15/09/15

Rumore (Bianco) tra disturbo e fascino

NOISE NOISE NOISE..
Il rumore bianco è costituito idealmente da tutte le frequenze acustiche, perciò si può dire che contenga tutti i suoni possibili; e come lo scultore scolpisce un blocco di marmo, cosi il progettista sonoro può plasmare il rumore alla ricerca di nuove forme musicali. Gli ultimi anni hanno visto la musica elettronica svilupparsi e diffondersi in maniera vertiginosa; un fenomeno di sensibilizzazione creativa - soprattutto dei giovani - che è reso possibile dalle tecnologie audio e informatiche oggi alla portata di tutti.
Il rumore bianco diventa allora una metafora della moltitudine di persone che, grazie alle nuove tecnologie, possono oggi fare musica sviluppando la propria indole creativa.
Ma il rumore può rappresentare anche il caos, l’incapacità di selezionare tra le tante musiche prodotte. E' importante dunque avvicinarsi all'informatica musicale con la giusta consapevolezza.
<Mary had a little lamb..>: con queste parole, l'inizio di una filastrocca inglese, si chiude un'epoca della storia dell'ascolto musicale e se ne inaugura una nuova. E' il 1877 e l'inventore statunitense Thomas Edison, dopo aver progettato e costruito il suo fonografo, effettua la prima registrazione sonora della storia.
Si avvera cosi l'antichissimo sogno di <catturare> il suono, elemento che resisteva ai tentativi di fissazione, quando ormai la fotografia aveva addomesticato le immagini. Il fonografo di Edison è un oggetto piuttosto rudimentale, dalla qualità sonora assai scarsa se paragonata agli standard di oggi. Registra i suoni su cilindri di cera incisi mediante una puntina metallica e capaci di immagazzinare poco meno di quattro minuti di musica. I cilindri sono oggetti delicati e facilmente deperibili, che permettono un numero limitato di ascolti. Il passo decisivo è stato fatto, e anche la musica e la parola entrano nell'era della riproducibilità tecnica. L'evento sonoro perde la propria unicità e labilità e diventa replicabile un numero indefinibile di volte. Dieci anni più tardi, nel 1887, Emile Berliner riprendendo un'idea dello stesso Edison trasforma il cilindro in un disco e chiama grammofono la macchina utilizzata per leggerlo. Si tratta del primo antenato del disco in vinile che dominerà il consumo musicale per grand parte del ventesimo secolo. Inizia cosi la diffusione di massa del grammofono che all'inizio del Novecento, insieme alla radio, prende il posto del pianoforte come oggetto privilegiato d’intrattenimento nelle case borghesi.
Sempre più spesso la musica passa attraverso questa mediazione tecnologica, slegandosi dalla presenza reale di un esecutore. Il rito del concerto, con i suoi aspetti collettivi e sociali, perde progressivamente il proprio ruolo centrale nella fruizione musicale, mentre si fa strada un tipo di ascolto individuale, domestico.

Il Rumore
<Ovunque siamo, quello che udiamo è prevalentemente rumore. Quando lo ignoriamo, ci disturba. Quando lo ascoltiamo, ci affascina>.
Cosi si esprimeva il grande compositore statunitense John Cage a proposito dei rumori che percepiamo ogni giorno e della loro natura molteplice. In passato il rumore è sempre stato contrapposto al suono, soprattutto perché' non ha un'altezza definita. Ma nel corso del tempo la differenza si è sempre più assottigliata e oggi il rumore è totalmente accettato nell'universo musicale.

La parola "rumore" ha molti significati', e alcuni interessano la musica digitale. Il rumore è ampiamente presente in natura (il suono di una cascata, del vento..) e in generale nella maggioranza dei suoni umani, così come è tra gli elementi primari della famiglia dei suoni artificiali. Quando negli anni '50 si componeva la prima musica elettronica, infatti, gli studi radiofonici erano dotati non solo di oscillatori ma anche di generatori di rumore bianco, strumenti necessari per certe misurazioni elettriche e utilizzati in seguito anche dai musicisti.

Il rumore bianco è un segnale che oltre a essere privo di periodicità è anche caratterizzato da uno spettro che comprende tutte le frequenze, e con uguale ampiezza. Il nome denota l'analogia con il colore bianco che' similmente, contiene tutte le lunghezze d'onda dei diversi colori con la medesima intensità. Molti compositori hanno utilizzato creativamente il rumore bianco cosi come gli scultori utilizzano il marmo, ovvero "estraendo" dalla materia forme strutturate. Siccome contiene tutte le frequenze acustiche, il rumore bianco si presta bene a un'operazione di filtraggio, cioè di estrazione di componenti selezionate dello spettro. Dopo il filtraggio emergono bande larghe o strette di frequenze il cui timbro può differenziarsi in varia misura dal rumore originale. Da una materia sonora grezza come il rumore si possono ottenere suoni vari e raffinati. Ma il rumore può essere visto anche come elemento di disturbo tecnologico. Nell'elettronica e nell'informatica infatti la parola rumore evoca qualcosa che entra in un sistema ma che è estraneo agli effettivi segnali desiderati e circolanti.

Anche i sistemi digitali producono rumori indesiderati di varia natura, o lasciando sul campo una varietà' di "residui sonori". Si tratta di effetti collaterali dei processi di sintesi e di elaborazione del suono, spesso descritti con nomi inglesi come glitch o click. Dalla fine degli anni '90 questi rumori sono divenuti elemento di espressione creativa, addirittura dando vita a nuovi generi (come il glitch, appunto, o la musica noise) tanto da essere considerati all'epoca come una delle più rilevanti novità del panorama musicale di ricerca. Con i sistemi digitali il rumore torna a essere materiale sonoro utilizzabile per comporre musica, certamente diverso da quello utilizzato negli studi radiofonici degli anni '50, ma ugualmente oggetto di sviluppo creativo.

Nella tradizione musicale precedente esso era considerato sgradevole e inaccettabile: ciò dimostra non soltanto che ogni definizione di rumore è soggettiva, ma che essa cambia anche con il contesto culturale. Il rumore che ieri era ritenuto esclusivamente un disturbo oggi trova ampio spazio nell'ascolto. Il percorso non è stato improvvisò ma frutto di un cambiamento graduale che nei decenni ha radicalmente modificato la nostra sensibilità musicale verso questo elemento.

Rumore bianco, Introduzione alla musica digitale
A. Cremaschi, F. Giomi




14/09/15

Sovversivi, surreali, selvaggi. Dadaisti, Beats? No, The Damned,

La mia cronologia musicale inizia da qualche parte alla fine degli anni '50 con Chuck Berry e si irradia fino ai nostri giorni, includendo strati di Brit pop, Garage americano, Psichedelia, R & B, punk e substrati di blues, pochissimo folk, quasi niente jazz. Come tutti i fissati per la musica e in particolare per il R'n'R, misuro la mia vita non tanto attraverso il tempo, ma attraverso capodanni e epifanie scandite da musica, arte, sex and drugs and... - una serie di petardi cosmici, scintille della realtà ultima di quel che si diventa. Tutto modellato dalle cose che amo. Mi piace il rock and roll. E mentre ancora spasimavo dietro i dinosauri del rock, qualcosa di epocale, qualcosa di frizzante ed esilarante in lontananza esplose e puntò dritto al cuore: una raffica di ferocia punk chiamata The Damned. "New Rose" arrivò nella mia vita quando ancora ero alla ricerca di quale fosse la mia arte. Mi resi conto che volevo essere uno scrittore, perchè tutti dicevano che scrivevo bene, ma mi ero stancato dell' atto solitario della scrittura. Che era, ed è per me, un atto rivoluzionario. E l'unica rivoluzione invece era accaduta nei bar e per le strade.

Nel corso del '77, gruppi come The Damned, Patti Smith Group, The Ramones, The Stranglers, Talking Heads, The Clash, Television suonavano una musica che era sovversiva, surreale, strana, selvaggia e imprevedibile. Erano come se i dadaisti o i Beats avessero imbracciato le chitarre e formato delle rock band. Le porte si spalancarono e tutti furono invitati. Fu una vera esplosione che ha cambiato per sempre il rock. E che mi ha cambiato. Di Wes Orshoski, The Damned: Don't you wish that we are dead è il primo documentario che esplora la storia intricata della più seminale punk band della Gran Bretagna, e lo fa in profondità. E' crudo, divertente, intimo e a volte struggentemente triste. Orshoski aveva un accesso totale al gruppo, era amico sia dei membri attuali che di quelli passati, e le complesse e altamente disfunzionali relazioni che hanno separato i membri fondatori in due campi antagonisti è uno dei racconti veramente tristi di un matrimonio rock and roll diventato.. tossico. Il film ha certamente il suo lato oscuro, ma è anche un resoconto dell'impegno totale ed esaltante, che nella vita di un rocker è tutto. I Damned hanno fatto a modo loro fin dalla loro formazione e ancora sono su questa strada. Pieno zeppo di riprese dal vivo e di interviste, meravigliosamente argute e pungenti con Captain Sensible, Rat Scabies e Brian James, tra gli altri, il film è emotivamente intenso e divertente. Ancora punker 40 anni dopo il loro primo incontro da adolescenti, The Damned sono l'incarnazione di uno spirito senza compromessi che è tanto ammirevole quanto estenuante da sostenere. Mentre gli altri gruppi dell'ondata del 77 hanno continuato con una certa fama e fortuna, loro non hanno mai realmente avuto quello che meritavano. Orshoski veniva da un lavoro eccezionale fatto documentando la vita del frontman dei Motörhead Lemmy (2010) e la sua abilità nel far aprire gli artisti e farsi raccontare la loro vita in modo sincero è particolarmente evidente nel film sui Damned. A volte l'intimità può sembrare eccessiva. Quando Rat Scabies o Captain Sensible abbassano la guardia, i risultati possono sembrare un potente mix di amarezza, rabbia e una sorta riluttante di amore. La gelosia, il risentimento e i cattivi rapporti d'affari, tutto quel che ha diviso il gruppo è parte della rottura che, se guarita, potrebbe vedere ancora la band suonare di nuovo insieme, con tutti i suoi membri originali. Certo, era quasi impossibile all'epoca che Captain Sensible, che se ne stava nella comune dei Crass a leggere il Socialist Worker potesse andare d'accordo con Brian James, che voleva fare la rock star in limousine. Ormai di quel periodo non girano più tante band. Non ci sarà nessuna Clash ri-unione e The Ramones sono andati per sempre. Ma i Damned camminano ancora in mezzo a noi. Dave Vanian e Captain Sensible sono attualmente i The Damned. Rat Scabies e Brian James spesso fanno concerti dal vivo eseguendo le canzoni Damned. Ma sono trascorsi quasi 25 anni dall'ultima volta che i quattro hanno suonato insieme ed è un vero peccato non vederli ancora riuniti. Dopo aver prodotto musica tra la più furiosa dell'intera storia del rock, pisciato e vomitato sul pubblico, dopo essere stati condannati per crimini reali e immaginari, aver appiccato incendi negli hotel, aver picchiato ed essere stati picchiati chissà quante volte, e pur essendo stati i primi a fare quasi tutto quel che un punk potesse anche solo sognare (primo singolo, primo album, primo tour negli Stati Uniti, primo split etc...) dopo tutto questo, quelli che Captain Sensible chiama "gli anni del caos", dovevano ancora venire. Bisogna ammettere, quasi con tristezza, che i Damned erano una band con quattro frontman, l'unica forse che, senza un contratto, senza una etichetta per produrre musica, in occasione dei loro concerti la coda di pubblico girava attorno all'isolato: a Londra, la gente si arrampicava su tre piani di impalcature per poi entrare dal tetto, ma al New Musical Express avevano l'ordine di non parlare della band.

