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08/06/15

Poeti, saggisti, romanzieri prima che rockers

Musicisti che sono diventati poeti, pittori, attori, teatranti, copy, designer, giornalisti, commentatori e ospiti televisivi, addirittura partecipanti a reality show come J. Lydon sull'isola dei famosi versione inglese. Ma soprattutto scrittori. Quì una breve carrellata su alcuni libri famosi pubblicati da rockers.



J. Carroll: Jim entra nel Campo di basket (Basketball Diaries), 1978
L'esistenza on the road di un ragazzo straordinariamente intelligente, campioncino di pallacanestro con il talento per la scrittura: tra i 12 ei 15 anni tiene infatti un diario che diventa una sorta di manifesto per la sopravvivenza nella giungla urbana newyorchese, fra precoce ossessionante uso di stupefacenti, successi scolastici e sportivi, amici e famiglia osservati attraverso, con l’insofferenza e la ribellione tipiche di un'intera generazione. E l'opera di un enfant prodige: vero caso letterario negli Stati Uniti degli anni Settanta, con l'autore quale vocalist e leader rock (The Jim Carroll Band) soltanto nel 1980 per Catholic Boy disco da ritenuto all'altezza della migliore Patti Smith. Da Minimum Fax
di J. Carroll abbiamo parlato qui


Leonard Cohen: Belli e perdenti (Beaunful Losers) 1966
Poeta e romanziere che prima cantautore e musicista, il quasi ottantenne montréalese riesce aeccellere in ogni trovata artistica in una vicenda professionale lunga oltre mezzo secolo. Difficile però orientarsi tra le decine di raccolte di versi - Flowers For Hitler (1964) e L'energia degli schiavi (1972), tra le raccolte più rappresentative - mentre nella narrativa Cohen si ferma a due romanzi: il primo é Il gioco favorito (The Favorite Game, 1963); il secondo Belli e perdenti - composto tra il 1964 e il 1965 sull'isola greca di Idra, digiunando, facendo uso di anfetamine p re concentrarsi meglio sul testo - narra la storia della santa Mohawk Kateri Tekakwitha, intrecciata alla vicenda di un triangolo amoroso tra un folklorista (canadese senza nome), sua moglie Edith (nativa americana morta suicida) e il suo migliore amico F.,( parlamentare a capo di un movimento separatista), che finirà in manicomio. Da Rizzoli

Julian Cope: Krautrocksampler, 1996
Benché rientri nella saggistica, questo bel libro sulla kosmische music tedesca fa dell'ex leader dei Teardrop Explodes un autentico professionista della scrittura, attività alla quale si dedica quasi a tempo pieno, tenendo un blog di cultura, redigendo poi nel 2007 il fondamentale Japrocksamplen sull‘evolversi del pop nipponico tra il 1951 e il 1978. Attualmente Cope da alle stampe testi storici notevoli come The Modern Antiquarian e The Megalithic European, entrambi sui monumenti preistorici, non ancora tradotti in Italia a differenza dei primi due. Da Fazi
di J. Cope abbiamo parlato qui


AUTQRI VARI: The Haiku Year, 1998
Ecco un'antologia delicata e impalpabile di nuovi haiku scritti da una serie di musicisti. Tra i tanti Michael Stipe, Grant Lee Phillips, Douglas Martin, Tom Gilroy, Anna Grace, Rick Roth, Jim McKay e introdotti da Steve Earle. Il libro é ancora inedito in Italia, come molti altri testi di rockstar e musicisti vari, dalle due raccolte di poesie e racconti Earthed Nineveh/ The Ephemeron di Steve Kilbey (leader degli australiani Church) ai romanzi autobiografici Bookstore, Jrnls80s e Road Movies di Lee Ranaldo (chitarrista di Sonic Youth) fino a Empty Places (1991) di Laurie Anderson.


