26/06/11

Hack Meeting: Controculture Digitali

Si svolge in questi giorni HackIt, incontro annuale delle controculture digitali. Un laboratorio autogestito con il pallino della riappropriazione dei saperi. Dal computer alla politica. Passando per la sicurezza degli utenti e le piattaforme per il giornalismo online.

L’hanno chiamato l'ultimo hackmeeting prima del 2012. Poco preoccupati della fine del mondo, gli hacker italiani si riuniscono da venerdì 24 a domenica 26 giugno al centro sociale nEXt Emerson di Firenze. HackIt, «l'incontro annuale delle controculture digitali italiane», è nato nel 1998, e da allora non ha smesso di portare, ogni anno in una città diversa, centinaia di persone a discutere di computer, reti, crittografia, software libero, politica. Al centro c'è come sempre l'attitudine hacker: metterci le mani, prendere in prima persona il controllo delle tecnologie e non solo...Secondo la comunità che organizza il meeting, «gli hackers sono persone curiose, che non accettano di non poter mettere le mani sulle cose. Che si tratti di tecnologia o meno gli hackers reclamano la libertà di sperimentare. Smontare tutto, e per poi rifarlo o semplicemente capire come funziona. Gli hackers risolvono problemi e costruiscono le cose, credono nella libertà e nella condivisione. Non amano i sistemi chiusi. La forma  mentis dell'hacker non è ristretta all'ambito del software-hacking: ci sono persone che mantengono un atteggiamento da hacker in ogni campo dell'esistente, spinti dalla stesso istinto creativo».
I tre giorni di Firenze sono animati da seminari, dibattiti,workshop e performance aperti a tutti e gratuite che affronteranno temi quali software libero, intelligenza artificiale, mediattivi-smo, privacy, robotica, diritti digitali, tecnologie di comunica-zione, accessibilità del web, reti informatiche e di relazioni.L’hackmeeting si definisce infatti «un incontro di culture», con il pallino della riappropriazione dei saperi. Se c'è una cosa che agli hacker non piace è quando «la tecnologia e la conoscenza sono centralizzate per interessi economici e politici e in contrasto con le aspirazioni individuali e collettive di autonomia». Certo, il mondo degli hacker è variegato ed eterogeneo, e al suo interno contiene figure diverse come gli hacker che usano le loro competenze tecnologiche per effettuare furti d'identità o per irrompere in sistemi chiusi, così come persone interessate all'uso delle tecnologie informatiche per fini sociali e democratici. Esempi recenti molto famosi di pratiche hacker applicate alla politica sono Wiki-Leaks, che si ispira apertamente all'etica dell'accesso libero all'informazione (tutta l'informa-zione deve essere a portata di tutti), e Anonymous, un gruppo di hacker che non è dotato di una vera e propria organizzazione e che usa la rete per portare attacchi telematici ai siti di corporation e di governi che atten-tano alla libertà di informazione. Per esempio, negli ultimi anni ha preso di mira il governo iraniano per la censura della rete attuata durante le proteste del 2009. Altri gruppi mescolano odio per i governi con voglia di divertirsi. LulzSec è una sigla di hacker americani nati pochi mesi fa che si divertono a penetrare siti governativi. Nelle settimane scorse sono riusciti, per esempio, a bloccare il sito dellaCia e a diffondere dati riservati rubati dai server del Senato degli Stati Uniti (senate.gov). Ma ci sono anche hacker esplicitamente lontani dalla politica e votati al business. In fondo, tra i principali esponenti del mitico Homebrew Computer Club della Silicon Valley degli anni Settanta c'erano niente meno che Bill Gates  e Steve Jobs (vedi l'intervista a Gabriella Coleman nell'articolo a fianco).Ma la comunità italiana che organizza l'hackmeeting è certamente una delle più politicizzate del mondo, nata a stretto contatto con i centri sociali e le contro-culture degli anni Ottanta e Novanta. Per questo mette al centro valori come auto-nomia individuale, accesso alle conoscenze e alle tecnologie, critica ai modelli di gestione buro-cratica e centralizzata delle reti (per tacere della censura...) Il meeting è autogestito e si svolge sempre in spazi sociali, mentre simili incontri nel resto d'Euro-pa o negli Stati Uniti hanno solitamente una componente «corporate», cioè la partecipazione diretta delle aziende informatiche nella loro organizzazione o nel loro finanziamento.La tre giorni fiorentina sarà come sempre organizzata attorno a una lunga serie di workshop,organizzati in modo aperto in rete nei mesi scorsi, in cui si potrà discutere (e imparare) collettivamente. Infatti il fine ultimo degli hackmeeting è sempre l'apprendimento collettivo indirizzato al cambiamento: come possiamo influire sullo sviluppo della società basata su computer e reti informatiche? Quali strumenti ci servono per diminuire le possibilità di controllo sociale e invece aprire spazi di libera collaborazione? Tra i seminari di questa edizio-ne dell'hackmeeting si parlerà del problema della sicurezza nelle chiamate Voip, soprattutto dopo l'acquisto di Skype da parte di Microsoft: come chiamare senza timore di essere intercettati?O ancora, di net economy e sfruttamento da parte delle imprese del web, così come del contributo che la comunità hacker darà al progettato sciopero dei precari  (nel seminario «Sciopero precario: istruzioni nerd per l'uso»).
Ci saranno incontri sui progetti di cooperazione interna-zionale dal basso che stanno portando le competenze hacker italiane in Marocco e Palestina. Ci sarà una proposta di sviluppo di una piattaforma libera per il giornalismo online che permetta di sfuggire ai ricatti degli editori. Il cuore del meeting sarà il «lanspace», un salone dove ognuno può portare il proprio computer e collegarsi in rete con gli altri,sperimentando, giocando e condividendo gratuitamente i propri materiali. Non una rete pubblica, nel senso che non sarà pos-sibile accedervi esternamente da Internet, né dall'interno si potrà uscire verso Internet, in modo da incoraggiare la condivisione delle conoscenze all'interno del meeting. Inoltre l'edizione del 2011 ha come ospite dall'estero Richard Stallman, fondatore del progetto GNU (il software da cui è nato Linux), pioniere del free software e ispiratore del movimento per la cultura libera e contro la proprietà intellettuale ben al di là del software.Stallman parlerà sabato matti-na con un intervento critico sull'evoluzione del web e del cloud computing, l'infrastruttura distribuita basata su computer connessi in rete che sempre più aziende e progetti informatici stanno sperimentando. In alcuni seminari verranno proposte riflessioni sulla storia del movimento hacker in Italia il primo HackIt si tenne proprio a Firenze nel 1998  nell' ottica del rilancio del movimento verso nuovi lidi. Bisogna «mantenere viva la memoria per ragionare sul presente. Nel futuro ci siamo già stati».
www.effecinque.org



Nessun commento:

Posta un commento