03/06/11

Lo strano caso di Dominique Strauss Kahn

Lo strano caso del segretario generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Dominique Strauss-Kahn,accusato di tentato stupro e sequestro di persona nei confronti di una impiegata dell'hotel Sofitel di Manhattan. Rischia una condanna a 20 anni di carcere. In due articoli,uno di Attilio Folliero in cui si analizzano le dichiarazioni anti-dollaro dell'economista francese risalenti ai primi mesi del 2010,l'altro di Barbara Spinelli dalle pagine di Repubblica on-line dove al di là di ogni complottismo,si fornisce il ritratto più calzante di quel che DSK è divenuto in queste ore: un potente scaraventato a terra, un uomo che ha sfidato il destino e che di fatto (politicamente) si è un suicidato. Qual'è il vero crimine di Strauss-Kahn? Quando si tratta di uomini così potenti e con così tanti nemici, ogni dubbio è lecito.

LE STRANE DICHIARAZIONI DI STRAUSS KAHN

Verso il tramonto del dollaro: anche Dominique Strauss-Kahn, segretario del FMI, chiese l’abbandono del dollaro - Oggi ha ricevuto la risposta a questo "azzardo"

12-2-2010 Dalla fine della seconda guerra mondiale il dollaro, la moneta degli Stati Uniti, è l’unica moneta di riferimento per gli scambi internazionali. Gli USA sono riusciti ad affermare il loro potere economico a livello mondiale anche grazie al fatto che la loro moneta è l’unica utilizzata per gli scambi commerciali mondiali; in particolare, è utilizzata per la comprevendita del petrolio Tutti i paesi del mondo per poter effettuare intercambi commerciali debbono comprare dollari, ovvero accumulare riserve internazionali in dollari.

Gli Stati Uniti, oggi, sono un paese in profonda crisi económica con un debito pubblico enorme equivalente praticamente al 100% del PIL. Il debito pubblico USA continua ad aumentare incessantemente, perchè di fatto spendono più di quanto incassano. Como coprono questo deficit? Circa un terzo è finanziato dalle banche centrali di Cina, Giappone, Regno Unito e di tutti gli altri paesi del mondo. Il restante 70% è finanziato dalla Federal Reserve, sotto forma di acquisto dei
titoli del debito pubblico del Tesoro USA. In sostanza la Federal reserve sta stampando dollari ed il mercato mondiale è sempre più inondato di dollari, cosa che mina il suo valore.
Per la legge economica della domanda e dell’offerta, quando l’offerta di un bene è superiore alla domanda il valore di quel bene tende a cadere. Ciò vale anche per il valore di una moneta. Malgrado ciò il valore del dollaro non è crollato; non si tratta di una eccezione alla legge economica suddetta e ciò è dovuto semplicemente al fatto che il dollaro continua ad essere praticamente l’unica moneta utilizzata per gli scambi commerciali a livello mondiale.

Inoltre, tutti i paesi del mondo hanno ingenti quantità di dollari nelle loro riserve, in particolare la Cina che conta con oltre 2.500 miliardi, per cui tutti stanno cercando di frenare la caduta del dollaro, perchè il girono che ciò accadesse le loro riserve varrebbero carta straccia. Da anni, la Cina ed altri paesi che hanno grandi riserve, stanno chiedendo agli USA di cambiare política, al fine di preservare il valore del dollaro e quindi delle loro riserve.

Molti, da anni avvertono che prima o poi il dollaro crollerà. Spesso, anche noi abbiamo trattato il tema, avvertendo che il tracollo del dollaro sembra inevitabile ed ormai è solo questione di tempo (Vedasi: articoli “Il destino del dollaro” e “Nuove monete” e le interviste).

Oggi c’è una grandissima novità su questo tema. Il segretario generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Dominique Strauss-Kahn, in un recente incontro a Washington ha apertamente parlato della necessità di abbandonare il dollaro ed ausipica la sua sostituzione con un paniere di monete da utilizzare negli scambi internazionali. L’unica via, secondo Dominique Strauss-Kahn, per calmare la crisi che viviamo è abbandonare il dollaro. Orbene questa notizia passata sostanzialmente innavertita dai grandi media, con l’eccezione del Guardian di Londra è di una importanza eccezionale. Il FMI, organismo voluto dagli USA e da sempre a totale disposizione del capitale statunitense, oggi sembra cambiare rotta, sembra voltare le spalle al padrone!

