Nessuna città colpì il mio
immaginario di ragazzo ribelle e desideroso di vita ed esperienze come
la città di Bologna. Bologna la rossa, la città bonaria e accogliente, la
città della cultura, delle biblioteche e dei movimenti, la città
alternativa del Dams e del welfare per tutti, la città dei partigiani e
degli operai, quella dell'Eurocomunismo, e quella in cui arrivavano i capitalisti
americani per studiarne la struttura della scuola pubblica, dagli asili
alle università, la città delle pensioncine e delle osterie, dei trasporti
pubblici e della sanità che funzionano, la città dei mille
concerti, della New Wave italiana e del Demenziale, la città in cui si
riversano migliaia di giovani da tutta Europa per respirare lo spirito
libertario e creativo...
E' stano di come ancora oggi Londra sia un punto di riferimento, per la musica ma per tutte le culture giovanili in genere. Ma c'è stato un tempo in cui .. Londra guardava all'Italia..
E' stano di come ancora oggi Londra sia un punto di riferimento, per la musica ma per tutte le culture giovanili in genere. Ma c'è stato un tempo in cui .. Londra guardava all'Italia..
<< Dille di andare a lavorare da Tesco/ dille di
restarsene a scuola/Dille com’è possibile/ essere derisi tutto il giorno/(...)
Maltrattata all'ora del te?/ Di Sopra nella sua stanza, da sola./ Qualcosa che
lei non sa:/ il blocco danzante di Bologna/ ci mantiene vivi./ Qualcosa in Italia >>.
Si resta ancora sorpresi a riascoltare il primo singolo
degli Scritti Politti, Skunk Bloc Bologna, per quella apparizione del fantasma
del nostro Settantasette dentro uno degli atti di fondazione del post-punk
inglese. Siamo nel settembre 1978. La sorpresa è questa: mentre in Italia la cosiddetta
“ala creativa” del Movimento sconfitto e disperso guardava anche al punk e alla
new wave per rimettere assieme i cocci, laggiù sembravano fare lo stesso con
noi. Coi nostri fantasmi. Si diceva allora: “L’anomalia italiana".
Musicalmente siamo in piena epoca New Pop, nient'altro che l'innamoramento delle band post punk per uno stile decisamente retrò: non si esplorava più la black music moderna nè l'elettronica, ma si tornava alla chitarra e a una formazione rock classica. In generale ci fu una fissazione generale per gli anni '60, e per un sound dance pop, anche se alcune eccezioni resistevano, Cabaret Voltaire tenevano alto un genere che continuava a crescere (l'industrial) mentre Pop Group mantenevano la continuità con le sonorità post punk. Gruppi come Style Council, Redskins, Gang of Four e Scritti Politti rappresentavano la scuola pop socialista: si ispiravano alla filosofia, alla teoria politica, alla critica d'arte. La loro preoccupazione era quello di capire cosa fosse reazionario e quale fosse la strada giusta per ripartire dopo il punk. Nei testi tutto si metteva in discussione, c'era l'ansia e i dubbi e la critica costante di sè e di tutti gli altri. Il primo singolo degli Scritti Politti fu proprio Skank Bloc Bologna. Era ispirato da quello 'che succedeva in Italia nel 1977, e al fatto che all'epoca Bologna era una citta amministrata dai comunisti, mentre per quel che riguarda lo skank, era semplicemente quello che riempiva lo squat dove vivevano i membri del gruppo, ventiquattr’ore al giorno - dub e lovers rock non stop.
