05/08/15

Keith Richards: svegliarsi una mattina con quindici poliziotti attorno al letto


Mai avuto problemi con la droga, solo con la polizia
Quello che più impressiona è che Keith è un SOPRAVVISSUTO. Un sopravvissuto degli anni Sessanta, degli anni Settanta, e Ottanta, di Altamont e delle aggressioni della polizia. Keith che oggi dichiara di farsi uno spino appena sveglio, prima della colazione, ma che ancora non ha capito se sia un bene legalizzare le droghe leggere. Appunto, sarà l'età, e quel pò di confusione che gli provoca l'erba alla mattina, se uno come lui ha titubanze su un argomento del genere. Keith Richards fa uscire un nuovo disco da solista, il terzo, il 18 Settembre, “Crosseyed Heart”, 23 anni dopo “Main offender” del 1992 e  “Talk is cheap” del 1988. (In fondo il video del nuovo singolo tratto dall'album: Trouble)

Ma il 29 febbraio 1977,  una squadra speciale della polizia canadese, allertata da una telefonata anonima, fa irruzione nella camera occupata dalla rockstar all’Harbour Castle Hotel di Toronto, e gli trova ventidue grammi di eroina e cinque di cocaina: lo arrestano  immediatamente, anche se poi viene rilasciato dopo il pagamento di venticinquemila dollari di cauzione. L’accusa, vista la quantità di droga sequestrata è di detenzione a scopo di spaccio, ma  la linea di difesa di Richards è quella di chiedere la derubricazione del reato in detenzione per consumo personale. Il 24 ottobre 1978, mentre il palazzo di giustizia è presidiato dalla polizia per contenere un muro umano di fotografi, cameramen e cronisti, oltre che ad una folla di fan e curiosi che cercano di entrare in aula, un giudice lo condanna a  sottoporsi a un trattamento disintossicante e gli impone di prestare la sua capacità lavorativa al servizio della collettività determinandone anche le modalità: entro sei mesi deve tenere un concerto di beneficenza in un luogo di sua scelta purché sul territorio canadese. Il ricavato dell’esibizione deve essere destinato a un istituto di assistenza ai ciechi, il Canadian National Institute for Blind. Il il 22 aprile 1979 terrà il concerto previsto dalla sentenza nel Civic Auditorium di Ottawa accompagnato dai New Barbarians, un gruppo composto dall’altro chitarrista dei Rolling Stones Ron Wood, dal bassista Stanley Clarke, dall’ex tastierista dei Faces Ian McLagan e dall’ex batterista dei Meters Ziggy Modeliste.
Abbiamo recuperato una vecchia intervista, in cui il buon Keith parla di quella vicenda, del concerto "riparatore", di disco music, di punk, reggae e di altro ancora.

Keith avanza, leggermente titubante. Ha gli occhi e le pupille offuscati. Ha i jeans consumati, una camicia lilla la cui scollatura _ lascia vedere il petto scheletrico. E' molto alto ed emana da tutto il suo essere una stupefacente impressione di forza tranquilla e di
LEALTA'.

D: ll tuo primo singolo, d’altra parte il tuo primo disco solo e appena uscito...
K.R.: Rn, Rudolph, Rn é un pezzo che ho registrato nel Dicembre del 1976, mentre mi sorbivo l’ascolto dl tutti i nastri della tournée, per selezionare i pezzi che figuravano su << Love You Live>>. L’ho registrato con un giovane batterista ,canadese di nome Mike  Brusco. Sta con Mick Taylor.
D: Suona con lui?  
KR.: Vive con lui, hé-hé-hé! Voglio però dire che questo é tutto quello che c’é sul disco. Io e lui. Io suono il basso. Brusco la batteria e Stu il piano.
D: Perché l’hai fatto uscire così tardi?
KR.: Perché ho l’abitudine di andare a risentire tutti i nastri a distanza di tempo. E
quando si sentono a freddo, ci si domanda perché certe canzoni non si fanno uscire. Allora..
D: Farai un album da solo?
K.R.: Ancora non lo so. Ho molte cose in programma. C’é Scarlett, che ho registrato con Ronnie e Jimmy Page... e poi ho in mente un album country... Sono delle canzoni che Gram Parsons mi aveva insegnato a suonare. Ma dovrei ricomlnciare tutto con un gruppo country...ma dovrei trovarmi nella stessa situazione di allora...
D: Cioé?
K.R.: L’ho registrato dopo che mi ero svegliato una mattina con quindici poliziotti attorno al letto e mi sono ritrovato dietro le sbarre senza neanche aver fatto colazione...
D: Che brutto affare! A proposito, una volta hai detto che ti senti un <<uomo in vista>> perché dappertutto nel mondo un poliziottopuo saltarti addosso per farsi un po’ di pubblicità...
KR.: Ci sono dei giorni in cui lo penso veramente ma penso anche che se un poliziotto lavorasse seriamente, non dovrebbe preoccuparsi di arrestare un Rolling Stone...
D: Farai quel concerto in Canada?
KR.: Certo! Fare quel concerto é come farsi tre anni di prigione! In Canada parlano di annullare il processo: c’é un mucchio di gente che approfitta di questo affare per regolare le proprie pendenze politiche. Comunque per me é archiviato. E un affare tra il giudice e la destra.
D: Comunque prima del processo avevi la spada di Damocle... ia prigione a vita...venti anni... ci pensavi spesso?
KR.: Solo quando incontravo imiei avvocati. Per il resto... Ho una pessima memoria! Solo quando sono andato al processo mi sono sentito come il coniglio di fronte al cobra...

D: Ma torniamo ad argomenti meno tristi... Tutte la vostre canzoni sono firmate Jagger/Richards, e ti chiedo quale é ia vostra relazione in quanto compositori... Per esempio, una canzone che canti tu, come Before They Make Me Run...
KR.: Quella é mia dalla A alla Z. Ma la ragione vera per cui io canto canzoni tipo Happy o Before They Make Me Run che sono di Mick é che... che mi ci vorrebbero quindici giorni di studio per insegnarla a Mick. Dopo tre giorni, lui finisce col dire:
<<Oh, merda, tu la conosci, fai da solo!».
La maggior parte delle persone hanno l’abitudine di dire: <<lo l'ho scritta e io la canto!>> lo, le sole volte che ho pensato di cantare con i Rolling Stones è stato quando Mick mi ha detto: <<Fai tu, io ci metferei degli anni a impararla!>>
D: Prendiamo ora una canzone tipo Shattered...
KR.: Shattered é l’esempio classico, l’altra maniera in cui io e Mick scriviamo canzoni: io prendo la chitarra e suono un rift E a un certo momento dico <<Qusta si chiama Shattered>>.  Poi le parole, il modo di cantarle, quello di cui si parla, è tutto suo. Facciamo a metà. Solo che la mia metà inizia il tutto. Si potrebbe credere che é un divorzio. In effetti, siamo due sposi felici.
D: C’e molta gente che dice; <<Ah! Anche gli Stones ora fanno la disco! E finita!>>
KR.: Hot Stuff e Fingerprint File erano sul genere disco. Siamo stati sempre influenzati da quello che succedeva, come tutti d’altra parte. Ci capita di suonare una cosa che si può etichettare come disco, se si vuole. Miss You é stato un successo. Enorme. E ringrazio gli amanti della disco. E poi anche la disco è una formula... Ad esempio prendete Shirley Goodman, ora é la regina della disco grazie a Shame Shame Shame...
D: Si, ma giustamente... è il mito Travolta. Ieri il pietoso gigolo dell’angolo, oggi la superstar galattica.
KR.: E io ti dico che John Revolting puzza! Che quel genere di disco puzza! I clubs sono sempre esistiti, ma il problema é che si fabbrica per coloro che ci vanno. E' una musica talmente calcolata... Si, ci sono delle canzoni buone. Miss You, per esempio. Ma non era un disco combinato, macchinato come quello di... io adoro fare dei nomi... come quello di Rod Stewart. Non posso sopportare sentire quel vecchio biondino che mi chiede se lo trovo sexy.
D: Quali sono i progetti degli Stones? Si è sentito parlare di una tournée in Giappone e in Australia...
K.F.: Si, ma quello che e sicuro é che faremo un tour in Europa e in lnghilterra. A me piacerebbe molto fare una tournée in Africa...
D: ln Africa?
K.F.: E poi vorremmo andare in Algeria, nel Ghana... L’anno scorso abbiamo scritturato Peter Tosh, il primo gruppo che abbiamo scritturato seriamente. Se lui ci apre lo spettacolo in America, noi faremo l’inverso in Africa e tenteremo di scaldare il pubblico per lui. Ma se non si fara, pazienza!
D: Tu ritorni dall’lnghilterra. ln due anni, ne sono accadute di cose la. Per esempio, che ne pensi del punk?
KR.: I punks? Appena ho realizzato che esistevano, già erano scomparsi! Diciamo anche che quando vedo le foto di Johnny Rotten con la sua camicia tagliuzzata, le sue spille da balia, ll suo muso... e ora il suo gruppo Public Image Limited... Oh, non ho sentito il disco ma é...è la conseguenza evidente... contro la quale dobbiamo reagire... Ci vorrà un anno, due anni, sei mesi... Ma al punto in cui si è quel tizio é pericoloso. Non vuole neanche
essere riconosciuto come un Sex Pistol!
D: Va bene, ma questi gruppi non avrebbero avuto ragione di esistere se tutti gli antichi, dagli Stones ai Led Zeppelin, non avessero scelto l’esilio.
KR.: Non siamo noi che dobbiamo essere attaccati, ma il sistema d’imposte, allora!
D: I punks hanno infastidito gli Stones, avete risentito della loro concorrenza?
K.R.: No. E non me la sento di prendere l’Inghilterra d’assalto. L’Inghilterra si è completamente richiusa su sé stessa. Nelle strade per esempio, i ragazzetti vomitano sugli Americani, non ne vogliono piu sentir parlare, tranne per uno o due ex-New York Dolls... E c’é il reggae... Per i ragazzi lnglesi, adesso, il reggae è una musica naturale, una musica che ascoltano dall’infanzia. E questa cosa invade tutta Londra...
D: Ci si stacca dalla tua Cultura, da Chuck Berry...
KR.: Oh! Quando penso a tutti quei gruppi che fanno degli sforzi smisurati per suonare come noi e come Chuck Berry! E' la grande lezione del rock: tutti i dischi punk che ho ascoltato imitavano in un modo gli Stones degli anni 65! Ma come possono ritrovare il nostro suono su 24 piste? lmpareranno... se sopravviveranno (Silenzio). E sottolineo il <<se>>!

