07/11/14

Caos e Cibercultura

<<Nacque una nuova filosofia, detta Fisica Quantistica, che suggerisce che la funzione dell'individuo sia quella di informare e di essere informato. La tua esistenza è reale soltanto quando sei in un campo di condivisione e di scambio di informazioni. Crei le realtà nelle quali abiti.>>

Il pensiero individualista è il peccato originale delle bibbie Giudaico-Cristiano-Islamiche.
La prima regola di ogni sistema di Legge e Ordine è quella di demonizzare i pericolosi concetti del Se, degli scopi individuali e del sapere personale. Pensare è eretico, tradimento, blasfemo, solo i diavoli lo fanno. Il concetto dell'individuo dotato della capacità di scegliere e di identità sembrava follia totale, l'incubo non solo dei burocrati autoritari, ma anche per i liberal di senso comune. Il sistema standard per il controllo, per addomesticare e ammansire consiste nell'inventare un pò di regole infantili: sposatevi, onorate la famiglia, credi e prega, lavora, consuma.. Per secoli è esistito un tabù fanatico contro la comprensione scientifica. Se si pensa al cannocchiale, al microscopio, telescopio.. vennero messi al bando, al pari e in tempi successivi, delle piante psichedeliche: consentivano entrambi di scrutare pezzetti e territori del Caos. Quando gli scienziati cominciarono a studiare la complessità del cervello umano scoprirono che questo altro non era che una rete galattica composta da cento miliardi di neutroni, ciascuno dei quali è un sistema informatico complesso quanto un computer molto grande. Questa potenza celebrale è il segno più umiliante della nostra ignoranza attuale, ma una volta imparato, anche la prospettiva più entusiasmante della nostra divinità. I fisici hanno dimostrato che gli elementi di ogni energia e materia nell'universo sono composti da 'quanti' di informazioni. La fisica quantistica ha permesso la creazione di dispositivi quantistici che consentono agli umani di ricevere, elaborare e trasmettere immagini elettroniche: telefono, radio, televisione, computer. Congegni, questi, nati per spostare informazioni. Elettronico significa.. informativo ed è l'ultimo spiraglio in fatto di prospettive democratiche. Lo schermo è la finestra sul nuovo mondo, e chi controlla gli schermi programma le realtà da noi abitate. Le sassate e le bastonate possono spezzare le ossa ma le informazioni.. possono controllare le menti, in modo totale..

Nelle culture tribali non c'erano radio, ne quotidiani, libri e riviste; una parte del popolo era costretta, oggi come ieri, in condizioni pessime: scenario crudo, abitazioni fatiscenti, indumenti poco seduttivi.. L'informazione era limitata ai segnali del corpo. Se si voleva un po' di romanticismo si doveva uscire e andare nella piazza del paese, raccogliere le chiacchiere locali e trattare l'acquisto delle merci. Vino, grani fermentati, piante e radici costituivano gli elementi per lo 'sballo', lo stato venerabile della SACRA CONFUSIONE. Questa esperienza psichedelica è per il cervello quello che l'orgasmo rappresenta per il corpo. In questi momenti i membri della tribù potevano sfuggire alla monotonia, allo squallido e comunicare con altri che 'navigavano' a loro volta. In queste cerimonie tutti potevano esprimere le proprie visioni nella teatralità collettiva: c'era il buffone, il mimo, prestigiatori e danzatori che salivano sul palco al centro della piazza. E chi erano gli sponsor di questi artisti? erano i padroni della tribù, quelli che la governavano e che metteva le leggi. Anziani. Il compito di convincere il popolino ad ascoltare i messaggi degli sponsor era affidata ad una casta chiamata Talento: ne facevano parte artisti, pittori, scultori, musici, cantastorie ieri; registi, attori, musicisti, commedianti sexy oggi. I talenti vengono scelti in base alla bellezza e fascino erotico, devono scandalizzare e irritare. Gli sponsor non producono solo lo spettacolo, ma lo controllano, lo censurano in modo che nulla possa sfuggire al loro controllo. La società industriale ha creato una nuova forma di.. vita: il Consumatore di massa. Gli sponsor moderni, totalmente fedeli all'ordine, puritani e severi, hanno inondato il mondo di prodotti altamente attraenti: medicine, armi, libri, televisioni, detersivi.. e di conseguenza hanno bisogno di interminabili eserciti di consumatori disposti a svuotare gli scaffali e riempire i frigoriferi. Come possono gli sponsor far accettare alla gente questo oneroso compito di produrre e consumare così voracemente? Nel solito vecchio modo : lo SHOW! Più dura lo show più il popolino può guardarlo comodamente da casa, adesso, senza infastidire gli sponsor. Il compito del talento è oggi quello di attrarre, sedurre, usare blandizie sessuali e inginocchiarsi davanti agli sponsor in cerca di un ingaggio: accontentare la clientela, compito più facile avendo, la clientela, pagato in contanti per poter adorare il talento..

Caos e Cibercultura, Tim Leary


06/11/14

Sniffin' Glue, Mark Perry e gli Alternative TV

LONDRA - Dalla contrazione delle due parole “Fans” e “Magazine”, si ottiene il termine Fanzine che viene usato per indicare quei giornaletti underground che, prima in America ed Inghilterra e poi anche in Italia, sono nati per parlare di quella musica che non trovava spazio sulle riviste ufficiali. Questa è la storia di Sniffin’ Glue, degli Alternative TV e del loro fondatore: Mark Perry. <<Ho iniziato a scrivere Sniffin’ Glue nel luglio 76. E’ stata la prima fanzine inglese, mentre in America ne esisteva già una chiamata Punk. Prima lavoravo in banca, ma era molto noioso e cosi ho smesso per fare la fanzine; ho iniziato stampandone duecento copie con una spesa di venti sterline , poi sono arrivato a tirarne quindicimila copie a numero. L’idea per il nome me l’hanno data i Ramones con la loro canzone sulla colla, una vera droga punk: trovo che odorarla sia veramente vomitevole>>. Le copie della fanzine sono diventati veri pezzi da collezione, tanto che recentemente Michael Dempsey ne ha scelto, assieme allo stesso Mark, le migliori pagine dei primi dieci numeri e le ha raccolte in un libro intitolato, per scherzo, The Bible (La Bibbia). Mark lo presenta cosi: <<credo che <Sniffin’ Glue racconti la storia della new wave; non nelle date e nei dettagli, ma nel feeling». Quando tutto cominciò <<C’erano solo Cinque o sei gruppi: Sex Pistols, Clash, Buzzcocks, Siouxsie & The Banshes, Subway Sect e Damned; ma dopo sei mesi ne erano nati più di duecento. Dello spirito originario rimase ben poco: tutto andò nelle mani del business. Molti si sono divisi prima di diventare famosi e questa la ritengo, in un certo senso, una cosa positiva. La firma Mark P. è ben presto diventata prestigiosa in Inghilterra e mi sembra quindi logico chiedergli cosa ne pensi di:

SEX PISTOLS:
l Pistols sono stati i migliori perché erano cosi eccitati e ribelli, tuttavia se avessero continuato a fare dischi, ora risulterebbero noiosi. Sarebbe stato un peccato se si fossero adagiati, ma e molto bello che siano usciti di scena improvvisamente. Si sono comportati come i migliori protagonisti del rock che sono spariti in momenti di grande creatività.

Jimi Hendrix:
se fosse vivo, sarebbe “raIly boring» (veramente noioso); la sua immagine è ancora eccitante perché morto e questo vale per Jim Morrison e Janis Joplin

DAMNED:
Non avevano in ogni caso la stessa classe dei Pistols e credo fossero una cosa completamente diversa. La mia impressione è che volessero veramente fare successo e diventare famosi, mentre i motivi del loro scioglimento sono stati di natura diversa da quelli dei Pistols.

