28/02/18

Musica sullo scaffale


Di musica "scritta" abbiamo già parlato, seguire le etichette Libri e Musica e Rock Writers. Spesso si afferma che la scrittura musicale è messa in pericolo da vari fattori, ma crediamo che ci sono dei libri in grado di soddisfare i più accaniti fan, maniaci e cultori di musica. 



Pete Townshend, Who I am
La storia degli Who arricchita con le sue vicende personali. La versione italiana, edita da Rizzoli, conserva il titolo originale, Who I am: quasi 500 pagine di curiosità e aneddoti, che offrono parecchi spunti di riflessione sul rock, sull’arte, sul rapporto tra una rockstar e il suo pubblico. Lo stile narrativo un po’ freddo, sembra più una narrazione di vicende in stile giornalistico, Pete cronista, anziché il protagonista. Ma assolutamente da leggere.



Talking to Girls About Duran Duran: (One Young Man's Quest for True Love and a Cooler Haircut) Parlare con le ragazze dei Duran Duran, Rob Sheffield.
Un grande fan dei Duran Duran, giornalista Rolling Stone, Rob Sheffield, ha deciso di rendere un tributo alla band preferita, e che più di tutte è sinonimo di anni '80. Il libro è' una sorta di condivisione di storie durante la crescita a Boston e di come abbia imparato tutto sulle ragazze, circondato da donne forti e intelligenti.
<<“Parlare con le ragazze dei Duran Duran”, cosi’ ho trascorso tutta la mia vita! E mi stupisce sempre di quanto sia grande questa band e quanta lealta’ e contemporaneamente, quanta ferocia ha ispirato nei loro ascoltatori. Mi hanno insegnato molto sulla musica: senza di loro non avrei mai sentito parlare di Kraftwerk e Visage, Chic e Roxy Music...>>

27/02/18

Dopo Kathy Acker: una rivoluzionaria che non ha inventato niente ma ha cambiato tanto.


Kathy Acker (1947-1997) nasce a New York e studia all’università di San Diego con Herbert Marcuse. All’inizio degli anni Settanta torna a New York ed entra nell’ambiente artistico newyorkese con la pubblicazione di Politics. (1972). lnfluenzata da William Burroughs, dai poeti delle Black Mountain e dai teorici del decostruzionismo, aderisce presto all’estetica punk nella quale riversa le proprie idee su letteratura ed identità. Pubblica il primo romanzo, Blood and Guts in The High School nel 1978. Trasferitasi a Londra a metà degli anni Ottanta, scrive Empire Of The Senseless, forse il suo capolavoro. ll ritorno negli Stati Uniti la vede scrittrice affermata e riconosciuta esponente dell’avanguardia. Pussy King Of the Pirates (1996) è l’ultimo romanzo pubblicato prima della morte di cancro. Per un’analisi dell’opera e i rapporti dell'autrice con l’opera di Burroughs, e con il post-moderno americano in generale, si può vedere R. Gramantieri, G. Panella, Ipotesi di complotto, Solfanelli, Chieti 2012. 

La sua scrittura ci dice che è possibile dire la verità attraverso milioni di bugie. La sua verità, stando a Chris Kraus, che le ha appena dedicato una biografia, ( After Kathy Acker) è che la scrittura serve a riassestare un equilibrio quando gli equilibri sono sbagliati. Nel suo caso, l’equilibrio era sbagliato quando non le garantiva abbastanza amore e attenzione: noncurante ebrea ricca di famiglia, tacciata di essere una puttana già a quattordici anni, fidanzatina precoce di uomini affermati della scena newyorchese, arcinemica di tutte le ragazze di cui intuiva un talento solo per dedicare loro ricordi e pagine per tutta la vita, Acker voleva essere amata e aveva bisogno degli altri. Il suo modo di creare cesure nei rapporti era per chiedere di più, molto di più.

