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17/07/18

Jewel




Propaganda

Album: A Secret Wish

Data di uscita: 1985


1-2-3-4!!

Eye to eye stand winners and losers
hurt by envy, cut by greed
face to face with their own disillusion
the scars of old romances still on their cheeks
and when blow by blow the passion dies sweet little death
just have been lies the memories of gone by time
would still recall the lie

the first cut won't hurt at all
the second only makes you wonder
the third will have you on your knees
you start bleeding I start screaming

it's too late the decision is made by fate
time to prove what forever should last
whose feelings are so true as to stand the test
whose demands are so strong as to parry all attempts
and when blow by blow the passion dies sweet little death
just have been lies the memories of gone by time
would still recall the lie

the first cut won't hurt at all
the second only makes you wonder
the third will have you on your knees
you start screaming I start bleeding

the first cut
the second cut
the third cut

Ah!

the first cut won't hurt at all
the second only makes you wonder
the third will have you on your knees
you start bleeding, I start screaming
the first cut won't hurt at all
the second only makes you wonder
the third will have you on your knees
you start bleeding, I start screamiiiiaaaaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!!!!



14/03/18

What's not to Love?: Ian McKellen e i Fleshtones, 1987

Il revivalismo degli anni '80 può essere fatto male e può essere fatto bene. Quelli abbastanza grandi da ricordare il decennio sembrano essere nella posizione migliore per ricrearlo, ma il successo di Stranger Things offre un eccellente controesempio. I fratelli Duffer hanno fatto un meraviglioso lavoro di evocazione dell'aspetto e delle sensazioni della metà degli anni '80, costruendo un collage di una dozzina di film dell'epoca, da E.T. a film più oscuri. Tuttavia, quando si parla di musica, il retrò degli anni '80 tende a limitarsi alla diffusione del rap, all'electro, il synthpop di Gary Numan e dei Duran Duran o all'hair metal pacchiano dei Mötley Crüe. Manca però assolutamente il revivalismo significativo degli anni '60, emerso in quel periodo. Garage, surf e psych rock e i suoni jangly dei The Byrds hanno ispirato REM, B52s, Replacements, House of Love e Fleshtones, una band di New York, molto apprezzata anche nell'underground anche nel nostro paese (e di cui parleremo più avanti) band affascinata da Andy Warhol e dalla sua arte soprattutto degli anni '60. Quando Warhol approdò alla TV negli anni '80 con il suo spettacolo di varietà su MTV scelse i Fleshtones come band di supporto per la star del cinema Ian McKellen, un match-up che rappresenta un altro segno distintivo della cultura pop anni '80 - la giustapposizione postmoderna di generi, stili e registri - che vide Warhol pioniere 20 anni prima, portando nella scena artistica kitsch, lattine di zuppa serigrafate, e i Velvet Underground.

"Il lavoro televisivo di Warhol trasformò questo impulso in un circo multimediale caratterizzato da l'alto e il basso, il ricco e il famoso, gli artisti affermati e le stelle nascenti ", afferma Geralyn Huxley, curatore del Museo Warhol. In questo esempio particolarmente calzante, McKellen e Fleshtones portano il Sonetto 20 di Shakespeare, What's not to Love? (Cosa non è da amare?) a un pubblico giovane e alla moda, negli studi di MTV nel 1987. Punti forti del filmato, Ian McKellen, giovane, caldo e già follemente talentuoso e i membri della band che indossano le fantastiche mode New Wave dell'epoca. Per gli studiosi seri del decennio, un documento visivo essenziale.

Sappiamo bene che IAN MCKELLEN è famoso per l'interpretazione di Gandalf nella trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson e nella trilogia di Lo Hobbit, sempre nei panni di Gandalf, e per il ruolo di Magneto in X-Men, ma McKellen è un grande attore di teatro arrivato tardi al cinema. Tra quelli che abbiamo apprezzato di più, Demoni e dei (Gods and Monsters), di Bill Condon (1998) in cui interpreta il famoso regista di film horror degli anni '30 James Whale, passato in Italia quasi inosservato, L'allievo di Bryan Singer (1998) e Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto (Mr. Holmes), di Bill Condon (2015).
 




