25/07/22

Trent Reznor e Nine Inch Nails


I need your discipline
I need your help
You know once I start I cannot help myself


"E' tutta colpa nostra, dopo tutto: Non siamo questi esseri illuminati, qui per prenderci cura gli uni degli altri e pensare al nostro ruolo benevolo nell'universo, come protettori e creatori - Siamo solo una fottuta mutazione e un incidente di percorso".

Trent Reznor, dopo tutto, non è un uomo da vita tranquilla. È il ragazzo che ha scoperto e allevato Marilyn Manson; che ha creato il punto di riferimento del noir-rock tecnologico, The Downward Spiral del 1994, nella casa in cui è stata uccisa Sharon Tate dalla family Manson; che è sopravvissuto a un'overdose di eroina nel 2000 in preda a una delle autodistruzioni più preordinate del rock, scambiando pura eroina cinese per cocaina; che ha collaborato con David Bowie e Peter Murphy raccogliendone lodi e amicizia, oltre che ad un altra miriade di artisti. 

All'età di 53 anni Trent Reznor resta un fottutissimo genio.

10 anni dal Light in the Sky Tour
Con oltre 40 tonnellate di illuminazione e attrezzature per palcoscenico, centinaia di luci a LED, una serie impressionante di macchine professionali e su misura che eseguono software VJ commerciale arcaico e standard, tre diversi sistemi video e una serie di sensori e telecamere, il Light in the Sky Tour dei N.I.N. del 2008 fu una sfarzosa esibizione di stregoneria techno.

Il nucleo dello spettacolo consisteva in un sofisticato trio di schermi "invisibili" trasparenti, che venivano alzati e abbassati durante la performance, permettendo ai musicisti di interagire direttamente con le immagini sugli schermi, grazie a una sofisticata gamma di sensori e telecamere. Le azioni di N.I.N. innescavano luci ed effetti: il palcoscenico era un'estensione visiva metafisica della band e della loro musica. In questo incredibile show furono rifatte canzoni come The Big Come Down, GhostsIV, 10.000, Discipline, Survivalism, Wish e altre ancora che confrontate con le versioni studio brillano di luce esplosiva e sono ancora oggi fresche e attuali








Nine Inch Nails Fans Top 25 Favorite Songs Live




13/07/22

Mai nell'Oscurità

 

Non sarai mai nell'oscurità

Sono come uno spirito 
che nell'intimo del suo cuore ha dimorato, 
e le sue sensazioni ha percepito, e i suoi pensieri 
ha avuto, e conosciuto il più profondo impulso 
del suo animo: quel flusso silenzioso che al sangue solo 
è noto, quando tutte le emozioni 
in moltitudine descrivono la quiete di mari estivi. 

Ho liberato le melodie preziose 
del suo profondo cuore: i battenti 
ho spalancato, e in esse mi sono rimescolato. 
Proprio come un'aquila nella pioggia del tuono, 
quando veste di lampi le ali.

Percy B. Shelley











20/06/22

Storie di Boxe: Daniel Dubois vs Trevor Bryan

"Sai cosa mi ricorda tutto questo?" ha detto Don King, 90 anni, mentre presentava l'incontro tra Daniel Dubois e Trevor Bryan valido per il titolo secondario dei pesi massimi WBA,  in un Jai Alai Court (un importante centro di intrattenimento, che offre il Casino e incontri sportivi dal 1926) ormai in disuso, a poche chilometri dall'aeroporto internazionale di Miami. 

"È come nel 1776 laggiù a Long Island, quando abbiamo combattuto per la nostra indipendenza. Gli inglesi stanno arrivando! Gli inglesi stanno arrivando! Dicono che questo Dubois sia come la dinamite e vuole venire qui e prendere ciò che appartiene a Trevor, ma farà meglio a lottare per questo".

Questa è la versione minore della corona WBA, che generalmente non è considerata un vero titolo mondiale poiché Oleksandr Usyk attualmente possiede la legittima cintura "super" WBA.

Non sorprende che in quasi mezzo secolo di promozione di incontri di boxe, King non abbia paura di iperbole, qua e là. Ma non sarebbe esagerato descrivere l'intera promozione dell'incontro tra Daniel Dubois e Trevor Bryan come una delle più strane e strambe per una qualsiasi versione di titolo mondiale dei tempi moderni.

Tutto è iniziato a marzo quando King ha vinto la gara d'appalto per organizzare la lotta con un'offerta sorprendentemente alta, pari a $ 3.116.001 (£ 2,55 milioni) senza alcun accordo televisivo distinguibile. Alla fine il combattimento sarebbe stato mostrato tramite uno stream sul sito Web di King per una tariffa pay-per-view di $ 29,99.

L'offerta di King ha battuto quella di Frank Warren, il promotore di Dubois, di oltre $ 600.000. Secondo i termini dell'offerta per le borse fissata dalla WBA, il cui titolo "mondiale" dei pesi massimi era in palio, Dubois avrebbe ricevuto il 45% di quella somma, più di 1,1 milioni di sterline al tasso di cambio attuale.

King aveva proposto per la sede dell'evento il sud della Florida e, nonostante l'inizio della stagione degli uragani a giugno, Miami è stata scelta come città ospitante.
La suddetta sede, nel frattempo, ha richiesto alcuni lavori di ristrutturazione.

Fino a poco tempo la sala era stata invasa dall'acqua. La linea di calcare lasciata dall'alluvione era ancora visibile sui sedili quando la folla ha iniziato ad occupare i posti durante la prima serata di sabato. Due uomini dello staff erano di stanza a pochi metri dalla prima fila, con stracci e secchi per arginare il flusso costante d'acqua che sembrava provenire da sotto il palco.

La promozione è stata annunciata come "L'incontro per la libertà e la pace", una condanna diretta dell'avanzata russa in Ucraina e un'opportunità, a detta di King, di sensibilizzare l'opinione pubblica a favore del popolo ucraino colpito dal conflitto. L'ironia, quindi, del paragone dell'evento alla guerra di indipendenza americana del 1776, era palpabile.

A 90 anni, King non è più la forza della natura che era sembrato durante il suo periodo di massimo splendore nello sport. Ma, detto questo, ha tenuto la Jai Alai Court per 90 minuti alla conferenza stampa di mercoledì tutto da solo. Dopo aver esaminato tutto, Dubois ha detto: "È stato strano".