23/02/18

Tokyo, la metropoli cyberpunk di Tom Blachford

È buio, ma la città è illuminata da una strana luce al neon: fa sembrare che gli edifici pesanti di uno skyline infinito brillino dall'interno - proprio come una scena di Blade Runner, iconico film del 1982 di Ridley Scott. In realtà questa città è Tokyo nel 2017, vista attraverso l'obiettivo del fotografo Tom Blachford, australiano di Melbourne. Blachford, fotografo di architettura, ha trascorso sei notti a illustrare la capitale giapponese dalle 21:00 alle 5 del mattino per la sua nuova serie Nihon Noir, che è stata sponsorizzata dalla società di birra Asahi.

"Ho visitato Tokyo per la prima volta nel 2013 in un viaggio con mio padre e sono rimasto colpito da un'inspiegabile sensazione: essere stato trasportato in qualche modo nel futuro, o in una dimensione parallela", ha dichiarato in una intervista fatta via email a Co.Design.
"Tokyo è senza dubbio uno dei migliori esempi di metropoli cyberpunk della vita reale".
La serie cattura perfettamente questo ethos, in particolare attraverso l'attenzione di Blachford per l'architettura futuristica, come il cilindrico Shizuoka Press and Broadcasting Center o l' audace quartier generale della Fuji TV, che assomiglia molto alle gigantesche impalcature create dell'architetto Kenzo Tange.
Blachford afferma che lui e il suo videografo Andrew Englisch sono affascinati da Blade Runner, in particolare dal lavoro visionario di Syd Mead, designer e disegnatore statunitense, "futurista visuale", noto per le opere create come concept artist in numerosi film di fantascienza prodotti negli anni ottanta e novanta. Tra i titoli celebri, si ricordano Blade Runner, Tron, Aliens - Scontro finale ed il primo film di Star Trek. 

"Nei tempi morti tra le riprese, abbiamo divorato tutto ciò che abbiamo trovato su di lui e siamo diventati ossessionati dalla sua logica e dalle previsioni che sono dietro i suoi progetti per i film, in particolarele sue idee sulla densità urbana, l'aumento della popolazione e su come le città si sarebbero evolute".

Il fotografo fa riferimento a come i disegni di Mead riflettono ambienti urbani affollati di insegne al neon, ologrammi e pubblicità gigantesche, un'infinita Times Square cyberpunk. 
Blachford si è anche rivolto alla musica del film durante le riprese notturne.
"Durante il lavoro di riprese abbiamo usato la colonna sonora per tenerci ispirati".

Un'immagine della serie è addirittura intitolata "Deckard's Den" in riferimento al protagonista del film. Blachford ha fatto di tutto per ottenere al meglio le foto che voleva. Per catturare l'edificio Nagakin Capsule, ha convinto una squadra di operai delle autostrade per utilizzare le loro attrezzature (tipo un sollevatore per gru) in modo da poter ottenere gli scatti giusti e conferire alle immagini una finitura surreale. Il risultato sono della splendide fotografie ricche di colori e texture, nonostante l'oscurità della notte. C'è un motivo per cui tutte le immagini si concentrano così pienamente sull'architettura, senza la presenza di esseri umani:

"Adoro l'architettura, non solo perché sono ossessionato da come un edificio possa agire come una scultura in sé, ma anche per disfare le nostre idee sui muri, sulla proprietà privata e su cosa significa essere un estraneo", afferma Blachford. 
"Penso che tutto il mio lavoro sia concentrato per creare un palcoscenico privo di umani per permettere alle persone di scrivere le loro storie e i propri drammi dietro le mura e considerare cosa si debba guardare all'esterno del proprio edificio".
Spera di trasformare la serie in una mostra e in un libro il prossimo anno, e tornare in città in modo da poter aggiungere altre immagini alla serie.

"Tokyo per me è il futuro, in molti modi. Cammino con gli occhi spalancati e la bocca aperta, scuotendo la testa per quanto possa essere pazza a volte" ..
 










 

18/02/18

Don Letts: Playlist e intervista

Playlist e interviste che esplorano la sottocultura britannica: Don Letts


 


Nome
Don Letts

Cosa fai?
È come chiedere a Marlon Brando nel film The Wild One: "Contro cosa ti stai ribellando "?

La mia occupazione principale è quella di regista, ma ho anche uno show settimanale su BBC 6 Music insieme a DJ di livello nazionale e internazionale.