Abbandonare il dollaro, come moneta di riferimento mondiale, significa l’inevitabile tracollo degli USA. Le riserve internazionali degli Stati ammontano a migliaia di miliardi di dollari; solamente le banche centrali dei pincipali venti paesi del mondo hanno riserve per circa 10.000 miliardi, la stragrande maggioranza ovviamente in dollari. Che succede se il dollaro smette di essere la moneta di riferimento? Ossia, perchè diciamo che il giorno in cui il dollaro smette di essere la moneta di riferimento è la fine per gli USA?

Nel momento in cui il dollaro cesserà di essere la moneta di riserva mondiale, tutti gli stati saranno costretti a vendere i loro dollari ed acquistare la nuova moneta, che potrebbe essere anche più di una, ovvero un paniere di monete. L’immissione sul mercato di migliaia di miliardi di dollari farebbe crollare immediatamente il suo valore. Noi pensiamo che questo succederà sicuramente; è solo questione di tempo!
Quando questo succederà il riflesso sull’economia USA sarà inevitabile e disastroso. La svalutazione del dollaro sarà cosi grande che trascinerà l’economia USA in uno stato di iperinflazione.

Nella storia i casi di iperinflazione sono tanti, dall’antica Grecia, passando per l’impero Romano, alla rivoluzione francese. Nell’ultimo secolo i casi di iperinflazione sono tantissimi, partendo dalla Germania, della Repubblica di Weimar del primo dopoguerra, dove esattamente nel noviembre del 1923 un dollaro arrivò a valere 4.200 miliardi di marchi. Nell’Ungheria del 1946 si arrivò ad emettere una banconota con 20 zeri (lo százmillió B-pengo che valeva 100 000 000 000 000 000 000 di pengo). Negli ultimi trent’anni numerosi paesi dell’America latina hanno vissuto casi di iperinflazione, dalla Bolivia, al Brasile, all’Argentina.

E’ necesario ricordare anche i casi dell’iperinflazione della Russia nel 1991, della jugisolavia tra il 1992 ed il 1994. L’ultimo paese colpito da iperinflazione è stato lo Zimbabwe, che nel 2008 ha dovuto emettere una banconota da 100.000 miliardi di dollari dello Zimbabwe.
Banconota dello Zimbabwe da 100.000.000.000.000 miliardi di dollari dello Zimbabwe
Un caso di iperinflazione si è verificato anche negli Stati Uniti, nel 1790, dopo la rivoluzione americana, quando la moneta locale, il dollaro continentale, venne stampato senza alcun controllo.

Negli ultimi anni, molte voci si sono alzate contro il dollaro, ma tutti hanno fatto una brutta fine; con una scusa o un’altra sono stati liquidati. Basta pensare a Saddam Hussein, che propose all’Opec di abbandonare l’utilizzo del dollaro per la compravendita del petrolio. Saddam Hussein va oltre: non solo inizia ad accettare altre monete per la compravendita del suo petrolio, ma trasferisce in euro tutte le sue riserve. Tutti sappiamo la fine che ha fatto Saddam Hussein ed il suo paese, l’Iraq, che si è ritrovato occupato dalle truppe statunitesi. Scusa ufficiale per l’invasione: il possesso di armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein, armi che non furono mai trovate.

Per molti la causa dell’invasione era da ricercare nella necessità degli USA di appropriarsi del petrolio iraqueno. Noi abbiamo sempre pensato che il motivo fosse un altro, come abbiamo scritto: Saddam Hussein aveva deciso di abbandonare il dollaro per la compravendita del petrolio iraqueno e stava trascinando nel suo progetto altri paesi Opec. Ciò avrebbe determinato il tracollo del dollaro e quindi degli USA (Vedasi nostro articolo: “Il dollaro, l'euro, il petrolio e l'invasione nordamericana”).

In Venezuela, il presidente Chávez abbracciò l’idea di Saddam Hussein di sostituire il dollaro e per poco non si ritrovò vittima di due colpi di stato. Riuscì a rimanere al potere, ma dovette fare marciare indietro sul suo progetto di abbandonare il dollaro e di fatto la sua più importante creatura a livello internazionale, il Banco del Sud, sta nascendo ma avendo come moneta di riferimento il dollaro.

La notizia di oggi è l’esternazione del segretario generale del FMI, Dominique Strauss-Kahn, il quale in un incontro a Washington ha detto quello che molti pensano, ma non osano pronunciare: è necesario abbandonare il dollaro!
La notizia, con l’eccezione del Guardian di Londra, ovviamente non trova spazio nei media ufficiali, controllati dal capitale USA. E’ alquanto strano che il segretario del FMI arrivi a pronunciare tali parole. Come mai? Che cosa c’è dietro? Tre sono le ipotesi plausibili: la prima è che dietro tale affermazione ci siano gli stessi Stati Uniti e quindi prenderebbe peso l’ipotesi che gli USA abbiano intenzione di sostituire il dollaro con una nuova moneta, l’amero, di cui tanto si è parlato in Internet (vedasi nostro articolo: “Il destino del dollaro”); la seconda ipotesi è che l’FMI diretta dal francese Dominique Strauss-Kahn è ormai sfuggiata al controllo degli USA e si stia schierando con i nuovi capitalismi in ascesa; la terza ipotesi è che ci troviamo di fronte ad una persona che esprime una libera opinione sulla realtà esistente. Tra l’altro, Strauss-Kahn in questo incontro ha aggiunto che è necessario agire con urgenza perchè i conflitti all’interno del sistema finanziario mondiale potrebbero portare al caos nel mondo.

