12/09/12

Dall'Inferno di Gaza a quello del Cie

Gaza è un paese davvero imprevedibile. E' faticoso vivere e crescere in sintonia con se stessi e con tutte le bellezze che il luogo può offrire. Si deve essere estremamente fantasiosi e amarsi allo sfinimento per poter far finta di nulla e resistere in quel clima rovente. Se guardavo solo i lati negativi e mi buttavo giù in continuazione, vivevo immerso nella disperazione e non riuscivo ad alzare la testa. Da molti anni fame, violenza, morte e terrore hanno accompagnato la routine quotidiana della mia vita, della città e di tutto il territorio circostante. Quella non era vita, non era libertà. Era solo terrore.' Feisal è un ragazzo palestinese nato tra la guerra e la disperazione della Striscia di Gaza, catapultato nell'inferno dei Cie italiani, ritrovandosi cosi dietro le sbarre del centro di Ponte Galeria, a pochi km dalla capitale e qui inizia a raccontare la sua vita, la sua terra, reclamando nient'altro che..umanità'. Non si arrende, Feisal, lui prigioniero come i più di quaranta milioni di persone costrette alla fuga a causa di guerre e ingiustizie: 16 milioni di rifugiati, 27 milioni di sfollati interni, 850 mila richiedenti d'asilo che il mondo respinge, negando la liberta alle vittime di quei conflitti che lo stesso occidente sostiene e ingaggia.

'Pozze di sangue, secco o vivo, riuscivi a trovarlo ovunque a Gaza. Ogni persona poteva rientrare con i vestiti, le mani o la faccia imbevuti di sangue. O peggio ancora non rincasare proprio. Si versavano lacrime in continuazione, dato che c'era sempre il padre o la madre di qualcuno che perdeva la vita.'

Una vera e propria lotta per la sopravvivenza in cui gli ultimi degli ultimi sono i bambini e gli adolescenti, che dai campi profughi di Beach Camp, da dove proviene Feisal, vengono portati al di la della propria volontà in un occidente ostile, dove, come minori di serie b, vengono spogliati di quei diritti fondamentali che lo stesso paese ospitante ha messo nero su bianco nelle Convenzioni Internazionali e sbandierate come cartina di tornasole di civiltà e democrazia. Il nostro paese, l'Italia, è stato condannato dalla Corte Europea dei diritti umani per i respingimenti dei profughi libici, in fuga dal loro paese straziato dal conflitto, e per aver infranto l'articolo 3 della Convenzione dei diritti umani, sui trattamenti degradanti e la tortura.

Feisal qui parla al passato, ma quella che descrive è la condizione odierna e permanente della Striscia di Gaza, sotto la feroce occupazione del libero e democratico stato d'Israele..




FEISAL - Andrea Onofri
Book sprint edizioni









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