CLASH:
Ho scritto che il punk era finito il giorno in cui i Clash firmarono per la CBS. Per me non significa nulla se la gente dice che loro sono punk, quando poi hanno la CBS che gli stampa i dischi. Non mi piace parlare di “gruppo venduto” o cose di questo genere perché odio usare certi termini, ma è una situazione molto contraddittoria perché ritengo ci si debba creare la casa discografica da soli e stare lontano dalle grosse Compagnie. I Clash non l’hanno pensata cosi ed é stata una grossa delusione per me e per un sacco di kids perché erano i leaders di tutto il movimento, il gruppo punk per eccellenza.

JAM:
Non so, non li ascoltavo molto... suonavano rock’n’roll vero? Suonavano solo normale rock’n’roll e non mi interessano perché non sono nel mio stesso mondo, non esistono per me... una volta hanno bruciato una copia di Sniffin’ Slue sul palcoscenico perché ne avevo parlato male... long time ago. Non ci piacciamo a vicenda

MAGAZINE:
Howard Devoto mi piace molto e penso sia un ottimo compositore, ma odio guardarlo perché lo trovo un pessimo performer on the stage. L’album “Real life” é uno lei miei preferiti.

GENERATION X:
“That Rubbish” il loro primo album era imbarazzante tanto faceva schifo. Questo ha provato che i Generation X non era un buon gruppo e che non avrebbero tirato fuori nulla di buono perché completamente privi di idee: il classico gruppo perso, ma penso non sapevano neppure loro stessi cosa stessero facendo. Sono andati in America per farsi produrre da lan Hunter e questo rappresentava un patetico tentativo di fare successo.

DEVO:
Non credo che i Devo siano cosi bravi come si vuole far pensare. Ho ascoltato i loro dischi perché mi aveva incuriosito tutto quello che avevo letto su di loro. Ho scoperto che non sono un gran ché, ma solo un gruppo pop un po’ truccato.

PATTl SMITH:
Fantastica, e parecchio strana e bravissima, però ha un gruppo che non le rende giustizia: troppo normale. E’ favolosa anche la sua immagine, molto sexy.

RESlDENTS:
Mi piacciono, ma non penso abbiano niente a che fare con il punk; sono in giro dal ’75 e, pur essendo molto strani, non sono niente di nuovo in quando il rock ha sempre avuto i bizzarri. Penso si possa fare in parallelo fra loro e Captain Beefheart o il primo Zappa

TOM ROBINSON:
Non saprei, Io rispetto molto e quando sento una sua canzone penso che sia bello dire queste cose, ma non lo ascolto molto perché non mi piace musicalmente.

Dopo molti ripensamenti, Mark decide di smettere di scrivere su Sniffin’ Glue. <<L’ho fatto per costituire il complesso e perché avevo iniziato a lavorare con la Faulty (catena di piccole etichette londinesi). Avevo paura di lasciarmi influenzare da queste due mie attività nello scrivere articoli. Una volta, ad esempio, ho pubblicato un’intervista con Gene October dei Chelsea dopo che avevano firmato per la Step Forward (del gruppo Faulty) e sono stato criticato; penso avessero ragione ed é per questo che ho deciso di smettere>>. Nel numero 12 di Sniffin Glue c’era in regalo un flexi-disc con inciso il primo brano degli Alternative TV: “Love lies Iimp” . <<E’ stato il nostro miglior singolo, al contrario del seguente “How much longer” che detesto perché lo ritengo molto stupido. ll problema del nostro gruppo è che spesso cambiamo organico e di conseguenza a volte facciamo reggae, a volte punk ed in altre occasioni, come sui LP, siamo veri e profondi>>. Trovo che il primo album degli Alternative TV, “The image has cracked”, abbia rappresentato un notevole salto in avanti rispetto alla media dei 33 che i nuovi gruppi stavano sfornando. <<No ma... c’é parecchia porcheria sull’album .... : forse è un buon disco, ma potevamo fare molto meglio. ll secondo contiene brani ancora più lunghi e profondi..>>

Alternative TV - The Image Has Cracked + Bonus Tracks.rar





05/11/14

I temi perduti di John Carpenter




La Sacred Bones records ha già collaborato con un regista iconico (e compositore) come John Carpenter, e ora ha annunciato la pubblicazione di un nuovo album, Lost Themes, che uscirà il 3 febbraio del prossimo anno.
Probabilmente, il sound più riconoscibile di Carpenter è nei tre film della saga di Halloween. Ha poi composto le colonne sonore per Dark Star, The Fog, Grosso guaio a Chinatown, Fuga Da New York, e, soprattutto, Essi Vivono,del 1988 interpretato da Roddy Piper e ormai un classico sci-fi.
"Con Lost Themes è stato tutto un divertirsi, non c'erano pressioni. Non c'erano attori che mi chiedevano quello che si suppone di dover fare. Nessuna attesa per la troupe. Nessuna camera per tagli e montaggio. Nessuna attesa per le liberatorie. E'solo divertimento. E non ho potuto avere uno studio migliore, casa mia, dove con collaboratori come Cody (Carpenter, della band Ludrium) e Daniel (Davies, autore di I, Frankenstein) abbiamo iniziato a improvvisare . Lo scopo era quello di rendere la mia musica più completa e più piena, perché abbiamo potuto lavorare su tracce illimitate. Non avevo più a che fare solo con l'analogico. Musicalmente, il digitale è 'un mondo nuovo di zecca.."
Nove tracce, in cui si sentono gli echi del passato musicale di Carpenter, e in cui musica classica e rock and roll sono parte del linguaggio visivo del regista: l'apertura della pagina del video "Vortex" si tradurrà in un diverso e casuale assemblaggio di filmati. Questi sono composti da scene tratte dai film, trasformati in un video unico ad ogni visita. Il progetto "Vortex" Video è stato creato da Jesse von Doom con la CASH Music, un'organizzazione no-profit che si batte per la tecnologia libera e aperta a favore dei musicisti.




04/11/14

Ebola: l'ignoranza e la disinformazione

Ebola è una malattia imprevedibile, spaventosa. Quasi 5.000 persone, nell'Africa Occidentale, sono morti dallo scoppio dell'epidemia e si pensa siano più di 13.000 quelli che hanno contratto il virus..
Tuttavia, fino ad ora il problema rimane in gran parte limitato in Liberia, Guinea e Sierra Leone. Altri due paesi, Nigeria e Senegal, hanno avuto casi, ma sono ora considerati fuori dal pericolo epidemia: paesi "Ebola free", nel gergo medico dell'Oms. La Repubblica Democratica del Congo ha avuto un focolaio di un ceppo diverso da Ebola e ora sembra che questo può essere contenuto. Vi è stato un caso in Mali, il paziente è deceduto ma non sono stati segnalati altri casi.

Nonostante evidenti limiti geografici, molti americani sembrano confusi: non siamo ancora al panico, ma la preoccupazione è tanta. In quale altro modo potremmo spiegare il caso dei due bambini ruandesi mandati a casa da una scuola nel New Jersey, nonostante il loro paese d'origine sia considerato "Ebola-free"? O le dimissioni forzate di un insegnante in Kentucky a causa di un suo viaggio in Kenya? O la cancellazione in massa di viaggi turistici in posti come il Kenya, Zimbabwe e Sud Africa? In Europa e in Italia iniziano a verificarsi casi simili.
Questi paesi non sono in nessun modo accostabili ai paesi dell'Africa occidentale in cui Ebola è in realtà un problema. Frustrato da questo, un chimico inglese che ha speso una notevole quantità di tempo nell' Africa sub-sahariana, ha deciso di mappare i paesi dove attualmente ci sono casi di Ebola. (sotto)

Anthony England ha una storia passata molto rilevanti in quelle zone. Ha organizzato conferenze scientifiche in Africa occidentale, con altri importanti ricercatori. Da parte nostra possiamo dire che l'epidemia di Ebola è la prova di come il mondo occidentale debba di prestare maggiore attenzione e guardare con un attenzione del tutto nuova a ciò che accade in Africa.

senza equivoci

"Ebola non ha una soluzione scientifica al momento. Ha avuto inizio in un villaggio molto povero", scrive "e alla fine il mondo ricco si renderà conto che non ha senso lasciarne una parte che lotta in condizioni di povertà estreme con infrastrutture nazionali in condizioni disastrose. Bisogna prendere atto di questo, e l'epidemia di Ebola può contribuire ad accellerare questa presa di coscienza." In definitiva, è la frustrazione che ha portato Anthony England a divulgare questa mappa e a condividerla sul suo account Twitter, che usa per aggiornare le informazioni relative a Ebola. Si è diffusa poi in tutta la rete, con il post iniziale "re-tweeted" centinaia di volte.

