26/08/12

Il peggior inchiostro è sempre meglio della migliore memoria: i miei migliori Live

I migliori Live (parte seconda)

IL PEGGOR INCHIOSTRO E' SEMPRE MEGLIO DELLA MIGLIORE MEMORIA
(proverbio cinese)


Più un esercizio di memoria che vere e proprie recensioni dei concerti visti. Alcuni sono veramente troppo lontani, quindi ci sono ricordi..essenziali, altri più recenti e quindi più nitidi, altri ancora completamente sfuggiti (ma a questo c'è rimedio..).
L'elemento soggettivo della memoria credo sia importante, almeno quanto lo sia quello oggettivo, cioè l'importanza della memoria nella costituzione e nella costruzione dell'identità personale è altrettanto importante di quella collettiva, come la memoria di un popolo, di una comunità, di una nazione. Il non ricordare più niente di se stessi equivale quasi a una condanna a morte. La memoria ci consente di tener traccia del percorso da cui proveniamo, e che ci tiene ancorati al presente per poi proiettarci nel futuro.

A cosa serve la memoria? A ricordare, certo, ma più profondamente, serve a pensare, a riflettere, e più in generale, a conoscere. Platone, criticò la scrittura proprio perché stimolava la memoria esteriore a discapito della memoria interiore, mentre il proverbio cinese ci riporta all'importanza della memoria scritta, che assume un ruolo fondamentale, perché abbiamo l'impressione che perdendone anche un solo pezzo potremmo perdere parte della nostra identità. Come contro altare c'è che spesso abbiamo bisogno di dimenticare, episodi, fatti, accadimenti della nostra vita e il non poter dimenticare è una cosa terribile, un’identica condanna come quella di quanti non riescono più a ricordare niente. Inoltre bisogna andarci cauti perché la memoria non è infallibile e può causare guai seri, come nella testimonianza oculare in un processo per crimini commessi. Ecco perché tra la troppa memoria e la poca memoria c'è  il pensare, che significa appunto..ricordare ma non troppo.

NB: Non c'è un ordine cronologico, ho buttato giù così come la memoria mi suggeriva.



David Bowie

Lo Spider Mars Tour..per promuovere Never Let me Down, un disco mediocre, disconosciuto da Bowie stesso (..lasciai a Carlos Alomar e ai ragazzi il compito di finire e arrangiare l'album a N. Y, mentre me ne andavo in giro a rimorchiare ragazze..) Credo sia stato il tour più disastroso del Duca, con contestazioni a Milano, l'incidente di Firenze con la morte di un tecnico delle luci, una scenografia kitsch, (un enorme struttura a forma di ragno, lui che svolazzava per aria su di una giostra da luna park..), un gruppo di ballerini sconclusionati e..Peter Frampton alla chitarra, e a cui fu affidata Son of the Silent Age in una versione più che disastrosa. Arrivati allo stadio Flaminio, le premesse non erano per niente buone, c'era già tensione nell'aria, tanti erano senza biglietto e i primi tafferugli iniziarono quasi subito. Bowie rientrò in scena con un asciugamano bagnato sul volto: fuori lo stadio impazzava la battaglia, i fumi dei lacrimogeni invasero tutta l'area del concerto che continuò nonostante le molte interruzioni. Impiegammo più di un’ora per raggiungere poi l'auto, tra lacrimogeni ad altezza d'uomo, pestaggi di gruppo, caos e panico totale. Il tour fu ferocemente stroncato in Europa, mentre negli Usa, che di cattivo gusto ne sanno molto più di noi, andò meglio, tra recensioni entusiaste e sold-out.

Tutt'altro il Sound and Vision Tour, con tappa al Palaeur per due date consecutive. Senza fuochi d'artificio, raggi laser e ragni giganti a occupare il palco, con una band di solo quattro elementi, Erdal Kizilcay al basso, Rick Fox alle tastiere, il fido Michael Hodges alla batteria e un superlativo Adrian Belew alla chitarra. Bowie costruì uno spettacolo memorabile anche se essenziale e minimale. La scaletta fu costruita in gran parte attraverso precedenti sondaggi tra i fans, cosi da ripercorrere l'intera carriera non attraverso i successi commerciali ma assecondando le richieste, con brani che non venivano eseguiti ormai da molti anni. Tutto andò per il meglio, per uno dei migliori show mai visti nella capitale. (ps:comunque in questo caso sono proprio di parte, essendo Bowie il mio idolo dalla notte dei tempi).

Massive Attack

Una delle location più belle per un concerto, L'Arena Flegrea alla Mostra d'Oltremare di Napoli, sotto una luna piena spettacolare. Non un vero live dei Massive, piuttosto un set di Robert Del Naja, con Horace Andy come vocalist principale, che veniva a presentare il "suo" album 100th Windows. Daddy G entrò in scena solo per Karmacoma, quasi come guest star, dopo che la band aveva eseguito quasi per intero l'ultimo album. Anche se qualcuno ci rimase male, fu un grande spettacolo, con il megaschermo alle spalle del gruppo ricreato sul modello del sito multimediale dedicato a 100thWindows, una Future Proof iniziale a volume stratosferico con la chitarra elettrica che fece tremare la struttura..e una ragazza minuta al violino elettrico che fece sfaville. Pubblico delle grandi occasioni, sold out e non poteva essere che così: le origini partenopee di Robert e il suo amore per Napoli (e per il Napoli Football Club) hanno reso i Massive Attack il gruppo più amato in ambito alternative in città e in tutta la regione.

Al Roma Rock Festival, allestito presso l’ippodromo delle Capannelle, con il gruppo al gran completo e dieci mila fans e più ad accogliere la band dopo anni di assenza. Dal vivo suoni dei Massive Attack sono ancora più profondi. Ottimi musicisti, ti potevi concentrare su ogni singolo strumento, per un’acustica che rasentava la perfezione. Il dub prende il sopravvento, Mezzanine come riferimento principale, eseguito con un mix di dub, trip hop e rock che mandò in visibilio il pubblico.  Letteralmente osannato Horace Andy, in splendida forma, dalla colonna rasta della capitale, una delle più folte in Italia. Nessun problema, birra gelata, atmosfera di festa e un po’ d’invidia per le persone che avevano i posti migliori ai lati del palco..

The Fall

La verità: uno dei pochi concerti di cui ricordo ben poco. Al Brancaleone di Roma, una di quelle serate in cui magicamente ci si ritrova tutti, ma proprio tutti. Non poteva essere altrimenti, per assistere a un concerto dei Fall, che certo non si può definire uno show. Quello che ricordo è l'arrivo sul palco di Mark E. Smith, il volto invecchiato ed emaciato, scorbutico e distaccato come sempre, quasi accasciato sull'asta del microfono. E la band di quasi ragazzini che lo supportavano. Ricordo un bell’intro e il girone infernale che si scatenò tra noi, con una specie di roulette russa del bicchiere. Mi risvegliai la mattina dopo..incredulo.

  
Fleshtones

Ricordo invece di essermi divertito molto a quello dei Fleshtones, una bellissima serata estiva in giro per Napoli e più esattamente..per i bar di Napoli. Non eravamo in molti nel tenda a strisce e forse fu proprio questo a creare un’atmosfera intima e di festa. Non sono mai stato troppo un tipo da ballo o da pogo ma sfido chiunque a star fermo a uno spettacolo dei Fleshtones, con Peter Zaremba scatenato sulle note dell’organo farfisa e con il resto della band che sembrava davvero divertirsi. Nel lungo viale che ci riportava alla metro, fu tutta una sequenza di fischi e d’inviti da parte di prostitute e travestiti, i più simpatici e spiritosi, alcuni/e si offrivano gratis, ero..molto giovane, davvero un ragazzino.


P.G.R

Nella splendida cornice degli scavi di Ostia Antica. La serie di concerti per presentare l'omonimo disco, prodotto da Hector Zazou, scomparso poi nel 2008, spesso presente anche on stage. Avevo visto più volte Cccp e Csi, che consideravo (e considero) davvero delle formazioni innovative nel panorama italiano, allora veramente vivo, pieno di fermento, voglia di sperimentare; la collaborazione di Zazou non fece per niente bene sia al disco che ai relativi concerti, i suoi arrangiamenti world produssero solo noia e stanchezza, anche se il pubblico, composto per la grand parte dallo zoccolo duro ferrettiano non fischiò, limitandosi ad approvazione di routine. Ferretti, che aveva già manifestato i primi sintomi di squilibrio ai tempi dello scioglimento dei Csi, poco dopo entrò nella vastissima schiera dei pentiti, visto che i tempi erano ormai maturi, e andò perfino in televisione da Ferrara, poi da Chiambretti e ancora su Mtv, il capostipite dei voltagabbana per interesse, a dichiarare il suo amore per il berlusconismo e per il nuovo papa. Dal punk islam al vaticano per una delle giravolte più incredibili che la storia musicale e non ricordi. Non contento, vista l’indifferenza che ne segui, dopo un primo smarrimento dei tanti fans, dichiarò che era una fortuna che in Italia ci fosse la Lega. Visto com’è finita l'allegra combriccola di scrocconi, incompetenti e razzisti padani, direi che porta pure un po’ sfiga. Generosamente qualcuno andò sotto casa sua, limitandosi a una sintesi preziosa: dalle pere a..Pera, in riferimento al senatore Marcello Pera, ultra cattolico e un altra delle grandi teste pensanti che il berlusconismo riciclò e mise in campo, e uno dei nuovi idoli di Ferretti, mentre per le "pere", il riferimento è all'uso di eroina che il nostro eroe ha piu volte ammesso, poi rinnegato, poi di nuovo ammesso e cosi via. Dei concerti dei Cccp non parlo, davvero un'altra epoca. Rimando tutto a questa bella sintesi del 2 006 sul blog Leonardo. Comunque, massimo rispetto per Zamboni, Maroccolo (uno dei bassi più potenti mai ascoltati dal vivo) e gli altri componenti dei tre gruppi..




Michael Rother
 
Quasi da non crederci. Per quanti di noi, amanti della musica dal vivo, avevano sognato di poter vedere un live dei Neu! fu un’occasione imperdibile. Con solo quattro album pubblicati i due ex collaboratori dei Kraftwerk nei primi anni settanta, Michael Rother e Klaus Dinger, con i Neu! sono stati il fulcro del Krautrock, uno dei gruppi più avanguardistici, sperimentali e influenti non solo della musica elettronica ma di tutto il panorama rock. Da David Bowie ai P.i.l, dai Joy Division a Gary Newman a tutta la new wave e il post punk, tutti hanno tratto ispirazione e idee dal duo di Düsseldorf che dopo la rottura del sodalizio, tra scontri e incomprensioni, andarono a formare band separate, gli Harmonia per Rother e i L.A. Düsseldorf per Dinger. Forse proprio dopo la morte di quest'ultimo che Rother decide di proporre la musica dei Neu! in una serie di concerti in giro per il mondo, insieme al batterista dei Sonic Youth (fan accaniti dei Neu!) P. Shelley e il bassista Aaron Mullan, denominato Hallogallo da uno dei pezzi più famosi della band.  Cosi in una fresca serata d'ottobre attraversiamo come il solito tutta la tuscolana e arriviamo in anticipo al Circolo, già affollato e che si riempirà del tutto a inizio concerto. Rother semi-nascosto con la sua chitarra dietro mixer e computer, Shelley picchia duro sostenuto da Mullan, per settanta minuti senza fiato, ipnotici, con suoni che sembrano ripetitivi ma, per chi ama i Neu! e il kraut, ripetitive non sono. Nella scaletta manca qualcosa ma è tiratissima, con brani degli Harmonia (grandissima De Luxe) e un inedito, mi sembra. Un po’ di birra, il ritmo pulsante e potente di tre soli musicisti e un’acustica accettabile rendono bene l'idea di una serata "cosmica", da tanto attesa, troppo, e finalmente arrivata..