Questa è la descrizione che Binky Philips scrisse per il debutto americano dei Damned: <<Erano i primi giorni di aprile del 1977, al CBGB. The Damned salirono sul palco del CBGB per il loro debutto americano, una vera prima. Eppure, mentre si forma una vera e propria folla, il posto non era pieno. Avevo ragione e sono rimasto immediatamente colpito dalla band quasi da cartone animato, mentre casualmente passeggiavano sul palco pensando che stessero facendo il soundcheck.A dire il vero, impressionato non è la parola giusta. Ero, infatti, diventato loro fan nel giro di 30 secondi. Era come se l'intera serata era in bianco e nero e improvvisamente loro l'hanno trasformata in Technicolor. La sensazione di novità e di un evento glamour, insieme a quella di pericolo immediatamente attraversò tutto il club. La band di apertura, The Dead Boys aveva fatto una set ringhioso, grande, pieno di volgare piscio e aceto, con le chitarre impostate per lo stordimento. Ma, prima di una sola nota è stata suonata, semplicemente camminando sul palco, i Damned hanno fatto sembrare i Dead Boys una band piccola, provinciale, addomesticata, e innocua.

Dave Vanian, cantante , era vestito come nel 19 ° secolo nero-nero-nero, sembrava un incrocio tra un Dracula vittoriano e un becchino in Wild Wild West. I suoi capelli erano pettinati all'indietro, come li portava il grande e sinistro Peter Lorre e sembrava un cadavere, con quel make up sottile che lo faceva sembrare in piena cancrena. Brian James, il chitarrista, in jeans standard, t-shirt scura, e Chuck Taylors neri , sembrava inciampare in giro nel suo piccolo mondo.
Rat Scabies, il batterista, era in quello che era lo stile punk classico , ma quella sera, sembrava selvaggiamente fashion. La sua brillante giacca rossa/ruggine era coperta con distintivi e piccoli strappi, la camicia a brandelli, i capelli erano la versione nido di topi di un pazzo nel classico taglio Jeff Beck Mod.La presenza del bassista Captain Sensible, tuttavia, è stata il coronamento della loro realizzazione visiva . Indossava un berretto beatnik, occhiali da sole comicamente ripugnanti, i capelli di un rosso totalmente artificiale, una giacca da capitano di Love Boat e .. un tutù. Mentre camminava sul palco sembrava completamente e maniacalmente impazzito, una sorta di lungo Joker alla Heath Ledger.
Dopo essersi pavoneggiati sul palco e apertamente sbeffeggiato la folla di New York, improvvisamente, senza preavviso, si sono catapultati in "I Feel Alright" degli Stooges. Non è stato l'inizio di una canzone, è stata una Detonazione! La loro potenza, energia, e il volume, era tutto semplicemente mozzafiato. Hanno suonato il riff principale (una specie di versione accelerata di "Spoonful"), con una ferocia frenetica e quasi disperata. Posso vividamente ricordare che in tutto il CBGB si percepiva sorta di "Holy Shit!" collettivo, senza fiato. Meno di un minuto dopo questa canzone di apertura, Vanian ha iniziato cercando di allentare la sua cravatta, fantasia dell'era Dickensiana, e trascorrendo l'intero resto dello show cercando di artigliare e strappare il colletto e di strangolarsi. La sua voce stranamente scontrosa, abbinata al suo atteggiamento da senza controllo lo faceva sembrare un posseduto.Brian James girava in cerchio senza badare a niente ea nessuno. Guardava verso il pavimento e poi verso il soffitto, fissando il suo amplificatore, come se non lo avesse mai visto prima, e suonava la chitarra in modo micidiale. Sensible ha trascorso così tanto tempo a mezz'aria sul palco che è stata solo pura fortuna che non è caduto / volato giù dal palco...
..Alla fine dello spettacolo, niente aveva più importanza: la rivoluzione punk era ufficialmente iniziata.. >>

Abbiamo parlato dei Damned:

The Damned: 35th Anniversary Tour

Damned, Init Club Roma marzo 2009

The Phantom Chords

 

Londra 2015

Dave Vanian è di natura notoriamente riservato. Così, quando i Damned dopo un concerto ad Austin al Fun Fun Fun Fest nel 2011, non era presente mentre la band firmava autografi ai loro fan. E quando Captain Sensible ha visto un fan che era agghindato con il Vanian look, lo afferrò, facendolo impersonare il solitario frontman dei Damned. Nonostante una differenza di età di 20 anni tra il fan e il suo eroe, nessuno dei cacciatori di autografi si accorse dello scherzo. Passò più di un'ora firmando manifesti, copertine di dischi e t-shirt come Dave Vanian..

Wes Orshoski from J. Sprig on Vimeo.



13/09/15

Wau Wau: 10 Best Dog Songs

Tu e il tuo cane condividete un legame speciale. La pila di lanugine ai tuoi piedi è stato con te tra alti e bassi, tra celebrazioni e strazi. Succede abbastanza spesso che le parole non possono esprimere tutto l'amore che si ha per il proprio cane. È per questo che siamo qui, con questa piccola playlist: alla fine, INTERZONE non è un sito solo felino. Ma queta play è anche dedicata un pò a me stesso: finalmente ho superato la fobia per i cani di grossa taglia, che mi ha perseguitato per molto, molto tempo. Enjoy!




OK, il testo di questa canzone ha poco a che fare con i nostri amici cani, ma ottiene un posto nella lista, perché ... beh, basta guardare la copertina di Diamond Dogs. Bowie è mezzo uomo e mezzo cane, uno dei tanti mutanti immaginati da William Burroughs in Ragazzi Selvaggi, a cui tutto l'album è ispirato.



 
Bowie: Diamaond Dogs


 
Nina Hage: Wau Wau
 
ich bin dein hund.
beiss in dein bein
und in den sack
beiss kraeftig rein
schnapp-schnapp,
zack-zack



Litfiba: Cane
 
Lasciatemi nell' angolo da me
Non riesco piu` a capire
Se voglio una carezza o mordere
Mordo i cani come
E sento di non essere colpevole 
Ululo di notte ai vicoli
Pisciando sulle vostre carezze
Mordo i cani come me
E sento di non essere colpevole..



 
Pink Floyd: Seamus 
 
I was in the kitchen
Seamus, that's the dog, was outside
Well I was in the kitchen
Seamus, my old hound, was outside
Well you know the sun was sinking slowly
And my old hound-dog sat right down and cried..



 
George Clinton: Atomic Dog
 
These are clapping dogs, rhythmic dogs
Harmonic dogs, house dogs, street dogs
Dog of the world unite
Dancin' dogs
Yeah, countin' dogs, funky dogs
Nasty dogs
Why must I feel like that?
Why must I chase the cat?
 


 
Dead Kennedys: Dog Bite
 
Klaus : Let's do dog bite  
Jello : What else do we got? 
  Klaus : Über alles, dog bite rawhide, 
Your mom Oohhhh snapppp!!!



 
Bad Religion: Eat yor dog


 
Descendents: Doghouse
 
Life in the canine world
Cats to chase and a bone to bury
I don't know maybe I'm lazy
This is my doghouse you said I'm a dog
I live like a dog this is my doghouse
I'm your dog and you're bitches



 
Eels: Dog life
 
 



All you punks and all you teds
National Front and natty dreads
Mods, rockers, hippies and skinheads
Keep on fighting 'til you're dead
Who am I to say?
Another piece of your bullshit
Am I the dog that bit
The hand of the man that feeds it?
Do the dog, do the dog
Do the dog, not the donkey 
 

 
Crosby & Garcia: Kids and Dogs
 
 


Dog soldier
Big and strong
Dog soldier
Heavily armed
Dog soldier
Fully trained
Dog soldier
For money's the game
Kill, kill, kill
 
 
 
 
 

Sparire: nuova vita all'ombra di se stessi

Perchè..sparire, visto che oggi tutti vogliono apparire, perchè sottrarsi , quando tutti vogliono aggiungersi, appartenere a qualche scena sociale? In un mondo che assimila senza troppi complimenti  il concetto di esistenza a quello di presenza, sparire completamente  è uno degli ultimi ed estremi traguardi di realizzazione personale dell'individuo. La nostra identità è oggi al centro di reti di controllo telematiche sempre più intrusive, e anche di relazioni personali sempre più vincolanti e soffocanti. Di noi si vuole sapere tutto: cosa compriamo, dove trascorriamo le vacanze, quanto guadagnamo e quanto contiamo economicamente. Dal momento in cui ci viene assegnata un'identità anagrafica avremo anche un codice fiscale, e ci troveremo ben presto inseriti in un ingranaggio inesorabile che non ci lascerà più. A meno che..non siamo in gradi  da soli di riscattare la nostra libertà. Di riguadagnare una distanza (...) Chi desidera di sparire vuole essere artefice estremo e consapevole del proprio destino (con l'estrema possibilità di diventare persino il carnefice) scardinando abitudini, cambiare, mettersi alla prova.. Ci sono sparizioni del corpo ma anche dell'anima, o della mente. a voi la scelta..

