13/09/15

Sparire: nuova vita all'ombra di se stessi

Perchè..sparire, visto che oggi tutti vogliono apparire, perchè sottrarsi , quando tutti vogliono aggiungersi, appartenere a qualche scena sociale? In un mondo che assimila senza troppi complimenti  il concetto di esistenza a quello di presenza, sparire completamente  è uno degli ultimi ed estremi traguardi di realizzazione personale dell'individuo. La nostra identità è oggi al centro di reti di controllo telematiche sempre più intrusive, e anche di relazioni personali sempre più vincolanti e soffocanti. Di noi si vuole sapere tutto: cosa compriamo, dove trascorriamo le vacanze, quanto guadagnamo e quanto contiamo economicamente. Dal momento in cui ci viene assegnata un'identità anagrafica avremo anche un codice fiscale, e ci troveremo ben presto inseriti in un ingranaggio inesorabile che non ci lascerà più. A meno che..non siamo in gradi  da soli di riscattare la nostra libertà. Di riguadagnare una distanza (...) Chi desidera di sparire vuole essere artefice estremo e consapevole del proprio destino (con l'estrema possibilità di diventare persino il carnefice) scardinando abitudini, cambiare, mettersi alla prova.. Ci sono sparizioni del corpo ma anche dell'anima, o della mente. a voi la scelta..

Il cinema, come del resto la letteratura e le arti in genere, ha sempre prestato un'attenzione particolare alla grande portata immaginifica di temi e situazioni legati allo sparire, al nascondersi, al fuggire. O al fascino di personaggi come l’eroe solitario e dall’identità sconosciuta o il fuggiasco che si prende le sue rivincite da solo Contro il mondo. Tutti pretesti più che convincenti per dare vita a storie, caratteri, intrecci, luoghi, epiloghi avvincenti e trame dalle possibilità infinite. Il cinema interviene su queste grandi possibilità di svolgimento e interpretazione di una storia in maniera del tutto trasversale rispetto ai generi (dalla fantascienza al road movie, dal film storico al thriller). Questo tipo di materia prima e enormemente duttile, in fondo. Il desiderio di sparizione, infatti, non e di certo ascrivibile a un solo stato d'animo, una sola situazione, o ambiente, o periodo. E’ un tema che non ha schemi, definizioni o limiti precisi, perché appartiene all'emotività, e quindi all'individuo. Per questo è universale. Probabilmente, spunti narrativi come viaggio, sparizione e cambiamento sono prescelti come soggetti di particolare interesse perché basati fondamentalmente sull’avventura, intesa nel senso più semplice e immediato del termine. E il cinema, specie quello rivolto al grande pubblico, si nutre e propone soprattutto questo. Avventure. Cambiamenti. Evoluzioni. Storie che trasformano il personaggio, lo mutano. Permettendogli di cambiare se stesso, il suo mondo, o di distruggere entrambi, se e il caso. Storie in Cui identificare i propri desideri, le proprie tensioni. Trasferendole dal ristretto e troppo poco nitido visore del quotidiano all’enorme schermo luminoso. Dove, anche se per pura finzione, tutto diventa finalmente possibile.

In una rapida carrellata fra storie, epoche, personaggi ed estreme possibilità di happy ending, ecco alcuni esempi di come la macchina del cinema abbia dimostrato e continui a dimostrare il suo interesse (che di riflesso e anche quello del pubblico, evidentemente) verso un soggetto tanto imprevedibile, sfuggente, aperto e proprio per questo cosi ricco di possibilità Come la sparizione. 