"L'ignoranza e la disinformazione è il problema maggiore per quanto riguarda il virus Ebola. Quindi l'espulsione di un insegnante solo perché è stato in Kenya è solo una idiozia. Ed è un idiozia che porta persone come Chris Christie a chiedere restrizioni senza senso, come l'attuazione di una quarantena che è anti-scientifica oltre che un idiozia. Ebola negli Stati Uniti sta diventando una farsa. "

Naturalmente, ci sono alcuni avvertimenti riguardo la mappa. La decisione di non includere il Mali o la Repubblica Democratica del Congo, nonostante non siano stati effettivamente dichiarati fuori dal rischio epidemia ha causato non poche critiche. "Il mondo ha bisogno di sapere che ci sono solo 3 paesi problematici" è stata la replica.
L'Africa è un continente vastissimo, e gli occidentali hanno difficoltà a capire la sua geografia. All'inizio di quest'anno, il Washington Post ha pubblicato un questionario on-line che chechiedeva ai lettori di individuare nazioni africane su una mappa del continente africano. (Potete mettervi alla prova quì) I risultati non sono stati incoraggianti:




Nico, misteriosa chanteuse

NICO sulla scena ispirava un senso di immutabile, di eterno. Misteriosa chanteuse, avvolta nel suo lungo abito nero guardava la gente come se guardasse solo in se stessa, quasi immobile. Le sue mani si sollevavano lentamente dal suo harmonium elettrico, una specie di mini organo da chiesa che aggiungevano un alone di sacro e di profano alle sue lunghe, snodate, oscure canzoni di vita, di amore e di morte. Nico era una celebrità, in particolare nello stato di N.Y. Quello che seguiva i suoi spostamenti randagi, spesso alternati a lunghi mesi o anni di silenzio era una forma di “culto”, di tenebrosa leggenda. Si estendeva per tutta l'Europa, in Francia specialmente, ma N.Y. city era la città dove conquistò molte fantasie e molti cuori, impersonando la "parte dell’angelo nero”, la femme fatale e lo spirito, invece che di un corpo, che rifletteva nei primi Velvet Underground. A quei tempi Nico era una statuaria e gelida altissima figura bionda. Forse qualcuno, appassionato di cinema e di musica anche, l’avrà scorta per un attimo nella festa all’alba nel nostro classico degli anni ‘60, La Dolce Vita di Fellini, mentre tanti altri avranno incontrato i suoi occhi trasparenti sulle pagine delle riviste di alta moda. Nel gruppo messo insieme da Andy Warhol non era rimasta molto: un solo album, il primo, quello con la banana gialla su fondo bianco. Fu la prima a lasciare, prima di J. Cale e di Lou Reed, che ne aveva fatto Ia propria musa ispiratrice. I suoi album successivi appartengono all’underground. Dopo il primo “Chelsea Girl” orchestrato e gonfiato fino alla totale estraneità del personaggio, il cammino riprese con due album più vicini al suo spirito, spiagge nel deserto e di pazzia fino a sgombrare il terreno da ogni possibile tentazione di piacere senza prima rapire e conquistare. Da quegli anni, i lunghi capelli, ora neri, che aggiungevano ulteriore pathos alla sua immagine di lady of the night, non registrò più un disco in proprio. E anche le apparizioni si fecero più rade - spesso con il vecchio compagno di avventura John Cale, e altrove sempre con quegli artisti che, come Brian Eno, hanno creato 'una corrente più che un genere, l’artrock. Ma le correnti non l’hanno mai sospinta, e con questo non  fece altro che aggiungere mistero e impenetrabilità laddove la chiave era ancora da scoprire. Nemmeno quella volta, al CBGB’s, prima apparizione dopo sei anni, siamo nel ’79, trapelò nulla di lei. Un fascio di luce bianca l’ accompagnò per tutto il recital, ma il suo volto - a volte lontano, profondamente scavato, a volte più terreno - non si lasciò mai sfiorare. Le poche parole fra una canzone e l’altra furono per difendere Warhol da uno che non si poteva esattamente definire un suo ammiratore, per introdurre John Cale e il suo chitarrista acustico, per dedicare il suo omaggio a Brian Jones. 

Tutto il resto era lasciato al sottinteso, esattamente come il chorus di Femme Fatale: non c’era, nessuna seconda voce, se non nella fantasia di chi la ricordava completa. Quando apriva da sola con The End, un ricongiungimento con la visione di ossessione - sessuale, di destino, di morte - del suo autore più sentito, lo scomparso Jim Morrison, nel suo cavernoso accento mitteleuropeo Nico sorridendo rassicurava: <<oh yes, don’t worry!..>> Negli ultimi concerti, il timore che la creatura dopo anni di assenza potesse scomparire dietro la nuova band elettrica di John Cale teneva sulle spine più di un devoto giunto finalmente al suo rito. Nulla di ciò. Alcuni silenzi improvvisi, <<Scusate, ho problemi con la mia memoria>> e poi, una perfetta comunione di atmosfere con la band che creava un alone di irreale, di ipnotico, di magnetico.
Alla fine cosi come arrivava – quasi scivolando nel silenzio - Nico scompariva. Come al risveglio da un sogno, rimaneva il dubbio che tutto era stato solo frutto di visionaria sensibilità, e allo stesso tempo, un’atmosfera così magica e unica da non poter essere nata dal nulla. Nella metà degli anni ’70 qualcuno se la ricorda di passaggio a Roma, un pò infastidita dalla viva luce, più a suo agio in lunghe passeggiate nel centro abbandonato all’oscurità della notte. Aveva sempre lo sguardo lontano e il sorriso misterioso. Nel suo freddo distacco, ispirava follia, vita bruciata eppur vissuta intensamente, arcano romanticismo. Pensavamo fosse immutabile, eterna, ma forse era solo un‘altra sensibilità, un’anima che veniva da molto lontano..

Negli anni 80, Nico diventa un'icona del movimento dark. Nel luglio 1988, a Ibiza, muore, ufficialmente per un emorragia cerebrale dopo la caduta da una bicicletta. Ma le cause non sono mai state accertate in modo..definitivo.


01/11/14

Cucchi: fine del comunicato

gli imputati festeggiano col dito medio l'assoluzione


Commentando la notizia dell'assoluzione per insufficienza di prove degli imputati nel processo Cucchi da parte della prima Corte d'appello di Roma, il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Aspettiamo di sapere perché la Corte abbia deciso di mandare tutti assolti. Quel che è certo è che, a cinque anni di distanza dalla morte di Stefano Cucchi, la verità processuale non sembra dirci nulla di quel che è accaduto davvero. E non accerta alcuna responsabilità per un decesso che tutto appare meno che accidentale o auto-procurato".

Amnesty International Italia esprime vicinanza alla famiglia Cucchi nella sua ricerca di verità e giustizia. FINE DEL COMUNICATO Roma, 31 ottobre 2014 


Che schifo. Noi Stefano preferiamo ricordarlo così, con il suo sorriso e la sua dolcezza e non con il suo corpo tumefatto e martoriato dai lividi..




