31/12/15

Il Capodanno di Caino: Alex Trocchi

Capodanno. 
Mattina presto. Pochi minuti dopo le due. Avevo scritto:

<Mia moglie entrerà com’è uscita, come un cattivo attore in una cattiva commedia, e quando m’avvicinerò a lei farà il gesto di resistenza, perché il mio atto è per lei l’imbeccata a resistere; e il suo viso s’irrigidirà nei tratti spaventosamente stupidi per rompersi dove ella sorride mentre inciampa e dice: ‘No..mi smaglierai una calza!’>

Riprovai la nota sensazione di considerare tutta la mia vita come un introduzione a quel momento presente davanti al quale m’ero arrestato come davanti a una specie di cosmico punto interrogativo. In quel momento ero alla mercè di qualsiasi distrazione, voci esterne, un suono di passi, la sirena d’un rimorchiatore, il senso della mia ombra là nella cabina. Sembrava senza importanza. Qualunque fosse l’aumento d’entropia nel mondo esterno, la mia reazione era pertinente. L’universo potrebbe restringersi o espandersi. Io resterei cosciente, una piccola sacca di coerenza nella città della spaventevole notte. Ma lo resterei? La droga può essere traditrice, guidando attraverso i vuoti recessi e le caverne del panico. Un’identità scivola via e non si può più scegliere d’essere immerso, di lasciarsi voluttuosamente abbindolare. Ricordo che fui costretto a coricarmi e a chiudere gli occhi..

Non riuscivo a tornare direttamente ai miei pensieri, quali che fossero, e la mia identità precedente si disintegrava come il riflesso d’un volto che s’allontana sulla mossa superficie dell’acqua. Sento che se avessi guardato in uno specchio senza scorgerci alcun riflesso non mi sarei eccessivamente spaventato. L’uomo invisibile..

<Perché non lo ammetti, babbo? Non hai lavorato per un quarto di secolo. Nemmeno io lavoro, dunque sto seguendo le tue orme. Dovresti essere fiero di me. Quando incontriamo uno dei tuoi amici dovresti dire: "Questo è Joe, il minore dei miei figli. E’ disoccupato. Naturalmente non è ancora all’altezza del suo babbo perché non è inutilizzabile, ma nutro grandi speranze per lui perché ha avuto un istruzione assai migliore della mia">
Questo lo divertì. <Sei un demonio, figliolo!> Scosse la testa . Poi si fece più serio. <Ma presto dovrai deciderti a fare qualcosa>.
<Tu non l’hai fatto. Questa è l’unica differenza..Il tuo guaio, babbo, è che ti sei sempre vergognato d’essere disoccupato e così non hai mai imparato a goderti l’ozio. Santo Dio, non andresti a riscuotere il sussidio nemmeno se crepassimo di fame!>
Mettersi in coda con quella maledetta..tribù!> <Il proletariato?> Fece un sorrisetto da patatina, distante, che significava: meglio non scendere in particolari…
<..Io non mi vergogno di te, babbo> <Lo so..lo so..>

Tornando a casa, in tram, mi chiesi se era mera fantasia che io stessi rivivendo la vita di mio padre, tranne che il mio atteggiamento era diverso. Mi chiesi se m’ingannavo. Avevo appena litigato con Moira. Era lo stesso anno nuovo.

Un uomo non smette, Tom. Quando pensa di smettere vuol dire che ha il vizio. Ci sono vari gradi di assuefazione, e la parte fisica non c’entra poi molto. L’abitudine fisica viene subito e immagino che allora tu abbia il vizio, tecnicamente. Ma con le medicine adatte te ne liberi in poche settimane. I gradi di assuefazione che contano sono..psicologici, come, intellettualmente, da quando sei un vegetale? Prendi l’eroina si o no? Il tuo guaio, Tom, è che la droga tu la disprezzi sul serio. La usi continuamente, la cerchi, ma non fai che disprezzarla, parlare di tagliar corto. Non è la merda che ti ha preso per il collo. Eludi il problema quando ragioni in questi termini. Non fai che parlare di procurarti la roba e di piantarla. Ubriacati e calma i nervi.

Ci sono medici, pittori, avvocati che si drogano e se la passano bene. Il popolo americano è alcolizzato, il che è assai peggio. Un alcolizzato non è più buono a niente. Devi alzare il sedere da quella panca e piantarla di bere la loro propaganda., Tom. E’ troppo se la bevono anche i tossicomani. Ti dicono che è la droga e quasi tutti questi ignoranti di bastardi ci credono anche loro. E’ una bella e tangibile spiegazione della delinquenza giovanile. E non coinvolge la maggioranza, che è alcolizzata. Hanno a disposizione una banda di macilenti bastardi da processare come corruttori dei loro figli. Dà qualcosa da fare alla polizia e siccome i tossicomani e i fumatori di marijuana sono relativamente facili da prendere perché devono correre tanti rischi per procurarsi la droga, un’eroica polizia può fare arresti spettacolari, gli avvocati possono fare buoni affari, i giudici possono fare discorsi, i grossi trafficanti possono mettere insieme una fortuna, i giornali scandalistici possono vendere milioni di copie. L’onesto cittadini può tornare a sedersi con la coscienza tranquilla a guardare il male che riceve la giusta punizione. Ecco il mondo della droga, amico. Tu ne caverai qualcosa tranne il drogato. Se è fortunato può strisciare fino all’angolo a prendere una cartina. Ma non è stata la droga che l’ha fatto strisciare. Questo devi gridarlo dai tetti!

“Di nuovo solo. Potrei dire amen ma non voglio o non posso. Il mio sistema non è quello dei Sansara, agitare fragili artigli per il pane e sputare sulle donne. Io devo camminare in luoghi affollati, fino ad essere assassinato dal mio disprezzo. Sono di nuovo solo e lo scrivo per darmi un’àncora contro i miei venti sediziosi..”
Chi parla, non sa; chi sa, non parla.

Il libro di Caino, Alex Trocchi














28/12/15

I Wanna Be Sedated: Ramones.gif



"Mettimi su una sedia a rotelle, fammi raggiungere lo show / Presto, presto, presto, prima che divento pazzo / non posso controllare la mia dita, non posso controllare le mie dita dei piedi."
"I Wanna Be Sedated" è un brano
breve, semplice, orecchiabile. Sempre prevedibili ma simpatici irresistibili, spesso grotteschi e assurdi, "I Wanna Be Sedated" è suonato e cantato con tale brio e gioioso abbandono - completo di battiti di mani - che la sedazione è poco probabile..






26/12/15

Si festeggia in Israele

Estremisti ebrei ballano, cantano e celebrano la morte del bimbo palestinese bruciato vivo in Cisgiordania nel luglio scorso. Le immagini, registrate una decina di giorni fa e pubblicate dal sito del quotidiano Haaretz, mostrano il gruppo di ebrei ortodossi: alcuni danzano con pistole e coltelli, uno, con il volto coperto, ha una bomba molotov in mano, un altro pugnala la foto di Ali Dawabsheh. L'immagine poi passa di mano in mano finchè non viene distrutta.
Il piccolo, 18 mesi appena, morì nella casa paterna incendiata da ignoti ultra" ebrei, nel villaggio di Duma, in Cisgiordania. Il padre Saed, era deceduto l'8 agosto nell'ospedale israeliano di Soroka. Poco dopo, anche Reham Dewabsheh (27 anni), madre del bimbo e moglie di Saed, bruciati vivi dai coloni, muore per le ferite riportate. A rimanere gravemente ustionato era stato anche un altro figlio, di 4 anni.






25/12/15

Una gigantesca collezione di cassette in download

Mix Tape Culture
"La cassetta, servitrice dell'umanità..  Bastavano pochi soldi per farla lavorare, e droghe, troppo denaro, storie d'amore maledette, notti brave, fan invadenti e pedinatori, critici stronzi - nessuno degli inconvenienti della vita di una rockstar ha invaso lo spazio della cassetta.. 

"Non è stata la Cultura più elegante del pianeta. Si trattava di arte povera - un lungo e variegato testamento dell’etica della vita di strada tipica del modello fai-da-te della scena punk"....

30 Gigabytes di rarità dagi anni '80 e '90
Se siete alla ricerca di un buon modo per trascorrere un pò di tempo in questi giorni di festa, Archive.org porta alla luce un'enorme quantità di musica, eccezionalmente riversata su.. nastri. Una gigantesca collezione di cassette, quindi, che vanno dalla metà degli anni '80 fino a quella degli anni '90, tempi in cui le cassette erano il metodo standard per la condivisione di musica, piuttosto che oggetti da collezione.

Le note di Archive. org ci dicono che la collezione, di circa 30GB, è stata salvata dagli archivi della noise-arch.net e donata da ex conduttore radiofonico della CKLN-FM Myke Dyer nel mese di agosto del 2009. A causa delle sue dimensioni e della scarsa conoscenza del materiale, la collezione non è stata correttamente catalogata, ma si parla di sperimentazione, industrial, avant-garde, indie, rock, punk, e "materiale ipnotico".


23/12/15

On the Road e i migliori 100 Incipit per American Book Review

Nella terminologia canonica, la voce incipit definisce la parola o la frase iniziale di un qualsiasi libro, componimento, ma l’uso che ne viene fatto nell’attuale critica letteraria moderna è più esteso. Non solo dunque la prima parola o la prima frase ma l’intera tranche d’avvio che può essere di lunghezza diversa”.

