Visualizzazione post con etichetta '70. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta '70. Mostra tutti i post

09/02/18

Hunter S. Thompson, i migliori 10 album degli anni '60

"Mi dispiace che tu pensi che la musica non sia nei miei interessi. Perché lo è stata sempre stato e perché ne ho scritto: penso che in questi ultimi anni la musica sia la Nuova Letteratura, che Dylan è la risposta degli anni '60 a Hemingway e che la cultura e la voce principale degli anni '70 sarà su dischi e videocassette anziché sui libri."

Questa è uno stralcio della lettera che Hunter S. Thompson, scrittore, giornalista d'assalto, inventore dell' inimitabile "giornalismo gonzo" scrisse alla fine del 1970 al redattore di Rolling Stone John Lombardo. Thompson smentì così le affermazioni secondo cui il suo apprezzamento artistico si estendesse solo alla parola stampata. In questa stessa lettera, raccolta nel suo secondo volume di corrispondenza "Paura e dispiacere in America", Thompson incluse un elenco dei migliori album rock" degli anni Sessanta, "perché gli anni '60 in qualche modo, sono la ripetizione degli anni '20; I paralleli sono troppo grossolani perché gli storici possano ignorarli ".

L'elenco, molto interessante perché ci svela la competenza e i gusti del grande scrittore americano, non è attribuito a Thompson in senso stretto, ma a "Raoul Duke", il suo alter-ego in Paura e disgusto a Las Vegas, che verrà pubblicato l'anno successivo.
Nella lettera, Thompson si lamentò della difficoltà che si incontra quando ci sono delle liste da stilare, (chi è avvezzo a compilare delle playlist di qualsiasi genere sa di cosa si parla..) e del poco tempo avuto a disposizione per le scelte, cercando ancora di convincere Lombardi.
"Anche in questo momento mi vengono in mente 10 altri album che avrei potuto aggiungere ... ma che cazzo, è solo un'idea scoraggiante."



  • Herbie Mann’s 1969 Memphis Underground (“which may be the best album ever cut anybody”)
  • Bob Dylan’s 1965 Bringing It All Back Home
  • Dylan’s 1965 Highway 61 Revisited
  • The Grateful Dead’s 1970 Workingman’s Dead (“the heaviest thing since Highway 61 and ‘Mr. Tambourine Man'”)
  • The Rolling Stones’ 1969 Let it Bleed
  • Buffalo Springfield’s 1967 Buffalo Springfield
  • Jefferson Airplane’s 1967 Surrealistic Pillow
  • Roland Kirk’s “various albums”
  • Miles Davis’s 1959 Sketches of Spain
  • Sandy Bull’s 1965 Inventions




  •  

    14/10/17

    D.B. Cooper, la misteriosa storia di un «nondescript man»


    Siamo inciampati in questa storia, pubblicata dal Il Post e la riproponiamo. D.B. Cooper entra di diritto e per direttissima nelle Spiritual Guidance di INTERZONE. Senza ombra di dubbio. Buona lettura...

    Dan Cooper è un poco conosciuto personaggio di fumetti creato in Belgio negli anni Cinquanta: è un aviatore canadese, famoso tra le altre cose per la sua abilità nell’usare il paracadute.

    Dan Cooper è anche il nome con cui un uomo si presentò all’aeroporto di Portland, in Oregon, la mattina del 24 novembre 1971. L’uomo andò al banco della Northwest Orient Airlines, e comprò un biglietto sola andata per Seattle, nello stato di Washington: un volo corto, di circa mezz’ora, con un Boeing 727-100. Una volta a bordo Cooper fumò qualche sigaretta Raleighs, ordinò un bourbon e soda e poi chiamò accanto a sé l’assistente di volo Florence Schaffner. Le diede un bigliettino su cui c’era scritto che aveva una bomba e le mostrò una valigetta al cui interno c’erano cavi e cose che sembravano confermarlo: per non farla esplodere chiese 200mila dollari (pari a più di un milione di dollari di oggi) e quattro paracadute, da farsi consegnare all’aeroporto di Seattle-Tacoma. L’aereo atterrò, Cooper ottenne quanto aveva chiesto, lasciò andare quasi tutte le persone che erano a bordo e, tenendo qualche membro dell’equipaggio sull’aereo, ordinò di prendere il volo. A un certo punto, poco dopo, prese un paracadute e si lanciò dall’aereo con i 200mila dollari. Non fu più visto da nessuno.

    Sono passati quasi 45 anni e Cooper non è mai stato trovato. Ci sono state indagini, ipotesi e teorie, ma niente di sicuro: non sui soldi, non sulla sua vera identità, non sul fatto che sia o meno riuscito a sopravvivere al lancio. Il 12 luglio di quest’anno l’FBI, l’ente investigativo della polizia federale degli Stati Uniti, ha detto di aver deciso di «destinare altrove le risorse investite richieste dell’indagine su Cooper». Il comunicato dell’FBI sembra quindi essere l’ultima evoluzione di una stramba e spettacolare storia da film. È divisa in due tempi: del primo, quello fino al lancio con il paracadute, si sa quasi tutto; nel secondo ci sono invece molte pochissime cose certe.

    Il cognome del protagonista è Cooper, ma già sul suo nome iniziano i problemi: all’aeroporto disse di chiamarsi Dan, quasi certamente con un implicito riferimento al personaggio dei fumetti. Per via di un errore di qualche giornalista nei primi giorni in cui si parlò del caso il suo nome è diventato per tutti D.B.. Persino l’FBI ha sempre parlato di “caso D.B. Cooper”, pur ammettendo che al banco dell’aeroporto lui disse solo di chiamarsi Dan Cooper.
     
    In base a quanto raccontato dalle persone che lo videro all’aeroporto di Portland e poi sul volo verso l’aeroporto di Seattle-Tacoma, Cooper era alto circa un metro e 80 centimetri, aveva tra i 40 e i 50 anni e indossava mocassini, un completo scuro con camicia bianca e un impermeabile. Cooper aveva anche una cravatta nera J.C. Penney con un fermacravatta di madreperla (cravatta e fermacravatta furono trovati sull’aereo). L’FBI ha sempre parlato di lui come di un «nondescript man», una persona ordinaria, senza nessun segno particolare. Cooper pagò in contanti il suo biglietto sul volo 305 e salì a bordo con la sua valigetta. Iniziò così quella che l’FBI ammette essere «uno dei più grandi misteri irrisolti della sua storia».
     

    05/04/17

    Musica e arti grafiche: Cover d'elite

    La copertina di un album è sempre stato un esempio calzante, un contributo spesso fondamentale per descrivere la direzione emotiva dell'intera opera. Il mondo dell’arte e quello della musica sono sempre stati collegati, e molte delle cover più importanti sono state realizzate non solo da fumettisti e disegnatori visionari, ma da studi e fotografi illustri (Andy Wharol è l'esempio più lampante).
    Abbiamo spesso dedicato post alle cover, non solo musicali, ma anche editoriali, libri, fumetti ed altro. Oggi abbiamo scelto alcune cover per noi significative, e tralasciato, come sempre, quelle più famose e più rappresentate (Dark Side of the moon, Nirvana etc..), e non potevamo però inserire l'unicità della Banana di Wharol o l'essenza di Never Mind the Bollocks. Abbiamo scelto non in base ad una bellezza estetica o a virtuosismi stilistici, ma perché la copertina di un disco è la fotografia della società al momento in cui essa viene realizzata, è l'espressione del contesto, oltre che la percezione di quello che andremo ad ascoltare.
    Il rapporto tra musica e arti grafiche era strettissimo nell’epoca del vinile, quindi iniziamo la nostra carrellata proprio dagli anni '50, per proseguire con l'intensificazione della sinergia nel corso degli anni ’60, ’70 e ’80. Ricordiamo che molti dischi sono ricordati per la loro copertina prima ancora che per la loro musica.

    Elvis Presley - Elvis Presley 1956
    La prima cover nel suo genere. Quella del debutto del Re del Rock'n'Roll che schizzò direttamente al top, n°1 della classifica Bilboard negli States. L'iconico album rappresenta l'alba del rock, con la chitarra posta al centro (quindi all'attenzione) invece del pianoforte, fino ad allora lo strumento predominante sulle copertine dei dischi. Era il 23 Marzo del 1956 e nessuno aveva visto una cosa del genere" . A poco meno di quattro dollari per copia, si trattò del primo album della Rca ad aver incassato oltre un milione di dollari a un solo mese dalla pubblicazione. Elvis Presley è poi diventato il primo album in assoluto ad aver venduto più di un milione di copie. La foto per la cover fu scattata da William V. “Red” Robertson durante uno show a Tampa. Quell’immagine, datata 1955, è diventata un'icona. Così tanto da non essere solo usata sui giornali e le locandine per pubblicizzare gli show del "Re", ma come vedremo tra poco, finire anche su dischi altrui.
     





    The Clash - London Calling   1979
    Spartiacque tra due decenni fondamentali per la musica. Insieme al precedente due classici album e due classiche cover. Anche a sguardi meno curiosi rivela la similitudine tra le due foto e le stampe. Senza malizia e perché consideriamo i Clash come una delle band che più ha contribuito al rinnovamento del rock diciamo che fu un tributo a Elvis. Al limite, gli copiarono solo il celebre.. ciuffo! Ray Lowry, curatore della grafica riportò fedelmente i colori ed il lettering di Elvis Presley e colloca il nome del disco nella identica posizione usata dal grafico del Re. La foto fu scattata alle 22.50 del 21 settembre 1979 al Palladium di New York da Pennie Smith.