Musicalmente siamo in piena epoca New Pop, nient'altro che l'innamoramento delle band post punk per uno stile decisamente retrò: non si esplorava più la black music moderna nè l'elettronica, ma si tornava alla chitarra e a una formazione rock classica. In generale ci fu una fissazione generale per gli anni '60, e per un sound dance pop, anche se alcune eccezioni resistevano, Cabaret Voltaire tenevano alto un genere che continuava a crescere (l'industrial) mentre Pop Group mantenevano la continuità con le sonorità post punk. Gruppi come Style Council, Redskins, Gang of Four e Scritti Politti rappresentavano la scuola pop socialista: si ispiravano alla filosofia, alla teoria politica, alla critica d'arte. La loro preoccupazione era quello di capire cosa fosse reazionario e quale fosse la strada giusta per ripartire dopo il punk. Nei testi tutto si metteva in discussione, c'era l'ansia e i dubbi e la critica costante di sè e di tutti gli altri. Il primo singolo degli Scritti Politti fu proprio Skank Bloc Bologna. Era ispirato da quello 'che succedeva in Italia nel 1977, e al fatto che all'epoca Bologna era una citta amministrata dai comunisti, mentre per quel che riguarda lo skank, era semplicemente quello che riempiva lo squat dove vivevano i membri del gruppo, ventiquattr’ore al giorno - dub e lovers rock non stop.
Skank Bloc Bologna è un pezzo bizzarro, sinuoso, diviso
giusto a metà tra un recitativo ispirato al Canterbury Sound - prima di assistere
al concerto dei Sex Pistols che cambiò loro la vita, gli Scritti Politti adoravano
gli Henry Cow - e un ritornello che ha le cadenze cristalline del reggae. Su
tutto, una specie di apologia del dilettantismo, un suono fai-da-te, primitivo
e incerto. Il disco fu autoprodotto grazie a un prestito di 500 euro del
fratello del batterista. Inciso in uno studio di Cambridge, perché costava
meno; imbustato sui tavoli della casa occupata dove vivevano gli Scritti, 300 copie
alla volta; distribuito nel negozietto di Rough Trade a Portobello. Sulla copertina
apparivano i costi sostenuti: <<controllo dei mezzi di produzione>>. Skank Bloc Bologna si può facilmente ritrovare
nella recente antologia della band inglese, 33 anni dopo.
Ai giornalisti che bussano alla porta dello squat di Camden capitava
di sentir citare indifferentemente Gramsci e Marx, Roland Barthes, Julia
Kristeva, Jacques Derrida.
<<Pensavo a diverse cose quando l’ho scritta... Cose
come il sessismo, come il disastro nei quali si trovano i ragazzi di qui,
specie nelle periferie. .alla differenza tra questo e quel che e successo in
città come Bologna>>.
La descrizione della casa occupata degli Scritti Politti:
<<La stanza è scura e dickensiana - ci ricama su Dave
McCullough di Sounds - Sedie, piatti e mucchi informi di cose sono sparsi tutto
intorno>>. C’è una grande falce e martello sul muro. Ci vivono 18 persone
riunite in una specie di assemblea permanente, senza contare i molti che
arrivano e si accampano per un po’. <<Era una casa aperta - racconterà
molti armi dopo Green Garthside a Simon Reynolds - Perciò ci potevi incontrare
i ragazzini difficili scappati da scuola, gli hippy francesi, gli Eurocomunisti
italiani. Bastava bussare>>.
Skank è ballare il reggae. Non sentivano altro: dub e lovers
rock; Abyssinians, Culture, Joe Gibbs. Green Garthside, l’ideologo; Tom Morley,
il batterista coi dreadlocks; Nial Jinks che aveva imparato a suonare il basso
in sole tre settimane di pratica, come usava all`epoca. Erano stati compagni al
corso di arte del Politecnico di Leeds - da qui la dimestichezza con la
semiologia e il decostruzionismo. Erano stati iscritti alla Young Communist
League, giovani militanti che distribuivano volantini e si picchiavano in strada
coi neonazisti. Scritti Politti - lo si ripetera a memoria durante il periodo
di clamorosa popolarità mondiale del gruppo negli anni ’8O – è Gramsci, gli
Scritti Politici <<Politti - aggiungerà pure Green - è anche un suono
onomatopeico: è il rumore che volevamo fare. E come Tutti Frutti>>. Skank
bloc, dunque. Dal blocco storico al blocco skank. Che è un po’ come dire, per
tornare al fantasma del nostro Settantasette: <<Dopo Marx, aprile>>.
