INCIPIT
Una vita vissuta .. all'insegna della necessità bruciante di correre, di
metersi alla prova. L'ingiunzione al piacere e , inevitabilmente alla sofferenza. Si arriva prima o poi e tutti, a fare dei
bilanci. Perchè tutti compiamo delle scelte e viviamo con le conseguenze di
queste scelte. Non si deve essere o sentirsi "vecchi" per sentirsi
vicino al giro di boa. In qualunque momento puoi sentire che ancora non sei
riuscito a stringere con la vita il patto giusto per te. E non si riesce a
liberarsi dal passato. Bisogna fare i conti con il fatto che ho (...) anni. Che
iniziano ad arrivare i primi segni di cedimento. . Che le sperimentazioni che
facevano un bell'effetto a 20, ora ne producono un altro.Che per lungo
tempo si è vissuto negando il tempo che passava..O forse sono solo stanco
Mai, la scomparsa di un artista ci ha
colpito così tanto, e così da vicino.
Heroes
Senza ombra di dubbio David Bowie è stato il mio eroe. E' passato ormai del
tempo da quando è scomparso, e come molte altre persone, sto ancora
ragionando sul significato che questo ha sulla mia vita. Giornalisti, esperti,
sicuramente tanti più qualificati hanno e stanno documentando la lunga ombra
che quest'uomo ha proiettato sulla cultura mondiale, negli anni passati e su
quelli a venire; da parte mia, voglio solo condividere l'impatto che ha avuto
sulla mia vita personale, sul mio piccolo angolo in questo mondo. Sono
cresciuto in una famiglia nonostante tutto , della piccola borghesia, un figlio
degli anni '60. Sono e sono sempre stato ambiguo rispetto al posto che avrei
dovuto accupare nella società: un miscuglio di voglia di arte, di tecnologia, di
impegno. Sempre impicciato in tutto questo, ma mai completamente a proprio
agio, e sempre e ancora alla ricerca di un modo per conciliare tutte questa
cose. E per tanti anni, David Bowie ha fatto da sfondo a questo balletto
interno, una presenza costante nel mio processo di scoperta di sé. E' ora se
n'è andato. E io mi sono un pò perso. Chi sarà ora il mio spirito guida? E la
mia pietra di paragone? Forse un giorno potrò imparare qualcosa dalla grande
uscita di scena di Bowie con Blackstar. Ma per il momento, non sto pensando di
morire. Quindi per ora, posso solo piangere, e scavare nella mia anima e
ascoltare la musica e le canzoni di Bowie. Ho scoperto Bowie mentre frequentavo
la scuola media, attraverso la radio e poi i dischi di un mio cugino maggiore. Questa
musica non aveva niente a che fare con le Hit Parade con cui ci nutrivamo
con una dieta costante. Le canzoni, - né hard rock né pop né jazz, ma qualcosa
di completamente diverso - la voce, la cadenza, così britannica ed esotica. E i
testi, lasciamo perdere.. L'album era Hunky Dory, che ho amato subito, ed è
stato il mio album più caro attraverso gl' anni della mia adolescenza. Tra i
miei coetani della scuola media forse ero l'unico. Per un pò lo abbandonai, ma
alle superiori e con l'ingresso in un gruppo di amici più grandi Bowie ritornò
prepotente e stavolta in modo definitivo. Tralasciai l'aspetto selvaggio, la
androginia e la bisessualità, le leggende di sesso orale sul palco e
altre buffonate. Era troppo strano, troppo glam e troppo ... queer e quei
tre dischi mi fornirono la prova definitiva che tutto il movimento di quel
periodo, new wave, postpunks e new romantics che stava combattendo gli eccessi
dei vecchi dinosauri della scena rock, esisteva in non una piccola parte grazie
all’esplosione creativa di Bowie a Berlino.
In un tentativo estremo di rehab e in profonda introspezione, Bowie risucchiò
e metabolizzò tutto il Krautrock, vomitando tre dei dischi più belli e
influenti della musica pop, con il rock ridotto ad essenza nuda, e world music integrata,
qualcosa che pochi stavano facendo in quel momento. Nel processo, non solo
Bowie si era reinventato ancora una volta; ma aveva talmente mischiato le carte
che niente sarà più come prima. E io ero
nel bel mezzo di tutto questo, un figlio musicale di Bowie, di seconda (o
terza) generazione. Alla fine ho conseguito il mio diploma e dopo un po’ ho
iniziato a lavorare. La mia passione profonda e costante per David Bowie non è
diminuita: ho condiviso con lui non solo il suo geniale talento come scrittore
di canzoni ma anche il suo approccio alla della vita, lo stile, la gentilezza
evidente , il maestoso fascino dandy, e l'amore genuino per il rock n’ roll.