    John Coltrane - Blue Train 1957
    Raramente un etichetta discografica ha prodotto così tante cover diventate poi "classiche" come la Blue Note, la seminale label di musica Jazz. Più di tutti hanno avuto un approccio consistente e evocativo, tanto da essere considerata la migliore arte grafica degli anni '50 e '60. Blue Train non fa eccezione. Fu il brillante secondo album del geniale sassofonista, di cui abbiamo parlato in questo post: The giant- John Coltrane






    The Beatles - Revolver 1966
     Avremmo potuto scegliere la cover di Sgt. Pepper, che ha una classe a se stante. Tuttavia l'innovativo lavoro creato un anno prima da Klaus Voormann, un loro amico dai tempi di Amburgo, appunto la cover di Revolver, fu altrettanto creativa e influente nei tempi successivi: dopo tutto, dopo la mitica copertina di Sgt Pepper tutto sarebbe cambiato.
    Revolver fu uno dei primi album dell'era psichedelica. Il collage di disegni e foto di Voormann riflettevano gli esperimenti con l'LSD dei Beatles durante la sua produzione.
    “Voormann dichiarò al Guardian che John Lennon gli si avvicinò durante le registrazioni: “Hai qualche idea per la nostra nuova copertina dell'album?’ Ho pensato: Si! Dovevo fare una cover per la band più famosa del mondo!In momenti come questo, si potrebbe improvvisamente dimenticare che una volta erano stati dei ragazzini trasandati di Liverpool."
    "Quando ho sentito la musica, ero scioccato. Era incredibile. Ma era anche spaventosa, perché l'ultima canzone era ‘Tomorrow Never Knows '".

    Il testo di Tomorrow Never Knows, era stato adattato dal libro di Timothy Leary, The Psychedelic Experience: Un manuale basato sul Libro Tibetano dei morti e combinato con i loop estratti da nastri, vecchie registrazioni e il drumming ipnotico di Ringo Starr contribuì a creare l'atmosfera psichedelica - e l'arte della copertina di Voormann.
    A Londra, lavorò tre settimane nel suo minuscolo appartamento, con penna e inchiostro nero per creare i quattro grandi disegni dei Beatles. Vennero combinati con un collage di foto in bianco e nero scattate da Bob Whitaker.
    Il lavoro di Voormann su Revolver gli valse un Grammy per la Miglior Copertina per Album Musicali, che però non lo rese ricco. La casa discografica dei Beatles lo pagò solo circa 50 sterline.
    “Io lo avrei fatto anche per niente", dichiarò. E ci crediamo, davvero!
     





    22/02/17

    Disco Sucks! La Disco Demolition Night

    Nell'estate del 1979 le discoteche si erano impossessate del mondo. Donna Summer, Chic e Gloria Gaynor erano in cima alle classifiche, solo pochi mesi prima, la Febbre del Sabato Sera, colonna sonora dell'omonimo film era stato nominato Album dell'Anno ai Grammy Awards.
    Tutte le maggiori stazioni radio avevano eliminato i programmi di musica rock in favore della dance: gli amanti del rock erano furiosi.

    Anche Steve Dahl, un disc jockey che fino ad allora aveva il suo show di Rock'n'Roll su Radio WDAI era stato licenziato per far posto alla nuova ondata di disco music. Steve aveva allora 24 anni e riuscì a trovare un posto su un'altra stazione radio di Chicago, la WLUP-FM. Una sera, Steve fece esplodere tutta la sua frustrazione distruggendo in diretta un disco, facendolo saltare in aria con un effetto sonoro. Era il suo modo di dichiarare l'odio che provava verso la disco music e furono centinaia le chiamate alla radio che attestarono l'apprezzamento per quel suo gesto dimostrativo.
    Con Mike Veeck, pirotecnico direttore dei Chicago White Sox, la locale squadra di baseball, Steve ideò una delle più grandi promozioni di questo sport: la Disco Demolition Night. 'Disco Sucks!
    Steve organizzò i suoi ascoltatori in un "esercito anti-discoteca ... pronti alla distruzione della terribile malattia musicale conosciuta come disco music. Era da tempo che Mike Veeck cercava un rilancio della sua squadra e insieme a una serata anti-discoteca. Fu Jeff Schwartz a fargli il nome di Steve Dahl, e dal loro incontro nacque il grido di battaglia, "Disco Sucks!"
    La folle idea di far saltare in aria migliaia di dischi di disco music si svolse il 12 luglio 1979 presso Comiskey Park, sede della squadra di baseball dei Chicago White Sox, che in media poteva contare su 16.000 fan e quella sera se ne aspettavano al massimo 25 mila.

    "La gente portò addirittura le scale, quasi come una sommossa." 60 mila persone diedero assedio al piccolo stadio, moltissimi dei quali avevano in mano un disco pronto per essere fracassato.
    Dopo che i Sox persero la prima partita, una enorme cassa di legno piena di dischi venne portata all'esterno del campo."Dahl, vestito in tuta militare e casco da combattimento , iniziò a girare per il campo alla guida di una jeep aizzando la folla, DISC SUCKS..DISCO SUCKS!! Poi, con una fragorosa esplosione fecero saltare in aria la cassa con i dischi. L'esplosione lasciò un cratere nel centro del campo. La gente iniziò a scendere dagli spalti e ad invadere il campo.."Si scatenò l'inferno." Solo 20 poliziotti e pochi uomini della sicurezza privata a fronteggiare quella marea umana, con i fan che correvano all'impazzata incendiando dischi, vandalizzando le strutture al grido di DISCO SUCKS! La partita fu sospesa, con il tempo il fumo si diradò, intervenne la polizia antisommossa, si contarono numerosi feriti e 39 arresti. L'evento provocò un ondata di polemiche.

    Sulla scia della debacle, alcuni critici musicali e molti artisti dichiararono che era stato un attacco alle minoranze, con la scusa della disco music e della discoteca, si era voluto colpire neri, latinos e gay. Ma Harry Wayne Casey, leader della KC e la Sunshine Band, uno dei gruppi disco cardine e ai vertici delle classifiche in quegli anni, smentì questa ricostruzione:<<"Tutti vogliono sempre legare un colore ad ogni situazione, i rockers si sono sentiti minacciati, hanno avuto la percezione che la loro musica stesse scomparendo, incalzata da questo nuovo tipo di sonorità... Mi ha ricordato di quando è arrivato Elvis Presley e le polemiche che ne scaturirono, poi i Beatles. Ci sono sempre state reazioni alle innovazioni, ai nuovi tipi di musica e al cambiamento sociale che hanno portato..>>
    Mike Veeck fu licenziato dai White Sox sette mesi più tardi. Incapace di trovare un altro lavoro in grandi campionati - Veeck crede ancora di essere stato inserito in una lista nera da parte dei club - si trasferì in Florida, dove gli era stato offerto un posto in una squadra di lega minore. Nonostante il ritorno di fiamma, nel corso degli anni, ha una visione ottimistica del Disco Demolition Night.

    <<E 'stata la cosa migliore che mi sia mai successa, perché mi ha insegnato alcune cose. Ero un micro-manager in ogni senso della parola e nel momento in cui ho visto quei ragazzi irrompere sul campo mi sono reso conto che certe cose non si possono controllare..>>
    In quanto a Steve Dahl, continuò a fare radio. La Disco Demolition" fu oggetto di un suo libro, co-scritto con Dave Hoekstra, in cui negò in modo assoluto l'accusa di razzismo e sostenne che la disco music fosse definitivamente morta. Ma sappiamo che non fu così. A Chicago, continuò a proliferare nell'underground e rinacque diversi anni più tardi: l' House Music esplose, vendicando così la DISCO DEMOLITION NIGHT.
     








    30/01/16

    I Jefferson Airplane ti amano, dal tetto

    Un grande saluto e un abbraccio. Paul Kantner ci ha lasciato pochi giorni fa, il  28 gennaio 2016, nella sua amata San Francisco. Era nato nel 1941 ed è stato  fondatore e chitarrista dei Jefferson Airplane. Uomo dai grandi ideali e esploratore galattico della mente, ha  cambiato il rock , e in definitiva, ha contibuito alla crescita spirituale dell'intero pianeta..
     


    Di sicuro l’estate dell’amore (summer of love) mantenne le promesse. Dopo 1967 anni, l’età delle tenebre era sul punto di terminare. Stava nascendo una nuova Terra, capace di riunire individuo e l'Universo, di armonizzare teosoficamente i destini comuni degli uomini in una prospettiva di bene fraterno...

    L’Eden era San Francisco: i negozi alternativi fungevano da chiese profane, la stampa underground era la nuova Bibbia, il gospel, come sempre, si stendeva sulla musica. Per tradizione, la citta della Baia era sempre stata aperta a un gioioso carnevale di stili, ben distante dai sentieri commercialmente battuti. ll jazz e il folk avevano largo seguito ma, eccezion fatta per occasionali apparizioni di artisti locali, la presenza di San Francisco nelle classifiche nazionali si limitava a Tony Bennett, romantico cantore di << funivie stellari >>. Gli artisti di rock muovevano qua e là, senza coesione; quando qualcuno fece capolino (cosi i Beau Brummels di Laugh Laugh e Just A Little, nel 1965) più che stile cittadino vero e proprio si poteva parlare di pure coincidenze. Il <<partito della riscossa» non perse tempo, ispirato dalla << novità elettrica >> di Dylan, dalle rispettabili proposte di Beatles e Stones, dalla esperienza piu facilmente riscontrabile di pionieri come Byrds e Lovin’ Spoonful. Gli Spoonful, in special modo, riuscirono ad aprire gli occhi ai giovani della città, quando visitarono la Baia nei giorni caldi di Do You Believe In Magic. In primavera, i Jefferson Airplane (che avevano preso la sigla da un ipotetico cantante di blues, Blind Thomas Jefferson Airplane) seppero diventare in breve i portavoce piu tipici del rock cittadino. Gli adesivi, i "bottoni" che li propagandavano recavano la scritta << I Jefferson Airplane ti amano >>, eco nell’atmosfera che animava San Francisco, luogo d’inatteso nirvana. I Trips Festival avevano riscoperto il ballo, inserito nella dimensione di piu esperienze artistiche, Bill Graham (con il Fillmore) e quelli della Family Dog (con l’Avalon) avevano plasmato l`intuizione, dandogli precisa struttura; le nuove <<feste danzanti» divennero luogo creativo dove tutto poteva accadere e dove spesso tutto accadeva. Il "libero sballo"  (perdersi completamente nelle luci stroboscopiche, nell’esperienza dell’acido) divenne un nuovo stile di vita mentre musicisti di ogni tendenza prestavano orecchio al canto delle nuove sirene, come se da tempo l’attendessero. Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service, Mystery Trend, Big Brother and the Holding Company elaborarono le prime improvvisazioni che poi avrebbero fatto scuola. Grace Slick; già nota come cantante della Great Society, portò con sé due canzoni del suo repertorio classico, Somebody To Love e White Rabbit...

