25/09/13

La grande rapina e il formato Gif


great robbery


L'anno della Gif
E’ stata la notizia tecnologica degli ultimi mesi: Yahoo compra Tumblr per 1,1 miliardi di dollari. Perché un gigante della Rete in affanno si getta con tanta foga su una preda così giovane? L’odore che indica la strada è ovviamente quello dei soldi nelle tasche dei giovani consumatori a cui Tumblr parla ogni giorno attraverso un sistema di micro-blogging che al momento vanta più di 100 milioni di utenti. A fare la differenza è soprattutto il modo in cui lo fa, con un linguaggio personale in cui una delle monete di scambio principali si chiama Gif. Avete presenti quelle immagini animate che da qualche tempo hanno letteralmente aver invaso Internet? Dal colorato e ipnotico Nihan Cat dalla coda d’arcobaleno fino all’onnipresente e lampeggiante Keep Calm And Carry On, slogan in voga durante la seconda guerra mondiale e che ora è uno dei tormentoni del Web. Lo stesso che la Ceo di Yahoo Marissa Mayer ha utilizzato nel suo primo post su Tumblr per tranquillizzare la popolazione del social network impaurita per una possibile stretta su i contenuti di un ecosistema che ha fatto della propria libertà e originalità un punto di forza. Illustratori e artisti come semplici utenti sembrano essere impazziti per la possibilità di creare gif di ogni genere: dal campionare le migliori sequenze di show televisivi, tra cui gli ultimi chiacchieratissimi MTV Awards, a creazioni del tutto originali. I pubblicitari hanno seguito la carovana e non esiste oggi marchio di fama mondiale che non abbia una propria serie di animazioni personalizzate per diffondere i propri prodotti online. Ma le gif non erano una cosa del tutto superata? I più maturi tra di noi se ne ricordano come ammennicoli fastidiosi di cui erano infarciti i primi siti web personali, spesso ospitati dalla piattaforma Geocities anche questa acquistata anni fa da Yahoo per poi essere frettolosamente abbandonata. Cosa ha riportato in vita le gif al punto da farne una delle parole dell’anno 2012 per il dizionario Oxford?

Gli inizi
Il 15 giugno 1987, alla Compuserve, primo servizio online commerciale americano, il programmatore Steve Wilhite pubblica nei server dell’azienda un nuovo formato di compressione per le immagini in sostituzione del precedente standard RLE (Run Lenght Encoding). Questo nuovo Graphic Interchange Format, gif, rendeva possibile anche la creazione di piccole animazioni utilizzando la pubblicazioni di immagini in rapida successione. “ Credo che la prima gif fosse l’immagine di un aeroplano” ricorda lo stesso Wilhite che ha continuato a lavorare per la Compuserve durante gli anni novanta, periodo in cui la società fu acquisita da America Online (AOL) che facendo scadere il brevetto della gif rendendo a tutti gli effetti tecnologia libera di venire utilizzata ovunque in qualunque modo. E’ in questo periodo che la gif inizia a diffondersi in maniera endemica online, spesso con esiti discutibili. Tante piccole immagini animate invadono i primi siti personali come il classico “Lavori in corso” con la luce lampeggiante che accoglieva i navigatori sulle homepage ancora in costruzione . “ Non ero molto orgogliosa di quel formato” ricorda Olia Lialina “ avrei preferito lavorare con i video ma al tempo utilizzare le gif era l’unico modo di avere un’immagine in movimento dentro un browser”. Siamo nel 1997, Olia è stata la prima: pionera russa dell’arte digitale la sua prima creazione di questo genere fu il disegno di una finestra in bianco e nero illuminata come da un lampo, da subito manifesto di semplicità in contrasto con quanto stava accadendo nel resto del web. La diga è aperta e il potenziale suggestivo e iconografico della gif inizia ad essere messo in pratica.

Quella che mancava a questo punto era una piattaforma adatta sia dal punto di vista tecnologico che di un target di utenti in grado di apprezzare contenuti del genere: da quelli più emotivi come il lavoro di Olia fino a declinazioni più ironiche o nonsense. I siti personali degli utenti o i seriosi blog non erano certo l’humus adatto ad uno sviluppo del genere. La risposta definitiva arriva nel 2007 quando il giovane imprenditore e programmatore americano David Karp fonda Tumblr. Il minimalismo grafico e di strumenti di questo nuovo social network obbligano gli utenti ad affinare l’ingegno in uno sforzo di sintesi. Come riuscire a dire molto in poco tempo? La risposta è nell’utilizzo di immagini, meglio ancora se animate. Ecco che la gif esce dai territori della net.art dove era confinata da anni ed entra nelle case di milioni di adolescenti di tutto il mondo che si divertono a ridurre in una manciata di frame in movimento tutto quello che vedono. Dalle scene più divertenti di video YouTube fino a vecchie foto d’archivio ora improvvisamente come vive e dunque buffe. Niente e nessuno si salva dal potere iconoclasta della gif. I musei non rimangono a guardare e percependo la novità nell’aria da tempo è tutto un fiorire di mostre ed esposizioni dedicate alla gif. Dal Museum Of The Moving Image di New York alla Photographer’s Gallery di Londra sono tanti i curatori che si interessano all’argomento. Anche in Italia qualcuno si fa avanti in questo senso: qualche settimana fa il progetto Action Gallery ha lanciato la prima mostra nazionale di gif animate, tra i 10 artisti internazionali coinvolti anche l’italiano Walter Giordano.. 
Wired 









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