Descriveresti meglio il tuo lavoro?
Un misto di piacere e dolore, ma mi piace quello che faccio, quindi immagino di essere un vincitore.

Di dove sei?
Nato a Brixton - cresciuto a Londra - vivo a Kensal Rise. Sono come appare questa città!

Descrivi il tuo stile in tre parole?
The Rebel Dread

Un film che ti piacerebbe avere diretto?
"The Harder They Come", di Perry Henzell, ha aiutato a far conoscere il reggae in tutto il mondo e mi ha ispirato nel diventare un regista.

Puoi passare un'ora con un personaggio storico- chi sarebbe?
Barack Obama - come primo presidente afroamericano la sua importanza per le persone di colore a livello globale è impossibile da sottovalutare.
La canzone correlata deve essere: "Funky President" di James Brown.

Quali musicisti britannici hanno influenzato il tuo approccio alla vita?
Joe Strummer, Linton Kwesi Johnson, Ari Up.
 

La più grande eredità per la sottocultura britannica?
Ovviamente il Punk - perché era una sottocultura completa e non solo "un'elegante" colonna sonora. Era un atteggiamento che ha ispirato scrittori, poeti, artisti grafici, fotografi, stilisti e sì, cineasti! La canzone correlata è tra 'Anarchy in the UK' dei Sex Pistols  e 'Complete Control' dei Clash's

 La prima canzone che hai suonato in ripetizione?
Il primo singolo che ho acquistato è stato 'Penny Lane' b / w 'Strawberry Fields', dei The Beatles - uscito nel 1967 quando avevo solo 11 anni. Sono stato un grande fan dei Beatles da bambino, -letteralmente un 'Apple Scruff'.

Un disco che avresti conservato per sempre?

L'album di Marvin Gaye e il brano "What's Going On" pubblicato nel 1971 - è tanto rilevante ora come lo era quando è stato pubblicato e, proprio come Marvin, voglio ancora sapere "cosa sta succedendo"?

L'album che definisce la tua adolescenza?
"Natty Dread" di Bob Marley, pubblicato nel 1974, è atterrato quando finalmente ero in piedi da solo.

Un testo che più ti ha ispirato?
"Se senti di non avere alcun motivo per vivere- non determinare la mia vita" '

Da "Born For A Purpose" di Dr. Alimantado

Il miglior concerto che hai visto?
Il primo live a cui ho partecipato è stato quello dei Who al The Young Vic di Waterloo nel '71, avevo quindici anni. E' stata l' introduzione a un universo alternativo e da allora ho vissuto lì . Vedere Bob Marley e i Wailers al Lyceum nel 1975 è stato un altro evento cruciale: dopo quello spettacolo sono stato un uomo nuovo. I Sex Pistols dal vivo al The Nashville, anche questo un momento fondamentale, come vedere The Clash suonare diciassette spettacoli (back to back) al Bonds Casino di New York durante l'estate del 1981.

Una canzone che avresti voluto aver scritto?
Flaming Lips- "Do you realise??"

Quattro nuove canzoni che non puoi smettere di suonare adesso?
Dispute - The Frightnrs
Suddenly - Drug Dealer, ft. Weyes Blood
Caution - Damian Marley
Lying has to stop - Soft Hair

FredPerry






15/02/18

Cats Cover, magnifici gatti nelle copertine dei dischi

Noi amiamo i gatti, lo sapete. Internet ama i gatti. Lo sappiamo tutti. E' Alfra Martini, alias Asymvisuals, l'artista digitale che deciso di ritoccare le cover di alcuni album musicali, sostituendo musicisti e oggetti presenti nelle copertine con dei magnifici.. gatti. In alcuni casi il risultato è davvero esilarante. Abbiamo scelte quelle che riteniamo più divertenti, con immagini giocose di felini mai viste prima e che ci renderanno la giornata sicuramente più leggera.
 
click per ingrandire
 






















 