Nota di merito per..Jujuka: nonostante la birra e la bolgia non mi sviene tra le braccia, come al concerto dei God is an Astronaut e tutto va per il meglio.

Ian Gillan Band.

Forse..il mio primo vero live, poco tempo dopo aver acquistato Made in Japan dei Deep Purple, e fù davvero un impresa trovare i soldi per il biglietto, dato che i miei, visto la piega che stavo prendendo..chiusero il rubinetto. In un teatro tenda strapieno, sotto il palco ondeggiando all'unisono con la folta e la lunghissima capigliatura di Ian. Kids in delirio.

Alvin Lee.

Davvero tanti..ma tanti anni fà. Seduto tutto il tempo..ma che chitarra!

James Brown.

Autentiche prodezze sul palco, una macchina perfettamente in sincronia con il ritmo pulsante dell'orchestra. Nonostante l’età già avanzata, cantava, danzava, scattava e piroettava a velocità supersonica quasi a sfidare le leggi di gravità. Mister Dynamite pareva sempre sul punto di esplodere. Un post a parte meriterebbe le coriste, fasciate in vestiti fluorescenti, distraendo più di qualche spettatore..Sulla via del ritorno ci fermò una gazzella dei carabinieri, ma fu troppo anche per loro: eravano talmente stralunati che incasinammo cosi tanto la situazione, tra documenti che cadevano, caccia al libretto di circolazione, accuse tra di noi, che davanti a quello spettacolo decisero che dovevamo sparire.In fondo eravamo solo cinque ragazzi un pò allo sbando. E incensurati.

Eric Clapton

Il terribile viaggio verso Slowhand su di una Ford Escort bianca che sembrava reggersi con la colla fu compensato dall'ingresso gratuito al Palasport di Roma, grazie allo sfondamento dei cancelli da parte degli autonomi. Scavalcando mi bucai un piede e della conseguente infezione me ne accorsi solo due giorni dopo. Nonostante i casini Eric ci deliziò con più di due ore di musica mentre fuori ci aspettava la celere per vendicarsi..

Frank Zappa

Zappa a Napoli. foto di L. Capozzi
Il grande Frank e la sua ciurma allo stadio. Metà esibizione spalle alla curva dove eravamo assiepati, bacchetta in mano a dirigere precise geometrie sinfoniche da perfetto direttore d'orchestra; l'altra metà in un esplosivo esercizio di disumana maestria chitarristica. Incredibilmente alla fine venne sotto la curva osannante, strinse mani e conversò amabilmente con noi fan. "La nostra arte - amava ripetere e per nostra intendeva non solo i musicisti ma anche chi vi partecipa, cioè il pubblico - è speciale, in uno spazio negato ai sognatori". La sua scomparsa..una perdita immane, per tutta l’umanità.


Robert Plant

I pochi vigili urbani impazzirono, colonne di auto che come formiche impazzite non sapevano dove dirigersi e dove parcheggiare (zona largo lanciani, se ben ricordo) per un’esibizione molto penalizzata da uno dei più incredibili temporali estivi che la capitale ricordi. Nessuno rinunciò alla voce forse più popolare del rock anche se Plant, come aveva annunciato nelle interviste precedenti, concesse quasi niente dei vecchi Zeppelin.


Lou Reed

Anche Lou..allo stadio, che forse non era proprio la location adatta per un concerto che aveva bisogno di..intimità'. Acustica scarsa, una band poco affiatata e frettolosa per una delle delusioni più cocenti dopo anni d'attesa..

B.B.King

Ricordo una ressa incredibile, dovuta al fatto che il concerto era gratis. I lunghi gemiti acuti della sua chitarra blues mandarono in visibilio gente accorsa da angoli remoti e sperduti, gli occhi chiusi e il capo reclinato, il sudore che gli colava sul viso. Non si risparmiò di certo il chitarrista a cui Clapton e tanti chitarristi bianchi devono più di un ringraziamento. Esordi con .." il blues è la malattia di un vecchio cuore che duole"..

Ray Charles

Ho poco da ricordare se non un pubblico in giacca e cravatta e Martini con oliva, e la noia. Eravamo reduci dalla sua apparizione in The Blues Brother e le attese erano su quel genere di corda. Inoltre eravamo in quel periodo totalmente immersi in altri tipi di musica e stili di vita..Talmente tanta fu la noia che girammo le spalle poco dopo l'inizio e andammo via.

Litfiba

I primi Litfiba quando ancora si suonava nei..teatri tenda. Poco famosi, ancora con Magnelli e De Palma ricordo che fui io a trascinare gli altri, scettici,  a sentirli, una grande performance tra musica e teatro per pochi intimi, . Da lì a poco spiccarono il volo..Mai più visti.

Diaframma

Loro suonarono in un vero e proprio teatro. Devo ammettere di non essere mai stato un loro grande estimatore e la serata si rivelò un fiasco totale, con Federico Fiumani che iniziò a scagliarsi contro il pubblico perché' a suo dire, eravamo fermi e non ballavamo. Cosa c’è da ballare con la musica dei Diaframma ancora lo chiediamo, mentre ancora ricordiamo l'iniziale indifferenza e, dopo la sparata di Fiumani, la confusione, gli insulti e il tentativo di una parte del pubblico di salire sul palco. Un disastro di serata..insomma.

De Novo

In quel periodo li inseguivo e con me un piccolo gruppo di accaniti fans..I De Novo da Catania rappresentavano tutto il meglio della nuova ondata italiana, la musica tra il pop e gli Xtc e i testi in cui potevi facilmente immedesimarti. E dal vivo sapevano suonare. Disponibili e allegri con i ragazzi era strano trovare ai loro concerti gruppi di dark estremi. Mentre raggiungevamo il posto, da un cavalcavia una lattina di coca cola piena d'acqua atterrò sul parabrezza della macchina, fortunatamente senza conseguenze..

Vasco

Anni 80, stadio Cava de Tirreni. Con Massimo Riva e Salieri come primo chitarrista, fu un evento surreale: allo stadio, sul prato, con i carabinieri tra la folla a caccia di stupefacenti e con Vasco dal palco che li prendeva per il culo. E poi tutti a cantare.."Siamo solo noi..siamo solo noi.."

The Clash

Quelli di Cut the Crap, quindi con solo Joe Strummer e Paul Simonon della formazione originale. Non fu male comunque, la band suonò solo alcuni brani dell'album, che a posteriori non fà poi tanto  schifo come fu detto, con un grande singolo come This is England cantato da tutto lo stadio  e proponendo furbamente il vecchio repertorio con buona energia. La fotografia che mi rimane è di tanti ragazzi sdraiati per terra che vomitavano, gente stravolta, allucinata..




Avion Travel

Due volte e non ci crederete, la prima per un festival dell’Unità da noi organizzato e dedicato a band emergenti italiane, gli Avion Travel fecero il loro debutto come gruppo..ska! Con Pepe Servillo in tenuta da clown che incitava a comprare un loro singolo e fargli pubblicità.

Nina Hagen

Teatro tenda..ma che divertimento. Che concerto! Tutta la carica e l'energia del punk e una band di cinque elementi potentissima e coinvolgente, lontani anni luce dall'atteggiamento da rock star un po' snob di tanti musicisti. Una sezione ritmica di basso e batteria a volume altissimo che faceva tremare tutto e tutti, le luci di scene cambiavano di colore in continuazione, tra gli spogliarelli di Nina, il cambio di parrucche, dando l'impressione di un concerto punk ai tempi della decadente Weimar.Ricordo il giorno dopo che anche i giornali non prettamente musicali intitolarono: "Terremoto a Napoli, Nina Hagen"..Che tempi.


Killing Joke

Chiamati dal comune di Mugnano per la..festa patronale!. Nella piazza del paese invasa da punkettoni e dark da ogni dove davanti ai paesani..esterrefatti. La band aveva al seguito un nutrito gruppo di supporto, pezzi di marcantoni borchiati dalla testa ai piedi con cui familiarizzammo subito. Sotto il palco pero, il pogo sfociò quasi in rissa con la complicità dell'alcol, giacché gli italici non volevano essere da meno. Consapevole del mio fisico non proprio imponente, nelle retrovie a godermi un live potente quanto strano e inusuale. Dopo qualche giorno, in quello che è stata la piazza e  il palco più improbabile per un concerto punk, si esibirono i Virgin Prunes di Gavin Friday, altro gruppo dark allora molto in voga

Sister of Mercy

Ero proprio sotto il palco, avvolto dal fumo bianco di scena, uno sparuto gruppo di deficienti non si sa il perché', iniziarono a sputare su Patricia Morrison, appena arrivata dai Gun Club, poi nei Damned per un breve periodo e attuale compagna di sua maestà Dave Vanian. Alta, statuaria, tutta vestita di nero, i lunghi capelli corvini. Patricia non resse a questo stupidissimo affronto e minacciò di fermarsi.. La madre degli stolti è perennemente incinta..

Sting

Per il tour promozionale di The Dream of Blue Turtles, subito dopo lo scioccante scioglimento dei Police. Sting era ancora un musicista all'avanguardia, sperimentale, e impegnato in temi sociali come la guerra, la schiavitù, il razzismo, lo sfruttamento dei bambini che ce lo rendevano più che simpatico. Una band di musicisti jazz stratosferici, con un  Wynton Marsalis strepitoso, che riformularono il repertorio del pungiglione in salsa reggae. Impianto perfetto, suono limpido, ogni nota al suo posto, più di due ore di musica e tutti a ballare. Poco dopo il nostro si trasformerà in un cantante da riunioni aziendali.A quel concerto, una delle mie cugine preferite conobbe il suo futuro marito.(sic!)

 
Wire

Tour di Send. Quando attaccarono nemmeno sembravano i Wire. Erano belli gasati per un live-act che lasciò poco all'elettronica, in pratica poco meno di due ore di autentico furore punk, a tutta velocità. Al bassista in versione mastrolindo super muscoloso il compito di fronteggiare e aizzare le prime file. L'Init Club è un locale piccolo, una bolgia infernale e sudore a litri


Siff Little Finger

Uno dei gruppi di..formazione. Chi è che non possiede Infiammable Material? Ringalluzziti da attestazioni di stima, provenienti da una miriade di nuove band e da un pezzo da novanta come Bono degli U2, Jack Burns si accompagna con nuovi giovani musicisti ma la carica e la voglia di suonare resta intatta. Una bella serata davvero, con un pubblico vario che va dai sedicenni fino ai cinquanta, che è anche l’età' di Burns. Si rivede anche qualche cresta colorata, ci sono quasi tutte le hit storiche incredibilmente cantate a memoria da buona parte dell'audience, con l'immancabile, sempiterna Alternative Ulster a chiusura. Dejà Vu che fa bene all'anima..