E però vogliamo ricordare i nomi degli imputati, questi servitori dello stato che oltre ad aver fatto morire un ragazzo innocente hanno perseverato per tutta la durata dell'inchiesta con un comportamento sprezzante e arrogante, che si è concluso nel modo infame documentato dalla foto di Repubblica: il dito medio alzato rivolto alla famiglia di Stefano. Ricordiamoli, questi signori, a breve e futura memoria ..

Assolti per insufficienza di prove sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria. Alla sbarra c’erano il primario del Reparto detenuti del ‘Pertini’, Aldo Fierro, i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo e Rosita Caponetti; gli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe; gli agenti di Penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici.

31/10/14

Best 10 Film Horror diretti da donne

K. Bigelow
La mia Top 10 Horror Film diretti da donne

Uno dei tanti motivi per cui non amiamo i cosiddetti "torture movie" ( Hostel e compagnia..)  è perchè sono totalmente privi di una riflessione, di satira, di una morale (per quanto anche conservatrice e reazionaria, non rara nella filmografia horror) . Sono irritanti e per lo più fanno sorridere in quanto privi di tensione, così presi dal concepire la nuova innovativa tortura da perdere di vista qualsiasi altra istanza. Il genere Horror ha una reputazione: è una prerogativa quasi assoluta degli uomini. Questo vale anche per pubblico e registi. Per il novizio, è facile capire perché. Per lungo tempo i corpi delle donne sono stati utilizzati per titillare i fan maschi adolescenti dei film dell'orrore - la vittima grida, si dimena, cifrari usa e getta. Gli studi accademici di genere, il cult book del 1992, Uomini, Donne, libri e motoseghe di Carol J. Clover e alcuni film diretti dal gentil sesso hanno dimostrato che le donne possono spaventare il pubblico, proprio come gli uomini, e in modo intelligente. La popolarità e il successo di eroine horror come Ripley in Alien di Ridley Scott dimostra che vi è necessità che non siano sempre semplicemente le vittime. Oltre Ripley, c'è spazio per ogni tipo di narrazioni e personaggi. Qui, alcuni film horror diretti da donne: ricordiamo che nel panorama cinematografico odierno solo il cinque per cento delle pellicole prodotte dagli studios hanno una donna dietro la macchina da presa. Per il momento, sosteniamo le donne che fanno film che ci spaventano e evitiamo accuratamente l'ennesima retrospettiva dedicata a Dario Argento: roba da archeologia di una noia mortale..


Deep Web, piccolo tour


Una serie di articoli e guide su Dark Net; Deep Web, la rete invisibile e sotterranea; privacy e protezione dei dati; Silk Road; Tor, l'eccezionale browser per scandagliare la Deep Web e comunicare anonimamente on line..


Piccolo Tour nella Deep Wep legale
Di P. Yeung
BrightPlanet, un gruppo specializzato in intelligence del deep web, lo definisce come “qualunque cosa che un motore di ricerca non riesce a trovare.” È perché i motori di ricerca trovano solamente contenuti indicizzati, infatti usano dei software chiamati “crawler” che indicizzano i contenuti rintracciando gli hyperlink visibili online.
Naturalmente, alcuni di questi sono bloccati. Si può fare uso di una rete privata per visualizzare il proprio sito, o semplicemente scegliere di essere esclusi dai risultati di ricerca. In tal caso per visualizzare un sito bisogna sapere l’URL esatto. Questi URL—quelli non indicizzati — sono il deep web. Nonostante sia difficile misurarne la grandezza con precisione, il deep web è senz’altro enorme. Secondo uno studio pubblicato su Journal of Electronic Publishing, “il contenuto del deep web è sconfinato—circa 500 volte più grande di quello visibile attraverso i motori di ricerca.” Non a caso, le reti private utilizzate per accedere al deep web sono milioni.
Nel 2000, gli URL indicizzati da Google erano un miliardo. Nel 2008, mille miliardi. Oggi, nel 2014, molti di più. Ora provate a immaginare quanto è grande il deep web. In altre parole, è come la parte sommersa di un iceberg, poiché comprende il 99 percento dello strumento di comunicazione più grande mai conosciuto dall’uomo: internet.

Lasciando stare questi fatti sconvolgenti, mettiamo in chiaro un paio di cose. Il deep web non è solo un insieme di cose strane, illegali o divertenti. È pieno di database del calibro della National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, di JSTOR, della NASA o dell’Ufficio Brevetti e Marchi. Ci sono anche svariate Intranet — reti interne per compagnie e università — che contengono principalmente informazioni noiose sul personale. Poi c’è un angolino del web sommerso che si chiama Tor, acronimo di The Onion Routing, un progetto servito inizialmente al Naval Research Laboratory degli Stati Uniti per comunicare anonimamente online. E qui entrano in gioco i mercati neri del deep web, come il famoso Silk Road.
In fondo c’è da aspettarselo da una tecnologia che è stata progettata per nascondere l’identità degli utenti. Molto più inusuali sono invece i numerosi blog di fan fiction erotica, i circoli rivoluzionari, i siti di speleologia, gli archivi di Scientology e le risorse per gli amanti di Stravinsky (“48.717 pagine di dissonanza emancipata”). Per avere un’idea migliore di tutti gli aspetti del deep web che non hanno a che fare con droghe e sicari, diamo un’occhiata alle parti meno nascoste, appena sotto la superficie.


29/10/14

Johnny Lydon, Chelsea 1979

Ora ha un a bella casa a Los Angeles con la sua compagna, ma John Lydon nell’Aprile del 1979 viveva in un appartamento in mezzo a una fila di case stile vittoriano tra Fulham e Chelsea. Durante il mio breve soggiorno londinese, ho girato molto nei luoghi in cui Johnny bazzicava, fino a spingermi a Willesden e Kilburn / Cricklewood, Nord Ovest di Londra, luoghi resi famosi da Joe Strummer e dai Kinks. Johnny la comprò a prezzo basso poco prima del boom che mandò alle stelle i prezzi delle abitazioni. Era tutto quello che gli restava (economicamente) della sua avventura con i Sex Pistols. Tutte le stanze erano arredate... con lattine di birra. Ovunque. ll salotto era pieno di lattine. La cucina era piena di lattine, il bagno pieno di lattine... E un giradischi che emetteva musica di Bob Marley (Natty Dread) e dei Doors (Waiting for the Sun). Il cantante di Public Image Ltd. (John insisteva che il gruppo all’epoca era un gruppo e che lui era soltanto la quarta parte di esso) era stato tassato di 58,000 sterline per aver abbandonato i Sex Pistols. In proposito John Lydon disse: <<Malcolm McLaren, che era il nostro manager, mi doveva dei soldi che non mi darà mai. Egli negava infatti che c’erano dei soldi che mi spettavano per il mio lavoro con Sex Pistols. Tutta via non si possono dare tutte le colpe a Malcolm perché il music-business stimola in maniera incredibile questo tipo di comportamento. Volevo impedirgli di continuare ad usare il nome dei Sex Pistols perché non volevo che venisse imbastardito>>.
In Inghilterra ormai tutti avevano una teoria sull’uomo, più o meno pompata dalle posizioni della stampa: John Lydon l’innocente, martire dei difetti di Babilonia, aiutato soltanto dalla sua intima purezza e dalla sua abilità. John Lydon come Mefistofele: una persona largamente rappresentata nel verso I Am an Anti-Christ su Anarchy, con la sua inclinazione a rendere felici i fotografi con diaboliche pose alla Esorcista. John Lydon l’omosessuale nascosto: un’opinione saltata fuori quando, al culmine della paranoia Pistoliana, l'iconoclasta hardrocker che mostrava una vulnerabilità e una sensibilità che era la parte femminile che si aggiungeva alla sua virile determinazione. John Lydon l‘imbroglione. Alla fine, tuttavia, sembrava essere alquanto antitetico anche cerare di analizzarlo cosi grossolanamente. Dopo tutto il fan inglese dei Pistols non era mai stato molto interessato alle teorie di Johnny Rotten. Tutto quello che sapevano era che quando vedevano Johnny Rotten sul palcoscenico si caricavano come facevano i loro fratelli e le loro sorelle - e forse persino i loro genitori - quando vedevano per la prima volta i Beatles o Elvis Presley. Tutto quello che sappiamo é che i Sex Pistols hanno fatto in modo che la gente si sentisse bene, ma anche che molta gente stesse completamente a disagio. Hanno rimosso una notevole quantità di colpe, a forza di martellare forte sui nervi scoperti. John Lydon era consapevole dell’effetto creato dalla sua rock band: <<Siamo stati molto amati e molto odiati... ma mai ignorati>>. Se si chiede a John Lydon se si considera un punk ancora oggi, si arrabbuia: <<No! Rifiuto questo termine. E’ ridicolo. E’ disgustoso. Odio in maniera particolare quelli che si fanno chiamare cosi>>. Si ricorda ancora dei concerti cui assisteva nel 71-72 al cinema Kings Cross:

<<Ho visto Iggy Pop, prima che diventasse famoso... ed era terribile. Imbarazzante. Poi quel genere di cose é diventato accettabile... C’era gente incredibile li dentro, e nessuno si scandalizzava ..., Lou Reed. Si, ricordo. Una completa mancanza d'interesse da parte del pubblico. Certo, allora era una figura minore. Molti avevano una vaga idea di quello che erano i Velvet Underground, ma non li avevano mai sentiti. E’ stato Bowie che lo ha reso accettabile... Hunky Dory “di Bowie non mi dispiaceva. Penso che la miglior cosa che abbia mai fatto sia Diamond Dogs. Mi piacevano i Roxy Music. Erano molto bravi. Pazzi. Ferry che cantava le sue canzoni in smoking era veramente folle. Strano. Finiscono tutti col credere alla propria immagine pubblicitaria. Come David Bowie che fa il suo Ziggy poi ci ripensa e dice: ‘Oh, io sono cosi. Una persona che ha tanti ruoli’.>> 
Public Image Ltd., oggi, é il nuovo volto di Johnny Rotten - Lydon. Un gruppo autosufficiente. Impudente fin dalle note di copertina del primo Public Image: << Tutti i brani sono composti da PIL. L 'album é prodotto da PIL. PIL ha il piacere di non ringraziare assolutamente nessuno >>.





28/10/14

La 'buona' condotta morale della mafia




Il tracollo elettorale a Reggio Calabria del  Movimento5S (al 2,5%) dimostra che Grillo riesce nell’impresa di dilapidare il 25% dei consensi che aveva avuto alle Politiche del febbraio del 2013. Grillo perde le elezioni ormai ovunque, ma ha perso anche competamente la brocca con le ultime dichiarazioni sulla mafia durante un comizio a Palermo, cioè <<che fino a qualche tempo fà questa era un istituzione in fondo con  una sua «condotta morale perché non metteva bombe nei musei e non uccideva i bambini.>> Non solo un insulto a tutte le vittime di Cosa nostra, dai morti di Portella, ai sindacalisti, politici, attivisti, imprenditori, giudici, poliziotti, semplici cittadini che dal dopoguerra in poi sono caduti sotto le lupare e sotto il tritolo, <<idiozie senza precedenti>> con cui il capo M5S strizza, lancia messaggi a poteri forti oltre che occulti.

Il movimento perde e i grillini, palesemenre imbarazzati dalle follie del loro leader, si scagliano contro i cittadini rimproverandoli “di far andare avanti sempre le solite persone” e contro quelli che si astengono. Stop. Questa si che è politica..


27/10/14

Jesse James, mito sudista. Al cinema

Iniziamo questa settimana parlando di cinema e di Sud, e in particolare di un mito sudista americano, uno dei più conosciuti e rappresentati sullo schermo: il "bandito"Jesse James. Quest'articolo ripercorre proprio i titoli dedicati al fuorilegge più filmato della storia, dall'ultimo, The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, del neozelandese Andrew Dominik, un film molto bello visto ormai tempo fa. Un film dove certo non è il prezzo della fama ad affascinare, ma bensì quello dell'infamia. Brad Pitt vinse poi il premio come miglior attore al Festival di Venezia, nei panni di un Jesse James si eroe della Confederazione sconfitto, e del bandito in chiave di Robin Hood, ma quì cupo e paranoico, mentre è da Casey Affleck, che interpreta R. Ford, che non si può distogliere lo sguardo, soprattutto una volta che ha preso la decisione di uccidere il suo eroe, Jesse. Da non perdere.
La cavalcata si conclude poi con The Long Riders, I Cavalieri dalle lunghe ombre, del grande Walter Hill, sostenuto dalla colonna sonora di Ry Cooder, con un cast stellare di coppie e addirittura terne di fratelli, per dare maggiormente il senso dell'unità familiare all'interno del gruppo. Epico ma su toni crepuscolari, beffardamente romantico, storia  sul tramonto di un'epoca e gli ideali traditi di una generazione bruciata...

24/10/14

Canzoniere Anarchico

MONTELUPO è un progetto volto al recupero del canto anarchico italiano. Nasce nel 2012 da un’idea di Daniele Coccia, Eric Caldironi e Alessandro Marinelli, ai quali si aggiunge presto Nicolò Pagani al contrabbasso. Obiettivo principale del progetto è quello di incidere un canzoniere che possa in qualche modo rendere fruibile il repertorio anarchico attraverso un ammodernamento degli arrangiamenti, dato anche dall’utilizzo di una strumentazione che dalla chitarra battente arriva ai moderni campioni noise, senza depauperare la tradizione. Il Canzoniere Anarchico, questo è il titolo della raccolta autoprodotta da Montelupo e distribuita da Goodfellas, uscirà proprio sabato 1 novembre: nel booklet saranno presenti le preziose note di copertina di Franco Schirone e la prefazione di Alessio Lega che pubblichiamo sotto.

Il Canzoniere Anarchico  verrà presentato dal vivo dai Montelupo Sabato 1 novembre dalle 21:30 al Nuovo Cinema Palazzo - Piazza dei Sanniti, San Lorenzo - Roma
Una serata ricca di voci per ripercorrere la storia del canto anarchico italiano, in cui Montelupo presenterà il disco assieme alle voci e alla musica di tantissimi artisti.




«Ma cazzo!», ho detto io. «Questo è il mio disco!». Era un po’ di anni che ce l’avevo in testa. Bisognava fare, mi dicevo, una nuova antologia della canzone anarchica. Ogni volta che capitava di sentire quelle splendide, frementi, fruscianti vecchie versioni contenute nei Dischi del Sole, nei dischi degli anni Settanta che hanno cristallizzato il pantheon musicale dei nostri miti, come Sante Caserio, Addio Lugano bella, Nel fosco fin del secolo morente... Be’, ogni volta che sentivo quelle versioni, dicevo: «È ora di riprovarci». Ce le siamo suonate in lungo e in largo queste canzoni: quante volte abbiamo finito i concerti con Nostra patria è il mondo intero, quante volte, fra un brano e l’altro, partiva Addio Lugano bella, ripresa in coro dal pubblico e, come disse una volta un comunista per giustificarsi dal fatto di amarla: «Ma è un gran bel valzer!». Bisognava registrare un disco. Una nuova antologia, fatta bene, ben suonata e senza troppi grilli per la testa, che rendesse le canzoni perfettamente riconoscibili, senza farle sembrare provenire dal grammofono del bis - nonno mazziniano. Mettere in fila questa storia degli anarchici in filigrana, i loro scontri, le loro crisi, i loro litigi sulle molteplici strade della nuova umanità: «Pria di morir sul fango della via / Imiteremo Bresci e Ravachol», «Ed è per voi sfruttati, per voi lavoratori». Individualisti, organizzatori, attentatori tenebrosi, cavalieri erranti... C’è tutta l’eco di mille rivoli che si raccoglie nel grande fiume della libertà e, a navigarlo, c’è sempre il Galeone della nostra bella Paola Nicolazzi. E mi fa solo rabbia che ora non possa sentirlo, questo disco mio. Bisognava farlo questo disco, come un testimone da passare alle nuove generazioni: si vedono nascere in ogni parte d’Italia e del mondo, cori su cori che cantano sempre quelle canzoni e, guarda caso, poi chi canta si sente in dovere d’aderire a quegli ideali, di portarli avanti. Le canzoni seguono la loro vecchia vocazione di propaganda, di proselitismo e bisogna dar loro una mano, per quanto si può. Insomma, stavo pensando a questa esigenza, quando questi mi dicono: «Ti va di scrivere qualche riga su un disco di canzoni anarchiche?». Ohibò, scarico i file, li ascolto: «Ma questo è il mio disco!».
Alessio Lega