13/02/18

American Junkie

Tom Hansen era poco più che un ragazzo quando, dopo un passato da skater semi-professionista, mette su la prima band a Seattle, nella culla in cui sta per esplodere il grunge. Ma Tom non sfonda nella scena musicale, mentre è quasi naturale il suo ingresso nel mondo della droga e dell'eroina in particolare. In breve tempo diventa il pusher più ricercato nel giro punk/grunge della città: a lui ricorrono star del calibro di Mark Lanegan, ancora con gli Screeming Trees, Kurt Cobain, Layne Staley, Mark Arm dei Mudhoney e Duff McKagan ex Guns n’Roses, Velvet Revolver. Arrivano i soldi, tanti soldi, ma anche la tossicodipendenza, di quelle feroci. Tom è una specie di rockstar degli spacciatori, il business arriva a fargli maneggiare milioni di dollari, poi, come sempre, la caduta. La dipendenza lo mina nel fisico, la polizia gli sta alle costole. Dopo aver sfiorato la morte, la riabilitazione. Tra mille difficoltà inizia a scrivere, fino a pubblicare American Junkie, libro mai pubblicato in Italia e quasi introvabile perché uscito fuori produzione. Pubblichiamo uno stralcio, dopo che ci sono voci di  trattative con un altro editore per una nuova stampa del libro in tutto il mondo.


09/02/18

Hunter S. Thompson, i migliori 10 album degli anni '60

"Mi dispiace che tu pensi che la musica non sia nei miei interessi. Perché lo è stata sempre stato e perché ne ho scritto: penso che in questi ultimi anni la musica sia la Nuova Letteratura, che Dylan è la risposta degli anni '60 a Hemingway e che la cultura e la voce principale degli anni '70 sarà su dischi e videocassette anziché sui libri."

Questa è uno stralcio della lettera che Hunter S. Thompson, scrittore, giornalista d'assalto, inventore dell' inimitabile "giornalismo gonzo" scrisse alla fine del 1970 al redattore di Rolling Stone John Lombardo. Thompson smentì così le affermazioni secondo cui il suo apprezzamento artistico si estendesse solo alla parola stampata. In questa stessa lettera, raccolta nel suo secondo volume di corrispondenza "Paura e dispiacere in America", Thompson incluse un elenco dei migliori album rock" degli anni Sessanta, "perché gli anni '60 in qualche modo, sono la ripetizione degli anni '20; I paralleli sono troppo grossolani perché gli storici possano ignorarli ".

L'elenco, molto interessante perché ci svela la competenza e i gusti del grande scrittore americano, non è attribuito a Thompson in senso stretto, ma a "Raoul Duke", il suo alter-ego in Paura e disgusto a Las Vegas, che verrà pubblicato l'anno successivo.
Nella lettera, Thompson si lamentò della difficoltà che si incontra quando ci sono delle liste da stilare, (chi è avvezzo a compilare delle playlist di qualsiasi genere sa di cosa si parla..) e del poco tempo avuto a disposizione per le scelte, cercando ancora di convincere Lombardi.
"Anche in questo momento mi vengono in mente 10 altri album che avrei potuto aggiungere ... ma che cazzo, è solo un'idea scoraggiante."



  • Herbie Mann’s 1969 Memphis Underground (“which may be the best album ever cut anybody”)
  • Bob Dylan’s 1965 Bringing It All Back Home
  • Dylan’s 1965 Highway 61 Revisited
  • The Grateful Dead’s 1970 Workingman’s Dead (“the heaviest thing since Highway 61 and ‘Mr. Tambourine Man'”)
  • The Rolling Stones’ 1969 Let it Bleed
  • Buffalo Springfield’s 1967 Buffalo Springfield
  • Jefferson Airplane’s 1967 Surrealistic Pillow
  • Roland Kirk’s “various albums”
  • Miles Davis’s 1959 Sketches of Spain
  • Sandy Bull’s 1965 Inventions




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    07/02/18

    Grace Slick, my love

    "Una pillola ti rende più grande e una pillola ti rende più piccola ..."
    Sono stato innamorato di Grace Slick. Da ragazzo un'autentica infatuazione. La gente non capiva quando, ai tempi di MySpace, si poteva sfoggiare sulla propria pagina le amicizie con i musicisti preferiti: sulla mia, insieme alla totalità di gruppi punk, new wave e elettronica, spiccava il viso giovane e angelico di Grace, con i suoi occhi viola scuro, come quelli di Elizabeth Taylor.
    Le cronache ce la raccontano come l'amante di Jim Morrison, l'amica fedele di Janis Joplin. Arrestata più volte di Lemmy dei Motorhead, che ha assunto droghe quanto e forse più di Keith Richards.