La sua esperienza di Miami a tutto tondo è stata così. Ha trascorso due settimane nell'hotel di combattimento, dall'altra parte della strada rispetto al Casinò in cui in seguito ha battuto Bryan in quattro round, ed è stato un periodo non senza drammi. Solo pochi giorni dopo l'arrivo, il suo allenatore Shane McGuigan ha eseguito una rianimazione cardiopolmonare a un anziano ospite dell'hotel ed è riuscito a salvarlo, solo per sentire che in seguito è morto in ambulanza mentre si recava in ospedale. Dubois ha detto di aver trascorso la maggior parte del suo tempo nella sua stanza "ad arrabbiarsi".

Quando è arrivato il giorno combattimento, era più che pronto. Ma si è accorto che nessuno gli aveva prenotato un'auto per la sede, quindi sempre McGuigan  ha provveduto con un auto in affitto, rendendo Dubois forse il primo pugile a vincere una versione del titolo mondiale dei pesi massimi arrivato con Uber!.

Una volta sul ring, intorno alle 18:30 ora locale, c'erano tre inni nazionali da ascoltare - Ucraina, Gran Bretagna e USA - prima che potesse finalmente mettere le mani su Bryan.

L'incontro è stato un pestaggio metodico e una testimonianza del suo temperamento che ha fatto si che nessuno dei fattori esterni influisse sulla sua prestazione. I pochi presenti, non più di 500, sembravano divertirsi. Persino gli uomini con i secchi hanno smesso di pulire per seguire il match.

"E 'stato tutto solo un'esperienza", ha detto Dubois. "In precedenza mio padre mi aveva detto di prendere tutto come esperienza di apprendimento. È esattamente quello che ho fatto.
Non sappiamo per quanto ancora Don King resterà sulla cresta, ma è stato bello incontrarlo e fare affari con lui.
Ho avuti due incontri di fila qui in America, quindi ora voglio il mio ritorno a casa. Joe Joyce(che lo aveva battuto a novembre del 2020, procurandogli una doppia frattura all'orbita dell'occhio sinistro con conseguente intervento chirurgico e stop dal ring per un anno), Dillian Whyte, tutti questi ragazzi, devono passare attraverso di me ora.
Queste due settimane sono sembrate un'eternità, essere qui fuori solo nella mia stanza d'albergo ad arrabbiarmi. Ma ce l'abbiamo fatta".

Per fortuna qualcuno gli ha prenotato un volo di ritorno a Londra.



23/05/22

Essere virali non ha valore se non ne deriva nulla di utile: Saffiyah Khan

Saffiyah Khan è diventata famosa durante un fine settimana a Birmingham: una foto la ritrae sorridente davanti a Ian Crossland, leader della razzista English Defence League , e in pochissimo tempo è diventata virale su Internet. La storia dietro l'immagine: dopo l' attacco terroristico a Londra alla fine di marzo del 2017 , il gruppo di estrema destra decise di "manifestare" a Birmingham, con il solito corollario di provocazioni, insulti razzisti, inni al fascismo e braccia tese. Durante la marcia, Ian Crossland e circa 20 altri membri dell'EDL cercarono un contatto con una contro-manifestante che indossava l'hijab. Quando la polizia non è intervenuta, Saffiyah si è interposta cercando di difendere la manifestante. E' in questo momento che la foto è stata scattata.

Crossland ha affermato in seguito che il vero motivo per cui aveva attaccato "la sporca crosta di sinistra" è stato perché alcuni attivisti non avevano rispettato il minuto di silenzio per le vittime degli attacchi di Westminster e Stoccolma. Tuttavia, anche un ex leader dell'EDL che era presente ha testimoniato definendo la versione di Crossland fittizia, confermando che Saffiyah era intervenuta per difendere la donna e definendo la foto "imbarazzante".



Quella fotografia di lei in piedi, che con freddezza e fierezza, affronta un manifestante è stata vista da migliaia di persone e descritta sul The Guardian come un simbolo della città "che resiste ai gruppi di estrema destra".

Ma forse ciò che è meno noto di quell'immagine è che da una diversa angolazione si vede Khan con indosso una maglietta degli Specials. In poche ore la leggendaria band ska le offrì i biglietti per uno dei loro concerti.
Questa è diventata ormai una lontana nota a piè di pagina della storia. Saffiyah appare nell'ultimo album degli Specials, Encore, in Ten Commandments, un testo personale che ha scritto sulla base del brano di uno dei padri dello ska, Prince Buster. In seguito è salita sul palco per la prima volta per eseguire il brano con la band che ora considera una famiglia, al 100 Club di Londra.





Nome, da dove vieni?
Saffiyah Khan, Birmingham.

Descrivi il tuo stile in tre parole?
Canotta da cerimonia da ragazza.

Qual è il miglior concerto a cui sei mai stato?
The Specials a Brum l'anno scorso, non c'è niente di meglio di loro e del lago Toots in estate al tramonto.

Se potessi essere in formazione con due band qualsiasi nella storia?
Black Flag pre-Rollins e Black Flag post-Rollins. Non che io faccia musica. Mi piacerebbe essere in formazione, forse posso competere con una tombola tra i set?

Quali sottoculture ti hanno influenzato?
Skinhead, Post Punk, New Wave, Punk, Northern Soul. Il punk mi ha coinvolto in tutto quando ero giovane. Andavo ai concerti da sola quando avevo 14/15 anni nei loschi pub punk di Birmingham. Poi i Sisters Of Mercy hanno un posto speciale nel mio cuore. Trovo che il Northern Soul sia il migliore per ballare, motivo per cui faccio principalmente questo.

Se potessi passare un'ora con qualcuno della storia?
Gesù? Scegli il suo cervello, qual era il problema con Maria Maddalena? Ti consideri di sinistra? Com'è Dio? A che punto sei sulla Brexit?

Il tuo più grande eroe o eroina non celebrato nella musica?
Du Blonde è incredibile e un buona amica. Camminiamo insieme regolarmente sulla passerella di Pam Hogg. È una delle persone più talentuose e multidisciplinari che conosco e dovresti andare a darle un'occhiata!

Il tuo locale indipendente preferito?
Il nottambulo a Birmingham.

La prima traccia che hai riprodotto a ripetizione?
'Niko Kao Ja' di Šarlo Akrobata, mia madre era una punk in Bosnia, quindi è quello che ascoltava quando sono cresciuta.

Una canzone che definisce la tua adolescenza?
"My War" dei Black Flag - sembrava molto "me contro te" come la maggior parte di loro a quell'età.

Un disco che conserveresti per sempre?
"The Night" di Frankie Valli e Le quattro stagioni.

Un testo di una canzone che ti ha ispirato?
"Sport" dei Viagra Boys.