Ma cos’è che rende un incipit indimenticabile? La sua lapidarietà? La capacità di raccontare/anticipare un intero mondo nel primo paragrafo? L’espressione di una verità universale? Io ne ricordo pochissimi a memoria, forse soltanto uno nella sua interezza, perché l’ho sempre trovato bruciante, molto malinconico, e totalmente nelle mie corde: quello che contiene riguarda personalmente, similitudini.. Non solo la prima frase, ma l’intera prima pagina, ha il pregio di riassumere lo spirito del libro.
(in medias res)

ON THE ROAD
<<La prima Volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prendero labriga di parlare, sennonché ehbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l’arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada. Prima di allora avevo spesso sognato di andare nel West per vedere il continente, sempre facendo piani vaghi e senza mai partire. Dean è il tipo perfetto per un viaggio perché nacque letteralmente per la strada, quando i suoi genitori passarono da Salt Lake City, nel 1926, in un vecchio macinino, diretti a Los Angeles. Le prime notizie su di lui mi furono date da Chad King, che mi aveva fatto vedere alcune sue lettere scritte in un riformatorio del New Mexico.

M’interessai enormemente a quelle lettere perché chiedevano a Chad in modo cosi ingenuo e dolce di insegnarli ogni cosa su Nietzsche e tutti i meravigliosi argomenti intellettuali che Chad conosceva. A un certo punto Carlo e io parlammo delle lettere e ci chiedemmo se avremmo mai conosciuto quello strano Dean Moriarty. Tutto cio accadeva molto tempo fa, quando Dean non era quello che è oggi, ma solo un giovane carcerato avvolto di mistero. Poi arrivò la notizia che Dean era uscito dal riformatorio e stava Venendo a New York per la prima volta; si diceva anche che avesse appena sposato una ragazza di nome Marylou.>> (....)

ON THE ROAD, (SULLA STRADA), Jack Kerouac

Quì i 100 migliori Incipit per l'American Book Review, con lo sguardo rivolto particolarmente a romanzi in lingua inglese.




22/12/15

We Have Explosive: Future Sound of London

Quando Garry Cobain e Brian Dougans hanno adottato il nome Future Sound Of London (FSOL) nel 1992, molti della comunità danzante locale l'hanno considerata una scelta impertinente. Eppure, come il ciclo infinito del tempo dei giroscopi, l'apertura mentale incarnato dal loro primo lavoro è stato adottato come standard in molte delle nuove correnti dell'a musica elettronica, da Detroit a Ibiza. Troppo olistici e curiosi, e con un orizzonte troppo ampio per essere solo londinesi, Cobain e Dougan hanno abbracciato nuovi e selvatici ibridi sonori, trasformando tutto in una nuova fase di dinamismo organico e digitale. Comunque troppo eclettici anche per essere ingabbiati nella definizione di un solo stile musicale.Tralasciando la presunzione, il nome è stato preso in prestito dalla leggenda techno Derrick May, e dal suo progetto Future Sound Of Detroit , quando avevano già sulle spalle un periodo di apprendistato con la musica da ballo, Cobain studente di elettronica e Dougans nascente tecnico del suono. L'Università di Manchester il luogo dei primi incontri e sperimentazioni.

Reciprocamente affascinati dalle possibilità offerte della nuova tecnologia, con affetto per gente come Cabaret Voltaire e A Certain Ratio, hanno subito iniziato a collaborare in uno studio da loro creato, spaziando in dall' elettronica, all' ambient, alla house music, dal drum and bass al trip hop. Enigmatici e riservati, tanto da rilasciare raramente interviste, hanno pubblicato materiale sotto il nome di Amorphous Androgynous, e una enorme quantità di remix, frutto di collaborazioni con tantissimi musicisti, oltre che a colonne sonore e jingle radiofonici.

FSOL: Lifeforms (2cd Zip)








19/12/15

Pornography Tour 1982, i Cure e tutta l'essenza del Dark


Abbiamo già scritto che Pornography è l'album dei Cure che preferiamo. In seguito, con un parere quasi unanime, è emerso che il tour di presentazione di quel meraviglioso disco è stato il migliore che la band abbia mai portato in giro per il mondo, nonostante le meraviglie tecniche e scenografiche delle esibizioni successive che si sono avvalse anche dell'apporto di musicisti di grande valore, come Gabriel Reevees alla chitarra, fino ad oggi l'ultimo grande chitarrista di Bowie,
Questo è un live di 30 minuti, set registrato per il programma L'Echo des Bananes alla televisione francese nel 1982, in uno studio di registrazione a Parigi senza pubblico. Noi li abbiamo visti, cinque elementi e un grande spettacolo di luci e proiezioni sorprendenti. Ma qui il gruppo è quello degli esordi, tre elementi a propulsione nucleare senza nessuno dei fronzoli degli spettacoli a venire, per offrire le emozioni di quel grandissimo album che è Pornography.
Ascoltando l'album a distanza di una trentina d'anni dopo, è ​​ancora una delle esperienze di ascolto più brutali e crude che si possono avere. Non sono, e non siamo proprio dei fanatici dei Cure, ma questo album è capolavoro assoluto, una sintesi forse di tutto il movimento dark e del post punk dei primi anni '80.

Leggenda vuole che la band fosse in quel periodo completamente immersa nell'LSD (e nell'alcol) e che questo abbia pesato moltissimo durante le registrazioni.
E che aver contribuito all'intensità di quel tour del 1982, di cui si hanno pochissime immagini e filmati, sia stato l'odio abbastanza intenso che si era sviluppato tra Robert Smith e bassista Simon Gallup, che prontamente uscì dalla band dopo il completamento del tour. In realtà, l'allora batterista Lol Tolhurst scoprì che i suoi due partner avevano entrambi deciso di tornare in Inghilterra a seguito di una scazzottata nel backstage dopo un concerto a Strasburgo: il papà di Smith lo rimproverò di tornare in tour perché.. <<la gente ha comprato i biglietti!..>>.
Due settimane più tardi, dopo un concerto finale a Bruxelles, i tre ragazzi immaginari non erano più.

Setlist: 
"Cold"
"Hanging Garden"
"One Hundred Years", 
"A Forest" 
"The Figurehead" 
"Play for Today"





Il Sound System Giamaicano al Tabernacolo di Londra e piccola guida al Dub

Potenti banche di casse acustiche....
Un’altra interessante esposizione, (dopo quella, bellissima, sui Jam..) che dopo aver toccato Bristol e Birmingham, arriva a Londra in questi giorni. Da gennaio sarà possibile visitare l’esposizione che illustra lo sviluppo del Sound System giamaicano nel Regno Unito, e in particolare nella capitale. Potremo farci un idea di come la musica proveniente da questa piccola isola ha trovato una seconda dimora in Inghilterra a partire dai lontani anni ’50. Il patrimonio reggae viene rivisitato da una montagna di foto e filmati di repertorio, ma non solo: la mostra sarà la sede di un Sound System interattivo, in stile vintage, realizzato prettamente per questo interessantissimo progetto musicale e culturale, che si svolgerà al Tabernacolo di Londra, W11 2AY, Notting Hill, dal 05 al 17 Gennaio. L'ingresso è libero da Lunedi a Domenica, 09:00-06:00, e l'installazione sonora può essere ascoltata dalle 2 alle 4 pm. L’evento si concluderà con un evento live, il 30 gennaio, con il legendario Sir Coxsone Outernational, a sud di Londra, all’Ibex Venue a Stockwell, con la partecipazione di un'altra leggenda del reggae / dub, il musicista e produttore Dennis Bovell, già con Linton Kwesi Johnson e la dennis Bowell Band.

Per essere una piccola isola caraibica, la Giamaica ha avuto un'influenza straordinaria sulla musica mondiale. La suprema invenzione - il reggae - emerse dopo che il paese ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1962, e le band iniziarono a suonare un calderone di jazz, swing, pop e rock'n'roll per i tanti turisti statunitensi che affollavano gli hotel e i resort del paese, dando a questo miscuglio di generi un tocco locale eccentrico - in particolare sequenze di chitarra ritmica off-beat e voci ricche di patos. All’epoca l’elettricità era un bene di lusso nelle case giamaicane, così i 45 giri iniziarono ad essere suonati all’aperto con enormi sistemi audio, i Sound System. Iniziarono così anche le forti rivalità tra i dj che si esibivano davanti a folle enormi che si scatenavano in balli e canti.

Arrivò lo ska, quando le onde delle radio rhythm'm blues del sud degli USA iniziarono a sentirsi bene in Giamaica fin verso il 1959, anno in cui venne in mente ad un certo signore, Lauren Aitken, di smetterla di copiare gli artisti americani che venivano fuori da radio Winz, la stazione più ascoltata in Giamaica, e cercare di personalizzare in qualche modo quel suono troppo americano per gli artisti delle isole caraibiche. Il basso cominciò ad acquistare sempre maggior risalto, sezioni fiatistiche che imperversano duramente sui pezzi, con Prince Buster e The Skatalites, musica contraddistinta da un ritmo saltellante che cambiando schemi e ritmi diventerà Rock Steady verso il '1967/68 e si evolverà in reggae alla fine dei '60, inizio 70,  che si frantumò in miriadi di forme diverse e sotto-generi. A partire dal 1969 il reggae diventò molto popolare nel Regno Unito - dove migliaia di immigrati caraibici occidentali si erano stabiliti negli anni del dopoguerra: Desmond Dekker & The Aces arrivarono al numero 1 in classifica con lo skinhead-friendly Israelites. Quattro anni più tardi, Bob Marley diventò la prima star internazionale del reggae, catturando il pubblico rock con l’impareggiabile Catch of Fire insieme al suo gruppo, i Wailers.