* Una vita tranquilla
Regia:  Claudio Cupellini. 
Interpreti: Toni Servillo,Marco D'Amore, Juliane Köhler

Rosario, che gestisce un albergo ristorante a Wiesbaden insieme alla moglie Renate, dalla quale ha avuto un figlio, Mathias, in realtà non si chiama Rosario. È Antonio Di Martino, già esponente di spicco della camorra napoletana, costretto dalle circostanze a scomparire per evitare di essere ucciso e di provocare danni alla famiglia. Ma un giorno il suo figlio napoletano, Diego, si presenta con Eduardo. Ha bisogno di un posto in cui stare in attesa di poter eseguire un «lavoro». Rosario gli dà ospitalità, ma progressivamente capisce che il lavoro da eseguire non è esattamente una questione di import-export. Per quanti sforzi abbia fatto per chiudere con il passato, sarà comunque costretto ad agire e ad effettuare scelte dolorose.



* La fine come inizio della fine

A History of Violence (2005)
Regia: David Cronenberg
Interpreti: Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt

Una storia di violenza. O una storia della violenza (istintiva e brutale, sessuale, scolastica, mentale)? La doppia lettura del titolo si riferisce sia a tutti gli episodi violenti che quasi metodicamente sono rappresentati nel film, sia a un preciso legame con una storia di vita passata, dimenticata, sepolta. E violenta, naturalmente. Che torna nel presente, nuovamente alla luce, per essere ricordata e rimessa in discussione. Sempre molto violentemente. Tom e un uomo tranquillo, gestisce una tavola calda, vive una vita normale con la sua famiglia. Un giorno, nel suo locale, entrano due balordi pronti a tutto. Senza esitazioni, per evitare il peggio, Tom interviene e li uccide. Dimostrando una prontezza e una precisione stupefacenti, inspiegabili, da vero professionista. Tom diventa, suo malgrado, l’uomo del giorno. La sua improvvisa notorietà, però, finisce inevitabilmente col risvegliare il suo Vero passato. Passato che ritorna puntualmente a presentare il conto per chiudere alcune delicate faccende lasciate in sospeso. Tom era riuscito a rifarsi un nome e una vita, lasciandosi alle spalle ogni strascico della sua carriera di giovane e infallibile killer. Era riuscito a cambiare radicalmente la sua esistenza. La sua nuova personalità, il suo nuovo mondo avevano messo da parte in maniera insospettabile, quasi perfetta, un passato scomodo e pericoloso. E ora la sua famiglia e la sua conquistata tranquillità, all’improvviso, sono minacciate pesantemente. A Tom non restano alternative. Come nei vecchi western, si ritrova ad affrontare faccia a faccia il suo passato. E a farlo lucidamente, senza scrupoli. L’unica, ultima possibilità per riconquistare la Complicità della sua famiglia e la sua non più insospettabile normalità. 


* Morte e nuova vita all'ombra di se stessi

Kagemusha. L'ombra del guerriero (l980)
Regia: Akira Kurosawa 
Interpreti: Tatsuya Nakadai, Tsutomo Yamazaki

Durante le lotte per la conquista del potere a Kyoto, nel Giappone del secolo XVI, il principe Shingen Takeda, guerriero ambizioso e valoroso, muore in battaglia. Prima di spirare, prevedendo la possibile riscossa dei rivali, trattenuti fino ad allora dal suo coraggio impavido e dalla sua fama, chiede al fratello Nobukado e al figlio Katsuyori, d'accordo con tutti i generali del suo clan, di restare nei propri territori e di nascondere in qualche modo la sua morte. Il fratello Nobukado trova un ladro che sta per essere crocifisso e, data la sua stupefacente somiglianza con Shingen, lo salva dalla morte. Attraverso un’abile messinscena che coinvolge tutto il clan, il ladro viene fatto passare per il principe morto. La figura eroica e valorosa di Shingen torna cosi a vivere e diventa un kagemuSha (che significa letteralmente ‘guerriero-ombra').L’ ex ladro, fedele alle proprie abitudini, accetta la messinscena per interesse e tenta molto presto di approfittare della situazione. Poi però, qualcosa dentro di lui cambia. Impersonare quella figura cosi potente e valorosa lo porta ad accettare il significato profondo delle responsabilità del principe morto. Riesce cosi a guadagnare e meritare la stima di Nobukado e il rispetto di tutta la sua corte. Un giorno però il grande segreto viene smascherato e la Corte si trova costretta a interrompere l’inganno e ad allontanare il kagemusha. Nel frattempo la situazione precipita irrimediabilmente. Katsuyori, il nipote dell'autentico principe, Senza dare ascolto agli ordini impartiti dal padre, si lancia in un disastroso combattimento che manda tutto il Clan in rovina. Il kagemusha, che ha intanto seguito il corso degli eventi con profonda disperazione, quasi fosse per davvero il redivivo principe, si getta contro l’armata vincitrice e muore. In un estremo tentativo di onorare la memoria di Shingen e la sua dignità di uomo.