Una canzone che vorresti aver scritto?
Qualcosa di Amy Winehouse perché sembra sapere cosa penso a volte. Adoro quell'intervista che ha fatto in cui ha definito la musica moderna così.. "vaffanculo" e per aver reso gli amanti così sostituibili, poi continua parlando di come il Soul sia sempre stato .. dare il tuo cuore a qualcuno ed essere vulnerabile. Era forte per andare controcorrente. Quindi sceglierò "Back To Black" per tutte le volte in cui ho fatto lo stesso.

La migliore canzone per alzare il volume?
Qualcosa con cui cantare, 'Special Brew' di Bad Manners.

Una canzone che la gente non si aspetterebbe che ti piaccia?
Qualcosa di nuovo. Mi riferisco ai Devo: stravagante e scomodo. Andrò con "Mongoloid", anche se è naturalmente problematico.

La canzone che ti porterebbe direttamente sulla pista da ballo?
"You really got me" dei Kinks.

La migliore canzone per concludere una notte intera?
"The new world" di Honey Townsend.

Qualche nuova band in cui ti trovi in ​​questo momento?
Trovare nuova musica è un processo lento per me. Sleaford Mods e Viagra Boys sono i più recenti.


Intervista via Freddy Perry Sub




20/05/22

Barbero al Liceo Torricelli di Somma Vesuviana

Il nostro storico di riferimento, ALESSANDRO BARBERO, d
all’inizio della guerra in Ucraina ha sempre rifiutato richieste di interviste e interventi televisivi. Lo hanno cerato tutti, ha sempre risposto che preferisce evitare di infilarsi nell’aspro dibattito sul tema.

Poi decide di concedere un’intervista al liceo  Torricelli di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli. 

«Ci sono stati reparti delle SS che parlavano ucraino e hanno collaborato con i nazisti fino all’ultimo. Ciò non fa parte della loro narrazione, del resto chi se ne vanterebbe oggi».


«Questo fa sì però che se qualcuno in Ucraina è ancora attaccato a quel passato nazista, nella narrazione ufficiale si dice “è un fenomeno irrilevante, marginale”. Noi però nel nostro paese non accetteremmo mai l’esistenza di gruppi neo nazisti riconosciuti dall’autorità e integrati nell’esercito».

La storia è fatta di aggressioni e lo storico sa che farsi prendere dalle emozioni, avere come reazione principale la condivisione della sofferenza di chi è aggredito non può essere la reazione dominante.

«La Russia e l’Ucraina sono paesi in cui il passato, al contrario che nell’Occidente, conta molto sia nell’atteggiamento collettivo che nelle scelte politiche. Il discorso con cui Putin ha annunciato l’entrata in guerra è impressionante, dopo pochi secondi lui stava già parlando dell’Unione Sovietica e di come non ripeteranno più gli errori del passato.
Ha giustificato la sua azione facendo riferimento ai nazisti, alla memoria. Che ovviamente è una memoria selettiva. Ma anche l’Ucraina guarda molto al passato ed entrambi i paesi scelgono la memoria che fa più comodo.

Nella memoria dei russi la più grande tragedia del ‘900 è l’invasione nazista e il fatto che in quel frangente i nazisti abbiamo trovato collaboratori e simpatizzanti tra gli ucraini. L’oppressione che l’Ucraina ha subito da Mosca è ignorata.
Dall’altra parte, in Ucraina c’è la consapevolezza dei periodi di oppressione subiti dalla Russia e per loro la tragedia del Novecento è la grande carestia, quando milioni di persone morirono affamate da Stalin.

Nella memoria pubblica degli ucraini però viene rimosso il fatto che i loro grandi leader indipendentisti sterminavano gli ebrei con grande piacere e del resto nelle piazze ci sono monumenti dedicati a quei leader ucraini sterminatori di ebrei».

«Per questo nel cercare di interpretare quello che accade oggi bisogna fare attenzione alla complessità, parola che non è di moda nel dibattito pubblico.
La selettività della memoria vuol dire che la cultura collettiva dell’Ucraina è basata su un passato di oppressione da parte dai russi e su una faticosa conquista della libertà.
Tutto questo è vero, ma è solo un pezzo della verità. In certi momenti della lotta per l’indipendenza gli ucraini hanno sterminato gli ebrei, sono stati anti-russi e antisemiti.
Ci sono stati reparti delle SS che parlavano ucraino e hanno collaborato con i nazisti fino all’ultimo. Ciò non fa parte della loro narrazione, del resto chi se ne vanterebbe oggi. Questo fa sì però che se qualcuno in Ucraina è ancora attaccato a quel passato nazista, nella narrazione ufficiale si dice “è un fenomeno irrilevante, marginale”. Noi però nel nostro paese non accetteremmo mai l’esistenza di gruppi neo nazisti riconosciuti dall’autorità e integrati nell’esercito.
All’opposto, nella narrazione russa il filone minoritario neo-nazista con reparti ucraini che si ispirano alla tradizione nazista e eroi nazionali che hanno collaborato con i nazisti è un tema centrale. Insomma.
Gli ucraini dicono che tutto questo non è importante, i russi invece dicono è l’unica cosa importante».

«Chi fa lo storico, ma anche chi vuole comprendere la realtà a mente aperta deve essere consapevole che siamo di fronte a una realtà e a due modi di raccontarla in modo propagandistico: il modo ucraino di dire “il passato nazista è irrilevante” e il modo russo di dire “il passato nazista è la caratteristica di fondo dell’Ucraina”. Entrambe le narrazioni sono false perché c’è un passato filo-nazista presente, con cui l’Ucraina dovrebbe fare i conti, ma anche la pura propaganda russa per cui l’Ucraina è tutta nazista».

LA DOMANDA DELLO STUDENTE

Uno studente del liceo replica che tutto questo sarà vero ma «esistono un aggressore e un aggredito».

Il professore Alessandro Barbero replica:

«Questa osservazione tradisce l’odierno clima collettivo: noi oggi siamo trascinati da questa necessità di decidere chi ha ragione e torto e per deciderlo ci sembra che ci sia un unico elemento, ovvero quello di ricordare che un paese ha invaso l’altro. E quindi anche nel valutare le menzogne dell’uno e dell’altro dovremmo avere due pesi e due misure.
In questi ultimi tempi mi sono reso conto che il mio mestiere di storico rischia di anestetizzarmi rispetto a certe emozioni.
Lo storico, di fronte agli avvenimenti del presente, è come il medico abituato a vedere gente che muore e non si emoziona più come gli altri davanti alla malattia e alla morte. Intellettualmente è giusto, ma succede che non si sia più in sintonia con i contemporanei.
Quando sento che è una guerra nel cuore dell’Europa penso che anche l’atroce guerra nella ex Jugoslavia era nel cuore dell’Europa.