    Surrealislic Pillow mise in rilievo proprio il proverbio di White Rabbit (“Nutri la tua testa”) sull’onda di Somebody To Love. Il gruppo si caricava sulle spalle sogni e speranze di una intera generazione, portando alla ribalta d’America i rappresentanti di San Francisco; lo stesso effetto sortirono i manifesti di Wes Wilson, il primo Be-In (gennaio 1967) e il Pop Festival di Monterey. All’interno degli Airplane nessuno accettava volentieri un ruolo marginale. Cosi, la presenza di Grace Slick si fece sempre più rilevante, l’importanza di Grace aumentò ancor più dopo un paio di dischi di successo, finendo col logorare la compattezza del complesso, rendendo incerta la sua evoluzione. Mentre all‘Haight Ashbury ci si sforzava di contenere l’<< esplosione demografica >> di quell’estate (la massiccia immigrazione da ogni parte d’America minacciava la fragile struttura della comunita), gli Airplane lottavano per coprire l’intera gamma dei desideri' della nuova generazione. Ferita nell’intimo, la << bella gente» della Baia dichiarò precipitosamente <<la morte dell’hippie>>, due mesi dopo la fatidica estate; una volta messo in moto il meccanismo, non ci si fermo più.


    Paul e Grace
    Il Sistema, anziché crollare sotto l’assedio dei beniamini dell`amore, irrigidi la sua resistenza, vincendo brutalmente con il trionfo delle droghe pesanti e della criminalita; la nuova generazione intese finalmente che non si poteva liquidare tanto facilmente il fardello della storia pretendendo magari che non esistesse. Per gli Airplane e il resto della scena` di San Francisco la lezione s’imponeva in questi termini; volenti o nolenti, i nuovi complessi dovevano continuare ad aflidarsi all’industria musicale se volevano portare la propria musica alle orecchie dell’intera nazione. Molti artisti si tennero fuori dal compromesso, per quanto possibile, allestendosi <<feste alternative », schierandosi dalla parte della gente, scoprendo infine che ogni soluzione era un ' rischio' legato ai mutevoli umori del pubblico. I << Tre giorni d’amore, di pace e di musica >> di Woodstock potevano facilmente diventare l’Orrido Carnevale di Altamont.
    <<Avevamo tutto quello che ci serviva, stimolanti artificiali compresi», ricorda il chitarrista Jorma Kaukonen. Gli Airplane ebbero il pregio di capire tutto ciò; spartendosi tra Yin e Yang, comparvero in tutte e due le manifestazioni.

    Nell’ottobre del 1967 per le strade di Haight Ashbury era stato gia celebrato il funerale dell’hippie: l’estate dell’amore era finita, il 1968 è l’anno della contestazione, e in Crown Of Creation gli acidi e la cultura psichedelica si fanno strumento politico. In copertina c’e l'esplosione atomica con loro dentro, intorno la guerra del Vietnam e leader neri (Martin Luther King) e bianchi`(Robert Kennedy) assassinati. Un presidente che se ne va (Lyndon ]ohnson), e uno che viene (Richard Nixon). La Convention democratica che finisce nei disordini trasmessi alla TV. Grace Slick canta in televisionc Crown Of Creation col pugno guantato di nero delle Black Panthers sollevato come i velocisti di colore statunitensi Tommie Smith Clohn Carlos, vincitori delle Olimpiadi di Citta del Messieo.
    Il 1969 di Volunteers.
    <Siamo tutti fuorilegge agli occhi dell’America. Per sopravvivere noi rubiamo, imbrogliamo, inganniamo, falsifichiamo, imboschiamo e traffichiamo / Siamo osceni, senza legge, orrendi, pericolosi, sporchi, violenti e giovani>, We Can Be Together. <La nostra vita è troppo bella per lasciarla morire [...] Tutta la vostra proprietà privata è un bersaglio per i vostri nemici / e i vostri nemici siamo noi / Noi siamo le forze del caos e dell’anarchia. Tutto ciò di male che dicono di noi, lo siamo e siamo molto fieri di noi stessi>.

    Più che di uno scioglimento, si trattò d’uno smantellamento.
    I pezzi di Crown of Creation e di Volunteers vennero divisi tra le varie fazioni all’interno del complesso; tutto ciò portò inevitabilmente a scelte solistiche, anche se Bless Its Pointed Little Head, primo disco dal vivo, dimostrò che gli Airplane avevano ancora la forza di vincere molti rivali.
    L’aeroplano Jefferson si era trasformato in un’astronave. Il viaggio nel cielo psichedelico era ormai finito. Alla fine ce n’era uno nella galassia delle chart dell’easy listening da FM. Anche se Grace Slick continuava forte con le sue droghe sformando piano piano il bel corpo che esibiva qualche anno prima denudandosi il seno in alcuni live. Il seno ora cadeva come il suo sex appeal da diva ex hippie e tossica.

    <Una pillola ti fa diventare più largo, e una pillola ti rimpicciolisce. E quelle che ti da tua madre non hanno alcun effetto. Prova a chiederlo ad Alice, quando è alta dieci piedi>, (White Rabbit)
    Grace era diventata una star tossica, arresa a una rivoluzione a cui era ormai inutile credere. Grace e Paul, a sigla Paul Kantner-Grace Slick, pubblicano Sun Hughter, il ritorno sulla terra ha il sapore rancido della chimica in fondo alla gola: <Madre Terra, i tuoi figli sono qui lacerati da cocaina ed eroina>, recita Earth Mother. E Diana 2:
    <Ricordatevi quelli che conoscevate / ricordate come danzavamo e ricordate quel che cantavamo in America molti, anni fa> .

    Nel 1971 per poco Grace non rimane uccisa in un terribile incidente stradale, schiantandosi addosso a un muro in un tunnel vicino al Golden Gate Bridge a San Francisco. L'aeroplano Jefferson ha il motore in avaria. Nel 1974 partirà il razzo Jefferson Starship. Una navicella musicale da classifica lontana anni luce dall’aereoplano. Grace, sempre più in preda alle droghe, discenderà dall’astronave a fine anni Settanta. Rientrerà in seguito, alternandosi a discutibili prove soliste, si sposerà un ragazzino poco piu che ventenne, il suo tecnico delle luci Skip Johnson, e la polizia la fermerà con la roba addosso. Le era già successo, a una festa della compagna d’università figlia di Richard Nixon, durante la presidenza del padre. Nel 1987, decide di lasciare del tutto quel mondo e la band, che ormai ha perso per strada la sigla Jefferson, per ritirarsi e dedicarsi alla pittura (quadri dipinti in poco tempo di solito ubriaca venduti a qualche migliaio di dollari) e alle sue memorie intitolate Somebody To Love. ll tempo di un breve ritorno di fiamma nel 1989 con la Slick, Kantner, Balin, Kaukonen e Gasady che riaccendono il motore dell’aereo Jefferson per l’episodio di un disco intitolato Jefferson Airplane, e basta. Quello che ci sarà dopo, chiamato Jefferson Starship: The Next Generation o Jefferson Starship-TNG (per non parlare dell’altro progetto Starship Featuring Mickey Thomas) era roba che non volava. Alla fine non rimane che il ricordo di una breve trasvolata di un manipolo di piloti della psichedelia a segnare con la sua scia indlelebile il cielo dei sogni rock. Passando davanti al 2400 di Fulton Street, forse non lo riconoscerebbero neanche più, quell’edificio in stile vittoriano. La facciata oggi èstata ridipinta di diverso colore. Quello del coniglio...

    Jefferson Airplane - (1967) - Surrealistic Pillow (Gold Collector's Edition) [FLAC]

    Durante la sua fase marxista / maoista, il regista francese Jean-Luc Godard si recò a New York per filmare i Jefferson Airplane che (giustamente..) considerava come esempi dell'avanguardia rivoluzionaria americana, e che suonavano sul tetto di un edificio a Midtown, Manhattan. L'esibizione, priva di permessi delle autorità, si svolse la mattina del 7 dicembre 1968.

    L'evento fu organizzato per il progetto di di Godard, One American Movie. Il film vide anche la partecipazione del leader delle Black Panthers Eldridge Cleaver, Rip Torn, LeRoi Jones e Tom Hayden e di rendere in generale un quadro sulla nuova sinistra rivoluzionaria americana. Quando Godard finì per abbandonare il progetto, il film fu montato come One PM da D.A.Pennebaker, nel 1972.

    I Jefferson suonano una lunga, quasi minacciosa versione di "House at Pooneil Corner": si può vedere lo stesso Godard nei primi secondi, sventolare da lontano la fotocamera . Ora, ci meravigliamo, e ci chiediamo da dove Paul McCartney ebbe la grande idea per il concerto sul tetto di Let It Be dei Beatles...






