09/08/12

El Nido

E' stato Michelangelo Cocco a portare nel nostro paese la storia de El Nido. E si parla ancora di Cina e di Pechino in particolare. Se arrivate nella metropoli asiatica, allungatevi nella parte vecchia, in un vicoletto a due passi dal Tempio di Confucio,  troverete uno dei ritrovi più improvvisati e accoglienti della capitale cinese. El Nido è un localetto di venti metri quadrati, dove si servono più di 170 tipi di birre, rosse, chiare, stout, gestito da Li Shuai, 24 anni, lavoratore migrante proveniente da Baoding ex commesso di supermercati e ex operaio nei mercati di frutta. In una Pechino invasa dal consumismo e dai nuovi ricchi, bulli e violenti  che scorrazzano in costosissime automobili nella nuova movida notturna, e dove tutto si misura ormai in denaro, El nido è una scommessa contro tutto questo. Arredato con panche stile birreria tedesca, tappezzato da locandine, vecchi manifesti e da graffiti sui muri, frequentato da studenti stranieri e alternativi della città il locale resta aperto fino a notte fonda, non si parlano lingue straniere per attirare clienti e turisti  e in alternativa, sono i prezzi bassi la miglior pubblicità.  Quando ha iniziato, Li sceglieva le birre saggiando quelle in vendita nei supermercati, poi ha consultato la rete per informarsi e specializzarsi, e oggi è uno dei più contesi nel settore degli importatori. El Nido ci interessa e ci piace particolarmente perché è il locale dove il..punk è la musica di sottofondo e i Ramones, il gruppo preferito dai frequentatori, martella in continuazione questa strana,  microscopica oasi pop, in una delle città più popolose del mondo. Li Shuai è calmo e permeato dalla tipica saggezza tutta orientale: afferma di essere felice, vive con una ragazza,  non soffre il freddo d'inverno nè il caldo d'estate: la sua filosofia è che  nella vita bisogna trovare il proprio equilibrio, tra riposo e lavoro, altrimenti.. è una follia. Certo lui è stato fortunato, in una città dove ancora gli immigrati, seppur cinesi, non sono visti di buon occhio e sono spesso discriminati. Una legge imposta da Mao nel '58 e ancora in vigore, per limitare gli spostamenti dalle campagne alle città, prevede l'obbligo di registrarsi come residente urbano o rurale, il permesso per una determinata città o villaggio dà diritto  a usufruire soltanto lì dei servizi essenziali, quasi gratis, con il risultato che milioni di migranti che da anni vi lavorano e pagano le tasse, nelle metropoli vengono trattati come cittadini di serie B.
"Lo sai che la vita esige il suo tributo e l'istinto viscerale del poeta è quello di cercare la propria vera anima/Così maledettamente tanta confusione davanti ai miei occhi/ Ma niente sembra riuscire a programmarmi e ancora sopravvivo", urlano i Ramones.
Auguri..Li





Nessun commento:

Posta un commento