Nella Sconda guerra mondiale i vincitori erano dalla parte giusta, ma non faccio fatica a dire che hanno commesso orrori. Che i sovietici hanno sterminato gli ufficiali polacchi nelle fosse di Katyn, che Churchill ha fatto morire milioni di indiani ai tempi della carestia del Bengala, non faccio fatica a dire che i bombardamenti aerei degli alleati sulle città italiane e tedesche siano stati indiscriminati.

Tutto questo non mi impedisce di dire che c’era una parte che aveva ragione. E per fortuna ha vinto quella che aveva ragione. Anche nella guerra tra Russia e Ucraina, se uno è convinto che l’Ucraina abbia ragione va bene, ognuno fa le sue scelte emotive e morali, ma questo non deve diventare tifo da stadio.
E’ come se uno, discutendo di Seconda guerra mondiale, siccome gli alleati avevano ragione dicesse “non voglio discutere delle bombe atomiche sul Giappone e se tu discuti la legittimità di sganciare delle bombe atomiche vuol dire che sei con Hitler”. Io non ci sto».

«Lo storico deve analizzare anche le motivazione dei malvagi perché i malvagi non sapevano di esserlo, pensavano perfino di fare cose giuste. Se si accentua una dimensione e se ne attenua un’altra, si fa politica».

Sulle ragioni per cui Putin ha invaso l’Ucraina il professor Barbero parla di “ventaglio di motivi”:

«Immaginiamo un paese A e uno B che confinano, non si vogliono bene e hanno un lungo passato di contrasti. Nel paese A, vicini al confine, ci sono abitanti che parlano le lingue del paese B e si trovano male nel paese A, dicono che sono oppressi, discriminati. Molti di loro vorrebbero essere nel paese B. A un certo punto il paese B invade A con lo scopo dichiarato di liberare i compatrioti dall’oppressione.

Sto raccontando il 24 maggio del 1915 quando l’Italia ha dichiarato guerra invadendo l’impero austriaco per liberare Trento e Trieste. Una pagina della nostra Italia che è sempre stata raccontata come gloriosa.

Se però stessi raccontando la decisione della Russia di invadere l’Ucraina per liberare i connazionali oppressi del Donbass, in cui i russi che vivono in Ucraina non hanno diritto di usare la loro lingua neppure nelle scuole, cosa diciamo?

Uno dei problemi dell’Europa orientale post sovietica è che ci vivono minoranze russe.

I russi sono stati la nazione imperiale che ha dominato tanti piccoli paesi.

Quando quei paesi sono diventati indipendenti, i russi rimasti lì sono diventati minoranza guardata con antipatia e discriminata. Anche gli italiani sono stati discriminati quando sono diventati minoranze dopo il 1945 nella Jugoslavia, Hitler ha smembrato la Cecoslovacchia per recuperare gli abitanti tedeschi dei Sudeti. É la normale vendetta dei popoli che a lungo sono stati dominati contro il popolo dominatore.

Poi c’è la paranoia russa. Nella cultura politica russa l’ossessione di essere aggrediti è costante, risale ai tempi delle invasioni mongole. Certo, la Russia è sempre stata spietata e imperialista ma nel suo dna non ha mai avuto la voglia di espandersi a occidente “fino al Portogallo”, come qualcuno ha detto.

L’Occidente, diciamo nel suo candore, aveva promesso a Gorbaciov di non allargarsi ad est e invece ha progressivamente fatto entrare nella Nato tutti i paesi dell’Europa orientale, ci sono le basi della Nato ai confini con la Russia.

Ora. Se tu hai a che fare con una grande potenza paranoica, devi sapere che se ti avvicini ai suoi confini potrà avere una reazione».

«Riguardo la richiesta di Finlandia e Svezia di entrare nella Nato, va detto che l’Ucraina intratteneva rapporti con la Nato da parecchi anni, gli istruttori Nato istruivano l’esercito ucraino che è a tutti gli effetti un esercito della Nato.

Putin ha invaso l’Ucraina per questo e perché c’era probabilità che l’Ucraina entrasse nella Nato. Se fossi un cittadino della Svezia o della Finlandia non direi che per essere più sicuri si dovrebbe entrare nella Nato, a meno che non ci sia la convinzione che la Russia sia pronta a lanciarsi in azioni di conquista.

Ma non mi sembra uno scenario plausibile, quindi secondo me non è una scelta sensata».

SINTESI a cura di SELVAGGIA LUCARELLI




QUI IL VIDEO INTEGRALE DELL'INTERVENTO:




20/04/22

Il mondo Esoterico di Bill Nelson

Un visionario del suono e dell'immagine. Bill Nelson ha avuto una lunga e prolifica carriera, e nonostante tutto, quasi misconosciuto in Italia. Proveniente dalla classe operaia britannica, è stato l'antitesi dell'archetipo della rock star tutto alcoll, droga, sesso e rock'n'roll. Appassionato di arte, letteratura, fantascienza, buddismo, e misticismo, ha riversato tutta la sua intelligenza e i suoi interessi nei suoi testi spesso ironici. Ispirato dal surrealista Jean Cocteau ha collaborato con artisti del calibro di David Sylvian e Japan, Harold Budd, Roger Eno, Cabaret Voltaire, Gary Numan e Yellow Magic Orchestra. Arriva al successo con i Be‑Bop Deluxe alla fine degli anni '70, prog, glam, new wave, sono le aree in cui la band può sedersi comodamente.
Negli ultimi quattro decenni Bill ha costantemente dimostrato di essere uno dei musicisti più originali e creativi della Gran Bretagna, esplorando una sorprendente diversità di stili musicali, spingendo costantemente i confini musicali e guadagnandosi l'ammirazione di legioni di fan in tutto il mondo e critici illuminati allo stesso modo. Come chitarrista, Bill è considerato una figura eccezionale e dotata di un talento unico, ma questa piccola selezione eclettica di brani sotto mette in evidenza anche il suo lavoro di cantautore e compositore strumentale.

Sempre inventando, sempre in evoluzione e sempre guardando alla prossima cosa (e alla cosa dopo), il chitarrista e cantautore con sede ancora nello Yorkshire, nel Regno Unito, ha trasformato se stesso e il suo leggendario primo ensemble Be-Bop Deluxe in un'anomalia dal loro primo disco. Nelson va avanti e si concentra sul lavoro solista ispirato a Cocteau, un'altra band (Red Noise), collaborazioni con compagni di viaggio nella musica elettronica sperimentale e una serie di album ambient fatti in casa e altre esplorazioni sonore, tutto alla luce di una feroce indipendenza come artista e come produttore.

