23/02/18

Tokyo, la metropoli cyberpunk di Tom Blachford

È buio, ma la città è illuminata da una strana luce al neon: fa sembrare che gli edifici pesanti di uno skyline infinito brillino dall'interno - proprio come una scena di Blade Runner, iconico film del 1982 di Ridley Scott. In realtà questa città è Tokyo nel 2017, vista attraverso l'obiettivo del fotografo Tom Blachford, australiano di Melbourne. Blachford, fotografo di architettura, ha trascorso sei notti a illustrare la capitale giapponese dalle 21:00 alle 5 del mattino per la sua nuova serie Nihon Noir, che è stata sponsorizzata dalla società di birra Asahi.

"Ho visitato Tokyo per la prima volta nel 2013 in un viaggio con mio padre e sono rimasto colpito da un'inspiegabile sensazione: essere stato trasportato in qualche modo nel futuro, o in una dimensione parallela", ha dichiarato in una intervista fatta via email a Co.Design.
"Tokyo è senza dubbio uno dei migliori esempi di metropoli cyberpunk della vita reale".
La serie cattura perfettamente questo ethos, in particolare attraverso l'attenzione di Blachford per l'architettura futuristica, come il cilindrico Shizuoka Press and Broadcasting Center o l' audace quartier generale della Fuji TV, che assomiglia molto alle gigantesche impalcature create dell'architetto Kenzo Tange.
Blachford afferma che lui e il suo videografo Andrew Englisch sono affascinati da Blade Runner, in particolare dal lavoro visionario di Syd Mead, designer e disegnatore statunitense, "futurista visuale", noto per le opere create come concept artist in numerosi film di fantascienza prodotti negli anni ottanta e novanta. Tra i titoli celebri, si ricordano Blade Runner, Tron, Aliens - Scontro finale ed il primo film di Star Trek. 

"Nei tempi morti tra le riprese, abbiamo divorato tutto ciò che abbiamo trovato su di lui e siamo diventati ossessionati dalla sua logica e dalle previsioni che sono dietro i suoi progetti per i film, in particolarele sue idee sulla densità urbana, l'aumento della popolazione e su come le città si sarebbero evolute".

Il fotografo fa riferimento a come i disegni di Mead riflettono ambienti urbani affollati di insegne al neon, ologrammi e pubblicità gigantesche, un'infinita Times Square cyberpunk. 
Blachford si è anche rivolto alla musica del film durante le riprese notturne.
"Durante il lavoro di riprese abbiamo usato la colonna sonora per tenerci ispirati".

Un'immagine della serie è addirittura intitolata "Deckard's Den" in riferimento al protagonista del film. Blachford ha fatto di tutto per ottenere al meglio le foto che voleva. Per catturare l'edificio Nagakin Capsule, ha convinto una squadra di operai delle autostrade per utilizzare le loro attrezzature (tipo un sollevatore per gru) in modo da poter ottenere gli scatti giusti e conferire alle immagini una finitura surreale. Il risultato sono della splendide fotografie ricche di colori e texture, nonostante l'oscurità della notte. C'è un motivo per cui tutte le immagini si concentrano così pienamente sull'architettura, senza la presenza di esseri umani:

"Adoro l'architettura, non solo perché sono ossessionato da come un edificio possa agire come una scultura in sé, ma anche per disfare le nostre idee sui muri, sulla proprietà privata e su cosa significa essere un estraneo", afferma Blachford. 
"Penso che tutto il mio lavoro sia concentrato per creare un palcoscenico privo di umani per permettere alle persone di scrivere le loro storie e i propri drammi dietro le mura e considerare cosa si debba guardare all'esterno del proprio edificio".
Spera di trasformare la serie in una mostra e in un libro il prossimo anno, e tornare in città in modo da poter aggiungere altre immagini alla serie.

"Tokyo per me è il futuro, in molti modi. Cammino con gli occhi spalancati e la bocca aperta, scuotendo la testa per quanto possa essere pazza a volte" ..
 










 

Nessun commento:

Posta un commento