Nel corso degli ultimi 60 anni, la musica popolare giamaicana raramente si è fermata, prosperando su innovazioni di una manciata di professionisti che continuamente elaborano nuovi suoni, spingendo la musica in nuove direzioni. Abbiamo già detto che la Giamaica ha esercitato un'influenza sproporzionata sulla produzione musicale in tutto il mondo. E negli ultimi tempi, il dub ha dimostrato di essere il sottogenere del reggae più influente di tutti. I valori e le tecniche di dub sono più che mai presenti nella musica che consumiamo ogni giorno: techno, dubstep, ambient, jungle, garage, dance elettronica, punk. Questi e numerosi altri generi forse non sarebbero arrivati al centro della cultura giovanile, l’esempio più eclatante riguarda il rap: tramutatosi poi nell’hipn hop, senza l'invenzione del dub, introdotto da un cenacolo d'elite di ingegneri del suono e produttori discografici giamaicani, non sarebbe mai diventato quella forma di cultura popolare che è oggi. Eppure, per molti, il dub appare un genere impenetrabile. L'uomo più facilmente identificato come 'inventore dub' non è altro che King Tubby, altrimenti noto come Osbourne Ruddock, tecnico del suono e proprietario di un minuscolo monolocale nel ghetto Waterhouse di Kingston occidentale, luogo chiave nella creazione del dub. La costante propensione all’ innovazione è il tratto distintivo del suono e ciò che ha reso Tubby così unico. "King Tubby di è stato sicuramente il più grande musicista mai venuto fuori della Giamaica.

Quindi il Dub ...
E' la seconda grande invenzione dei musicisti jamaicani. Nato per necessità in quanto, non avendo mezzi per finaziare il lato B dei 45 giri i musicisti usavano la stessa base del lato A stravolgendola con echi e dilatazioni ritmiche. Ora è una vera e propria corrente. le canzoni possono essere manipolate a piacimento con grande soddisfazione di musicisti e pubblico che ama moltissimo questo stile per ballare. Con l'evoluzione dell'elettronica e dei computer e l'interessamento di molti musicisti bianchi, nel tempo il Dub è divenuto più accessibile all'orecchio occidentale.




















12/12/15

Anna Mae Aquash, Wounded Knee e l'American Indian Movement

Villaggio di Wanblee
La terra di Roger Amiotte si estende sull'angolo nord-orientale di quella riserva (tre milioni di acri in tutto) in un punto in cui colline ondulate ed erbose lasciano il posto ad alture sabbiose e alle terrazze semi aride delle Badlands del Sud Dakota. A un’ora d'auto verso sud-ovest c’è il villaggio di Wounded Knee, costruito accanto al luogo in cui, nel 1890, centinaia di seguaci Sioux del capo Piede Grosso furono massacrati dall'esercito degli Stati Uniti. A un'ora di strada in direzione nord-est vi è la capitale dello stato, Pierre. A due ore verso nord-ovest ci sono Rapid City e il monte Rushmore, nelle Black Hills (Colline Nere), territorio sacro ai nativi da tempo immemorabile. La Highway 73 corre verso nord sul confine orientale della riserva. In fondo ad un lungo pendio vi è una banchina larga quanto basta per parcheggiare un’automobile. Poco dopo le 14.00 del 24 febbraio 1976 Roger stava avanzando lungo il letto di un torrente in secca il cui corso è parallelo alla strada, improvvisamente vide un corpo umano raggomitolato alla base del dirupo. Non si avvicinò, tornò subito a casa e comunicò la spiacevole scoperta all'ufficiale di polizia del villaggio di Pine Ridge. Nel giro di due ore almeno dieci pubblici ufficiali, alcuni del F.B.I. erano presenti sul luogo per esaminare il corpo.

A poco più di una settimana dalla scoperta, bollettini radio e della televisione annunciarono che l’F.B.I. aveva identificato il corpo per mezzo delle impronte digitali: si trattava di Anna Mae Aquash, appartenente alla tribù Micmac della Nuova Scozia (Canada), nota attivista dell'American Indian Movement, oltre ad essere intima amica dei leader dell'AIM Dennis Banks e Leonard Peltier. Veterana dell'occupazione di Wounded Knee avvenuta nel 1973 e di molte delle successive azioni dell'AIM. Dal 25 novembre 1975 era ricercata dall'F.B.I. La riserva di Pine Ridge era percorsa da violenti scontri politici sin dal '73, molti leader locali dell'AIM erano stati terrorizzati e in diversi casi uccisi. La notizia rimbalzò come le onde di un elettroshock per tutta la riserva: che un’organizzatrice nazionale dell'AIM, la quale non risiedeva nella riserva, venisse trovata morta di congelamento ai margini di una strada isolata della riserva era più che inusuale, era bizzarro. Anna non beveva alcolici, non si drogava, non camminava o viaggiava mai da sola nella riserva, e mai si sarebbe messa a fare l'autostop. La sepoltura frettolosa gratuita, le ambigue versioni della polizia, i molti ostacoli incontrati dagli amici di Anna Mae nei loro sforzi per scoprire cosa fosse veramente accaduto, sollevarono un vespaio di voci che affermavano che l'attivista era stata uccisa. La seconda autopsia, l'11 marzo, si tenne a Washington e, oltre a strane mutilazioni, tra cui quelle di entrambi le mani, condusse all'inevitabile conclusione: Anna Mae Aquash era stata assassinata con un proiettile sparato alla nuca.

"E' estremamente eloquente, quindi estremamente pericoloso". John Trudell

«Dobbiamo abituarci a pensare in termini di comprensione e amore — affermò nel suo discorso -. Invece siamo caduti nella rete dell’odio contro l’uomo bianco. Per quello che ci ha fatto. E quest’odio affiora spesso. Ma è necessario che cominciamo a capire i sistemi del colonialismo. I sistemi usati dai bianchi per sfruttarci e tenerci sotto il loro potere. Il nostro nemico non sono gli Stati uniti. Il nostro nemico non è il singolo uomo bianco. Il nostro nemico è l’uomo bianco nella sua collettività sociale. Ci vendono i fucili e ci guadagnano sopra. Ci hanno ridotto al punto di poter profittare delle nostre paure e delle nostre emozioni. E pensano ancora di poterci insegnare qualcosa con i loro manganelli, i loro fucili e le loro bibbie. Ma se studiate la loro strategia generale vedrete che essi approfittano della nostra militanza e del nostro spirito per cercare di separarci e isolarci dal resto della nostra gente.. A me pare che quando succede un fatto come Wounded Knee gli uomini bianchi che sono dalla nostra parte dovrebbero prendere loro stessi il fucile e battersi contro gli altri bianchi».

"E 'estremamente eloquente, quindi estremamente pericoloso" .
Con queste parole si apriva il fascicolo di circa 17.000 pagine stilato dall'FBI americano, uno dei più lunghi della sua storia, su John Trudell, attivista, artista, attore e poeta, una vita dedicata alla lotta per il riconoscimento dei diritti dei nativi americani.
"Tutto quello che ho fatto è stato parlare, e mi hanno represso duramente solo per questo." Dichiarazioni tratte da Incidente a Oglala, documentario in cui viene narrato un momento cruciale della sua vita: la morte di sua moglie Tina, i loro figli Ricarda Star, Sunshine Karma, Eli Changing Sun, la madre di Tina Leah Hicks-Manning, in un incendio sospetto della casa dei genitori nel febbraio 1979, nella Duck Valley Reservation, in Nevada. Non è stato possibile dimostrare la dolosità dell'incendio, nonostante l'indagine parallela avviata dalla famiglia Trudell mediante investigazione privata, che aveva dato per non veritiera ed impossibile la versione ufficiale delle autorità. Trudell aveva molti nemici in quel territorio, a causa delle sue lotte contro le speculazioni che avvenivano proprio nei confronti della terra della riserva, e non è difficile immaginare che questa storia sia una delle tante e impunite infamie perpretate dal governo federale americano contro le minoranze e le opposizioni del paese.
Nel 1969, studenti e organizzatori dei nativi americani, tra i quali Trudell, occuparono l'isola di Alcatraz, dal 20 Novembre 1969 all' 11 giugno 1970, occupazione che diventò un incubatore per il nascente movimento per i diritti dei nativi americani, l'American Indian Movement (AIM) a Minneapolis, di cui Trudell fu portavoce dal 1973 al 1979.
Nel 1982 iniziò a registrare le sue poesie in musica, particolarmente in quella tradizionale dei nativi. Jackson Browne è stato suo amico e collaboratore, insieme ad altri artisti e musicisti come Kris Kristofferson, Bonnie Raitt, Indigo Girls, John Fogerty, Willie Nelson, e Bob Dylan. A.K.A. Graffiti Man, registrato con il leggendario chitarrista Kiowa Jesse Ed Davis (morto poi per eroina) nel 1986, fu acclamato come miglior album dell'anno da Bob Dylan.

John Trudell ebbe anche una rilevanza nel processo per la morte di Anna Mae "Pictou" Aquash, in cui testimoniò contro due attivisti del AIM, provocando non poche polemiche all'interno del movimento. Proprio quì su INTERZONE, avevamo raccontato la storia di Anna Mae in un lungo post, che ripubblichiamo oggi, anche in memoria di John Trudell, scomparso a 69 anni l'8 dicembre scorso.





09/12/15

Goodnight Mommy: che cosa è successo a mamma?