Best: scrittori sullo schermo

E' divertente come il cinema sia ossessionato dalla figura dello "scrittore" sullo schermo. In realtà ci sono un sacco di film..brutti sull'argomento, ma molti grandi attori hanno interpretato le parti di quel più o meno celebre scrittore, sfornando in più di un'occasione autentici capolavori. E l'idea di un post che trattasse tale argomento non è certo nuova. Interessante, più che altro, l'aspetto che spesso è la crisi dell’autore/scrittore  la porta d’ingresso verso il cinema,  storie che assumono la forma di un incubo o di un delirio (la linea di Stephen King e di molti film tratti da romanzi o racconti). Questa è la mia personalissima lista, di quelli che mi sono rimasti più impressi e che mi sono davvero piaciuti.. In attesa di Pasolini di Abel Ferrara..


Viale del tramonto (Sunset Boulevard) 1950, directed by Billy Wilder
Un classico del noir, secondo me un capolavoro puro di Hollywood, sceneggiato e diretto dal genio di Billy Wilder, che mette in scena non una storia su uno scrittore ma su Joe Gillis (William Holden), sceneggiatore fallito che incappa casualmente in una vecchia villa sul Sunset Boulevard, e in cui viene irretito da una ormai sbiadita stella cinema muto, Norma Desmond (Gloria Swanson),   con promesse di fama e fortuna. Tra realta' e finzione, grazie alle figure della Swanson e di Max/Erich Von Stroheim, ex grande regista del muto che ancora adesso fa paura,  dramma e commedia, satira amara sul mondo di Hollywood, già allora considerato malato, iconografia horror e  morte.
 "Sì, questo è il Sunset Boulevard, Los Angeles, California. Sono circa le cinque del mattino. Questa è la Squadra Omicidi - Un omicidio è stato segnalato ... "


22/10/14

Passione militante di una fotografa

FRANCA SCHININA'
Il mondo nelle mie immagini

..Mi recai in Palestina, con Pax Christi, per un pellegrinaggio di Pace e Giustizia.
Ritornai in Italia sconvolta, per tutti gli eventi a cui avevo assistito: l’informazione che ricevevamo dalle nostre televisioni e giornali, non era che disinformazione e peggio “deformazione” dei fatti.
Si, perchè non assistemmo altro, in quei giorni, che a soprusi, ingiustizie, malvagità, prepotenze del popolo israeliano, molto ben armato, nei confronti di un popolo debole e indifeso, giustificati da menzogne e falsità, avallate dai paesi occidentali, alleati con Israele, purtroppo, per questioni economiche.

Visitammo i campi profughi: cacciati, sempre con le armi, dalle loro case, dai loro territori, a volte uccisi nelle loro case, per essersi rifiutati di abbandonarle.
Il “muro” alto, terrificante, minaccioso, che girava attorno ai campi, per imporre ai profughi una pseudo-vita: ore per uscire da lì e recarsi all’ Università, per i giovani, o al lavoro per i più adulti e poter portare a casa un pò di cibo per sfamare la famiglia.
I “chek-point”… facevano terrore: eravamo lì con loro, per dimostrare la nostra solidarietà, alle quattro del mattino, con un freddo tagliente; dovevano, ogni giorno, sottoporsi ad una fila interminabile, che durava appunto ore, per recarsi al lavoro e ad un controllo non solo fisico, ma di impronte digitali (tutte le mattine), da parte di ragazzini e ragazzine diciottenni, in servizio militare, che masticando sguiatamente chewing-gum, urlavano parole incomprensibili.
E, se, a volte, l’apparecchio delle impronte non funzionava, questi giovani, armati di grandi mitra, educati alla prepotenza ed all’insensibilità, sempre urlando in maniera incomprensibile, li ricacciavano indietro… e per quel giorno, o altri appresso, la famiglia non aveva cibo… Importante? Assolutamente no… -


"..non chiedo attraverso le mie immagini compassione; solo responsabilità
perché non spariscano dalla memoria ma restino per porre degli interrogativi.."


Quando a Gerusalemme antica i poliziotti israeliani presero quel ragazzo palestinese della foto, ero con una amica: lei si infilò dentro a un portone. Io potevo restare indietro, fotografare col tele (obiettivo..ndr), ma fuggii avanti, infilandomi tra le gambe dei ragazzi israeliani che guardavano, fino a fotografare quel palestinese buttato a faccia a terra con il piede sulla schiena. Quando hai voglia di scoprire la verità, nulla ti può fermare. Bob Capa era lì, Eugene Smith era lì, dove dovevano essere...
Franca Schininà
(interv. dal manifesto)




Franca Schininà blog
Franca  Schininà calendario animalista Lav



21/10/14

Burroughs: The Movie Remastered

Nel 1983, il New York Film Festival proiettò Burroughs: The Movie,  lungometraggio  su William S. Burroughs - il primo realizzato con la collaborazione dello stesso Burrouhgs,  leggendario autore, e ampliamento di un documentario presentato come tesi all'università   da Howard Brookner, futuro regista newyorkese (con l'aiuto di compagni di classe del calibro di Jim Jarmusch e Tom DiCillo). 31 anni dopo, il NYFF ospiterà una nuova proiezione di quel film, dopo che la scomparsa della pellicola negli anni successivi. Il film  è affascinante, ma la storia della sparizione e della riscoperta di un documento così importante, e dell'uomo che si è dedicato a salvarlo è ancora più interessante. Quel giovane è Aaron Brookner, nipote del regista che girò il documentario con Burroughs, Howard, che ha raccontato di recente la singolare storia.