Qui Keith diventa completamente caotico. Dondola la testa e ci parla di un mucchio di cose. Afferriamo solo dei frammentl del dlscorso... 

KR.: Costello... ho sentito un disco... se arriva a fare un successo con una voce come quella... ha delle possibilità... Non sento i loro dischi... ma ho degli amici che li sentono... sono completamente disorientati... Lui e lan Dury sono due che rischiano di farcela. Ma l’ultimo singolo di Dury, Hit Me With Your Rhythm Stick, è completamente asettico...si sente che cerca il successo... (La voce diventa quasi impercettibile). I dramma è che vogliono tutti diventare delle stars disco!





04/08/15

Le nostre nevrosi metropolitane: Wall of Voodoo e The Index Masters (Dischi dello scaffale)


The Index Masters. Tutti abbiamo delle fasi di .. ascolto. Noel Gallagher dichiara di essere in fissa con Heroes di David Bowie, un disco fondamentale anche se non proprio recente. Capita, direi, un pò a tutti. Dischi, canzoni che ci accompagnano, ci fanno ripensare alle cose che ci sono successe, modi differenti di vivere, trasformazioni culturali, legami spezzati. Magari ci ricordano di quando ancora si reggevano tre sbronze a settimana. Ora che tutto và cosi veloce, servono (e ci obbligano) a  fermarci, e diventano colonna sonora dei nostri trip mentali. Più semplicemente, contribuiscono al cambiamento chimico che avviene in ognuno di noi, in un preciso momento..

Non sono in fissa in questo periodo con i Wall of Voodoo, perchè effettivamente non li ho mai abbandonati. La loro musica è stata, ed è ancora, unica, nel senso che prima di loro e anche dopo, in verità, mai si era mai sentita roba del genere. Mettere insieme e mescolare influenze così diverse, cosi eclettiche, hanno scaturito un suono che ha catturato la convenzionalità della vita moderna, un suono post industriale e apocalittico, in un periodo dove ancora la paura della "bomba" era enorme. Risulta ancora oggi moderno e all'avanguardia: in un mondo cinico e alienato, ingabbiati nelle nostre nevrosi e paranoie metropolitane, (Factory, ad esempio, ci racconta di un uomo che diventa una specie di mostro, che inizia a  schiaffeggiare la moglie mentre sono in giro..) nei ricordi di giorni dimenticati, le ballate elettroniche e ripetitive dei Wall of Voodoo, con le loro storie di sbandati di ogni sorta, (tra Bukowsky e Jim Thompsom, B-Movie, spaghetti western sci-fi, richiami tex-mex e una sensibilità per i temi dell'ambiente e degli animali)  i Wall of Voodoo ci ricordano  con un pò di amarezza che non ci sono più band così originali e sperimentali, forse non ce ne saranno mai più, e che a volte, le preoccupazioni individuali sono ugualmente importanti di quelle tribali o di movimento. Una complessità semplice che ci fa raggiungere uno stato sfuggente di assurdità serio, che ti fa venire voglia di ridere e piangere allo stesso tempo.
Mai senza i Wall of Voodoo..

L'intero set live all'US Festival '82 dei WALL OF VOODOO l'abbiamo pubblicato quì..

Fonte di immenso dispiacere è stata la morte precoce di Joseph (Joe) Nanini, batterista del gruppo, che si è spento nel 2000 ad Atlanta, per emorragia celebrare e di Marc Moreland, chitarrista e co-fondatore dei Wall Of Voodoo, morto a Parigi nel 2002 in seguito a una grave malattia ai reni. Era stato chitarrista degli Skulls, uno dei primi gruppi punk di Los Angeles, e il 44enne musicista aveva fondato i Wall Of Voodoo nel 1978 insieme a Stan Ridgway, che lasciò la band quattro anni più tardi. Aveva appena pubblicato un album solista, "Take It to the Spotlight", sotto lo pseudonimo di Marc Moreland Mess. L'album, pubblicato dalla Kitchen Whore Records, con sede in California è caratterizzato dai contributi di PJ Harvey, John Parish e Jean-Marc Butty.

The Index Masters





03/08/15

I dinosauri si baciano, a Erenhot, Cina

Nell'estremo nord della Cina, al confine sino-mongolo, vicino alla città di Erenhot (noto anche come Erlian), abbiamo scovato queste due statue imponenti di brontosauri. I due dinosauri sono state costruite su entrambi i lati della strada principale, il lungo collo che che si estende verso l'altro, fino a quando le bocche si incontrano come a condividere un bacio. Ogni statua è larga 34 metri e alta 19 . Il terreno circostante alla coppia che si bacia è disseminato di una dozzina di statue più piccole di dinosauri di ogni forma e dimensione.

Erenhot si trova nel deserto del Gobi, nella regione autonoma della Mongolia Interna. La città fu fondata come l'unica rotta commerciale su strada ferrata tra le regioni interne e quelle esterne della Mongolia nel 1950, ma la zona è salita agli onori della cronaca, attirando l'attenzione internazionale sin dal 1920, quando furono scoperti fossili di dinosauro proprio nel bacino di Erlian. Chiamata "Dinosaur City", Erenhot da tempo è la casa dei dinosauri. Nel periodo Cretaceo, 70 milioni di anni fa, Erenhot era un paradiso di laghi, paludi, e fitti boschi. Più di 20 tipi di dinosauri vissero in questa zona, e il più famoso è il Gigantoraptor Erlianensis, un uccello predatore di 8 metri di lunghezza scoperto nel 2005.

Molti altri fossili sono stati scoperti nella zona, tra cui il più grande e meglio conservato fossile di dinosauro in Asia. Oltre il viale panoramico, la città ha inaugurato anche un museo dei dinosauri e un parco a tema chiamato "Dinosaur Fairyland". L'arco dei dinosauri che si baciano è stato costruito nel 2007 a testimonianza della reputazione della regione come un hot-spot di fossili.






02/08/15

Tricky: Io sono Adrian Thaws - Il Disco e Il Documentario

Iconico rappresentante del trip-hop inglese, prima nel circuito Wild Bunch poi membro dei Massive Attack, Tricky è diventato uno dei musicisti meno convenzionali della musica inglese, pubblicando nel 1995 forse il disco che meglio definisce il Trip Hop, prettamente di matrice britannica: Maxinquaye. Ha pubblicato più di 10 album più negli anni successivi, e l' ultimo, Adrian Thaws, è il primo ad utilizzare il suo vero nome.
Dalle  relazioni di alto profilo (Björk, Martina Topley-Bird) ai suoi problemi con la droga, ai ruoli cinematografici in film come Il quinto elemento e Face / Off, Tricky, in fase di promozione dell’album intitolato semplicemente Adrian Thaws, ha concesso un’intervista a Fact, magazine online che ha confezionato un breve documentario di una decina di minuti.