    24/01/16

    40 Anni di una Cultura Sovversiva: Punk 1976 - 2016

    Punk 1976 - 2016! Siamo in pieno anniversario e a Londra iniziano i festeggiamenti per i 40 anni del punk. Si svogeranno per tutto l’anno, e verranno coinvolti diversi locali, istituzioni, organizzazioni. Punk London – 40 Years Of Subversive Culture, ricorderà la “cultura sovversiva” che ha contagiato i giovani di tutto il mondo allora e che continua ad influenzare oggi musica, moda, cinema, il mondo dell’arte. L’intento è quello non solo di esplorarne le radici, ma anche di evidenziare come il punk continui a propagare la sua onda nel tempo.
    Tra gli eventi seminali di quel 1976 c’è anche il 100 Club Punk Festival, una due giorni di festival che si tenne proprio al The 100 Club in settembre e che ospitò nomi allora sconosciuti ai più ma destinati a rimanere nella Storia: Subway Sect, Siouxsie And The Banshees, The Clash, The Damned, The Vibrators e i Sex Pistols stessi sono sfilati su quel palco, ignari di quel che il destino aveva in serbo per loro. Mentre dal 4 al 10 gennaio nel club si è svolto anche il Resolution Festival, con numerosi gruppi che si sono avvicendati per riportare alla memoria la maratona musicale di allora.
    Per sottolineare la portata epocale del movimento, tutti possono aderire alla manifestazione e dare il proprio contributo: basta ideare il proprio evento e registrarsi sul sito www.punk.london/.

    Hanno già aderito e parteciperanno:
    British Fashion Council, British Film Institute, British Library, Design Museum, Doc ‘n Roll Films, Institute of Contemporary Arts, Live Nation Merchandise, Museum of London, The Photographers’ Gallery, Rough Trade, PYMCA, Premier and On|Off, Roundhouse and Universal Music Catalogue.

    In questa piccola rassegna ripercorriamo gli inizi del movimento Punk, le basi pre-punk, dagli Stooges e New York Dolls, fino a filmati incendiari dei Pistols, Damned e co, dal 1976, fino ai primi mesi del 1977.

    Punk’s Prologue Pt 1. The Stooges – TV Eye (1970)
    La Rosetta Stone dell'attidudine punk rock, ma c'è di più per Iggy & Co nell'esibizione al Cincinnati Pop Festival del burro di arachidi: infatti, Iggy passa parte del concerto in mezzo al pubblico, tornando poi sul palco cosparso di burro di arachidi. The Stooges inaugurano un suono positivamente selvaggio e l'introduzione di uno sconcertato Jack Lescoulie è esilarante: "Loro di certo non entreranno nello show-biz con questo spettacolo ..."





    Punk’s Prologue Pt.2 New York Dolls - Personal Crisis
    Ancora nel 2016, guardare le Dolls in scena abbiamo l'impressione che provengano da un altro pianeta. (Comefaceva Johnny Thunders ad avere quei capelli?); Dio sa come dovevano sembrare al pubblico nel 1973!. In Germania, Malcolm McLaren rimase folgorato quando li vide e nel 1975, diventò il loro manager. Il gruppo arrivò ad esibirsi sventolando sul palco una bandiera con falce e martello che campeggiava sullo sfondo. I Dolls fecero cinque concerti a New York con questo nuovo look ideato da McLaren, vestiti di pelle fetish colorati, e supportati dai Television. Quando li perse,semplicemente li ricostruì nei i Sex Pistols.



    Ramones - Havana Affair (1976)
    Da un concerto di Max Kansas City nel mese di ottobre del '76, rimane uno dei migliori video del gruppo sul web, più che sufficiente a giustificare il culto e l'adorazione delle punk band britanniche per i Ramones. No Dee Dee, no Paul, no Sid..  Il Melody Maker accolse così le prime esibizioni del gruppo: <I Ramones sono l'ultima di una lunga serie di band presuntuose e prive di talento, il ​​cui risultato più importante fino ad oggi è la loro incapacità di oltrepassare i confini di New York City. Quì sono stati accolti dall'adulazione di un esercito di fan ingannati: musicalmente, non vanno per il sottile e non hanno variazioni di qualsiasi tipo. La loro regola è quella di essere più incompetenti possibile. Per una band che vorrebbe essere la proiezione per i giovani d'America della vita suburbana, anticonformista, del sesso e della lotta, o di qualsiasi altra cosa,falliscono miseramente...>



    Sex Pistols - Pretty Vacant (1976)
    Esibizioni scabrose dei Pistols in un brillante weekend a Londra, e un bel documentario sulla scena crescente del punk britannico, girato e presentato dal pioniere della TV culturale inglese, Janet Street Porter. Possiamo riconoscere il futuro produttore dei Clash Guy Stevens dirci di come fosse annoiato con la musica dei Led Zeppelin e di altri dinosauri del rock dell'epoca. Very Cool!. quì





    The Damned – New Rose (1976)
    Un promo piacevolmente frammentario e sconnesso, New Rose fu il primo singolo in assoluto pubblicato da una punk band nell'ottobre 1976 nel Regno Unito. New Rose è attribuita a Brian James, chitarrista e membro fondatore, pubblicata su etichetta Stiff Records e ebbe come B-side la cover di Help! dei The Beatles, suonata due volte più rapidamente dell'originale. New Rose è stata poi coverizzata dai Guns'n Roses in The Spaghetti Incident e dai Poison Idea, band hardcore punk di Portland in Pajama Party. Ditemi se non suona ancora incredibile!.




    Sex Pistols da Bill Grundy (1976)
    Alle 17.30 del 1° Dicembre 1976 si presentarono a Today, programma televisivo presentato da Bill Grundy ed erano già sbronzi. lniziò a provocarli, parlando di grandi compositori - Mozarl, Bach e Beethoven. Johnny Rotten d'improvviso vomitò in un angolo, esclamando.. "Merda!". Grundy invitò John a ripetere quel che aveva detto e fu immediatamente accontentato, mentre lui si rivolgeva a Siouxies (dei Bansheens, che era una delle accompagnatrici della band..) chiedendole un appuntamento per dopo la trasmissione. A quel punto Steve Jones gli disse che era un vecchio sporcaccione, rincarando la dose chiamandolo lurido stronzo e una maledetta carogna! Finì lì. Grundy aveva ben rappresentato tutta l'ipocrisia con cui le istituzioni avevano risposto al punk. Il giorno dopo il Daily Mirror se ne uscì con una famosa copertina che titolava a tutta pagina "The Filth and the Fury!" ("Oscenità e furore!") e i buoni borghesi iniziarono a intasare le linee telefoniche della Tv protestando inferociti per quello spettacolo "di depravazione e privo di decenza". Alcuni dichiararono di aver preso a calci il televisore e la rissa verbale scatenatasi in diretta (con tutti i suoi strascichi polemici), distrusse letteralmente la carriera pubblica di Grundy.





    Sex Pistols - Anarchy in the UK (1976)
    I Sex Pistols eseguono 'Anarchy in the UK' nel programma di Tony Wilson Granada Pop Show - So It Goes, in quella che fu loro prima apparizione televisiva. Tony Wilson, presentatore alla Granada Television e creatore della Factory Records, era stato uno dei 42 spettatori (insieme ad alcuni membri chiave della futura scena musicale di Manchester, come Peter Hook e Bernard Sumner prima Joy Division e poi New Order, Morrissey degli Smiths, il produttore Martin Hannett, Mark E Smith dei The Fall, Paul Morley, influente giornalista musicale e Mick Hucknall dei Simply Red) che il 4 giugno del 1976 assistette al concert dei Pistols al Lesser Free Trade Hall, invitati da Howard Devoto e Pete Shelley dei Buzzcocks. In seguito portò la crema del punk americano e britannico e le fasce New Wave al pubblico del suo acclamato spettacolo televisivo che andava in on onda a tarda notte. Nel video possiamo vedere il maldestro tentativo del cameraman di censurare la svastica che aveva al braccio Jordan, un'altra delle accompagnatrici di Rotten e compagni.





    The Clash – BBC Clash Documentary ‘The Clash New Year’s Day ’77’
    La BBC, il giorno di Capodanno, ha trasmesso questo splendido documentario sulla leggendaria punk rock band The Clash, girato da Julien Temple circa 38 anni fa, prima che il mondo avesse mai sentito parlare dei The Clash .
    Ora, è possibile guardare l'intero filmato, di 75 minuti, qui sotto.
    Temple, che ora ha 62 ed è un regista di successo, ha diretto video per artisti come Janet Jackson, Neil Young, Rolling Stones, Talking heads e tanti altri, insieme ad un controverso, prospettico biopic su Marvin Gaye, era un giovane aspirante cineasta quando incontrò i tre principali membri di The Clash nel 1976. Ben presto diventò amico di Joe Strummer, Mick Jones e Paul Simonon, e iniziò a filmare alcune delle loro prime prove e spettacoli dal vivo. Questo lungometraggio stupefacente costituisce gran parte del documentario della BBC sui Clash, ed ha come fulcro la performance dal vivo il primo gennaio del 77, tre mesi prima della pubblicazione del loro album di debutto, intitolato semplicemente, The Clash. Lo spettacolo si tenne al Roxy Club, una ex discoteca angusta e decrepita nel quartiere di Covent Garden di Londra, che per i suoi brevi 100 giorni di vita fu considerata l'epicentro della musica inglese e della rivoluzione culturale nota come "punk rock". Il filmato, che è certamente di grande valore non solo per gli appassionati ma per i suoi riferimenti culturali e storici, non era mai stato trasmesso prima.