Bowie è stato una rara leggenda del rock, la cui mitologia è stata definita
più dalla sua curiosità intellettuale che dalla sua dissolutezza, legata al
consumo delle sostanze, in particolare la cocaina. La sfilata dei personaggi che
ha creato durante la sua incredibile discografia ha rappresentato non solo
nuovi suoni ed nuova estetica; Bowie è stato essenzialmente un Internet umano,
con ogni suo album come un collegamento ipertestuale in una vasta rete di
musica underground, arte d'avanguardia, cinema d'essai, e anche un certo tipo
di letteratura. Bowie è stato il nesso attraverso il quale (io) e molti fan del
rock sono stati introdotti non solo ai Velvet Underground, a Iggy e agli
Stooges, ai Kraftwerk e ai Neu !, ma anche a William S. Burroughs e Klaus Nomi,
Nicolas Roeg e Ryuichi Sakamoto, fino a Nina Simone. Ha dominato l’era di MTV
con Let’s Dance, e mentre la vendita dei
suoi dischi poteva diminuire notevolmente dalla metà degli anni '80, la
sua influenza è diventata ancora più profonda e radicata: attraverso gli anni
'90, la sua presenza ha permeato l’inconcludente Britpop dei Suede, le opere
industriali di Nine Inch Nails, l’anima plastilina di Beck, e quella più dolce
di kurt Cobain; drum’&bass, break beat, jungle,chili, elettronica. Ha
proseguito nel nuovo millennio con LCD Soundsystem, le reinvenzioni di Kanye
West e persino Lady Gaga. L’elenco sarebbe interminabile.
Ho immaginato Bowie come una grande stazione centrale, una ferrovia che si
dirama in infinite nuove direzioni. Ho condiviso tutto questo e anche i tanti problemi: sono caduto duramente.
Usci Cristiana F, chi meglio di Bowie poteva sottolineare le vicende dei
ragazzi dello zoo di Berlino e di tanti altri sparsi per le città europee? In
quell’epoca eravamo delle figure tragiche, accomunati dall’essere inclini a
trascorrere giornate svegli a guardare gli stessi film in un lungo e interminabile
loop.
"Heroes" è il culmine, l'apice del suo scrivere canzoni, così
semplice, così puro, così pieno di emozione. "Heroes" è una storia
d'amore in un contesto tragico, un addio alle armi in appena una manciata di
versi. E’ una canzone epica e commovente, un inno alla speranza, e alla
consapevolezza che nonostante siamo impotenti rispetto ai grandi temi della
vita, in definitiva siamo in grado di rubare e assicurarci alcuni momenti solo
per noi, e tutti siamo in grado di battere tutti i bastardi che ci ostacolano,
anche se solo per un giorno. Sono caduto più volte, ma mi sono sempre rialzato,
perché ..<< "..Non smettere mai di cambiare. Reinventa sempre te
stesso - anche quando il corpo sta cedendo..>> Una delle tante cose che
ho appreso da lui. Un uomo con un talento musicale preternaturale, di una
bellezza ultraterrena, e una straordinaria capacità di cambiare la natura
stessa della realtà che lo circondava. E lo ha usato per rendere il mondo un
posto migliore. Ho avuto la fortuna di vedere David in concerto, più volte.
Notti di cui non dimenticherò mai il suono, l’odore, il sapore
La verità è che mi stavo preparando a perderlo un po’ di vista. Sin da
quando un attacco di cuore sul palco nel 2004 accelerò la fine della sua
carriera da giramondo e l'inizio di una pausa prolungata dalle registrazioni. Ma
non ero preparato per un mondo senza David Bowie. Avevo accolto calorosamente
nel 2013 The Next Day, era stato un ritorno quasi trionfale, ma non avevo
capito, non mi ero accorto che fosse anche l’ un'ammissione che stava lavorando
a tempo determinato. Quando ho ascoltato Blackstar ho pensato che Bowie stesse raccogliendo gli
esperimenti che aveva lasciato fuori, alla fine degli anni '70, ancora una
volta, spingendo la sua la musica in un lato oscuro, in un territorio ancora
inesplorato. E quando ho avuto la conferma che aveva combattuto il cancro che
alla fine lo ha stroncato, è impossibile per Blackstar suonare come qualcosa di
diverso da un rito funebre esteso. Ogni momento dell'album è intriso di cupa
profezia, dal flauto polverizzante che chiude la title track, ai i respiri
palpitanti che la aprono. "È un peccato che lei fosse una puttana". La
qualità sempre più disincarnata della sua voce, sulla dissolvenza di
"Dollar Day," al sassofono onnipresente che suona come se fosse
sempre lui a suonarlo. Gli album di David Bowie mi hanno aperto sempre a nuovi
mondi; Blackstar mi conduce al più misterioso, spaventoso, e inconoscibile di
tutti.
Ed ora eccoci qui. Ci sentiamo come aver perso qualcosa di elementare, come
se un intero colore se ne sia andato, e per me è più come se avessi perso un
arto, e ancora sento il dolore. "Non smettere mai di cambiare. Reinventa
sempre te stesso. Non smettere mai - anche quando il corpo sta cedendo. Cerca
di creare qualcosa, fino alla fine. " E’ questo il suo lascito. Il mio
eroe. E ho intenzione di fare del mio meglio per onorare la sua memoria, nella
mia vita e nel lavoro, si spera, fino alla fine.
Nessun commento:
Posta un commento