Gli Scritti Politti vennero spesso i città, soprattutto nel periodo in cui il sindaco comunista fu quello che cercò
concretamente di soffocare la parte più radicale del Movimento, che nel 1977 si
ribellava in quella maniera davvero carnevalesca, prendendo il controllo del centro citta. Skank Bloc Bologna era ispirata
da quelle persone, radicali che erano persino più a sinistra del Partito comunista ufficiale. Bisogna ricordare che all'epoca, in Inghilterra, erano molto colpiti
dal fatto che ci potesse essere un intera citta nell’ Italia del Nord
controllata dai comunisti.
<<Eravamo stati a riunioni dove c’erano diversi giovani comunisti europei - ha raccontato ancora Green a Simon Reynolds - Sapevamo che c’era gente in Italia che stava mettendo in piedi delle radio, si chiamava ancora comunista, ma erano decisamente più selvaggi». In quei giorni l’ltalia del ’77 sembra riemergere come una cruda metafora poetica per giovani musicisti e politicizzati, che cercavano in Europa il corrispettivo dall’Apocalisse Rasta. Una landa guerriera, dove convivevano con impossibile leggerezza e prossimità Eurocomunismo, Radio Alice, Brigate Rosse, anzi.. Brigade Rosse. ll 30 aprile del 1978 Strummer dei Clash sale sul palco di Rock against racism, al Victoria Park di Londra. E’ la prima e la più grande manifestazione di politicizzazione del punk Per l’occasione ha addosso una t-shirt rossa con su scritto, appunto, <<Brigade Rosse>>. Incorniciato c’é il simbolo della Raf. Il gesto non fa granchè scandalo, nell’immediato: gli standard della comunicazione dell'época sono decisamente diversi da quelli di oggi…
<<Eravamo stati a riunioni dove c’erano diversi giovani comunisti europei - ha raccontato ancora Green a Simon Reynolds - Sapevamo che c’era gente in Italia che stava mettendo in piedi delle radio, si chiamava ancora comunista, ma erano decisamente più selvaggi». In quei giorni l’ltalia del ’77 sembra riemergere come una cruda metafora poetica per giovani musicisti e politicizzati, che cercavano in Europa il corrispettivo dall’Apocalisse Rasta. Una landa guerriera, dove convivevano con impossibile leggerezza e prossimità Eurocomunismo, Radio Alice, Brigate Rosse, anzi.. Brigade Rosse. ll 30 aprile del 1978 Strummer dei Clash sale sul palco di Rock against racism, al Victoria Park di Londra. E’ la prima e la più grande manifestazione di politicizzazione del punk Per l’occasione ha addosso una t-shirt rossa con su scritto, appunto, <<Brigade Rosse>>. Incorniciato c’é il simbolo della Raf. Il gesto non fa granchè scandalo, nell’immediato: gli standard della comunicazione dell'época sono decisamente diversi da quelli di oggi…
<<C'era un amore adolescenziale per la guerra, il conflitto,
per le fantasie di rivolta, il combattimento di strada, i fucili a Knightsbridge,
ma era molto superficiale in poche parole>>, riflette oggi Simon Reynolds
sulla questione. Il 1 luglio del 1980 i Clash suonarono a Bologna, in piazza
Maggiore. Gratis. In fondo fu una specie di nemesi di quel mito italiano. Il
concerto è ricordato per il pellegrinaggio di rockers in citta; un po' meno per
la contestazione di un gruppo di punk radicali bolognesi che contestavano ai
Clash, il fatto di incidere per la multinazionale Cbs - ed era un classico
dell'epoca - ma soprattutto di aver accettato l’invito del Pci, allora in
campagna elettorale.
E anche i Clash sono evocati in Skank Bloc Bologna, per
tomare cosi al nostro punto di partenza. I versi dicono: <<I rockers sono
in citta/I magnilici 6/ I rockers sono in citta/ si sopravvalutano un bel
po'>>…
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