Rob Galliano

All'Avana Club alla fine dei '90, non so davvero quanti dei presenti conoscessero il gruppo. La parte maggioritaria era li pensando a una serata a tema caraibico e salsera. Ma io ho amato la musica di Galliano dal primo album, In Pursuit of the 13th Note..e con lui mi sono avvicinato al cosiddetto acid jazz. Nonostante il pubblico fu un buon concerto, Rob con il fedele Mick Talbot alle tastiere fece del suo meglio, anche se lo..spaesamento era evidente. Come si può intuire dal nome del locale..serata altamente alcolica. Nota curiosa: notai Edoardo Bennato defilato tra il pubblico, le mani in tasca e un espressione quasi disgustata. Dopo pochi minuti dall'inizio girò i tacchi e se ne andò. Bah..

Subsonica

Perché' andai a vederli?? Mi piaceva un pò il primo album, per il resto..mah.

Alma Megretta

Visti più di una volta prima dello scioglimento, sicuramente il combo di Raiz dava il meglio nelle esibizioni  live, con gli arrangiamenti dub che prendono il sopravvento. Una delle migliori formazioni italiane, apprezzate all'estero, molto amata dai Massive Attack, (in assoluto una delle mie band preferite) fino alla decisione di Raiz di intraprendere la carriera (totalmente anonima e fallimentare) solista, scoprirsi ebreo ed ergersi a difensore ultra ortodosso di Israele, con dichiarazioni a dir poco farneticanti (Israele è sotto assedio..!)

Black Angels

Psychofesta..Altro sold-out per uno dei nuovi gruppi più apprezzati quì nella capitale, di cui posseggo tutta la discografia e che consiglio caldamente. Preceduti da un gruppo di cui assolutamente non ricordo il nome ma di una simpatia disarmante (feci quattro chiacchiere con il chitarrista ..) entrarono in scena con Bad Vibration: avevo preparato una mia scaletta personale, e fortunatamente ci andai molto vicino: Entrance Song, The Sniper, Young men Dead..eseguite con continui scambi di strumenti tra i componenti della band texana. mi è dispiaciuto per Boat Song, ma tant'è. Con una batterista degna di Mo Tucker dei Velvet ma molto più bella, credo che il locale non abbia dato giustizia alla psichedelia dei Black Angels, troppo piccolo, un acustica che non permetteva ai suoni distorti e potenti di espandersi. Un paio di volte uscimmo per una boccata d'aria, e solo grazie a questo che viene assegnata a  Jujuka un altra nota di merito, sopravvissuta senza perdere i sensi alla calca urlante e danzante.Peccato che Roma non disponga di locali veramente appropriati per la musica rock, ma come dice il vecchio proverbio..meglio di niente.

Ivan Graziani

Andai perché'.. non avevo niente da fare. Mi aspettavo un live cantautorale, di routine, tremavo pensando a quando avrei ascoltato le prime note di Lugano Addio. Tutti i timori furono spazzati via subito. Ho visto rari concerti di musicisti italiani come quello che ci offri Ivan: rock'n'roll puro, veloce, allegro, coinvolgente, con tutto il repertorio riadattato da una band coesa e affiatata. E lui era anche un ottimo chitarrista.


Laurel Aitken
Il grande padrino dello Ska si esibì alla fine dei novanta in un locale di Fiumicino, supportato dai Radici del Cemento, cult band reggae laziale (proprio di Fiumicino la gran parte degli elementi, vista molte volte dal vivo nella capitale). Ancora tanta energia, voce potente e una carrellata di grandi classici. Pubblico incompetente e serata non brillante con fastidiosi pischelli continuamente in cerca di qualcosa da fumare..


The Damned (vedi post)

The Animals (vedi post)


SimpleMinds (vedi post) 

Sad Lovers And Giants (vedi post)

Linton Kwesi Johnson (vedi post)



Ai Rolling Stones, U2, David Sylvian verranno dedicati post a parte nel prossimo futuro.


Mentre  QUI  alcuni dei biglietti che sono riuscito a salvare dalla mia incuria.

Ps. Ad oggi,  non frequento molto le esibizioni dal vivo, solo qualche gruppo nuovo che mi piace davvero e qualche reunion di vecchie glorie di passaggio. I motivi: c'è poca roba nuova sulle scene che valga la pena, un pò di agorafobia (mai più concerti negli stadi), locali e club non all'altezza, troppi idioti in giro che non c'entrano niente con la musica, impegni di lavoro,  stanchezza. Ma devo ammettere che mi sono bastati quelli che ho visto.











   

 

21/08/12

Buskers: dalla strada alle stelle

“L’arte di strada ha le sue origini nel Medioevo e nel Rinascimento, quando i “bascheri” arrivavano nelle comunità destando stupore e meraviglia agli occhi ignari di popolazioni composte in prevalenza di pastori e contadini, con una miscela di musica, teatro e arte di strada. Giocolieri, musici, acrobati, menestrelli e burattinai si intrecciavano in percorsi che permettevano di incontrarsi e di confrontare i diversi modi di sperimentare la musica, la poesia e il teatro."

Tanti sono i festival Buskers in giro per il mondo, e uno dei più importanti si tiene qui in Italia: il Ferrara Buskers Festival, con i suoi 800.000 spettatori, è forse la più grande manifestazione al mondo dedicata all’arte di strada. Nasce nel 1988 con l’intento di valorizzare la figura del musicista di strada e per far conoscere una città ricca di storia e fascino, obiettivi pienamente raggiunti.Anche nel Lazio, a Carpineto romano non lontano dalla capitale si svolge un festival Buskers e che proprio quest'anno compie 25 anni

Perche' l'arte, la musica e il rock in particolare, appartiene alla strada. Nelle piazze, nelle feste di paese cantastorie girovaghi contribuivano alla creazione e alla diffusione di miti e leggende e dopo cosi tanto tempo le strade sono ancora teatro e palcoscenico per future stelle della musica o semplicemente per chi vuole farsi ascoltare, per gioco e divertimento. Tanti musicisti oggi famosi hanno iniziato come buskers.

Chi l'avrebbe mai detto che Syd Barret, genio folle e membro fondatore dei Pink Floyd si avventuro' giovanissimo, in compagnia di quello che sara' poi il suo sostituto David Gilmoure, in autostop in giro per l'Europa (e in Francia soprattutto), pagando le spese suonando nelle strade un repertorio basato in gran parte sulle canzoni dei Beatles. Avventura che li porto' brevemente anche in carcere, a S.Tropez.

Damien Rice, cantautore irlandese prima di raggiungere il successo si esibiva come artista di strada in Europa, fino alla scoperta di un suo lontano parente, produttore discografico che gli permise di registrare le  canzoni che compariranno nel primo fortunato album, O.
"Ho imparato che stavo meglio senza soldi, non avendo denaro ero costretto a suonare nelle strade, scoprendo che vivere al limite rende la vita piu' appassionante", ha dichiarato.

Tracy Chapman viaggio' da Cleaveland a Boston, per studiare al college e qui, nei viali dell'universita' e nei caffe' della zona, le sue canzoni gia' all'epoca con testi impegnati e struggenti, su melodie semplici e scarne, vennero notate dal solito dirigente di una casa discografica (la Sbk) su segnalazione di altri studenti, che la porto' alla più famosa Elektra. Nel 88 il disco d'esordio che raggiunse le dieci milioni di copie vendute anche grazie alla fortuita apparizione (come tappabuchi) nel concerto celebrativo in mondo visione per i 70 anni di Nelson Mandela. Che ..culo, direbbe qualcuno.

I Pogues di Shaw MacGowan, band alcolica folk punk britannica con stretti legami con l'Irlanda iniziarono nei primi anni ottanta per le fredde strade di Londra. Decisero poi di provare al Covent Garden, prestigiosa location dove pero' bisognava sottoporsi ad una audizione preventiva, una selezione con molti altri artisti dove furono severamente bocciati. Tutti sanno come e' proseguita poi la carriera dei Pogues sui palchi di mezzo mondo.

I Violet Femmes, band alternativa e di culto di Milwaukee, amavano esibirsi soprattutto davanti a bar e locali. Una sera davanti ad uno di questi che ospitava i Pretenders, gruppo allora famosissimo, il loro live impressiono' cosi tanto Chrissie Hynde che la leader dei Pretenders li volle sul palco come gruppo d'apertura del concerto: dopo un accoglienza non proprio affettuosa (bordate di fischi, urla e schiamazzi) l'esibizione prosegui e fini tra gli applausi. Dal marciapiedi ai riflettori in un sol giorno i Violent Femmes pubblicarono il loro primo album che vendette più di un milione di copie negli Usa senza essere mai stato nei primi cento dischi della classifica di Bilboard.

Rodrigo e Gabriela
In Messico militavano in una band trash metal (!). Scoraggiati dal poco riscontro e dagli scarsi risultati commerciali, chitarre classiche in spalla partirono per l'Europa, suonando sotto le metropolitane, nelle piazze, nei vicoli, sulle spiagge, con un repertorio acustico di cover che andavano dai Led Zeppelin (Starway to heaven) a Paco de Lucia e Metallica. Scegliendo infine Dublino come loro citta' adottiva, la loro fama si estese per tutto il continente e ad oggi hanno cinque album al loro attivo.

Dopo nove anni di gavetta gli alti papaveri della RAI decisero che Edoardo Bennato non era per niente..radiofonico. Deluso ma non scoraggiato il menestrello partenopeo si piazzo' davanti al Vanni, uno dei bar più famosi della capitale e accompagnato dalla chitarra e dalla sua fida armonica a bocca inizio' a suonare, fino a quando due talent scout del settimanale Ciao 2001 gli proposero di partecipare al festival di Civitanova Marche..E da li tutto inizio'.

PER GIOCO

Davanti alla stazione di Glasgow nel 1976, staziona un uomo che sembra un cacciatore di scoiattoli e suona la chitarra. Sembra uno dei tanti finché un gruppo di ragazzi lo riconosce: e' Neil Young, che con i suoi Crazy Horses sfornava in quegli anni album di successo a ripetizione. L'esibizione viene filmata da cineasti amatoriali, che poi seguirono il rocker con la sua band per tutta la giornata.
"Fatti come cocuzze, completamente fuori di testa incendiarono la hall dell'hotel Albany"..ricordarono poi.

Paul McCartney nel '84 decise di inserire una sua performance di strada in un film allora in preparazione: davanti ad una fermata della metro di Londra, camuffato si mise a strimpellare Yesterday, raccogliendo anche qualche moneta e senza essere minimamente riconosciuto dai frettolosi e infreddoliti londinesi di passaggio.

