26/04/14

The Clash: il bliz americano


Time Magazine, che di abitudine offriva spazio alla musica solo in rari casi, definì il loro primo breve tour americano un mini-blitz. Una breve tournée, in effetti (dieci giorni, sette città), che era nell’aria come una promessa di nuova energia nel sempre più morbido mondo del record business. Mentre il tour cominciava nella tanto ironizzata California (ormai un bersaglio fisso per tutti i new wavers inglesi insofferenti della sua pacifica rilassatezza), i reportage lo definivano con parole piene di elettricità e rivelazione. L’ultima serata, al Palladium di New York, era destinata già in partenza alla gloria-ultimo assalto vittorioso di una crociata rock’n`roll che lasciò decisamente il segno. Quando la sacra insegna calò sulla cena - una bandiera cosmopolita che non lascia dubbi sulle intenzioni del gruppo - non una persona rimase seduta: una delle rare volte di una audience già in estasi prima ancora dell’inizio. Un trionfo. Una totale dedizione di entrambi, critica e pubblico americano per il gruppo più rappresentativo della new wave inglese dopo il <<suicidio>> dei Sex Pistols. Rifletteva il momento, e rifletteva la necessità di contrapporre al Disco-power (e al suo fratello di vendite, il formato morbido di easy-pop) qualcosa che poteva ancora riconoscersi, e dare nuovo senso e vigore, allo spirito del rock’n’roll. The Clash, lo Scontro.

25/04/14

Ostalghia: Ddr in Rock

"Ostalghia" - Un sentimento struggente

<<Nella DDR, Repubblica Democratica Tedesca, c’erano posti di lavoro per tutti garantiti dallo stato, per i bambini i cui genitori lavoravano entrambi c’era l’asilo nido gratis, le famiglie ricevevano un’abitazione il cui affitto era basso ed i beni di prima necessità costavano poco (vedi le patate ed il pane); inoltre primeggiavano nello sport (ottennero buoni risultati alle Olimpiadi) e nella tecnologia. L’ex DDR era quindi il gioiello che il mondo comunista ostentava all'occidente. Secondo un sondaggio del quotidiano tedesco ‘Berliner Zeitung‘, del 2009, il 49% degli ex abitanti della Germania Est afferma che ‘la Ddr aveva più lati positivi che negativi. C’era qualche problema, ma si viveva bene’; un 8% invece sostiene che ‘la Ddr aveva soprattutto aspetti positivi. Si viveva più felici e meglio di quanto si fa oggi nella Germania riunificata’. >>
Ostalghia allo stato puro.

Quindi, l'acquisita libertà non porta necessariamente con sé un miglioramento delle condizioni di vita per i cittadini dell'ex DDR: la nostalgia per il modello politico e sociale precedente si diffonde in gran parte della popolazione. Questo attaccamento al passato, alle proprie radici prenderà il nome di "Ostalghia", nostalgia dell'est, per l'appunto. Qualche anno fa il film "Good Bye Lenin" ha aperto uno squarcio e ha mostrato che forse non tutti i cittadini della ex Germania democratica si sono ritrovati contenti nel mondo capitalistico occidentale, mentre, un altro film, anch'esso molto bello, fa i conti con il passato: "La vita degli altri", ricorda le distorsioni del sistema politico della Ddr, e descrive i metodi della Stasi, la famigerata polizia politica che aveva ramificazioni in tutti i settori della società tedesca.

Ma quale fu la stagione musicale cresciuta al di la del muro,cosa ascoltavano i giovani della Germania Est, e cosa suonavano? A dispetto di ciò che molti pensano, vi fu un circuito alternativo fervente, sperimentazioni, suoni e gruppi che fecero dannare i funzionari dello stato, dal rock'n'roll della fine degli anni '50 fino agli anni '80, quando i vecchi miti segnano il passo e all'improvviso si fa strada una scuola Punk incorruttibile. Tutto in un affascinante autonomia sonora..

22/04/14

Hurricane di Bob Dylan e The Match di Norman Mailer

Dopo una battaglia con un cancro alla prostata, muore Rubin "Hurricane" Carter, il pugile  oggetto dell'iconica  canzone di Bob Dylan "Hurricane".
Nel 1967, tre bianchi vengono assassinati da due uomini neri a Paterson, New Jersey. Carter e il suo amico John Artis furono portati in ospedale, al capezzale di uno dei tre uomini colpiti, che prima di spirare non identifica nessuno dei due accusati.. In definitiva, Carter e Artis furono in seguito condannati da una giuria di soli bianchi, sulla base della testimonianza di Alfred Bello, un criminale che poi ritrattò la sua storia. Carter fu condannato al carcere a vita.
Nel 1975, Carter inviò  una copia della sua autobiografia a Dylan,  "Il sedicesimo round: da sfidante numero 1 a numero 45472". Secondo Rolling Stone, Dylan visitò Carter in prigione dopo un mese dal ricevimento del libro. Dylan disse in un intervista:
"La prima volta che l'ho visto ho capito che la filosofia dell'uomo e la mia filosofia correvano lungo la stessa strada, e che non si incontrano molte persone del genere."