Il cinema, come del resto la letteratura e le arti in genere, ha sempre prestato un'attenzione particolare alla grande portata immaginifica di temi e situazioni legati allo sparire, al nascondersi, al fuggire. O al fascino di personaggi come l’eroe solitario e dall’identità sconosciuta o il fuggiasco che si prende le sue rivincite da solo Contro il mondo. Tutti pretesti più che convincenti per dare vita a storie, caratteri, intrecci, luoghi, epiloghi avvincenti e trame dalle possibilità infinite. Il cinema interviene su queste grandi possibilità di svolgimento e interpretazione di una storia in maniera del tutto trasversale rispetto ai generi (dalla fantascienza al road movie, dal film storico al thriller). Questo tipo di materia prima e enormemente duttile, in fondo. Il desiderio di sparizione, infatti, non e di certo ascrivibile a un solo stato d'animo, una sola situazione, o ambiente, o periodo. E’ un tema che non ha schemi, definizioni o limiti precisi, perché appartiene all'emotività, e quindi all'individuo. Per questo è universale. Probabilmente, spunti narrativi come viaggio, sparizione e cambiamento sono prescelti come soggetti di particolare interesse perché basati fondamentalmente sull’avventura, intesa nel senso più semplice e immediato del termine. E il cinema, specie quello rivolto al grande pubblico, si nutre e propone soprattutto questo. Avventure. Cambiamenti. Evoluzioni. Storie che trasformano il personaggio, lo mutano. Permettendogli di cambiare se stesso, il suo mondo, o di distruggere entrambi, se e il caso. Storie in Cui identificare i propri desideri, le proprie tensioni. Trasferendole dal ristretto e troppo poco nitido visore del quotidiano all’enorme schermo luminoso. Dove, anche se per pura finzione, tutto diventa finalmente possibile.

In una rapida carrellata fra storie, epoche, personaggi ed estreme possibilità di happy ending, ecco alcuni esempi di come la macchina del cinema abbia dimostrato e continui a dimostrare il suo interesse (che di riflesso e anche quello del pubblico, evidentemente) verso un soggetto tanto imprevedibile, sfuggente, aperto e proprio per questo cosi ricco di possibilità Come la sparizione. 

* Una vita tranquilla
Regia:  Claudio Cupellini. 
Interpreti: Toni Servillo,Marco D'Amore, Juliane Köhler

Rosario, che gestisce un albergo ristorante a Wiesbaden insieme alla moglie Renate, dalla quale ha avuto un figlio, Mathias, in realtà non si chiama Rosario. È Antonio Di Martino, già esponente di spicco della camorra napoletana, costretto dalle circostanze a scomparire per evitare di essere ucciso e di provocare danni alla famiglia. Ma un giorno il suo figlio napoletano, Diego, si presenta con Eduardo. Ha bisogno di un posto in cui stare in attesa di poter eseguire un «lavoro». Rosario gli dà ospitalità, ma progressivamente capisce che il lavoro da eseguire non è esattamente una questione di import-export. Per quanti sforzi abbia fatto per chiudere con il passato, sarà comunque costretto ad agire e ad effettuare scelte dolorose.



* La fine come inizio della fine

A History of Violence (2005)
Regia: David Cronenberg
Interpreti: Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt

Una storia di violenza. O una storia della violenza (istintiva e brutale, sessuale, scolastica, mentale)? La doppia lettura del titolo si riferisce sia a tutti gli episodi violenti che quasi metodicamente sono rappresentati nel film, sia a un preciso legame con una storia di vita passata, dimenticata, sepolta. E violenta, naturalmente. Che torna nel presente, nuovamente alla luce, per essere ricordata e rimessa in discussione. Sempre molto violentemente. Tom e un uomo tranquillo, gestisce una tavola calda, vive una vita normale con la sua famiglia. Un giorno, nel suo locale, entrano due balordi pronti a tutto. Senza esitazioni, per evitare il peggio, Tom interviene e li uccide. Dimostrando una prontezza e una precisione stupefacenti, inspiegabili, da vero professionista. Tom diventa, suo malgrado, l’uomo del giorno. La sua improvvisa notorietà, però, finisce inevitabilmente col risvegliare il suo Vero passato. Passato che ritorna puntualmente a presentare il conto per chiudere alcune delicate faccende lasciate in sospeso. Tom era riuscito a rifarsi un nome e una vita, lasciandosi alle spalle ogni strascico della sua carriera di giovane e infallibile killer. Era riuscito a cambiare radicalmente la sua esistenza. La sua nuova personalità, il suo nuovo mondo avevano messo da parte in maniera insospettabile, quasi perfetta, un passato scomodo e pericoloso. E ora la sua famiglia e la sua conquistata tranquillità, all’improvviso, sono minacciate pesantemente. A Tom non restano alternative. Come nei vecchi western, si ritrova ad affrontare faccia a faccia il suo passato. E a farlo lucidamente, senza scrupoli. L’unica, ultima possibilità per riconquistare la Complicità della sua famiglia e la sua non più insospettabile normalità. 


* Morte e nuova vita all'ombra di se stessi

Kagemusha. L'ombra del guerriero (l980)
Regia: Akira Kurosawa 
Interpreti: Tatsuya Nakadai, Tsutomo Yamazaki

Durante le lotte per la conquista del potere a Kyoto, nel Giappone del secolo XVI, il principe Shingen Takeda, guerriero ambizioso e valoroso, muore in battaglia. Prima di spirare, prevedendo la possibile riscossa dei rivali, trattenuti fino ad allora dal suo coraggio impavido e dalla sua fama, chiede al fratello Nobukado e al figlio Katsuyori, d'accordo con tutti i generali del suo clan, di restare nei propri territori e di nascondere in qualche modo la sua morte. Il fratello Nobukado trova un ladro che sta per essere crocifisso e, data la sua stupefacente somiglianza con Shingen, lo salva dalla morte. Attraverso un’abile messinscena che coinvolge tutto il clan, il ladro viene fatto passare per il principe morto. La figura eroica e valorosa di Shingen torna cosi a vivere e diventa un kagemuSha (che significa letteralmente ‘guerriero-ombra').L’ ex ladro, fedele alle proprie abitudini, accetta la messinscena per interesse e tenta molto presto di approfittare della situazione. Poi però, qualcosa dentro di lui cambia. Impersonare quella figura cosi potente e valorosa lo porta ad accettare il significato profondo delle responsabilità del principe morto. Riesce cosi a guadagnare e meritare la stima di Nobukado e il rispetto di tutta la sua corte. Un giorno però il grande segreto viene smascherato e la Corte si trova costretta a interrompere l’inganno e ad allontanare il kagemusha. Nel frattempo la situazione precipita irrimediabilmente. Katsuyori, il nipote dell'autentico principe, Senza dare ascolto agli ordini impartiti dal padre, si lancia in un disastroso combattimento che manda tutto il Clan in rovina. Il kagemusha, che ha intanto seguito il corso degli eventi con profonda disperazione, quasi fosse per davvero il redivivo principe, si getta contro l’armata vincitrice e muore. In un estremo tentativo di onorare la memoria di Shingen e la sua dignità di uomo.


* Salvarsi, manomettere, riscattare, sparire

I tre giorni del Condor (1975)
Regia: Sidney Pollack
Interpreti: Robert Redford, Faye Dunaway Max von Sydow

La filosofia di base del film, a distanza di trent'anni, rimane più che mai attuale: Ci sono interessi altissimi intoccabili. Chi si intromette in certe questioni, Che si tratti di petrolio, di plutonio, o altro, prima o poi non la passa liscia. Se si riesce a farla franca, meglio nascondersi come si deve e continuare ad agire nella più totale invisibilità. La trama e sostanziosa, ma al tempo stesso anche perfettamente lineare e credibile: tutti i componenti di un reparto della Cia vengono misteriosamente eliminati. Se ne salva solo uno, e per puro caso. Il suo nome in codice è Condor (Joe Turner impersonato da Redford). Di fronte all’improvviso massacro della propria squadra, Condor rimane scioccato e indifeso. Si ritrova improvvisamente in fuga, come un animale ferito. Decide cosi di intraprendere una personale e rischiosissima indagine nel più assoluto anonimato. Impreparato di fronte alla situazione, decide di organizzarsi per affrontarla comunque. E’ un uomo buono, un onesto, a tratti sprovveduto, ma si butterà nella mischia per cercare di scoprire cosa sta accadendo, anche a rischio della vita. In più, nonostante tutto, gli eventi rappresentano in qualche modo la possibilità, fino ad allora sempre negata dalle circostanze, di dimostrare sul serio le proprie qualità. Anche se si tratta di una formica invisibile che lotta contro un carrarmato. Ad ogni modo, isolato, braccato, armato soltanto di ottime conoscenze tecnologiche e di un coraggio dettato più dalla disperazione che dal raziocinio, Condor organizza la sua personale controffensiva. Sempre condotta sul filo del rasoio. Le sue tattiche, le sue incursioni notturne sono sempre istintive, improvvise, ma si rivelano ogni Volta giuste. Fino alla soluzione definitiva, che potrebbe finalmente smascherare i mandanti del massacro della sua squadra. Insieme a molto altro ancora. Nella scena finale del film, in una mattina di gennaio, Joe Turner si allontana con le mani in tasca. Ha paura e ha freddo. Non sa con certezza se il suo piano è riuscito completamente. Non sa cosa sarà di lui da quel momento in avanti. Non sa nemmeno dove potrà nascondersi in futuro. La sua mente e ancora piena di dubbi, ma lo sguardo e fiero. A modo suo, è un fuggitivo che ce l'ha fatta.