Le esibizioni on the road di Bruce Springsteen non si contano: per gioco, per dare una mano a qualche musicista amico, per incoraggiare band emergenti. Anche qui in Italia si ricordano sue esibizioni in piazza di Spagna a Roma nel '88, ancora a Napoli nel '97 (su YouTube). A Copenaghen chiese addirittura ai passanti se avevano richieste per il repertorio che stava eseguendo.

Bono degli U2 si cimenta ogni anno nella sua Dublino alla vigilia di Natale e il denaro raccolto va in beneficenza. Un anno un poliziotto non riconobbe la star e tento' di fermare l'esibizione.

I PADRI

Woody Guthrie si mise in viaggio durante la depressione in America in cerca di una vita migliore insieme alle migliaia di agricoltori e contadini ridotti alla fame. Con la sua chitarra, sui treni, nei bar, per le polverose strade degli States cantava delle ingiustizie, dei sogni e del riscatto dei disoccupati e dei diseredati.Da li nacque una leggenda della musica.

Ma forse i veri padri dei buskers sono i bluesman come Willie Johnson: gli "hobo" suonavano negli angoli delle strade del sud, nei saloon e gettarono le basi per quello che sarebbe diventato il rock'n'roll..

(da un idea di Guido Mariani)



 

10/08/12

Today, no ices: carrots







Andalusia: Spesa Proletaria



Il governo chiede l'arresto dei sindacalisti che hanno guidato la spesa proletaria in due città dell’Andalusia, dove i braccianti che stanno occupando le terre sono passati all’azione.

Ultim'ora. Il ministro spagnolo degli Interni, Jorge Fernandez Diaz, ha annunciato che e' stato ordinato l'arresto dei sindacalisti coinvolti ieri in un'azione di 'spesa proletaria' per protestare contro il carovita. Centinaia di sindacalisti e braccianti agricoli sono entrati ieri in due supermercati di Arcos de la Frontera ed Ecija in Andalusia e si sono portati via 30 carrelli di spesa non pagata. I supermercati hanno la loro parte di responsabilita' nella crisi economica, ha affermato il sindaco di Marinelada ed esponente di Izquierda Unita, Juan Manuel Sanchez Gordillo, che ha partecipato alla protesta. Uno dei due supermercati ha deciso di regalare ai manifestanti i 12 carrelli di beni sottratti, ma l'altro ha sporto denuncia

Sono usciti dai supermercati della catena Mercadona con i carrelli pieni di pane, pasta, biscotti, olio, latte e sono andati poi a rifornire le mense sociali di alcuni paesini dell'Andalusia, una delle regioni più povere della Spagna e con un tasso di disoccupazione che sfiora il 40%.
Gli attivisti erano guidati da Juan Manuel Sanchez Gordillo, deputato locale di Izquierda Unida e sindaco del villaggio di Marinaleda (tra Siviglia e Cordoba) ed hanno agito in due supermercati di Ecija e Arcos de la Frontera.
Il blitz ha suscitato scalpore e i grandi partiti politici, a destra come a sinistra, hanno denunciato un comportamento fuorilegge. La catena di supermercati Mercadona, oggetto del blitz, ha sporto denuncia e il ministero degli Interni ha spiccato un mandato d'arresto contro i membri del gruppo che ha effettuato l’azione di protesta.
I protagonisti sono per lo più braccianti agricoli della zona, e sono tranquillamente tornati alle loro tende, in quanto stanno occupando da oltre due settimane una grande proprietà agricola nel mezzo della campagna andalusa, Las Turquillas, ad est di Siviglia. I braccianti occupano da 16 giorni questo terreno di 1.200 ettari, proprietà del ministero della Difesa, per reclamare una ripartizione più equa delle terre di questa regione del sud della Spagna.
"Tutto quello che abbiamo fatto è stato requisire del cibo per portarlo nelle mense sociali", ha spiegato José Caballero, responsabile del Sindacato Operai del Campo (Soc), che partecipa
all'occupazione. "Se questo è un reato, che ci arrestino tutti allora, senza problemi, noi siamo qua. Crediamo piuttosto che illegale e disumano sia obbligare la gente a rovistare nei secchi per cercare da mangiare". Una giustizia che indica una diversa legalità.

Contropiano.org


09/08/12

El Nido

E' stato Michelangelo Cocco a portare nel nostro paese la storia de El Nido. E si parla ancora di Cina e di Pechino in particolare. Se arrivate nella metropoli asiatica, allungatevi nella parte vecchia, in un vicoletto a due passi dal Tempio di Confucio,  troverete uno dei ritrovi più improvvisati e accoglienti della capitale cinese. El Nido è un localetto di venti metri quadrati, dove si servono più di 170 tipi di birre, rosse, chiare, stout, gestito da Li Shuai, 24 anni, lavoratore migrante proveniente da Baoding ex commesso di supermercati e ex operaio nei mercati di frutta. In una Pechino invasa dal consumismo e dai nuovi ricchi, bulli e violenti  che scorrazzano in costosissime automobili nella nuova movida notturna, e dove tutto si misura ormai in denaro, El nido è una scommessa contro tutto questo. Arredato con panche stile birreria tedesca, tappezzato da locandine, vecchi manifesti e da graffiti sui muri, frequentato da studenti stranieri e alternativi della città il locale resta aperto fino a notte fonda, non si parlano lingue straniere per attirare clienti e turisti  e in alternativa, sono i prezzi bassi la miglior pubblicità.  Quando ha iniziato, Li sceglieva le birre saggiando quelle in vendita nei supermercati, poi ha consultato la rete per informarsi e specializzarsi, e oggi è uno dei più contesi nel settore degli importatori. El Nido ci interessa e ci piace particolarmente perché è il locale dove il..punk è la musica di sottofondo e i Ramones, il gruppo preferito dai frequentatori, martella in continuazione questa strana,  microscopica oasi pop, in una delle città più popolose del mondo. Li Shuai è calmo e permeato dalla tipica saggezza tutta orientale: afferma di essere felice, vive con una ragazza,  non soffre il freddo d'inverno nè il caldo d'estate: la sua filosofia è che  nella vita bisogna trovare il proprio equilibrio, tra riposo e lavoro, altrimenti.. è una follia. Certo lui è stato fortunato, in una città dove ancora gli immigrati, seppur cinesi, non sono visti di buon occhio e sono spesso discriminati. Una legge imposta da Mao nel '58 e ancora in vigore, per limitare gli spostamenti dalle campagne alle città, prevede l'obbligo di registrarsi come residente urbano o rurale, il permesso per una determinata città o villaggio dà diritto  a usufruire soltanto lì dei servizi essenziali, quasi gratis, con il risultato che milioni di migranti che da anni vi lavorano e pagano le tasse, nelle metropoli vengono trattati come cittadini di serie B.
"Lo sai che la vita esige il suo tributo e l'istinto viscerale del poeta è quello di cercare la propria vera anima/Così maledettamente tanta confusione davanti ai miei occhi/ Ma niente sembra riuscire a programmarmi e ancora sopravvivo", urlano i Ramones.
Auguri..Li





07/08/12

William Gibson: piccolo glossario Cyberpunk

William Gibson

Immaginario Cyber






Cyberspazio/Interfaccia 1984

Uno spirito Ianciato lungo canyon digitali: ecco I'interfaccia neurale tra uomo e rete per raggiungere le informazioni che si nascondono nel cyberspazio. Le contromisure elettroniche si chiamano ICE e trattano l’intruso come un virus... Non sei più un nerd, sei un hacker, un cowboy dell’ interfaccia.

RIFERIMENTO: Neuromante



Retrofuturo 1981

L'utopia fa irruzione: citta multistrato attraversate da autostrade sospese,dirigibiIi ancorati a palazzi dorati che svettano verso il cielo, in una meraviglia che non conosce tristezza.

RIFERIMENTO: Il continuum di Gernsback



Àidoru 1996

E' possibile innamorarsi di un intelligenza artificiale? Rei Torei è un “aridoru", una cantante pop giapponese, ma programmata per compiacere e interagire con i gusti di qualsiasi interlocutore. E’ il prototipo di un essere perfetto: l'accesso al suo corpo virtuale dà dipendenza.

RIFERIMENTO: Aidoru



Meme 2003

Un passaparola efficace che fa credere che l’informazione sia segreta. Ma per sopravvivere il messaggio deve trasformarsi, viaggiare in una forma che sara diversa da quella originaria (ma le divinità dell'informazione l'hanno prevista così sin dall'inizio).

RIFERIMENTO: L'accademia dei sogni



Realm aumentata 2003

E una precisa ricostruzione dello spazio in caselle i| quattro metri quadrati. I due protagonisti narrativi di questa corrente sono Bobby Chombo e Alberto Corrales. Ma l'arte locativa esiste davvero e altro non è che la realtà aumentata degli smartphone, dove l’arricchimento della percezione sensoriale attraverso informazioni elettroniche ci colloca in un universo parallelo.

RIFERIMENTO: Guerreros. Zero History



Brand segreto 2007

Magari ha tutto inizio con sarti vintage nipponici che riproducono vecchi capi per appassionati. E forse è da questo circuito per collezionisti che nascono i brand segreti, che fanno sentire chi l’ acquista un privilegiato.

RIFERIMENTO: L’accademia dei sogni. Zero History



02/08/12

Retromania: è confermato

Il sorpasso negli Usa è avvenuto in questi ultimi sei mesi: gli album del catalogo superano il 50% delle vendite. E in Italia la proporzione è ancora più clamorosa: i dischi vecchi occupano ormai il 65% del mercato globale



I vecchi dischi di Pink Floyd e Beatles fanno di più e meglio, quanto a vendite, dei nuovi album di Kasabian e Coldplay. Del tutto annichiliti, nel confronto, gli artisti al debutto, i cui dischi sembrano aver perso completamente di fascino, come colti da improvvisa svalutazione.
Che sia un segno evidente della crisi di creatività, o il dato più tangibile della rivoluzione nei consumi musicali da parte delle nuove generazioni, il sorpasso certificato dalla Nielsen è comunque epocale: per la prima volta, nel mercato americano, le vendite degli album di catalogo ripubblicati in cd, vinile e download hanno superato quest'anno le vendite totalizzate dalle nuove pubblicazioni, 51 contro 49 per cento.

Un braccio di ferro iniziato nel 2002, quando il catalogo rappresentava solo il 38 per cento delle vendite, e risoltosi in dieci anni a favore del titolo ripubblicato a danno del nuovo, al grido di "disco vecchio fa buon brodo".
La tendenza era evidente da tempo e in tanti aspettavano al varco la notizia del sorpasso, che inesorabile è arrivata in questo scorcio d'estate.

Confermata da Gfk, l'istituto di ricerca di cui si avvale la Fimi (la Federazione dei discografici italiani), la tendenza riguarda anche l'Italia, dove il dato è ancora più evidente: nel primo semestre del 2012 il catalogo ha raccolto il 65 per cento delle vendite, mentre i nuovi album solo il 35 per cento. Lo scorso anno, nello stesso periodo, il catalogo era al 62,8 per cento, il nuovo al 37,2. E a rappresentare in modo plastico la contrazione del mercato, c'è il dato che riguarda il peso effettivo della classifica: i dischi presenti nelle prime cento posizioni rappresentano solo il 27,5 per cento delle vendite.