    Sex Pistols – Seventeen (1977)
    Documentato da Don letts in Super 8, il debutto di Sid Vicious con i Sex Pistols al Green Cinema di Londra, il 4 Marzo 1977. E' il celebre The Punk Rock Movie (conosciuto anche come The Punk Rock Movie from England), il film del 1978 sulla scena punk rock britannica assemblato da filmini in Super 8 girati da Don Letts, disc jockey del club The Roxy di Londra durante gli anni di punta del movimento punk del '77. Contiene riprese dal vivo di esibizioni di The Clash, Sex Pistols, Wayne County & the Electric Chairs, Generation X, Slaughter and the Dogs, The Slits, Siouxsie and the Banshees, Eater, Subway Sect, X-Ray Spex, Alternative TV e Johnny Thunders & The Heartbreakers. Inoltre sono presenti anche immagini fuori scena di alcune band, come i Generation X, le Slits e i Siouxsie and the Banshees.

    Tutte le esibizioni furono girate al Roxy, tranne, appunto, quella dei Sex Pistols, che proviene invece dal concerto tenutosi al cinema The Screen On The Green di Londra. Il concerto vide l'uscita di Glen Matlock, considerato troppo poco "punk" e fu il primo con Sid Vicious in formazione.






    The Damned – Fan Club (1977)
    "Nessuno pensava,  in quei momenti, che tutto questo stava per cambiare il mondo."






    clic for large

    06/10/15

    E non sapevano nulla della rivoluzione compiuta da Little Richard e Bob Dylan: Valerio Morucci - A guerra Finita


    Non è che gli italiani non ne vogliano sapere di mettersi alle spalle gli anni di piombo, infatti non amano parlarne, e quando lo fanno, come nel caso Battisti, lo fanno a vanvera: ad esempio, "inaccettabili e fuori luogo" le proposte di boicottare i prodotti brasiliani, il turismo e di non mandare gli atleti a concorrere ai mondiali militari, che si sono fatte strada all'interno della politica italiana (e non solo) nei momenti più caldi della polemica. Ci sono cose che la cultura e la politica italiana non hanno saputo far capire all'interno del nostro Paese, e forse neanche siamo riusciti a far comprendere anche a Paesi amici vicini e lontani che cosa hanno significato quegli anni. Soprattutto, non sanno o non vogliono chiedersi, al riguardo, il perché un numero non trascurabile di giovani decise, all’epoca, di tentare la strada della lotta armata. La nostra opinione è legata alle strategie di tensione e di provocazione che settori dello Stato misero in campo a partire dalla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Strage che le ricostruzioni storiche più attendibili attribuiscono a settori dei servizi segreti, con complicità o addirittura direttive internazionali e manovalanza fascista. Su queste trame non è stata mai fatta la necessaria giustizia, punendo esecutori, mandanti e strateghi ad alto livello. Ci furono poi le stragi successive, come quella di Brescia, di Bologna, l’attentato alla questura di Milano, e tanti altri episodi ancora. Condanniamo senza indugi la scelta della reazione armata, ma bisogna prendere atto del fatto che tutti coloro che furono responsabili di questa scelta hanno da molto tempo riconosciuto che si tratta ormai di un’esperienza finita, rispetto alla quale molti di essi si rapportano in modo autocritico. Quasi tutti hanno pagato il loro debito con la giustizia e quindi, ci sono tutte le premesse, per chiudere definitivamente una pagina triste della storia nazionale...


    ... e poi.. Master of War, It's a hard rain's gonna fall..
    Si conoscevano da sempre, da quando tutto ebbe inizio: l'assalto al cielo del febbraio '68, poi a marzo, lo shock e insieme all’acre sapore del primo scontro: Valle Giulia..
    Stesse esperienze, stessa formazione. Carlo era finito poi in Prima Linea, mentre Enrico, forse perché' aveva anticipato un po' le proprie scelte, era entrato nelle Br (...)


    "Enrico carissimo, anch’io in questi anni mi sono posta molti interrogativi su di te, e sulla storia di molti altri e non sempre ho trovato le risposte. Conosco parte del tuo ragionare da quello che ho letto in questi anni, ma mi manca il lato più personale delle tue scelte. Spesso abbiamo discusso con rabbia. Da una parte emergeva l’estraneità verso gesti folli, dall'altra le distinzioni, l'affetto, l'amicizia, i ricordi personali e umani per ogni singolo volto da tempo scomparso.."

    Dopo anni, e con qualche reticenza, si levavano da più parti altre voci critiche sulla lotta armata. Molti che ne erano stati protagonisti cercavano ormai spiegazioni, analisi convincenti. "Cara Francesca, le cose sono in continua evoluzione ed io credo che lo sforzo maggiore vada compiuto per rispondere anche alle domande, intime e imbarazzanti, che tu poni. Le domande di chi ha condiviso con noi le nostre stesse speranze ma non le stesse scelte. E oggi chiedi 'perché'?. Non il perché' ufficiale, da consegnare ai documenti, all'arida carta, ma il perché' umano, personale. Oggi ne parlavo con Carlo durante l'ora d'aria e, come al solito da un po' di tempo a questa parte, siamo finiti ai ricordi non certo 'politici'.."

    "Una volta si diceva che si lottava per la Dittatura del Proletariato", lo interruppe Enrico, "per la rivoluzione, per lo stato borghese; oggi anche i più incalliti militaristi dicono che in realtà lottavano per la 'trasformazione' della società...

    "...Quello che può dar fastidio, Francesca, è che in politica ogni ciclo ha la sua parola chiave. Si è scoperto nel fallimento della lotta armata che la 'rivoluzione' era una parola troppo netta, aggressiva (oltreché' inadatta a esprimere progetti di modificazione di una società complessa) e si è passati alla meno contundente 'trasformazione, fingendo che sempre di questo si fosse parlato.."

    "Rimane una superficie liscia" disse Enrico "non si riesce a rendere ragione di ciò che veramente ci sentivamo dentro quando compivamo certe scelte, del perché' vero, non quello cosciente, razionalizzato, autogiustificatorio. Certo, la politica può spiegare convincentemente la parte emersa del continente lotta armata: la parte tutta ideologica che poco c'entrava con la società reale. Una lotta armata e un terrorismo piovuti dal passato; una roba da marziani, egregiamente rappresentata dalle Br. Quelle mettevano giù piatte il manuale marxista-leninista dell'avanguardia di massa che preparava pezzo su pezzo l'insurrezione operaia. Conoscevano a menadito qualche capitolo di Stato e Rivoluzione e del Che fare?.."

    "..e non sapevano nulla" aggiunse Carlo ironico "della rivoluzione, fondamentale per la nostra generazione, compiuta da Little Richard e Bob Dylan".
    "Già'. E non sapevano neanche nulla della violenza di cui tanto parlavano" riprese Enrico "Delle sue leggi, le sue regole. Dilettanti in confronto ai veri professionisti. Quelli sapevano, con Machiavelli, che la violenza va usata tutta e repentinamente. Poi la pace del nuovo ordine. Santo Domingo, Persia, Indonesia, Italia, Grecia, Cile, Argentina.. Ne avevano di esperienza! Un solo piano tirato al ciclostile e poi adattato dagli agenti in loco. I palazzi da occupare, chi ammazzare, chi far sparire, chi internare. Noi invece a centellinarla pezzo a pezzo. Altro che terroristi, pedagoghi. Se avessimo seguito la strada di Guy Fawkes anziché' quella di Osvaldo Peci.."

    "... I confini, Francesca, non erano più netti come una volta, gli operai apparivano sempre più simili ai giovani che nel '77 avevano invaso le piazze, portandovi il disagio, la rabbia e la voglia, matura e azzardata a un tempo, di vivere una vita più ricca, anche fuori dalla sfera della produzione, del lavoro. Quelli invece stavano ancora fermi alla 'fabbrica come luogo di disciplina rivoluzionaria', alla lotta armata come scelta obbligata imposta dai 'padroni'. Roba da museo, anticaglie sopravvissute solo per l'arretratezza generale del sapere politico in questo paese.."
    "Sarebbe ora" insistette Enrico "che ci guardassimo in faccia e ci dicessimo le cose come stanno, senza fare i furbi. Sarà impolitico..ma chi se ne frega. Dobbiamo darci una ragione credibile per quello che abbiamo fatto e per quello che stiamo pagando. Io non ci sto a farmi trent'anni di galera nella camicia stretta del 'rivoluzionario' e neanche, come oggi è più di moda dire, perché' volevo 'trasformare la società. Chiacchiere che se provi a dirtele davanti ad uno specchio ti viene da ridere, prima, e da piangere poi. La mia ragione di fondo, anzi, la mia passione, è stata da sempre trasgredire, rompere l'ordine, le maglie che mi tenevano stretto.."

    "..Le magli che tenevano stretto non so neanche io cosa, Francesca. Dentro c'era insofferenza, rabbia, certo; lo sai. Poi tutto questo è entrato nell'impegno politico, nelle lotte del movimento; e lì tutto è diventato più indecifrabile.

    "...E' grossa, forse, ma potrei dirti allora che la lotta armata può essere stata il surrogato di una mancata esperienza culturale. Se così è stato, essa ha espresso allora la parte più radicale delle tensioni, dell'insofferenza, della rabbia che era andata crescendo in tutti i nostri anni '60: i Kennedy, Luther King, Lumumba, Steinbeck e Whitman, Osborne e gli Hungry Young Men, e poi.. Master of War, It's a hard rain's gonna fall, la strage del Vajont, il sangue di Ignacio, il Canto general e l'anima lacerata di Majakovskij, La solitudine del maratoneta, King and Country (che dolore il volto martoriato di Courtney, così ingenuamente tenace e per questo così irrimediabilmente sconfitto..).
    E l'intrattenibile gioia della trasgressione. Forse già venata da un inconsapevole annuncio di sconfitta. La spinta folle (ma era poi folle?) di Rhet Butler: abbracciare una causa solo proprio perché' è persa..."

