01/08/12

Iris Chang e il problema della memoria

"La Cina si appresta a fare il salto di qualità e a non essere solamente la fabbrica del pianeta, ma una vera e propria fabbrica di tecnologia e scienza. Lo vediamo già oggi: nel 2010 ha depositato un numero di brevetti superiore a quello di tutta Europa, Germania compresa. Non bisogna dimenticare neppure l'aspetto militare: la Cina ha iniziato la costruzione della prima flotta strategica della sua storia moderna e ha già dimostrato di possedere la tecnologia necessaria a distruggere un satellite. L'espansione cinese in Africa e negli altri Paesi procede con una velocità devastante(...)
La Cina piazza i licei di Shanghai nei primi posti della classifica mondiale e quelli americani scivolavano al venticinquesimo. Quello vissuto dagli Stati Uniti è un collasso quotidiano, fatto di declino di tutte le infrastrutture, che siano dei trasporti, ospedaliere o telefoniche. Sembra incredibile, ma la ricezione è pessima in molte parti del Paese, la qualità dei collegamenti scarsa anche nelle grandi città. È un segno del disinvestimento delle strutture private, i colossi stanno creando un sistema sempre più oligopolistico a scapito dei servizi. Lo strapotere delle grandi imprese non è più controbilanciato dallo Stato, che non riesce più a fare da contraltare. È la sindrome del declino."
Federico Rampini Occidente Estremo, il nostro futuro tra l'ascesa dell'impero cinese e il declino della potenza americana (Mondadori 2010).

Chissà, Iris Chang ne sarebbe senz'altro contenta e ancora più contenta della grande avanzata cinese nello sport, attestata anche nelle Olimpiadi che si stanno svolgendo a Londra, tra ingiuste accuse di doping e vittorie strabilianti. Chi era Iris Chang?

Storica cinese emigrata negli Stati Uniti, dai racconti dei nonni che miracolosamente riuscirono a scappare da Nanchino durante l'occupazione giapponese, intraprese quella che è stata la sfida della sua vita, fare luce su uno dei più atroci crimini contro l’umanità: il massacro di più di 260 mila civili cinesi inermi, uomini, donne, bambini, anziani in una sola città, Nanchino, da parte dell'esercito invasore giapponese. I risultati di questa sfida furono raccolti in un libro divenuto un caso editoriale e un best seller mondiale nel 1997, Lo stupro di Nanchino, tradotto in Italia nel 2000 dalle edizioni Corbaccio. Iris Chang, attraverso i racconti familiari, dei superstiti e delle vittime squarciò quello che per decenni è stato un velo di omertà, bugie e silenzi sul "più rivoltante singolo episodio di barbarie in un secolo già pieno di orrori" e su un evento quasi completamente dimenticato prima che Iris lo mettesse al centro del suo libro.

Nel 1937 con un pretesto (lo scontro con truppe locali nei pressi di Pechino..) l'esercito imperiale giapponese invade la Cina e l’13 Dicembre entra a Nanchino, antica città promossa capitale dai nazionalisti di Chiang Kai Shek. A Nanchino si scatena tutta la brutalità, la follia dei nipponici. Una strage senza precedenti che vede in otto settimane lo sterminio di più di 260 mila civili, la completa distruzione della città e lo stupro di venti mila donne. Un orrendo massacro che supera il bilancio di Dresda o Hiroshima nella seconda guerra mondiale. Nel libro costruito sulle testimonianze dei militari giapponesi, i resoconti dei sopravvissuti e quelli degli occidentali residenti nella zona internazionale della città si mette in luce la "normalità'" della pulizia etnica (pari a quella nazista dell'Olocausto) dei carnefici insieme con la folle cultura della superiorità razziale che riduce le vittime a non umani e allo stupro delle donne come parte integrante della cultura di guerra: Rimandiamo comunque alla lettura del libro. Quello che preme sono le controversie mai sopite, il rifiuto da parte giapponese di ammettere quest'abominio, le accuse all'autrice di aver esagerato nei numeri, poi rivoltate contro gli accusatori perché' per accelerare l'eliminazione dei cadaveri i soldati ne buttarono a migliaia nel fiume Yangtze, e come il solito, la grande ipocrisia americana che, in nome dell'anticomunismo più abbietto ostacolò in tutti i modi la ricerca della verità, minimizzando le atrocità dell'esercito di Hiroito. Ancora più grave il revisionismo nipponico: l'ostinato rifiuto di riconoscere i fatti, di mostrare un sincero pentimento e le scuse ufficiali alla Cina e la riscrittura dei libri scolastici che incredibilmente giustifica l'imperialismo di quegli anni, alimenta il rancore anti giapponese ancora molto forte dei cinesi. Tutto questo, il problema della memoria e la depressione che l'aveva colpita e che era cresciuta a contatto con le vittime delle torture e delle violenze ha portato Iris Chang al suicidio nel 2004: il corpo fu ritrovato nella sua auto a Los Gatos in California con una ferita da arma da fuoco. Stava lavorando su un nuovo libro sui lager giapponesi nella seconda guerra mondiale, con numerose interviste a soldati americani prigionieri in Asia. Aveva solo trentasei anni.

A breve uscirà nelle sale cinematografiche il kolossal The Flowers of War del regista cinese Zhang Yimou, che ricostruisce i fatti di Nanchino con Christian Bale nei panni del protagonista, John Miller, un ubriacone che lavora per le pompe funebri, finché di fronte alla brutalità dei giapponesi non decide di mascherarsi da prete e difendere alcune ragazze rifugiate nella cattedrale della città...






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