    Io non l'ho letta, ma si dice che la sua autobiografia, Somebody To Love? A Rock and Roll Memoir, sia uno dei racconti più divertenti di tutta la stravaganza psichedelica della West Coast e della Summer of Love mai scritta.

    Nell'estate del 2016, questa traccia vocale "White Rabbit" - probabilmente la canzone più famosa di Jefferson Airplane e sicuramente una delle dieci migliori canzoni psichedeliche della fine degli anni '60 - è comparsa su YouTube. Anche se non sappiamo di preciso di chi sia il merito, siamo grati che quest'autentica perla sia su Internet a disposizione di tutti..

    Intrisa di eco, Grace Slick canta con precisione marziale, controllando completamente il suo vibrato con continui up/down nella scala vocale conosciuta come scala spagnola o gitana. La canzone fu scritta nel 1965 dopo un viaggio con l' LSD nella sua casa nella contea di Marin, dove Slick aveva ascoltato Sketches of Spain di Miles Davis più e più volte nell'arco di 24 ore. (Ascoltare Solea di Davis per avere un idea). La sua collaborazione con gli Airplane non era ancora iniziata e la prima versione fu incisa con una band chiamata The Great Society, versione che però non rende giustizia alla canzone.
    Dopo che la traccia vocale è stata caricata in rete, non c'è voluto molto tempo prima che fosse remixata in svariate versioni: questa sotto è un una delle più valide, secondo il mio parere.








     

    06/02/18

    Altered Carbon, l'avvincente ritorno del Cyberpunk

    Una macchina volante con le insegne della polizia attraversa un paesaggio urbano ottenebrato, luccicante nelle sue sgargianti insegne al neon, mentre molto più in basso, sotto una pioggia infinita, una colorata folla multiculturale si aggira tra bazar e chioschi esotici, arricchiti da ologrammi di ogni genere. In un oscuro rifugio, un investigatore scorre filmati, vitali per risolvere un suo grande caso, istruendo verbalmente un computer nella speranza di ottenere informazioni e verità..


    Altered Carbon

    Quando mi sono ritrovato davanti a queste scene, ho pensato che non era un futuro alla Black Mirror, ma che sì, era stato girato un vero nuovo sequel di Blade Runner, finalmente degno del capolavoro di Ridley Scott.
    Invece si tratta di Altered Carbon, lussuoso adattamento in dieci episodi di Netflix del romanzo fantascientifico del 2002 di Richard K Morgan, Bay City, una distopica tecno-storia cyberpunk, che per niente cerca di nascondere i richiami all'affascinante futuro noir di Ridley Scott o del suo monumentale e deludente sequel del 2017.

    03/02/18

    Agent of Change , dal Regno Unito un principio di civiltà.. musicale

    Il governo britannico ha detto che vuole trasformare in legge il principio conosciuto nel Regno Unito come “Agent of Change”, che prevede che la persona o la società responsabile di un cambiamento urbanistico abbia la responsabilità di adattarsi al contesto locale. È un principio sostenuto principalmente dalle associazioni che rappresentano i locali di musica dal vivo, perché nella pratica significa che se viene approvata la costruzione di un nuovo condominio residenziale vicino a un locale in cui si fanno concerti, per esempio, il progetto deve prevedere una forma di isolamento acustico, in modo che non sia il locale a dover chiudere per le lamentele dei nuovi residenti. Vale anche al contrario: se un locale adibito a concerti vuole aprire in una zona residenziale, deve assicurarsi che il livello di emissioni sonore non aumenti.