In questo documentario, ci parla della sua vita  e della carriera,  e di come con Adrian Thaws, ha finalmente scoperto dove vuole essere. Tricky è.. Tricky, naturalmente, è schiettamente, l’eterno trip hopper non l’ha mandata certo a dire:  Bono, David Cameron, Damon Albarn e molti altri nel mirino.
Damon Albarn: “Non lavorerei mai più con Damon… …eravamo a Leeds guardando dei ragazzi spiantati in una brutta area della città… …gli dissi ‘questi ragazzi non hanno nulla’ e lui ‘hanno noi’…ecco io penso che non avrei mai l’arroganza di dire una cosa del genere
L’album Nearly God, che doveva essere pubblicato con il materiale registrato con Albarn non ha mai visto la luce. Taglia poi  corto riguardo ai rapporti tra musica e politica e su Bono: “Adesso hai Bono che incontra i papi e Obama… …come musicista frequentare dei politici, beh penso sia disgustoso“.

Personalmente mi lascia di stucco l'affermazione sui  Massive Attack: “non me ne frega davvero nulla di loro“. Non me l'aspettavo. Il documentario è naturalmente in inglese..

  Adrian Thaws.rar






31/07/15

Nessuno ha fatto cosi tanto per i propri capelli: Sean Penn Bad Boy

Lo puoi trovare che fa salotto con gli Hell’s Angels e con qualche poliziotto in un club downtown. E riesce sempre a tenere il piede in entrambe le staffe...

Ho rivisto Dead Man Walking in questi giorni: questo film nobilita cinema. Dimostra come un film possa affrontare un problema così grave e controverso, da tutti i punti di vista, e far vivere a noi spettatori una grande esperienza emotiva senza cercare di manipolarci in modo sleale, senza l'uso della propaganda. Detto questo,  è anche tutte le altre cose che un film dovrebbe essere:  sorprendente, ben diretto, ben recitato, tecnicamente eccellente. In questo film ho sperimentato tutte le complessità, le contraddizioni e le dure verità della situazione, le ho "condivise" con Suor Helen.  L'ultima mezz'ora di questo film è ..potentissima e prende allo stomaco: un dramma del tutto inaspettata, un dramma spirituale, che coinvolge l'anima e ci rivela quanto <<l'altro>> cinema possa scadere nella routine convenzionale, nella   rassicurazione che nondovremo  guardare qualcosa di troppo duro, o che sia troppo  profonfo, o farci pensare al di fuori dei confini di ciò che è più comodo. Per anni, nei festival, sui giornali specializzati, la critica ha chiesto a gran voce film che si occupassero di più del lato spirituale della vita, ma dubitiamo che "Dead Man Walking" era quello che davvero  stavano aspettando..
Sean Penn è un altro delle spiritual guidance di Interzone, uno dei più influenti..

Sean Penn Bad Boy..
L’ attore e il regista, il marito e il padre, l’attivista politico e il bersaglio della curiosità dei tabloid.. apprezzato e controverso interprete del cinema americano di questi anni, vincitore del premio Oscar come miglior attore per Mystic River di Clint Eastwood.  Il degno erede di Marlon Brando e James Dean. Un personaggio che non ha mai cercato l’approvazione dello star-system né sprecato un minuto per essere qualcosa di diverso da se stesso. Figlio di un attore finito sulla "lista nera" anticomunista di Hollywood, Sean Penn comincia a farsi notare nella prima meta degli anni Ottanta con film quali Fuori di testa e Il gioco del falco, inizio di una carriera che lo porterà a interpretazioni appassionanti come il mefistofelico avvocato di Carlito ’s Way, il condannato a morte di Dead Man Walking, il chitarrista jazz di Accordi & Disaccordi, Oscar per Milk, fino a The Must be place del nostro Sorrentino e Gangster Squad. Nel frattempo, debutta dietro la macchina da presa, con film intensi e amari come La promessa, Into the Wild.. Ma l’attore californiano è molto altro: l’ex consorte di Madonna, un uomo che ha conosciuto il carcere (e persino..un’evasione), un divo che si è schierato contro la guerra in Iraq, recandosi personalmente a Baghdad. <<E' difficile essere una leggenda, oggi>>, ha detto Anjelica  Huston. <<E penso che Sean meriti di esserlo.>>
Questo un ritratto, l'omaggio a uno dei nostri miti assoluti, nei ricordi, commenti, rivelazioni di parenti, amici e colleghi, interviste tratte da "Sean Penn, un cattivo ragazzo", di R. T. Kelly, S.&K ed.
Buona lettura.


Macchine veloci, chitarre, ragazze: Chuck Berry a Londra

CHUCK BERRY è nel mio cuore ed è ai primissimi posti nella classifica dei padri fondatori del rock and roll , insiemem a Buddy Holly. Chuck forse fu davvero il primo, con il successo di Maybelline, a unire veramente il rock con il roll, l'ideale fusione di macchine veloci, chitarre, ragazze e ritmo: in pratica sintesi di quasi tutto ciò che allora ossessionava le giovani generazioni. Seguirono pietre miliari nella storia del rock (Brown-Eyed Handsome Man, Roll Over Beethoven, anche Too Much Monkey Business, con evidente critica allo stile di vita americano), ma fu solo con la quinta incisione, School Days, un anno e mezzo dopo Maybelline, che Chuck Berry raggiunse il secondo successo, grazie la sua fantastica abilità nel ricreare quadri di vita giovanile. 

La storia di Chuck Berry più sinteticamente e poeticamente possibile  è la storia di << un ragazzo di campagna che arriva al successo >>. I fatti della vita sono in realtà piu prosaici.
Non è stato il solito cantante di blues, ma è stato il  maestro nell’insegnare i fondamenti del rock: tutti eseguivano le sue canzoni; e nel 1964, in Inghilterra, Berry dopo le vicissitudini americane, l'arresto per adescamento di minorenni e tutto quello che doveva attraversare un musicista di colore che arriva al successo in quegli anni negli States, riscopri il successo, con una serie di ristampe e di nuove pubblicazioni. In seguito, la carriera fu un po’ frenata dalla tendenza dei gruppi inglesi che lo adoravano a far diventare l’artista una << leggenda del rock and roll >>, imbalsamandolo nel contempo come << vecchia gloria ». E' stato solo con un gruppo di musicisti d’Oltremanica, nel 1970, che Berry meritò il primo disco d’oro, con una infantile canzoncina di musica leggerissima, My Dingaling. Quel che i gruppi britannici e i <<revivalisti» come i Creedence Clearwater Revival apprezzavano di piu in Berry (lo stile personale dell’incisiva chitarra e la  grandissima poesia primitiva delle composizioni) era quello che in effetti aveva lo aveva limitato negli anni ’50. Se si escludono Maybelline e School Days, Chuck ebbe solo quattro successi: Sweet Little Sixteen, Memphis, Rock and Roll Music e Johnny B. Goode.Chuck Berry può venire considerato la matrice del rock and roll, il creatore della nuova grammatica e la fonte cui le generazioni di musicisti rock a venire si sarebbero rivolte. Furono quei ritratti di vita giovanile americana che fecero sentire Berry vicino ai gruppi inglesi di rock, che conoscevano gli Stati Uniti solo attraverso i dischi e i film, e li convinsero a usare le istantanee dell’artista come base per la loro rivoluzionaria visione dell’America.
Il legame di Chuck Berry con l'inghilterra e Londra in particolare è testimoniato dalle tante esibizioni live: tutta da vededre è quella che tenne al BBC Theatre di Londra nel 1972, accompagnato dai The Rocking Horses. Uno show esilerante, travolgente, in cui Chuck regala tutta la sua carica di rocker puro e dimostra anche di essere un uomo di spettacolo, intrattenendo il pubblico londinese, incredibilmente composto, serio, ordinato, con storie, battute degne di un one-man-show a tutto campo.









29/07/15

La disarmante filosofia della non violenza. Malcom X vs Hate Bus

Il telegramma che Malcolm X inviò a George Lincoln Rockwell (Leader del Partito Nazista Americano)

Vero è che non si finisce mai, ma proprio mai di imparare..

Dopo aver lasciato la NOI (Nation of Islam) nel 1964, Malcolm X aveva usato "la strana" alleanza del movimento con il KKK (Ku Klux Klan) come arma contro Elijah Muhammad. L'anno successivo inviò un telegramma a George Lincoln Rockwell:
- 1965
This is to warn you that I am no longer held in check from fighting white supremacists by Elijah Muhammad's separatist Black Muslim movement, and that if your present racist agitation against our people there in Alabama causes physical harm to Reverend King or any other black Americans who are only attempting to enjoy their rights as free human beings, that you and your Ku Klux Klan friends will be met with maximum physical retaliation from those of us who are not hand-cuffed by the disarming philosophy of nonviolence, and who believe in asserting your right of self-defense -- by any means necessary.

«Non sono più ostag­gio dei musul­mani neri sepa­ra­ti­sti gui­dati da Eli­jah Muham­mad che mi impe­diva di com­bat­tere i supre­ma­ti­sti bian­chi. Que­sto tele­gramma è per avver­tirti che se la tua cam­pa­gna raz­zi­sta arre­cherà danni fisici al reve­rendo King o a qual­siasi altro nero desi­de­roso di godere dei pro­pri diritti civili, tu e i tuoi amici del Ku Klux Klan subi­rete la mas­sima ritor­sione fisica da parte di chi tra noi non è trat­te­nuto dalla disar­mante filo­so­fia della non vio­lenza e anzi crede fer­ma­mente nel diritto all’autodifesa — con ogni mezzo neces­sa­rio».

