12/09/11

Cile, 11 Settembre 1973

La storia commemora anche un altro crimine contro l'Umanità

11 settembre 1973: Golpe Militare in Cile.
Quel giorno le Forze Armate del Cile guidate dalle più alte autorità, misero in atto un colpo di stato militare che è ormai ricordato come il momento in cui terminò la Democrazia cilena. 
Ernesto Celestini -  Fonte: El Mundo e Educar Chile 



In quel giorno Salvador Allende, Presidente della Nazione, decise di immolarsi nel mezzo del bombardamento che aveva come obiettivo La Moneda.Con questo atto, che lo stesso presidente Allende definì "sacrificio", la sua figura può essere considerata come martire caduto a difesa del fenomeno culturale e sociale, proposto dai partiti della sinistra. Con Allende morto, e dopo che i militari avevano occupato e immobilizzato il paese mettendolo in stato di assedio, venne dichiarata una giunta militare governativa composta da Augusto Pinochet, José Toribio Merino, Gustavo Leigh e Cesar Mendoza. Il golpe militare messo in atto nel paese, fu presentato alla cittadinanza come un ordine temporaneo che avrebbe rapidamente lasciato il posto alla creazione di un governo legittimamente eletto ma che restò al governo del Paese per altri diciassette anni. Durante questo periodo, il paese subì cambiamenti sociali epocali dal punto di vista culturale ed economico, instaurando una politica repressiva attuata dal governo che costò al Cile decine di migliaia di vite umane.

                       La dittatura di Pinochet

Cosa accadde dopo il colpo di stato?
Dopo il colpo di stato del settembre 1973, Pinochet instaurò in Cile un regime ferreo e sanguinoso, che provocò la morte o la scomparsa di migliaia di persone e causò la fuga di un milione di persone che cercarono rifugio principalmente in Europa. Il dittatore continuò a governare il paese fin quando fu costretto a indire un plebiscito, che perse, ma sopravvisse a qualsiasi tentativo della Giustizia di farlo rispondere per i crimini commessi contro il suo paese.

Pedagogia del terrore
L'11 settembre 1973 la sanguinaria dittatura che fu imposta al Cile concluse un periodo durato 150 anni di storia repubblicana e si impose occupando tutte le istituzioni del paese con cariche nominate direttamente dal regime, tanto da cambiare profondamente le condizioni di vita di tutti i suoi abitanti. Negli occhi di tutti i cileni rimarrà per sempre l'immagine della Moneda, il Palazzo presidenziale, in fiamme, lo stadio trasformato in lager per rinchiudere i prigionieri politici e i roghi con cui furono bruciati migliaia di libri definiti "pericolosi"

Lo stesso giorno del colpo di stato, i comandanti in capo, con Pinochet in testa, formarono una giunta militare, dichiararono che era in atto una "guerra civile" nel paese e decretarono lo stato di assedio ed il coprifuoco che furono prorogati, fatta eccezione per brevi periodi, fino al 1987.
Pinochet esercitò il potere con pugno di ferro fino al 1990, anno in cui introdusse un modello neoliberista ad oltranza che, anche se salvò l'economia, secondo dati ufficiali, lasciò in povertà più di cinque milioni di persone. Ci sono testimonianze che affermano che le forze militari continuamente presenti in strada, gli elicotteri che sorvolavano le città di notte, gli arresti alla luce del giorno, contribuirono a instaurare una "pedagogia del terrore".
Come eredità politica, comunque, Pinochet ha lasciato una Costituzione ancora oggi, in vigore e vari grovigli autoritari che i governi democratici non sono ancora riusciti a sbrogliare, come la carica di senatore a vita, che servì al dittatore per evitare di fare i conti con la storia. Nel 1988, dopo aver negoziato con alcuni settori che si opponevano alla dittatura, Pinochet indisse un plebiscito con cui voleva legittimare il suo governo.
Perse e la sua sconfitta segnò la fine di una dittatura sanguinosa.



