Oggi, The Giant avrebbe l'età di mio padre e questo post è un omaggio al grande sassofonista di Hamlet (N.Carolina) e a mio padre, appunto, grande appassionato, critico puntiglioso di Jazz, l'arte che, tra tutte,è quella che più si è affidata all'impulso dell'attimo e all'improvvisazione,un arte popolare da cui si è creata una musica aperta all'individualità. Da Armstrong a Benny Goodman,da Gillespie a Monk mi si raccontava di un periodo in cui l'ottimismo sembrava prevalere: si usciva dalla seconda guerra mondiale e da una grave crisi economica, Kruscev era diventato primo ministro in Urss e incontrava Eisenhower per le prime prove di disgelo, nuovo papa, più aperto, veniva eletto Giovanni XXIII, la Francia iniziava a confrontarsi con il problema algerino, a Cuba cadeva il feroce regime di Batista,il maccartismo, l'incredibile caccia alle streghe che aveva mortificato la democrazia Usa veniva spazzata via e un giovane senatore,John F. Kennedy si preparava alla candidatura alla presidenza Usa. Era la fine del 1959. Queste furono la speranze che la generazione di mio padre ha vissuto,mentre noi,oggi,conosciamo le delusioni che scaturirono presto da tutti quegli eventi. Molto dopo ho anche capito che quella di mio padre,per il Jazz, era passione vera: quando vedemmo insieme per la prima volta Psycho di A. Hitchcock, invece di rassicurarmi,iniziò con alcuni aneddoti,come quello che il nome del personaggio interpretato da Anthony Perkins, Norman Bates, era stato dato dallo scrittore Robert Bloch (grandissimo intenditore di Jazz e autore appunto di Psycho) in omaggio al contrabbassista del quartetto di Dave Brubeck ..Norman Bates. Naturalmente, all'epoca questo aneddoto mi lasciò completamente indifferente. Non mi lasciò indifferente invece,il racconto del pestaggio,dell'arresto e del processo subito da Miles Davis perchè in compagnia di una donna bianca: quel racconto avrebbe avuto un enorme influenza sulla mia formazione.
Il padre di Coltrane era a sua volta un amante della musica e un polistrumentista dilettante. Il giovane John cresce a stretto contatto con i suoni,il sassofono diventa la sua passione tramite il quale mette in scena il suo talento alla fine degli anni '40. Trane,il nomignolo che gli venne dato per il suo l'impeto inarrestabile nel suonare che lo faceva assomigliare ad un treno in corsa, ha scardinato i canoni usurati su cui il Jazz si era appiattito, introducendo elementi di tecnica e potenza in una continua evoluzione di studio e di ricerca che lo avrebbe accompagnato fino a quel fatidico 17 luglio del '67,quando morì per un tumore al fegato senza aver compiuto nemmeno i 41 anni. Coltrane, come molti jazzisti dell'epoca,era diventato agli inizi degli anni '50 tossicodipendente e alcolista fino a quando Miles Davis, che lo aveva voluto con se, lo convinse a disintossicarsi (come lui stesso aveva fatto): da allora,la sua musica cambiò per sempre il jazz e la maniera di suonarlo,dando vita .."ad un momento in cui i cilindri di tutte le serrature dell'universo sono perfettamente allineati". Certo,per molti ascoltatori privi di specifiche conoscenze teoriche nel campo della musica jazz (io tra questi..), ascoltare Trane che improvvisa a tutta velocità lascia ancora di sasso,dopo tanti anni, ma in alcuni dei suoi capolavori c'è un attenzione maniacale per i dettagli: non una virgola è al posto sbagliato. I brani sono lunghi ma non si ha mai l'impressione di un allungamento del brodo (molto comune in questo tipo di musica). E' uno dei pochi in cui temi ed assoli si fondono diventando tutt'uno, uno dei pochi jazzisti che davvero amo perchè ha mantenuto lo spirito del blues nelle sue composizioni e nel jazz, anche se non nei canoni convenzionali del blues. L'ultimo..aneddoto significativo: Trane non firmò un contratto con la Blue Note,la più importante etichetta Jazz dell'epoca insieme alla Prestige, perchè durante l'incontro del sassofonista con Alfred Lion (titolare della Blue Note), il gatto di quest'ultimo cadde dalla finestra dell'ufficio,costringendo il produttore a correre in soccorso del felino,Coltrane andò via senza firmare niente e con solo l'anticipo sul disco da farsi. L'incisione per la Blue Note diede vita a Blue Train,l'unico album prodotto con questa etichetta. Eh..i gatti ci mettono sempre lo zampino.
Giant Steps
Blue Train
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