20/10/14

La Summer of Love di Sgt. Pepper


<<Era tutto un po' come l’Uncle Joe’s Medicine Show, con gli uccelli danzanti e l’elisir di lunga vita...>> (Paul McCartney). Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band fu la canzone che dette il via all’idea di concepire il nuovo disco come una sorta di “concept album”. Per alcuni versi può essere stato proprio il re, Elvis Presley, a ispirare un'idea del genere. A quanto risulta, una volta Elvis mandò la sua Cadillac da sola in tour, senza accompagnarla. Questa folle trovata meravigliò i Beatles, tanto che spesso ci scherzavano sopra, e un'idea cominciò a maturare nella loro testa: <<Perché non facciamo un album che sia una specie di show, e non lo mandiamo in tour al posto nostro?>>. Era un’idea esagerata, fantascientifica per quel periodo, ma i Beatles riuscirono immediatamente a coglierne le implicazioni e il potenziale. Poteva essere semplicemente un alibi per risolvere un problema, visto che avevano deciso di non fare più tour. Quell’idea poteva tutto sommato avere qualche riscontro commerciale? La televisione non ricopriva ancora quel ruolo trainante nel business della musica pop come ai giorni nostri. Le performance dal vivo erano l'unico mezzo concreto tramite il quale un gruppo poteva soddisfare la richiesta del pubblico. Un album, per quanto ben fatto, poteva mai davvero costituire il sostituto di un tour? I fan lo avrebbero accettato? Quale che fosse la risposta, i Beatles erano determinati a dare al nuovo disco qualcosa che non avevano mai potuto permettersi prima: il tempo. Dovunque Paul avesse preso l'idea, e dice che gli era venuta in mente su un aereo, la trovata di scrivere una canzone su una ipotetica band chiamata Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band gradatamente convinse i Beatles a immaginare di essere loro, quella band. Se mai è esistito qualche significato, eccolo: gli alter ego dei Beatles. Ma Sgt. Pepper chi era, e da dove salto fuori? Mal Evans, il roadie dei Beatles, viene accreditato per molti versi per aver contribuito alla scelta di quel nome. Se ne uscì con la frase <<salt and pepper>>, sale e pepe, che poi a quanto sembra divenne uno degli alter ego di Paul. Per il resto, l’idea di uno show itinerante e tutto il resto prese le mosse dalla medesima fonte che aveva partorito Eleanor Rigby e Father MacKenzie o Lovely Rita; dalla fertile immaginazione di Paul. Alcuni dettagli sulle origini dell’album si sono persi nel corso del tempo e nei meandri dei nostri ricordi inaffidabili. Per esempio, si dice che l’idea originale sia stata quella di scrivere un album sull’infanzia dei ragazzi a Liverpool, una sorta di viaggio nostalgico. Questo almeno spiega canzoni come Strawberry Fields Foreven PennyLane e When I’m Sixty-Four. Parte fondamentale di questo percorso tematico lungo la strada dei ricordi, cosi dice la leggenda, sarebbe dovuta essere una finta band di ottoni del nord dell’Inghilterra, quegli ottoni che i ragazzi tengono in mano sulla copertina dell'album. Altri diranno che “band” era una di quelle bande tedesche che suonano marciando. Ho parlato con Neil Aspinall di questo: le riteneva tutte sciocchezze. E cosi io. Qualunque fosse la verità, a Paul erano sempre piaciute le band di ottoni, e ne voleva una dentro il disco. Si sarebbe poi consentito quel piacere usando una vera band di ottoni per la colonna sonora del film The Family' Way, fatta dai fratelli Boulting: musiche di Paul, arrangiate da me. Produsse in seguito anche uno dei più famosi gruppi di ottoni; i Black Dyke Mills Band, per la Apple Records.

19/10/14

Mr. Pharmacist

Mr Pharmacist and his family in my home this morning!!





Mr. Pharmacist
Can you help me out today  In your usual lovely way
Oh Mr. Pharmacist I insist  That you give me some of that vitamin C
Mr. Pharmacist
Dear Pharmacist won't you please  Give me some energy
Mr. Pharmacist, Mr. Pharmacist
Hey Mr. Pharmacist  I'll recommend you to my friends
They'll be happy in the end  Mr. Pharmacist can you help
Send me on a delict kick  Mr. Pharmacist
Dear Pharmacist use your mind  You better stock me up for the wintertime
Mr. Pharmacist, Mr. Pharmacist
Hey Mr. Pharmacist  Words cannot express
Feeling I suggest  Oh Mr. Pharmacist I can plead
Gimme some of that powder  I need
Mr. Pharmacist
Dear Pharmacist I'll be back  With a handful of empty sack
Mr. Pharmacist, Mr. Pharmacist




16/10/14

La nemesi del fango

Grillo contestato nella sua Genova 

Non sò quanti abbiano letto quest'articolo. Ma la lucidità e la spietatezza con cui Merlo smaschera questo rancoroso sciacallo,  è davvero da non perdere..

By Francesco Merlo 15 ottobre 2014 la Repubblica

Peggio di una sconfitta elettorale, peggio di un fiasco a teatro. La rabbia di Genova, la città che meglio conosce Grillo , non è cieca come l’acqua che infanga. Nella prima rivolta popolare contro di lui, nel primo vaffa al vaffa, la rabbia ha infatti individuato e travolto il ghigno comico dell’antipolitica: “come gli altri”, “venite qui solo a parlare”. E mai Grillo era apparso così poco teatrante, così fragile e vero nel suo smarrimento come quando, protetto da una cintura di braccia robuste come tronchi d’albero, ha inforcato il motorino. In una città incollerita e impraticabile è stato come scappare in ambulanza.
Il comico del malumore è stato smascherato come l’ ultima impostura della politica. “Noi siamo dalla vostra parte” ripeteva con il disagio del leader tradito dalla folla nella quale era andato a ‘bagnarsi’ per quel bisogno di consenso che spinse Berlusconi tra i terremotati dell’Aquila, travestì da spazzaneve il sindaco di Roma Alemanno, e in Sardegna costrinse i ministri Passera e Barca a scappare in elicottero dai minatori del Sulcis che erano andati ad abbracciare. Per Grillo è peggio, perché non è governo. E’ anzi l’ opposizione antisistema. Eppure, prima di essere contestato, andava in giro – bisogna ricordare queste immagini – carezzando sulle guance tutti quelli che incontrava, come un politicante che sogna di riempire il grande vuoto d’autorità con il rituale della propaganda, della seduzione, del patetico consolatorio. Mai si erano viste le coccole del populista arrabbiato.

Iggy Pop, Lectio Magistralis


Alan Freed ha fatto per il rock 'n' roll negli anni '50, quello che John Peel ha fatto per il punk e la new wave negli anni '70 e '80: fu lui a mettere in onda nel suo programma radiofonico alla BBC artisti innovativi come Joy Division, i Ramones e tanti altri, curando performance essenziali in studio nelle sue Peel Sessions. Ma molto tempo prima, esattamente nel 1969, Peel fu uno dei primi a trasmettere l'album di debutto degli Stooges, la band di Detroit al cui frontman, Iggy Pop, sarebbe stato in seguito concesso il titolo di "padrino del punk."
Come J. Peel, Iggy ha un suo show radiofonico proprio alla BBC, un ruolo che gli garantisce una certa autorità critica, e allora, chi poteva tenere una conferenza al proprio al John Peel BBC Music Radio Festival 2014?

Ecco quindi a voi, e a noi, l'iguana, il Prof Iggy Pop nell'annuale Lectio Magistralis di un'ora che si è tenuta il 13 ottobre al teatro Lowry a Salford, Manchester. Il tema scelto, "La musica libera in una società capitalista" - è affascinante, soprattutto per un icona della musica che si è mosso dentro e fuori i regni fai da te e commerciali della musica per gran parte della sua carriera. Durante la conferenza, Pop ammette che ha dovuto iniziare a "diversificare il mio reddito," riconoscendo alla fine solo po 'di vergogna' per aver rilasciato i diritti di "Lust For Life" per uno spot della compagnia assicurativa britannica Swiftcover. "Se voglio fare i soldi, beh, che ne dite di vendere l'assicurazione auto?" ha esordito. "Almeno io sono onesto. Si tratta di una pubblicità, e questo è tutto ciò che è. Se dovessi dipendere da quello che ho effettivamente ottenuto dalla vendita dei diritti, sarei uno di quelli che staziona nei bar... "

14/10/14

AfroPunk 2014: Una vera promozione della diversità

Quando Matthew Morgan e James Spooner unirono le forze nel 2002, il loro lavoro stava dando voce a migliaia di ragazzi, un coacervo multiculturale che ferocemente si identificava con uno stile di vita alternativo molto diverso dai precedenti. Morgan, un visionario con 15 anni di esperienza nel mondo della musica, aveva istintivamente capito che il punk rock e l' hardcore avevano un forte seguito non solo presso il pubblico di giovani bianchi: questa intuizione sfociò nel cult movie dello scrittore-regista J. Spooners "2003's Afro-punk", che diede la prova inconfutabile di un forte movimento culturale che ricordava i primi giorni della nascita dell' Hip-Hop.

AFROPUNK divenne una pietra di paragone. Ragazzi urbani alternativi in tutta la nazione (e in tutto il mondo) che si sentivano emarginati dalla cultura mainstream scoprirono che erano in realtà il nucleo di una audace comunità innovativa, in rapida crescita. Gli utenti online furono la forza trainante dietro il l'esplosione del movimento AFROPUNK (AP), creando un'autentica casa virtuale in afropunk.com, e condividendo il meglio del black hardcore, i gruppi più brillanti mediante una serie di performance live riprese da Spooner.  Mentre il movimento AP cresceva, anche i media del settore iniziarono ad interessarsi alla cosa.. La rassegna stampa variava da Pitchfork, URB, Vibe, e Nylon per The New York Times, Variety, Entertainment Weekly, e il Los Angeles Times.