Dylan, con il produttore Jacques Levy scrisse "Hurricane", che fu eseguita durante il suo tour Rolling Thunder Revue ed è inclusa nel album Desire. La canzone contribuì  a portare la storia di Carter all'attenzione dell'opinione pubblica.
Dylan inoltre tenne due grandi concerti di beneficenza per il fondo legale a favore di Carter, a cui parteciparono  Stevie Wonder, Isaac Hayes, Santana, Richie Havens, la Band di Rick Danko, e molti altri. Nel 1976, dopo la ritrattazione di Bello, ci furono le condizioni per l'istruzione di un nuovo processo. Bello ancora una volta ritrattò, e Carter e Artis furono di nuovo condannati  e imprigionati per otto anni, prima che un giudice della corte distrettuale di Newark decise che i due imputati non avevano avuto un processo equo, affermando che l'accusa era "basata su motivazioni razziali". Ancora una volta, grazie alla pressione della pubblica opinione e  al lavoro di un giovane gruppo di avvocati si andò ad un nuovo processo, dove venne ribaltata la condanna.
Certo, la storia è meglio raccontata da Dylan:




Qui il bel film Hurricane – Il Grido dell'Innocenza (1999) con Denzel Washington

18/04/14

I Walked with a Zombie: Jeffrey Lee Pierce e Gun Club

Seduto sul letto del Moonlight Motel, Jeffrey Lee Pierce posò la pistola del suo Club vicino ai soldi. E attese con la televisione accesa. Come un fantasma della sconfitta americana che guarda le sue vittime disseminate sull’autostrada del blues. 
“Oh el Diablo, why did you spend your life in California? Avrei dovuto avvertirlo. Non c’è piu nessun posto dove andare, ma solo cadere finiti. Non puoi mettere le mani sotto la pistola correndo. Non quando non sei piu giovane. Ok Jack Daniels, sento la tua voglia. So che hai fatto del tuo meglio, anche se tu non l’hai pensato. Vorrei che lo avessi saputo prima di sentire l’ultimo sparo. Sai, non è un peccato quel piccolo distintivo di latta. Solo un momento. Cosi triste aver amato invano. I miei compagni persi in battaglia”
(Under The Gun - For Jeffrey Lee Pierce, Blondie, 1999). 

Romi Mori si sentiva la vedova nera del punk-blues, infilando l’anello di matrimonio al dito di Nicholas “Nick” Sanderson. Quando la cerimonia fu finita, si adagiò vicino a lui e aspettò. Ci vollero solo due lunghissimi giorni. L’8 giugno del 2008, l’ex batterista inglese degli americani Gun Club (ed ex Clock DVA, World Of Twist, Preeheat, Earl Brutus e conducente di treni sulla linea Londra-Brighton) tirò l’ultimo respiro dai suoi polmoni esplosi dal cancro e dal voodoo. Mentre lei gli teneva forte la mano e si struggeva nel rimorso e nella paura della maledizione di Jeffrey Lee Pierce. Guardando al passato della band dove aveva suonato il basso, Romi non vide che un campo dopo la battaglia con le vittime al suolo perforate dai proiettili sparati dal Gun Club, senza sbagliare mai mira. Il primo a cadere, ucciso dalla pallottola dell’eroina, fu Rob Ritter, che un giorno imprecisato del 1991 morira a New York, tornato al nome di Rob Graves e con Dinah Cancer nei 45 Grave, e al death e ghoul rock per Only The Good Die Young del 1989. Intanto faceva il road manager della band dell’ex compagno dei 45 Grave (ed ex Germs) Don Bolles, col quale aveva dato vita anche ai Silver Chalice e ai Celebrity Skin provocando la seconda morte dei 45 Grave. Courtney Love, sua amica, gli dedicherà il disco delle Hole Pretty On The Inside.
Lo seguirà, il primo aprile del 1992, Nigel Preston, batterista in tour coi Gun Club, e prima nei Theatre of Hate, nei Sex Gang Children e nei Cult, ammazzato pure lui da quell’eroina portata nella band californiana dalla dannazione di Jeffrey Lee Pierce. Adesso era toccato a chi gli aveva rubato la donna spingendolo al suicidio diluito nel solito alcol, nella sua solita droga.


16/04/14

Only lovers left alive

La mortalità ha il potere di ossessionare un pò tutti: si manifesta spesso come vaga ansia di rimanere a corto di tempo. Quello che sconvolge di più, però, è il tempo che si è già lasciato su questo pianeta ,e al fatto di non aver potuto ancora leggere tutti i grandi libri, ascoltare tutta la grande musica che nemmeno ci ha sfiorato, visto tutta la cinematografia coreana nonché quella filippina. Forse è questo il soggetto segreto di Only lovers left alive, bellissimo nuovo film di Jim Jarmush.

