24/09/11

Zimbelli e il 15 Ottobre a Roma

Al telefono con Tarantini, il presidente del Consiglio confessa di "pensare solo alle sue bambine". A Marysthell Polanco dice di "fare il premier a tempo perso". A Lavitola racconta che "vuole andare via da questo paese di m...". Ma nel memoriale spedito ai pm di Napoli e nella lettera pubblicata dal Foglio, Il Cavaliere si trasforma in serio statista, ricordando di aver "ammonito tutti" sulla crisi e di aver "riunificato il Paese". Le donne? Gianpi può stare tranquillo:"Voglio che tu abbia le tue, poi ce le prestiamo... il prezzo è buono".














L'articolo (o meglio l'evento http://italy.indymedia.org/node/864) pubblicato su Indymedia Italia è stato citato da diversi media nazionali. Panorama ad esempio (http://blog.panorama.it/italia/2011/09/21/lallarme-dei-servizi-segreti-g...) prendendo spunto dall'articolo in questione annuncia un allarme dei servizi segreti proprio per una "guerriglia urbana" a rischio nella data del 15, a Roma.
Ad aumentare la tensione ci sono anche le dichiarazioni di Di Pietro con le sue certezze sul fatto che presto ci "scapperà il morto".
Che il clima nel paese si stia rapidamente surriscaldando è ormai sotto gli occhi di tutti. Ciononostante le modalità con cui si gonfiano certe dichiarazioni lasciano adito a qualche dubbio. Non voglio certo affermare che l'autore del post in questione sia per forza un provocatore o un agente dei servizi segreti, sebbene la cosa non dovrebbe destare grande stupore in un paese come il nostro, ma annunciare sui siti di movimento "disordini" ai cortei del 15 ottobre pare realmente senza alcun senso.
Soprattutto visti i pregressi italiani, da Napoli e soprattutto da Genova, quando le dichiarazioni di guerra stile zapatista contribuirono significativamente a giustificare la brutale repressione poliziesca contro migliaia di giovani manifestanti.
Il comunicato si raccomanda che non dovrà finire "come a Genova", pur riproponendone le stesse dinamiche, cui prodest? E che dire della delirante raccomandazione di "portare con sè di tutto" per mantenere la piazza? Insomma, a chi si rivolge l'autore del post? A presunti rivoluzionari pronti ad uno scontro armato con le forze dell'ordine o ad un esercito (quello si) armato e pronto a slvaguardare "l'ordine democratico"?
Persino il linguaggio del documento pare un pò lontano da quella vena poetica cui siamo abituati, soprattutto lontano dai suoi riferimenti storici. La citazione di Napoleone pare in questo senso addirittura uno scivolone maldestro.
Le cose sono due. O l'autore del post voleva prendersi gioco di Indymedia e dei suoi detrattori foraggiando un pò di mainstream con i soliti cupi allarmismi, sempre che non siano i giornalisti stessi a divertirsi in questo modo, oppure qualcuno si sta dando da fare per innalzare la tensione sulla data del 15. E su questa seconda ipotesi le opzioni sono decisamente inquietanti.

Nessun commento:

Posta un commento