Il mercato si è dunque polverizzato e in questa nuvola nucleare le case discografiche fanno valere, sul tavolo traballante del mercato, le loro carte migliori: cofanetti dei Pink Floyd, box set dei Beatles, e dove si può si lega la riedizione di un album al prossimo tour, meglio se caratterizzato da una reunion. Nella classifica italiana che riunisce le top 100 dei primi sei mesi del 2012 ci sono quattro album dal catalogo dei Pink Floyd, quattro di Lucio Dalla, due di Whitney Houston, i due vecchi album di Amy Winehouse.

Al di là di uscite per morti recenti o anniversari, il catalogo consente ampi margini di guadagno e poche spese, così ogni etichetta multinazionale orienta le uscite sul proprio punto di forza: la Emi, che dispone del più ampio catalogo di musica elettronica, sta per pubblicare Electrospective, una collana di 200 album, dai Tangerine Dream ai Kraftwerk fino a Deadmau5, e un doppio cd che raccoglie esempi di musica elettronica dal 1958 a oggi.

Per Andrea Rosi, presidente e ad di Sony music, la multinazionale che possiede 50 anni di repertorio italiano, da Battisti a De André, da Dalla a Baglioni e al Banco, il dato pubblicato da Gfk "è parziale, perché il mercato nella seconda parte dell'anno, specialmente a ridosso del Natale, premia sempre il nuovo. Però la tendenza è evidente" conclude Rosi "e si spiega con l'aiuto che le nuove tecnologie forniscono al mercato digitale e per la reperibilità del fisico: con l'acquisto via computer i prezzi si fanno più competitivi e si alza l'età degli acquirenti".

E i LITFIBA incensano gli anni '80..

«Cambiare canzoni ogni sera è molto stimolante - spiega Pelù - ci stiamo divertendo molto con questo esperimento, che facciamo per la prima volta, e si diverte anche il pubblico con noi. Fra le tante canzoni che non abbiamo suonato quest’inverno e che invece saranno presenti nella scaletta di stasera c’è un momento importante, nel primo bis, che è quello dedicato alla Trilogia del potere degli anni ottanta (gli album Desaparecido, 17 Re e Litfiba 3, ndr)».

A trent’anni dall’uscita del primo Ep e dopo una storia di cambiamenti, separazioni, carriere soliste, la band fiorentina ha ripreso con decisione il suo posto sui palchi e nei cuori dei fans. Gli anni ottanta sono lontani, ma l’energia che allora si sprigionò nella scena musicale italiana dimostra di essere ancora viva e scalciante nella misura in cui non si avvolge nella spirale della nostalgia sterile. A Firenze la band ha suonato ad inizio giugno in una formazione che comprendeva due ex storici come il bassista Gianni Maroccolo e il tastierista Antonio Aiazzi (oltre al batterista Daniele Trambusti e al chitarrista Federico Poggipollini, collaboratori di pregio in alcuni periodi). Un flashback emozionante per i fans della prima ora, ma anche per loro come conferma Pelù: «L’incontro è stato molto emozionante sin dalle prove, poi, quando siamo saliti sul palco, è partita la vecchia magìa dei Litfiba anni ’80, una bellissima sensazione». Destinata a ripetersi? Magari anche su disco? «La vita è lunga e le occasioni infinite. Prima o poi ci piacerebbe fare qualcosa insieme a loro, anche di più strutturato».

In fondo i tanto bistrattati anni ottanta, musicalmente hanno prodotto moltissime cose buone, siete d’accordo? «Assolutamente - conferma Ghigo - sono stati un momento creativo straordinario e irripetibile». «Verissimo - incalza Piero - lo spirito, la società, la voglia di far bene di quegli anni, oggi non puoi ritrovarli perché il mondo è cambiato completamente e non sarebbe neanche giusto cadere nella nostalgia. Ma noi suoniamo ancora quelle canzoni perché sono belle e anche per il gusto di riappropriarci completamente di tutto il nostro repertorio, che ammonta a quasi 180 canzoni. Qualcuno ogni tanto ci dice “negli ’80 eravate più selvaggi”, ma allora suonavamo un’ora e mezza al massimo, anche perché avevamo meno pezzi, oltre che meno anni. Comunque in tour ne portiamo una quarantina, fra le quali scegliamo ogni sera le 25-26 che suoneremo e devo dire che per il tipo di spettacolo che facciamo noi, potente, dinamico, anche fisico, sono tante».

Uno sforzo molto apprezzato dal pubblico che ha affollato tutte le date del tour nonostante la crisi che non ha risparmiato neanche l’ambito della musica dal vivo. «Questa crisi - ci dice Piero - ha dimensioni tali che esserne immuni è veramente impossibile, ma aldilà delle affluenze, soddisfacenti considerato il periodo storico, siamo molto contenti di quello che stiamo suonando sul palco e della risposta del nostro pubblico».

Mix e Cut-Up da laRepubblica.it e Unità.it



01/08/12

Gore Vidal




Addio a Gore Vidal

"We are the United States of Amnesia,
we learn  nothing because we remember nothing."

"Noi siamo gli Stati Uniti dell'Amnesia, 
noi non  impariamo nulla perché noi non ricordiamo nulla."



Iris Chang e il problema della memoria

"La Cina si appresta a fare il salto di qualità e a non essere solamente la fabbrica del pianeta, ma una vera e propria fabbrica di tecnologia e scienza. Lo vediamo già oggi: nel 2010 ha depositato un numero di brevetti superiore a quello di tutta Europa, Germania compresa. Non bisogna dimenticare neppure l'aspetto militare: la Cina ha iniziato la costruzione della prima flotta strategica della sua storia moderna e ha già dimostrato di possedere la tecnologia necessaria a distruggere un satellite. L'espansione cinese in Africa e negli altri Paesi procede con una velocità devastante(...)
La Cina piazza i licei di Shanghai nei primi posti della classifica mondiale e quelli americani scivolavano al venticinquesimo. Quello vissuto dagli Stati Uniti è un collasso quotidiano, fatto di declino di tutte le infrastrutture, che siano dei trasporti, ospedaliere o telefoniche. Sembra incredibile, ma la ricezione è pessima in molte parti del Paese, la qualità dei collegamenti scarsa anche nelle grandi città. È un segno del disinvestimento delle strutture private, i colossi stanno creando un sistema sempre più oligopolistico a scapito dei servizi. Lo strapotere delle grandi imprese non è più controbilanciato dallo Stato, che non riesce più a fare da contraltare. È la sindrome del declino."
Federico Rampini Occidente Estremo, il nostro futuro tra l'ascesa dell'impero cinese e il declino della potenza americana (Mondadori 2010).

Chissà, Iris Chang ne sarebbe senz'altro contenta e ancora più contenta della grande avanzata cinese nello sport, attestata anche nelle Olimpiadi che si stanno svolgendo a Londra, tra ingiuste accuse di doping e vittorie strabilianti. Chi era Iris Chang?

Storica cinese emigrata negli Stati Uniti, dai racconti dei nonni che miracolosamente riuscirono a scappare da Nanchino durante l'occupazione giapponese, intraprese quella che è stata la sfida della sua vita, fare luce su uno dei più atroci crimini contro l’umanità: il massacro di più di 260 mila civili cinesi inermi, uomini, donne, bambini, anziani in una sola città, Nanchino, da parte dell'esercito invasore giapponese. I risultati di questa sfida furono raccolti in un libro divenuto un caso editoriale e un best seller mondiale nel 1997, Lo stupro di Nanchino, tradotto in Italia nel 2000 dalle edizioni Corbaccio. Iris Chang, attraverso i racconti familiari, dei superstiti e delle vittime squarciò quello che per decenni è stato un velo di omertà, bugie e silenzi sul "più rivoltante singolo episodio di barbarie in un secolo già pieno di orrori" e su un evento quasi completamente dimenticato prima che Iris lo mettesse al centro del suo libro.

Nel 1937 con un pretesto (lo scontro con truppe locali nei pressi di Pechino..) l'esercito imperiale giapponese invade la Cina e l’13 Dicembre entra a Nanchino, antica città promossa capitale dai nazionalisti di Chiang Kai Shek. A Nanchino si scatena tutta la brutalità, la follia dei nipponici. Una strage senza precedenti che vede in otto settimane lo sterminio di più di 260 mila civili, la completa distruzione della città e lo stupro di venti mila donne. Un orrendo massacro che supera il bilancio di Dresda o Hiroshima nella seconda guerra mondiale. Nel libro costruito sulle testimonianze dei militari giapponesi, i resoconti dei sopravvissuti e quelli degli occidentali residenti nella zona internazionale della città si mette in luce la "normalità'" della pulizia etnica (pari a quella nazista dell'Olocausto) dei carnefici insieme con la folle cultura della superiorità razziale che riduce le vittime a non umani e allo stupro delle donne come parte integrante della cultura di guerra: Rimandiamo comunque alla lettura del libro. Quello che preme sono le controversie mai sopite, il rifiuto da parte giapponese di ammettere quest'abominio, le accuse all'autrice di aver esagerato nei numeri, poi rivoltate contro gli accusatori perché' per accelerare l'eliminazione dei cadaveri i soldati ne buttarono a migliaia nel fiume Yangtze, e come il solito, la grande ipocrisia americana che, in nome dell'anticomunismo più abbietto ostacolò in tutti i modi la ricerca della verità, minimizzando le atrocità dell'esercito di Hiroito. Ancora più grave il revisionismo nipponico: l'ostinato rifiuto di riconoscere i fatti, di mostrare un sincero pentimento e le scuse ufficiali alla Cina e la riscrittura dei libri scolastici che incredibilmente giustifica l'imperialismo di quegli anni, alimenta il rancore anti giapponese ancora molto forte dei cinesi. Tutto questo, il problema della memoria e la depressione che l'aveva colpita e che era cresciuta a contatto con le vittime delle torture e delle violenze ha portato Iris Chang al suicidio nel 2004: il corpo fu ritrovato nella sua auto a Los Gatos in California con una ferita da arma da fuoco. Stava lavorando su un nuovo libro sui lager giapponesi nella seconda guerra mondiale, con numerose interviste a soldati americani prigionieri in Asia. Aveva solo trentasei anni.

A breve uscirà nelle sale cinematografiche il kolossal The Flowers of War del regista cinese Zhang Yimou, che ricostruisce i fatti di Nanchino con Christian Bale nei panni del protagonista, John Miller, un ubriacone che lavora per le pompe funebri, finché di fronte alla brutalità dei giapponesi non decide di mascherarsi da prete e difendere alcune ragazze rifugiate nella cattedrale della città...






