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19/11/14

Siamo tutti prostitute. Il Pop Group

Il capitalismo è la più barbara di tutte le religioni -
Quante volte l'abbiamo detto: la musica può influenzare i nostri stati d'animo e le nostre emozioni, può risollevarci da un' altra giornata di merda, facendo un lavoro senza senso, ascoltando in giro musica stronza: tutto questo ancora una volta ha prosciugato il nostro entusiasmo e il nostro impegno verso il resto della razza umana.
Così, di sera, tornando a casa dal lavoro, dopo il solito giro di frequenze dove non c'è niente che si possa connettere con me, solo chiacchere e rumore, decido per Y del Pop Group. Ho sempre amato questo disco: inquietante, arrabbiato, proprio come mi sento io adesso. Ascoltandolo, mi sento meglio, quasi ispirato. E non me la prendo quando penso del perchè i miei colleghi urlano in preda al terrore, quando ho cercato di fargli ascoltare il disco. E del perchè ancora, risulta praticamente sconosciuto, nessuno ha mai sentito parlare del Pop Group. Ho comprato Y quando ero molto giovane, in un periodo in cui molti giovani hanno rischiato, sfiorato una deriva politica molto pericolosa..

Il 1979 fu uno spartiacque. I Sex Pistols erano spariti, i Clash pubblicavano un disco che di fatto non era punk, e la comunità vacillava per la crescente appropriazione del movimento da parte delle grandi case discografiche, con i sogni di vendita delle di T-shirt di "Anarchy in the UK" a tutti. Il Pop Group era la musica giusta al il momento giusto. Urlavano di ingiustizia e di frustrazione, sputavano disgusto su un mondo che non comprendavamo, e la loro musica un mix di dub, funk, bassline e jangle caotico, ispirata da Rimbaud e Burroughs, Ornette, Last Poets, James Brown, Can e John Cage, era il tentativo di superamento di uno stallo musicale in cui il Regno Unito era precipitato dopo l'eplosione e la fine del punk.

Y, fu il grande debutto del Pop Group, prodotto dalla "leggenda" dub Dennis Bovell; una band che era stata ispirata dal punk rock, ma che al tempo stesso era in aperto dissenso/disprezzo con quello che ne era rimasto. L'album è stato finalmente e un pò vergognosamente riedito su CD nel 1997, anche se il vinile originale era un fantastico e potente collage con i loro testi e varie immagini agghiaccianti del tempo (dalla tragedia Cambogiana al Vietnam, gli scontri razziali in UK e le atrocità nella questione irlandese). Ascoltandolo adesso, mi rendo conto che i suoi temi, i suoi ritmi, il suo senso di rabbia, la disperazione e la frustrazione che lo caratterizzano.. sono senza tempo, e assolutamente non suona datato; nonostante le sue dichiarazioni d'intendi, non è "deprimente": <<Perché gli eroi muoiono sempre in battaglia / Prendete il violino, siamo esuli>>.
"Y" è un trattato; un esercizio di filosofia, la civiltà occidentale come la conosciamo. Ispirava paura? Sì, una specie di paura. Forse è per questo che nessuno comprò il disco quando fu pubblicato.

Oggi il Pop Group, per bocca di Mark Stewart, ha  più volte annunciato di essere in studio a registrare materiale nuovo, ma come primo passo di questo ritorno hanno optato per il ritorno sul mercato di “We Are Time”, raccolta di rarità e inediti che uscì poco dopo lo scioglimento della band, nel dicembre del 1980..