01/02/18

My Best of: TV On The Radio

"Se ascolto le pop-radio , non mi sento come se dovessi sfrecciare su una motocicletta o farmi di qualche droga o combattere un poliziotto. Mi sento come se dovessi comprare le candele alla vaniglia. Prima era sesso, droga, rock'n'roll. Ora è caffè, e-mail, e rock'n'roll. E presto, sarà fibre, massaggi naturali ... e rock'n'roll."

Mi stavo proprio chiedendo perché su questo blog non si era ancora parlato dei TV on the Radio, band con sede a Brooklyn e Los Angeles, nell'underground uno dei più acclamati gruppi art-rock degli ultimi dieci anni. Intrecciando chitarre indie, voci soul moderne, trip-hop, elettronica, e influenze jazz, in  mix vorticoso di generi musicali, il loro suono è unico, inequivocabilmente cool. Con l'acclamazione da parte della critica e con un seguito magari non popolarissimo ma di culto, sono arrivate amicizie enormemente influenti, e a noi particolarmente.. care: uno dei sostenitori di lunga data è stato il compianto Bowie, definito da David Sitek come l' Obi-Wan Kenobi della band. (Lo troviamo in  Province, contenuto in Return to Cookie Mountain, secondo album). C'è poi il nostro amato Peter Murphy dei Bauhaus, che si esibisce spesso con il gruppo dal vivo.
Nel 2011, colpisce un po' tutti la morte del bassista Gerard Smith.
La mancanza di immaginazione degli artisti odierni commerciali, in questa atmosfera di festa perpetua in cui si finge che tutto sia meraviglioso, ma dove realmente e inevitabilmente poi si piange di notte, TV on the Radio è un turbinio di aria fresca, creatività, e con uno strato di credibilità che resiste nonostante il decennio ormai sulle spalle...
Seeds del 2014 è un disco meraviglioso, che da solo avrebbe meritato una playlist.

My Best TV on the Radio









 

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