In ogni caso se la ragione di queste sue affermazioni fosse da ricercare in una delle ultime due ipotesi, è facile aspettarsi una reazione da parte degli USA, potenza in decandenza che non accetterà facilmente di farsi da parte. Gli Usa, in questo momento sono come le bestie ferite che lottano disperatamente fino alla fine. Dominique Strauss-Kahn, uno degli uomini più potenti del mondo, con questa sua esternazione potrebbe essersi giocato il suo futuro.

Attilio Folliero





Dostoevskij nella suite
di BARBARA SPINELLI

..Ha la barba sfatta, gli occhi sperduti, la bocca come di chi d'un tratto s'accorge d'aver bevuto veleno, i tratti legnosi del caduto, colpito da nemesi inaudita. Eppure quel volto non appartiene a un uomo ignaro, incosciente di sé e del paese dove lavora, colto di sorpresa dalla vastità del delitto (tentato stupro, aggressione sessuale, sequestro di persona: non sono accuse minori).

Strauss-Kahn sapeva com'è fatto il mondo, conosceva l'America e una giustizia che non concede impunità ai potenti e anzi spettacolarizza l'uguaglianza di tutti davanti alla legge (lo si è visto nel caso del finanziere Madoff, di Spitzer costretto a dimettersi da governatore di New York per un giro di escort). Conosceva a perfezione, come tutti coloro che sono ai vertici del potere e non sono stupidi, che ogni sua mossa era da anni spiata con occhio non solo curioso ma avido, spesso vendicativo. Conosceva anche i propri avversari, e ne aveva tanti sia in Francia sia altrove, da quando era direttore del Fondo monetario internazionale e aveva cominciato ad affrontare a modo suo, controcorrente, una crisi economica che tutto aveva messo in forse, e in primis l'ideologia stessa del Fondo. Dostoevskij ci fornisce il ritratto più calzante
di quel che DSK è divenuto in queste ore: un potente scaraventato a terra, un uomo che ha sfidato il destino e che di fatto è un suicidato. Più precisamente: un giocatore d'azzardo che non gioca a casaccio, ma compulsivamente.

La politica è piena di simili Posseduti - in medicina si parla di dipendenza senza sostanze: in Italia ne sappiamo qualcosa, anzi molto. Giocano con tutto: non solo col potere politico ma col proprio corpo e con i corpi altrui, che calpestano. Dostoevskij racconta questa speciale dipendenza: il suo Giocatore finge l'attaccamento al lucro (o al sesso) ma l'oscuro oggetto del desiderio è altro: è l'"estrema bramosia di rischio, la voglia di stupire gli spettatori rischiando follemente". Inabissato nell'umiliazione, il direttore del Fondo monetario ha il volto di Aleksej Ivanovic: "Mi sembra di essermi fatto come di legno, di essermi come impantanato nella melma". Fatale, la roulette ha fermato il suo giro. Nella vita e nella politica, la chiave è nel vocabolario del croupier: "les jeux sont faits", "rien ne va plus". I giochi sono fatti, le puntate sono chiuse. Rien va: avrebbe chiuso Tommaso Landolfi.

Strauss-Kahn, non un Eroe ma un Giocatore dei nostri tempi. E forse anche di altri tempi: l'agonia della democrazia di Weimar, Fritz Lang la riassunse nella figura allegorica dello Spieler, del Giocatore. Può darsi che la vicenda sia una lurida montatura, o un equivoco atroce, anche solo in parte. Può darsi che qualcuno abbia teso una trappola, nella suite del Sofitel. Ma se trappola c'è stata, è stata tesa a un uomo che ha prestato il fianco, immerso nel fascino del rischio: ogni sorta di rischio, dal più nobile al più sozzo, fino allo stupro. A un uomo che intrecciava politica e sesso, senza tema di provocare disgusto. C'è una politica del disgusto - Martha Nussbaum ne descrive le ordalie in Disgusto e umanità - e Strauss-Kahn non l'ha messa nel calcolo. Se hai un punto debole, la politica del disgusto fa sì che resti impigliato e tramortito come un grosso ragno dentro l'aggrovigliata, troppo aggrovigliata tela che hai tessuto con le tue mani.