* Fuga voluta, ma gia vissuta

Atto di forza (1990)
Regia: Paul Verhoeven
Interpreti: Arnold Schwarzenegger, Sharon Stone

Il film, liberamente tratto da un racconto di Philip K. Dick (Ricordi in vendita), vede il suo protagonista nel ruolo di Doug Quaid, un terrestre del secolo XXI, che scopre l’illusione della sua intera esistenza (o meglio, dell'insieme dei ricordi che compongono la sua esistenza) prodotta da un chip di memoria che gli e stato impiantato nel cervello. Il suo compito è quello di fuggire dalla sua realtà, fittizia, per raggiungere la sua vera vita e la sua vera identità. Lontane, nascoste, ma davvero reali. Il film ricorda neanche troppo lontanamente il concetto chiave di film come Matrix, incentrati sulla realtà come minacciosa illusione e sulla necessita di acquistare consapevolezza di questa non-realtà, per raggiungere la realtà autentica. E la vera libertà. Quaid cammina sulla superficie di Marte in compagnia di una donna, quando perde l’equilibrio e cade rompendo il casco della sua tuta protettiva. La decompressione inizia a ucciderlo. Prima che ciò avvenga, Quaid si sveglia nel proprio letto, di fianco a sua moglie Lori. Ha avuto un altro incubo marziano, Marte, effettivamente, sembra essere la sua fissazione. Lui vorrebbe trasferirsi la, attratto inspiegabilmente anche dalle forti tensioni politiche esistenti. Un giorno Quaid si imbatte nella pubblicità di una ditta che vende vacanze virtuali: a un costo conveniente ti impiantano nel cervello il ricordo, l'esperienza e le sensazioni di una vita da scegliere su misura. Un'esperienza in cui si può avere la realistica illusione di essere qualcun altro. Doug Quaid sceglie subito di farsi impiantare l’esperienza di un viaggio su Marte. Decide che in questa nuova esperienza sarà un agente segreto e che incontrerà una donna con le caratteristiche di quella che compare cosi spesso nei suoi sogni marziani. Durante la procedura di attivazione qualcosa va storto. Quaid accusa sintomi di embolia schizoide. Inizia a comportarsi esattamente come se la sua avventura su Marte fosse già in pieno svolgimento. E come se Quaid ci fosse già stato, su Marte. L’attivazione del finto viaggio si è scontrata, nella sua mente, con la sua vera identità. Qualcuno ha cercato di cancellare i suoi ricordi e la sua identità. Mentre la vacanza virtuale li ha fatti riaffiorare. Quaid scopre in fretta che tutta la sua vita terrestre e una farsa. Sua moglie, il suo lavoro, tutto. Lui è davvero un sostenitore dei rivoltosi su Marte. Il suo Vero nome è Hauser. Con questa nuova consapevolezza, Quaid-Hauser fugge verso Marte e riconquista in breve tempo la sua identità di capo dei rivoltosi, i suoi alleati e la sua (vera) donna. Quella dei suoi sogni marziani. Una fuga che è un ritorno, un ritorno che e una fuga, più una serie di eventualità al limite non solo della realtà, ma anche della fantascienza, rendono questa storia molto complessa e al tempo stesso significativa. Perché insiste sulla necessità di conquistare ad ogni costo (e contro ogni evidenza) quello per cui si sente di essere destinati. Perché pone l’accento sul rifiuto sistematico della realtà, se questa non appartiene alla propria sensibilità. Perché sottolinea a più livelli (sociale, ambientale, politico, personale) l’importanza e la necessita di cambiamento.

@ LETTERATURA @

Tra tentativi di tipo altruistico-salvifico e altri di natura egoistico-sovversiva, decine di personaggi letterari esprimono da sempre il desiderio di fuga, la capacità di attuare una qualche forma di eclatante sparizione e il compimento di una volontaria condizione di invisibilità dal mondo. Nello sconfinato territorio dell'invenzione, della fiction e dell’inverosimile, dove tutto e possibile, questi personaggi rappresentano ed esaltano un desiderio forte, persistente e del tutto reale. Qualcosa che fa intimamente parte del sentire e dell'essere di ogni individuo, nella realtà. Un sentimento tanto più avvincente, quanto più simile alle tensioni, alla volontà, alle emozioni e alle paure che sono inevitabilmente protagoniste della vita. Sia che si tratti di un vissuto profondamente intimo, di un preciso momento storico o di un particolare contesto generazionale. Questi eroi, spesso scomodi e atipici (proprio perché carichi di iniziative compromettenti) che agiscono nell’ombra, senza paura, e che solitamente non accettano compromessi particolari, finiscono per appassionare e conquistare senza riserve, perché capaci di far scattare un coinvolgimento quasi simbiotico. Un identificazione necessaria, risolutiva, esorcizzante. Di fronte all’impossibilità concreta di affrontare a viso aperto i propri fantasmi interiori, o quelli che popolano ovunque la società e le Istituzioni, decine di personaggi sono pronti a farlo a modo loro, al posto nostro. Trasformando prima la realtà in fantasia. E poi restituendocela nuovamente come realtà immaginabile, perciò possibile. Con tutte le sue suggestioni e in tutto il suo potere. Positivo o distruttivo che sia.

* Chance, da BEING THERE, di Jerzy N. Kosinski
sparizione altruistico/salvifica atipica
Chi é: Chance é l`ottuso ma fedele servitore di un' vecchio e facoltoso signore, che lo ha trovato e adottato quando era bambino. Nella sua vita ha sempre avuto solo due interessi: la televisione e la cura del giardino. Come sparisce: in realtà Chance non sparisce. Ricompare nel mondo in una condizione che non gli appartiene e che non lo identifica. Ma in maniera anonima, imprevedibile e indecifrabile. Quando il suo vecchio tutore muore, Chance si ritrova solo. Non essendo mai uscito di casa, ritrovandosi in strada si sente ,totalmente spaesato. Viene urtato da un’auto. La proprietaria (Elizabeth Rand) lo soccorre e lo porta a casa sua. ll marito della donna è un influente personaggio della finanza, gravemente malato, molto vicino al Presidente degli Stati Uniti. Rand lo presenta al Presidente, e questi finisce per usare in diretta Tv una banale frase di Chance sul giardinaggio, convinto che si tratti di una sottile metafora. Da quella frase in poi, Chance diventa suo malgrado un personaggio.

Cosa vuole ottenere: in realtà, consapevolmente, nulla di particolare.

Cosa ottiene: Chance diventa Chance Gardiner (‘la possibilità + ‘il giardiniere’), personaggio di culto che si esprime attraverso frasi insolite che incuriosiscono e spiazzano tutti i Servizi Segreti americani e sovietici impazziscono per cercare informazioni sul suo passato, tentando cli decifrare le sue dichiarazioni. Sono tutti convinti che le sue frasi, apparentemente idiote, significhino qualcosa di preciso: in realtà Chance parla davvero solo di giardinaggio e imita semplicemente ciò che ha visto fare e dire in Tv. Suo malgrado, pero, sarà lanciato sempre più in alto nella società (finirà per essere addirittura proposto per la candidatura a Presidente), avvolto da una personalità distante anni luce dal suo reale modo di essere: che rimane semplice, solitario e del tutto inoffensivo.

* Ben Rackey, da TRANSMANIACOM, di John Shirley
sparizione egoistico/sovversiva
Chi é: Rackey é un viaggiatore delle situazioni, che si muove all’interno di reti di informazione assumendo molteplici personalità: <<E vero signori, io sono il Provocatore Professionista, noto a Chicago col nome di Lo Sperone Nascosto, a Fallon col nome di Frusta invisibile, in molte città con molti altri nomi>> (NB: nel 1979, anno di pubblicazione del romanzo, la connessione via Internet e le sue infinite possibilità di elaborazione/occultamento dell’identità erano ancora ben lontane dall’essere una risorsa alla portata di tutti).

Come sparisce: cambiando continuamente nome e caratteristiche fingendo di essere di volta in volta chiunque abbia voglia di essere.

Cosa vuole ottenere: Sovvertire l’ordine costituito, estendere i propri orizzonti.

Cosa ottiene: parecchie esperienze, status di varia umanità. l’ego infinito di una superstar .


*Fantòmas, da FANTO'MAS, di P.Souvestre e M. Allain
sparizione egoistico/sovversiva
Chi é: Fantomas, a grandi linee, é un vivace incubo che percorre la modernità a cavallo fra la Belle Époque e il secondo dopoguerra, fino ai giorni nostri. Una specie di umano ultra corpo dai mille volti che, di episodio in episodio, di avventura in avventura, attraversa situazioni ed eventi sopravvivendo a tutto, mantenendo costantemente intatta la sua iniziale carica eversiva e portando a termine crimini di varia natura.

Come sparisce: Mimetizzandosi in chiunque con maschere e trucchi di ogni tipo, fingendo di essere chi non è, mantenendo inossidabilmente occultata la propria autentica identità. Non appartenendo a nessun luogo e a nessuna persona, ma a tutti e a tutto contemporaneamente.

Cosa vuole ottenere: Essere un ostacolo scomodo, misterioso e inafferrabile per la società, le istituzioni e la Legge.

Cosa ottiene: Panico e mistero, innanzitutto. Fantomas diventa lo scomodo emblema di una società che guardandosi allo specchio scopre il suo lato terroristico e distruttivo, rimanendo stordita, fulminata. Ma Fantomas, il personaggio, ottiene anche un certo rispetto. Ricevuto (ma con tutt’altre implicazioni) il testimone dal personaggio letterario della Primula Rossa, Fantomas é da considerare come il capostipite moderno di una serie di personaggi clone (Diabolik, Satanik, Kriminal, Killing, per citarne solo alcuni) altrettanto misteriosi, affascinanti e inafferrabili.