Bob Dylan: Tarantula, 1971
Se é vero, come scrive Allen Ginsberg che la poesia fece il suo ingresso nei jukebox grazie a Bob Dylan, é altrettanto giusto attribuirgli la paternità (condivisa dallo stesso Lennon) di primo artista rock a tutto tondo, dalla pittura alla narrativa. Tarantula ha una gestione lunga e complessa, perché Bob vuole resistere alle pressioni degli editori che sfruttano il momento positivo di Like a Rolling Stone e Blonde on Blonde, carpendogli gli appunti buttati giù nel convulso biennio '65-’66. Ma il testo è dato alle stampe solo nel 1971, quando Dylan sembra fuggire da alcune influenze artistico-letterarie che celebrano tanto il suo folk rock quanto un libro di culto, fra scrittura automatica, flusso di coscienza, beat generation, e psichedelia. Da Feltrinelli
di B. Dylan e Tarantula abbiamo parlato qui


Ed Sanders: Racconti di gloria beatnik (Tales Of Beatnik Glory), 1975
ll leader e cantante dei Fugs é da sempre poeta e agitatore culturale: lavorando sul genere “biografia” in modo complementare tra fiction, saggio, memoria, licenzia un testo cult, divenuto ormai un classico della letteratura beat: un romanzo autobiografico sui primi Sixties, dove il personaggio Sam Thomas é proprio l'alter ego del futuro leader della newyorchese rock band tra cabaret e politica, tratteggiando surrealisticamente la Grande Mela alternativa dei primi anni Sessanta, fra reading poetici, jazzmen balordi, sesso sfrenato. Da ShaKe

Brian Eno: Strategie oblique (Oblique Strategies, Over One Hundred Worthwhile Dilemmas), 1975
Si tratta di un mazzo di carte da 7x9 centimetri che sono contenute in una scatola nera, a mo' di scrigno, che il polistrumentista transfuga dai Roxy Music crea assieme a Peter Schmidt; tra libro d'artista e conceptual art, ogni carta propone un aforisma che intende aiutare l'artista, in particolare il musicista, a spezzare i blocchi mentali e a incoraggiare il cosiddetto pensiero laterale. Da Gammalibri


Lou Reed: The Raven, 2003
Si tratta dei testi dell'omonimo album che sconfina in qualcosa di diverso dalla sequenza di tracce musicali per sfociare, con lo spirito dark che contraddistingue l‘ex Velvet Underground, nella rilettura in chiave postmoderna di racconti e poesie di Edgar Allan Poe (con la collaborazione di altri grandi nomi della musica e del cinema: David Bowie, Willem Dafoe, Laurie Anderson, Steve Buscemi, Ornette Coleman). Sulla scia di POE, musical progettato nel 2002 con Robert Wilson, il maestro del gotico del XIX secolo viene quindi riscritto da Reed che non esita a manipolare e ad arrangiare le parole di Poe, saltando, elidendo e aggiungendo pezzi propri, cosi da lasciarsi alle spalle gli eventuali anacronismi a favore dell'intenso stupore dell'hic et nunc. Da Einaudi
di L. Reed abbiamo parlato qui
Coney Island Baby

Jim Morrison: The Lords. Notes on Vision 1969
Questo libricino di poesie come i successivi The New Creatures (1969) e An American Prayer (1970), tutti vengono stampati privatamente con tiratura limitata di 100 copie (500 per il terzo) dalla Western Lithographers di Los Angeles. Poi, dopo la morte, sul cantante dei Doors come poeta si assiste al diluvio: centinaia di pubblicazioni (anche in Italia) su inediti (o presunti tali) e su manoscritti (di dubbia provenienza).Tuttavia l' autore/ performer del Re Lucertola - più simbolismo francese che beat generation - declamata in pubblico assieme al gruppo, resta ancor oggi il miglior esempio di rock poetry. Da Kaos edizioni
di J. Morrison abbiamo parlato qui