Tilda Swinton ( Eva) e Tom Hiddleston (Adam) sono vampiri , ma non i vampiri tipici del cinema: trascorrono la maggior parte del loro tempo nelle loro camere , divorando libri e musica e sangue in bottiglia, in uno splendido e colto mondo decadente, languido e affascinante. Un mondo seducente a cui tentano di aggrapparsi solo il più a lungo possibile. Considerano succhiare il sangue una cosa .." così fottutamente legata al 15 ° secolo ", Adam idolatra i molti scienziati incompresi della storia dell'umanità, da Galileo a Tesla, e fa musica (underground) che solo occasionalmente fa conoscere al mondo. (Disposti e in un certo senso incapaci di vivere una vita pubblica, a volte lascia che un grande musicista, come Schubert, prenda il merito per la musica che ha composto nei secoli). Si, perchè Adam e Eva sono sposati dal 1868. Da allora, fanno l'amore . Parlano. Adam crea musica e Eva sembra il suo pubblico ideale, che giudica il suo lavoro mentre divora libri che legge in tutte le lingue. Guardare Eva danzare sulle note di un vecchio 45 giri soul sarebbe sufficiente per qualsiasi artista frustrato per continuare a creare. La storia si svolge tra Detroit e Tangeri, in un mondo liberamente popolato da vampiri e dagli umani, che i nostri chiamano zombie, perchè il loro sangue non è più puro ma infetto. L'humor è fantastico: Eva in giro per la città indica ad Adam la vecchia casa di Jack White, ricorda che in fondo sono passati "solo" 87 anni dall'ultimo incontro con sua sorella, vampira ribelle e scapestrata, e altrettanto divertenti sono i discorsi in cui spulciano l'idea di celebrità con riferimenti letterari spassosi, come un John Hurt ultra cinquecentenario,(Christopher Marlowe) che definisce Shakespeare come "zombie filisteo analfabeta"!



"Un piccolo studio di carattere", ha affermato J. Jarmush, ed è quello che ha attirato non solo la Swinton inizialmente,insieme al fatto che il film è stato realizzato attraverso anni di false partenze e riscritture.
Il mito del vampiro completamente capovolto. "Ovviamente, non è un film dell'orrore, come la maggior parte dei film sui vampiri sono", ha spiegato Jarmusch. " Indagare la percezione che Adam e Eva hanno della loro storia nel lungo periodo, è stato davvero interattivo per me. E nella loro storia d'amore, abbracciare quella quantità di tempo, era quello che mi ha attirato. "
Un film di culto vero, con i suoi rituali di consumo, la ricerca del sangue migliore, i continui riferimenti alla dipendenza, e.."alla roba buona", sotto-testi che pochi altri registi (Abel Ferrara e Michael Almereyda) avevano affrontato.
Il mood di Jarmusch è chiaro: basta con i soliti vampiri...

Il Film

10/04/14

It's Alive!

the ramones photo: The Ramones. Ramones.jpgLa leggenda: P. McCartney usava il nome di Paul Ramon quando i Beatles erano all'inizio della carriera; i capelli a caschetto erano un omaggio a Brian Jones dei Rolling mentre i jeans strappati omaggiavano Iggy Pop. Il giubbotto di pelle nera, infine, era la caratteristica distintiva dei Ramones, e derivava direttamente dal film Il Selvaggio, con M. Brando, in cui Johnny si riconosceva, simbolo della ribellione americana che ben si sposava con l'immagine cattiva della band, con la violenza e la velocità della musica.

"Contavano one-two-three-tour e partivano come un treno. Se qualcuno di loro rompeva una corda scendevano dal palco, poi risalivano, contavano ancora one-two-three-tour e ripartivano esattamente come prima. Erano devastanti, non vedevo roba del genere di tempi degli Stooges. I Ramones mi hanno cambiato la vita".
A.Vega (Suicide)

Dal vivo, la notte del 31 Dicembre '77 al Raimbow di Londra e uscito come disco doppio nel Maggio del '79, It's Alive è un'idea precisa di cosa erano i Ramones una volta svezzati. 28 brani che fecero ricredere completamente quanti arricciarono il naso, all'epoca, di fronte a quattro ragazzi scatenati alle prime sortite discografiche, e sigillo per le nuove generazioni, sul valore di questa mitica band, se ancora ce ne fosse bisogno. I Ramones furono l’ultima generazione rock'n'roll in ordine di tempo, bruciavano e sfrecciavano con un`energia impensabile per i canoni odierni. Qui Quo Qua delle tre note più aggressive mai messe insieme. Ma quando li ascoltiamo ancora oggi, non c'è tempo e spazio per pensare alle tre famigerate note, perché i Ramones, se gli presti mezza orecchia, ti strappano i pensieri dalla mente, ti rincoglioniscono (secondo la migliore tradizione rock’n’roll) e sbattono contro il muro minato della loro musica. Il concerto (e il relativo album doppio) è rinfrescante, adatto al primo caldo primaverile. E' violento, è divertente, è esagerato, è scherzoso e un mare di altre cose ancora. I Ramones suonavano, picchiavano..




It's Alive  - Il disco