    Il flusso di parole in sintonia correva rapido tra i due. In galera succede così. Si può andare avanti e indietro per ore, coprire cento e più 'vasche', smozzicando avari pezzi di conversazione oppure, al contrario, arrancare nel tener dietro al fluire concitato delle parole. Foss'anche il rimandarsi, in una gara senza fine, di tutte le battute e le facce dei cento film americani ripassati dalle tv locali (...)
    O come la storia del cucciolo di labrador entrato di contrabbando in un carcere speciale dei più duri. Cresciuto poi clandestinamente fino a che, ormai troppo grosso e cattivo, nessuno, tranne il padrone e i suoi amici, aveva più il coraggio di avvicinarlo. Cane che aveva condiviso la più rigida clausura e aveva respirato aria e tensione, sviluppando un odio feroce per ogni divisa e che, quando qualche incauta guardia cercava di sorprenderlo nel sonno (figurarsi! lui che, come il padrone, aveva imparato a dormire con un occhio solo e le scarpe da tennis ai piedi) la preferiva alla sua dieta abituale, risputandone fuori, con soddisfazione, solo le suole e le mostrine..

    Valerio Morucci - A guerra Finita


     

    10/09/15

    Il ritorno dell' esile Duca Bianco: Bowie e Station to Station, occultismo, droghe, paranoia

    Nella metà degli anni 1970 David Bowie diventa "The Thin White Duke", e questo periodo diventa anche uno dei più importanti, non solo perchè produce molta della sua musica migliore, (l'album Station to Station su tutto..) ma perchè aggiunge moltissimo alla sua mistica. Senza dubbio è un periodo di fascino speciale per tutti i fan di Bowie. E 'particolarmente affascinante per noi, perché Bowie sembrava aver perso un po' le tracce di sé, nelle sue fantasiose elucubrazioni riguardo al nazismo, a Charles Manson, alla cocaina, e alle proprie essenze corporee. Vi è un fumetto di questo periodo chiamato "The Side Effects of the cocaine", il cui titolo deriva da "Station to Station", la canzone che dà il titolo all'album. Quando arrivò negli States, nel 1975, Bowie era ospite nella casa di Los Feliz di Glenn Hughes, neo bassista dei Deep Purple, che abitava in fondo alla strada dove era situata la casa dei LaBianca, la famiglia (Leno e Rosemary LaBianca) sterminata dalla famiglia Manson nel 1969, due giorni dopo l'omicidio di Sharon Tate e diverse altre persone a Benedict Canyon. In quel periodo Bowie era afflitto da potenti presentimenti, anche questi collegati a Roman Polanski: Rosemary's Baby.

    C'è da dire che Bowie fin da ragazzo è stato un appassionato di fantascienza, era affascinato e convinto che ci fosse vita nello spazio e che ci fosse la possibilità che un bel pò di visitatori cosmici erano finiti sulle nostre coste terrestri.
    Durante una conversazione, Bowie aveva anche rivelato che una volta aveva avuto un incontro ravvicinato.

    UFO, Stregoneria, Cocaina e Paranoia

    Il Bowie artistico e sensibile chiaramente percepiva un' influenza maligna a casa di Hughes, relativa alla famiglia Manson, che cercava di mitigare con enormi quantità di cocaina. Secondo Marc Spitz, nel suo libro del 2010 Bowie: A Biography, (in verità molto contestata..) era "ossessionato dalla magia occulta per raggiungere il successo e dal volersi proteggersi da forze demoniache oscure. (Spitz non è un attento in alcune parti nel suo libro, tuttavia Peter Berbegal, nel suo Season of the Witch: How the Occult saved Rock'n'Roll , sul tema generale sembra ritenerlo una fonte abbastanza affidabile). Secondo Hughes, David aveva paura delle altezze e non voleva entrare in un ascensore. Non l'ha mai usato per andare al terzo piano. Mai. Era paranoico. Bowie stesso ha dichiarato che l'effetto che aveva la cocaina sulla sua paranoia recideva qualsiasi legame che si ha con un altro essere umano. Verso la fine del 1975 stava andando a rotoli. Citando Spitz ancora: "Bowie si sedeva in casa con un mucchio di cocaina di elevata qualità, ossessionato dal libro Psychic Self-Defense di Dion Fortune (Bebergal conferma questo particolare), che descriveva come una "salvaguardia per proteggersi contro la malevolenza paranormale." Intanto pianificava Young Americans.Tra le altre cose, Bowie iniziò a disegnare pentagrammi di protezione su ogni superficie. Si sentiva incline ad andare verso le bizzarre teorie di Aleister Crowley e la fascinazione per la ricerca del Santo Graal da parte dei nazisti. Da questo scaturirono molte polemiche, incluse le accuse di filonazismo. Bowie in seguito dichiarò di aver pagato quel periodo con la peggiore depressione maniacale della sua vita. Era allucinanto ventiquattro ore al giorno. ... "Mi sentivo come se fossi caduto nelle viscere della terra. " disse.

    Cherry Vanilla, un ex dipendente della società di gestione MainMan di Bowie, conosceva qualcuno a New York, che sosteneva di essere una strega bianca. La mise in contatto con Bowie, che sosteneva di avere addosso una maledizione per cui alcune donne di colore lo incalzavano e cercavano di convincerlo a metterle incinte, e far nascere il bambino del diavolo.
    La strega bianca era Walli Elmlark, che aveva dato alcune lezioni di magia bianca presso la Scuola delle arti e delle scienze occulte sulla Quattordicesima Strada a New York, uno dei primi centri metafisici del paese, in cui si poteva prendere lezioni di qualsiasi cosa, dalle proiezione astrali all' ipnosi, alla stregoneria . Aveva anche una rubrica di gossip sulla rivista rock Circus, aveva conosciuto Jimi Hendrix ed era stata ancheuna buona amica di Marc Bolan. Un paio di anni prima, Elmlark aveva registrato un album "spoken-word" con i King Crimson di Robert Fripp, The Children Cosmic; non è mai stato pubblicato.

    (Dal secondo il libro di Sid Smith, In the Court of King Crimson..) :
    <<Era il giugno 1972, Fripp finì di registrare un album con una giornalista Wiccan, Walli Elmlark. L'album era intitolato The Cosmic Children. Un lato era costituito da Fripp e Elmlark in conversazione, in cui si delinea la sua esperienza e l'impegno Wicca. Sul lato B, lei parla con DJ Jeff Dexter su sedicenti bambini cosmici, spiriti provenienti da altri luoghi che prendono forme fisiche: Hendrix, Bolan, Bowie e Mike Gibbons, sarebbero posseduti da questi spiriti. Parlando con NME, Fripp dichiarò: "La funzione del disco è quella di raggiungere i bambini come il batterista dei Badfinger (Gibbons, ndr).>>

    Angie Bowie, moglie di David e che in quel periodo viveva lì confermò l'esorcismo che la
    Elmlark fece nella loro casa, soprattutto si occupò della piscina, che era la parte dove più spesso si manifestavano alcuni strani fenomeni.
    << A un certo punto nel rituale, la piscina ha cominciato a bollire. Gorgogliava vigorosamente in un modo che contrastava chiaramente con alcune spiegazioni che coinvolgevano filtri dell'aria o cose simili. >>


    Scrisse anche una serie di magie e incantesimi per Bowie, nel caso in cui i demoni fossero tornati. Beckley, il direttore della Scuola di New York delle Arti e delle Scienze occulte dove Elmlark aveva insegnato la descrive come segue:
    Wallie era conosciuta ampiamente come la Strega Bianca di New York. Aveva molti contatti nel mondo della musica, tanti personaggi eclettici per i quali lei faceva da guida spirituale, oltre che preoarare incantesimi d'amore, e sempre di natura positiva. Non praticava mai la magia nera o anche la Gris Gris, una forma di di "magia grigia" praticata a New Orleans, che prevede l'uso di talismani conservati in sacchetti di mojo personali. Walli era vivace, fantasiosa, energica, parlava molto bene, ed era molto attraente nelle sue fluenti vesti bianche, complete di ornamenti d'argento molto alla moda. Aveva lunghi capelli neri, con tante striscie a tinte e riflessi verdi. Era convinta di essere una di quelle anime speciali che si era reincarnata sulla terra da "altrove", in un momento molto importante nel processo evolutivo umano, e con il compito di trasmettere la luce ad altri che sono stati destinati a cambiare il mondo attraverso la musica, la letteratura e la allora filosofia emergente, la New Age.

    Vi è troppo poco su Internet per quanto concerne la persona di Walli: per una persona che ha introdotto Robert Fripp all'occulto, ha esorcizzato la casa di David Bowie si potrebbe pensare che il suo nome sarebbe stato scolpito nella storia del rock ma non sembra essere questo il caso. Ed è sorprendente. Difficile trovare foto, ed conosciuta sulla rete solo escusivamente per essere l'autrice del libro Rock Raps. Nessun necrologio, e notizie precise sulla sua scomparsa. Su un forum non accreditato si parla di.. overdose da barbiturici. L'unica cosa certa è l'impatto drammatico che la sua personalità ha avuto su chiunque fosse venuta in contatto.

    Noi invece, dopo tutte queste storie, accantoniamo le playlist faticosamente costruite ultimamente con la seconda discografia di Bowie (da Let's Dance a The Next Day, per intenderci..) e andiamo a risentirci Station to Station, accendendo qualche incenso, a tutto volume.