Nel 1967 George Lin­coln Roc­k­well fu assas­si­nato all’esterno di un cen­tro com­mer­ciale di Arling­ton, Vir­gi­nia. Un ex mem­bro del par­tito fu arre­stato e con­dan­nato per omi­ci­dio.

Non è un mistero il rapporto del Nazi Party americano con il NOI, la Nation of Islam di  Eli­jah Muham­mad, che trovò ragioni nei primi anni 1960 per coordinare e discutere le strategie di separazione razziale . Vi furono diverse riunioni delle due organizzazioni e Rockwell scrisse alcuni per gruppo separatista nero.
Lo scopo degli incontri erano anche per garantire terreni agricoli nel sud per il NOI, iniziative mprenditoriali, e la formazione di un patto di non aggressione con i Klan locali.
Nel ’62 parlò ai mem­bri della Nation Of Islam a Chi­cago e fu fischiato, Muham­mad, però, apprez­zerà il discorso. Pas­se­ranno tre anni e si avvi­ci­nerà a Mal­colm X, fuo­riu­scito da un anno dalla Nation. In precedenza nel 1961, Malcolm e il ministro Jeremiah Shabazz avevano segretamente incontrato il KKK di Atlanta, proprio come Marcus Garvey aveva fatto quasi 40 anni prima. Anche se Mal­colm era sempre a disagio per questi rapporti, Rockwell non ebbe problemi a trovare un terreno comune; appena un anno dopo l'assassinio, in un'intervista con Alex Haley, dichiarò che.. "Malcolm X, ha detto le stesse cose che sto dicendo io.."

Inoltre si pre­sen­tò a Washing­ton a un mee­ting della Nation of Islam a bordo del famoso pulmino Volk­swa­gen Trans­por­ter, denominato Hate Bus,  che in seguito divenne il veicolo di rife­ri­mento della con­tro­cul­tura Usa e euro­pea anni Ses­santa, dell’hippysmo mon­diale, del movi­mento paci­fi­sta, dei sur­fer di mezzo mondo. Era lo stesso Roc­k­well a gui­darlo, accom­pa­gnato sempre da squa­dracce di nazi in divisa: era nato a Bloo­ming­ton, Illi­nois, e questo è alla base della sto­rica bat­tuta di John Belu­shi, quando nel film i Blues Bro­thers si imbat­tono in una mani­fe­sta­zione di estrema destra e fanno volare in acqua i nazi­sti. «Io li odio i nazi­sti dell’Illinois», sen­ten­zia fiero Belu­shi.

Al "Freedom Rally" al Uline Arena, lo stadio da 15mila metri quadrati che più in là avrebbe ospitato il primo concerto dei Beatles negli Stati Uniti,  davanti a una folla di 8.000 persone Rockwell e venti "truppe d'assalto" si riunirono per ascoltare Malcolm X e  consegnare un discorso dal titolo "Separazione o la Morte."Rockwell dichiarò che non era d'accordo con il discorso di Malcom X  solo su di un punto : "I musulmani vogliono un pezzo d'America per un loro stato, io preferisco che se ne vadano tutti in Africa". Il che non era del tutto vero. I nazisti e la NOI non erano d'accordo su un'altra questione: se le persone di colore fossero o meno esseri umani. Nel corso dei suoi tre anni da leader dell'ANP, Rockwell aveva spesso apostrofato gli afroamericani come "quei negri con l'anello al naso," "degli animali," e "niente più di scimpanzé."
Secondo lo storico William Schmaltz, dopo il suo discorso, Malcolm X fece un appello a fare una donazione: Rockwell, contribuì con 20 dollari.

Era con­vinto che una sal­da­tura con l’organizzazione religiosa nera — spesso accu­sata di sepa­ra­ti­smo e anti­se­mi­ti­smo — gli sarebbe potuta ser­vire per affer­mare le sue idee. Addi­rit­tura arrivò a defi­nire Eli­jah Muham­mad, al tempo lea­der della Nation, «l’Hitler del popolo nero». Sempre nel  1962, Rockwell scrisse un articolo per il giornale del partito, in cui elogiava  Elijah Muhammad, che .. "ha raccolto milioni di sporchi, immorali, ubriaconi, persone pigre e repulsive e li ha ispirati a tal punto da trasformarli: ora sono puliti, sobri, onesti, impegnati sempre nel duro lavoro, dignitosi e ammirevoli, nonostante il colore della loro pelle..  La segregazione razziale era il punto di contatto, ma era l'antisemitismo che soprattutto accomunava i due gruppi. Se Rockwell aveva portato all'estremo il suo odio per gli ebrei, Muhammad sosteneva una serie di teorie razziste, tra cui anche l'invenzione secondo cui gli ebrei avrebbero finanziato la tratta degli schiavi.

Anche se i rapporti tra il Nazi Party americano e il NOI diminuirono nel corso del tempo, la vicenda degli incontri tra le due parti, in tempi in cui le persone di colore venivano picchiate, molestate e assassinate, non solo negli stati del Sud, è un'altra delle più inquietanti nella storia della Nation of Islam, di Malcolm X e in generale della storia degli USA: lo spettro di questa alleanza vive ancora oggi.

Roc­k­well aveva anche a che fare con la musica: aveva fondato una sua scon­cer­tante etichetta disco­gra­fica, la Hate­nanny, il cui nome (hate) faceva il verso alla parola hootenanny  per indi­care gli happening sonori a base di folk. I dischi veni­vano ven­duti via posta e diret­ta­mente alle manifestazioni del par­tito nazi­sta.  




27/07/15

Il mondo? Un posto più triste senza il canto di Elizabeth Fraser

Esce proprio in questo mese di luglio materiale classico dei Cocteau Twins, uno dei tre pilastri principali della musica alternativa britannica, insieme a New Order e gli Smiths, pubblicato dalla mitica 4AD, in formato vinile, dopo la serie di riedizioni dello scorso anno. Il materiale consiste in un paio di EP e una compilation. Originariamente pubblicati a distanza di due settimane nel novembre 1985, i due Ep Tiny Dynamine and Echoes In A Shallow Bay, precursori del loro quarto album, Victorialand, saranno ristampati in un disco "artwork riformattato."

La 4AD pubblicherà anche una nuova versione di The Pink Opaque, una compilation del 1986. La raccolta presenta versioni alternative di alcune canzoni, come 'Millimillenary', in cui appare per la prima volta il poli-strumentista Simon Raymonde.
La musica della band, caratterizzata dagli effetti scintillanti della chitarra di Guthrie, sopra la voce ultraterrena e i testi spesso incomprensibili di Elizabeth Fraser, "la voce di Dio", come Madonna amava definirla, ha costruito vere e proprie "cattedrali soniche" che hanno influenzato quasi tutti i gruppi che si sono cimentati con un sound etereo come quello dei Twins. Dopo le sue collaborazioni soprattutto coi Massive Attack, in Mezzanine e in alcune esibizioni dal vivo della band di Bristol, e il disco solista Moses (2009) Elizabeth Fraser è scomparsa dalle scene musicali, anche se le erano state offerte somme di denaro "oltre i vostri (e i nostri) sogni più selvaggi" per collaborazioni con altri artisti - la proposta più strana era quella con i Linkin Park! - ma tutti i progetti sono stati rifiutati.
Nel 2005 era data per sicura la notizia che sarebbero stati gli headliner del Coachella Festival in California, e che dopo sarebbe seguita una grande tournée. Secondo il bassista Simon Raymonde, venne offerta a tutti i membri della band la somma di £ 1,5 milioni ciascuno per tornare insieme - somma che sarebbe stata sufficiente per garantire la loro sicurezza finanziaria, e sufficiente per garantire il futuro dell'etichetta Bella Union di Raymonde. Ci fu solo un problema. Poche settimane dopo l'annuncio, Elizabeth Fraser annunciò che non avrebbe partecipato.

Lo scioglimento della band fu accellerata dai problemi di dipendenza di Guthrie da alcol e droghe: la rivelazione, da lui stessa fornita sconvolse i fan. Ma era l'infelicità della Fraser, di cui i colleghi non si accorgevano la vera causa. Elizabeth non riusciva più a lavorare con Guthrie - che era stato anche il suo amante fino al 1993, e il padre della sua prima bambina. Ebbe un forte esaurimento nervoso, con conseguenti percorsi di psicoterapia. Ancora oggi è infastidita dalle suggestione di Guthrie, secondo cui aveva bisogno di farmaci per comporre la musica. Ed è ancora furiosa con se stessa per essere rimasta nella band ancora due anni (e un altro album, Milk and Kiss del 1996), dopo che la relazione con Guthrie si era conclusa. Dopo la separazione, ma sempre ancora nei Cocteau Twins, Fraser ebbe un intenso rapporto con Jeff Buckley. Ancora una volta, ne venne fuori un duetto sublime, All Flowers in Time Bend Towards the Sun, che può essere reperito in rete, con grande irritazione di Elizabeth.
<<Perché la gente deve sentire tutto?>> si lamenta. Anche se è meraviglioso lo considera.. <<.. incompiuto, si sente. Non voglio che venga ascoltato.>> «Forse un giorno non la penserò più così..>>

<<I Cocteau Twins erano la mia vita. E quando sei in qualcosa che ami profondamente , è necessario rimuoverla completamente."