* Ben Richards, da THE RUNNING MAN , di Sthepen King 
sparizione egoistico/salvifica
Chi é: un uomo disperato (disoccupato, con una figlia malata e una moglie prostituta) che decide di partecipare a un reality estremo, chiamato per l’appunto L’uomo in fuga. Si tratta cli uno fra i programmi di punta nel palinsesto televisivo dl un futuro neanche troppo remoto, in cui il cinismo della società e dei media é arrivato a spingersi oltre ogni logica immaginabile.

Come sparisce: dopo una severa selezione che mette a durissima prova le sue capacita fisiche e la sua resistenza psicologica, Ben Richards viene selezionato e prescelto come ideale preda del gioco. Diventa cosi l’uomo in fuga. Nel suo tentativo di sparizione estrema, potrà provare a raggirare i suoi predatori e a rendersi inafferrabile con qualunque mezzo, arrivando anche a uccidere se necessario. Ma al tempo stesso potrà essere anche braccato e ucciso.

Cosa vuole ottenere: superare ogni ostacolo, vincere il gioco, migliorare la sua vita.

Cosa ottiene: come in ogni fuga disperata che si rispetti, una serie infinita di problemi. Una volta capito che il gioco è inevitabilmente senza ritorno, Ben Richards prova a salvarsi nell’unico modo possibile: raggirando la volontà spietata del loco e del suo Sistema. E lasciando che il suo ruolo di preda senza scampo passi senza troppi complimenti a qualcun altro. 


* J.T. Le Roy, da SARAH e INGANNEVOLE E' IL CUORE PIU' DI OGNI COSA, di L. Albert, S. Knoop, J.T Le Roy
sparizione egoistico/salvifica scaltra
Chi é: uno scrittore fantasma e al tempo stesso un personaggio fantasma. Per circa dieci a, anni, J.T. LeRoy, estremo, affascinante ma inesistente, ha unito nella stessa persona tre identità, due delle quali rimaste nell’ombra ma assolutamente reali. Laura Albert esiste. Savannah Knoop (sua cognata) esiste.]. J.T. LeRoy invece non esiste e non é mai esistito, ma é stato ritenuto totalmente autentico. Tanto che le vicende della sua tormentata esistenza, tradotte da una potente scrittura, agli occhi del mondo sono realmente emerse come le crude, strazianti, incredibili (ma al tempo stesso credibili) esperienze di vita di un ex-prostituto bambino.

Come sparisce: il J.T. LeRoy non ancora rivelato spariva nella sua finta realtà di autentico successo attraverso l’abile mistificazione dei suoi creatori e dei media, che lo hanno rappresentato per molto tempo come una creatura affascinante, ambigua e sfuggente (poche foto, sempre sapientemente costruite intorno alle ipotetiche sembianze di ragazzo efebico al limite del femmineo, apparizioni pubbliche sensazionali, interviste acute e profonde, collaborazioni prestigiose, amicizie altisonanti). ll J.T. LeRoy messo a nudo é invece sparito per la seconda volta, definitivamente, una volta emerse agli onori delle cronache le sue due identità di riferimento. Autrice una, attrice l’altra. Cosa vuole ottenere: il finto J.T. LeRoy voleva semplicemente una vita migliore e molto affetto. Quello vero cercava altro: successo, denaro, popolarità.

Cosa ottiene: nella sua realistica invisibilità ottenuto successo internazionale, grande credibilità, ottime occasioni e la complicità di decine di star del mondo del cinema (come Winona Ryder;, GusVan Sant) e del rock (come Bono, Shirley Manson, Courtney Love).

Meriti particolari: aver imbastito una delle truffe letterarie più astute e riuscite di sempre.


* Dr. Jekyll, sia da Mr Hyde, da Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr Hyde, di R. L. Stevenson
sparizione egoistico/sovversiva conflittuale
Chi é: da un lato, lo scienziato, che scopre con un' certo timore di poter alimentare, controllare e scatenare la sua natura più selvaggia e profonda; dall’altro, una creatura guidata dall’istinto, senza remore e senza morale, pronta a tutto. Anche a sopraffare l’altra meta di sé che lo ha  ‘liberato’.

Come sparisce: bevendo una pozione. La sparizione, sia dal Dr. Jekyll, sia da Mr Hyde, viene considerata temporanea e reversibile.

Cosa vuole ottenere: Dr. Jekyll/Mr Hyde, con motivazioni diverse e modalità diametralmente opposte, vorrebbero approfondire dettagliatamente la conoscenza dell’animo umano.

Cosa ottiene: all’ interno di una Situazione di conflitto ormai senza alcun controllo, fra delitti, segreti e misteri che coinvolgono sempre più personaggi e vittime, le due personalità entrano in lotta aperta. Dr Jekyll e Mr Hyde finiranno per minacciarsi progressivamente e inesorabilmente a vicenda. Perché è sempre I’altro che è di troppo. E sempre l’aItro che dovrebbe sparire.

Meriti particolari: Dr. Jekyll e Mr. Hyde sono (é)  il simbolo per eccellenza del conflitto, interiore che guida e disorienta costantemente l’animo umano. Un tema sempre attualissimo e fondamentale, che ha ispirato nei decenni passati ogni sorta di personaggio e intuizione (dai fumetti dell’incredibile Hulk al personaggio, Ietterario  prima e cinematografico poi, di Tyler Durden in Fight Club).


( Introduzioni e schede sono tratte da Manuale di sparizione , La sfida dell'invisibilità nella società del controllo - di Filippo D'Arino
Castelvecchi, euro 15 )


Quello lì quello non sono io
Io vado dove mi pare
Io cammino attraverso le pareti
Io galleggio giù per Liffey
Io non sono quì
Questo non sta succedendo
Tra un pochino me ne sarò andato
Il momento è già passato
E io non sono quì
Luci stroboscopiche
e altoparlanti che urlano
Fuochi d'artificio e uragani
Io non sono quì
e questo non sta succedendo

How to disappear completely, RADIOHEAD da Kid A (2000)

- La canzone è dedicata a Richey Edwards (Ricky James), chitarrista e songwriter dei Manic Street Preachers, sparito completamente il 1° Febbraio del 1995






12/09/15

Taboo Tunes, la musica fuorilegge dopo l'11 settembre

La scure della censura si è abbattuta centinaia di volte sulla musica. Da Frank Zappa, che diventò l'acerrimo nemico del Parent's Music Resource Center, l'associazione di mogli di senatori americani intenta alla salvaguardia della morale dei minori americani traviata dalla musica pop e rock, (abbiamo raccontato la storia quì..) fino ad artisti super mainstream come Madonna, che nell' 89 si vide cancellare il contratto con la Pepsi-Cola dopo che l' Associazione famiglie americane minacciò di boicottare la bevanda perché non apprezzava gli atteggiamenti troppo disinvolti di Miss Ciccone. Peter Blecha, dj ed ex batterista di una garage band di Seattle, ha scritto un libro cercando di mettere ordine nella storia delle mille censure, <<Taboo Tunes. La musica fuorilegge>>,pubblicato anche in Italia (con un' appendice sulla scena locale) da Arcana. Il libro ripercorre la storia della musica pop, intrecciando all'evoluzione dei generi musicali il succedersi delle presidenze Usa e delle varie commissioni e provvedimenti di censura, senza mai perdere di vista tuttavia le misure repressive spesso radicali a cui di volta in volta sono ricorsi i governi di tutto il mondo. Con passione e un pizzico di ironia Peter Blecha passa in rassegna la tragicomica storia della censura musicale e tutta la "musica del Diavolo": motivi a sfondo sessuale, ballate su feroci assassini, canzoni sataniche, veri e presunti peana agli stupefacenti, oltraggiosi inni politici, mostrando fin dove può arrivare quel potente organo di controllo che è la censura. La prefazione è di Krist Novoselic, ex bassista dei Nirvana.

Si parte da Platone e si arriva al rock (bollato come «il divertimento del diavolo»), al blues e anche al jazz. Blecha descrive anche lo scenario post 11 settembre. Allora il network Clear Channel diramò alle sue emittenti una lista nera di 158 canzoni che potevano turbare labuina borghesia americana: troviamo «New York, New York» di Frank Sinatra, «I' m On Fire» di Springsteen, «Knockin' On Heaven' s Door» di Dylan. «La musica è potere», scrive l' autore per spiegare l' accanimento della censura, da lui definita in un' intervista «dolorosamente fuorviante, spesso distruttiva, occasionalmente comica ed eccezionalmente vana nell' intimidire i musicisti». Non si piegò nel ' 96 Sheryl Crow che in un verso di «Love Is A Good Thing» - su una strage in una scuola americana - alludeva ai ragazzi che acquistavano armi al Wal-Mart. Nonostante il boicottaggio della catena di supermercati, la cantante tenne duro, le vendite del cd subirono una violenta flessione, però la sua dignità rimase intatta, insieme al rispetto dei suoi fan. Sotto accusa il sesso, le murder ballad, le canzoni blasfeme che inneggiavano a Satana, ma anche all' eroina e i viaggi psichedelici. Negli anni ' 60 «Gloria», il capolavoro dei Them di Van Morrison, si impose nelle classifiche internazionali ma nella versione «ripulita» degli sconosciuti Shadow of Knights. Questi sono solo alcuni esempi, ma l'elenco è infinito, comprese le tantissime sviste:
«Louie Louie» dei Kingsmen, un classico anni ' 60, fu preso di mira dall' Fbi perché le frasi borbottate e incomprensibili suscitarono proteste presso l' allora ministro della Giustizia Robert Kennedy. Dopo 18 mesi l' indagine si arenò: la registrazione era incomprensibile.
Elvis, Who, Donna Summer, perfino Cecilia di Simon & Garfunkel sono alcuni casi di censura provocati da «panico da sesso». Non si contano censure e boicottaggi per i riferimenti alle droghe. E per la religione, basta citare il caso dei Beatles, più "famosi di Gesù" secondo Lennon: negli Stati Uniti il Ku Klux Klan inchiodò i loro dischi a una croce in fiamme e i concerti furono attraversati da contestazioni furibonde.