    STATION TO STATION

    Il ritorno dell'Esile Duca Bianco
    che lancia dardi
    negli occhi degli innamorati
    Eccoci qui, un momento magico
    Questa è l'essenza
    di cui sono intessuti i sogni
    Un suono si tende
    Dragando l'oceano perso nel mio cerchio
    Eccomi qui
    Non proietto colori, alto in questa stanza
    che domina l'oceano

    Siamo qui
    Un movimento magico
    da Kether a Malkuth
    Eccoti lì
    Guidi come un pazzo
    di stazione in stazione
    Il ritorno dell'Esile Duca Bianco
    che lancia dardi
    negli occhi degli innamorati (x2)
    Il ritorno dell'Esile Duca Bianco
    che creerà di sicuro macchie bianche

    Una volta c'erano montagne su montagne
    E una volta c'erano uccelli di sole
    coi quali levarsi in volo
    E una volta non avrei mai
    potuto essere depresso
    Bisogna continuare a cercare
    continuamente
    Oh, in che cosa crederò e chi mi farà innamorare?

    Mi chiedo chi, mi chiedo chi,
    mi chiedo quando
    Hai tentato la fortuna evasiva e schiva?
    Bevi agli uomini che ci proteggono entrambi
    Bevi, bevi, scola il bicchiere,
    alzalo alto

    RITORNELLO 1
    Non sono gli effetti collaterali della cocaina
    Penso proprio che dev'essere amore
    È troppo tardi
    – per essere riconoscente
    È troppo tardi
    – per essere di nuovo in ritardo
    È troppo tardi
    – per provare odio
    Il cannone europeo è qui

    RITORNELLO 2
    Devo essere solo uno su un milione
    Non lascerò che il giorno trascorra
    senza di lei
    È troppo tardi
    – per essere riconoscente
    È troppo tardi
    – per essere di nuovo in ritardo
    È troppo tardi
    – per provare odio
    Il cannone europeo è qui


    RITORNELLO 3
    Dovrei credere d'essere stato battuto?
    La mia faccia mostra
    qualche segno di rossore?
    È troppo tardi
    – per essere riconoscente
    È troppo tardi
    – per essere di nuovo in ritardo
    È troppo tardi
    – per odiare
    Il cannone europeo è qui, sì è qui

    È troppo tardi (5 volte)
    Il cannone europeo è qui


    È troppo tardi (ripeti all' inf.)

    1 (la Corona) e Malkuth (Il Regno) sono entrambi termini cabalistici raffigurati sull'Albero della Vita. In origine un simbolo mistico ebraico, venne poi adottato dai maghi dell'Occidente e dagli occultisti del Medio Evo. La foto sul retro del CD della Rykodisc mostra Bowie che disegna l'Albero della Vita sul pavimento (i circoli sono il Sephiroth con Malkuth in fondo vicino al fianco destro di David).
    2  White Stains è il titolo del libro di poesie pornografiche di Aleister Crowley. .






    28/04/15

    Odissea Elettronica. Prima dei Kraftwerk: 10 best '50 & '60

    Non tutto è iniziato con i Kraftwerk. I grandi album di musica elettronica degli anni 1970, Tangerine Dream, Cluster, Klaus Schulze e il resto della squadra Krautrock più le sperimentazioni dei primi Cabaret Voltaire e Throbbing Gristle e, naturalmente, il meticoloso robot pop dei Kraftwerk hanno segnato gli anni più felici per l'elettronica in musica. Ma prima? Le cose tendono a diventare un po 'più nebbiose.

    Esperimenti di musica elettronica si registrano in realtà a partire dal 1940 . Già dalla metà degli anni 1950, erano stati prodotti commercializzati e venduti LP elettronici, anche se a un pubblico abbastanza ristretto. Mezzo secolo dopo, molti di questi dischi ancora presentano un suono fantastico. Alcuni sono vere e proprie reliquie affascinanti con molto da dire all'ascoltatore contemporaneo; altri suonano incredibilmente in anticipo sui tempi.

    La carrellata che presentiamo è limitata ad album di singoli artisti, niente compilation o raccolte. I nomi più importanti, quelli forse più facilmente associati al regno della "musica artistica" - Pierre Schaeffer, Pierre Henry eil gruppo GRM; Edgard Varèse; Karlheinz Stockhausen; Iannis Xenakis; James Tenney; Alvin Lucier; Luciano Berio e molti altri - sono rispettosamente messi da parte. Allo stesso modo, sono stati privileggiati album che hanno impiegato per primi nuovi strumenti (come il sintetizzatore) mentre anche alcuni album eccezionali (come il capolavoro di Terry Riley A Rainbow in Curved Air, o il Live di Steve Reich Electric Music ) e lavori che flirtano l'elettronica con il pop vengono omessi.



    KID BALTAN & TOM DISSEVELT
    The Fascinating World of Electronic Music
    (Philips, 1959)

    Alcuni utenti canny YouTube ha etichettato una traccia da l'affascinante mondo della musica elettronica come "acid house dal 1958", facendo segnare un quarto di milione di opinioni nel processo - e, come accade, non sono troppo lontano il denaro Kid Baltan è l'alias di artista olandese Dick Raaijmakers, un teorico culturale, compositore teatro musicale, docente e tecnico, la cui uscita enorme si estende in profondità nel 2000. Tom Dissevelt, nel frattempo, ha iniziato la sua vita musicale in big band e orchestre - una situazione simile a innovatori della prima ondata, come Raymond Scott, il cui lavoro come compositore apparso nei cartoni animati Looney Tunes, e vari membri della BBC Radiophonic Workshop.Raaijmakers e Dissevelt attraversato percorsi di lavoro al Royal Philips Electronics, il laboratorio con sede a Eindhoven, che sarebbe poi sfornare le prime cassette e compact disc. Lì, la coppia ha iniziato a produrre speculativa musica pop elettronica, costruito in toni oscillatore a strati e sorgenti sonore acustiche. Le loro fatiche hanno prodotto 'Song of the Second Moon' 1957 di - una traccia propulsiva basata su trattati rumori Ondes Martenot, e probabilmente il primo disco pop elettronico mai fatto.Baltan e Dissevelt della musica di questo periodo è stato rilasciato in numerose edizioni e in diverse forme, ma l'affascinante mondo della musica elettronica è la prima versione a tirare loro fine del 1950 composizioni sotto un unico tetto. I risultati - vertiginose, pezzi elettronici cinguettio, disposti come dipinti punti divisionista con uno spiccato senso del ritmo - sono ancora assassino. Sorprendentemente, gran parte di questi sono stati prodotti anche senza alcun tipo di tastiera o synth a portata di mano. Legacy Raaijmakers 'non è stato dimenticato - Thurston Moore e Mouse on Mars sono tra quelli ad aver reinterpretato la sua opera




    02/04/15

    Rock e disco music: gli albori (della disco rock)

    Agli albori della contaminazione tra disco music e rock..

    La disco - phenomenon non aveva ancora raggiunto il suo picco, che già proliferava l’anti-disco movement.
    Ma davvero la disco era (è) una musica priva di emozione e creatività? Oggi assistiamo a spettacoli penosi: ancora c’è gente che si ostina a chiamare rock roba come l’ultimo dei Kasabian, o gli Artic Monkeys o Franz Ferdinand, quando non è altro che disco mascherata, e nemmeno di buona fattura. Eppure la disco ha una storia nobile. Come ogni fenomeno di massa, disco era una parola composita -- un tronco principale e tante ramificazioni ad allargare l’ombrello, e un giro d’affari.

    Disco significa <danza>, ma ha racchiuso anche industria discografica, riviste, stazioni radio e shows televisivi, moda. Un tempo significava un luogo autosufficiente di raccolta, di intrattenimento, ennesima combinazione di divertimento, sessualità. Un intero muovo stile di vita che aveva, ricordo bene, la sua ragione di esistere nell’arena degli anni 70 e 80, la discoteca, e piantando radici dappertutto, dal proletariato al jet-set, ed era di gran lunga <<quell’altra>>. Disco sembrava evocare in molti la dualità fra Bene e Male in musica che chiunque, per i più strampalati motivi, finisce sempre per trovare nella musica che lo circonda. La solita abitudine di mettere alcuni fra i <<buoni» ed altri fra i “cattlvi>>, laddove per buono si intende creativo, emotivo, valido, e per cattivo si intende tutto ciò che possa portare alla perdizione, qualunque essa sia. Dimenticando che generalmente Bene e Male stanno dovunque insieme – (ma tanto il critico, o quello che parla di musica.. è pur sempre un fan, e l’obiettività sempre una causa persa). Cosi, sta di fatto che tutti coloro che sono venuti dal rock videro subito la forza del male nascondersi dietro i sospiri asmatici di Love to Love You Baby e il vocione da orco di Barry White.
    La Disco é una musica platealmente distaccata da qualsiasi valore culturale, questo lo possiamo dire senza paura, la definizione più incisiva che ho raccolto è stata “musica per la persona non-pensante», e molti nel suo avvento videro in metafora perfino la decadenza ultima della società occidentale. Per i rasta, ad esempio, cioè “quelli che cercano la Verità”, la disco music é una bestemmia fatta di debolezza spirituale e vuoto religioso: il reggae è la <<vera» musica>>, che fa danzare e pensare insieme. Non sono gli unici a crederlo: in effetti, sono ancora in tanti a considerare la disco una forma di sfruttamento commerciale delle tradizioni musicali nere, e a disprezzare la sua totale mancanza di intenti non-danzerini.

    Io non sono mai stato cosi rigido da pensare che milioni di ascoltatori siano accumunati dalla piattezza del loro encefalogramma. Equivarrebbe a dire che tutti coloro che hanno un disco di Dylan siano poeti e intellettuali, e che tutti i possessori di un disco punk siano arrabbiati cronici. Ricordo anni in cui, e questo accadeva soprattutto in Italia, il “divertimento puro e semplice» era considerato come Male. Divertimento, astrazione, frivolezza, disimpegno.

