27/04/13

Saint Julian

"Julian Cope, gli occhi verdi e vivi, esce nell’aria del primo mattino. E' vestito in maniera semplice e cammina in maniera non ricercata: promette qualcosa di nuovo. Qualcosa di speciale. Troppi, troppi Teardrop sono caduti, scomparendo per sempre. Gli amici di un tempo sono lontani. E' rimasto solo, col suo dolore e la sua malinconia. Ho chiesto a Julian:
«Ti senti solo?» «Lo sono, amico mio», mi ha risposto. «Ho giocato troppo con questo mondo». Ecco qua. Lo lascio dove si sente più a suo agio. Negli angoli più remoti della tua mente. Nella gabbia dell’orso, con delle lance nel fianco.
Un tumore con un senso dell'umorismo.."

<<Avete presente quella sensazione di quando vi raccontano una cosa che vi sembra di conoscere già, come se ve la ricordassero e basta?
Be’, io cominciavo a muovermi su quel terreno. Vivevo come una specie di Gollum sotterraneo, ma con una spina dorsale incredibilmente forte e dritta. In qualche corridoio oscuro della mia anima, il mio senso di unicità era ancora portentosamente intatto. Anche se a volte mi si stralunavatno gli occhi, decisi di venire a patti con lo sfacelo della mia vita a modo mio. Avevo visto diversi esempi di ciò che la società considerava buono o cattivo. E quella cosa non mi piaceva.
Volevo ridefinire cos’era il Bene, ed ESSERLO. Ero ormai deciso. Mi sarei sottratto al male a modo mio. Non mi sarei mai rifugiato nella religione per risolvere i miei problemi. E non sopportavo l’idea di nascondermi nell’emisfero crepuscolare di nuovi culti come EST o Dianetics.
Andavo regolarmente a visitare il Tumulo di Alvecote. Era un luogo che mi era caro proprio come i giocattoli della mia infanzia. Rappresentava la pace e l’innocenza, un tempo anteriore a ogni mia consapevolezza.
Avevo cominciato a odiare la conoscenza. Ah. Che senso hanno le informazioni se non è possibile trarne qualche insegnamento? Le informazioni ti riempiono il cervello come i fast food ti riempiono lo stomaco. Ti senti pieno e sei contento, come se avessi realizzato qualcosa. Negli ultimi anni avevo trangugiato così tanti fast food che non avevo ancora cominciato a digerirli.
Chiaramente, il mio cervello era troppo pieno di novità e di informazioni culturali perché la conoscenza mistica potesse attecchire davvero. Me la prendevo con me stesso, senza dare alla mia parte più interiore la minima possibilità di lottare. Il mio lato cinico voleva risultati immediati, che mi dimostrassero che valeva la pena continuare. I cinici non sono stanchi del mondo, al contrario. Sono esseri umani immaturi che pregiudicano le situazioni ancor prima di viverle. Per questo motivo, non le vivono affatto, ma si ritrovano con un facsimile di quel che credevano sarebbe accaduto. Ero come un cronista del «Sun» a cui non interessa affatto vedere le cose coi propri occhi, perché crede di sapere in anticipo come sarà la scena. Io ero cinico e pieno di presunzioni. Il cinismo non è un surplus: d'esperienza: annienta la vera esperienza. È una chiusura mentale che elimina l'esperienza autentica. Infatti, è possibile toccare traguardi mistici in molti, banalissimi modi. La musica, per esempio. Un curioso e attraente individuo del sesso opposto. L’odore di un particolare cibo fuori stagione. E' sempre su cose semplici come queste che il cinico getta il suo velo, considerandole al di là di un' "esperienza" valida. Come un giornalista di musica rock che recensisce i suoi album preferiti in uscita su CD, ma che non può esprimere il proprio entusiasmo, il cinico se la prende col mondo perché non è come supponeva lui, e la prima causa è la scarsa informazione che ha ricevuto. Ecco, io ero così...
Il fallimento di Trampolene e il successo di Saint Julian avevano confuso quelli della Island (Records), ma io ero sodisfatto dei risultati. Così quando mi dissero che volevano un altro singolo e un nuovo video, la presi come una scusa per andarmi a comprare ..un bel pò di giocattoli.. >>

Repossessed









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