02/08/11

Magdi Allam (Pinocchio d'Egitto)


Magdi Allam, cresciuto dalle suore italiane in Egitto, emigrato giovanissimo in Italia per “diventare italiano”.
Magdi Allam inizia a lavorare per Repubblica.
Dopo molti anni di normale lavoro giornalistico, Magdi Allam, grazie esclusivamente al suo nome arabo, si trova a scrivere un’inchiesta sugli immigrati musulmani in Italia, con l’aiuto di Hamza Piccardo, allora segretario dell’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII).
Alcuni anni dopo, Magdi Allam inizia a scrivere articoli in cui mescola informative che gli arrivano dai servizi segreti deviati e fatti insignificanti, per ricavare un quadro sempre più drammatico del “pericolo fondamentalista” che incomberebbe sull’Italia.
Ciò gli guadagna una scorta armata, senza che esista alcuna evidenza che Magdi Allam sia mai stato minacciato. Ma soprattutto, gli guadagna la posizione di vicedirettore del Corriere della Sera, un ricco premio israeliano e l’iniziale sostegno del governo Berlusconi.
Nel 2004, il Ministro degli interni Pisanu e Magdi Allam, in collaborazione con alcuni emissari dei governi del Marocco e dell’Arabia Saudita, stilano insieme il manifesto “Isoliamo i fanatici per un Paese più giusto e più sicuro”, che avrebbe dovuto costituire il primo passo verso la creazione di una sorta di Islam di stato e di destra nel nostro paese. Il progetto fallisce, ma Magdi Allam si accorge che i suoi articoli suscitano l’entusiasmo degli xenofobi, non solo in Italia, perché confermano tutti i loro pregiudizi. Questo successo porta Magdi Allam a porsi come l’uomo che avrebbe risolto i problemi dell’Italia e a convertirsi clamorosamente al cattolicesimo, tra l’indifferenza (o il sollievo) dei musulmani.
Dopo aver cercato di fondare un proprio partito di estrema destra, è riuscito a farsi eleggere eurodeputato nelle liste dell’UDC. Il metodo giornalistico di Magdi Allam – e il motivo per cui viene affettuosamente chiamato il “Pinocchio d’Egitto” – si può riassumere in un suo tipico articolo per il Corriere del 28 settembre, 2003. Egli elenca i seguenti fatti:

Da un’intercettazione telefonica (a cui Magdi Allam sembra avere accesso illimitato), risulta che un immigrato avrebbe detto a un altro immigrato che un certo musulmano, regolarmente residente in Italia, è una brava persona ed è generoso con i poveri.

La polizia (grazie a un’altra intercettazione!) ha fermato un gruppo di musulmani che giravano in una macchina con un carico di ben 50 chili di… monetine di metallo – 4.500 euro. Erano i soldi della zakàt, che stavano raccogliendo come prescritto dall’islam, che poi vanno ai bisognosi.

In un comunicato stampa, comunicato, un’associazione islamica si è permessa di criticare l’occupazione militare israeliana in Palestina, condannata anche da numerose risoluzioni dell’ONU.

In Friuli un gruppo di musulmani ha raccolto soldi per i terremotati algerini.

Le notizie forse fanno sbadigliare. La conclusione costruita da Magdi Allam, no. Infatti, il titolo dell’articolo è:

“Versamenti segreti ai terroristi. Ecco le carte che accusano gli imam. Intercettazioni e verbali, quattro documenti sul traffico di denaro.”

Kelebek Blog 

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