    Il principio, che è stato promosso da un’attiva campagna a cui hanno partecipato tra l’altro Nick Mason dei Pink Floyd, Billy Bragg e Glen Matlock dei Sex Pistols, ha l’obiettivo di tutelare i locali notturni e che fanno musica dal vivo nel Regno Unito, che negli ultimi anni hanno chiuso in massa. Soltanto a Londra hanno chiuso il 50 per cento delle discoteche negli ultimi cinque anni, e dei 430 locali da concerti attivi nel 2007, nel 2015 ne erano rimasti aperti solo 245, secondo i dati riportati da BBC. Tra i più famosi locali di Londra ad avere chiuso recentemente ci sono il Passing Clouds, il Public Life, il Dance Tunnel e il Coronet. Secondo MusicWeek, nel Regno Unito ha chiuso il 35 per cento dei locali da concerti negli ultimi dieci anni. C’entra in parte un minore interesse generale per la musica dal vivo, ma in moltissimi casi i locali – che possono essere anche discoteche – hanno chiuso per le lamentele sul rumore notturno sporte dai residenti.

     
    A negoziare con il governo per l’approvazione del principio dell’Agent of Change è stata UK Music, un’associazione britannica che rappresenta il settore discografico e della musica dal vivo. Il deputato laburista ed ex ministro John Spellar aveva già presentato una proposta di legge al riguardo, ma non ce n’è stato bisogno, perché il governo ha deciso di accogliere le richieste. Sajid Javid, ministro per la Casa, che si occupa quindi delle politiche abitative nel Regno Unito, ha detto: «I locali di musica dal vivo hanno un ruolo fondamentale nelle nostre comunità, aggregando le persone, contribuendo alle economie locali e sostenendo la cultura musicale tra le persone. Ho sempre ritenuto ingiusto che spetti alle sale da concerto più vecchie risolvere i problemi legati al rumore, quando le imprese decidono di costruire nei paraggi. (…) Sono lieto di avere l’opportunità di riparare a questo torto, e dare più serenità a chi si trasferisce in una nuova proprietà».

    Tra quelli che si sono complimentati con il governo britannico c’è stato anche Sadiq Khan, sindaco di Londra e avversario politico dei conservatori, che ha scritto su Twitter di essere lieto che il principio che lui aveva già messo nel suo programma elettorale sarà applicato a tutto il paese.
     
     
    MusicWeek/Post
     
     
     

    Trump Muzik






    01/02/18

    My Best of: TV On The Radio

    "Se ascolto le pop-radio , non mi sento come se dovessi sfrecciare su una motocicletta o farmi di qualche droga o combattere un poliziotto. Mi sento come se dovessi comprare le candele alla vaniglia. Prima era sesso, droga, rock'n'roll. Ora è caffè, e-mail, e rock'n'roll. E presto, sarà fibre, massaggi naturali ... e rock'n'roll."

    Mi stavo proprio chiedendo perché su questo blog non si era ancora parlato dei TV on the Radio, band con sede a Brooklyn e Los Angeles, nell'underground uno dei più acclamati gruppi art-rock degli ultimi dieci anni. Intrecciando chitarre indie, voci soul moderne, trip-hop, elettronica, e influenze jazz, in  mix vorticoso di generi musicali, il loro suono è unico, inequivocabilmente cool. Con l'acclamazione da parte della critica e con un seguito magari non popolarissimo ma di culto, sono arrivate amicizie enormemente influenti, e a noi particolarmente.. care: uno dei sostenitori di lunga data è stato il compianto Bowie, definito da David Sitek come l' Obi-Wan Kenobi della band. (Lo troviamo in  Province, contenuto in Return to Cookie Mountain, secondo album). C'è poi il nostro amato Peter Murphy dei Bauhaus, che si esibisce spesso con il gruppo dal vivo.
    Nel 2011, colpisce un po' tutti la morte del bassista Gerard Smith.
    La mancanza di immaginazione degli artisti odierni commerciali, in questa atmosfera di festa perpetua in cui si finge che tutto sia meraviglioso, ma dove realmente e inevitabilmente poi si piange di notte, TV on the Radio è un turbinio di aria fresca, creatività, e con uno strato di credibilità che resiste nonostante il decennio ormai sulle spalle...
    Seeds del 2014 è un disco meraviglioso, che da solo avrebbe meritato una playlist.

    My Best TV on the Radio