30/09/14

Il pugile e il panico

Una personale esperienza d’iniziazione a un mestiere del corpo tanto riconosciuto per l’eroica simbologia, e ho imparato che “l’agente sociale è, prima di tutto, un essere di carne, di nervi e di sensi, un <<essere che soffre>> . Sacrificio. La parola rimbalza sui muri i delle palestre, tra i tuoi guanti conciati, le fascette intrise di sudore, le scarpette alla caviglia, i caschi da sparring, le tute da ginnastica sbiadite, i sacchi rigidi. Prepararsi per un incontro significa sottoporsi, giorno dopo giorno, a un vero e proprio rituale di mortificazione. Ogni buon allenatore non fa che ripetere: <<fare il pugile è un mestiere che ti prende 24 ore su 24. Lo devi avere continuamente, in testa. Non puoi fare nient’altro se lo fai bene>>. Prepararsi ad un incontro è come iniziarsi a una religione, ha tempi specifici, stirati all’infinito, riti intrisi di minuzie, sinfonie di rumori, odori piccanti. Un microclima, un atmosfera densa, a volte quasi opprimente che impregnano il corpo, lo penetrano e lo eccitano, disponendolo al combattimento. Il giorno prima non stare in piedi, magari sdraiato sul divano, per non sforzare le gambe: rilassato e in ozio. Bisogna conservare tutta l’energia, fino al match. Il giorno prima può capitare di essere nervosi: mal di stomaco, fiacchi e senza forze. Un disagio evidente, un nodo alla gola, un angoscia diffusa. Poi il giorno dell’incontro tensione, e concentrazione, self control. Si deve capire la paura, per controllarla. E chissà se è davvero stata la paura ad impedire a Diego Velardo, 28 aani, di Ciampino, sabato 27 Settembre a non salire sul ring dove doveva combattere per il titolo vacante italiano dei pesi super medi contro Andrea di Luisa di 32 anni, campano ma di stanza a Viterbo.Per gli spettatori è stato qualcosa di mai visto, e di imperdonabile : rifiutarsi di combattere, soprattutto in uno sport come quello del pugilato che fa del coraggio e della lealtà uno dei valori principali, non ha e non può avere scuse. Ma nonostante tutto, credo che coraggio, lealtà e paura non centrano con quello che è successo a Diego, che ha dichiarato di non essere un vigliacco, che "è stata una cosa che non è mai accaduta, non mi sono mai tirato indietro nella mia carriera, sia da dilettante arrivando anche alla nazionale, che da pro". E' successo che uscito dallo spogliatoio, al momento di scendere le scale che lo portavano sul ring davanti al pubblico è tornato sui suoi passi, chiudendosi prima in bagno poi nello spogliatoio e a nulla sono valsi tutti gli incitamenti, le rassicurazioni. Da solo, chiuso nello spogliatoio, sino alla decisione dell’arbitro di assegnare a tavolino il titolo a Di Luisa dopo un quarto d'ora di attesa. Una crisi, una crisi di pianto e nervi, un crollo psichico, paralizzato, impaurito. In pratica, un attacco di panico. Il manager di Velardo che ha dichiarato di non voler più aver nulla a che fare con il suo assistito, ma è ingiusto, oltre a dimostrare insensibilità e ignoranza. Solo chi ha vissuto un esperienza simile, solo chi ha sofferto di questa patologia, terribile, può capire. Ed è difficile da spiegare, è difficile far capire come si ci sente in quei momenti. Gli attacchi di panico si manifestano in modo diverso, variano da persona a persona, anche se i sintomi iniziali sono sempre gli stessi: il cuore batte forte,  fa male il petto, ti senti soffocare. Intorno è solo confusione, le immagini diventano sfocate o sembrano irreali, vedi il cielo che si abbassa su di te. Pensi al cuore, stai per morire e perdi il contatto con la realtà. Forse Diego è arrivato a questo incontro troppo frettolosamente, forse è stato caricato di una responsabilità troppo grande per lui in questo momento. Ma noi non lo sappiamo, nessuno può saperlo. Mentre c'è chi lo invita a  riflettere accuratamente se proseguire la sua carriera di pugile professionista, noi invitiamo invece  solo a capire e a comprendere e auguriamo a questo pugile un ritorno sereno, perchè deve essere davvero tremendo essere accusati di codardia per qualcosa che, ripetiamo, nulla ha a che fare con il coraggio e la vigliaccheria.  Intanto per la cronaca Andrea di Luisa è il nuovo campione italiano dei pesi super medi, vittoria a tavolino..



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