Spesso etichettati come revivalist di garage-rock, i Fleshtones amano mixare i suoni di organo Farfisa e fuzz-guitar di quel genere con rockabilly anni '50 e '60, R & B, in un potente mix retrò che il gruppo ama(va) chiamare "Super Rock". " I Fleshtones si uniscono nel 1976 nel Queens con il cantante / tastierista Peter Zaremba, il chitarrista Keith Streng, il bassista Jan Marek Pukulski, e il batterista Bill Milhizer, con l'idea di restituire il rock and roll alla semplicità e alla spontaneità degli anni '50 e dei primi anni ' 60s.
Il gruppo si adattava bene alla scena punk e new wave newyorkese, e il primo singolo, "American Beat", attirò l'attenzione dell'etichetta indipendente Red Star , per passare poi all' I.R.S. L'EP di debutto, Up-Front, viene pubblicato nel 1980, seguito da "Roman Gods" e "Blast Off!"
Nel 1983 il gruppo produce Hexbreaker, continuando a registrare per tutti gli anni '80, mentre viene pubblicato Powerstance nel 1992 e Beautiful Light nel 1994. Mentre la popolarità del gruppo è scesa nella seconda metà degli anni '90, nel 2003 firmano per la potente etichetta indie Yep Roc Records pubblicando Do You Swing, accolto molto bene dalla critica. Un altrettanto solido seguito è stato Beachhead, pubblicato nel 2005.
I Fleshton continuano ancora oggi a registrare ed esibirsi con uno spirito, una passione e un'energia che poche band possono superare.

Il live che possiamo vedere qui sotto è dello stesso tour che li portò nell'1987 anche a Napoli, (sopra il biglietto d'ingresso che custodisco gelosamente) in un concerto ancora ben impresso nella memoria.

 I Fleshtones all'Ethos Club, Gabicce Mare, Italia, 12 luglio 1987.








31/01/18

Nazi Punks Fuck Off: una storia orale


Ogni band hardcore che abbiamo amato negli anni '80 e oltre, dai Dead Kennedys ai Black Flag da i Minutemen ai Fugazi, erano si molto diverse tra loro, ma avevano una cosa in comune: bande di skinhead nazisti che di tanto in tanto assaltavano i loro concerti, con risse furibonde con i fan, inneggiando a Hitler e alimentando un clima pieno di odio e conflitto. I punk hanno flirtato dal principio con immagini fasciste, cercando lo shock e la provocazione, con Sid Vicious di Sex Pistols e Siouxsie Sioux che indossavano svastiche in pubblico, e, come ricorda lo scenografo di San Francisco Howie Klein, in seguito presidente della Reprise Records,: "All'improvviso, avevamo molte persone che facevano parte della scena che non capivano che "fascismo era una brutta cosa".


Nel 1980, la frangia più violenta del  punk stava infettando tutte le manifestazioni e i live  punk. "Il Pogo era diventato uno slam-dancing, ora conosciuto come moshing, e la maggioranza dei giovani di questa frangia veniva non tanto per godersi la musica, ma erano lì per picchiare la gente - a volte in un modo davvero pesante", dice Jello Biafra, la cui band, Dead Kennedys, pubblicò una canzone diventata ormai un classico nel 1981: "Nazi Punks Fuck Off".
 

02/01/18

Dalle tombe al mainstream. Ecco a voi il 2018! Bauhaus Live 1998


31/12/2017
Lavoro pressante, con aspettative sempre troppo alte. E poi, bilanci esistenziali, il clichè per cui durante le festività nataliziea bisogna essere tutti felici. Un mix esplosivo di sentimenti e condizioni, che alcuni chiamano il Christmas Blues. L'obbligo di dover festeggiare che si percepisce e che deriva dall'idea stereotipata del Natale e del Capodanno, veicolata soprattutto dai media e dalla pubblicità. E allora vai con il senso di tristezza e depressione,  disturbi vari e attacchi di panico. E' una sorta di 'effetto post partum natalizio', diceono gli esperti. Ma noi, di fronte alle feste ed ai rituali, ce ne freghiamo.. E contrapponiamo al Capodanno istituzionale con feste chiassose, concerti in piazza con le solite mummie imbalsamate, balli con musica disco che ci rivolta, botti e pistolettate varie, una buona cena tra gli intimi, tanta birra scura, vino bianco, candele e tanto, tanto..buon vecchio Goth.
Sul Goth abbiamo letteralmente messo una pietra tombale con questo post di un pò di tempo fa, con tanto di glossario e playlist, ma vogliamo chiudere quest'anno con una delle band della nostra formazione. Non mi dilungo: i primi giri di basso che ho cercato di riprodurre sono proprio quelli di David J dei Bauhaus. Buon anno comunque a tutti, e se vi va, godetevi questo live del 1998, registrato all'Hammerstein Ballroom di New York City, il 9 e 10 Settembre. CHEERS!!!!

