cuba (incendi dolosi, sabotaggi, assassinii, e l’uso di armi biologiche) perpetrati da gruppi terroristici anticubani del sud della Florida, con l’appoggio ed il consenso del governo degli Stati Uniti, e dopo reiterati rifiuti da parte del governo nordamericano ad adottare misure per evitare tali violenze, un gruppo di uomini disarmati arrivarono negli Stati Uniti provenienti da Cuba per monitorare le attività dei mercenari responsabili di tali attacchi e le organizzazioni che li sostengono, ed avvertire Cuba delle loro intenzioni aggressive.
Il 12 settembre del 1998, cinque di questi uomini, noti successivamente come I Cinque Cubani, (Antonio Guerrero nato a Miami, Fernando González nato a La Avana, Gerardo Hernández nato a La Avana, Ramón Labañino nato a La Avana, René González nato a Chicago) furono arrestati nel Sud della Florida da agenti dell’FBI e tenuti in celle d’isolamento (dette hueco – buco - in spagnolo, per le loro dimensioni: 2 metri per 1 senza finestre) per 17 mesi, prima che il loro caso venisse portato davanti ad un tribunale.
All’inizio vennero incolpati con la vaga accusa di cospirazione al fine di spionaggio, che secondo la legge degli Stati Uniti presuppone un accordo per compiere azioni di spionaggio (la procura non li ha mai accusati di spionaggio reale, né ha mai affermato che vi fosse stato spionaggio reale, giacché non fu loro mai sequestrato alcun documento militare riservato). I Cinque hanno dovuto far fronte anche ad accuse minori per aver utilizzato nomi falsi e per non aver informato le autorità federali di lavorare in territorio nordamericano per conto di Cuba.
Sette mesi dopo si aggiunse un’altra accusa di cospirazione (ma questa volta per aver commesso un omicidio) a carico di uno dei Cinque, Gerardo Hernández. Questa imputazione era il risultato di una intensa campagna pubblica per vendicare l’abbattimento, da parte della Forza Aerea Cubana, di due aerei da turismo appartenenti ad un gruppo anticastrista “Hermanos al Rescate”, e la morte dei suoi 4 occupanti. Avvenimento questo, accaduto due anni prima (24 febbraio 1996), quando gli aeroplani si trovavano dentro lo spazio aereo cubano o stavano per uscirne. Questi velivoli da turismo, che appartenevano all’organizzazione “Hermanos al Rescate”, nei venti mesi precedenti all’abbattimento, avevano violato lo spazio aereo cubano per ben 26 volte e furono oggetto di reiterate proteste da parte del governo cubano. L’abbattimento ebbe luogo dopo l’avvertimento ufficiale delle autorità cubane al governo degli Stati Uniti, con cui si dichiarava che a partire da quel momento il loro spazio aereo sarebbe stato difeso.