Nel 2005, il primo anno dell' AFROPUNK Festival si tenne davanti a folle entusiaste presso l'iconico Brooklyn Academy of Music (BAM). Co-curato da Morgan e Spooner, il festival celebrava e unificava i capisaldi culturali dell' AFROPUNK: musica, cinema, cultura skate, e, soprattutto, le persone fieramente indipendenti che sono sempre state la linfa vitale della comunità.
Dal 2008, il Festival, sempre totalmente gratis, è guidato da Morgan e da Jocelyn Cooper. Descritto dal New York Times come "il festival più multiculturale negli Stati Uniti," la parola AFROPUNK stessa è diventata sinonimo di mentalità aperta, anticonformista e non convenzionale, ponendo questo movimento nel'epicentro della cultura urbana ispirata dalla musica alternativa.
Oggi AFROPUNK è una comunità influente di giovani, persone di talento di tutte le provenienze che parlano attraverso la musica, l'arte, il cinema, la commedia, la moda e altro ancora. Una piattaforma per l'alternativa e la sperimentazione. Al centro della sua missione sono i principi dell'estetica punk e del do-it-yourself, il pensiero radicale e sociale non conforme. Roba che quì in Italia è relegata nell'ambito..della fantascienza.

Le cronache ci informano che l'atmosfera dell' Afropunk Festival di quest'anno (2014) è stata permeata dagli avvenimenti di Ferguson, nel Missouri, legati alla morte di Michael Brown e ai fatti del mese scorso, con l'assassinio di Eric Garner a Staten Island, New York. La gente hanno innalzato le braccia in aria in tributo a Michael Brown , e in correlazione, la maggiore presenza della polizia al festival e il tempo non prorio clemente non hanno impedito il divertimento, e che tutto si svolgesse nella massima calma.

La line-up di quest'anno, ancora una volta è riuscita a rappresentare una vasta gamma di generi musicali oltre al punk e all'hardcore, dal neo-soul, al rap, dal rock, al metal, ska e electro punk. Poi, arte e culture varie. Due giorni, il 23 e 24 agosto, con la partecipazione di band leggendarie come i Body Count di Ice-T, I Bad Brains, Fishbone, Shabazz Palaces, A Tribe Call Red e altri ancora.











12/10/14

Arin Mirkan: Vita e destino


"Un gruppo di combattenti sono posizionati tra le macerie degli edifici, provocati dai bombardamenti ... Avrebbero dovuto dare il loro addio all'inizio di ogni attacco ... Erano gli ultimi momenti della loro vita, bevevano l'ultimo sorso d'acqua marcia che avevano con loro. Non hanno mai avuto le armi per combattere o fermare il progresso dei tanks.
Ma erano i combattenti della libertà, per la terra e l'umanità.
I tanks arrivavano davanti a loro dopo un pesante bombardamento. La loro posizione era appiattita e i carri armati rotolarono dritto sui loro corpi.
Tuttavia, l'esercito che aveva i carri armati fu ancora sconfitto. Intorno era pieno di combattenti che a pochi metri dietro di loro erano in attesa per un agguato. Si posizionarono davanti ai carri e fermarono il progresso dei nazisti succhiasangue ".

Ecco come Vasilij Grossman descrisse gli ultimi momenti di un gruppo di partigiani che hanno combattuto una resistenza senza precedenti contro il nazifascismo e alterato il corso della seconda guerra mondiale nel suo libro intitolato 'Vita e destino'.

10/10/14

Il Rock è cupo: Goth, una sub-cultura che non muore

PROFONDO DARK
Dall’olocausto post-punk inglese emerse un nuovo suono. Un suono che conservava l’atteggiamento aggressivo e la narrazione intellettualmente consapevole del punk, ma puntava al contempo su qualcosa che faceva parte del passato inglese: la stravagante scena rock glam di Ziggy Stardust alias David Bowie. Benché questa nuova sottocultura giovanile volesse  affermare il proprio punto di vista ideale, voleva anche imporre un nuovo immaginario visivo: infatti in un intervista sul suo nuovo album del 1974, Diamond Dogs Bowie stesso, riferendosi allo stile parlò di gotico. Non si dilungò in spiegazioni, ma la parola venne immediatamente affiancata a quella musica. Il termine ricomparve cinque anni dopo, il 15 settembre 1979, quando i membri dei Joy Division furono intervistati dalla televisione inglese nel programma Something Else, e parlando della loro musica la deinirono ‘gotica' in confronto al mainstream pop’.

Il manager dei Joy Division, Martin Hannett, durante una conferenza stampa della Factory rec. dichiarò che l’album dei JD, Closer, era musica per ballare con reconditi significati gotici. E nel corso della stessa intervista il bassista dei Joy Division, Bernard Albrecht, rafforzò quel significato paragonando la loro musica al suo amore per il film classico Nosferatu. Disse Albrecht: <<L’atmosfera era diabolica ma ci sentivamo a nostro agio>>. Ma l’impatto più forte sulla scena lo ebbe il lavoro di un gruppo di musicisti di Northampton, in Inghilterra, formato nel 1978 da Daniel Ash, dai fratelli Haskin, David e Kevin, e dal funambolico Pete Murphy, estimatore di David Bowie e T-Rex. Il gruppo, inizialmente battezzato Bauhaus 1919, abbandonò ben presto la data di fondazione della mitica scuola artistica tedesca e divenne noto con il nome di Bauhaus. I quattro musicisti crearono le basi programmatiche, musicali e visive, per una generazione di band gotiche. Bela Lugosi Dead, il loro primo singolo uscito nel 1980 per la Small Wonder Records, fu alimentato dall’amore di Peter Murphy e Daniel Ash per l’erotico immaginario vampiresco. Questa canzone diede il via al fascino, e alla connessione con il tema dei non-morti, sviluppato in seguito dalla scena musicale che, da li a poco prenderà il nome di goth. Due anni prima dell’esordio dei Bauhaus, un ex membro dell’entourage dei Sex Pistols, Susan Dallion (nota nei club con il nome di Siouxie Sioux) aveva formato la sua band, Siouxsie and the Banshees. Il suo modo di vestire scioccava e il suo stile originale e ancora oggi uno dei pin imitati dalle goth. The Scream, uscito nel 1978, è ufficialmente il primo disco integralmente goth. Inoltre, nel 1979 i Cure avevano fatto uscire Three Imaginary Boys (distribuito più tardi in Nord America con il titolo Boys Don’t Cry). La tenera sensibilità di Robert Smith e il suo malinconico romanticismo, contrastava con la prorompente sensualità di Peter Murphy, toccò le corde della disincantata gioventù inglese. Se Peter Murphy aveva dato attraverso la scrittura voce alla esplosiva sessualità di Dracula, Smith raccontava la storia dal punto di vista di Mina Harker:

<<L’ultimo dei Big Four che ha dato il via alla scena inglese è stato il gruppo dei Joy Division. ll frontman della band, Ian Curtis, era l’emblema di tutto ciò che avrebbe rappresentato il goth (anche in molti stereotipi). Il morboso fascino che provava per gli aspetti tragici dell’esistenza lasciava trasparire che per lui la vita fosse una partita persa. Curtis si è suicidato il 18 maggio del 1980 ( diventando in questo modo il primo tragico eroe popolare del goth. (...) lronia della sorte, i primi quattro grandi gruppi della storia del goth, Bauhaus, Cure, Siouxie and the Banshees e Joy Division non hanno mai riconosciuto di fare parte di quella che e stata definita in seguito la scena goth, nonostante le evidenti influenze, sia visive, sia musicali. (...)