14/05/16

Quando eravamo Punk: sei storie

Non importa se il treno è passato: quest'anno il Punk guarda indietro ai giorni più selvaggi.
Alcuni esponenti di quel movimento nato nella seconda metà degli anni '70 hanno condiviso quell'esperienza e le loro storie con il Guardian, un piccolo "Come eravamo", parte di una più vasta documentazione per celebrare i 40 anni di un ondata che ha cambiato per sempre la loro vita.


"Il punk non comincia e non finisce proprio da nessuna parte, ma semplicemente è".



Ausaf Abbas, 55 anni
Prima: Bassista, Alien Kulture
Ora: Broker Finanziario

Abbiamo creduto molto nella filosofia del punk - questo è un accordo, ecco un secondo, ecco un terzo, ora possiamo formare una band!.
Non avevo mai toccato un basso fino alla nostra prima prova, ma non importava. Era tutta una questione di energia e di entusiasmo.
Eravamo legati probabilmente all'ala più intellettuale del punk e siamo stati molto impegnati nella campagna di Rock Against Racism. Il nostro nome ci è stato suggerito proprio da Margaret Thatcher, che aveva fatto un commento infame su come la Gran Bretagna fosse in pericolo, minacciata e sommersa da una cultura aliena. Abbiamo interpretato quel commento nel senso che se non fossi bianco, anglosassone, e appartenente alla classe media e Protestante, non potevi essere un buon inglese.
Il motivo per cui ci siamo sciolti fu abbastanza classico. Il batterista e io eravamo entrambi studenti della London School of Economics. Lui ricevette un'offerta, un tour di 20 date con un'altra band: il nostro cantante insiste che fossero gli Specials, ma io non ne sono così sicuro.
Mi è piaciuto quello che la band ha fatto, ma ho sempre saputo di non essere intenzionato a proseguire su quella strada e vivere di musica. Dopo aver ottenuto la laurea, ho iniziato a lavorare per BP come economista. Non sapevo molto di finanza - ma quando la Thatcher liberalizzò e deregolamentò gran parte dell'economia britannica, partì una rivoluzione nel settore dei servizi finanziari. Sembrava una mossa ovvia da fare, così sono entrato nella Merrill Lynch, dove ho trascorso 21 anni.
I soldi che guadagno mi permettono di fare qualcosa di buono - uno dei miei amici che ha lavorato per Amnesty International e sapeva che ero un banchiere d'investimento, un giorno mi ha chiamato e ha detto, "Ciao. Ho bisogno che tu mi invii £ 1.000, altrimenti 12 persone moriranno in Colombia domani. "Ho accettato subito. Mi sono imbattuto nell' investment banking per caso, ma io amo le opportunità che mi ha dato. Ho incontrato primi ministri e ministri delle finanze e amministratori delegati di grandi aziende. Una cosa incredibile per un ragazzo immigrato che è cresciuto a Brixton, e con un solo genitore.
Sono sicuro che l'Ausaf che ero a 20 anni, oggi mi guarderebbe gridando: "Ti sei venduto!!" Ma io sento che non ho tradito. Sono solo più vecchio e più saggio. Ho 55 anni, adesso. Sono vecchio, grasso e calvo. Quando dico alla gente che ero in un gruppo punk, la maggior parte ride e pensa che stia scherzando. Ma io sono molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto. A modo nostro, abbiamo aiutato i bambini asiatici che oggi possono contare per la prima volta in questo paese. Perché non dovrei essere orgoglioso di questo?


