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06/06/21

Roger Waters sul brutale apartheid israeliano in Palestina






"Questo non è un conflitto ad armi pari. Quando parliamo di Gaza, parliamo di un barile pieno di pesci sul quale gli Israeliani sparano con la loro artiglieria ad alta precisione. Stanno assassinando i detenuti di una prigione a cielo aperto. E’ questo che stanno facendo. Alcuni dei detenuti cercano di controbattere in qualsiasi modo riescano e occasionalmente hanno fatto ricorso a razzi fatti in casa lanciati oltre le mura della prigione che li contiene. E non li si può criticare. Anzi, hanno un obbligo morale di resistere all’occupazione della loro terra da parte di un potere straniero. Quello di Israele è un regime di apartheid impegnato nella pulizia di tutti gli indigeni dalla terra su cui hanno messo gli occhi prima del 1948 e che da allora cercano di colonizzare. Quelli che tra noi criticano lo stato di Israele e la sua politica fatta di genocidio, apartheid e razzismo non sono antisemiti. So che la lobby israeliana è al lavoro. Ne sono stato personalmente minacciato, e non farò nomi perché è troppo delicato, ma certe persone mi hanno detto ‘Non vorremmo proprio vedere che ti succeda qualcosa Roger’. Wow, qualcuno seduto a casa mia mi stava minacciando. La lobby israeliana ha cercato di distruggere la mia carriera e so che hanno avuto influenza sui consigli di amministrazione di alcune grandi banche”.

Thank you, Roger

13/05/15

Atrocità e crudeltà a Gaza. Il tribunale Russel: Ken Loach, Roger Waters, Van­dana Shiva

Ho ascoltato tanti tipi di punti  di vista nel corso degli anni. Un mio amico appoggia l'invasione perché, "Dobbiamo farlo per salvare Israele". Un altro ha detto: "Io non credo nemmeno a Israele e al suo diritto di esistere. Non posso sostenere un paese la cui costituzione si basa sulla genetica. Hanno anche messo un simbolo religioso sulla loro bandiera ...e le persone che lottano per ottenere la loro terra sono giustificate in quello che fanno." Entrambi questi  amici, sono ebrei.

Bruxelles. Ora che è l'Isis a tenere banco nelle prime pagine dei media dedicate agli esteri, e la vigliaccata del parlamento italiano che non ha riconosciuto lo stato palestinese, ci pensa il Tribunale Russell ad accusare Israele per le offensive contro la Striscia: armi proibite e civili colpiti deliberatamente, esecuzioni sommarie e inutili devastazioni. Onu, Ue e Usa complici. Anche se in ritardo, è meglio che le conclusioni vengano ricordate, contro la totale impunità degli israeliani e per tenere alta l'attenzione nelle eventuali ripro­du­zioni delle atrocità, continuamente minacciate dal governo di Tel Aviv, che anzi, ha confermato che non ci sarà mai uno stato della Palestina e annunciato ancora colonie nelle terre a ridosso di Gerusalemme.

Ken Loach, Roger Waters, Chri­stiane Hes­sel, Van­dana Shiva, Rom Kasr­lil, Richard Falk, sono solo alcuni dei nomi digiu­ri­sti, intel­let­tuali e difen­sori dei diritti dell’uomo di pre­sti­gio mon­diale che compongono la giu­ria del Rus­sell Tri­bu­nal on Pale­stine, che ha pre­sen­tato al Par­la­mento euro­peo le con­clu­sioni del Tri­bu­nale che si è tenuto a Bruxeles sull’operazione israe­liana «Mar­gine Pro­tet­tivo» nella Stri­scia di Gaza.


23/07/14

Roger Waters: conversazioni per la Palestina

La musica, il ruolo politico degli artisti ed il suo attivismo per la giustizia nel mondo, compresa la Palestina.


