03/10/11

Contro la (non) censura (per i diritti degli stronzi)

Questi a sinistra sono i trend mondiali su Twitter, alle ore 15 del 3 Ottobre 2011. Se non sbaglio è la prima volta che 4 su 10 sono riferiti a cose di casa nostra, o quasi: Amanda Knox da una parte e, più in alto, i tre elementi dedicati alla vicenda "Vasco Rossi e Nonciclopedia". Quando il management del cantante si renderà conto di aver conquistato il terzo posto mondiale con un hashtag che al nome del suo protetto aggiunge la parola merda, e quando si riprenderà dal diluvio di critiche che su tutti i canali stanno piombando per la "denuncia" che Vasco Rossi ha sporto contro il sito Nonciclopedia e la conseguente "chiusura" di esso, uscirà fuori (o è già uscita?) una bella roba su FB dove l'umarell di Zocca spiegherà che lui è tutto per la libertà di espressione e il diritto di critica e la satira. E viva i ribelli del rock'n'roll! E insomma voleva solo "provocare" con la denuncia per diffamazione, e dai che la ritiriamo subito...


E non sarà mai troppo presto per finire 'sta pagliacciata.
Perché, aspetta un attimo, anche quelli di Nonciclopedia provocano. Il sito non è stato chiuso o "reso inaccessibile" dall'autorità (come già tante volte accaduto in Italia, remember Colombo.org e Pirate Bay e BTjunkie?), ma si è semplicemente "auto-oscurato". Spiega la pagina di Nonciclopedia: Sospensione del Servizio: "A seguito di questi fatti [denuncia e convocazioni presso polizia postale], gli amministratori hanno deciso di chiudere il sito a tempo indeterminato".
Ma, purtroppo per loro, nella home page compare questo messaggio, che è di gran lunga la cosa più comica da me letta su quel sito (e sì, l'umorismo è involontario): "Attenzione: come se non bastasse, stiamo anche avendo dei problemi col nostro host, Wikia, che ci sta impedendo di fare il nostro sciopero riportando tutto alla normalità, vi terremo aggiornati." Insomma non solo non sono stati censurati, non riescono neppure ad "autocensurarsi", o meglio a scioperare.
A proposito di sciopero, quando finiamo 'sta pagliacciata, ci interessiamo anche un po' a Marchionne e ai lavoratori?
Le pagine di Nonciclopedia sono quindi raggiungibili, escluso quella di Vasco Rossi che pare "oscurata a mano" giocando sui redirect. Paolo Attivissimo, in un post dal titolo Vasco, ti presento l'effetto Streisand, parla del sito come se fosse scritto dai nipotini di Karl Kraus e Voltaire: "satira inesorabile contro tutto e tutti, (me compreso)", spingendomi subito a leggere la voce a lui dedicata (ripeto, il link punta direttamente all'accessibilissima Nonciclopedia):

Paolo Attivissimo è un malvagio rettiliano al soldo delle multinazionali, che lo pagano per tenere nascosta a tutti la verità suprema scoperta dai grandi pensatori del nostro tempo e nascondere al popolo bue il fatto evidente che l'Omeopatia cura tutti i mali [...] Le opere: L'achiappapesci, manuale di sicurezza per la pesca su internet; Luna? No, grazie, libro che spiega come l'uomo non sia mai andato sulla Luna, ma solo su Marte; Internet per Totti, pubblicità della Vodafone; Il disinformato, il suo famoso blog in cui deride asini che volano e madonne che ridono. [...] Curiosità: È un raro caso acuto di pizzofilia: sua moglie ha dichiarato che non è più in grado di passare davanti a un ristorante senza che non si trasformi in un maniaco assetato di pummarola. Ora o nell'idioletto attivissimiano "inesorabile" significa "innocuo e con qualche pure mal dissimulato complimento" o qualcuno ha cambiato l'intero contenuto della pagina su Attivissimo dall'ultima visita del noto blogger... Leggiamo invece la pagina dedicata allo scrittore fantasy G.L. D'Andrea (consultata il 28 Agosto scorso per questo articolo dove si parla di Nonciclopedia e darwinismo internettiano):