27/07/12

La lunga estate calda, Pt.1: spiagge libere

Come sia possibile che, dalla costa azzurra alle spiagge di Riode Janeiro, rilassarsi al sole e fare il bagno costi praticamente niente, mentre da noi bisogna pagare un biglietto d'ingresso che varia dai 15 ai 20 euro. La medesima cifra va aggiunta se vogliamo una sdraio e un ombrellone. Prezzi salatissimi, un enormita' e una cosa assurda per un'altra delle strane anomalie del nostro paese. In lungo e in largo le spiagge libere sono quasi completemente scomparse, con il mare sempre piu' oscurato da recinzioni, muri di cemento, palazzine tirate su sulla sabbia. Un autentico attentato alla bellezza delle nostre coste e che rende inoltre l'accesso all'arenile e al mare pieno di ostacoli e difficolta': in diverse zone del paese tutto questo sfocia in quello che e' ormai un problema sociale. Le concessioni pubbliche di terreno vincolato e protetto si sono rivelate in privatizzazioni selvagge grazie alla complicita' della politica,accondiscendente, e alle lobby delle associazioni balneari: dalle richieste di autorizzazioni per piccole strutture, dalle cabine alla ristorazione si e' passati alla tecnica di occupazione progressiva dell'arenile, con costruzioni in muratura, ristoranti, bar, piscine, discoteche, locali commerciali che non hanno niente a che vedere con la balneazione e che, senza una vigilanza attenta da parte soprattutto delle regioni, a cui sono delegate le competenze per la tutela ambientale delle coste e per i vincoli paesaggistici, hanno fomentato gravissimi fenomeni di abusivismo. Agli stabilimenti bisogna aggiungere i campeggi, i villaggi turistici e gli agglomerati urbani a ridosso delle spiagge. Inoltre c'e' da aggiungere lo scandalo dei canoni di affitto degli arenili: uno stabilimento medio piccolo (con concessione di 5000 mq di spiaggia e con 1 00cabine) paga allo stato circa 7000 euro all'anno, che fanno 6 00euro al mese, un canone irrisorio, piu' o meno equivalente se non inferiore a quello di un affitto di un appartamento medio in periferia. Perche' irrisorio? Una cabina viene affittata in media dai 1500 ai 3000 euro a stagione, aggiungiamo i ricavi dei biglietto d'ingresso, il lettino, sdraio e ombrellone, piu' le consumazioni tra bar e ristoranti e in molti casi l'utilizzo della piscina. Basta fare solo due conti. Quasi il 30% delle coste italiane con arenili balneabili sono occupate da stabilimenti. Ma si raggiunge il 40/50% se calcoliamo i km di spiaggia nascosti da file di palazzi, ville e opere abusive rezidenziali. Gravissima la situazione al sud, con km di fronte spiaggia completamente cementificati, difesi da muri di confine, divisori, cancelli, recinzioni metalliche che ne limitano l'accesso anche d'inverno e per lo piu' abusivi. Ma anche nel nord del paese non scherzano.
Concessioni rilasciate a prezzi irrisori, poche gare d'appalto per i rinnovi, strapotere delle lobby balneari, confusione delle regole, evasione fiscale, abusivismo ma soprattutto incompetenza, poca professionalita'..











Spiaggia libera:

qualsiasi arenile su cui non gravano concessioni demaniali a privati e controllata dalle amministrazioni. È sempre segnalata la possibilità di balneazione per la qualità delle acque o la presenza o meno della sorveglianza a mare.

Spiaggia libera attrezzata:

come le spiagge libere, con in più la presenza di punti ristoro o servizi di noleggio attrezzature gestiti da operatori in convenzione con i comuni ai sensi dell'art. 45 bis del Codice della Navigazione, ma in genere i concessionari delle spiagge sono sempre gli enti locali.

Arenile non presidiato o sorvegliato (fuori dai tratti urbani):

qui ognuno può accedere nel rispetto delle bellezze naturali e non c'è nessuna assistenza.

Arenile:

la superficie sabbiosa in genere.

Battigia:

striscia di 5 metri tra la zona della risacca e l'arenile.

Demanio Marittimo:

il vero e proprio suolo dello Stato, come le montagne, i fiumi. In definitiva, i proprietari siamo tutti noi. Su di esso vigila l'Autorità della Marina (Capitaneria di Porto), è amministrato dal Ministero delle Infrastrutture, la gestione dei canoni è affidata all'Agenzia del Demanio, il rilascio ed il rinnovo affidato alle regioni e ai comuni....Evidente la confusione generata dal mancato coordinamento di tutti questi soggetti che ha prodotto e produce le attuali disfunzioni ( utilizzo improprio, senza titolo, mancato pagamento del canone..)
Concessione Demaniale: atto formale con cui lo Stato, attraverso le istituzioni delegate,( Regioni e Comuni) rilascia e rinnova (su richiesta degli interessati e secondo regole stabilite) permessi di uso in genere per una migliore fruizione pubblica coniugata ad un'attività remunerativa.
La durata è temporanea, e legata al rispetto della concessione stessa e delle strutture contenute, nella forma e nella destinazione.
Attualmente per le nuove concessioni è di sei anni mentre le vecchie sono state prorogate dal Ministro Monti al 31 dicembre 2015, per poi andare in gara. In virtù dell'art. 11 della Legge 217 del 2011 già a maggio 2013 potrebbero scattare le nuove normative che il Governo Monti si è impegnato ad emanare.












1) Non vi fanno entrare nello stabilimento per andare al mare, o vogliono farvi pagare il biglietto, oppure vi proibiscono di stazionare temporaneamente per fare un bagno sulla battigia antistante l'area compresa nella concessione, anche se non possedete oggetti strumentali alla balneazione (sdraio, ombrellone), se non il semplice telo da mare.

Avete il diritto di entrare gratuitamente, raggiungere il mare per la via più breve o quella che vi indicheranno, e decidere se fare il bagno posando i vostri indumenti, prendere il sole, purché non intralciate il passaggio dei mezzi di soccorso o il passaggio di altri, o se non desiderate fare un bagno, potete passeggiare lungo la battigia.
Ricordate che nella battigia non vanno collocati oggetti ingombranti quali ombrelloni, sdraio e tavolini. La battigia è un'area esclusa dalla concessione demaniale su cui il concessionario non ha titolarità di contestare alcunché ne di posizionare le sue sdraio o i suoi lettini e ombrelloni.
In caso di resistenza potete ricordare al personale dello stabilimento che non vi vuole fare entrare che sta violando quanto prevede una legge dello Stato, e precisamente la legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 251, che stabilisce "l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area compresa nella concessione, anche al fine della balneazione". Se insiste, telefonate alla Capitaneria e/o ai Vigili Urbani o al numero della federazione nazionale dei Verdi.


Dati, appunti e informazioni tratti dal manuale di autodifesa del bagnante
Verdi.it
Manuale pdf


22/07/12

Londra 2012: la Playlist di Danny Boyle

Sarà Survival dei Muse di Matt Bellamy l'inno ufficiale dei giochi olimpici di Londra 2012. Mentre la scelta dell'intera colonna sonora è stata affidata a Danny Boyle, regista britannico di film come Trainspotting, Una vita esagerata, 28 giorni dopo, Sunshine, e del pluripremiato The Millionaire del 2008.

Musicalmente si potrebbe dire che.."la festa deve ancora iniziare ma sembra già finita": una playlist all'insegna della retromania, se non addirittura di una vera e propria nostalgia. Beatles, Kinks, Rolling Stones, Bowie, Led Zeppelin, M.Oldfield..E poi Jam, Duran, Blur, Oasis. Insomma tutto il meglio che la musica inglese ha prodotto, dalla swinging london fino al Cool Britannia di recente memoria. Non mancano Clash e i Sex Pistols con God Save the Queen e Pretty Vacant, scelta che aveva provocato qualche apprensione, subito svanita quando si è appreso che la regina non avrebbe partecipato alla cerimonia d'apertura dei giochi. Johnny Lydon ha fatto sapere di essere stato contattato per una sua partecipazione al concerto di chiusura che si terrà a Hyde Park, con la richiesta però di modificare alcune frasi di Pretty Vacant e di altre canzoni, declinando per questo l'offerta. Una celebrazione della Londra centro del mondo e di quella straordinaria stagione libertaria (i sixties) di cambiamenti che coinvolse musicisti, fotografi, cineasti, scrittori, pubblicitari e creatori di moda, e che vide la città all'avanguardia in tutti i settori creativi, fino ad arrivare all'era Blair e all'euforia che genero' il marchio della Cool Britannia, una Londra ancora swinging guidata da scrittori come Kureishi, Hornby, Sinclair, Welsh, Ballard e da musicisti come Oasis, Blur, Charlatans..

Al di la delle celebrazioni, Londra è molto cambiata dai fasti del passato: l'era Blair finisce con la marcia di due milioni di persone contro la guerra in Iraq, proliferano le cattedrali dello shopping in nome del consumismo più sfrenato, la city accoglie super ricchi e si trasforma in paradiso fiscale per i grandi evasori, nuove e più vaste emarginazioni emergono e che sfociano in rivolte nelle strade, nuovi mega mostri architettonici di Ballardiana memoria vengono su. Nonostante la massiccia campagna pubblicitaria e di propaganda un diffuso scontento popolare circonda i giochi, in una metropoli militarizzata e ossessionata dalla paura di attentati.

Tornando alla playlist i media britannici sono tutti sulla stessa linea: si poteva far meglio, ma io non la trovo poi cosi malvagia, non manca quasi nulla, visto il deserto creativo musicale di quest'ultimo decennio: caricatela sul vostro Ipod, con qualche taglio, e risulterà un ascolto affascinante, magari sdraiati ..face a la mer.





Captain Algernon Drummond, William Johnson Cory – “Eton Boating Song”
Elgar, AC Benson – “Land of Hope and Glory”
The Jam – “Going Underground”
Muse – “Map of the Problematique”
Big Ben Chimes
Sex Pistols – “God Save the Queen”
The Clash – “London Calling”
Simon May – “EastEnders Theme”
The Shipping Forecast
Sir Hubert Parry, William Blake – “Jerusalem”
Elgar – “Nimrod”
Handel – “Arrival Of The Queen Of Sheba”
Eric Coates – “Dambusters March”
Handel – “Music For The Royal Fireworks”
Monty Norman – “James Bond Theme”
Mike Oldfield – “Tubular Bells”
Mike Oldfield – “In Dulci Jubilo”
Vangelis – “Chariots of Fire”
BBC News 1954
Arthur Wood – “The Archers Theme”
Winifred Atwell – “Black and White Rag”
Sugababes – “Push The Button”
OMD – “Enola Gay”
David Rose – “The Stripper”
Lionel Bart – “Food Glorious Food”
Irwin Kostal, Richard Sherman, Robert Sherman – “Bedknobs And Broomsticks”
Rizzle Kicks – “When I Was a Youngster”
Eric Clapton – “Wonderful Tonight”
Colin Tully – “Gregorys Girl Theme”
William Pitt – “City Lights”
The Who – “My Generation”
The Rolling Stones – “Satisfaction”
Millie Small – “My Boy Lollipop”
The Kinks – “All Day and All Of The Night”
The Beatles – “She Loves You”
Mud – “Tiger Feet”
Led Zeppelin – “Trampled Under Foot”
The Specials – “A Message to You Rudy”
David Bowie – “Starman”
Queen – “Bohemian Rhapsody”
Sex Pistols – “Pretty Vacant”
Duran Duran – “The Reflex”
New Order – “Blue Monday”
Frankie Goes To Hollywood – “Relax”
Soul II Soul – “Back To Life”
Happy Mondays – “Step On”
Eurythmics – “Sweet Dreams (Are Made of This)”
The Verve – “Bittersweet Symphony”
Prodigy – “Firestarter”
Underworld – “Born Slippy”
Jaan Kenbrovin, John William Kellette – “I’m Forever Blowing Bubbles”
Blur – “Song 2″
Dizzee Rascal – “Bonkers”
Tigerstyle – “Nacnha Onda Nei” (contains Michael Jackson – Billie Jean, Queen & David Bowie – Under Pressure and Ilaiyaraaja – Naanthaan Ungappanda)
Arctic Monkeys – “I Bet You Look Good On The Dancefloor”
Mark Ronson & Amy Winehouse – “Valerie”
Radiohead – “Creep”
Muse – “Uprising”
Kano & Mikey J – “Random Antics”
Tinie Tempah – “Pass Out”
M.I.A. – “Paper Planes”
Coldplay – “Viva La Vida”
The Chemical Brothers – “Galvanize”
Franz Ferdinand – “Take Me Out”
Kaiser Chiefs – “I Predict a Riot”
Roll Deep – “Shake A Leg”
Adele – “Rolling In The Deep”
Oasis – “The Hindu Times”
Oasis – “Wonderwall”
Emeli Sande – “Heaven”
William Monk/Henry Francis – “Abide With Me”
Pink Floyd – “Eclipse”
The Beatles – “The End”
The Beatles – “Hey Jude”
David Bowie – “Heroes”
Eric Spear – “Coronation Street Theme”
Ron Grainer – “Doctor Who Theme”
John Philip Sousa – “Monty Python Theme/The Liberty Bell”
David Bowie – “Absolute Beginners” 