* Salvarsi, manomettere, riscattare, sparire

I tre giorni del Condor (1975)
Regia: Sidney Pollack
Interpreti: Robert Redford, Faye Dunaway Max von Sydow

La filosofia di base del film, a distanza di trent'anni, rimane più che mai attuale: Ci sono interessi altissimi intoccabili. Chi si intromette in certe questioni, Che si tratti di petrolio, di plutonio, o altro, prima o poi non la passa liscia. Se si riesce a farla franca, meglio nascondersi come si deve e continuare ad agire nella più totale invisibilità. La trama e sostanziosa, ma al tempo stesso anche perfettamente lineare e credibile: tutti i componenti di un reparto della Cia vengono misteriosamente eliminati. Se ne salva solo uno, e per puro caso. Il suo nome in codice è Condor (Joe Turner impersonato da Redford). Di fronte all’improvviso massacro della propria squadra, Condor rimane scioccato e indifeso. Si ritrova improvvisamente in fuga, come un animale ferito. Decide cosi di intraprendere una personale e rischiosissima indagine nel più assoluto anonimato. Impreparato di fronte alla situazione, decide di organizzarsi per affrontarla comunque. E’ un uomo buono, un onesto, a tratti sprovveduto, ma si butterà nella mischia per cercare di scoprire cosa sta accadendo, anche a rischio della vita. In più, nonostante tutto, gli eventi rappresentano in qualche modo la possibilità, fino ad allora sempre negata dalle circostanze, di dimostrare sul serio le proprie qualità. Anche se si tratta di una formica invisibile che lotta contro un carrarmato. Ad ogni modo, isolato, braccato, armato soltanto di ottime conoscenze tecnologiche e di un coraggio dettato più dalla disperazione che dal raziocinio, Condor organizza la sua personale controffensiva. Sempre condotta sul filo del rasoio. Le sue tattiche, le sue incursioni notturne sono sempre istintive, improvvise, ma si rivelano ogni Volta giuste. Fino alla soluzione definitiva, che potrebbe finalmente smascherare i mandanti del massacro della sua squadra. Insieme a molto altro ancora. Nella scena finale del film, in una mattina di gennaio, Joe Turner si allontana con le mani in tasca. Ha paura e ha freddo. Non sa con certezza se il suo piano è riuscito completamente. Non sa cosa sarà di lui da quel momento in avanti. Non sa nemmeno dove potrà nascondersi in futuro. La sua mente e ancora piena di dubbi, ma lo sguardo e fiero. A modo suo, è un fuggitivo che ce l'ha fatta.


* Fuga voluta, ma gia vissuta

Atto di forza (1990)
Regia: Paul Verhoeven
Interpreti: Arnold Schwarzenegger, Sharon Stone