Il mondo è un posto più triste senza il canto di Elizabeth Fraser...

Garlands
All Discography




25/07/15

Una giornata infernale e il condizionatore d’aria era rotto. Bukowski: Pulp (Incipit Bruciante)

Stavo in ufficio, il contratto d’affitto era scaduto e McKelvey voleva ricorrere al tribunale per sfrattarmi. Era una giornata infernale e il condizionatore d’aria era rotto. Sul piano della scrivariia stava camminando lentamente una mosca. Allungai un braccio, abbattei il palmo aperto della mano e la spedii all’altro mondo. Mentre mi pulivo la mano sulla gamba destra dei pantaloni squillo il telefono. Alzai il ricevitore.
“Ah, si,” dissi. “Leggi Céline?” chiese una voce femminile. Era parecchio sexy. Da un po’ di tempo ero solo. Secoli.
“Céline,” risposi, “ehmmm...”
“Voglio Céline,” disse. “Devo averlo.”
Una Voce tanto sexy, mi eccitava, davvero.
“Céline?” ripetei. “Mi dia qualche altra inforrnazione. Mi parli, signora. Continui a parlare...”
“Chiudi la cerniera,” ordinò.
Guardai in basso.
“Come faceva a saperlo?” chiesi.
“Non importa. Voglio Céline.”
“Celine è morto.”
“No. Voglio che tu lo trovi. Lo voglio.”
“Forse potrei trovare le sue ossa.”
“No, scemo, è vivo!”
“E dov’e?” ,
“A Hollywood. Mi hanno detto' che frequenta la libreria di Red Koldowsky.”
“E allora perché non se lo trova da sola?”
“Perché prima di tutto devo sapere se è il vero Celine. Devo esserne sicura, completamente sicura.”
“Ma perché si è rivolta a me? In questa città ci sono almeno cento investigatori privati dritti come me.”
“Ti ha raccomanclato John Barton.”
“Ah, Barton, si. Be’, senta. Ho bisogno di un anticipo. E devo vederla di persona.”
“Sarò li tra pochi minuti,” disse.
Lei abbassò il ricevitore. Io chiusi la cerniera. E aspettai.

Entrò. Sul serio, voglio dire, semplicemente non era leale. Aveva un vestito tanto attillato che quasi spaccava le cuciture. Troppe cioccolate al malto. E le scarpe avevano tacchi tanto alti che sembravano trampoli. Attraversò la stanza ondeggiando come uno storpio ubriaco. Un’abbondanza di carne che dava le vertigini.

Si sieda, signora, la invitai. Lo mise giu e accavallò le gambe molto in alto, quasi quasi mi fece strabuzzare gli occhi.
“Piacere di conoscerla, signora,” dissi.
“Smettila di guardare fisso, per favore. Non c’e niente che tu non abbia gia visto prima.”
“Si sbaglia, signora. Posso sapere come si chiama?”
"Signora Morte".
“Signora Morte? Lavora al circo? Nel cinema?”
"No"
“Dov’e nata?”
“Non ha importanza.”
“Anno di nascita?”
“Non cercare di far lo spiritoso...”
“Volevo solo alcune informazioni preliminari...”
In qualche imodo mi persi, cominciai a guardarle su per le gambe. Mi sono sempre piaciute, le gambe. E stata la prima cosa che ho visto quando sono nato. Ma allora stavo cercando di uscire. Da quel momento in poi ho sempre tentato di andare nell'altra direzione, ma con fortuna piuttosto scarsa. Fece schioccare le dita.
“Ehi, sveglia!”
“Eh?” Alzai lo sguardo.
“Il caso Céline. Ricordi?”
“Si certo.”
Aprii un fermaglio e puntai un’estremita Verso di lei.
“Ho bisogno di un assegno come anticipo"
“Certo,” disse sorridendo. “Qual é la tua tariffa?”
“6 dollari l’ora.”
Estrasse il libretto degli assegni, scribacchiò qualcosa, ne staccò uno e me lo gettò. Cadde sulla scrivania e io lo presi in mano. 240 dollari. Non vedevo tanti soldi da quando avevo azzeccato un’accoppiata a Hollywood Park nel 1988.
“Grazie, signora...”
“ Morte,” continuo lei.
“Si," dissi. “Adesso mi racconti qualcosa di questo cosiddetto Céline. Ha parlato di una libreria?”
“Be’, frequenta la libreria di Red, sta li a scartabellare... chiede di Faulkner, di Carson McCullers, di Charles Manson...”
“Frequenta la libreria, eh? Ehmmn.”
“Si” confermò, “conosci Red. Gli piace cacciare la gente dal negozio. Una persona spende da lui mille dollari poi si ferma un minuto o due e Red gli dice: ‘Perché non vai al diavolo fuori di qui?’ Red è un bravo ragazzo, ma é bizzaro. Comunque continua a cacciar via Céline, lui se ne va da Musso’s e se ne resta li al bar con la faccia triste. Dopo un giorno o due ritorna da Red e la storia si ripete.”
“Céline è morto. Lui ed Hemingway sono morti , a un giorno di distanza l'uno dall’altro. Trentadue anni fa.”
“Di Hemingway lo so. Lui ce l’ho.”
“E sicura che fosse Hemingway?"
“Oh si.”
“E allora perché non è sicura che questo sia il vero Céline?”
“Non lo so. Ho una specie di blocco, in questa faccenda. Non mi é mai successo prima. Forse è troppo tempo che sono sulla breccia. Quindi sono venuta da te. Barton dice che sei bravo.”
“E lei pensa che il vero Celine sia vivo? Lo vuole?”
“Assolutamente, grassone.”
“Belane. Nick Belane.”
“D’accordo, Belane. Voglio esserne certa. Dev’essere il vero Celine, non un incompetente che si spaccia per lui. Ce ne sono troppi, di quelli.”
“Lo sappiamo bene.”
“Be’, datti da fare. Voglio il più grande scrittore francese. Ho aspettato anche troppo.”
Poi si alzò e uscì. In tutta la vita non avevo mai visto un culo simile. Oltre ogni  immaginazione. Oltre tutto quanto. Adesso non mi scocciate. Voglio pensarci su.

Era il giorno dopo.
Avevo annullato l’impegno di tenere un discorso alla Camera di Commercio di Palm Springs.
Pioveva. ll soffitto perdeva. La pioggia lo attraversava e faceva “plic plic plic ploc ploc plic plic plic ploc plic plic ploc ploc ploc plic plic plic...”.



24/07/15

Musica e Tecnologia: L' incredibile US Festival 1982/83'

'US Festival 1982/83'

L'US Festival è il nome di due eventi musicali organizzati nei primi anni ottanta da Steve Wozniak, co-fondatore della Apple Computer. La prima edizione si svolse nel weekend del Labor Day nel 1982 mentre la seconda durante il weekend del Memorial Day nel 1983. Wozniak pagò per la demolizione e la ricostruzione di un nuovo spazio a cielo aperto destinato ad ospitare un palcoscenico d'ultima generazione presso il Glen Helen Regional Park vicino a Devore, San Bernardino, California.

Fu un evento che ha avuto un impatto incredibile sul mondo del rock and roll. Nonostante si svolse per due soli anni, gettò le basi per tutti i festival rock a venire, dal Lollapalooza al Outside Lands, fino al Coachella, etc., di cui godiamo ancora oggi. Erano tempi difficili per i grandi raduni: per decenni i festival erano mal visti e evitati dalle città, la paura di scontri e violenze era molta, Altamont era ancora nel ricordo di tanti. Nonostante questo, ..<<La maggior parte delle persone non sa di cosa stiamo parlando...>> dice Barry Fey, uno dei maggiori promoter di concerti americani.
Il Festival nacque da un idea di Wozniak, co-fondatore della Apple, idea che aveva come principio di mettere in risalto e unire musica e tecnologia, e un nuovo modo di pensare. Oltre alla musica, ci furono collegamenti via satellite con l'Unione Sovietica durante i due eventi, che furono arricchiti da molte innovazioni tecnologiche d'avanguardia: fu una delle prime volte che si utilizzarono mega schermi video durante un concerto. 