 

11/07/12

Parigi, ancora..

Ged's Psichedelic Awakening in Montmartre.. 



La Francia è un paese grande e Parigi, una città magica. Vorrei ringraziare Alec (attore di teatro), che mi ha ospitato e tutta la gente di Montemartre che mi ha accolto con gentilezza e disponibilità ( e che ama gli italiani), i negozianti e i barman che mi hanno sopportato con il mio pessimo francese, il caffe '"bien sur", senza il quale non sarei sopravvissuto, le ragazze e le donne che mi hanno sorriso tutto il tempo, i ragazzi di colore che mi hanno aiutato ogni qualvolta mi sono perso, gli artisti e musicisti di strada che mi hanno reso felice e a cui ho donato quando ho potuto. Ringrazio la metropolitana (unica nella sua capillarità, tutta Parigi è facilmente raggiungibile e non esiste punto della città che disti più di 500 metri da una stazione Metro) e i suoi guidatori che mi hanno salutato nelle mie scorribande notturne, il sole francese che stranamente è sempre rimasto con me. Vorrei ringraziare i colori e gli odori dei piccoli negozi, le boulangerie con le loro briosche e i dolci buonissimi, i mercatini, i caffè e le brasserie, la grandezza (grandeur..) dei viali, dei parchi, dei ponti, delle piazze, degli edifici e dei monumenti: la sua storia, la sua arte. Ma anche gli angoli di quiete e di pace in una città affollata, una città in continuo fermento e in movimento come Parigi. E' stata una delle settimane più belle della mia vita. Rientro a casa contento, ma con il cuore pieno di tristezza. Ma vi assicuro .. tornerò.



George Perec se n' è andato a soli 50 anni nell'82. Devo ammettere di non aver mai finito il suo romanzo piu' popolare e che lo ha reso famoso in tutto il pianeta, La vita, istruzioni per l'uso del '78. Ora la Voland pubblica questo libricino uscito in Francia nel '75 e pubbicato in Italia solo nel 2001. "Tentativo di esaurimento di un luogo parigino" e' il resoconto di tre giorni passati dall'autore seduto ai tavolini dei caratteristici caffe' parigini, in particolare quelli di Place Saint Sulpice: appunti, annotazioni sulla vita quotidiana che si svolge nel quartiere; descrizioni precise di persone, auto, mezzi pubblici in transito, famiglie, madri con bambini, commercianti e bottegai, il postino e la piazza che cambia con la pioggia e il sole. Leggendolo sembra sia cambiato poco da allora, la placida routine quotidiana e un po' di caos in piu' per il traffico cittadino ma in fondosi respira la stessa aria, quella dei francesi in pigiama e ciabatte che vanno a comprare il latte e la baguette in modo del tutto naturale. Un libretto urbano, metropolitano, da leggere mentre si osservano i colori e si ascoltano i suoni in una piazza di Parigi, seduti magari davanti ad una brioshe e un caffe', preferibilmente..bien sur!





Mp3: Breve Storia

La caratteristica principale dell’mp3 è di eliminare le frequenze sonore che l’orecchio umano non potrebbe comunque udire per limiti fisiologici. Nell’mp3, infatti, il contenuto sonoro di una canzone è drasticamente ridotto rispetto a quello del cd affinché' questa canzone occupi meno memoria possibile e possa cosi circolare più velocemente attraverso la rete. E' grazie ad un particolare algoritmo (cioè una serie di sequenze di calcoli matematici accurati) che questa riduzione avviene, algoritmo che elimina una parte consistente dei dati informatici che compongono un suono, basandosi sull’idea che l'orecchio umano è in grado di udire solo alcune particolari frequenze sonore e non altre.

Gli mp3 che compriamo, che scarichiamo, manipoliamo e ascoltiamo sono quindi il risultato di un calcolo matematico, fondato sulla concezione di come funziona fisiologicamente il nostro orecchio. L'algoritmo stabilisce a priori quello che è importante ascoltare e quello di cui l'ascoltatore può invece fare a meno. L'invenzione dell'mp3 è stata una rivoluzione, perpetrata soprattutto a discapito della grande industria discografica. Tra le tante curiosità ho scoperto che questo formato ha origini molto antecedenti al world wide web ed esattamente negli anni '70 e nella filodiffusione e la trasmissione della musica attraverso le linee telefoniche. Dieter Seitzer, ingegnere tedesco fu il primo, nella seconda metà degli anni '70, a sperimentare e migliorare la trasmissione di musica attraverso il telefono, ma fu un suo allievo, Karl Heinz Brandenburg, nel 1987, a sviluppare un primo algoritmo, l'Ocf, in grado di comprimere un suono digitale. Nel tempo, l'Ocf venne sempre più migliorato: l'Aspec fu il risultato di questo miglioramento: quest'algoritmo era basato sul principio che per comprimere un suono bisogna comprendere fino a che punto l'orecchio umano fosse in grado di percepire determinate frequenze sonore e come questi limiti potessero essere manipolati per migliorare la riproduzione musicale (principio psicoacustico). Una delle canzoni scelte dal team di Brandenburg per testare l'algoritmo fu Tom's Diner di Susan Vega, in cui la voce della cantante è in primo piano e per la semplicità della struttura che rendeva paradossalmente più individuabili le imperfezioni del processo di compressione. Grazie alle ricerche svolte in quegli anni anche da altre aziende, tra cui la Philips, la Thompson, Sony, Panasonic, la Bbc inglese, la televisione di stato francese e ai finanziamenti della comunità europea, oltre all'Aspec fu creato un altro algoritmo di compressione, il Musicam, con differenti caratteristiche rispetto al primo. Ma alla fine sarà un ingegnere italiano, Leonardo Chiariglione: fondò un gruppo di lavoro, il Mpeg (Moving Picture Experts Group) che creò l'omonimo formato video mpeg adottato in seguito da tutti i pc e nel 1993 il gruppo mise a punto tre differenti formati di compressione destinati a usi differenti. Il terzo, denominato Mpeg audio Layer 3 (basato sempre sull’algoritmo Aspec ma con lievi modifiche) sarà la base di quello che oggi conosciamo come Mp3. Nel 1995 sarà ulteriormente sviluppato un programma per la riproduzione dell’mp3, il WinPlay3 e nello stesso anno viene registrato il brevetto a livello globale con il nome definitivo di mp3.

Nel 1999 Napster, la prima piattaforma di file-sharing, da una svolta al formato Mp3, che diventa attore protagonista nella diffusione di Internet, poi l'Ipod che farà da volano per la diffusione dell'mp3 sui dispositivi mobili e Itunes, per la distribuzione della musica digitale in rete sconvolgono completamente l'intero panorama dell'industria musicale e discografica ed entra definitivamente nelle nostre vite di ascoltatori..


Parla Leonardo Chiariglione

..Come funzionavano i test musicali degli algoritmi? 
 Ovviamente le tecniche di valutazione e i test soggettivi non li abbiamo inventati noi del MPEG. Allora c'erano già i broadcaster che erano pubblici ed erano ricchi e si potevano dedicare a sviluppare queste competenze per la valutazione soggettiva dell'audio. Mi ricordo che nel luglio del '89 ci trovammo a Stoccolma alla radio pubblica svedese per definire in modo compiuto questi test soggettivi. Coloro che facevano i test non erano persone qualsiasi, ma erano dei "golden ears", degli orecchi assoluti, che le aziende e i broadcaster utilizzavano per valutare le registrazioni, per cui erano dei veri superesperti.

Ricorda quali tipi di musica erano più problematici per gli algoritmi?
C'era una lista di brani musicali e c'erano alcune sequenze musicali che erano più critiche di altre. Ma queste sequenze non erano scelte in base ai gusti, ma in base al fatto che alcuni algoritmi avevano una debolezza rispetto a certi suoni e allora noi proponevamo una sequenza di suoni per osservare le performance degli algoritmi. In particolare c'era un suono, il 'glockenspiel', il "metallofono", che era particolarmente critico. La lista originale comprende: viola solo instrument, piano solo instrument, female speech in English etc..

Erano solo suoni o usavate anche canzoni?
 Vediamo..c'era la voce 'pop music': Paul Simon, Susan Vega, Tomoyuki Okada. Poi..Strauss (Cosi parlo' Zarathustra), Bach (The Christmas Oratorio)..

A distanza di anni come riassumerebbe l'importanza dell'Mp3 sul mondo della musica?
E' stato la liberazione dell'utente e dell'ascoltatore dalle catene imposte dall'editore. Per decenni, per tre quarti di secolo gli editori musicali avevano imposto quello che gli ascoltatori dovevano sentire, nell'ordine in cui dovevano sentirlo, mentre con l'mp3 abbiamo spostato il baricentro completamente dalla parte dell'utente: è stata una liberazione incredibile!

Cosa risponderebbe ai critici che sostengono che l'mp3 ha aperto le porte alla pirateria musicale?
 La risposta può essere solamente che la tecnologia altera sempre lo status quo. Una volta lo status quo veniva alterato nel corso di decenni, se non di secoli, come è successo per la stampa di Gutenberg che mise fuori business gli amanuensi. C’è stata senza dubbio una rivoluzione che ha fatto si che la copia del brano potesse avvenire con una semplicità e una perfezione prima impossibili. Però io dico che le case discografiche sono state cieche e incapaci di sfruttare questa possibilità che veniva data per consumare la musica. Il problema è che le case discografiche sono state sempre tentate di dire: "Rendi il sentire la musica il più difficile possibile, così la gente è costretta ad acquistare se proprio vuole sentire."