Il film, liberamente tratto da un racconto di Philip K. Dick (Ricordi in vendita), vede il suo protagonista nel ruolo di Doug Quaid, un terrestre del secolo XXI, che scopre l’illusione della sua intera esistenza (o meglio, dell'insieme dei ricordi che compongono la sua esistenza) prodotta da un chip di memoria che gli e stato impiantato nel cervello. Il suo compito è quello di fuggire dalla sua realtà, fittizia, per raggiungere la sua vera vita e la sua vera identità. Lontane, nascoste, ma davvero reali. Il film ricorda neanche troppo lontanamente il concetto chiave di film come Matrix, incentrati sulla realtà come minacciosa illusione e sulla necessita di acquistare consapevolezza di questa non-realtà, per raggiungere la realtà autentica. E la vera libertà. Quaid cammina sulla superficie di Marte in compagnia di una donna, quando perde l’equilibrio e cade rompendo il casco della sua tuta protettiva. La decompressione inizia a ucciderlo. Prima che ciò avvenga, Quaid si sveglia nel proprio letto, di fianco a sua moglie Lori. Ha avuto un altro incubo marziano, Marte, effettivamente, sembra essere la sua fissazione. Lui vorrebbe trasferirsi la, attratto inspiegabilmente anche dalle forti tensioni politiche esistenti. Un giorno Quaid si imbatte nella pubblicità di una ditta che vende vacanze virtuali: a un costo conveniente ti impiantano nel cervello il ricordo, l'esperienza e le sensazioni di una vita da scegliere su misura. Un'esperienza in cui si può avere la realistica illusione di essere qualcun altro. Doug Quaid sceglie subito di farsi impiantare l’esperienza di un viaggio su Marte. Decide che in questa nuova esperienza sarà un agente segreto e che incontrerà una donna con le caratteristiche di quella che compare cosi spesso nei suoi sogni marziani. Durante la procedura di attivazione qualcosa va storto. Quaid accusa sintomi di embolia schizoide. Inizia a comportarsi esattamente come se la sua avventura su Marte fosse già in pieno svolgimento. E come se Quaid ci fosse già stato, su Marte. L’attivazione del finto viaggio si è scontrata, nella sua mente, con la sua vera identità. Qualcuno ha cercato di cancellare i suoi ricordi e la sua identità. Mentre la vacanza virtuale li ha fatti riaffiorare. Quaid scopre in fretta che tutta la sua vita terrestre e una farsa. Sua moglie, il suo lavoro, tutto. Lui è davvero un sostenitore dei rivoltosi su Marte. Il suo Vero nome è Hauser. Con questa nuova consapevolezza, Quaid-Hauser fugge verso Marte e riconquista in breve tempo la sua identità di capo dei rivoltosi, i suoi alleati e la sua (vera) donna. Quella dei suoi sogni marziani. Una fuga che è un ritorno, un ritorno che e una fuga, più una serie di eventualità al limite non solo della realtà, ma anche della fantascienza, rendono questa storia molto complessa e al tempo stesso significativa. Perché insiste sulla necessità di conquistare ad ogni costo (e contro ogni evidenza) quello per cui si sente di essere destinati. Perché pone l’accento sul rifiuto sistematico della realtà, se questa non appartiene alla propria sensibilità. Perché sottolinea a più livelli (sociale, ambientale, politico, personale) l’importanza e la necessita di cambiamento.

@ LETTERATURA @

Tra tentativi di tipo altruistico-salvifico e altri di natura egoistico-sovversiva, decine di personaggi letterari esprimono da sempre il desiderio di fuga, la capacità di attuare una qualche forma di eclatante sparizione e il compimento di una volontaria condizione di invisibilità dal mondo. Nello sconfinato territorio dell'invenzione, della fiction e dell’inverosimile, dove tutto e possibile, questi personaggi rappresentano ed esaltano un desiderio forte, persistente e del tutto reale. Qualcosa che fa intimamente parte del sentire e dell'essere di ogni individuo, nella realtà. Un sentimento tanto più avvincente, quanto più simile alle tensioni, alla volontà, alle emozioni e alle paure che sono inevitabilmente protagoniste della vita. Sia che si tratti di un vissuto profondamente intimo, di un preciso momento storico o di un particolare contesto generazionale. Questi eroi, spesso scomodi e atipici (proprio perché carichi di iniziative compromettenti) che agiscono nell’ombra, senza paura, e che solitamente non accettano compromessi particolari, finiscono per appassionare e conquistare senza riserve, perché capaci di far scattare un coinvolgimento quasi simbiotico. Un identificazione necessaria, risolutiva, esorcizzante. Di fronte all’impossibilità concreta di affrontare a viso aperto i propri fantasmi interiori, o quelli che popolano ovunque la società e le Istituzioni, decine di personaggi sono pronti a farlo a modo loro, al posto nostro. Trasformando prima la realtà in fantasia. E poi restituendocela nuovamente come realtà immaginabile, perciò possibile. Con tutte le sue suggestioni e in tutto il suo potere. Positivo o distruttivo che sia.