 
Arriviamo quindi all'11 settembre 2001, di cui ieri ricorreva l'anniversario.
Dopo l’attacco alle torri gemelle la più grande catena radiofonica americana, Clear Channel, fece pervenire a tutti i programmatori delle emittenti (più di 1.100) un elenco di titoli che in seguito all' attentato terroristico, non era il caso di inserire nelle playlist.
Si leggono, come già detto sopra,  titoli come: “This is the End” dei Doors, “I’m on Fire” di Springsteen, “Run Like Hell” dei Pink Floyd…tanto per citarne qualcuna a caso. Tutte le canzoni che contenevano parole come aeroplano, fuoco, cielo, cadere, abbattere e simili non vennero trasmesse.
Presentiamo quì questa lista presentata come una linea guida di canzoni da non trasmettere per un po '. Già, perchè preoccupata che la gente poteva essere infastidita da questa che fu una vera e propria censura, si affrettò a dichiarae al New York Times che "il rispetto della lista variava da stazione a stazione."

Ecco l'elenco, in ordine alfabetico, di tutte le canzoni che Clear Channel esortò a non trasmettere nelle sue stazioni dopo il 9/11:

3 Doors Down, “Duck and Run”
311, “Down”
AC/DC, “Dirty Deeds”
AC/DC, “Hell’s Bells”
AC/DC, “Highway to Hell”
AC/DC, “Safe in New York City”
AC/DC, “Shoot to Thrill”
AC/DC, “Shot Down in Flames”
AC/DC, “TNT”
Ad Libs, “The Boy from New York City”
Alanis Morissette, “Ironic”
Alice in Chains, “Down in a Hole”
Alice in Chains, “Rooster”
Alice in Chains, “Sea of Sorrow”
Alice in Chains, “Them Bone”
Alien Ant Farm, “Smooth Criminal”
All Rage Against The Machine songs
Animals, “We Gotta Get Out of This Place”
Arthur Brown, “Fire”
Bangles, “Walk Like an Egyptian”
Barenaked Ladies, “Falling for the First Time”
Barry McGuire, “Eve of Destruction”
Beastie Boys, “Sabotage”
Beastie Boys, “Sure Shot”
Billy Joel, “Only the Good Die Young”
Black Sabbath, “Sabbath Bloody Sabbath”
Black Sabbath, “Suicide Solution”
Black Sabbath, “War Pigs”
Blood Sweat and Tears, “And When I Die”
Blue Oyster Cult, “Burnin’ For You”
Bob Dylan/Guns N Roses, “Knockin’ on Heaven’s Door”
Bobby Darin, “Mack the Knife”
Boston, “Smokin”
Brooklyn Bridge, “Worst That Could Happen”
Bruce Springsteen, “Goin’ Down”
Bruce Springsteen, “I’m On Fire”
Buddy Holly and the Crickets, “That’ll Be the Day”
Bush, “Speed Kills”
Carole King, “I Feel the Earth Move”
Cat Stevens, “Morning Has Broken”
Cat Stevens, “Peace Train”
Chi-Lites, “Have You Seen Her”
Creedence Clearwater Revival, “Travelin’ Band”
Dave Clark Five, “Bits and Pieces”
Dave Matthews Band, “Crash Into Me”
Dio, “Holy Diver”
Don McLean, “American Pie”
Drifters, “On Broadway”
Drowning Pool, “Bodies”
Edwin Starr/Bruce Springstein, “War”
Elton John, “Benny & The Jets”
Elton John, “Daniel”
Elton John, “Rocket Man”
Elvis, “(You’re the) Devil in Disguise”
Everclear, “Santa Monica”
Filter, “Hey Man, Nice Shot”
Fontella Bass, “Rescue Me”
Foo Fighters, “Learn to Fly”
Frank Sinatra, “New York, New York”
Fuel, “Bad Day”
Godsmack, “Bad Religion”
Green Day, “Brain Stew”
Happenings, “See You in Septemeber”
Hollies, “He Ain’t Heavy, He’s My Brother”
J. Frank Wilson, “Last Kiss”
Jackson Brown, “Doctor My Eyes”
James Taylor, “Fire and Rain”
Jan and Dean, “Dead Man’s Curve”
Jerry Lee Lewis, “Great Balls of Fire”
Jimmy Hendrix, “Hey Joe”
John Lennon, “Imagine”
John Mellencamp, “Crumbling Down”
John Mellencamp, “I’m On Fire”
John Parr, “St. Elmo’s Fire”
Judas Priest, “Some Heads Are Gonna Roll”
Kansas, “Dust in the Wind”
Korn, “Falling Away From Me”
Led Zeppelin, “Stairway to Heaven”
Lenny Kravitz, “Fly Away”
Limp Bizkit, “Break Stuff”
Local H, “Bound for the Floor”
Los Bravos, “Black is Black”
Louis Armstrong, “What A Wonderful World”
Lynyrd Skynyrd, “Tuesday’s Gone”
Martha & the Vandellas, “Nowhere to Run”
Martha and the Vandellas/Van Halen, “Dancing in the Streets”
Megadeth, “Dread and the Fugitive”
Megadeth, “Sweating Bullets”
Metallica, “Enter Sandman”
Metallica, “Fade to Black”
Metallica, “Harvester or Sorrow”
Metallica, “Seek and Destroy”
Mitch Ryder and the Detroit Wheels, “Devil with the Blue Dress”
Mudvayne, “Death Blooms”
Neil Diamond, “America”
Nina, “99 Luft Balloons/99 Red Balloons”
Nine Inch Nails, “Head Like a Hole”
Norman Greenbaum, “Spirit in the Sky”
Oingo Boingo, “Dead Man’s Party”
P.O.D., “Boom”
Paper Lace, “The Night Chicago Died”
Pat Benatar, “Hit Me with Your Best Shot”
Pat Benatar, “Love is a Battlefield”
Paul McCartney and Wings, “Live and Let Die”
Peter and Gordon, “A World Without Love”
Peter and Gordon, “I Go To Pieces”
Peter Gabriel, “When You’re Falling”
Peter Paul and Mary, “Blowin’ in the Wind”
Peter Paul and Mary, “Leavin’ on a Jet Plane”
Petula Clark, “A Sign of the Times”
Phil Collins, “In the Air Tonight”
Pink Floyd, “Mother”
Pink Floyd, “Run Like Hell”
Pretenders, “My City Was Gone”
Queen, “Another One Bites the Dust”
Queen, “Killer Queen”
Red Hot Chili Peppers, “Aeroplane”
Red Hot Chili Peppers, “Under the Bridge”
REM, “It’s the End of the World as We Know It”
Rickey Nelson, “Travelin’ Man”
Rolling Stones, “Ruby Tuesday”
Saliva, “Click Click Boom”
San Cooke Herman Hermits,, “Wonder World”
Santana, “Evil Ways”
Savage Garden, “Crash and Burn”
Shelly Fabares, “Johnny Angel”
Simon And Garfunkel, “Bridge Over Troubled Water”
Skeeter Davis, “End of the World”
Slipknot, “Left Behind, Wait and Bleed”
Smashing Pumpkins, “Bullet With Butterfly Wings”
Soundgarden, “Blow Up the Outside World”
Soundgarden, “Fell on Black Days,” Black Hole Sun”
Steam, “Na Na Na Na Hey Hey”
Steve Miller, “Jet Airliner”
Stone Temple Pilots, “Big Bang Baby,” Dead and Bloated”
Sugar Ray, “Fly”
Surfaris, “Wipeout”
System of a Down, “Chop Suey!”
Talking Heads, “Burning Down the House”
Temple of the Dog, “Say Hello to Heaven”
The Beatles, “A Day in the Life”
The Beatles, “Lucy in the Sky with Diamonds”
The Beatles, “Obla Di, Obla Da”
The Beatles, “Ticket To Ride”
The Clash, “Rock the Casbah”
The Cult, “Fire Woman”
The Doors, “The End”
The Gap Band, “You Dropped a Bomb On Me”
Third Eye Blind, “Jumper”
Three Degrees, “When Will I See You Again”
Tom Petty, “Free Fallin’”
Tool, “Intolerance”
Tramps, “Disco Inferno”
U2, “Sunday Bloody Sunday”
Van Halen, “Jump”
Yager and Evans, “In the Year 2525”
Youngbloods, “Get Together”
Zombies, “She’s Not There”

11/09/15

Se questa è una reporter (..e una donna)


Si chiama Petra Lazlo. Fa (ma ora fortunatamente possiamo dire .. faceva!) la videoreporter per il canale ungherese N1TV, una piattaforma all news vicina al partito di estrema destra Jobbik. Riteniamo che rappresenti non una persona che fa informazione, una giornalista o reporter, ma il peggio che l'umanità possa esprimere in questi tempi comunque difficili.
Nelle immagini la vediamo mentre filma un gruppo di migranti a Rozke, alla frontiera tra Ungheria e Serbia. Riprende uomini, donne e bambini che corrono, in fuga dalla polizia. Scappano i profughi, la fuga diventa l’unica possibile strategia di sopravvivenza.
Ma un'altro reporter, di nazionalità tedesca, punta la telecamera: riprende proprio Petra Lazlo mentre fa lo sgambetto ad alcuni migranti in fuga dal campo di Roszke, al confine tra Serbia e Ungheria. L'uomo, ostacolato dalla Lazlo, cade a terra sopra il bambino che stava portando in braccio; si rialza, inveisce contro la videoreporter e stringe a sé il bimbo che scoppia in lacrime


E’ disinvolta, spregiudicata, la giornalista ungherese. Non contenta, dispensa calci a destra e a manca, prima a un ragazzo, poi a una bambina. Che scappano, fuggono. Senza una meta precisa.