Goodnight Mommy è un film horror trafiggente, scritto e diretto dagli esordienti Veronika Franz e Severin Fiala, austriaci, spettacolarmente inquietante, che evoca un senso costante di terrore e angoscia, presagi infausti nei giochi innocenti e nei pasti condivisi dei suoi giovani protagonisti, i gemelli Lukas e Elias. 10 anni d’età all'incirca, trascorrono le vacanze estive in una moderna, elegante e isolata casa (decorata con un mix eclettico di d'arte contemporanea, stampe fotografiche sfocate e macabre bambole antiche..) con la mamma, una speaker televisiva reduce da un intervento di chirurgia estetica al viso. Passano il tempo giocando a nascondino e a rincorrersi nei campi di grano lussureggianti, a ridosso dei boschi che nascondono la casa, le giornate sono belle e soleggiate ma la tensione snervante sovrasta il film dall’inizio come una nuvola nera. La pellicola ha un impressionante estetica visiva, girato in un 35 millimetri brillante. La fotocamera ci fa ipotizzare quello che potrebbe succedere off-screen, mentre è gestita come se a girare fosse un guardone. La madre dei ragazzi (Susanne Wuest) indossa una maschera di garza sostenuta da nastro adesivo, sotto si intravede quel poco di volto bianco latte che apparentemente è stato ricostruito chirurgicamente dopo aver subito un infortunio o una malattia. I suggerimenti che ci da il film con i dialoghi sono forse falsi e certamente in conflitto. Ciò che è chiaro è il rapporto travagliato che questo genitore solitario ha con i figli. Le sue conversazioni con i ragazzi sentono di pesante controllo, anche manipolativo. Uno dei ragazzi sembra essere uscito dal suo favore, e la coppia si sussurra il loro disagio, che diventa man mano sempre più opprimente. Questi "occhi senza volto" sembrano nascondere qualcosa, i ragazzi iniziano a sospettare che quella non sia la loro mamma ma una donna vista in una foto che le ritraggono insieme e che indossa gli stessi vestiti e le assomiglia in modo quasi identico. Altri particolari, il suo agire strano, come punirli per piccole marachelle, imporre il silenzio assoluto in casa per permetterle di ottenere il riposo medico consigliato, il freezer stracolmo di surgelati, una sua uscita notturna nei boschi, sollevano i loro sospetti a tal punto che la loro stranezza si aggrava, alimentano e aggiungendo all'esplorazione della storia crudeltà intrinseche. Tutto il film ci tiene col fiato sospeso, con la bocca senza sorriso e gli occhi iniettati di sangue della mamma e le sue conversazioni telefoniche spezzate, la sua impazienza inspiegabile con uno dei ragazzi, che hanno intenzione di ottenere risposte: se la tensione in altri film horror viene da un desiderio frustrato dei protagonisti di chiamare la polizia, scappare, o semplicemente uscire da una situazione terrificante, in Goodnight Mommy è proprio nel nostro non sapere di chi fidarsi che la fa salire, e nella comprensione limitata della realtà e di quello che sta succedendo intorno a Elias e Lukas, realtà ridotta e filtrata solo attraverso questa coppia di gemelli di incredibile bravura cinematografica. Ci vorrà tutto il tempo del film per capire quello che sta succedendo, e il finale rivaluterà tutto quanto accaduto prima. Questo film è una pazza avventura malsana attraverso le menti dei suoi tre personaggi e la casa in cui abitano. Inoltre, vi è il sottotesto della chirurgia estetica, intesa come forza mutante ed è quì una metafora della violenza. Sarà curioso vedere se Hollywood, nell'inevitabile remake che ci sarà, vista la scarsità di sceneggiature originali che si protrae ormai da anni, avrà il coraggio di toccare quei nervi.
Le cose non sempre vengono dal buio per farci paura… 
Da non perdere.
 
 



08/12/15

Mark Sandman e i Morphine: il lato oscuro della vita moderna e la speranza

Ci siamo spesso occupati di musicisti, artisti e personaggi del Rock'n'Roll e dello show biz scomparsi a causa dell'uso smodato di droghe pesanti. Oggi invece rendiamo omaggio ad un personaggio scomparso molto precocemente, che abbiamo troppo amato e che con le droghe pesanti non aveva mai avuto a che fare.
Ho amato Mark Sandman e i suoi Morphine. Mark era un avido lettore dei beat, di Bukowski, John Fante e di scrittori harboiled come Raymond Chandler e Jim Thompson, a cui abbiamo dedicato un lungo post perchè tra i nostri must. Roba scura. Ha anche scavato tra i surrealisti come Artaud e Rimbaud e ha dimostrato nei testi delle sue canzoni, che erano racconti in miniatura del lato più oscuro della vita moderna, sogni febbrili popolati da cuori spezzati, e da alcol e droghe. Nei suoi racconti c'è un romanticismo andato a male, vite vissute ai margini, e le malvagità del mondo sono state condite con barlumi di sesso dolce e umorismo nero che ci ha dato il senso che non tutto in fondo è senza speranza.

Con i Morphine, Mark ha continuato a creare un lavoro che era notevole nella sua integrità musicale e lirico. Sandman è stato uno scrittore dotato come quelli che ammirava e stava affermando il suo essere artista a tutto tondo e di rilevante entità, quando morì di un attacco di cuore, a soli 46 anni. La sera che si apprese della sua morte, quì a Palestrina, a pochi Km dalla capitale, il 3 luglio 1999, ci siamo seduti al nostro bar e bevuto drinks alla sua memoria. Ricordando che le sue parole erano una via d'uscita dal buio e la sua musica una cura per il dolore. Ci hanno sempre consolato le dichiarazioni di Michael Azerrad, suo amico che ha messo a tacere una volta e per tutte le voci riguardanti la morte per droga di un uomo che mai le aveva usate in vita sua. Un arresto cardiaco sul palco, in fondo per un musicista, il modo migliore. Ma Mark era troppo giovane, troppo presto, perchè avrebbe potuto regalarci ancora tanta musica e tanta poesia.

Nessuno voleva ammettere le circostanze della morte di un musicista e di un uomo vitale di 46 anni, e così le voci iniziarono a girare. Inizialmente la band, gli amici e la famiglia erano troppo addolorati per parlare, per dare una spiegazione. Forse era perché Sandman era un musicista rock, forse era a causa del suo modo straordinariamente laconico, forse era semplicemente perché la sua band si chiamava Morfina, che alcune persone saltarono senza dubbio alla conclusione che la scomparsa precoce era dovuta ai farmaci. Molti musicisti sono morti di attacchi di cuore legati al consumo di cocaina: da James Honeyman-Scott dei Pretenders , al bassista degli Who John Entwistle, e così via.
Anche il film documentario The Mark Sandman Story, non ha affrontato, e tanto meno smentito quelle voci. Ma Mark Sandman non ha mai usato droghe pesanti - dice Sabine, la sorella -  anzi, conferma che le disprezzava.

"Nel corso della sua vita, aveva visto i rottami che le droghe causano, e una persona del suo intelletto e dalla sua curiosità non era interessato a seguire quella strada. Voleva solo aumentare la sua esperienza di vita, non smorzarla. " 

E diciamocelo, il fatto di dedurre solamente dal nome della band che Sandman era un consumatore di droga pesante è piuttosto giovanilistico e dà poco credito ad un artista così sofisticato. Sandman ha sempre affermato che gli piaceva l'etimologia della parola morfina, che deriva dal dio greco dei sogni, Morfeo. Ma il nome Morphine sicuramente si riferisce anche ai poteri analgesici della musica, qualcosa a cui Sandman si appoggiò pesantemente in seguito alla morte prematura di suoi due fratelli minori Roger e Jon.

Allora, perché è successo? Beh, Sandman ha avuto alcuni fattori di rischio classici. Era un fumatore pesante . Ed era anche sotto un stress, non solo come frontman di mezza età di una rock band sempre in tour, ma anche perché era il principale compositore di una band che stava cercando di arrivare fino alla scadenza del contratto discografico con l'etichetta con cui avevano firmato.
Mark voleva vivere all'altezza delle aspettative dei fan, che hanno sempre ricambiato alla grande questo suo "donarsi". E non ha mai delegato niente per quanto riguarda la gestione del gruppo.

In una intervista, Sabine ha confessato che c'era stato un avvertimento: un attacco cardiaco minore. Seduto sul divano, iniziò a lamentarsi che gli mancava il respiro. Solo un paio di minuti, afferma, poi tutto passò. Pensarono ad un indigestione. Ed è normale, quando si è ancora relativamente giovani. Tutti sentiamo strani dolori al petto di tanto in tanto. Palestrina, 45 minuti di auto a est di Roma, quel giorno era ancora molto caldo quando la band si presentò in scena. 
"Il frontman dei Morphine muore di infarto sul palco." E nessun altra spiegazione. Sandman era ebreo, nel giudaismo, il corpo è considerato il santo tempio dell'anima, e il Talmud, vieta le autopsie. Così iniziarono le voci di droga, che sconvolsero fan, e profondamente la band, la famiglia e gli amici.

Un post mortem presso l'ospedale confermò che fu arresto cardiaco, ma le speculazioni continuarono. Fino alle recenti dichiarazioni della famiglia di Mark. Ora tutti noi conosciamo la vera la storia. Quì sotto un best personale, un tributo: quasi interamente i primi tre album dei Morphine e un profondo mea culpa per aver "dimenticato" Mark  nel Best di questo blog per quanto riguarda i bassisti. Virtuoso del basso a due corde, è stato uno dei più originali della storia, nonché fonte di ispirazione per musicisti come Les Claypool, Josh Homme, Mike Watt.


Morphine_My Best





In tutto il mondo, ovunque vado Nessuno mi capisce Nessuno sa quello che sto cercando di dire

Ovunque vado che nessuno mi capisce Mi guardano quando parlo loro
E si grattano la testa  "Che cosa sta cercando di dire?"

Ma tu... tu parli la mia lingua
Ma tu... tu parli la mia lingua
Sì! Sì!

Tutto il mondo, ovunque vado Nessuno mi capisce Nessuno sa quello che sto cercando di dire

Anche nella mia città Miei amici mi dicono di  scriverlo
Mi guardano quando parlo loro E  scrollano le spalle
"che cosa sta parlando?

Ma tu... tu parli la mia lingua
Ma tu... tu parli la mia lingua
Sì!