* Chance, da BEING THERE, di Jerzy N. Kosinski
sparizione altruistico/salvifica atipica
Chi é: Chance é l`ottuso ma fedele servitore di un' vecchio e facoltoso signore, che lo ha trovato e adottato quando era bambino. Nella sua vita ha sempre avuto solo due interessi: la televisione e la cura del giardino. Come sparisce: in realtà Chance non sparisce. Ricompare nel mondo in una condizione che non gli appartiene e che non lo identifica. Ma in maniera anonima, imprevedibile e indecifrabile. Quando il suo vecchio tutore muore, Chance si ritrova solo. Non essendo mai uscito di casa, ritrovandosi in strada si sente ,totalmente spaesato. Viene urtato da un’auto. La proprietaria (Elizabeth Rand) lo soccorre e lo porta a casa sua. ll marito della donna è un influente personaggio della finanza, gravemente malato, molto vicino al Presidente degli Stati Uniti. Rand lo presenta al Presidente, e questi finisce per usare in diretta Tv una banale frase di Chance sul giardinaggio, convinto che si tratti di una sottile metafora. Da quella frase in poi, Chance diventa suo malgrado un personaggio.

Cosa vuole ottenere: in realtà, consapevolmente, nulla di particolare.

Cosa ottiene: Chance diventa Chance Gardiner (‘la possibilità + ‘il giardiniere’), personaggio di culto che si esprime attraverso frasi insolite che incuriosiscono e spiazzano tutti i Servizi Segreti americani e sovietici impazziscono per cercare informazioni sul suo passato, tentando cli decifrare le sue dichiarazioni. Sono tutti convinti che le sue frasi, apparentemente idiote, significhino qualcosa di preciso: in realtà Chance parla davvero solo di giardinaggio e imita semplicemente ciò che ha visto fare e dire in Tv. Suo malgrado, pero, sarà lanciato sempre più in alto nella società (finirà per essere addirittura proposto per la candidatura a Presidente), avvolto da una personalità distante anni luce dal suo reale modo di essere: che rimane semplice, solitario e del tutto inoffensivo.

* Ben Rackey, da TRANSMANIACOM, di John Shirley
sparizione egoistico/sovversiva
Chi é: Rackey é un viaggiatore delle situazioni, che si muove all’interno di reti di informazione assumendo molteplici personalità: <<E vero signori, io sono il Provocatore Professionista, noto a Chicago col nome di Lo Sperone Nascosto, a Fallon col nome di Frusta invisibile, in molte città con molti altri nomi>> (NB: nel 1979, anno di pubblicazione del romanzo, la connessione via Internet e le sue infinite possibilità di elaborazione/occultamento dell’identità erano ancora ben lontane dall’essere una risorsa alla portata di tutti).

Come sparisce: cambiando continuamente nome e caratteristiche fingendo di essere di volta in volta chiunque abbia voglia di essere.

Cosa vuole ottenere: Sovvertire l’ordine costituito, estendere i propri orizzonti.

Cosa ottiene: parecchie esperienze, status di varia umanità. l’ego infinito di una superstar .