E' la dualità, la fusione di arte alta e bassa, cultura popolare e cultura esoterica, che gli interessa. Nelson è stato sempre affascinato dalle forme ibride, la scintilla che si crea quando gli opposti si scontrano. È un'interessante giustapposizione, per esempio, con le influenze drum & bass che permeano After The Satellite Sings: dopo averlo ascoltato, andate a riprendere Earthlings di David Bowie, che è apparso più tardi, e noterete l'enorme influenza dell'album di Bill. Cocteau Twins, Wire e XTC inoltre hanno tutti una sorta di debito con la musica di Bill Nelson.

Nei primi anni '90 Nelson ha attraversato un brutto periodo, senza un soldo, viveva con sua madre, al centro di una disputa con la sua ex moglie che chiedeva i suoi soldi, e un altra con il suo ex manager, che rifiutava di dargli i nastri di tutta la sua produzione.
Il manager ha poi restituito tutto due giorni prima dell'inizio del procedimento giudiziario intentato da Nelson, ma a quel punto gli avvocati avevano riscontrato così tante "anomalie contrattuali" - che il procedimento è continuato, fino a quando non è stata pronunciata una sentenza in suo favore nel 1994, che ha permesso di ripubblicare il suo intero catalogo e assicurarsi una vecchiaia meno problematica. E che catalogo! Si stima che il numero totale di album che ha pubblicato finora, sia a suo nome, sia con Be‑Bop Deluxe, Red Noise o Orchestra Arcana, sia pari a circa 110. Noi lo ricordiamo soprattutto per il materiale più vecchio, in questo caso pubblicato tra il 1981 e il 1991 per la sua etichetta Cocteau.

Immergetevi nella musica di Bill Nelson, e scoprirete.. un mondo!











19/03/22

L'Indomabile: John Sinclair e gli MC5


"Per quanto mi riguarda gli Stati Uniti, possono anche andare al diavolo, penso che stiamo vivendo lo stesso processo d’implosione dell'Urss, è una decadenza lenta e inarrestabile." 



E' John Sinclair a parlare, lo stesso Sinclair che negli anni sessanta con i Trans Love Energies si esibiva in spettacolari installazioni artistiche scavando buche nei campus universitari per dare l'idea dei crateri prodotti dalle bombe americane sganciate in Vietnam. Ci occupiamo di Sinclair perché' lontanissimo dall'immaginario hippie mediatico dell'epoca, poeta, agitatore politico culturale e attivista per i diritti civili, contro la guerra, fondatore delle White Panthers, movimento radicale sulla scia delle più famose Black, ossessionato dalle autorità del suo paese e per questo bersaglio di primo piano della repressione. Creatore di quella zona franca di Detroit dove arte, musica e impegno politico si combinavano in una miscela esplosiva (regolata sulla frequenza di sex, drugs and r'n'r) Sinclair era anche esperto e cultore di musica, soprattutto blues e jazz, e fu il primo a rendersi conto del potere che il rock'n'roll poteva rappresentare per l'intera area della città dell'automobile, in quel periodo una gigantesca fabbrica a cielo aperto, e si mise a capo di un gruppo di giovani musicisti arrabbiati e in bolletta, facendo loro da manager e gettando le basi di quella che sarebbe stata la nuova scena musicale degli ultimi anni sessanta. La band era quella dei MC5, insieme agli Stooges di Iggy Pop senz'altro il primo gruppo proto punk. Rock eccitante, vibrante, coscientemente brutale: la musica dei Five rifuggiva la tecnica eccellente e si mostrava grezza, forte eseguita con intensità e fede profonda. Una valanga di rumore accompagnata da balli e gesti sfrenati, il pubblico li accoglieva col pugno chiuso decisi a scambiare le perline del flower power con le cartucce dell’aperta rivoluzione: fucili e chitarre. "Gli MC5 si affidano completamente alla rivoluzione e la rivoluzione si affida completamente a tutti coloro che escono dai gusci dell'individualismo: la separazione è rovina!" scriveva Sinclair presentando Kick out the jams. Era il sessantotto ma era una dichiarazione profetica, vista la situazione in cui ci troviamo. Memorabile la loro esibizione alla convention democratica di Chicago, tra le fiamme degli scontri e della guerriglia.


John Sinclair è stato anche uno dei pochissimi privilegiati a diventare protagonista/titolo di una canzone di Lennon, quando fu arrestato per possesso di marijuana e rischiando la vendetta del potere, una pena a vent'anni di reclusione, trasformandolo definitivamente in un’icona della controcultura dell'epoca. Oggi Sinclair tiene lezioni universitarie sulla cultura black, reading di poesie, programmi radiofonici (www.johnsinclairadio.com). Nauseato dalla situazione politica americana, vive dal 2004 in esilio volontario ad Amsterdam, dove ha stabilito il suo ufficio in un coffee shop.



Gli Stati Uniti e il Proibizionismo

"Negli anni ' 60 nessuno di noi pensava di abbandonare gli States, quella era la nostra terra e volevamo cambiarla, farne un posto migliore per tutti. Oggi ritengo non ci sia più nessuna speranza per il mio paese, l'America vuole restare così, ignorante ed egoista, vuole bombardare chi non è d'accordo con lei. E incontro sempre più gente, più americani che la pensano come me. Tantissimi miei compatrioti sono qui ad Amsterdam per sfuggire alla follia della guerra alla droga. Attenzione, questo non è un tema da sottovalutare e che non riguardi solo qualche sballato: l'80 dei due milioni e mezzo dei detenuti rinchiusi nelle galere americane è lì per reati legati alla droga."


New Orleans

"Le immagini trasmesse dai media dopo l'uragano che ha colpito New Orleans sono il miglior ritratto dell'America di oggi: si sono accorti di tutta quella gente solo quando l'hanno vista ammucchiata negli stadi: ormai al potere non importa nulla di come vivono i neri, ci sono generazioni di afroamericani che non sono mai usciti dai loro quartieri, non conoscono la città in cui vivono: hanno tolto prima le fabbriche e il lavoro e poi i luoghi d'incontro e alla fine anche i negozi. Continuano a non saper leggere e scrivere, non è qusta la follia?"

La galera e John Lennon

"Ero fuori dal mondo, due anni in una minuscola cella d'isolamento perché' avevano paura che istigassi gli altri detenuti alla rivoluzione. Rimasi totalmente scioccato quando seppi che un beatle si dava da fare per me, era fantastico. Poi..gliel'hanno fatta pagare, ma questa è un’altra storia."





