02/03/09

Damned, Init Club Roma marzo 2009

A volte mi sveglio la mattina convinto di poter salvare il mondo, di poterlo cambiare.. Intanto continuo a scrivere lettere, appunti, racconti, episodi, storie ke nessuno leggerà mai. Invece di farne carta per il cestino mi viene voglia di metterle in bottiglie e lanciarle nel mare, quando la sera rientrando, sfidando il gelo vado a mirarlo, ingrossato, tempestoso e il tramonto ormai rosa non mi impedisce di togliere gli occhiali da sole. Tengo su Come a little big closer e complice, mi viene da pensare che tutto quello che vorrei fare adesso è starmene sdraiato sulla spiaggia, al sole, lontano da casa,dal lavoro,dal freddo, dal passato e togliermi un po' del pallore dal volto, che insieme al solito ghigno e la sigaretta penzolante tra le labbra mi regala un aspetto apatico e maldestramente provocatorio.. Fisso il soffitto, stralunato scorgo la sagoma di Iggy vagare sul letto, la sveglia digitale dello stereo che ho di fianco mi avverte che sono quasi le otto, cristo! Mi butto giù di scatto, accendo una cicca, apro le serrande e mi accorgo della biancheria che la signora del piano di sopra ha steso di buon ora.. Mi viene voglia di uscire e con la sigaretta fare dei piccoli buchi, cerchi concentrici, precisi, allineati nel lungo e lindo lenzuolo bianco che arriva quasi ad impedirmi la visuale. Mica siamo ai quartieri spagnoli, cavolo! Resto qualche minuto seduto, Iggy si struscia per la fame e mi viene in mente di come fosse difficile fino a poco tempo fa prepararsi a vivere una giornata qualsiasi. Ma oggi non è un giorno come gli altri: stasera c è il concerto. Arriva in città una delle mie band preferite di sempre, in assoluto il gruppo in cui da ragazzo sognavo di..cantare (sic!). Tutti abbiamo dei segreti,quella cosiddetta zona grigia che nella vita viene mantenuta sotto controllo dalla maggior parte delle persone. Con questi segreti ti ritrovi il più delle volte solo nella vita sociale e non avendo alcuno a cui poterli confidarle e dire la verità, gli altri diventano pubblico, spettatori e non attori partecipi al film della tua vita. Cosi uno di questi segreti lo rivelo ora : volevo somigliare a Dave Vanian. O meglio, volevo avere la sua voce, il suo stile, le sue movenze, la sua aristocratica eleganza anche quando i soliti imbecilli gli sputavano addosso durante i live. E' proprio vero,  il R'n'R è un attitudine verso la vita e per questo,trans-generazionale. E però sempre in bilico tra genio e..stupidità..:) Per questo sono qui a scrivere di Dave. E perché non c è niente in giro,in questo strano fine decennio, nulla di nuovo,di veramente originale che possa riflettere in modo reale oltre che fisico di relazionarsi con l'esterno e diventare risvolto, specchio della vita stessa. Musica non ..propulsiva, nessun ideale o nuovi stili di vita da proporre,nessuna denuncia degli immensi e incredibili disastri a cui assistiamo quotidianamente. Se qualche tentativo c è stato, risulta sterile, relegato ad episodio isolato, ma sopratutto, per chi ha vissuto il punk e la new wave, perché espressa senza..cattiveria,sempre con un alone di moderazione e superficialità tanto da risultare non vera. In linea con le nostre esistenze reali che vanno sempre più smarrendosi nei labirinti di realtà fittizie. “la musica moderna è brutta perché non è cattiva”, ci ammonisce Johnny il marcio. Lui si, che se ne intendeva.. Gè, Damned qui a Roma! Me lo grida Paolo, unico cassiere maschio del supermercato sotto casa, puffo e buffo, sindacalista e rocchettaro. Tutti gli avventori con i carrelli e i cesti zeppi, quelli del est con i liquori, gli africani con le coca-cola, gli italiani con i surgelati, si voltano verso di me che sono alla cassa veloce come sempre, max nove pezzi, aspettando una replica. Non me ne curo e penso:sono in rete,spendo capitali in giornali e riviste ma dell'evento nessuna traccia. Arriva sabato, prendo Alias e trovo in un trafiletto la conferma: Damned, la storia del punk inglese, Init club, Roma. Ah, ecco,all'Init, club capitolino più volte chiuso e altrettante volte riaperto. Club tosto per gente tosta, prima dell'ultima serrata c ero stato per i Wire, altra leggendaria band britannica in una serata elettrizzante grazie anche al drappello della folta comunità inglese presente in città.. Arrivo in ufficio, nella mia stanza le luci non si accendono. Tento e ritento, maneggio starters, do colpi nervosi ai neon..Poi realizzo che ho ancora gli occhiali scurissimi da sole, li tolgo e le luci funzionano benissimo. Convinto di poter..salvare il mondo, io?! Bah.. Tre minuti, tre minuti intensi di neve fitta. Dietro la finestra fisso i fiocchi che leggeri vengono giù. Strano. Ripenso all'ultima volta che c è stata la neve, qui. Un altro concerto,un altra giornata di musica e passione,solo che sono trascorsi..venticinque anni. Un quarto di secolo, kaz. Coincidenze, si. Il clima all'Init è quello giusto. In fila per entrare notiamo che la maggioranza del pubblico è nostro coetaneo, reduci, ex qualcosa, bardati e acchitati di tutto punto per l'occasione. Io e sciù sciù ci teniamo stretti per riscaldarci. Fa freddo, si gela ma anke noi siamo fantastici nei nostri vestiti attillati rigorosamente black e nei nostri cappottini dark..A volte mi sveglio la mattina, convinto di poter salvare il mondo..

L'init è un club piccolo, alternativo, autofinanziato. A mezzanotte la sala è strapiena, s intravedono alcune creste colorate, al mixer c è una tipetta dalle labbra rosso fuoco e occhiali di osso nero stile anni cinquanta. L'associamo subito ad Ugly Betty, ma lei è cosi seriosa e rigida nelle sue selezioni pre e post concerto..Il gruppo di spalla fila via senza infamia, vengono sistemate le bottiglie di whisky sulle tastiere di Oximoro. Captain Sensible è il primo ad entrare con l'immancabile basco rosso e l'aria scanzonata di sempre. Il grande Dave ha un camicione bianco e pantaloni neri e anche per lui, gli immancabili guanti neri di pelle alle mani. Tengo sciù sciù stretta davanti a me, cerco di proteggerla dal movimento della folla, è impossibile non muoversi,restar fermi. Lo show prosegue con tutti i pezzi forti della band, con momenti esilaranti come quando Pitch picchiando duro rompe il rullante della batteria e con il capitano che regala battute a raffica, sul pubblico, la birra.. Con Antipope e Smash it up richiesti a gran voce c è l'apoteosi..:) In un panorama dove gli unici commenti che si fanno su tutti questi gruppettini, con le loro facce da schiaffi, costruiti da mtv che vivono di rendita, caricature con pose da ribelli e tenebrosi bellocci, sono..”bravini, sembrano i Clash, sanno tanto di Cure, rifanno Iggy (Pop) etc..” e che durano giusto il tempo di un disco, i Damned sembrano dinosauri inarrivabili. Questo era il punk, sbattersi, con umiltà scarpinare e suonare..suonare, essere testimoni del proprio tempo e non prendersi troppo sul serio. Domani mi sveglierò,convinto di poter salvare il mondo..

"Tales from the Damned"



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