Kabrula kaysay Brula Amal amala senda Kumahn Brendhaa!
Kabrula kaysay Brula Amal amala senda Kumahn Brendhaa!
Kabrula kaysay Brula Amal senda amala!
Kabrula kaysay Brula Amal senda amala!
Kumahn Brendhaa!
Kumahn Brendhaa!
Brendhaaaaaaaaa!
Sì!

Tu... tu parli la mia lingua
Tu... tu parli la mia lingua
Sì! Sì!


 

07/12/15

Dita sanguinanti: Best Punk Rock Guitarist

Come maestri d'ascia hanno riscritto il rock a tinte forti, tre accordi velocissimi alla volta, infliggendo traumi contusivi con poco virtuosismo tecnico. Steve Jones dei Sex Pistols alla domanda su come ha iniziato con la chitarra, riecheggia l'ethos del do-it-yourself del punk."Non avevo intenzione di essere un chitarrista, ma ho rischiato di essere un cantante. Cioè fino a quando è arrivato ​​John Lydon [Johnny Rotten]. E poi ho capito che non ero davvero adatto come frontman. L'unico posto libero nella band era per un chitarrista, quindi ho preferito questo piuttosto che rinunciare. " Quando si tratta di punk, unità e determinazione vengono prima, e dettagli come come far funzionare realmente lo strumento vengono subito dopo quelle frenesie. Di conseguenza, il più delle volte è stato il caso ad illuminare il mondo con schitarrate alla velocità della luce, infiammandolo.Per il punk dell'era dei Sex Pistols la chitarra elettrica simboleggiava il grezzo, il reale; il sintetizzatore, al contrasto, indicava il flaccido, il deprimente, e l'ironia del fatto che i primi punk rifiutassero l'alta tecnologia in favore del logoro simbolo del primitivismo moderno, rappresentato proprio dalla chitarra elettrica è ormai evidente. Il punk abbracciava tutto ciò che la moderna borghesia e gli hippie detestavano: plastica, cibo spazzatura, b-movie, fare soldi con minor sforzo possibile. Allo stesso tempo era stato ispirato in parte dal ritorno della cultura dei teddy boys e dal revival del rock'n'roll classico, rivolgendo lo sguardo all'indietro verso un rock snello e affamato, ai vecchi e frenetici riff rockabilly: per questo, la chitarra elettrica è stata lo strumento principe e l'enfasi del movimento punk.
Questa la mia (come sempre) personalissima classifica, in ordine sparso.


Ron Asheton - The Stooges
Il suono wah-wah d' della chitarra di Ron Asheton nell'apertura di "1969" degli Stooges è la nascita del lamento del punk rock. Da lì, la canzone vira con percussioni tribali, su cui Iggy Pop, allora 22enne, urla annoiato e con la sola voglia di fare un gran casino.. Ron ritorna con un assolo dal taglio seghettato che da inizio ad nuova era per il -rock and roll, una nuova direzione da seguire per moltissimi artisti. "I Wanna Be Your Dog", è ancora più grave. Nei successivi due LP , Fun House (1970) e Raw Power (1973), Asheton spinge la chitarra ancora in sonorità più dure e nella melma brutale, frastagliata, lacera e cruda, antesignano di un punk rock perfetto che sarebbe arrivato non molti anni a seguire. In pratica, se vi siete persi il suo modo incendiario di suonare la chitarra allora fino ad adesso è sicuro che siete stati chiaramente su un altro pianeta.

East Bay Ray - Dead Kennedys
Più volte presente su questo blog con i suoi Dead Kennedys. Raymond John Pepperell, meglio conosciuto per i devoti come East Bay Ray, ha avuto il suo bel da fare per tenere il passo con il frontman del gruppo e una delle nostre spiritual-guidance, il vorticoso e infuocato Jello Biafra . E Ray si è dimostrato più che all'altezza del compito: mischiando gli elementi della musica che amava, surf, rockabilly, country old-time, jazz, le colonne sonore degli spaghetti western, e anche le esplorazioni psichedeliche del fondatore dei Pink Floyd Syd Barret, ha caratterizzato il sound dei DKS in un crescendo e rauco punk rock unico nel suo genere. Notare la mano fumante alla fine del brano sotto nel video..





Poison Ivy Rorschach - The Cramps
Nata Kristy Wallace Marlana a San Bernardino, e reinventandosi Poison Ivy Rorschach sulla rotta della nascente scena punk di New York City alla metà degli anni 70. Collaborando con il marito e front man bestiale e wild-man Lux Interior, per formare i Cramps, Ivy ha inventato un modo nuovo di suonare la chitarra, con riff incendiari e assolutamente sconsiderati, fiammate di punk e in definitiva un sound che arrivava direttamente dal rock-and-roll dei 50s e ritenuto, molto accuratamente.. "psychobilly." Non solo alla chitarra, Ivy è songwriter, arranger, produttrice, e occasionalmente vocalist. Con la sua chitarra Gretsche e i suoi toni palpitanti ha influenzato un'intera generazione di musicisti rock / punk e goth band. Un icona intramontabile..

Dr. Know -. Bad Brains
Tanti ascolti prima di cominciare a comprendere ciò che si sta ascoltando. E 'nell'esaminare attentamente che la brillantezza di Dr. Know affonda nei Bad Brains. Il chitarrista nato Gary Miller suona note, chiavi, e accordi perfettamente a velocità impossibili, e che semplicemente non possono essere spiegati matematicamente. Da la combustione velocità e virtuosismo, Dr. Know spinge in direzioni sorprendentemente originali e di forte impatto, suoni oltre il cosmo che trova e riporta di nuovo a noi qui sulla terra nel corso di, il più delle volte, di un minuto e mezzo.




Paul Leary - Butthole Surfers
I Butthole Surfers inizialmente hanno scritto la loro implosione di hardcore punk, heavy metal, acid rock, e riferimenti Zappiani in uno sconvolgente estremismo, e solo i punk rockers, in un primo momento, possono comprendere ciò che i Buttholes stavano facendo. Altri elementi inclusi, percussioniste in topless, un bassista che suonava come se lanciava palle da bowling, un cantante cacofonico e caotico, e la fantasia musicale sgangherata di Paul Leary. Grandioso! Torrenziali, e Leary terrificante che suonava come stesse strangolando il suo strumento. Se qualcuno ha visto Paul Leary e i Butthole Surfers nel periodo d'oro probabilmente si è ritrovato con una rinnovata comprensione della demenza sonora, e della bellezza del rumore

Johnny Thunders - New York Dolls, The Heartbreakers
La foto di copertina del secondo album dei New York Dolls "Too Much Too Soon" è una grande dichiarazione di rock and roll. Johnny imbraccia una Les Paul Special del 1955 con il tipico atteggiamento proprio di quegli anni. Raggiunse il suo tono inconfondibile di suonare la chitarra vintage, molto forte e pulito.
Johnny Thunders, nato John Anthony Genzale Jr.,  arso sui sentieri del punk non in uno, ma in due combo cardini della musica tentacolare. Nel primo Thunders indossò abiti sexy e tacchi alti per scatenare l'inferno come regina suprema dei New York Dolls, agli inizi degli anni 70. Il Blues elettrico fantasticamente devastante e assoli trash non accesero solo il punk d'assalto, ma ispirarono contemporaneamente Kiss , i Sex Pistols, e poi molto direttamente i Guns N 'Roses. Dopo l'ammaraggio delle Dolls, Thunders divenne il frontman degli Heartbreakers, altrettanto vera hitband del punk.

Steve Jones - The Sex Pistols
Johnny Rotten, anima-frantumata e ipercinetica cattura il culmine dell' apocalittica sommossa nichilista del punk. Altrettanto importante per il suono della band, e del movimento che hanno incarnato è la velocità della chitarra spaventevole di Steve Jones. La sua Gibson Les Paul perfora gli inizi del rock-and-roll e aggredisce, ostile e stimolante, levigando un'estetica tutta sua. Quando è stato chiesto in questi ultimi anni che consiglio avrebbe dato ai giovani chitarristi, Jones ha detto: "Io direi loro di copiarmi, perché tutto quello che faccio è fantastico". Forse stava scherzando. Forse no. In entrambi i casi, è un consiglio da tenere in forte considerazione!



Johnny Ramone - Ramones
E' un racconto narrato senza fine : quattro mooks da Queens indossano giacche di pelle, salgono sul palco infernale del CBGB al centro di Manhattan , suonano venticinque canzoni in venticinque minuti, e il mondo sta ancora tremando per l'impatto che hanno avuto quei 25 minuti. Quello che viene trascurato a volte, e ciò che rende i Ramones il gruppo punk per eccellenza, è che i membri dei "tre accordi primitivi" rappresentano l'apice assoluto del loro know-how tecnico e delle loro capacità musicali. Johnny ha prodotto un suono così brutale e diretto, ha inventato uno stile implacabile che ha definito non solo il suono innovativo dei leggendari Ramones, ma la chitarra del movimento punk rock in generale. Uno dei chitarristi più influenti della storia del rock, armato della sua chitarra Mosrite e del suo surf-rock amichevole , Johnny Ramone ha suonato velocissimo come solo la sua mano poteva fare, e ha trovato ulteriore brillantezza nella sua incapacità (in un primo momento) di farlo attraverso un assolo di chitarra. Hey, nessuno può andare così veloce come Johnny Ramone..