La cultura Black

"Quando ero bambino amavo esplorare l'etere, smanettare la radio per cercare stazioni. Una notte mi sono collegato con una stazione del sud degli Usa, casualmente, che trasmetteva musica black e ne rimasi folgorato. Quei suoni, quei ritmi cosi belli, diversi e potenti. Dovevo assolutamente sapere chi faceva quella musica e il come e il perché. Mio padre, operaio alla catena di montaggio di Detroit mi assecondava e si sacrificava andando in giro con una lista di dischi che gli preparavo. Poi da grande sono andato a vedere come vivevano gli afroamericani e non era facile in quegli anni, cosi sono diventato una specie di esempio eretico per i miei contatti con la comunità nera. A un certo punto avevo quasi esclusivamente amici di colore, gente incredibile, allegra, disponibile nonostante che dai bianchi non avessero avuto che guai. Con loro scopri il jazz e i beatnik, la poesia e Coltrane, l'erba e tutto il resto.."

La Musica

"Perché, esiste della musica oggi? La musica aveva e deve avere altri scopi oltre l'intrattenimento. Con gli MC5 volevamo sovvertire il governo Usa, non certo ottenere un contratto discografico o scalare le hit parade.."






18/03/22

Caroline Power : Parole di Plastica

Una distesa sconfinata di sacchetti, posate, bottiglie e altri rifiuti che galleggia sul pelo dell'acqua. Il mar dei Caraibi è una testimonianza sconcertante di come l'uomo stia devastando la natura. Le foto lasciano a bocca aperta:









I fatti sono scioccanti. Oltre 5,25 trilioni di pezzi di plastica sono già negli oceani del mondo . Si prevede che tale numero raddoppierà entro il 2025. Ogni minuto, un autocarro con cassone ribaltabile di spazzatura entra negli oceani; entro il 2050 saranno tre al minuto e il numero di pezzi di plastica nei nostri mari supererà il numero dei pesci. Nel 2016 sono state utilizzate oltre 480 miliardi di bottiglie di plastica per bere, l'equivalente di 20.000 al secondo. Al secondo! Questo è sufficiente per raggiungere la metà del sole. Solo una piccola percentuale è stata riciclata. Ogni anno vengono utilizzati e scartati più di cinque trilioni di sacchetti di plastica. Gli Stati Uniti utilizzano 500 milioni di cannucce di plastica ogni giorno.

Questo è un problema globale; non c'è un paese in colpa. Siamo tutti da biasimare. Pertanto, possiamo tutti aiutare a risolvere il problema. RIFIUTARE, RIDURRE, RIUTILIZZARE, RICICLARE in quest'ordine. Il riciclaggio non basta. Fare scelte sostenibili è molto più facile di quanto si pensi. Sfido chiunque legga questo articolo a scegliere alcuni dei seguenti suggerimenti e a rispettarli come se la vita del pianeta dipendesse da questo:

- Niente più acqua in bottiglia. Acquista una bottiglia riutilizzabile. Le bottiglie isolanti in metallo mantengono le bevande calde o fredde fino a 24 ore. Nei ristoranti, specificare l'acqua del rubinetto, non in bottiglia.

- Acquista bevande in lattina o bottiglie di vetro perché sono più facili da riciclare rispetto alla plastica. Inoltre, i tappi di bottiglia e le etichette di plastica sulle bottiglie non sono ampiamente riciclabili. Ti piacciono le bevande gassate? Investi in un Sodastream, te lo ripaghi in pochi mesi.

- RIFIUTA la cannuccia. Davvero non sai come trovare la tua bocca con una tazza o unaa bottiglia?

- Niente più sacchetti di plastica. Sempre. Ciò significa chiusure lampo e produzione di borse. Non ci sono scuse. Le eco-alternative economiche e facili da trasportare abbondano.

- Niente più pellicola trasparente. Ci sono diverse aziende che ora producono "pellicole trasparenti" riutilizzabili.

- Passa agli spazzolini da denti in bambù. Ampiamente disponibili online o su Whole Foods, hanno un prezzo competitivo.

- RIFIUTA contenitori in polistirolo e piatti e posate in plastica. Dovrai prestare attenzione a come vengono serviti cibi e bevande. Prima di ordinare, richiedi carta o biodegradabile. Nessuno disponibile? Richiedi al ristorante di effettuare la modifica. Se non lo fanno, svergognali :-) e mangia da qualche altra parte, dove si preoccupano davvero di questo pianeta. Mangiare quello da asporto a casa? Allora non hai bisogno di quella forcella. Porto una forchetta con me se so che cenerò ai mercati alimentari.




14/03/22

La NATO, un pericolo per la pace nel mondo


Daniele Ganser
È uno storico e ricercatore svizzero specializzato in storia contemporanea e politica internazionale. Insegna all’Università di San Gallo, in Svizzera. È il fondatore e direttore dell’Istituto svizzero per la ricerca sulla pace e l’energia (SIPER), con sede a Basilea. In passato è stato ricercatore presso il Centro per gli studi sulla sicurezza del Politecnico federale di Zurigo (ETH). I video delle sue conferenze e delle sue interviste su YouTube hanno accumulato più di tre milioni di visualizzazioni. Ha pubblicato per conto delle Nazioni Unite libri sulla crisi missilistica cubana e sui rapporti tra la Svizzera e l’Unione Europea. Nel 2004 Ganser ha pubblicato Gli eserciti segreti della NATO: operazione Gladio e terrorismo nell'Europa occidentale . In questo libro, Ganser afferma che le unità Gladio erano in stretta collaborazione con la NATO e la CIA e che Gladio in Italia era responsabile di attacchi terroristici contro la popolazione civile italiana.L'analista della sicurezza John Prados ha osservato che Ganser ha presentato prove che le reti Gladio costituivano elementi antidemocratici in molte nazioni. In talia è pubblicato da Fazi Editore. Breve storia dell’impero americano, per mesi nelle classifiche tedesche di saggistica, è il suo ultimo libro.







In una conferenza tenuta a Bologna il 12 febbraio 2019 ha spiegato come l’Italia sia un protettorato degli Stati Uniti con circa 60 basi americane e circa 12000 militari americani.




