24/11/14

Little Children



Piccoli film crescono..
La provincia americana come non la vedevo dai tempi di American Beauty..
Un film, ma più un commento, sull' ipocrisia, su come le persone interagiscono e reagiscono in una suburbia "pulita" e "perbene", con le loro follie, le esigenze, le ansie e i tabù, che profondamente modificano i rapporti di classe (media), facendo vacillare i legami sessuali con paure razionali e irrazionali che diventano le nostre, e dove la felicità è solo un concetto superficiale.

Misteri della distribuzione, questa pellicola è del 2006 ma non è mai passata nelle nostre sale e neanche è stato distribuito in DVD. Solo qualche passaggio televisivo, e io lo visto solo ora sui nuovi canali digitali: all'epoca di televisione ne vedevo davvero poca, o niente. Dunque un bel film questo Little Children. Una gelida voce fuori campo ci racconta di mamme ""desperate housewives" con i loro passeggini costosi e i loro piccoli figli perfetti, relazioni extra-coniugali instaurate per fuggire dalla routine di giornate casalinghe e noiose, di adulti bambini che sfuggono alle responsabilità. E poi, ancora uomini abbandonati schiacciati dalla solitudine, e uomini che hanno sbagliato e sono alla ricerca di un nuovo inizio.
La trama è avvolgente e coinvolgente, per chi, spesso, si immedesima nei personaggi della storia che sta seguendo, e in questo caso non si può far altro che comprenderli, e simpatizzare con loro, cattivi o buoni che siano: per quanto patetici o persi possano essere, la storia ci apre un mondo che potrebbe essere il nostro e ci invita a farne parte. In definitiva, il film sembra un selvaggio documentario sulla vita nella provincia americana tra ipocrisia e perbenismo ed è anche il capovolgimento delle aspettative di noi spettatori, dove il "più colpevole" risulta alla fine il più 'simpatico'.

In breve: tutto ruota intorno a Sarah, (Kate Winslet qui non particolarmente attraente e un pò sciatta) e Brad (Patrick Wilson) che si nascondono nelle piccole gioie dell'infatuazione, inciampando sulla ricerca di ogni singola scusa che giustifichi la loro lenta, e torrida relazione; mentre Ronnie (un grande Jackie Earl Haley) che esce di prigione dove ha scontato una pena per molestie su minori,  cerca solo di essere lasciato in pace. La regia è di Tood Field, la storia è tratta da un libro di Tom Perrotta, salito alle cronache perThe Leftovers, una serie affascinante e curiosa tratta dal suo omonimo best seller. Il film piace perchè ha una morale che non sembra volerci accompagnare nel compito di giudicare e punire il paria del quartiere, quando ci sono altre persone che commettono azioni altrettanto dannosi nel loro piccolo mondo, e perchè in fondo ci riguarda tutti, quando ci abbandoniamo ai nostri peccati con il medesimo entusiasmo dei bambini che vediamo giocare nella piscina pubblica del quartiere.
Impressionante la scena in cui la piscina si svuota nel panico generale quando Ronnie si presenta con pinne e maschera per nuotare, in un riferimento per niente velato al grande squalo bianco di Spilberghiana memoria..
Per inciso, possiedo un cappello da Jolly come quello che ha il figlio di Brad nel film: è il mio preferito in assoluto..

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