Nick Cave: E l’asino vide l’angelo (And the Ass Saw the Angel) 1989
Il musicista e sceneggiatore australiano - dopo la raccolta di poesie e racconti King Ink (1988) seguita da King Ink II (1997) - pubblica un romanzo crudo e brutale dagli accenti gotici: al centro la vicenda di Euchrid Eucrow, giovane americano che vive in uno stato del sud, in una valle abitata da predicatori e profeti, dominata dall’ignoranza; e la quotidianità del protagonista muta di colpo quando il popolo dei timorati di dio dichiara che una trovatella è prescelta dal Signore. Il successive romanzo – La morte di Bunny Munro (2009) – tratta invece dell'ultimo viaggio di un commesso viaggiatore alla ricerca di un'anima. Il venditore di prodotti di bellezza alle solitarie casalinghe della South Coast inglese è alla deriva dopo il suicidio della moglie e in corsa per mantenere una presa sulla realtà. Bunny si mette quindi sulla Strada con il figlio Bunny Junior in una peregrinazione sempre più bizzarra e frenetica fino alla resa dei conti. Incandescente e moderno racconto morale, il libro é anche un ritratto dei rapporti tra padri e figli. Da Arcana


Patti Smith: Poesie (Seventh Heaven), 1972
E' autrice di libri di poesie già prima dello strepitoso esordio discografico (Horses, 1975); il debutto letterario risale a tre anni prima con questo libricino figlio dell’underground newyorchese: brevi liriche su eros e droga nell‘alienante contesto urbano. Ma il suo capolavoro è forse Complete (1998) raccolta di testi (song, riflessioni, diari) con note autobiografiche, dove sembra voler esprimere la propria arte in un riuscito mix di immagini e lettere. E’ una ricerca del sé che non concede spazi a parole inutili, a frasi lunghe, a discorsi complicati: prevalgono appunti, bozzetti e fotografie per le canzoni ormai elevate a poesie. Da segnalare tra gli altri quindici libri da lei pubblicati nel corso di 40 anni Babel (1978), Early Work:`1970-1979 (1994), The Coral Sea (1996), Auguries of Innocence (2005), Just Kids (2010), tradotti anche in italiano. Da Newton Compton
di P. Smith abbiamo parlato qui

John Lennon: Vivendo Cantando (In His Own Write), 1964
Pubblicato all'inizio della beatlesmania (Longanesi e Arcana), con disegni dello stesso Lennon, il librino, fra critiche entusiasmanti, ha un successo incredibile al di la delle più rosee speranze editoriali. Si tratta di una serie di racconti talvolta brevi, dai toni comici e surreali tra humour britannico e nonsense avanguardista. Ci sono di mezzo l'Alice di Lewis Carroll e i limericks di Edward Lear non senza qualche occhiataccia all’Ulisse di James Joyce. Il positivo riscontro fa si che Lennon-ripeta il colpo già nel 1965, con un secondo volume, A Spa.. In The Works. Che riprende gli spunti felicissimi dell’esordio. In alcuni elementi di questo approccio alla scrittura in prosa rimasti estranei ai testi delle canzoni, emergeranno poi nel canzoniere beatlesiano – a cominciare da Strawberry Fields a A day in the Life.. Da Arcana
di J. Lennon abbiamo parlato qui


Roberto Freak Antoni: Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti - 1991 Feltrinelli
Le migliori menti della mia generazione - dicono - sono state distrutte dalla droga. Ma non è vero. Le migliori menti della mia generazione sono state distrutte dal professionismo. Roberto Antoni era un micidiale dilettante (uno che si diletta) e per questo ci piaceva e gli vogliamo bene. Ha fatto di tutto (il rock, la televisione, il teatro, i dischi) senza diventare un rocker, né un personaggio televisivo, né un attore. Se avesse guadagnato miliardi non sarebbe un ricco. Perché sarebbe un dilettante anche come ricco e anche come persona famosa. Le sue poesie riflettevano la sua lontananza dal mostruoso sussiego del modo di vivere contemporaneo: che è, a ben vedere, il vero "demenziale". Alcune poesie sono tristissime, altre molto allegre. Alcune bellissime. Sono, comunque, le poesie del vecchio Freak Antoni, la cui longa manus si allunga, con alcune altre, su questo blog fin dagli inizi. 
Del grande Freak abbiamo parlato quì