Furono tempi bui per G.L., quando un giorno vagando tristemente per le vie di Bolzano qualcosa attirò il suo sguardo. Era un libro, ritraeva in copertina il volto di un'elfa con i capelli blu e cerulei occhi viola. Decise di comprare il voluminoso tomo, male che andasse la copertina era ottimo materiale per la sua mano destra in movimento perpetuo [linkato a voce su "Sega"].
Curiosità:
Non è abbastanza famoso per essere su Wikipedia.
Ha un fetish per le inserzioni anali (le raccomanda a chiunque non la pensa come lui).
È abbastanza antipatico da finire su Nonciclopedia.
Sfoga la sua omosessualità repressa scrivendo libri fentasi su salsicciotti turgidi e carnosi.
Il suo libro è troppo brutto per essere su Wikipedia.
Il suo libro è troppo brutto per non finire su Nonciclopedia.
Questa voce è stata creata da Scrittori Invidiosi del successo di G.L. e Kattivissimi.Non è proprio la stessa cosa, vero? "Ha un fetish per le inserzioni anali (le raccomanda a chiunque non la pensa come lui)" a me pare giusto un filo diverso da "È un raro caso acuto di pizzofilia", e pure "Sfoga la sua omosessualità repressa scrivendo libri fentasi su salsicciotti turgidi e carnosi" rispetto a "Il disinformato, il suo famoso blog in cui deride asini che volano e madonne che ridono". E non si tratta davvero di maggiore o minore inesorabilità della satira, ma precisamente di insulti personali per D'Andrea incipriati con una "scrittura umoristica". Mentre per Attivissimo ci sono solo bacini affettuosi sotto la maschera della "critica comica".
Ricordo anche, ma solo per inciso, che la difesa per genere letterario e intenzione autoriale - ovvero "è un gioco", "non devi prenderlo sul serio", "si scherzava" - viene usata anche, anzi in primo luogo, da quello che ti punta un coltello alla gola nel vicolo e subito dopo si accorge che dietro è arrivata una volante della polizia. Fatte queste precisazioni, voglio dire a chiare lettere che Nonciclopedia ha il diritto di scrivere le proprie porcate su, contro, a favore di Vasco e noi siamo qui a difenderla, o meglio difendiamo il principio, e quindi quel sito.
Perché insomma con la lotta alla censura e il garantismo e compagnia bella a noi "progressisti" non fa di certo paura schierarci a fianco degli stronzi che usano e persino abusano dei principi liberali e libertari. Perché appunto noi si difende e non si può che difendere il diritto generale, di ognuno e di tutti; ma tra questo e condonare moralmente i comportamenti e provare simpatia personale per chi intenzionalmente ne abusa e poi si drappa a vittima ce ne corre.
Nel mio piccolissimo, in questi mesi mi sono impegnato per il #rogodilibri contro la destra retriva in nome della libertà d'espressione e di dissenso, e battuto per Samuele Riva contro la multinazionale Boiron per la scienza e il diritto di critica, e schierato contro il comma ammazzablog voluto da un governo incompetente e illiberale. E ora, la dico tutta, dovermi sbattere affinché una comunità, in cui purtroppo abbondano gli stronzi (e forse anche peggio, intendo cioè i fascisti), possa continuare a scrivere sciape minchiate sopra un vecchio schiavo del marketing e, secondo sue dichiarazioni, degli psicofarmaci non mi esalta.
Ma d'accordo mi ci metterò di buzzo buono.
Ora sto dietro a cose più serie però.
Fatemi un fischio quando li censurano davvero... o almeno quando riescono ad autocensurarsi...  

Jumpinshark


«Il fascismo non era solo gagliardetti, camicie nere e adunate: quello era il folklore, come diceva Pasolini. Credo che chiunque stia mettendo in discussione il retroterra fascista di certe pagine di Nonciclopedia (e di Radiopadania, e di Forza Nuova, certo: ma lì razzismo e fascismo sono dichiarati e rivendicati, non camuffati da goliardia) dovrebbe armarsi di pazienza, fare un salto in biblioteca o emeroteca, e sfogliare un paio di annate (consiglio il 1921-22, o il 1924-25) della stampa fascista o filofascista (nell’area del centro-nord quasi tutta la stampa locale era filo–), per vedere come veniva costruita l’immagine dell’antifascista da additare alle squadracce. Vado a memoria, perché non ho i miei faldoni sottomano: dalla faccia di Gaetano Salvemini, così larga da attirare naturalmente gli sputi (a firma Nello Quilici), scampato per un pelo alla bastonatura assieme “ad alcuni esponenti della tribù di Levi”, alla durezza della cervice irpina di Giovanni Amendola, la cui scatola cranica sembra sfidare i bastonatori a saggiarne la resistenza. Ogni volta che una vittima viene costruita in questo modo siamo davanti al fascismo, comunque mascherato.»
(Girolamo De Michele)





 

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