Il primo Festival nel 1982 vide le esibizioni di gruppi rock classici e new wave come i Police, i Ramones, Talking Heads, e Tom Petty & The Heartbreakers, così come artisti provenienti da altri generi. Si stima che circa 425.000 persone presero parte all'evento di quell'anno.
L'edizione del 1983 del Festival portò le cose ad un livello maggiore, di professionalità e organizzazione. Nella ricordi di molti, il fulcro della manifestazione fu l' Heavy Metal Day, che vide le esibizioni dei Quiet Riot, Motley Crue, Ozzy Osbourne, Judas Priest, Triumph, Scorpions e di Van Halen. Fu proprio Steve che volle assolutamente David Bowie alla manifestazione, nonostante i problemi di organizzazione, di spazio e di budget.

"Io amo David ...e questi sono i miei soldi e il mio festival.. "
Il promoter Barry FeyFey chiamò Bowie, che era in un tour europeo per promuovere 'Let Dance'. Bowie rispose:<< Dovremo interrompere il nostro tour e noleggiare un 747 per portare le nostre attrezzature..>>. David Bowie partecipò con un compenso di un milione e mezzo di dollari, quanto Van Halen, fino ad allora l'artista più pagato e anche più criticato. Quando Frey comunicò le spese, Wozniak si strinse nelle spalle.

I Clash, di cui abbiamo già postato il live a S. Bernardino, organizzarono una conferenza stampa e vomitarono veleno soprattutto contro Van Halen, che era un loro obiettivo particolare, e per esprimere il loro disappunto, minacciando di non suonare.
Alla fine cedettero e, come ricorda Fey, gli organizzatori del festival si presero una piccola vendetta, facendo scorrere sullo schermo del video - durante il loro set. - la cifra che il gruppo ottenne per la loro esibizione: mezzo milione di dollari.
Wozniak perse un sacco di soldi su entrambi i festival. L'US Festival ha vissuto per anni solo nella memoria e anche, in forma tangibile, grazie ad alcuni video e registrazioni provenienti da archivi privati. Ora verrà pubblicato un documentario/concerto su Dvd: "USA Festival 1983: Giorni 1-3", già in digitale su iTunes, sarà pubblicato in DVD il 3 dicembre dalla MVD Entertainment..

"Dissero che non potevamo farlo, che era troppo costoso, troppo ingombrante. Abbiamo dimostrato che si sbagliavano. Era il momento giusto per questo tipo di festival. C'era uno spirito, una spinta all'unità iniziava a diffondersi. Abbiamo cercato di catturare quella spinta. Penso che alla fine ce l'abbiamo fatta.."
Steve Wozniak

Nel video, il set completo al US Festival dei Wall of Voodoo, con l'ultima apparizione di Stan Ridgway con la band e di seguito quello dei Ramones.




 

Queste le incredibili Line-Up dei due eventi/concerti:

Labor Day Weekend, 1982

Venerdì 3 settembre
Gang of Four
The Ramones
The English Beat
Oingo Boingo
The B-52's
Talking Heads
The Police

Sabato 4 settembre
The Joe Sharino Band
Dave Edmunds
Eddie Money
Santana
The Cars
The Kinks
Pat Benatar
Tom Petty & the Heartbreakers
Prima video conferenza tra USA e URSS

Domenica 5 settembre
Breakfast with the Dead (Grateful Dead)
Jerry Jeff Walker
Jimmy Buffett
Jackson Browne
Fleetwood Mac

Memorial Day Weekend, 1983

Sabato 28 maggio (New Wave Day)
Divinyls
INXS
Wall of Voodoo, ultimo concerto di Stan Ridgway con i Wall of Voodoo
Oingo Boingo
The English Beat
A Flock of Seagulls
Stray Cats
Men at Work
The Clash, ultimo concerto di Mick Jones con i The Clash.

Domenica 29 maggio (Heavy Metal Day)
Quiet Riot
Mötley Crüe
Ozzy Osbourne
Judas Priest
Triumph
Scorpions
Van Halen

Lunedì 30 maggio (Rock Day)
Los Lobos (solo sul palco laterale)
Little Steven & The Disciples of Soul
Berlin
Quarterflash
U2
Missing Persons
The Pretenders
Joe Walsh
Stevie Nicks
David Bowie

Sabato 4 giugno (Country Day)
Thrasher Brothers
Ricky Skaggs
Hank Williams, Jr.
Emmylou Harris & The Hot Band
Alabama
Waylon Jennings
Riders in the Sky
Willie Nelson
Gerald Ray Band





23/07/15

Quando il Rock era impegno: Concert for Boat People 1978

NOTTE DI ROCK 'N' ROLL E IMPEGNO A N.Y. - USA.
Quando la guerra del Vietnam finì, ebbe inizio una crisi umanitaria di grandi proporzioni. Iniziò un esodo di rifugiati indocinesi, in fuga su barche traballanti e con nessun posto dove andare. Nel 1978, il flusso raggiunse la cifra di 100.000 rifugiati, molti dei quali morivano nel mare della Cina meridionale: fu la catastrofe dei "boat people", molto simile a quello che oggi viviamo quì in Italia, con migliaia di profughi che nel tentativo di sfuggire alle guerre e alla fame che devastano i loro paesi di provenienza, Siria, Libia, Palestina.. muoiono affogati nel Mediterraneo.

Maggio del 1978, Palladium di New York City. Todd Rundgren, in uno sforzo per sensibilizzare sulla difficile situazione dei boat people e per raccogliere fondi destinati al loro aiuto organizzò un concerto/evento che vide la partecipazione di molti esponenti del rock allora molto in voga.

Il programma era davvero straordinario: David Johansen, Blue Oyster Cult, Patti Smith e Todd Rundgren con i suoi Utopia. Due spettacoli di beneficenza pro-refugi indocinesi organizzati da Rundgren stesso, esauriti immediatamente. ll secondo iniziava a mezzanotte e mezzo - il teatro Palladium sul confine settentrionale del Village tuonava nella notte - quello che si dice una vera notte di rock’n’roll.
David Johansen era ed è, nel suo piccolo, una leggenda. Come bambola superstite (New York Dolls) le porte gli erano state aperte, il vecchio e il nuovo pubblico lo accolse con l’affetto che si elargisce a un vecchio amico. Come cantante ancora urlava con quella voce fragile e vulnerabile, come autore le sue canzoni scendono più facilmente verso immagini sempre tese e nervose, ma più romantiche. Come showman pagava un po’ la sua somiglianza a un ciclone jaggeriano - ma chi ne é esente, nel r’n’r? -, e si chiamava spontaneamente addosso una simpatia che era quella riservata a chi da molto tempo la rincorreva e meritava. <<Potete contare su di me!>>, urlava nell’introduzione di “Reach Out, /'ll Be There", e si vedeva come volesse arrivare a rappresentare qualcosa di fidato per il suo pubblico. E quando su Frenchette (invocazione di amore e salvezza) gettava via ogni speranza e miagolava <<Let’sjust DANCE», la folla lo seguiva. Un breve set, molto intenso e divertente, con ancora souvenir delle Dolls in Personality Crisis, e poi come bis una turbolenta versione di Girls, stoneggiante assai. Applausi Quando salirono i BOC, l’atmosfera era già calda. L’ultima volta si erano visti era il loro show, e la spettacolarità degli effetti laser aveva tramortito di brutto. Senza effetti con cui catturare la suggestione, il quintetto si affidò a tutta Ia sua proverbiale compattezza. I Cult, bene o male, sono sempre rimasti un culto. . Davanti alla solida sezione ritmica dei fratelli Bouchard, Eric Bloom tutto-cuoio (con aria di minaccia) cantavano canzoni di extra-terraneita e macabri encounters da dietro gli occhiali specchiati. Buck Dharma, sempre impeccabile in abiti interi, riempiva l’aria di pregevolmente ben costruiti assoli di chitarra, e il dinoccolato Alan Lanier aggiungeva il supporto necessario alla completezza del suono con spazzate di tastiere o di terza chitarra_ <<PeopIe, are you ready to rock and rooolll!», loro abituale presentazione, bastava per catturare I ‘attenzione fin dall’inizio e a non mollarla più fino alla fine. Non un rock pecoreccio e casuale: ma molta complessità nei loro incroci armonici e strumentali, il suono pulito, pur nella sua mastodontica potenza. Pesante ma intelligente, grazie a dio.