03/03/15

Lo sciamano al Ritz: Julian Cope Live

Fin dalla prima volta che ho sentito i Teardrop Explodes, sono diventato un fan di Julian Cope, enorme. Al punto che mi piacerebbe dire che è uno dei miei eroi viventi, con Bowie, Jello Biafra e mio zio Torino. Il Druido è letteralmente venerato in questa famiglia come un prode guerriero dharma di primo ordine e Peggy Suicide è sempre tra i Top nelle mie classifiche. Ho un rispetto pazzesco, come dicono i ragazzi d'oggi, per quello che rappresenta.
L'unico dispiacere, non averlo mai visto live in concerto. Una volta venne in tour ma senza band, era un one-man-show con solo chitarra e tastierina a tracolla: decisi che non era il caso, e feci bene, da quello che poi mi fu riferito.
Lui voleva essere uno sciamano e noi lo eleggemmo a sciamano del nostro gruppo.
Uno sciamano psichedelico figlio di Odino.
<<Il mio Dio personale é Odino, perché Gesu non va bene per me, non mi serve ad avere il controllo di me stesso e del mondo. Gesu e troppo passivo. Odino è un dio fertile e il rock e un prodotto della fertilità e del fottere. A nessuna delle religioni monoteistiche piace scopare>>.
Uhuu!. Un esploratore che si abbeverava alla conoscenza attraverso acidi e droghe, era perfetto per noi, capace di portarci nell’altrove delle sue riflessioni lucidamente alterate. Fu una scelta veloce eppure graduale di esplorazione, quella in cui ci eravamo lanciati. Come lui, volevamo sapere, conoscere. Andai indietro. Due album della new wave più psichedelica, Kilimanjaro del 1980 e Wilder nell’81, che avevano già tracciato la rotta. Ma lo sciamano doveva avere le sue visioni da solo - perchè come noi credeva alla propria unicità. Lo ascoltavamo: <<Liberateci - noi fan del rock’n’roll - dalle emule di Nancy Spungen, dai “buchi” dell’eroina che affliggono i nostri migliori gruppi rock e succhiano loro il cervello>>.
"Robert Mitchum, Incredibly Ugly Girl, No How, No Why, No Way, No Where, No When" sono canzoni della lucidità da post-delirio. World Shut Your Mouth e Fried (che sta per “fatto”, “bruciato dall’acido”) sono album pieni di droga che consumavo sul giradischi ma che non diedero a Julian i risultati sperati per il suo ego. Sempre in conflitto con l’industria del disco che vuole hit da classifica. Arriva Trarnpolene, e l'album Saint Julian nell’86, un successo che va oltre le lusinghe dello show biz. Il nostro sciamano mistico ci porta nell'ambientalismo, Peggy Suicide è del 1991, in cui ci parla della fine di un pianeta soffocato dall’inquinamento criminale dell’uomo. Oltre un mistico, anche un profeta: ce lo confessa in Interpreter nel 1997,: “I come from another planet, baby”. Un essere venuto da un altro mondo, che si taglia ancora il corpo da vecchio punk illuminato (è successo anche nello show qui in Italia, alla Fortezza Albornoz di Urbino nel 2007..) e ammette di essere sempre “cain’d”: “fottuto di droga”... Carisma assurdo, fascino magnetico, folle e caloroso quanto geniale.

Teardrop Explodes, Kilimanjaro (1980); Wilder (1981).
Julian Cope, World Shut Your Mouth (1984); Fried (1984); Skellington (1990); Peggy Suicide (1991);Jehovahkill (1992); Autogeddon (1994); Citizen Cain’d (2005)...

Qualcuno ha messo su YouTube questo concerto e io glie ne sarò grato in eterno..



Julian Cope al The Ritz il 28 Gennaio del 1987

1. Trampolene
2. Pulsar
3. Eve's Volcano
4. Strasbourg
5. St. Julian
6. Sunspots
7. Non Alignment Pact
8. Bouncing Babies
9. The Greatness And Perfection Of Love
10. Bandy's First Jump
11. Shot Down
12. Spacehopper
13. Zabriskie Point
14. World Shut Your Mouth
15. Levitation

La Band:
Julian Cope - vocals, guitar
Donald Ross Skinner - electric & slide guitar
James Eller - bass
Keith Richard Frost - keyboards
Chris Whitten - drums

