Robert Coates, di origine nordirlandese, non è realmente cattivo. E’ legato alla famiglia, assiduo alle funzioni religiose, saggiamente conservatore. Condivide però molti dei pregiudizi che circolano, negli Stati Uniti, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Ciò lo induce a diventare fin da giovanissimo una Labor Spy: uomo di mano di una delle tante agenzie che infiltrano informatori nel movimento operaio americano ai suoi inizi. In questa veste, assiste e partecipa a scontri sociali di inusitata violenza. Scioperi che si prolungano mesi, stragi di operai, duelli degni di un film western. Prende parte, soprattutto, all’epopea degli Industrial Workers of the World: il sindacato rivoluzionario che cerca di organizzare precari, vagabondi, immigrati, braccianti, disoccupati, manovali a giornata. Con lo scopo di dare vita alla One Big Union: il solo, grande sindacato che rechi in sé il modello della società a venire. Un’idea che sarà sconfitta, ma non senza un’accanita resistenza. Robert Coates, nel tentativo di sabotare dall’interno quel progetto, incontrerà personaggi memorabili: Eugene Debs, Jack London, Dashiell Hammett e tanti altri. Questo non riscatterà la miseria progressiva della sua vita privata, sotto il segno della solitudine. Chiunque lo accosti troppo da vicino è perduto. Una spia non può avere affetti. Una storia “nera”, dunque, ma perché nera è la vicenda che tratta: quarant’anni di storia del movimento sindacale americano, a partire dalle origini.
"Fratelli" esordì "hanno cercato di persuadervi che il capitalismo sia inevitabile, che la disoccupazione che flagella il paese sia una catastrofe naturale. Ebbene, vi dico che non è così. La crisi non cade dal cielo: alla base ha il vostro sfruttamento oltre il lecito e l'avidità di sfruttatori che campano del lavoro altrui...parassiti oziosi consumano bottiglie di vino francese al fresco in secchielli pieni di ghiaccio. Tagliano la faraona o il vitello arrosto. Sono gli stessi che parlano di crisi. I politicanti e i giornalisti al loro servizio invocano la solidarietà nazionale. Tuttavia una forza giovane e vigorosa è nata per ribaltare il quadro per unire gli sfruttati senza distinzione in una lotta comune..."
«A Est non combinano nulla di buono. Chiacchiere e ancora chiacchiere. E’ di qui, dall’Ovest, che deve partire la rinascita del sindacalismo industriale! La gente ha bisogno degli IWW, chiede organizzazione! Non vuole, invece, miserabili discorsi di politicastri che finiscono col chiedere un pezzo di carta nell’urna elettorale. A chi servono i socialisti, gli anarchici? Il sindacalismo basta a se stesso, è più rivoluzionario di loro, più socialista di loro, più anarchico di loro! Dico bene, fratelli?»
Esplose il “sì” entusiasta dei presenti. Erano bianchi e neri, portuali, manovali, disoccupati. L’età media era tra i venti e i trent’anni. Le donne erano due. Una era la moglie dell’oratore.
«Allora» proseguì Walsh «vi dico io cosa faremo. Marceremo sul fottuto terzo congresso dei fottuti IWW. E’ a Chicago, in maggio. I borghesucci che fanno la rivoluzione in poltrona, gli aspiranti consiglieri comunali, gli amici dei fachiri, gli arroganti professoroni sporchi di inchiostro, di polvere e di talco, potranno segnarsi il 1908 come l’anno della loro scomparsa. L’Ovest calerà e li spazzerà via. Li fotterà a sangue, getterà dalla finestra le loro cartacce. Hanno dominato fin troppo. E’ tempo che prenda il sopravvento la pura, santa, fottutissima lotta di classe!»
Esplose il “sì” entusiasta dei presenti. Erano bianchi e neri, portuali, manovali, disoccupati. L’età media era tra i venti e i trent’anni. Le donne erano due. Una era la moglie dell’oratore.
«Allora» proseguì Walsh «vi dico io cosa faremo. Marceremo sul fottuto terzo congresso dei fottuti IWW. E’ a Chicago, in maggio. I borghesucci che fanno la rivoluzione in poltrona, gli aspiranti consiglieri comunali, gli amici dei fachiri, gli arroganti professoroni sporchi di inchiostro, di polvere e di talco, potranno segnarsi il 1908 come l’anno della loro scomparsa. L’Ovest calerà e li spazzerà via. Li fotterà a sangue, getterà dalla finestra le loro cartacce. Hanno dominato fin troppo. E’ tempo che prenda il sopravvento la pura, santa, fottutissima lotta di classe!»