*Fantòmas, da FANTO'MAS, di P.Souvestre e M. Allain
sparizione egoistico/sovversiva
Chi é: Fantomas, a grandi linee, é un vivace incubo che percorre la modernità a cavallo fra la Belle Époque e il secondo dopoguerra, fino ai giorni nostri. Una specie di umano ultra corpo dai mille volti che, di episodio in episodio, di avventura in avventura, attraversa situazioni ed eventi sopravvivendo a tutto, mantenendo costantemente intatta la sua iniziale carica eversiva e portando a termine crimini di varia natura.

Come sparisce: Mimetizzandosi in chiunque con maschere e trucchi di ogni tipo, fingendo di essere chi non è, mantenendo inossidabilmente occultata la propria autentica identità. Non appartenendo a nessun luogo e a nessuna persona, ma a tutti e a tutto contemporaneamente.

Cosa vuole ottenere: Essere un ostacolo scomodo, misterioso e inafferrabile per la società, le istituzioni e la Legge.

Cosa ottiene: Panico e mistero, innanzitutto. Fantomas diventa lo scomodo emblema di una società che guardandosi allo specchio scopre il suo lato terroristico e distruttivo, rimanendo stordita, fulminata. Ma Fantomas, il personaggio, ottiene anche un certo rispetto. Ricevuto (ma con tutt’altre implicazioni) il testimone dal personaggio letterario della Primula Rossa, Fantomas é da considerare come il capostipite moderno di una serie di personaggi clone (Diabolik, Satanik, Kriminal, Killing, per citarne solo alcuni) altrettanto misteriosi, affascinanti e inafferrabili.


* Ben Richards, da THE RUNNING MAN , di Sthepen King 
sparizione egoistico/salvifica
Chi é: un uomo disperato (disoccupato, con una figlia malata e una moglie prostituta) che decide di partecipare a un reality estremo, chiamato per l’appunto L’uomo in fuga. Si tratta cli uno fra i programmi di punta nel palinsesto televisivo dl un futuro neanche troppo remoto, in cui il cinismo della società e dei media é arrivato a spingersi oltre ogni logica immaginabile.

Come sparisce: dopo una severa selezione che mette a durissima prova le sue capacita fisiche e la sua resistenza psicologica, Ben Richards viene selezionato e prescelto come ideale preda del gioco. Diventa cosi l’uomo in fuga. Nel suo tentativo di sparizione estrema, potrà provare a raggirare i suoi predatori e a rendersi inafferrabile con qualunque mezzo, arrivando anche a uccidere se necessario. Ma al tempo stesso potrà essere anche braccato e ucciso.

Cosa vuole ottenere: superare ogni ostacolo, vincere il gioco, migliorare la sua vita.

Cosa ottiene: come in ogni fuga disperata che si rispetti, una serie infinita di problemi. Una volta capito che il gioco è inevitabilmente senza ritorno, Ben Richards prova a salvarsi nell’unico modo possibile: raggirando la volontà spietata del loco e del suo Sistema. E lasciando che il suo ruolo di preda senza scampo passi senza troppi complimenti a qualcun altro. 


* J.T. Le Roy, da SARAH e INGANNEVOLE E' IL CUORE PIU' DI OGNI COSA, di L. Albert, S. Knoop, J.T Le Roy
sparizione egoistico/salvifica scaltra
Chi é: uno scrittore fantasma e al tempo stesso un personaggio fantasma. Per circa dieci a, anni, J.T. LeRoy, estremo, affascinante ma inesistente, ha unito nella stessa persona tre identità, due delle quali rimaste nell’ombra ma assolutamente reali. Laura Albert esiste. Savannah Knoop (sua cognata) esiste.]. J.T. LeRoy invece non esiste e non é mai esistito, ma é stato ritenuto totalmente autentico. Tanto che le vicende della sua tormentata esistenza, tradotte da una potente scrittura, agli occhi del mondo sono realmente emerse come le crude, strazianti, incredibili (ma al tempo stesso credibili) esperienze di vita di un ex-prostituto bambino.