27/04/13

Saint Julian

"Julian Cope, gli occhi verdi e vivi, esce nell’aria del primo mattino. E' vestito in maniera semplice e cammina in maniera non ricercata: promette qualcosa di nuovo. Qualcosa di speciale. Troppi, troppi Teardrop sono caduti, scomparendo per sempre. Gli amici di un tempo sono lontani. E' rimasto solo, col suo dolore e la sua malinconia. Ho chiesto a Julian:
«Ti senti solo?» «Lo sono, amico mio», mi ha risposto. «Ho giocato troppo con questo mondo». Ecco qua. Lo lascio dove si sente più a suo agio. Negli angoli più remoti della tua mente. Nella gabbia dell’orso, con delle lance nel fianco.
Un tumore con un senso dell'umorismo.."

<<Avete presente quella sensazione di quando vi raccontano una cosa che vi sembra di conoscere già, come se ve la ricordassero e basta?
Be’, io cominciavo a muovermi su quel terreno. Vivevo come una specie di Gollum sotterraneo, ma con una spina dorsale incredibilmente forte e dritta. In qualche corridoio oscuro della mia anima, il mio senso di unicità era ancora portentosamente intatto. Anche se a volte mi si stralunavatno gli occhi, decisi di venire a patti con lo sfacelo della mia vita a modo mio. Avevo visto diversi esempi di ciò che la società considerava buono o cattivo. E quella cosa non mi piaceva.
Volevo ridefinire cos’era il Bene, ed ESSERLO. Ero ormai deciso. Mi sarei sottratto al male a modo mio. Non mi sarei mai rifugiato nella religione per risolvere i miei problemi. E non sopportavo l’idea di nascondermi nell’emisfero crepuscolare di nuovi culti come EST o Dianetics.
Andavo regolarmente a visitare il Tumulo di Alvecote. Era un luogo che mi era caro proprio come i giocattoli della mia infanzia. Rappresentava la pace e l’innocenza, un tempo anteriore a ogni mia consapevolezza.
Avevo cominciato a odiare la conoscenza. Ah. Che senso hanno le informazioni se non è possibile trarne qualche insegnamento? Le informazioni ti riempiono il cervello come i fast food ti riempiono lo stomaco. Ti senti pieno e sei contento, come se avessi realizzato qualcosa. Negli ultimi anni avevo trangugiato così tanti fast food che non avevo ancora cominciato a digerirli.
Chiaramente, il mio cervello era troppo pieno di novità e di informazioni culturali perché la conoscenza mistica potesse attecchire davvero. Me la prendevo con me stesso, senza dare alla mia parte più interiore la minima possibilità di lottare. Il mio lato cinico voleva risultati immediati, che mi dimostrassero che valeva la pena continuare. I cinici non sono stanchi del mondo, al contrario. Sono esseri umani immaturi che pregiudicano le situazioni ancor prima di viverle. Per questo motivo, non le vivono affatto, ma si ritrovano con un facsimile di quel che credevano sarebbe accaduto. Ero come un cronista del «Sun» a cui non interessa affatto vedere le cose coi propri occhi, perché crede di sapere in anticipo come sarà la scena. Io ero cinico e pieno di presunzioni. Il cinismo non è un surplus: d'esperienza: annienta la vera esperienza. È una chiusura mentale che elimina l'esperienza autentica. Infatti, è possibile toccare traguardi mistici in molti, banalissimi modi. La musica, per esempio. Un curioso e attraente individuo del sesso opposto. L’odore di un particolare cibo fuori stagione. E' sempre su cose semplici come queste che il cinico getta il suo velo, considerandole al di là di un' "esperienza" valida. Come un giornalista di musica rock che recensisce i suoi album preferiti in uscita su CD, ma che non può esprimere il proprio entusiasmo, il cinico se la prende col mondo perché non è come supponeva lui, e la prima causa è la scarsa informazione che ha ricevuto. Ecco, io ero così...
Il fallimento di Trampolene e il successo di Saint Julian avevano confuso quelli della Island (Records), ma io ero sodisfatto dei risultati. Così quando mi dissero che volevano un altro singolo e un nuovo video, la presi come una scusa per andarmi a comprare ..un bel pò di giocattoli.. >>

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