Visualizzazione post con etichetta The Ghostmaker. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta The Ghostmaker. Mostra tutti i post

17/01/13

The Ghostmaker

da Hollywood: «The Ghostmaker», film indipendente del regista, sceneggiatore e illustratore di origine italiana Mauro Borelli. Noi l'abbiamo visto e molto apprezzato in.. "anteprima".
Sotto, una bella recensione di  FILIPPO BRUNAMONTI  per Alias


Come fare quattro passi nell’aldilà  

Con primordiali giochi d'ombra e l'esecuzione balcanica del tempo, Mauro Borrelli, regista / sceneggiatore/illustratore, rischiara la paura (e, di rimando, il senso) della morte. Prorompe nella realtà con il sovrannaturale, schierando aghi e punture dello sguardo là dove il deserto dell'industria americana un tempo (anni Settanta/Ottanta) sognò alieni, stelle e almanacchi. L'autore, di origine italiana, ha sparpagliato talento e ingegno a Hollywood, dapprima come illustratore concettuale per Tim Burton (Sleepy Hollow), Jan De Bont (The Haunting), Bernardo Bertolucci (Il piccolo Buddha) e Terry Gilliam (Le avventure del barone di Münchausen), poi come autore di successo, apprezzato anche da Ang Lee e Gore Verbinski; il debutto al lungometraggio, Goodbye Casanova, ha inaugurato la seconda edizione del Los Angeles Italian film Awards presso l'Egyptian Theatre. La nuova pellicola indipendente The Ghostmaker (titolo originale: Box of Shadows) è già stata venduta in Germania; in Italia uscirà grazie ad una distribuzione indipendente, e così probabilmente in Francia. Somiglia un po' all'Aràk, bevanda alcolica asiatica di riso e frutta, rinvigorente, lisergica, ma con qualche controindicazione per lo spirito. La storia - un ragazzo che recupera una bara del XV secolo congegnata dall'Artigiano del Diavolo in persona - ha il dono di alterare le proporzioni universali della percezione. Perché il feretro, a metà tra oggetto d'antiquariato Hammer e cubofuturismo, cela al suo interno un'anima, perfetto meccanismo ad orologeria in grado di far provare all'ospite, vivo, l'esperienza del trapasso. Febbrile inquietudine seguita da curiosità: il distacco dell'anima dal corpo, la sensazione del «farsi fantasma» e scivolare nel nulla - tormentando, spiando, amando il prossimo tuo come te stesso. È questa la saliva del film. Chi abusa del macchinario infernale, perde letteralmente l'anima.