Come sparisce: il J.T. LeRoy non ancora rivelato spariva nella sua finta realtà di autentico successo attraverso l’abile mistificazione dei suoi creatori e dei media, che lo hanno rappresentato per molto tempo come una creatura affascinante, ambigua e sfuggente (poche foto, sempre sapientemente costruite intorno alle ipotetiche sembianze di ragazzo efebico al limite del femmineo, apparizioni pubbliche sensazionali, interviste acute e profonde, collaborazioni prestigiose, amicizie altisonanti). ll J.T. LeRoy messo a nudo é invece sparito per la seconda volta, definitivamente, una volta emerse agli onori delle cronache le sue due identità di riferimento. Autrice una, attrice l’altra. Cosa vuole ottenere: il finto J.T. LeRoy voleva semplicemente una vita migliore e molto affetto. Quello vero cercava altro: successo, denaro, popolarità.

Cosa ottiene: nella sua realistica invisibilità ottenuto successo internazionale, grande credibilità, ottime occasioni e la complicità di decine di star del mondo del cinema (come Winona Ryder;, GusVan Sant) e del rock (come Bono, Shirley Manson, Courtney Love).

Meriti particolari: aver imbastito una delle truffe letterarie più astute e riuscite di sempre.


* Dr. Jekyll, sia da Mr Hyde, da Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr Hyde, di R. L. Stevenson
sparizione egoistico/sovversiva conflittuale
Chi é: da un lato, lo scienziato, che scopre con un' certo timore di poter alimentare, controllare e scatenare la sua natura più selvaggia e profonda; dall’altro, una creatura guidata dall’istinto, senza remore e senza morale, pronta a tutto. Anche a sopraffare l’altra meta di sé che lo ha  ‘liberato’.

Come sparisce: bevendo una pozione. La sparizione, sia dal Dr. Jekyll, sia da Mr Hyde, viene considerata temporanea e reversibile.

Cosa vuole ottenere: Dr. Jekyll/Mr Hyde, con motivazioni diverse e modalità diametralmente opposte, vorrebbero approfondire dettagliatamente la conoscenza dell’animo umano.

Cosa ottiene: all’ interno di una Situazione di conflitto ormai senza alcun controllo, fra delitti, segreti e misteri che coinvolgono sempre più personaggi e vittime, le due personalità entrano in lotta aperta. Dr Jekyll e Mr Hyde finiranno per minacciarsi progressivamente e inesorabilmente a vicenda. Perché è sempre I’altro che è di troppo. E sempre l’aItro che dovrebbe sparire.

Meriti particolari: Dr. Jekyll e Mr. Hyde sono (é)  il simbolo per eccellenza del conflitto, interiore che guida e disorienta costantemente l’animo umano. Un tema sempre attualissimo e fondamentale, che ha ispirato nei decenni passati ogni sorta di personaggio e intuizione (dai fumetti dell’incredibile Hulk al personaggio, Ietterario  prima e cinematografico poi, di Tyler Durden in Fight Club).


( Introduzioni e schede sono tratte da Manuale di sparizione , La sfida dell'invisibilità nella società del controllo - di Filippo D'Arino
Castelvecchi, euro 15 )


Quello lì quello non sono io
Io vado dove mi pare
Io cammino attraverso le pareti
Io galleggio giù per Liffey
Io non sono quì
Questo non sta succedendo
Tra un pochino me ne sarò andato
Il momento è già passato
E io non sono quì
Luci stroboscopiche
e altoparlanti che urlano
Fuochi d'artificio e uragani
Io non sono quì
e questo non sta succedendo

How to disappear completely, RADIOHEAD da Kid A (2000)

- La canzone è dedicata a Richey Edwards (Ricky James), chitarrista e songwriter dei Manic Street Preachers, sparito completamente il 1° Febbraio del 1995






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