Greg Ginn - Black Flag
Come esperto di elettronica e maniaco del lavoro, appassionato dei Black Sabbath e devoto per tutta la vita ai Grateful Dead, Greg Ginn ha prima formato a Hermosa Beach gli eroi hard Black Flag nel 1976. Nel corso del tempo, attraverso molteplici incarnazioni del gruppo, Ginn ha ridefinito non solo il modo di suonare la chitarra nel punk e scrivere canzoni, ma le stesse dinamiche estreme del rock. Ginn ha guidato i Black Flag come un dittatore, portando però l'esempio, mettendo la band sempre in primo piano rispetto la vita privata. Ginn ha poi incontrato il frontman Henry Rollins, sviluppando un modo di suonare la chitarra come nessun altro nel punk rock. Ascoltando la discografia dei Black Flag, si sente un virtuoso heavy metal che frantuma e sputa su ogni regola tecnica, che si discosta in voli di impennata bellezza, un provocatore arguto e saggio che con il suo strumento dirige magistralmente ogni briciola della illimitata complessità musicale del gruppo, che fluisce attraverso di lui. A nome dei Black Flag, Greg Ginn han messo sù un circuito itinerante di gruppi punk che rimane in attività ancora oggi. Inoltre, ha creato la SST Records, la più importante etichetta indipendente degli anni '80. Prima di tutto, però, Greg Ginn è uno dei più grandi chitarristi che il punk rock ha (ancora) prodotto.

Billy Zoom - The X
Il debutto su una major per gli X, fu del 1982: Under the Big Black Sun e il riff iniziale di "The Hungry Wolf" esplode con una bastonata! Billy Zoom suonava come il vivere spericolato; è il suo marchio, quell'attacco potente del suo stile di che risale poco a Steve Jones e Johnny Ramone, e molto più a Link Wray, Eddie Cochran, e Western Swing. Esperto di amplificatori, del suo zelo, della sua velocità micidiale, e della sua precisione si sono avvalsi musicisti del calibro di Gene Vincent, The Blasters, Etta James, Big Joe Turner, Mike Ness, e decine di altri grandi musicisti che lo hanno voluto in studio di registrazione. La sua presenza scenica ghignante e la tendenza ad interagire col pubblico rese gli X una band di "animali da palcoscenico". Sempre con chitarre Gretch, che gli ha dedicato come tributo la G6129BZ Billy Zoom Custom Jet argento.




Mick Jones - The Clash
E' stato ilfondatore e la chitarra dei Clash, la band più importante della rivoluzione punk. Importante per la musica, lo stile e l'innovazione, ma anche per la loro convinzione che il R'n'R e la politica potevano interagire e contribuire a cambiare le coscienze. E' soprattutto a lui che si deve la capacità della band di evolversi, passando rapidamente dai fatidici tre accordi degli albori del punk ad una visione più elaborata della musica, che li vide per primi a incorporare dub, reggae, ska, rockabilly, sonorità africane e orientali, e anche gli echi lontani delle discoteche di Londra: un mix in cui la chitarra di Jones brillava. Privo di assoli memorabili sapeva però come suonare una parte di chitarra e molta della musica dei Clash la si deve a Jones. La sua Les Paul Standard bianca è diventata.. totemica.
Con lui, i Clash alla fine furono l'unico gruppo punk a riempire le arene. E averne fatto colare del sangue, sul mio giradischi.

Brian James - Damned, Lords of New Church, The Brian James Gang
Si devono a lui i primi due album dei Damned, che con Sex Pistols e Clash formano la Santa Trinità del punk originale. Chitarrista incendiario cresciuto con Hendrix e Pete Townshend come modelli ha reinventato la chitarra elettrica, in seguito nel supergruppo proto-goth The Lords Of The New Church col compianto Stiv Bators, poi con la The Brian James Gang. I suoi riff sempre incredibilmente potenti e veloci, contribuirono all'ammirazione di sua maestà in persona Jimmy Page, che ne dichiarò pubblicamente le doti. Soprannominato la "chitarra che non fa prigionieri", ha fatto colare litri di sangue, sul mio giradischi.



Da non dimenticare Pat Smear, con i mitici Germs e prima di suonare quell'orrendo pop chitarristico dei Foo Fighters; Bob Mould degli Husker Du; Jake Burns degli Stiff Little Fingers e persino Captain Sensible, nato bassista nei primi Damned e passato poi con ottimi risultati alla elettrica...




04/12/15

Scott Weiland se ne è andato

Scott
Scott Weiland - (Santa Cruz, 27 ottobre 1967 – Bloomington, 3 dicembre 2015)
 
Stone Temple Pilots presero d'assalto la scena musicale nel 1992 con il loro primo album, Core, un esplosioni di suoni, hard rock potentissimo che ha generato enormi successi come "Sex Type Thing", "Plush" e "Creep". La band fu subito aggregata al nascente e fiorente movimento di quegli anni, il grunge, una delle poche band non di Seattle e per questo osteggiata dai cultori del genere che accusarono Scott Weiland e gli altri di aver sfruttato la scia e il successo di gruppi come Pearl Jam e Alice in Chains.
Tuttavia, Scott smentì le voci sul campo, dando alla luce il secondo lavoro, Purple del 1994, capolavoro di energia e di versatilità di tutta la band. Con brani come "Vasoline", "Interstate Love Song" e "Big Empty", Stone Temple Pilots cementarono il loro posto tra i migliori attori sulla scena rock dell'epoca.
In tutto, Stone Temple Pilots hanno pubblicato cinque album, oltre a Core e Purple, nel 1996 Tiny Music- Songs from the Vatican Gift Shop,  N° 4 del 1999  e Shangri-La Dee-Da del 2001,  ognuno dei quali con ottimi risultati di vendita e di critica e che li ha portati ad avere per sempre un posto rilevante nella storia del rock.
STP hanno avuto i loro alti e bassi, come sempre accade nelle band di R'n'R. Durissima è stata la lotta di Scott Weiland con eroina e alcol, eccessi sempre ben documentati dalla stampa. Weiland uscì nel 2013 dal gruppo, sostituito malamente con Chester Bennington dei Linkin Park . Hanno pubblicato un EP nel 2013, High Rise, e sono al lavoro su un nuovo album, senza destare molto interesse dei vecchi fan del gruppo, mentre Scott ha militato nei Velvet Revolver con Slash dei Guns'n'Roses e nei Wildabouts, con cui era in tour. Scott Weiland è stato trovato ieri, 3 Dicembre a  Bloomington dove doveva esibirsi, esamine, nel tourbus della band. Aveva solo 48 anni. Not Dead & Not for Sale è il suo libro di memorie, pubblicato nel 2011.
Questo è il nostro omaggio a Scott Weiland e ai veri Stone Temple Pilot, che abbiamo ascoltato e amato, e di cui custodiamo gelosamente dischi e ricordi. 
Embrace, Scott...





















03/12/15

Lester Bangs, Scritti del Disprezzo

Caro East Village Eye: finora sulle vostre pagine ho appreso in occasioni diverse che il punk è stato inventato sia da Richard Hell che da John Holstrom, e presumibilmente anche in momenti diversi. Così ho pensato che forse potevo aggiungere anch'io la mia opinione: il punk l'ho inventato io. Lo sanno tutti. Ma l'ho rubato a Greg Shaw, che ha inventato anche il power pop. E lui l'ha rubato a Dave Marsh, che una volta ha persino visto Question Mark and the Mysterians dal vivo. Ma lui l'ha rubato a John Sinclair. Che l'ha rubato a Rob Tyner. Che l'ha rubato a Iggy. Che l'ha rubato a Lou Reed. Che l'ha rubato a Gene Vincent. Che l'ha rubato a James Dean. Che l'ha rubato a Marlon Brando. Che l'ha rubato a Robert Mitchum. Dall'espressione che aveva nella foto quando l'hanno arrestato per possesso di marijuana. E lui l'ha rubato a Humphrey Bogart. Che l'ha rubato a James Cagney. Che l'ha rubato a Pretty Boy Floyd. Che l'ha rubato a Harry Crosby. Che l'ha rubato Teddy Roosevelt. Che l'ha rubato a Billy the Kid. Che l'ha rubato a Napoleone. Che l'ha rubato a Voltaire. Che l'ha rubato a un barbone alcolizzato ignoto a cui ha frugato nelle tasche mentre il tipo era sdraiato privo di sensi in una fogna di Parigi, voi scrittori sapete bene come vanno le cose quando si è in attesa degli assegni dei diritti. Il barbone l'aveva rubato a sua madre, una megera senza denti che una volta faceva marchette, finche' non era diventata vecchia e brutta e allora si era messa a fare la sarta, ma non era tanto brava, le mani artritiche le tremavano tanto che le sue cuciture erano troppo lasche e alle eleganti dame parigine cadevano i vestiti in mezzo alla strada. E così che è nata la leggenda di Lady Godiva. Anche Lady Godiva aveva il punk nelle vene, l'aveva rubato alla megera per vendicarsi. E a Lady Godiva lo rubò il suo cavallo. Poco dopo il suddetto cavallo fu montato in battaglia e morì, ma non prima che il maggiore che lo cavalcava gli rubasse il punk. Il maggiore era un alcolizzato grave soggetto a lunghi periodi di vuoti di memoria che duravano settimane e a volte mesi, così si dimenticò' di averlo rubato. Si dimentico di averlo mai avuto. Si dimenticò cos'era e cosa significava. Come tutti noi. Ma una notte, in stato di ubriachezza, farfugliò il Segreto del Punk, secolare e inestimabile come il Graal, a un altro alcolizzato dotato di una memoria migliore. Quando il maggiore tornò sobrio l'altro alcolizzato, che era un borseggiatore e un ladruncolo, mentì e disse al maggiore che il vero proprietario del punk era lui, il borseggiatore, ma che una notte che aveva alzato il gomito, il maggiore glielo aveva rubato. Il maggiore gli credette. Ma in seguito si ubriacò e si dimenticò di nuovo tutto del punk, che quindi sarebbe potuto andare perduto in una delle crepe della storia, e allora John Holmstrom avrebbe fatto il venditore porta a porta di rivestimenti di alluminio e Richard Hell sarebbe impegnato a lanciare balle di fieno dal fienile di una qualche fattoria nel Midwest dove sarebbe stato assunto come aiutante PROPRIO IN QUESTO MOMENTO PRECISO in cui anch'io, che ho creato il punk e in teoria non dovrei stare qui a ricordarvelo, non farei il critico rock e il musicista occasionale - fatto che irrita i più e fa piacere solo a una minoranza illuminata - ma sarei piuttosto un pezzo grosso nel quartier generale dei Testimoni di Geova a Brooklyn. Invece di recensire i Devo per il Voice sarei l'autore dell'articolo "La molla - il metallo miracoloso", pubblicato sulla rivista Svegliatevi! nel 1978 circa. E ci sarebbe da andare fieri anche di quello.