Frank Barat*:
Quando hai preso la decisione di rendere così politico il tour di The Wall (che si è concluso a Parigi a settembre 2013)? E perché hai dedicato a Jean-Charles De Menezes il concerto finale?
Roger Waters: il primo spettacolo é stato il 14 Ottobre 2010. Insieme a Sean Evans, avevamo cominciato a lavorare sui contenuti dello show nel 2009. Avevo già deciso di renderlo più ampiamente politico di quanto fosse stato nel 1979/80. Non si poteva trattare solo di questo piccolo ragazzo lamentoso che non amava i suoi insegnanti. Doveva essere più universale.
Ecco perché ho introdotto al suo interno l'opera ‘fallen loved ones’ (cari caduti, ndt) (le scene mostrano immagini di persone che morirono durante le guerre), cercando di universalizzare il senso di dolore e di perdita che tutti noi sentiamo verso i familiari uccisi nel conflitto. Qualunque siano le guerre o le circostanze, essi (nel mondo non occidentale), sentono tanto la morte dei loro cari come noi. Le guerre diventano un simbolo importante a causa di quella separazione tra 'noi e loro', che è fondamentale per tutti i conflitti.
Per quanto riguarda Jean - Charles, eravamo soliti fare Brick II con tre assoli finali e ho deciso che tre assoli erano troppo, era noioso per me. Quindi, seduto in una stanza d'albergo, una sera, pensavo a cosa avrei potuto fare invece di quello. Qualcuno mi aveva recentemente inviato una fotografia di Jean -Charles De Menezes da mettere sulla parete. Ciò era nella mia testa e ho pensato che avrei dovuto cantare la sua storia. Ho scritto quella canzone, l'ho insegnata alla band, e questo è ciò che abbiamo fatto.

FB: Un sacco di artisti direbbero che il mescolare arte e politica é sbagliato. Che il loro obiettivo é solo quello di intrattenere. Cosa vorresti dire a queste persone?
RW: Beh, si dovrebbe dire che é divertente, perché ho appena finito ieri il testo di un nuovo brano che sarà uno dei miei nuovi album. Si tratta di un anziano dell'Irlanda del Nord che, insieme al nipote, parte alla ricerca della risposta alla domanda: "Perché uccidono i bambini ?", perché il bambino é davvero preoccupato . Proprio alla fine di esso, ho deciso di aggiungere qualcosa. Nella canzone, il bambino domanda al nonno: "É vero?" E il nonno risponde: "No, non possiamo terminare su questa nota, dammi un'altra nota". Inizia una nuova canzone e il nonno fa un discorso. Dice: "Viviamo su un minuscolo puntino in mezzo ad un fottuto sacco di niente. Ora, se non sei interessato a tutto questo, se sei uno di quelli che dicono "Roger, amo i Pink Floyd , ma odio la vostra politica del cazzo", se credi che gli artisti dovrebbero essere muti, asessuati, simili a cani che annuiscono e scodinzolano senza meta nella vita, faresti meglio ad andare al bar ora, perché, il tempo continua a scivolare via." Questa é la mia risposta alla tua domanda.

03/12/12

Quando Arafat infiammò l'Onu e l'intervento di Roger Waters al palazzo di Vetro

La vendetta isrealiana è scattata puntuale, feroce. Il governo ha approvato, dopo lo storico voto al Palazzo di Vetro che giovedì sera ha accolto alle Nazioni Unite la Palestina come stato osservatore, la costruzione di tremila nuovi alloggi per i coloni, praticamente tagliando la Cisgiordania in due, nord e sud, e minaccia altre terribile rappresaglie,come la revoca dei documenti ai palestinesi di Gerusalemme e il congelamento dei fondi provenienti dalle tasse pagate dai lavoratori palestinesi al governo isrealiano.


Quando YASSER ARAFAT infiammò l'ONU

 L'Assemblea generale dell’Onu decise, per la prima volta, dal 1952.di discutere in forma solenne la questione palestinese e invitò l'OLP a parteciparvi in qualitià di rappresentante del popolo palestinese. Quel culnine era stato opportunamente preannunciato. Nel 1947 la Francia aveva votato per la suddivisione; divenendo uno dei più fedeli amicidi lsraele nei prmi anni della sua esistsenza. Ma quando, nell’ottobre 1974, il suo ministro degli esteri, Jean Sauvagnargues  si recò in visita ufficiale in Libano, si sentì in dovere di fare colazione con Yasser Arafat. In seguito, pare avesse confidato che Arafat  stava acquisendo  la "statura di uno statista"; era un “moderato» che rappresenta, incarna, le aspirazioni dei Palestinesi.   Quel pasto‘ intimo, consumato nella residenza dell'ambasciatore francese, iniziò e fini con  l’accompagnamento dei boati sonici dei caccia israeliani che sorvolavano la cittià.. a quanto pareva in un gesto di  stizza per quello che equivaleva al primo riconoscimento da parte di una"potenza occidentale" . Pochi giorni dopo ci fù "un banchetto di nozze per i palestinesi".