03/02/18

Agent of Change , dal Regno Unito un principio di civiltà.. musicale

Il governo britannico ha detto che vuole trasformare in legge il principio conosciuto nel Regno Unito come “Agent of Change”, che prevede che la persona o la società responsabile di un cambiamento urbanistico abbia la responsabilità di adattarsi al contesto locale. È un principio sostenuto principalmente dalle associazioni che rappresentano i locali di musica dal vivo, perché nella pratica significa che se viene approvata la costruzione di un nuovo condominio residenziale vicino a un locale in cui si fanno concerti, per esempio, il progetto deve prevedere una forma di isolamento acustico, in modo che non sia il locale a dover chiudere per le lamentele dei nuovi residenti. Vale anche al contrario: se un locale adibito a concerti vuole aprire in una zona residenziale, deve assicurarsi che il livello di emissioni sonore non aumenti.

Il principio, che è stato promosso da un’attiva campagna a cui hanno partecipato tra l’altro Nick Mason dei Pink Floyd, Billy Bragg e Glen Matlock dei Sex Pistols, ha l’obiettivo di tutelare i locali notturni e che fanno musica dal vivo nel Regno Unito, che negli ultimi anni hanno chiuso in massa. Soltanto a Londra hanno chiuso il 50 per cento delle discoteche negli ultimi cinque anni, e dei 430 locali da concerti attivi nel 2007, nel 2015 ne erano rimasti aperti solo 245, secondo i dati riportati da BBC. Tra i più famosi locali di Londra ad avere chiuso recentemente ci sono il Passing Clouds, il Public Life, il Dance Tunnel e il Coronet. Secondo MusicWeek, nel Regno Unito ha chiuso il 35 per cento dei locali da concerti negli ultimi dieci anni. C’entra in parte un minore interesse generale per la musica dal vivo, ma in moltissimi casi i locali – che possono essere anche discoteche – hanno chiuso per le lamentele sul rumore notturno sporte dai residenti.

 
A negoziare con il governo per l’approvazione del principio dell’Agent of Change è stata UK Music, un’associazione britannica che rappresenta il settore discografico e della musica dal vivo. Il deputato laburista ed ex ministro John Spellar aveva già presentato una proposta di legge al riguardo, ma non ce n’è stato bisogno, perché il governo ha deciso di accogliere le richieste. Sajid Javid, ministro per la Casa, che si occupa quindi delle politiche abitative nel Regno Unito, ha detto: «I locali di musica dal vivo hanno un ruolo fondamentale nelle nostre comunità, aggregando le persone, contribuendo alle economie locali e sostenendo la cultura musicale tra le persone. Ho sempre ritenuto ingiusto che spetti alle sale da concerto più vecchie risolvere i problemi legati al rumore, quando le imprese decidono di costruire nei paraggi. (…) Sono lieto di avere l’opportunità di riparare a questo torto, e dare più serenità a chi si trasferisce in una nuova proprietà».

Tra quelli che si sono complimentati con il governo britannico c’è stato anche Sadiq Khan, sindaco di Londra e avversario politico dei conservatori, che ha scritto su Twitter di essere lieto che il principio che lui aveva già messo nel suo programma elettorale sarà applicato a tutto il paese.
 
 
MusicWeek/Post
 
 
 

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