Questo è stato il modello. E all'inizio l'unica cosa che hanno fatto è stato portare la gente in tribunale. Le industrie hanno sempre cercato di tamponare la situazione e non c’è stato mai nessuno che sia stato cosi..open minded da sfruttare questa situazione..


Brani dell'intervista a Leonardo Chiariglione e informazioni per l’articolo tratti da Alias, supplemento de il Manifesto.

08/07/12

Il Parlamento europeo boccia ACTA


Il Trattato anti contraffazione ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) è stato respinto mercoledì dal Parlamento europeo e pertanto, per quanto riguarda l'Unione europea, non sarà legge. È stata la prima volta che il Parlamento ha esercitato le sue nuove competenze in materia di trattati commerciali internazionali. 478 deputati hanno votato contro ACTA, 39 a favore e 165 si sono astenuti. Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere ACTA", ha affermato il relatore David Martin (S&D, UK) dopo il voto, ribadendo le sue preoccupazioni su un trattato troppo vago e aperto a interpretazioni erronee. Tuttavia, ha aggiunto il relatore, l'UE deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale "Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale ", ha aggiunto. Christofer Fjellner (PPE, SE), fra i sostenitori principali di ACTA in seno al PPE, ha chiesto, prima della votazione in plenaria, di rinviare il voto in attesa del giudizio della Corte di giustizia europea sulla compatibilità del trattato col diritto comunitario. Il Parlamento ha respinto la richiesta e una forte minoranza si è alla fine astenuta sul voto sul consenso al trattato. Una forte pressione dell'opinione pubblica Durante la discussione su ACTA, il Parlamento è stato oggetto di una pressione diretta e senza precedenti da parte di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto la bocciatura le testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. Il Parlamento ha anche ricevuto una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa. L'accordo ACTA, che è stato negoziato tra Ue, Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e Svizzera, è stato concepito per rafforzare l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. Il voto di mercoledì significa che né l'UE né i suoi Stati membri potranno far parte dell'accordo.

comunicato del parlamento Europeo - Attualità



L'ACTA in questi mesi è stato oggetto di forti critiche sia da parte dei legislatori nazionali, che dell'opinione pubblica. Migliaia di cittadini europei hanno chiesto la bocciatura le testo fin dalla prima ora, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici e una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa. Dopo gli sgambetti delle Commissioni, le proteste, i pareri contrari e l'attivismo del web, il 'no' del Parlamento europeo all'Acta (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) con una schiacciante maggioranza di 478 voti contrari, solo 39 favorevoli e 165 astensioni l'accordo sul trattato anti contraffazione è stato bocciato.
Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e tutte le parti politiche hanno espresso soddisfazione in seguito alla seduta, che ha visto anche un massiccio intervento in presa diretta del popolo del web, il quale ha partecipato virtualmente alla discussione attraverso Twitter.
l'ACTA è definitivamente morto. "Nessun intervento d'emergenza , nessun trapianto, nessuna cura a lungo termine salverà l'ACTA. È ora di dargli l'estremo saluto", ha commentatoDavid Martin, membro del gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento europeo. Una posizione opposta a quella di Karel De Gucht, Commissario europeo per il Commercio, il quale ha reso noto che dopo il parere della Corte di Giustizia europea si deciderà il da farsi. "Con il rigetto dell'ACTA - ha affermato - non scompare certo la necessità di proteggere la spina dorsale dell'economia europea nel mondo: la nostra innovazione, la nostra creatività, le nostre idee, la nostra proprietà intellettuale".

Nonostante questa vittoria la spinta ad operare una stretta sulla diffusione e la riproduzione di contenuti protetti da copyright sul web è fortissima e non sembra destinata ad affievolirsi. Ma il business che si è venuto a creare intorno alla pirateria on line ha un peso forse altrettanto determinante, come dimostra un recente studio Google che ha passato in rassegna i sei modelli di business più diffusi per la violazione del copyright.


 "ACTA IS DEAD! Major victory for Internet Freedom. Thank you European Parliament! Eat this Hollywood", ha twittato Kim DotCom dalla Nuova Zelanda.

L'accordo ACTA per ora sarà adottato solo dall'Australia, il Canada, il Giappone, la Repubblica di Corea, dal Messico, il Regno del Marocco, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Singapore, la Confederazione svizzera e gli Stati Uniti d'America.

07/07/12

Genova 2001 - La Cassazione condanna

Commento di Marco Santopadre di Radio Città Aperta - 88,9 Mhz (Roma) e la prima pagina del Il Manifesto sulla sentenza

La Cassazione condanna gli agenti e i dirigenti responsabili delle violenza della Diaz. Ma la prescrizione salva i condannati dal carcere. Giustizia non è fatta.

Dopo ben 9 ore di camera di consiglio la Cassazione ha deciso di confermare le condanne già comminate in secondo grado per i 25 tra poliziotti e dirigenti dei vari corpi di sicurezza dello Stato responsabili delle torture e delle violenze contro i manifestanti che dormivano nella scuola Diaz di Genova il 21 luglio del 2001.
Ma, incredibilmente, nessuno dei responsabili di quella efferata brutalità contro persone inermi, della costruzione delle prove false e dei depistaggi su quanto accadde quella notte pagherà veramente. Neanche con un giorno di carcere.

La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva le condanne nei confronti dei funzionari della Polizia di Stato per l'irruzione alla Scuola di Genova che ospitava il media-center del Genoa Social Forum. Condannati per falso aggravato, l'unico reato non prescritto dopo 11 anni, per i verbali di perquisizione e arresto a carico dei manifestanti, che si sono rivelati pieni di accuse false, nessuno di loro rischia il carcere, grazie ai tre anni di sconto previsti dall'indulto approvato nel 2006. Confermate quindi solo in via teorica le condanne a 4 anni inflitte a Giovanni Luperi e a Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, nonchè le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini.
Come se non bastasse, la Cassazione ha anche dichiarato prescritti i reati di lesioni gravi commessi dagli agenti della celere che quel giorno facevano parte del settimo nucleo speciale della Mobile.
Nel frattempo i dirigenti di allora sono stati promossi, hanno fatto strada all'interno della Polizia, dei Servizi Segreti, di altri apparati dello Stato.
La parola fine, dal punto di vista giudiziario su quella vicenda, lascia l'amaro in bocca e dà la sensazione che in questo paese l'immunità e l'impunità per gli uomini in divisa colpevoli di crimini anche molto gravi sia una costante, una certezza. In particolare nel caso di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e promosso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio da Monti, è stato fatto un processo parallelo. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, è stato prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione nel novembre dello scorso anno. "Perchè il fatto non sussiste".

''La catena di comando é stata condannata e questo é un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz é stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche'' ha commentato l'avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune delle vittime del pestaggio.

Ancora più amaro il commento di Haidi Giuliani, madre del ragazzo ucciso da un Carabiniere durante le manifestazioni contro il G8: ''la giustizia c'é benché incompleta'' ha detto, aggiungendo che "le responsabilità sono più ampie e penso all'assoluzione dell'allora capo della polizia e al mancato processo per la morte di mio figlio''.

L'unica, minima consolazione è che la Corte ha deciso di comminare ai colpevoli la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per un periodo di 5 anni. Questo, secondo diversi giuristi, dovrebbe significare l'immediata decadenza di tutti i funzionari in servizio dai loro incarichi. La stessa sanzione non è stata però comminata ai capisquadra che guidarono 400 celerini all'assalto della scuola. Nei confronti degli agenti di Polizia Tucci, Cenni, Basili, Ledoti, Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria, data la dichiarazione di prescrizione dei loro reati, non dovrebbe scattare la pena accessoria della condanna all'interdizione dai pubblici uffici.
E l'ulteriore paradosso è che tra pochissimi giorni alcuni manifestanti che in quei giorni erano a Genova, una decina, potrebbero pagare con il carcere accusati di reati gravissimi come 'devastazione e saccheggio'.
In modo che si possa dire, a posteriori, che si, in fondo qualche poliziotto avrà anche esagerato, ma che le colpe stanno da entrambe le parti. E che forse la violenza della Polizia e dei Carabinieri e dei Finanzieri era soltanto uno eccessiva ma giustificabile reazione alla violenza dei manifestanti.








RCA

Parigi e le squadracce della lega di difesa ebraica

A Parigi si sono verificati due ennesimi episodi di aggressione da parte degli squadristi della Lega di Difesa Ebraica contro due noti militanti della solidarietà con la Palestina: Olivia Zemor e Jacob Cohen (ritenuto dai sionisti un “ebreo traditore”).

Il 28 giugno scorso durante la preparazione di una nuova missione internazionale "Welcome to Palestine" che si terrà dal 24 al 31 agosto, destinata a sostenere le scuole e gli studenti palestinesi e per affermare il diritto di circolazione in Palestina, gli squadristi della famigerata JDL Olivia Zémor sono tornati a colpire.
Olivia Zémor era seduta sulla terrazza di un caffè alla Bastiglia, è stata aggredita e colpito alla testa, al viso e sul corpo con della vernice ed è stata trasportata d'emergenza all'ospedale Hotel Dieu dai vigili del fuoco, data la tossicità del prodotto. E' stata presentata Una denuncia ed è stata aperta un'inchiesta, tanto più che la JDL ha rivendicato la responsabilità del gesto pubblicando un video su internet.
Per quanto riguarda Jacob Cohen, si tratta di uno scrittore che denuncia nei suoi romanzi i metodi di reclutamento del Mossad in Francia. Cohen è stato oggetto di un attacco Giovedi 5 luglio nel quartiere di St. Paul dove la JDL ha instaurato un clima di terrore. Si tratta della seconda aggressione che subisce, dal momento che era stato aggredito il marzo scorso poco prima della presentazione del suo primo romanzo da un gruppo di fascisti della JDL.
Finora, è chiaro che i gli squadristi della JDL in Francia hanno beneficiato di protezione in alto loco, il che ha portato ad aumentare la loro aggressività. Gli ultrasionisti della JDL in Francia in questi anni hanno gravemente ferito un gran, tra cui un poliziotto che ha trascorso tre settimane in terapia intensiva presso l'Ospedale Saint-Antoine di Parigi uno studente di Nanterre che colpito ad un occhio ha quasi perso la vista, hanno devastato e saccheggiato varie associazioni e librerie locali.
I membri della Jdl sono stati tutti identificati dalla polizia come Jason e Steven Tibi, Dylan Halimi, Joseph Ayache, Philippe Wagner, Anthony Attal, Chelli e Gregorio ma nessuno è mai finito in carcere. Quando arrivano i guai giudiziari, se ne vanno a fare un giro in lsraele, approfittando della loro doppia cittadinanza. Forti di questa impunità commettono nuovi attacchi. Le poche volte che sono stati costretti a pagare i danni alle vittime (come nel saccheggio della libreria Resistance), non hanno bisogno di preoccuparsi. L'Unione degli ebrei di Francia (UPJF ) invita pubblicamente gli ascoltatori di "Radio J" per inviare soldi per pagare i loro debiti!

La rete Europalestine per questi motivi è tornata a chiedere la messa fuorilegge della Lega di Difesa Ebraica francese.