Lester Bangs, Impubblicabile! - minimum fax



30/11/15

Affinché la morte ci trovi vivi e la vita non ci trovi morti: L'assalto a Notre Dame 1950

Alle 11 e 10 del mattino, il 9 aprile 1950, quattro ragazzi, uno abbigliato dalla testa ai piedi come un frate domenicano, entraono in Notre-Dame a Parigi. Vi si stava svolgendo la messa solenne di Pasqua; nella cattedrale c’erano decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. “Il falso domenicano” cosi fu chiamato dalla stampa - Michel Mourre, di ventidue anni - approfittò di una pausa dopo il Credo e salì sull’altare. Cominciò a leggere un sermone scritto da uno dei suoi compagni cospiratori, Serge Berna, di venticinque anni.
<<Oggi, giorno di Pasqua dell’anno Santo qui sotto l’emblema di Notre-Dame di Parigi
io accuso la Chiesa cattolica universale del dirottamento letale della nostra forza Vitale
Verso un paradiso vuoto
io accuso la Chiesa cattolica di truffa
io accuso la Chiesa cattolica di avere infettato il mondo con la sua moralità funerea
di essere la piaga purulenta sul corpo decomposto dell’Occidente
In verita vi dico: Dio è morto
Vomitiamo l'agonizzante insipidezza delle vostre preghiere poiché le vostre preghiere sono state il fumo grasso sopra i campi di battaglia della nostra Europa
Andate dunque nel deserto tragico ed esaltante di un mondo dove Dio è morto e arate questa terra nuovamente con le vostre mani nude, con le vostre mani orgogliose
con le vostre mani che non pregano
Oggi, giorno di Pasqua dell’anno santo qui sotto l’emblema di Notre-Dame di Francia
proclamiamo la morte del Cristo Dio, cosicché l’Uomo possa finalmente vivere.>>

Il cataclisma che ne seguì andò al di la delle aspettative di Mourre e dei suoi seguaci, che avevano solo pianificato di lasciare volare pochi palloncini rossi. L'organista, preavvisato che poteva verificarsi un’interruzione, copri Mourre non appena ebbe pronunciaro le parole magiche “Dio e morto”. Il resto del discorso non fu mai fatto: con le spade sguainate le guardie svizzere della cattedrale si avventarono sui cospiratori tentando di ucciderli. I compagni di Mourre si precipitarono sull’altare per proteggerlo, uno di essi, Jean Rullier, venticinque anni, ebbe il volto squarciato. I blasfemi fuggirono - l’abito macchiato del sangue di Rullier, Mourre benedisse allegramente i fedeli mentre raggiungeva l’uscita - e furono catturati, o piuttosto salvati dalla polizia: seguiti i quattro fino alla Senna, la folla era sul punto di linciarli. Il complice, che aveva una macchina pronta per la fuga, vedendo la folla avanzare sul lungofiurne, non aspettò oltre; Marc, O e Gabriel Pomerand, presenti nella cattedrale, si defilarono e si diressero immediatamente a Saint-Germain-des-Prés a diffondere la notizia.
Il contesto
I1 contesto di questo avvenimento, che apparve su tutti i giornali in tutto il mondo ed è ora dimenticato, non è piu evidente. Nel 1950 la religione aveva ottenuto un nuovo rispetto, un nuovo silenzio. La campagna per togliere le donne dai posti di lavoro e rimetterle in cucina era abbinata a una campagna per riportare tutti in chiesa. Il papa - Pio XII, un antisemita le cui simpatie per il fascismo erano appena velate - veniva considerato anche dalla stampa laica come incriticabile, dispensa mai concessa a Giovanni XXIII, e se è per questo nemmeno a Giovanni Paolo II. L'azione dei quattro di Notre-Dame oggi sarebbe scandalosa; allora era l’equivalente di un assassinio.
Il giorno dopo il New York Times dedicò le prime quattro pagine, quattro intere pagine, alla Pasqua nel mondo: la parata nella 5‘h Avenue, l’omelia papale sul vangelo sociale etc.; l'infausto" incidente di Notre-Dame ebbe lo stesso numero di righe di una notizia che veniva dalla piovosa Londra: 
<<In tarda mattinata si è svolto un “corteo di Pasqua”, provocato dall'offerta da parte di un giornale popolare londinese di un premio di 50 sterline per la donna piu elegante vista nel Centro di Londra. Attrici della radio, di teatro e del cinema hanno sfidato il tempo indossando le loro migliori toilette.>>

A Parigi Notre-Dame era una notizia da prima pagina con tanto di titoloni a caratteri cubitali. L'Humanité, il quotidiano del partito comunista, lo condannò. In termini più liberali il non allineato Combat fece lo stesso:
<<Si riconosce il diritto di ciascuno di credere, o di non credere in Dio. Si riconosce anche
che la farsa è necessaria e che, in alcune circostanze, gli scherzi sono difendibili. Ma...»; aderendo al suo ruolo di forum popolare dell’avanguardia, il giornale aprì sulle sue pagine un dibattito sull’argomento: capeggiata da André Breton, gran parte della Parigi surrealista accorse in difesa con lettere che furono pubblicate per giorni.
Il tono di fondo di queste lettere era stranamente nostalgico. La stranezza era la nostalgia per un passato che non era mai proprio successo, per giorni grandiosi che non erano stati esattamente vissuti, per un’esplosione che non aveva mai avuto luogo. l surrealisti gioiosamente rivendicarono la paternità di un grande evento pubblico, ma all’interno di quella gioia c’era un vuoto pieno di vergogna per la loro attesa ventennale nei Calle e nelle gallerie, per il fatto che dei figli bastardi esaudissero o avverassero la loro eredità.
<<E' giusto che il colpo sia stato inferto qua, nel cuore stesso della piovra che sta ancora strangolando l’Universo>>, scrisse Breton di Notre-Dame. <<Era là anche che, nella nostra giovinezza, io e alcuni degli uomini che sono stati e sono miei compagni di viaggio - Artaud, Crevel, Eluard, Péret, Prévert, Char e molti altri - alle volte sognavamo di colpire».
In tutti i suoi anni di tribuno della rivolta, Breton aveva mai mollato tanto territorio surrealista o concesso che contro un avvenimento, anche se falso, un sogno fosse solo un sogno? Mourre <<agì», scrisse René Char, come se la cristallizzazione di Mourre dello spirito surrealista, se si trattava di quello, trasformasse improvvisamente gli anni passati da Char come combattente della Resistenza in niente altro che un sostituto contemplativo del confronto con la vita vera. Profondendosi in scuse, i cattivi padri si fecero avanti per rivendicare i loro figli, ma i figli non rivendicarono i padri.
Dei quattro “illuminati” (Combat) solo Mourre fu trattenuto: l’arcivescovo lo incriminò per essersi travestito da prete. Sottoposto a un test psichiatrico, Mourre ottenne il ribaltamento dell’editoriale di Combat allorché l’esperto designato dalla Corte, un certo dottor Robert Micoud, riassunse come segue l'atteggiamento di Mourre: <<idealismo frenetico>>, <<sprezzo per le percezioni esterne>>, <<cogito preriflessivo», <<riflessi ocular-cardiaci indifferenti>>, <<ortosessualità (vergognosamente ammessa)>>, <<abilità di colpire direttamente al cuore di una dottrina>> e <<di viaggiare in un istante attraverso varie epoche>>, <<fugacità ideativa>> e <<logica paranoica angolare esagerata>>.. In definitiva venne definito un vero e proprio pericolo per la tranquillità pubblica nei quartieri borghesi.  Mourre fece undici giorni di galera. In seguito scrisse Malgrè le blaspheme (Nonostante la bestemmia) che fu accolto così bene dalla chiesa che lo stesso arcivescovo di Notre Dame raccomandò che tutte le biblioteche ecclesiastiche lo comprassero. Scrisse altri libri, biografie di personaggi della destra protofascista e monarchici, divenne un enciclopedico ecclesiastico ciarlatano. Morì rispettabile e dimenticato nel 1977..

Greil Marcus

Lipstick Traces
A secret History of the twentieth century




27/11/15

Potere e alienazione, empatia e identità: Sotto la pelle di Michel Faber (Incipit bruciante)

Nella classifica dei 20 libri più venduti in Italia, evento decisamente raro per un romanzo di fantascienza. Lasciate perdere il film che ne è stato tratto nel 2013, Under the Skin, con una pur splendida Scarlet Johansonn, perchè non centra assolutamente niente. D'altronde SOTTO LA PELLE di Michel Faber non è riconoscibile come tale, cioè un romanzo sci/fi, senza averlo letto, visto che né il risvolto di copertina, né l'illustrazione, né alcun altro segnale danno il benché minimo indizio al riguardo. Si dice che ci siano voluti vent'anni prima di arrivare alla stesura definitiva del libro, un'allegoria crudele e spietata della nostra società e delle regole che ne stanno alla base. Una società in cui lo sfruttamento domina e l'alienazione dal proprio essere e dal proprio corpo è l'unica forma di sopravvivenza. Politica, tematiche ambientali, industrie e multinazionali,  identità sessuale, e soprattutto empatia e potere, con cui ci misuriamo quotidianamente. Tante le riflessioni in un libro bellissimo, letto con colpevole ritardo..