    Tutto quello che rappresentava in ltalia andava sotto il nome di <<riflusso>> (anche noi abbiamo le nostre ondate).

    Negli USA degli anni '60 e ’70 , la musica assumeva spesso un significato politico sociale, e parte di quel significati era arrivato fino agli anni 80. Vennero i problemi razziali, liberazione femminile, violenza della polizia e del Governo, l'amministrazione nixoniana, il Watergate. Ora non c’è niente, nessun argomento che abbia abbastanza fascino per infiammare un nuovo movimento di massa. Ora, se ascoltate anche quelli che dovrebbero opporsi, sbraitano di famiglia, i giovani non possono costruirsi una famiglia, non possono sposarsi e avere bambini, la villetta, un buon lavoro. Queste sono le aspirazioni del nuovo millennio. Nessuno resta a casa da solo a fumare e ascoltare un disco: tutti vogliono solo divertirsi. Non c'é più gente veramente arrabbiata nel nostro paese. Abbiamo quello che vogliamo (loro ce l’hanno...), paghiamo le tasse. La gente vuole socializzare, ha bisogno di energia collettiva. Il Rock? Lasciamo perdere..


    ROCK ON DISCO
    La musica anti-disco per eccellenza è sempre stato il rock’n’roll. Alcuni hanno insultato e insultano la disco-music e poi non suonano altro che un rock ugualmente finto e presuntuoso. Ma il Rock’n’Roll ha sempre filtrato con la danza.
    Considerata solo una moda effimera, rapidamente divenne la forma musicale più popolare. Dalla <culla> statunitense invase l’Europa, sbarcata in Africa, fatto capolino in terra cinese - le foto della festa di fine d’anno '78 in un locale di Pechino sonorizzato disco» fecero il giro del mondo. Ormai non era più una febbre. “Disco” era la parola magica.

    Discoteca, disco-party, disco-dance, disco-look, disco-star, disco-film ... Flagellati dalle case discografiche e dai mass-media, molti musicisti rock iniziarono a scrivere melodie orientate su ritmi ballerini; e per molti di loro significò Ia via aperta a una nuova celebrità. Ora per tali riciclaggi e cambiamenti repentini di pelle, non bisogna assolutamente strapparsi i denti o bruciarsi la chioma nel rogo dell’hi-fi. O peggio; atteggiarsi a moralisti. La storia del rock’n’roll è lastricata di tradimenti, di riconversioni industriali, di <<venduti al dio dollaro>>, di idoli e miti trasformati nel giro di un disco in <<inutili idioti>> e <<servi sciocchi del capitalismo. Potremmo risalire addirittura al clamoroso caso di Bob Dylan.

    Quando al Festival di Newport, nel 1965, il menestrello beatnick lasciò la chitarra acustica per una Fender elettrica e rombante, il pubblico lo subissò di invettive, gridò allo scandalo. La stampa lo definì un tradimento del movimento folk. Oggi, sulle enciclopedie del rock quel concerto di Dylan viene definito come <<evoluzione>>. Quindi, rockettari credenti, attenzione al J’accuse. Due stili di musica cosi violentemente contrastanti ma ambedue motivati, a pensarci bene, dagli stessi sentimenti di alienazione e di angoscia. La musica rock e la disco-music erano in fondo due modi diversi di rispondere all’attacco di rincoglionimento della Società.
    Cosi qualcosa da spartire in fondo c’é. Artisti rock lavorarono per combinare questi due mortali nemici, prendendo il meglio dalle due forme e creando veramente una musica eccitante e originale.

    I Rolling Stones erano occupati in studio nella registrazione del loro “Black and Blue», e da questo 'album vienne estratto, “Hot Stuff», il primo 45 giri <<disco>> degli Stones. Un lavoro, venato di un clima reggae, che sposa in modo un po’ imbarazzante le sinuosità ritmiche della <<disco>> e che lascio un po’ perplessi noi gagliardi fans di Jagger e Rlichard. Ad ogni modo divenne un hit sia nelle classifiche americane di rock che in quelle <<disco>>. I Rolling Stones continuarono ad esplorare i ritmi disco, da“Some Girls» in poi, “Miss You” fu stampato immediatamente come maxi-single ad uso discoteca, oltre otto minuti di musica, dove la tradizionale sfrenatezza rockettara é stemperata da un arrangiamento e soprattutto da un missaggio prettamente stile disco, in particolar modo il basso dello alieno Bill Wyman e le percussioni di Charlie Watts. I Rolling furono forse i primi, ma poi Rod Stewart, Do You thing I’m sexy, I Grateful Dead, quelli delle vibrazioni e dell’Lsd infilarono nell’album Terrapin Station, anche loro, anche loro, un brano disco: una versione bruttina, di un vecchio classico di Martha and the Vandellas, “Dancing’in the Streets”. I Beach Boys poi fecero una versione disco di Here comes the night e Paul McCartney con i suoi Wings spopolarono con il loro primo singolo super disco, J.M. Jarre con Oxygene, di nuovo Dylan con Changing of the guards. Ma tra i prodotti più raffinati di questa tendenza da citare soprattutto Brian Ferry con “Take me to the river», nell’ album solo. Anche in “Manifesto», album della rifondazione dei Roxy Music, la vena disco era presente in molti brani. Con “Love is drug», i Roxy Music tentarono un primo appannaggio con la metrica disco. Anche Lou 'Reed volle dire la sua, e nel suo “The Bells» incise un brano disco dove ripete unicamente: “Disco-Mistic,Disco-Mistic ,... »,

    “Per ragioni di sopravvivenza», come ammise lui stesso, anche uno dei re del blues, B.B. King, sfornò un album vicino alla disco. Completamente “discotizzate” nell’ambito della black music, e con risultati straordinari gli Earth, Wind and Fire di Maurice White: tutti li conoscono ancora per l’ adorabile “September», ma ricordiamo che prima era un gruppo di R&B e soul moderno. Il i tastieristi Chick Corea, George Duke, che era stato con F. Zappa, i Weather Report (soprattutto nelibrani firmati da Jaco Pastorius eccetera. Abbiamo ricordato che “La musica anti-disco per eccellenza è sempre stato il rock’n’roll”, e nel suo periodo di massimo splendore (della disco) l’antagonista era incarnata dalla new wave. L’estrema limitatezza tecnica del punk creò un muro di diffidenza e un solco profondo, e anche la consapevolezza che ne avrebbe fatto una cosa non duratura.

    NEW WAVE ON DISCO
    Ma anche tra i gruppi della <<nuova ondata>> ci fu chi fece il “botto” nelle discoteche: i primi? I Blondie con “Heart of Glass». Brano straordinario che si giovò molto dell’immagine lecca-disco di Deborah Harry.
    Pero tra gli artisti rock, capaci di possedere una attitudine creativa verso la disco, predominano soprattutto David Bowie, Brian Eno, lggy Pop e Talkink Heads. Bowié fu uno dei primi ad usare moduli disco nel suo album piu politico in senso diretto_ “Young Americans». Sollevò molto clamore il cambiamento dell’archetipo del rock decadente inglese in un soul singer. La scelta “disco” sembrava ancora più bizzarra alla luce del tema dell’album.

    L’operazione di Bowie fu di prendere e riportare in superficie il significato implicito e sommerso della disco-music. I testi dell‘album parlano di potere, le sue origini, le sue manipolazioni, cercando di analizzare la politica come metafora di ogni relazione umana.
    Sia i Talking Heads che Iggy Pop furono stati identificati con il movimento punk. I primi come una delle band piu importanti, Iggy come uno dei padri fondatori della Nuova Ondata. Ma nessuno dei due suonava punk-rock nei convenzionali tre accordi di chitarra; ambedue, invece, cercavano di assorbire lo stile disco e soul. ll primo ad apparire sulla scena fu Iggy Pop. I dischi incisi con la sua vecchia band, The Stooges, negli anni settanta, definirono virtualmente lo stile punk; poi la band si sfasciò nel '73 divenne una di quelle oscure, mezze dimenticate figure carismatiche della cultura rock. Nel ’77 Iggy ritorna con un album prodotto da Bowie, <<The ldiot>> che divenne subito un lavoro controverso per l’uso di stilemi cosiddetti disco.

    lnfatti Iggy rileva i ritmi e gli arrangiamenti della <<disco>> per aumentare il volume della musica; L’angoscia era ancora la; ma ora era rifinita, più riflessiva, in un nuovo senso di piacere e gioia di vita. Fondamentale per decifrare l’evoluzione del rock fra le maglie della disco-music fu l’ascolto di “Before and after the science” di Brian Eno;`che ritroviamo anche come produttore dei  Devo, un altro gruppo della nuova ondata alle prese con la grammatica ritmica della <<Disco>> (la versione robotica di Satisfaction). Questi ritmi computerizzati raggiunsero nuove forme di complessità e precisione. . Disumanizzante con i Kraftwerk, il gruppo di avanguardia tedesco che raggiunse grande popolarità nel 1974 con Autobahn, prima del boom della discomania. I tratti del volto di Ian Dury erano senz’altro non indicati per invitare qualcuno su una pista da ballo, ma Sex, Drugs and R’n’R ci riuscì benissimo, insieme alla seguente Hit Me, che miscelavano cocktail di ritmi disco e sonorità.. efferate. Forse la musica dei primi anni ottanta nacque proprio dal contatto del rock con la disco-elettronica. Chissa: se si considera che sia il rock che la disco-music hanno in fondo le stesse radici: il Rhythm and Blues..