Torniamo sulla War on Drugs americana e sul suo totale fallimento, con il bel documentario, The House I Live In, (25% I segreti della guerra alla droga è la traduzione con cui è andato in onda in Italia su laEffe..)
e sullo sfruttamento del sistema penitenziario americano a scopo di
trarne profitto, che possiamo vedere però in lingua originale.
Pubblicheremo una copia tradotta appena sarà disponibile in rete. E di
seguito un ulteriore testimonianza con l'intervista all' autore Eugene Jarecki, acclamato regista inoltre di Why We Fight, Freakonomics e Reagan
Con 2,3 milioni di persone stipate nelle sue celle, l'America detiene il primato di carceriere più produttivo. Un quarto dei prigionieri si trova dentro per droga, e per lo più si tratta di tossici o comuni spacciatori. Mentre il vecchio dibattito su come la liberalizzazione delle droghe farebbe guadagnare allo stato tempo e denaro continua a impegnare schiere di pro e contro, qualcosa sembra esserci sfuggito: rimpinzare le prigioni è un modo molto efficace per fare soldi. Dopo 40 anni, un trilione di dollari e 45 milioni di arresti, la lotta alla droga statunitense non ha ottenuto praticamente alcun risultato, a parte l'incarcerazione di uno spropositato numero di uomini e donne di colore (che sarebbe strano descrivere come un risultato, a meno che a parlare non sia un razzista). Quello che si è realmente ottenuto, invece, è la creazione di un'immensa industria che permette di fare grandi affari approfittando della reclusione di criminali di basso livello e tossicodipendenti vulnerabili.