05/05/15

La notte scorre, nera e silenziosa: Morfina - M. Bulgakov

"Sono davvero tanto a pezzi?" 
Michail Bulgakov. Impressioni, allucinazioni, paure, umiliazioni di un giovane medico morfinomane, fresco di laurea e responsabile del reparto malattie infettive e veneree dell'ospedale di una piccola cittadina. Inizialmente destinato a riviste mediche è scritto in forma di diario: la realtà della sua condizione di dipendenza è descritta nei suoi aspetti più stralunati, patetici, disgustosi, a volte brutali, ma anche con una raffinata ironia e sarcasmo, nonostante un’identica esperienza, conclusa positivamente diversamente dal racconto, che interessò lo stesso Bulgakov. Il libro è affascinante perchè investe un dilemma che può riguardare: l’ambiguità che spesso ci attanaglia, tra il desiderio di aiutare gli altri, impegnarsi per migliorae le cose, per cambiarle e la voglia di fuggire, il desiderio di solitudine di fronte alle responsabilità, il senso di ineguatezza e sfiducia nel prossimo..

"Caro collega!
Scusatemi se vi scrivo su questo foglietto. Non ho carta sottomano. Mi sono ammalato gravemente e d'un brutto male. Non c’è nessuno che mi aiuti ed io stesso non voglio cercare aiuto da nessuno all'infuori di voi...
In nome della nostra amicizia negli anni dell'università, vi prego di venire al più presto. Almeno per un giorno, almeno per un’ora. E se mi direte che non ho speranza, vi crederò. Ma forse posso ancora salvarmi. Forse brilla ancora una speranza in me. Non riferite a nessuno, ve ne prego..

Dott. Poljakov"
Disteso nel mio letto, pensavo: 'Che cosa avrà? Un attacco di tifo, di polmonite?’ No, niente di questo genere. Altrimenti avrebbe scritto semplicemente: “Ho la polmonite".
E invece la lettera è confusa e anche un pochino falsa..
<Mi sono ammalato gravemente..e d'un brutto male.>
Ma di cosa? Sifilide? Sì, dev'essere senz'altro sifilide. E' in preda al terrore..si nasconde..ha paura...
Toc toc..Bum, bum..bum...Bussavano alla porta, il viso dell'infermiera mi fissava nell'oscurità, e vidi che era pallido, con gli occhi diladati, sconvolti.
Cosa c’è? Chi hanno portato?
“Il dottore si è sparato.”
Po-lja-kov? Non è possibile! Poljakov?!..
(...) Poljakov all'improvviso mosse la bocca, di sbieco..
“Il quaderno è per voi”.. continuò Poljakov con voce roca e ancora più flebile. Poi aprì gli occhi e li alzo verso il triste soffitto della sala che svaniva nel buio. Le sue pupille scure furono come illuminate da una luce dall'interno e il bianco degli occhi si fece trasparente, azzurrognolo. Gli occhi rimasero fissi in alto, poi si annebbiarono e persero quella fugace bellezza.
Il dottor Poljakov era morto.

Sul tavolo, davanti ai miei occhi arrossati dalla lettura, ci sono una busta aperta e un foglietto. C’è scritto:
“Caro compagno!
Non vi aspetterò. Non penso più di curarmi. Non ho speranze. E non voglio nemmeno più soffrire. Ho tentato abbastanza. Metto in guardia gli altri: siate cauti con i bianchi cristalli solubili in venticinque parti di acqua. Io mi sono affidato troppo a loro e loro mi hanno distrutto. Vi regalo il mio diario. Mi siete sempre sembrato un uomo desideroso di sapere e appassionato ai documenti umani. Se v’interessa, leggete la storia della mia malattia. Addio
Vostro S. Poljakov”

(...) “Non posso non innalzare una lode a chi ha estratto per primo la morfina dai fiori di papavero. Un autentico benefattore dell'umanità. I dolori sono cessati sette minuti dopo l'iniezione. Interessante: i dolori arrivano a grandi ondate, senza nessuna pausa, tanto che mi mancava il respiro e mi pareva che mi avessero ficcato un gancio infuocato nella pancia e me lo rigirassero dentro..Dopo l'iniezione, per la prima volta dagli ultimi mesi, ho dormito bene, profondamente, senza più pensare a colei che mi ha ingannato”..

(...) “Il primo minuto: una sensazione come di sfioramento al collo. Questa sensazione si fa più calda e si estende. Al secondo minuto un’onda fredda investe improvvisamente l'addome, e subito dopo comincia una straordinaria chiarezza di pensiero e un impeto di attività. Assolutamente tutte le sensazioni sgradevoli scompaiono. E' il punto più alto di manifestazione della forza spirituale dell'uomo. E se non fossi corrotto dalla mia formazione di medico, direi che normalmente un uomo è in condizione di lavorare solo dopo un’iniezione di morfina. E in effetti: quanto poco vale un uomo se la minima nevralgia può distruggerlo completamente!”

(...) <Stato di agitazione, di angoscia e inquietudine, irritabilità, labilità della memoria, talvolta allucinazioni e un certo grado di oscuramento della coscienza..>
Ho davanti agli occhi questo libro che descrive gli effetti dell'astinenza da morfina. Dio mio, che parole sbiadite, formali, insignificanti! Stato di angoscia!..
Non ‘uno stato di angoscia’, ma una morte lenta colpisce il morfinomane se lo private della morfina anche soltanto per un’ora o due. L'aria è irrespirabile, non si riesce più a inghiottirla..e in tutto il corpo non c’è una sola cellula che non si strugga dal desiderio..In unaparola,l'uomo non esiste più. E' spento. A muoversi, a soffrire, a desiderare, è un cadavere. Che non vuole niente, non pensa a niente, all'infuori della morfina. La morte per sete è una morte beata, celestiale, al confronto dell'astinenza da morfina. E' cosi che gemono e si divincolano gli eretici sul rogo, quando le prime lingue di fuoco lambiscono loro le gambe..

(...) Stupidaggini. Questi appunti sono pieni di stupidaggini. Non è cosi tremendo. Prima o poi smetterò!.. Ma adesso voglio dormire, dormire..
(...) Il morfinomane possiede un’unica gioia che nessuno gli può sottrarre: la possibilità di trascorrere la vita in assoluta solitudine. E la solitudine significa pensieri importanti, pieni di significato, significa contemplazione, pace, saggezza..
Odio la gente quando sono in astinenza. Mi fa paura. Quando mi prende l'euforia amo tutti, ma preferisco comunque la solitudine.. Non sono andato. Non posso separarmi dal mio idolo di cristallo solubile. Morirei durante la terapia. E mi passa sempre più spesso per la testa che non mi serve nessuna cura”.
La notte scorre, nera e silenziosa. Ho vomito. Brutto segno (...)

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