07/03/22

Alle origini della crisi ucraina

Membri del battaglione neonazista Azov,
Guardia nazionale Ucraina

Luciano Canfora: “Pensiero critico: nessuno è più intollerante dei liberali”

“Rivendichiamo la possibilità di osservare e analizzare lucidamente i fatti. Da quando è caduta l’Urss il metodo dell’Occidente è stato demolire tutto il blocco ex sovietico, pezzo per pezzo, facendo avanzare minacciosamente il confine della Nato fin sotto Pietroburgo”


EUGENIO DI RIENZO 
Docente e storico italiano.
IL REVANSCISMO RUSSO E LE   MANCATE PROMESSE DELLA NATO

Nel marzo 2004, l’Unione Europea festeggiò l’allargamento della sua sfera a ben dieci nazioni, di cui quattro (Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria) ex membri del Patto di Varsavia e tre (Estonia, Lituania, Lettonia), già parte integrante dell’Urss sia pure per diritto di conquista. Questa espansione non avrebbe avuto nulla d’irrituale se, tra 1999 e 2004, questi stessi Stati, con l’aggiunta di Bulgaria e Romania, non fossero divenuti membri della NATO, un’alleanza che, in ossequio alla sua stessa primitiva ragione sociale, avrebbe dovuto essere sciolta dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Evidentemente Bill Clinton e George W. Bush avevano deciso di non onorare la promessa fatta da George Bush senior a Michail Gorbaciov, quando il Presidente statunitense lo persuase a consentire che la Germania unificata entrasse a far parte della North Atlantic Treaty Organization assicurandogli, come contropartita, che la coalizione, nata il 4 aprile 1949, non avrebbe esteso la sua presenza oltre la linea dell’Oder.
Quando cadde il Muro di Berlino e l’Europa sotto protettorato di Mosca cominciò a emanciparsi dal suo controllo, il primo Bush incontrò Gorbaciov nel summit di Malta (2-3 dicembre 1989). I due statisti si accordarono per rilasciare un comunicato congiunto della massima importanza dove, sulla base degli accordi raggiunti durante i colloqui, si concordava sul fatto che l’Unione Sovietica dovesse rinunciare a ogni intervento per sostenere gli agonizzanti sistemi comunisti dell’Est, mentre gli Stati Uniti s’impegnavano a non ricavare alcun vantaggio militare dagli sviluppi politici conseguenti alla decisione del Cremlino.

23/02/22

Con il cuore spezzato: Mark Lanegan


"Il nostro amato amico Mark Lanegan è morto questa mattina nella sua casa di Killarney, in Irlanda".Un amato cantante, cantautore, autore e musicista, aveva 57 anni ed è sopravvissuto a sua moglie Shelley. Nessun'altra informazione è disponibile in questo momento. La famiglia chiede a tutti di rispettare la propria privacy in questo momento”.

Questo il comunicato, pubblicato sull'account Twittwer dell'artista. Non è stata fornita alcuna causa di morte, anche se Mark  aveva descritto in una pubblicazione in forma di diario la sua battaglia contro il COVID 19: in Devil in Coma infatti il musicista racconta di essere andato in coma e essere diventato temporaneamente sordo. Non è chiaro se gli effetti a lungo termine del COVID siano correlati alla sua morte. Aveva 57 anni.
Fondatore e frontman degli Screeming Trees, membro di Queens of the Stone Age e The Gutter Twins, 12 album a proprio nome e svariate collaborazioni con Duke Garwood, Greg Dulli, Isobel Campbell, Joe Cardamone (The Icarus Line), Mark Lanegan è molto amato su INTERZONE: QUI'👀👀, uno dei post a lui dedicati e di seguito la nostra playlist  su Spotify.





17/02/22

Un mix creativo: poster di film in bianco e nero con artisti post-punk degli anni '80



The Post-Punk Black & White Cult Classics,del talentuoso artista Billy Butcher combina in modo creativo il design di poster di cult film in bianco e nero con artisti di band post-punk degli anni '80 e testi delle loro canzoni.Questo è il suo ultimo progetto che include Robert Smith dei The Cure sul poster di Eraserhead di David Lynch con i testi di "Friday I'm In Love" , Dave Gahan dei Depeche Mode su Il Monello di Charlie Chaplin con i testi di "Enjoy the Silence", e Debbie Harry dei Blondie con Peter Murphy dei Bauhaus sul poster del film Dracula di Bela Lugosi con una citazione di Bram Stoker riportata di seguito.

 






 


13/02/22

The Clash Live in Torino 1980




3 giugno 1980, Stadio Dell'Atletica (Parco Ruffini) di Torino. I Clash si esibiscono nella loro formazione originale invitati alla Festa dell'Unità, dopo il leggendario concerto del 1 Giugno in Piazza maggiore a Bologna.



London Calling The Guns of Brixton Train in Vain (White Man) In Hammersmith Palais Spanish Bombs Jail Guitar Doors Bored With the USA Complete Control 



30/06/21

La ‘Mattanza’ nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Uno dei più drammatici episodi di violenza di massa perpetrata ai danni dei detenuti in uno dei più importanti istituti penitenziari italiani

Il comunicato dell'Associazione Antigone:

Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nei giorni della Settimana Santa, un commando di oltre un centinaio di poliziotti, a viso coperto e in tenuta antisommossa, secondo le testimonianze, entrava nell’istituto dando vita ad un pestaggio disumano ai danni dei detenuti reclusi nel reparto Nilo. Queste denunce sono state poste all’attenzione della nostra Associazione da diversi familiari dei ristretti nelle immediate ore successive al 6 aprile 2020. Da subito abbiamo avuto la percezione che quello di cui ci veniva raccontato avrebbe costituito una grave sospensione delle garanzie del nostro stato di diritto, che aveva condotto all’esercizio incondizionato e brutale della violenza da parte delle forze dell’ordine.

In questi mesi abbiamo monitorato l’andamento delle indagini, stimando il riserbo e il rigore con cui la Procura della Repubblica ha coordinato le investigazioni. Rispettosi del principio di presunzione di innocenza, che sosteniamo in ogni stato e grado del procedimento, riteniamo che gli eventi emersi nel corso di queste indagini siano agghiaccianti. Se davvero fu organizzata e pianificata nei dettagli, la ‘Mattanza della Settimana Santa’ disegnerebbe i contorni di un modello (che, purtroppo, abbiamo visto ripetersi nel corso anche di altre rivolte del periodo Covid) con cui le forze dell’ordine hanno inteso ripristinare i rapporti di forza all’interno del penitenziario: pestaggi congiunti delle squadre all’interno delle singole celle e nei corridoi della sezione, detenuti denudati e insultati, messi in ginocchio e colpiti ripetutamente con manganelli, pugni e calci. Infatti, la perquisizione, ordinata sulla base delle proteste dei detenuti scaturite per il timore del contagio il 5 aprile precedente, secondo gli inquirenti, rappresentava soltanto il pretesto per agire con l’obiettivo di massacrare il corpo recluso. Le ipotesi di reato sono importanti, secondo la Procura «i Pubblici ufficiali sono gravemente indiziati dei delitti di concorso in molteplici torture pluriaggravate ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio».