Difficile dire se lo faccia per aggiungere pathos all’azione. Le motivazioni dell’abiezione sono sempre oscure. Oggi, con le sue dichiarazioni, addirittura ridicole. Mi venivano addosso, ho avuto paura.. Patatica.
Il gesto inqualificabile le è valso il licenziamento. La televisione ungherese ha diramato un comunicato nel quale definisce il comportamento della giornalista “inaccettabile”, informa di avere rescisso il contratto con la Lazlo e di ritenere pertanto che il caso è chiuso. Ho due figli piccoli da mantenere, frigna. E sul web si scatenano. Li prenda e vada in un latro paese, emigra, con la speranza che qualcuno allunghi un piede mentre sei in marcia. E' solo uno dei più teneri commenti. Senza infierire, la consideriamo feccia: scalciare una bambina in fuga, far cadere un uomo con un bambino tra le braccia che anche la polizia lascia andare, è di una meschinità ispiegabile, se non con la parola..feccia.








10/09/15

Il ritorno dell' esile Duca Bianco: Bowie e Station to Station, occultismo, droghe, paranoia

Nella metà degli anni 1970 David Bowie diventa "The Thin White Duke", e questo periodo diventa anche uno dei più importanti, non solo perchè produce molta della sua musica migliore, (l'album Station to Station su tutto..) ma perchè aggiunge moltissimo alla sua mistica. Senza dubbio è un periodo di fascino speciale per tutti i fan di Bowie. E 'particolarmente affascinante per noi, perché Bowie sembrava aver perso un po' le tracce di sé, nelle sue fantasiose elucubrazioni riguardo al nazismo, a Charles Manson, alla cocaina, e alle proprie essenze corporee. Vi è un fumetto di questo periodo chiamato "The Side Effects of the cocaine", il cui titolo deriva da "Station to Station", la canzone che dà il titolo all'album. Quando arrivò negli States, nel 1975, Bowie era ospite nella casa di Los Feliz di Glenn Hughes, neo bassista dei Deep Purple, che abitava in fondo alla strada dove era situata la casa dei LaBianca, la famiglia (Leno e Rosemary LaBianca) sterminata dalla famiglia Manson nel 1969, due giorni dopo l'omicidio di Sharon Tate e diverse altre persone a Benedict Canyon. In quel periodo Bowie era afflitto da potenti presentimenti, anche questi collegati a Roman Polanski: Rosemary's Baby.

C'è da dire che Bowie fin da ragazzo è stato un appassionato di fantascienza, era affascinato e convinto che ci fosse vita nello spazio e che ci fosse la possibilità che un bel pò di visitatori cosmici erano finiti sulle nostre coste terrestri.
Durante una conversazione, Bowie aveva anche rivelato che una volta aveva avuto un incontro ravvicinato.

UFO, Stregoneria, Cocaina e Paranoia

Il Bowie artistico e sensibile chiaramente percepiva un' influenza maligna a casa di Hughes, relativa alla famiglia Manson, che cercava di mitigare con enormi quantità di cocaina. Secondo Marc Spitz, nel suo libro del 2010 Bowie: A Biography, (in verità molto contestata..) era "ossessionato dalla magia occulta per raggiungere il successo e dal volersi proteggersi da forze demoniache oscure. (Spitz non è un attento in alcune parti nel suo libro, tuttavia Peter Berbegal, nel suo Season of the Witch: How the Occult saved Rock'n'Roll , sul tema generale sembra ritenerlo una fonte abbastanza affidabile). Secondo Hughes, David aveva paura delle altezze e non voleva entrare in un ascensore. Non l'ha mai usato per andare al terzo piano. Mai. Era paranoico. Bowie stesso ha dichiarato che l'effetto che aveva la cocaina sulla sua paranoia recideva qualsiasi legame che si ha con un altro essere umano. Verso la fine del 1975 stava andando a rotoli. Citando Spitz ancora: "Bowie si sedeva in casa con un mucchio di cocaina di elevata qualità, ossessionato dal libro Psychic Self-Defense di Dion Fortune (Bebergal conferma questo particolare), che descriveva come una "salvaguardia per proteggersi contro la malevolenza paranormale." Intanto pianificava Young Americans.Tra le altre cose, Bowie iniziò a disegnare pentagrammi di protezione su ogni superficie. Si sentiva incline ad andare verso le bizzarre teorie di Aleister Crowley e la fascinazione per la ricerca del Santo Graal da parte dei nazisti. Da questo scaturirono molte polemiche, incluse le accuse di filonazismo. Bowie in seguito dichiarò di aver pagato quel periodo con la peggiore depressione maniacale della sua vita. Era allucinanto ventiquattro ore al giorno. ... "Mi sentivo come se fossi caduto nelle viscere della terra. " disse.

Cherry Vanilla, un ex dipendente della società di gestione MainMan di Bowie, conosceva qualcuno a New York, che sosteneva di essere una strega bianca. La mise in contatto con Bowie, che sosteneva di avere addosso una maledizione per cui alcune donne di colore lo incalzavano e cercavano di convincerlo a metterle incinte, e far nascere il bambino del diavolo.
La strega bianca era Walli Elmlark, che aveva dato alcune lezioni di magia bianca presso la Scuola delle arti e delle scienze occulte sulla Quattordicesima Strada a New York, uno dei primi centri metafisici del paese, in cui si poteva prendere lezioni di qualsiasi cosa, dalle proiezione astrali all' ipnosi, alla stregoneria . Aveva anche una rubrica di gossip sulla rivista rock Circus, aveva conosciuto Jimi Hendrix ed era stata ancheuna buona amica di Marc Bolan. Un paio di anni prima, Elmlark aveva registrato un album "spoken-word" con i King Crimson di Robert Fripp, The Children Cosmic; non è mai stato pubblicato.

(Dal secondo il libro di Sid Smith, In the Court of King Crimson..) :
<<Era il giugno 1972, Fripp finì di registrare un album con una giornalista Wiccan, Walli Elmlark. L'album era intitolato The Cosmic Children. Un lato era costituito da Fripp e Elmlark in conversazione, in cui si delinea la sua esperienza e l'impegno Wicca. Sul lato B, lei parla con DJ Jeff Dexter su sedicenti bambini cosmici, spiriti provenienti da altri luoghi che prendono forme fisiche: Hendrix, Bolan, Bowie e Mike Gibbons, sarebbero posseduti da questi spiriti. Parlando con NME, Fripp dichiarò: "La funzione del disco è quella di raggiungere i bambini come il batterista dei Badfinger (Gibbons, ndr).>>

Angie Bowie, moglie di David e che in quel periodo viveva lì confermò l'esorcismo che la
Elmlark fece nella loro casa, soprattutto si occupò della piscina, che era la parte dove più spesso si manifestavano alcuni strani fenomeni.
<< A un certo punto nel rituale, la piscina ha cominciato a bollire. Gorgogliava vigorosamente in un modo che contrastava chiaramente con alcune spiegazioni che coinvolgevano filtri dell'aria o cose simili. >>


Scrisse anche una serie di magie e incantesimi per Bowie, nel caso in cui i demoni fossero tornati. Beckley, il direttore della Scuola di New York delle Arti e delle Scienze occulte dove Elmlark aveva insegnato la descrive come segue:
Wallie era conosciuta ampiamente come la Strega Bianca di New York. Aveva molti contatti nel mondo della musica, tanti personaggi eclettici per i quali lei faceva da guida spirituale, oltre che preoarare incantesimi d'amore, e sempre di natura positiva. Non praticava mai la magia nera o anche la Gris Gris, una forma di di "magia grigia" praticata a New Orleans, che prevede l'uso di talismani conservati in sacchetti di mojo personali. Walli era vivace, fantasiosa, energica, parlava molto bene, ed era molto attraente nelle sue fluenti vesti bianche, complete di ornamenti d'argento molto alla moda. Aveva lunghi capelli neri, con tante striscie a tinte e riflessi verdi. Era convinta di essere una di quelle anime speciali che si era reincarnata sulla terra da "altrove", in un momento molto importante nel processo evolutivo umano, e con il compito di trasmettere la luce ad altri che sono stati destinati a cambiare il mondo attraverso la musica, la letteratura e la allora filosofia emergente, la New Age.

Vi è troppo poco su Internet per quanto concerne la persona di Walli: per una persona che ha introdotto Robert Fripp all'occulto, ha esorcizzato la casa di David Bowie si potrebbe pensare che il suo nome sarebbe stato scolpito nella storia del rock ma non sembra essere questo il caso. Ed è sorprendente. Difficile trovare foto, ed conosciuta sulla rete solo escusivamente per essere l'autrice del libro Rock Raps. Nessun necrologio, e notizie precise sulla sua scomparsa. Su un forum non accreditato si parla di.. overdose da barbiturici. L'unica cosa certa è l'impatto drammatico che la sua personalità ha avuto su chiunque fosse venuta in contatto.

Noi invece, dopo tutte queste storie, accantoniamo le playlist faticosamente costruite ultimamente con la seconda discografia di Bowie (da Let's Dance a The Next Day, per intenderci..) e andiamo a risentirci Station to Station, accendendo qualche incenso, a tutto volume.

STATION TO STATION

Il ritorno dell'Esile Duca Bianco
che lancia dardi
negli occhi degli innamorati
Eccoci qui, un momento magico
Questa è l'essenza
di cui sono intessuti i sogni
Un suono si tende
Dragando l'oceano perso nel mio cerchio
Eccomi qui
Non proietto colori, alto in questa stanza
che domina l'oceano

Siamo qui
Un movimento magico
da Kether a Malkuth
Eccoti lì
Guidi come un pazzo
di stazione in stazione
Il ritorno dell'Esile Duca Bianco
che lancia dardi
negli occhi degli innamorati (x2)
Il ritorno dell'Esile Duca Bianco
che creerà di sicuro macchie bianche

Una volta c'erano montagne su montagne
E una volta c'erano uccelli di sole
coi quali levarsi in volo
E una volta non avrei mai
potuto essere depresso
Bisogna continuare a cercare
continuamente
Oh, in che cosa crederò e chi mi farà innamorare?