La Carovana della Morte

Nel mese di ottobre 1973, una delegazione militare guidata dal generale Arellano Stark percorse tutto il con un elicottero Puma. Furono i giorni della Carovana della Morte. A questa sinistra 'delegazione' si attribuirono settantacinque omicidi, la maggioranza leader politici e sindacali, con la cui morte si voleva scongiurare una più che probabile opposizione che si sarebbe sollevata nei primi mesi del regime di Pinochet. Il dittatore sicuramente "conosceva" tutte le loro attività, infatti, non chiese di indagare sulle loro abitudini. Una volta perso il potere politico, si fece scudo della sua posizione di senatore a vita per sottrarsi all’azione della giustizia.

Stati Uniti: L'indifferenza è nella memoria
Gli Stati Uniti cercano di lasciarsi alle spalle il ricordo dell’anniversario del colpo di stato di Pinochet. Washington, che ha riconosciuto, anche se in modo molto tiepido, il suo coinvolgimento con i preparativi del golpe, ha ormai una commemorazione ben più viva nella mente degli americani e può far scorrere gli anniversari con discrezione. Il paese ha rivelato poco a poco, anche se in forma parziale, migliaia di documenti, alcuni dei quali mostrano un chiaro sostegno per l'opposizione di Allende e del collegamento con alcuni degli autori del colpo di stato, prima ancora della nomina di Allende alla presidenza. I documenti rivelano anche che gli Stati Uniti erano a conoscenza anche di un coordinamento tra il Cono Sud per la soppressione degli avversari oltre i confini: Operazione Condor.


                                    Operazione Condor

Nei primi anni '90 in Par aguay si sono trovati dei documenti della polizia segreta politica paraguaiana. Questi documenti, detti "archivi del terrore", rivelarono un piano machiavellico ordito nel '70 dai servizi di sicurezza militari dei regimi-dei paesi del Cono Sud : Argentina, Cile, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia per farla finita con gli oppositori delle loro dittature: "le sinistre, i comunisti e i marxisti".



Anche se alcuni governi hanno negato l'esistenza di questo piano, i documenti decodificati della CIA indicano il contrario. Alcune organizzazioni per i diritti umani stimano che questa operazione abbia prodotto circa 30.000 vittime e molte di queste erano cilene. Come già detto, è stato stimato che oltre un milione di persone abbia lasciato il Cile dopo il colpo di stato militare del 1973. Tra gli esiliati numerosi sono stati i casi di suicidio, nevrosi e depressioni. Ancora oggi, 800.000 cileni che vivono all'estero, alcuni dei quali fuggiti durante la dittatura, cercano di recuperare la loro nazionalità.

Pinochet sopravvive

La personalità di Augusto Pinochet rimane ancora nascosta dietro i suoi occhiali scuri ed è rimasta nascosta anche dietro i tanti cavilli legali e burocratici con cui ha evitato di pagare, per i crimini contro il suo popolo, fino alla morte. Il suo aspetto che appariva scheletrico e malato a Londra durante la sua detenzione per ordine del giudice spagnolo Baltasar Garzon, era tutto il contrario di quello che mostrò al suo arrivo a Santiago, 503 giorni dopo. Quando il Boeing 707 delle Forze Armate, che lo aveva riportato nel suo paese, atterrò in Cile, abbandonò la sua sedia a rotelle che aveva usato fino a quel momento per qualsiasi movimento e si alzò attraversando la pista dell’aeroporto, come risorto.

"La storia dimostra che i dittatori non finiscono bene", dichiarò Pinochet alla rivista The New Yorker, prima della sua morte. Ma non è sempre vero.
Note:

Gli orrori della storia non cessano mai e a volte tornano a ripetersi, tanto che in certi casi la nostra memoria stenta a trattenerli tutti.
Può anche succedere che alcune date vengano commemorate nel pensiero di un evento tanto drammatico e spettacolare che difficilmente la mente umana potrà dimenticarlo.
Come può anche succedere che, nella stessa data, si stenti a ricordare un altro evento meno determinante nella scena politica mondiale ma che ha profondamente cambiato la vita di milioni di uomini, facendo diventare tristemente comprensibile in tutto il mondo il significato di una parola "desaparecido".




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