L’episodio di Santa Maria ha segnato una evidente lesione della nostra democrazia, colpendola in un momento delicato in cui il sistema penitenziario si mostrava incapace a gestire e contenere la diffusione del virus all’interno delle carceri e la notizia odierna di 52 agenti di polizia penitenziaria colpiti da ordinanza cautelare e del Provveditore regionale colpito da ordinanza interdittiva ne è la triste conferma. Pertanto, riteniamo che queste indagini, al di là delle posizioni soggettive, possano fare chiarezza su alcune contraddizioni del sistema come l’esercizio della forza in contesti di reclusione – nervo scoperto del nostro ordinamento –, assolvendo quella domanda di giustizia emersa in seguito alle violenze esplose in questi mesi.

Avv. Simona Filippi (Responsabile contenzioso Antigone); Avv. Luigi Romano (Presidente Antigone Campania)





21/06/21

5,6 Milioni di persone in povertà assoluta, ma il nemico sono i sussidi

Secondo i nuovi dati Istat, c’è un milione in più di persone che vive in condizioni di povertà rispetto al 2019. Eppure, nonostante l’Italia sia un paese ricco, membro del G7, la destra continua a voler tagliare i sussidi.

La povertà assoluta in Italia riguarda poco più di 2 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui — rispettivamente il 7,7% e il 9,4% del totale — in aumento di un milione rispetto al 2019, quando era stato registrato un miglioramento: è il livello più elevato dall’anno in cui sono iniziate le serie storiche, il 2005. A certificarlo sono i nuovi dati dell’Istat diffusi ieri, che testimoniano l’impatto disastroso della pandemia sui redditi delle fasce di popolazione più vulnerabili. Se si considera invece la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni, in lieve diminuzione dal 2019 (10,1% del totale).

Ovviamente la povertà non colpisce tutti allo stesso modo: l’incidenza è nettamente superiore tra gli stranieri — 29,3% contro 7,5% dei cittadini italiani — oltre che tra le famiglie con un maggior numero di componenti e tra le famiglie monogenitoriali, che registrano il peggioramento più marcato dal 2019. A dimostrazione che l’Italia è un paese fondato sul welfare “informale” delle persone più anziane e ostile al lavoro giovanile, la povertà familiare diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento: riguarda il 10,3% delle famiglie con una persona di riferimento tra i 18 e i 34, il 5,3% di quelle con una persona di riferimento oltre i 64 anni. Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 767 mila: in totale, 1 milione e 337 mila minori, il 13,5% del totale.

  



Ci sono grandi differenze anche a livello geografico — l’incidenza è più alta al Sud, ma la crescita più ampia è stata registrata al Nord (+1,8%) — e in base al livello di istruzione e alla condizione professionale: l’incidenza è all’11,1% tra le famiglie con una persona di riferimento che ha al massimo la licenza elementare, al 4,4% se ha un diploma. Tra chi lavora, l’incidenza maggiore riguarda chi si trova nella condizione di operaio o assimilato: il 13,2%, in aumento del 3% dal 2019.



In questo quadro disastroso, l’unica nota positiva è la diminuzione dell’intensità della povertà assoluta — cioè, detto brutalmente, “quanto poveri sono i poveri” — che si registra in tutte le ripartizioni geografiche: dal 20,3% al 18,7%. L’Istat riconosce apertamente che tale dinamica “è frutto anche delle misure messe in campo a sostegno dei cittadini (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, estensione della Cassa integrazione guadagni, ecc.) che hanno consentito alle famiglie in difficoltà economica – sia quelle scivolate sotto la soglia di povertà nel 2020, sia quelle che erano già povere – di mantenere una spesa per consumi non molto distante dalla soglia di povertà.”

Eppure, i sussidi a sostegno delle famiglie e dei cittadini più poveri — che sono stati insufficienti a evitare un forte aumento della povertà, ma che almeno hanno tamponato la sua intensità — sono da giorni sotto attacco costante di una campagna di stampa montata ad arte sulla “mancanza di lavoratori stagionali” nel turismo e nella ristorazione, che ignora sistematicamente il problema dei bassi salari, della precarietà dei contratti e dell’irregolarità diffusa in questi settori.

Mentre la lotta alla povertà dovrebbe essere in cima all’agenda politica, in un paese che già prima della pandemia si trovava al terzo posto in Europa per percentuale di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, gli attacchi al Reddito di Cittadinanza rischiano di fare breccia nel governo. Pochi giorni fa è stato presentato un emendamento al decreto Sostegni bis — fortunatamente bocciato — che prevedeva l’obbligo di accettare lavori stagionali per i percettori del RdC. Commentando i dati Istat, la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra (Leu) ha detto che, al contrario, il sussidio andrebbe rafforzato, correggendo il peso che attribuisce alla presenza di minori nel nucleo familiare ed estendendolo anche ai cittadini stranieri, eliminando il vincolo dei dieci anni di residenza. Il ministro Orlando, più genericamente, ha detto che alla misura servono dei “correttivi.”

Con l’arrivo del capitale da investire del Pnrr, la necessità di dare sollievo a milioni di persone che vivono in condizioni difficilissime dovrebbe essere prioritaria. Al contrario, invece Mario Draghi ha nominato un “Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica” per valutare l’impatto degli investimenti, composto da 5 economisti: tutti e 5 — Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro — sono su posizioni di liberismo oltranzista. La nomina smentisce sia chi si aspettava — su chissà quali basi — una conversione di Draghi al keynesismo e a forme di economia più umana, sia chi si lamentava del governo Conte 2 per l’eccessivo potere assegnato ai tecnici nei progetti di gestione delle risorse del Pnrr.

La linea di Draghi in realtà avrebbe già dovuto essere evidente — tra le altre cose — fin dallo stralcio di qualsiasi proposta di salario minimo dal Pnrr. Ma come riportavamo qualche giorno fa, l’Italia ha un problema non solo con il salario minimo — anche con il salario medio: nel corso degli ultimi quindici anni nel nostro paese sono scesi, rispetto alla media degli altri paesi Ue, anche i salari medi. Secondo dati dell’International Labour Organization, tra il 2000 e il 2017 gli stipendi reali in Italia sono diminuiti dello 0,5% — mentre, ad esempio, in Francia sono aumentati dello 0,7% e in Germania dell’1%.

Dopo questa carrellata di dati sconsolanti, è importante ricordare comunque che l’Italia è sotto moltissimi punti di vista un’economia ricca: l’ottava a livello mondiale — e infatti ha partecipato come di consueto al G7 — davanti per prodotto interno lordo a paesi come Brasile, Australia, Russia. Affrontare il problema della povertà in un paese come il nostro, che ha un Pil di 2 mila miliardi di dollari, significa anche porsi una domanda: dove si fermano tutti questi soldi?

TheSubmarine