A sorpresa, la poetessa. Entrò sulla scena da sola, vestita premaman e andatura ciondolante, i lunghi capelli sugli occhi. Cominciò a mormorare qualcosa, poi il tono si fece più forte, e le parole presero senso. Dietro a lei, il palco si riempì con Lenny Kaye, J.D. Daugherty, l'ex fidanzato Lanier e Dharma. La musica prese forma, il ritmo si fece urgente, incalzante. Esplose g-I-o-r-i-a-GLORIA! Patti vedeva la gente seduta, li incitava ad alzarsi. Non tutti la seguirono. Allora, perfetta padrona di casa, si gettò nelle prime file a ballare. Poi tornò sul palco, fece passerella, sbracciò un addio e scomparve. Folgorante. Non tornerà. E, in un certo senso, l’attesa era per lui. Il wizard/true star arrivava esattamente cosi. La gente lo aspettava, e sapeva che la vera star della serata era lui. Todd lo sapeva meglio di loro - l’aveva messa in piedi lui, la baracca - e quando apparì non lasciò più spazio a ripensamenti. Un paio di calzoni tipo-seconda pelle e una giacchetta aperta sul petto in piena moda spaziale-sobrio, in fondo. Nato a Philadelphia e in tournée perenne da anni, Rundgren a poco a poco si era conquistato lo status di star, e la gente lo adorava: ammirava la sua fantasia, la sua voce metallica e dolce insieme, e conquistata dal suo formato di poi: songs melodiche e facili come linearità, intelligenti e piene di spunti nella loro elaborazione. Al suo fianco il consueto trio degli Utopia piccolo ma compatto nucleo dove si fondevano con magistrale dosatura solido accompagnamento ritmico, tessiture di organo piano e sintetizzatori, e impasti vocali assolutamente impeccabili. Per la serata Told sembrava aver lasciato dietro le quinte i suoi giorni più sperimentali, e snocciolava una dopo l’altra canzoni riconosciute e accolte tutte con grandi applausi e grandi sorrisi. Una delle sue composizioni più recenti, Why Can't We Be Friends, era e rimane un gioiello di arrangiamento, linea melodica e esecuzione. Nelle due parti centrali, solo le due tastiere a rincorrere un ritmo spezzato e un’aria delicata e poetica, una ballerina entrò in scena e nella tenue luce azzurra danzava con una grazia incantevole. ll finale, con apparizione a sorpresa del malefico Rick Derringer (in una lunga versione di Hang On Sloopy, altro fantasma di infanzia che ritornava), era eccitamento e rock’n’roll pieno. L'orologio segnava le quattro e dieci di mattina, e credo che dica tutto.

Serate così, il rock’n’roll ne vede oggi assai poche. A nessuno dei nostri rockers è venuto mai in mente di organizzare eventi e concerti benefits a favore dei molti immigrati che ogni giorno affrontano il mare e la morte per sfuggire a condizioni di vita miserevoli e brutali. Impegno e musica, nel nostro paese, sono ormai solo un lontano ricordo..



22/07/15

Spara, vigliacco! Le ultime parole famose..

1. Brendan Behan
"Hai fatto un errore. Mi hai sposato. "
Il drammaturgo irlandese, sollevato dal suo letto d'ospedale, disse questo, con atteggiamento di grande tolleranza e comprensione a sua moglie , Beatrice; poi morì di malattia epatica acuta all'età di 41 anni.



2. Dylan Thomas
"Ho appena bevuto diciotto whisky tutto d'un fiato. Credo che sia un record ".
Questo disse il poeta gallese nella sua stanza al Chelsea Hotel a Liz Reitell, con la quale aveva una relazione, dopo aver fatto questo record in una gara di bevute alla White Horse Tavern. Morì poco dopo di intossicazione acuta da alcol all'età di 39 anni.


3. Edith Piaf
"Tutte le dannate stupide cose che si fanno nella vita alla fine si pagano."
La cantante francese, che soffriva di alcune malattie croniche, prese la polmonite a Parigi. Sapeva che stava morendo, e disse questo a sua sorella, al suo capezzale.

4. Lee Harvey Oswald
"Non c'è nessuno che vuole spararmi".
Il sospetto assassino di John Kennedy disse questo al detective James Leavelle, che lo scortava ammanettato mentre veniva portato fuori da una stazione di polizia di Dallas. Qualche istante dopo, Jack Ruby dimostrò che aveva torto.

5. Dutch Schultz
"Madre è la migliore scommessa e non lasciare che Satana ti prenda velocemente ... La zuppa di fagioli franco/canadese. Voglio pagare George ... Oh, mamma, mamma, mamma. "
Colpito alla testa durante una cena nel night club Palace Chop House a Newark, il gangster legato al sindacato ebraicoindugiò per 22 ore, blaterando monologhi esistenzialisti, cose surreali e senza senso..


6. George Armstrong Custer 
"Hurrah, ragazzi, ce li abbiamo! Li finiremo e poi ce ne torniamo a casa, alla nostra nostra stazione. "
Il 25 giugno 1876, a Little Big Horn, Custer era così sicuro di un rapido successo del suo attacco a sorpresa che urlò questo ai suoi uomini prima di caricare all'impazzata l'accampamento Sioux.


7. John B. Sedgwick
"Non potrebbero colpire un elefante a questa distanza ''
Il generale dell'Unione, supervisionando postazioni di artiglieria nei pressi di Spotsylvania, rassicurò i suoi uomini sull'efficacia delle barricate e sulla loro sicurezza. Un cecchino confederato gli dimostrò che metà della sua dichiarazione era sbagliato. Morì così, colpito da un tiratore scelto, da una notevole distanza.


8. Nerone
"Quale artista muore con me!" 
Dopo che l'imperatore romano fu rovesciato, andò a nascondersi nei pressi di Roma. Una sentenza di morte fu approvata in contumacia dal senato romano. Prima che potesse essere eseguita , Nerone si suicidò con il veleno. Queste, secondo Tacito, furono le sue ultime parole.


9. Eva Maria (Evita) Duarte de Peroneva
"Una donna per bene deve andare avanti nel mondo."
La moglie del presidente argentino Juan Peron disse questo alla cameriera prima di cadere in coma. Dopo la sua morte, il suo corpo fu imbalsamato e esposto al pubblico.


10. Ernesto Che Guevara 
"Spara, vigliacco, e stai tranquillo: stai per uccidere un uomo."
Quando il rivoluzionario, argentino di nascita, fu catturato dalle truppe boliviane il 9 ottobre 1967, disse questo a Mario Teran, il soldato a cui era stato ordinato di sparargli.


11. Hunter S. Thompson
Relax. Non farà male
Classe gonza. La frase sarebbe riportata su un biglietto scritto poco prima di essersi sparato. Ma secondo alcuni non si è trattato di un suicidio. Inoltre, secondo la ricostruzione, Thompson è morto mentre era al telefono con la moglie.


La perfetta colonna sonora per una stupida marcia razzista







21/07/15

Socialismo, funk e qualche testa spaccata: Delta 5

Oltre ai Gang of Four, il gruppo di Leeds portavoce dei sottoproletari politicizzati dell'Inghilterra industriale, fautori del neomarxismo applicato al Post-punk, un altro gruppo di Leeds, i Delta 5 portò quel mix di musica e politica sulle piste da ballo alla fine degli 70. Socialisti per loro stessa definizione, agitatori e provocatori, nel 1979 Julz Sale cantante / chitarrista, Ros Allen al basso , e Bethan Peters come secondo bassista , Alan Briggs alla chitarra e Kelvin Knight alla batterista si distinsero come la versione più dura e tagliente delle Slits e Gang of Four messi insieme. Sia i Delta 5 e i Gang furono tra i principale fautori del movimento Rock Against Racism . Delta 5, che annoverava tre donne nel gruppo, ebbero anche un ruolo determinante nella lotta contro la Corrie Bill, una legge contro l'aborto.

Alla fine degli anni '70, gruppi skinhead locali arruolati dal British Movement, una propaggine spudoratamente nazista e ancora più razzista del Fronte Nazionale britannico, attaccavano i concerti delle band "comuniste". Rock Against Communism si facevano chiamare, e una notte Ros Allen dei Delta 5, fu riconosciuta in un pub da otto membri del British Moviment, che l'apostrofarono come "strega comunista". I membri del gruppo furono costretti a uscire dal pub, inseguiti per strada e pestati. Bethan Peters, vocalist e bassista dei Delta raccontò a Greil Marcus, nel 1980, che gli skinhead che facevano il saluto nazista ("Sieg Heil") erano una presenza fissa ai loro concerti, e che più volte spaccò la testa a molti di loro nel corso degli incidenti che provocavano.

I Delta 5 ebbero vita breve, il sodalizio non durò a lungo, solo un album e alcuni singoli prima dello scioglimento nel 1982. La loro fama e reputazione è ai più sconosciuta, per diversi decenni sono stati oscurati, ma nel 2006, l'etichetta Kill Rock Stars ha ripubblicato alcuni primi materiali del gruppo, come Singles & Sessions 1979-1981 , che hanno rinnovato nuovo interesse per questa band sicuramente originale e alternativa. Sotto, il video di “Mind Your Own Business", registrata presso la discoteca Hurrah a New York City, nel 1980.




