27/09/12

Populisti e messianici, nemici della democrazia. Tzvetan Todorov

Popolo, Libertà e Progresso sono i fondamenti della democrazia, che però quando alimentano populismo, ultraliberismo e messianismo, possono diventare una minaccia per la democrazia stessa. La democrazia, oggi, non rischia di essere messa in discussione dai suoi tradizionali nemici, fascismo di tutti i colori. Anche se dopo l'11 settembre, c’è chi ha cercato di trasformare l'Islam in un nemico globale della democrazia, in realtà per i sistemi democratici le minacce esterne non sono più un pericolo reale: oggi i veri pericoli provengono dall'interno della democrazia stessa, nemici "intimi", forme di perversione e di stravolgimento di alcuni dei suoi principi di base. Il populismo, l'ultraliberismo, il messianismo sono il risultato della dismisura di alcuni elementi che la costituiscono: popolo, libertà e progresso.

Dismisura diventata possibile perché' sono venute meno le limitazioni reciproche cui questi elementi erano sottoposti. Il liberismo classico ha proclamato si la libertà degli individui, ma senza immaginarla come una libertà illimitata. La libertà nello spazio pubblico diventa sempre un potere e ogni potere, senza limiti, è un pericolo. Chi ha un potere cerca di espanderlo e la tentazione della tirannia è inerente al comportamento umano. Di conseguenza i poteri devono limitarsi e controbilanciarsi a vicenda. Solo cosi si evita il rischio del dispotismo. Il caso dell'ultraliberismo è il caso più evidente del mancato equilibrio tra i diversi principi che caratterizzano la democrazia: un’esasperazione smisurata del giusto principio di libertà. Vero è che da sempre gli uomini avanzano rivendicazioni di libertà individuale ma anche di appartenenza collettiva. E bene comune e bene individuale non vanno sempre nella stessa direzione. Oggi le democrazie corrono il rischio della tirannia dell'individuo, che in nome della libertà assoluta e smisurata, sottomette la vita sociale al dominio di un’ economia regolata esclusivamente dalle leggi del mercato. In questa prospettiva vi è l'assenza di ogni controllo della società e della politica sulle forze individuali dell'economia. Si arriva poi al neoliberismo di stato, la mostruosa combinazione in cui la funzione dello stato diventa quella di smantellare lo stato stesso e di impedire qualsiasi controllo della società sull’attività degli individui. Di fronte al potere dell'economia, il potere politico si ritrova impotente. E le democrazie rischiano di trasformarsi in oligarchie dirette dai pochi che controllano il potere economico.

(...) Il messianismo è il rischio che corre la democrazia quando, considerandosi superiore, pensa di dover intervenire per imporre agli altri i propri principi. Il colonialismo con la sua pretesa d'imporre ai popoli "selvaggi" una civiltà considerata superiore nasceva da questa prospettiva. Oggi, come allora, crediamo ingenuamente nella superiorità della democrazia, al punto che consideriamo giusto e legittimo imporla anche agli altri attraverso guerre asimmetriche, le cui vittime sono soprattutto civili. Tutto ciò non fa altro che indebolire la democrazia.

(...) Il populismo non si manifesta solo attraverso il razzismo e la xenofobia. E' presente ogni volta che pretende di trovare soluzioni semplici per problemi complessi, proponendo ricette miracolose all'attenzione distratta del popolo. Il populismo preferisce le semplificazioni e le generalizzazioni, sfrutta la paura e l'insicurezza, fa appello al popolo, cortocircuitando le istituzioni. Ma la democrazia..non è un sondaggio continuo..
In passato le forme di potere erano più facilmente identificabili, era quindi possibile rivoltarsi contro un avversario visibile. Con la mondializzazione il potere economico è diventato un potere diffuso, sfuggente, quasi impersonale. Per questo c’è una disillusione nei confronti della democrazia.

(...) La democrazia ha ancora la possibilità d'intervenire almeno in parte sulla realtà. I partiti e i programmi non sono tutti uguali, e con il voto è possibile determinare alcune scelte collettive sul piano dell'economia e della società. La moltiplicazione dei livelli d'impegno nella vita pubblica è un altro principio contro la crisi delle democrazie e segno di vitalità della democrazia stessa..

"I nemici intimi della democrazia"
Tzvetan Todorov
Garzanti - 16.40 E




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