Seduto sul letto del Moonlight Motel, Jeffrey Lee Pierce posò la pistola del suo Club vicino ai soldi. E attese con la televisione accesa. Come un fantasma della sconfitta americana che guarda le sue vittime disseminate sull’autostrada del blues.
“Oh el Diablo, why did you spend your life in California? Avrei dovuto avvertirlo. Non c’è piu nessun posto dove andare, ma solo cadere finiti. Non puoi mettere le mani sotto la pistola correndo. Non quando non sei piu giovane. Ok Jack Daniels, sento la tua voglia. So che hai fatto del tuo meglio, anche se tu non l’hai pensato. Vorrei che lo avessi saputo prima di sentire l’ultimo sparo. Sai, non è un peccato quel piccolo distintivo di latta. Solo un momento. Cosi triste aver amato invano. I miei compagni persi in battaglia”
(Under The Gun - For Jeffrey Lee Pierce, Blondie, 1999).
Romi Mori si sentiva la vedova nera del punk-blues, infilando l’anello di matrimonio al dito di Nicholas “Nick” Sanderson. Quando la cerimonia fu finita, si adagiò vicino a lui e aspettò. Ci vollero solo due lunghissimi giorni. L’8 giugno del 2008, l’ex batterista inglese degli americani Gun Club (ed ex Clock DVA, World Of Twist, Preeheat, Earl Brutus e conducente di treni sulla linea Londra-Brighton) tirò l’ultimo respiro dai suoi polmoni esplosi dal cancro e dal voodoo. Mentre lei gli teneva forte la mano e si struggeva nel rimorso e nella paura della maledizione di Jeffrey Lee Pierce. Guardando al passato della band dove aveva suonato il basso, Romi non vide che un campo dopo la battaglia con le vittime al suolo perforate dai proiettili sparati dal Gun Club, senza sbagliare mai mira. Il primo a cadere, ucciso dalla pallottola dell’eroina, fu Rob Ritter, che un giorno imprecisato del 1991 morira a New York, tornato al nome di Rob Graves e con Dinah Cancer nei 45 Grave, e al death e ghoul rock per Only The Good Die Young del 1989. Intanto faceva il road manager della band dell’ex compagno dei 45 Grave (ed ex Germs) Don Bolles, col quale aveva dato vita anche ai Silver Chalice e ai Celebrity Skin provocando la seconda morte dei 45 Grave. Courtney Love, sua amica, gli dedicherà il disco delle Hole Pretty On The Inside.
Lo seguirà, il primo aprile del 1992, Nigel Preston, batterista in tour coi Gun Club, e prima nei Theatre of Hate, nei Sex Gang Children e nei Cult, ammazzato pure lui da quell’eroina portata nella band californiana dalla dannazione di Jeffrey Lee Pierce. Adesso era toccato a chi gli aveva rubato la donna spingendolo al suicidio diluito nel solito alcol, nella sua solita droga.