Mi chiedo chi, mi chiedo chi,
mi chiedo quando
Hai tentato la fortuna evasiva e schiva?
Bevi agli uomini che ci proteggono entrambi
Bevi, bevi, scola il bicchiere,
alzalo alto

RITORNELLO 1
Non sono gli effetti collaterali della cocaina
Penso proprio che dev'essere amore
È troppo tardi
– per essere riconoscente
È troppo tardi
– per essere di nuovo in ritardo
È troppo tardi
– per provare odio
Il cannone europeo è qui

RITORNELLO 2
Devo essere solo uno su un milione
Non lascerò che il giorno trascorra
senza di lei
È troppo tardi
– per essere riconoscente
È troppo tardi
– per essere di nuovo in ritardo
È troppo tardi
– per provare odio
Il cannone europeo è qui


RITORNELLO 3
Dovrei credere d'essere stato battuto?
La mia faccia mostra
qualche segno di rossore?
È troppo tardi
– per essere riconoscente
È troppo tardi
– per essere di nuovo in ritardo
È troppo tardi
– per odiare
Il cannone europeo è qui, sì è qui

È troppo tardi (5 volte)
Il cannone europeo è qui


È troppo tardi (ripeti all' inf.)

1 (la Corona) e Malkuth (Il Regno) sono entrambi termini cabalistici raffigurati sull'Albero della Vita. In origine un simbolo mistico ebraico, venne poi adottato dai maghi dell'Occidente e dagli occultisti del Medio Evo. La foto sul retro del CD della Rykodisc mostra Bowie che disegna l'Albero della Vita sul pavimento (i circoli sono il Sephiroth con Malkuth in fondo vicino al fianco destro di David).
2  White Stains è il titolo del libro di poesie pornografiche di Aleister Crowley. .






09/09/15

Ecco perchè la signora è una Punk! Nina Hagen ( Pank )

Musica, Ufo, Esoterismo, Fede..
Nina Hagen Band e Unbehagen
Una nuova Cultura, multipla ed imbizzarrita, si muoveva sotterraneamente ad Amburgo, in una improbabile Düsseldorf. Oltre che a Berlino. Era una nuova musica che discendeva solo trasversalmente dall’elettronica sofisticata e rarefatta delle bands storiche, dai Kraftwerk ai Tangerine Dream, ai Popol Vuh. Uno dei catalizzatori di questo processo dai mille, esplosivissimi reagenti diffusi per tutta la Germania, aveva un nome. E anche degli splendidi Dreadlocks rosa. Nina Hagen, berlinese dell’est. Dovunque si troverà susciterà polemiche e critiche accese. Soprattutto riguardo ai suoi rapporti col grande music business di stampo americano, del quale divenne poi, consapevolmente, uno dei più creativi e redditizi ingranaggi. Polemiche antiche, vecchi fantasmi evocati da giovani tedeschi ex politicizzati, i quali non le perdoneranno mai di incidere dischi per una grossa corporetion multinazionale, dopo gli anni di laboratorio e di cantina trascorsi tra Berlino e la Londra di J. Rotten e delle Slits.
<<Ci è passata vicino, nervosa. Dietro di lei, una baby sitter di colore e la piccola Cosma Shiva, di appena un anno. Ho esclamato: “Non può essere!” Ovunque, berlinesi..” <<E tu, chi saresti?>> E’ così che ci siamo incontrate e diventate amiche. Insieme ce la spassavamo, mi faceva salire sulla sua Buick turchese (!!) con l’autista per andare a fare shopping.. Era quasi impossibile avere una conversazione con lei, era nella sua fase Ufo e tutte le discussioni finivano nel nulla extraterrestre! A Los Angeles ci divertivamo e ci stravolgevamo col fumo. Nina Hagen era una star negli USA..>>
(descrizione dell'incontro a L.A. tra Christiane F. e N.Hagen)

La musica di Nina non proponeva grandi novità stilistiche, ma la sua voce versatile, usata in tutta l’apertura delle quattro ottave di cui è capace, proponeva universi sonori inesplorati e affascinanti. Un demone dai capelli medusei e dalla voce impossibile, stridula e metallica e dal rock travolgente: un corpo e un volto. Nina Hagen entrò senza complessi di inferiorità né riverenze in un ambiente prettamente maschile come quello del rock, soprattutto tedesco, con un unico precedente in terra di Germania, quello di Nico, l’incredibile cantante dei Velvet Underground. L’amore per le Slits è l’amore di Nina per tutto ciò che riesce a coniugare la parola rock col verbo ‘donna’ e dalle esperienze, dagli incontri e dagli esempi di Londra Nina Hagen porterà il verbo punk in Germania.
Qualcuno asserisce che i musicisti berlinesi anticiparono per primi l’uso ( e il rapporto totale nuovo) con gli strumenti elettronici e che la loro influenza su D. Bowie, B.Eno, l’ultima new wave, la musica da discoteca e quella da film è stata considerevole e determinante.

<<Soprattutto nel '77, sono stato affascinalo da Berlino. Io ho composto musica in tutte le capitali occidentali, avendo bisogno di una sorta di frizione’ tra una citta e me. Oggi, sono incapace di comporre a Los Angeles, a New York, a Londra o a Parigi. Manca qualcosa. Ma Berlino ha questa strana capacità di farti scrivere unicamente cose importanti..>>
David Bowie

Nina Hagen Band. L’uragano della N.H.B. attraversò le cantine di Berlino ovest, raggiunse i locali della solitudine e delle sonorità inedite di Amburgo, Düsseldorf, Francoforte (D.A.F., Der Plan..) e dappertutto diffuse un amalgama di colori al neon e note elettriche, e la voce, la lingua tedesca (considerata inadatta alla scansione del tempo del rock) usata come strumento musicale ritmico. Nei locali del centro della città, nelle cantine di Kreuzberg si esibiva insieme a Bowie, Lou Reed, Iggy Pop, sperimentando una poetica.. perversa, una nuova cultura e una futura comunicazione. Per anni Nina Hagen fu considerata “il più grosso talento che sia stato prodotto dal rock tedesco dopo Udo Lindberg e i Kraftwerk”. (Musik Express). Nina non ha niente a che fare con Patty Smith: nei testi dell’americana c’è un miscuglio di disperazione, rabbia, e paura. Nina, che si è sempre scritta i suoi testi da sola, accetta la rabbia, ma non ha paura, e crede di essere più forte e di contrapporre qualcosa alla disperazione. E proprio non gli piaceva essere un personaggio perverso alla.. Rimbaud.

Unbehagen (a disagio) è il secondo disco, confermò la sofisticatissima vocalità della sua protagonista. Il raccordo tra la ritmicità del reggae coi vocalizzi degli Jodel tirolesi fu un risultato eccezionale. Un fantastico viaggio musicale e vocale nelle derive e nelle isole del rock..

<<Beh, si. Fino al '76 non avevamo buoni cantanti rock in Germania. E naturalmente la cosa era diversa da quel che accadeva in Inghilterra o negli U.S.A., perché era d'importazione. E per me era la sola alternativa a Beethoven (adesso sto esagerando) perché dubitavo fortemente di tutta la Cultura che mi veniva offerta, perché ritenevo che fosse tutto fascismo, puro fascismo; la sola cosa che mi ha rassicurato fin dall'inizio e che sentivo che non aveva nulla a che fare col fascismo, è stata la musica rock (...)>>
W. Wenders

PANK
Sottomettermi, non riesci a farmelo,
anche se continui sempre a tentare!
Tu sai che io Credo che non sei sufficientemente forte
é troppo, ne ho abbastanza!
Tu mi vorresti come sono tutti!
“No no! Tu Vecchio porco,
non ti accorgi che io sono diversa!
Smamma, you fool of crub!
Questo non lo sopporterò a lungo:
le ragazze sono le << Sexie sadies >>...
Fanno le madri per fare le pulizie
e i gatti hanno artigli acuminati:Io non lavo i tuoi calzini puzzolenti!
Le tue braghe. Le magliette.
Non toccarmi.
Rinuncia ai tuoi brufoli. Riccioli. Coccoli.
Non ti regalo bambini per passare il tempo
piuttosto mettimi a disposizione cipria, pettine e rossetto
Poi me ne vado a battere con Frau Holle.
In breve: mi fai semplicemente schifo.
Non sono la tua macchina per fottere
ah, ah, che ridere...
Tesoro dobbiamo separarci.
Ciao, ciao, vecchia troia!!!



Abbiamo preferito questo live del 1978, al Rockpalast di Dortmund, il tv show di musica rock tedesco ( probabilmente il più grande rock show televisivo nel mondo,teatro di alcune delle migliori esibizioni live dei grandi dell' R'n'R ) a quelli più recenti, non ultimo quello di Rio del 1985, anche questo consigliatissimo. Quì Nina è al meglio delle sue potenzialità vocali e ha alle spalle una band fantastica, la migliore senza dubbio che l'ha accompagnata nel corso della sua lunga carriera: sono gli Spliff del chitarrista (e voce) Bernhard Potschka, selvaggio e virtuoso; Reinhold Heil alle tastiere e voce; Herwig Mitteregger,  - Drums e voce e Manfred "Manne" Praeker, grande bassista e voce.
Il concerto, pubblicato poi in Dvd è diretto da Christian Wagner, regista di molti altri concerti rock soprattutto di artisti tedeschi.

Setlist
01 TV Glotzer
02 Naturträne
03 Unbeschreiblich
04 Heiss
05 Aufm Friedhof
06 Der Spinner
07 Superboy
08 Bahnhof Zoo
09 Rangehn
10 Pank
11 My Way
12 Hermann Hiess Er


Nina Hagen Band 1978
Unbehagen