20/07/15

A Columbia (Usa) non passa il Klan

Un poliziotto di colore aiuta un membro del KKK che si era sentito male!
Dal Venerdì di Casale S. Nicola, a Roma, a Sabato 18 luglio, Columbia, in South Carolina, Stati Uniti. Poche decine di persone, sotte le effige dei fedeli Cavalieri Bianchi del Ku Klux Klan del North Carolina si sono raccolti per protestare contro la recente rimozione della bandiera confederata dagli uffici della pubblica amministrazione, e in particolare dalla Statehouse, il parlamento locale. La decisione era stata presa nelle ultime settimane in seguito all'attentato contro la chiesa di Charleston per mano di un neonazista e all'acceso dibattito sulla simbologia razziale della bandiera secessionista, considerata un'icona della segregazione razziale e dell'intolleranza nei confronti degli afroamericani. In quella che sicuramente non è una coincidenza, sono cresciuti gli attacchi incendiari contro le chiese della comunità nere e le provocazioni, fino alla manifestazione di sabato.

E' stato concessa l'autorizzazione anche per una manifestazione di un gruppo affiliato al New Black Panther Party, “Black Educators for Justice”, per lo stesso giorno: doveva essere uno sparuto gruppo di neri che volevano protestare contro la manifestazione nazista, ma quando è arrivato il momento per il KKK di dare via al corteo, il gruppo si era ingrossato fino ad arrivare a un migliaio di contro-manifestanti, molti dei quali appartenenti alle Black Panters. Decine di agenti in divisa hanno creato un perimetro per permettere l'ingresso ai "Klansmen" alla cosidetta "zona di libertà di parola", nel tentativo di divedere i due gruppi.

I nazisti, sopraffatti dal numero di contro manifestanti, potevano fondamentalmente solo urlare e inveire, sventolando le loro bandiere: uno skinhead scherniva mimando gesti e grugniti delle scimmie gli afro-americani, il che sarebbe stato in realtà divertente se lo spettacolo non fosse così seriamente patetico. Non appena il KKK ha tentato di muoversi – ovviamente scortato dalla polizia in forze – decine di Black Panther sono quindi entrati in azione scatenando un vera e propria “caccia al suprematista”; hanno inseguito i membri del Klan, alcuni rifugiati in un garage secondo testimoni sono caduti sotto i colpi delle pantere che hanno poi dato alle fiamme i vessilli degli incappucciati mentre la polizia è arrivata in tempo per evitare il peggio. Alla fine, dopo circa un'ora di scontri, il bilancio è di 20 persone ferite, 5 arrestate, diverse bandiere confederate rubate e date alla fiamme, ma soprattutto di numerosi neonazisti dolenti e sanguinanti per la solenne bastonatura ricevuta.

Tornata la calma, i pochi superstiti del Klan sono stati costretti ad allontanarsi dalla piazza sotto un diluvio di insulti, mentre ci sono stati diversi interventi che hanno ribadito la necessità di opporsi con ogni mezzo necessario alle provocazioni di suprematisti e razzisti.
Quì un video amatoriale sugli scontri postato su facebook




La vergogna di Casale e la sinistra fantasma

Con l'aiuto del Presidio Solidale di Via Visso - Nodo Territoriale Tiburtina, cerchiamo di ricostruire la vicenda che ha poi portato agli scontri di Casale San Nicola, venerdì scorso. Sì, perchè la “rivolta” di Casale San Nicola ha, infatti, una genesi molto più ampia e articolata di quanto non sia apparso nel solito circo mediatico che, dolosamente, continua a mettere al centro della narrazione solo la parte utile a fomentare la xenofobia e l'odio razziale. Protagonisti della vicenda le amministrazioni e i soliti “comitati” di quartiere, strumentalizzati da razzisti e fascistoidi vari per soffiare sul fuoco dell’emergenza e dirottare sull'immigrato cariche di rabbia altrimenti pericolose per il potere costituito.

Comitati di quartiere che si sono fatti sentire stamattina sui giornali, accusando i giornalisti e i media in generale di averli fatti passare per razzisti: strano, perchè prima le stesse accuse rivolte agli stessi giornalisti erano perchè questi non si occupavano della loro "vicenda", mentre ora si ritrovano sulle prime pagine dei quotidiani, con tanto di foto e filmati, che li ritraggono insieme ai soliti fasci di Casa Pound scagliare di tutto contro le forze dell'ordine, per impedire a 19, diciannove migranti di alloggiare in un centro di accoglienza nel loro bel quartierino.

"Non siamo razzisti e non abbiamo chiesto aiuto ai fascisti".. urlano.
Certo è che non possono più urlare la retorica fascista/leghista del.. portateli a casa vostra, portateli nei quartieri bene: Casale S.Nicola non è Tor Pignattara, non è il Casilino o un altra delle zone a rischio della città.
Dei camerati, oggi, non c'è traccia, mentre i 19 ragazzi immigrati se ne stanno nel casale, buoni e tranquilli: il più piccolo ha 17 anni, 21 il più grande.
Ma andiamo con ordine. A settembre 2014 sbarcano in Sicilia, tra le migliaia di altri, 60 ragazzi provenienti da Gambia, Senegal, Mali. Dopo pochi giorni di permanenza nei centri locali vengono trasferiti a Roma, insieme a un gruppo di pakistani e bengalesi, in una struttura a via Visso, sulla Tiburtina, dove sarebbero dovuti rimanere temporaneamente fino al colloquio con la Commissione giudicante lo status di rifugiato.

La data di tale colloquio, tuttavia, rimane vaga per lunghi mesi, durante i quali i ragazzi iniziano a vivere attivamente il territorio in cui sono inseriti: chi lavorando, chi iscrivendosi a scuola, chi frequentando gli spazi sociali del quartiere attraverso corsi di italiano e altre attività. Lentamente iniziano a fare comunità, a integrarsi tra loro e con l’esterno, a uscire sempre più dal ghetto che viene costruito intorno alla figura del migrante.

Nel frattempo, a maggio inizia a circolare la voce che verrà aperto un nuovo centro di accoglienza sulla Cassia, all’incrocio tra La Storta e la Braccianese. Sull’onda di quanto già successo a Tor Sapienza subito si attivano gli abitanti del quartiere che, fomentati da Casapound e le solite destre romane, occupano simbolicamente l’ex scuola che dovrebbe ospitare il centro e istituiscono un presidio permanente di protesta.

Pochi giorni fa, le due vicene si sono intrecciate in un disegno che ha ben poco di casuale. Ai ragazzi di via Visso viene comunicato, con sole 48 ore di anticipo, lo spostamento nell’edificio in questione, a decine di chilometri da dove hanno iniziato, tra mille difficoltà, a crearsi un’esistenza minimamente dignitosa. La motivazione ufficiale, peraltro tenuta nascosta fino all’ultimo, è il cambio di cooperative nell’appalto per l’accoglienza dei ragazzi, nell’ambito della riorganizzazione seguita a Mafia Capitale e al rapporto del prefetto Gabrielli. Da subito i ragazzi, che dunque dovrebbero essere spostati come pacchi postali senza minimamente essere interpellati, esprimono la ferma volontà di non volersi muovere verso la nuova collocazione, non volendo rinunciare ai percorsi già avviati e rifiutando di essere pedine di un meccanismo che trae profitto dalla loro deportazione. Tuttavia, la condizione di ricatto in cui versano a causa della richiesta d'asilo, un vero e proprio “limbo” giuridico, non consente loro di agire liberamente, poiché qualsiasi comportamento anche solo ai limiti della legalità potrebbe compromettere la richiesta stessa.

Accade così che la mattina di venerdì, sotto la minaccia di pregiudicare il parere della commissione d'asilo e di non ricevere più il “pocket money” e i pasti, il primo gruppo di ragazzi accetta a malincuore di andare a Casale San Nicola. Al loro arrivo trovano ad attenderli un centinaio tra residenti e fascisti inferociti, che tentano di opporsi fisicamente al passaggio del pullman dando vita ad un comico teatrino con le forze dell’ordine. Da qui inizia la narrazione tossica dei mass-media che, in un gioco delle parti già visto, trasformano la protesta, per quanto veemente, di qualche decina di persone in un evento di respiro nazionale con scontri e feriti.
L'unica risposta delle amministrazioni a un flusso migratorio sempre più imponente sembra essere quella che stiamo vedendo a Ponte Mammolo prima e a via Visso poi, con l'intento di trattare i migranti unicamente come problema di ordine pubblico finalizzato al mantenimento dell’emergenza e, dunque, alla speculazione su di essa da parte del sodalizio governanti-cooperative.
Questa la storia.

Ma oltre alle responsabilità delle autorità, dobbiamo però chiederci dove è la sinistra, dove sono i democratici, gli anti­raz­zi­sti, quelli del Pd e i Syriziani di Sel, a con­trastare l'odio nero, le brac­cia tese di Forza Nuova e Casa Pound, a spie­gare, a offrire ragio­na­menti alter­na­tivi, e magari a soste­nere i migranti in que­sto momento dif­fi­cile delle loro vite? Dove sono quelli degli slogan altisonanti, non un passo indietro, riprendiamoci i quartieri, mentre nelle strade si vedono solo bandiere nere e teste rasate?



Cittadini di Casale S. Nicola e fascisti protestano contro l'arrivo di 19 (diciannove) migranti..