Il fatto che DSK non abbia calcolato razionalmente, pur conoscendo il precedente di Spitzer, che sia vissuto senza un grammo di prudenza: questo crea sgomento. Ha preferito la roulette agli scacchi, che secondo Benjamin Franklin insegnano ben diversi comportamenti: "Primo: la preveggenza, che guarda un po' nel futuro e considera le conseguenze che possono venire da un'azione, perché il giocatore pensa continuamente. Secondo: la circospezione, che percorre l'intera scacchiera o scena dell'azione, le relazioni fra i diversi pezzi e le situazioni, i pericoli a cui sono rispettivamente esposti, (...) le probabilità che l'avversario faccia questa o quella mossa e attacchi questo o quel pezzo. Terzo: la cautela di non fare mosse troppo affrettate" (La morale degli scacchi, 1779). La regola dello scacchista è "accettare tutte le conseguenze della tua precipitazione". Strauss-Kahn l'ha sprezzata e ha perso tutto: la bramosia lo ha stritolato e rabbuia le stesse sue battaglie politiche. Forse non teneva a esse come diceva. Era pronto a sperperarle, sprecarle. Alcuni dicono: forse era un politico leggero, che si gettava nell'agone capricciosamente, che nell'intimo non ne aveva sufficientemente voglia. Non era un antipolitico come Berlusconi, ma si è comportato come se lo fosse.

È talmente incredibile, la sua storia nell'hotel (l'aggressione di una cameriera, e poi la colazione con la figlia come se nulla fosse, e infine i preparativi del viaggio in Europa dove l'attendevano riunioni decisive su Grecia e Portogallo minacciati dalla bancarotta) che allo stupore s'aggiunge qualcosa di infuriante. Se la sequela dovesse rivelarsi veridica, se l'accusa del procuratore venisse confermata, lo stupore si tramuterebbe in disgusto e anche collera. Disgusto per come un potente del mondo perde il senso della realtà, e viene a tal punto trasformato dalla politica e dal potere da accantonare sia la decenza sia la prudenza. Collera per le ripercussioni dell'accaduto e per l'idiota sottovalutazione prima del disastro, poi della soddisfazione che esso procurerà a tanti che esecravano la sua persona.

Questo colpisce nelle vicende di chi, forte della posizione di comando esercitato nel Fondo, si preparava presumibilmente a tornare in Francia, a duellare con Sarkozy nelle presidenziali del 2012. Colpisce l'abissale indifferenza alle frecce che possono trafiggere il potente, quando con disinvoltura si asserve alla roulette. Ci sono tutti gli ingredienti della favola nera: c'è il Dr. Jekyll che beve la miscela che s'è fabbricato e barcolla in vie notturne tramutato in criminoso Mr. Hyde. E c'è qualcosa di talmente cupo che si stenta a non fantasticare su avversari che altro non aspettavano che il finale sbandamento. Perché gli avversari politici esistevano, sesso e violenza non occupavano tutti gli spazi di DSK. Quel che stava facendo, nel Fondo, era secondo alcuni una rivoluzione. Appena 9 giorni prima del fattaccio, Joseph Stiglitz, l'economista che da anni denuncia i misfatti del Fmi, scrisse un articolo in cui annunciava la svolta radicale che Strauss-Kahn voleva imprimere all'istituzione: la fine delle condizioni capestro imposte ai paesi poveri, il "nesso indispensabile tra equità, occupazione e stabilità economica", la volontà di mettere tale nesso al centro del governo mondiale dell'economia (discorso alla Brookings Institution, 13 aprile 2011, vedi http://www.imf.org).

Anche per questo sul web ci si interroga, si parla di trame livide. Si ricorda l'offensiva contro Assange, accusato di stupro per screditare Wikileaks. Si enumerano i poteri forti (a Wall Street o in Francia) che potrebbero profittare del ragno suicidatosi nella tela. È troppo presto per trovare risposte chiare. E in fondo importa poco, sapere se il film noir è anche un noir politico. Per gli effetti che ha, è la storia di una gigantesca sconfitta politica. Di un giocatore talmente imbozzolato che nulla sa, come in Borges, dei pezzi che ha mosso: "Dio muove il giocatore, e questi il pezzo. Quale dio dietro Dio la trama ordisce di tempo e polvere, sogno e agonia?".

In inglese un altro interessante articolo del Guardian sul caso Strauss Khan

http://www.guardian.co.uk/business/2011/feb/10/imf-boss-calls-for-world-currency

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