<<Quando avvistava un autostoppista per la prima volta Isserley non si fermava mai, si concedeva un po’ di tempo per prendergli le misure. Quel che cercava erano i muscoli: un pezzo d’uomo ben piantato sulle gambe. Di esemplari gracili, pelle e ossa, non se ne faceva nulla. A un primo sguardo, tuttavia, era incredibile quanto poteva risultare difficile notare la differenza. Si potrebbe pensare che un autostoppista solitario, fermo al bordo di una strada di campagna, sia visibile per almeno un chilometro, come un monumento lontano, o un silos per le granaglie: si potrebbe pensare di riuscire a esaminarlo con calma mentre si guida, di spogliarlo e rigirarselo nella mente con anticipo, ma lsserley aveva scoperto che non era cosi. Guidare attraverso le Highland scozzesi era di per sé impegnativo; accadeva sempre qualcosa in più rispetto a quel che ci si immagina guardando i paesaggi delle cartoline. Perfino nel silenzio madreperlaceo di un’alba invernale, con le nebhie ancora addormentate nei campi ai lati della strada, non si poteva
sperare che la A9 restasse vuota a lungo. Le carcasse di pelliccia appartenenti a creature della foresta non identificabili ingombravano l’asfalto, sempre fresche ogni mattina, e ciascuna di esse non era che un istante congelato nel tempo, quando un
essere vivente aveva scamhiato la strada per il suo habitat naturale.

Anche lsserley, spesso, si avventurava per strada a ore pietrificate in un’immobilità preistorica, al punto che il suo veicolo poteva essere il primo della storia. Era come se fosse stata calata in un mondo appena creato, cosi nuovo che le montagne avrebbero potuto ancora assestarsi e le valli coperte di boschi trasformarsi in mari.
Ciò nonostante, una volta lanciata l’auto lungo la strada deserta, velata da una nebbia leggera, sapeva che era questione di pochi minuti, e dietro di lei avrebbe cominciato a scorrere il traffico diretto verso Sud. E quel traffico non le avrebbe neppure lasciato fare da battistrada, come una fila di pecore lungo un sentiero stretto; avrebbe dovuto correre piu in fretta, o l’avrebbero cacciata dalla corsia a forza di clacson.

lnoltre si trattava di un’arteria principale, e doveva stare attenta a tutte le strade secondarie che vi confluivano. Solo una parte di quegli snodi erano segnalati chiaramente, quasi fosse stato il risultato di una selezione naturale; gli altri erano nascosti dagli alberi. Non tenere conto degli incroci era una pessima idea, anche se Isserley aveva la precedenza: da una qualunque di quelle strade poteva spuntare un trattore borbottante e impaziente, che in caso di collisione non avrebbe subito molte conseguenze, mentre lei si sarebbe spiaccicata sull’asfalto. Quel che la distraeva di più, tuttavia, non era la minaccia di un pericolo imminente ma l’incanto di ciò che la circondava. Un luminoso fossato colmo d’acqua piovana, uno stormo di gabbiani gettati all’inseguimento di una seminatrice in un campo fertile, l’apparizione fugace della pioggia due o tre monti più avanti, o anche il volo di un ostricaio solitario: una sola di queste immagini poteva far quasi dimenticare a lsserley il motivo per cui era li, per strada. ll levarsi del sole tingeva d’oro le fattorie distanti e lei era ancora al volante, quando un oggetto assai piu vicino, poco piu di u'omhra nerastra, abbandonava all’improvviso le sembianze di un ramo d’albero o di un cumulo di macerie per assumere quelle di un bipede con il braccio teso.
Allora si ricordava, ma a volte succedeva quando ormai lo aveva superato mancando di un soffio la mano tesa, quasi che le dita, come rametti, avrebbero potuto spezzarsi, se solo fossero cresciute di qualche centimetro in piu.

Premere sul freno era fuori questione. Al contrario, lasciava tranquillamente il piede sull’acceleratore, restava in fila dietro le altre auto, limitandosi a scattargli di passaggio una rapida fotografia mentale. A volte, mentre riesaminava quell’immagine lsserley si rendeva conto che l’autostoppista era in realta una femmina. A lei le femmine non interessavano, almeno non in quel senso. Che le caricasse qualcun altro.
Se l’autostoppista era maschio di solito tornava indietro per un secondo sopralluogo, a meno che non si trattasse chiaramente di un tipo mingherlino. Nel caso in cui il soggetto in questione fosse per lo meno interessante, appena possibile faceva un’inversione a U - ben lontana da lui -, non voleva che si accorgesse di nulla. Poi, guidando nella direzione opposta più lentamente che poteva, cercava di squadrarlo ancora una volta. Capitava raramente che non riuscisse a ritrovarlo: di solito perché nel fratternpo un altro autista, meno pignolo o meno cauto di lei, si era fermato e l’aveva tirato sù. Da una veloce sbirciata si rendeva conto che nel punto in cui pensava di averlo visto non c’era più nulla, solo un vuoto bordo di ghiaia. Spingeva lo sguardo oltre il ciglio della strada, verso i campi o l’inizio del bosco, nel caso si fosse nascosto da qualche parte per orinare. (Una delle loro abitudini). Dopo cosi poco tempo, per lei era inconcepibile non ritrovarlo più; aveva un corpo cosi bello - cosi eccellente - cosi perfetto - perché si era lasciata scappare quella chance? Perché non l’aveva caricato subito?

Talvolta la perdita era cosi dura da accettare che poi continuava a guidare per chilometri e chilometri, sperando che chi l’aveva caricato l’avesse di nuovo fatto scendere. Le mucche la guardavano con aria innocente mentre lei accelerava in una nuvola di gas di scarico. Di solito, però, l’autostoppista rimaneva esattamente dove l’aveva sorpassato la prima volta, il braccio meno rigido, gli abiti (se pioveva) un poco più fradici. Venendo dalla direzione opposta lsserley gli dava un’occhiata veloce alle natiche, alle cosce, o anche alle spalle, per vedere quanto erano muscolose. Perfino nella postura c’era qualcosa che permetteva di riconoscere a prima vista l’arrogante fiducia in se stessi dei maschi di prima qualità. Passandogli accanto lo guardava ancora una volta, per mettere alla prova la prima impressione, per essere sicura che la sua immaginazione non l’avesse gonfiato troppo. Se riusciva a superare l’esame fermava l’auto e lo faceva salire. lsserley era andata avanti cosi per anni. Non passava mai più di un giorno senza che si mettesse alla guida della sua malandata Toyota Corolla rossa in direzione A9 per cominciare il giro di perlustrazione. Perfino nei periodi pid fitti di incontri riusciti, al massimo della propria autostima, si preoccupava del fatto che l’ultimo autostoppista caricato potesse rivelarsi, col senno di poi, la sua ultima conquista davvero soddisfacente: che il futuro non le riservasse più nessuno all’altezza.
(....)
La giornata di oggi non era cominciata bene.
Costeggiando il comatoso villaggio di Fearn, sul ponte sopra la ferrovia prima di raggiungere l’autostrada, si rese conto di una specie di rantolo proveniente dalla ruota sotto il lato passeggeri. Lo ascoltò attentamente, trattendendo il respiro, cercando di capire che cosa le stesse cornunicando in quel bizzarro idioma straniero. Era una supplica d’aiuto? Un borbottio momentaneo destinato a svanire? Un avvertimento amichevole? Ascolto ancora un poco, provando a immaginare i diversi modi in cui un’automobile poteva farsi comprendere. La Corolla rossa non era certamente l’auto migliore che avesse avuto; l’auto per cui aveva più nostalgia era la Nissan grigia su cui aveva imparato a guidare. Si lasciava manovrare con dolcezza e delicatezza, non faceva quasi nessun rumore e aveva molto spazio nel bagagliaio - abbastanza da metterci un letto.

Ma fu costretta a sbarazzarsene dopo appena un anno. Da allora ne aveva possedute altre due, ma erano pili piccole, e i pezzi di ricambio trapiantati dalla Nissan le davano parecchi problemi. La Corolla rossa era un po’ rigida e qualche volta capricciosa. Senza dubbio voleva essere un’auto come si deve, ma aveva le sue difficolta.
Qualche centinaio di metri prima della confluenza con l’autostrada c’era un ragazzo con i capelli lunghi che ciondolava sul ciglio della Strada, il pollice all’insù. Accelerò e lo superò. Lui sollevò pigramente il braccio, aggiungendo al suo gesticolare altre due dita. Conosceva più o meno la faccia di Isserley, e lsserley conosceva più o meno la sua. Erano entrambi del posto, anche se non si erano mai incontrati se non in situagioni del genere. La strategia di Isserley era di stare alla larga dalla gente del posto. Mentre si immetteva nella A9 a Kildary, diede un’occhiata all’orologio sul cruscotto. Le giornate si stavano allungando rapidamente: 8 e 24 del mattino e il sole aveva gia lasciato la linea dell’orizzonte. Il cielo era blu livido e rosa carne, dietro a una fascia di nubi bianchissime, preludio della gelida trasparenza che avrebbe segnato l’aria di quella giornata. Non avrebbe nevicato, ma il ghiaccio avrebbe continuato a scintillare per parecchie ore, e prima che la temperatura potesse salire sarebbe scesa la notte.
Quanto agli scopi di lsserley, un giorno freddo e luminoso come questo era ideale per la guida sicura, un po’ meno per valutare gli autostoppisti. Solo certi esemplari straordinariamente vigorosi avrebbero indossato una maglietta a maniche corte
mostrando cosi la propria muscolatura, ma la maggior parte sarebbe rimasta infagottata sotto cumuli di giacconi e strati di lana, tanto per renderle il lavoro complicato...>>