Jordan, 60 anni
Prima: stilista e fashion punk
Ora: infermiera veterinaria
 La gente diceva: "Sembravi così coraggiosa..."
Spesso mi piacerebbe ancora oggi indossare un maglione mohair, calze con reggicalze e le mutandine trasparenti. Non aveva niente a che fare con il coraggio. Piuttosto il contrario. Si trattava di sentirsi a proprio agio e in armonia con se stessa. Mi è sempre piaciuto vestire a modo mio. Quando sono arrivata a Londra per cercare di lavorare nel negozio di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren, SEX, indossavo già la roba che stavano vendendo.. Ma non c'era un posto per me, subito, così nel frattempo sono andata a lavorare da Harrods, truccata come una punk.  Alla fine sono riuscita a lavorare con Vivienne e Malcolm, proprio quando il punk esplodeva. Ho inventato lo stile Sex Pistols. Sono salita sul palco con loro, anche durante la loro prima apparizione televisiva, e ho lavorato anche con Adam And The Ants durante il loro periodo punk.

Molti dei principali magnati della musica erano estremamente sessisti. Un ragazzo della A & R mi disse una volta in faccia, "Questo non è il lavoro per una donna. Dovrebbero pensare alla cucina e sdraiarsi sulla schiena!." Dopo un pò, mi stufai e non volevo essere più lì , così sono tornata a casa a Seaford.
Volevo lavorare a qualcosa di significativo, così ho iniziato a lavorare presso il veterinario locale. E sono ormai 22 anni che sono qui. Non spingo pezzi di carta in giro. E 'un vero e proprio lavoro dove si può fare la differenza per come gli animali sono curati. Il punk mi ha fatto capire che potevo essere quello che volevo, e questo è il modo in cui ho vissuto la mia vita. Alla fine, non sono cambiata più di tanto.



Lesley Woods, 56 anni
Prima: cantante/chitarrista, Au Pairs
Ora: avvocato
Ero arrivata al punk in ritardo, perché i Punk erano in giro già da un bel po ', nel 1978. Quello che era davvero accattivante è che bastavano attaccare uno strumento con due dita ed eri un musicista rock. La gente poteva svegliarsi e suonare quello che voleva, fare le loro cose, senza dover essere grandi chitarristi, e avere un atteggiamento macho. E le donne potevano farlo alle loro condizioni, senza la necessità di conformarsi a un certo stereotipo femminile, tipo avere grandi tette e essere davvero carine. Ragazze come Siouxsie Sioux, Poly Styrene e Patti Smith sono state grandi modelli per questo.
Ma abbiamo comunque e costantemente dovuto affrontare un muro di violenza e di aggressione. Ci furono scontri feroci; Ari Up, cantante delle Slits fu accoltellata. Arrivai a un punto in cui non potei più andare avanti, a quel livello. Dopo che la band si sciolse, il mio cervello era totalmente in confusione e avevo bisogno di ripensare a tutto. Così decisi di fare qualcosa di veramente impegnativo e iniziai a studiare legge. Sono stata chiamata alla "sbarra" quando avevo 32. Ho iniziato con il diritto di asilo, lavorando con i rifugiati e gli immigrati, il che coincideva con i miei ideali politici. Anche se a volte è stato straziante, quando vinci una causa di quel tipo, senti le grida di gioia. Avevo fatto la differenza, e questo la gente lo capisce. Ora mi occupo poco di questioni riguardanti le domande di asilo, ma sono ancora impegnata in materia di immigrazione. Ho sempre avuto un forte senso di giustizia, e lavorare in questo settore significa che non ho compromesso la mia integrità morale e i miei ideali.

Lesley Woods ora. Fotografia: Alan Powdrill
La gente era a conoscenza del mio passato e probabilmente questo ha contribuito perché molti mi cercassero. Quando sono arrivata in tribunale, nel 1992, le donne non potevano neanche ancora indossare i pantaloni, il che vi dà un'idea di come eravamo indietro. Ho ancora il mio mood con la musica, ma il mio lavoro è così intenso che è difficile occuparmi di musica ora. Ancora registro qualcosa, e faccio qualche apparizione dal vivo. Mi piacerebbe collaborare con alcuni artisti, però...



 
Terry Chimes, 59 Prima: batterista, The Clash
Ora: Medico, Chiropratico
Volevo solo essere in una band, e questo era il gruppo più emozionante che c'era in giro. Tutti gli altri nei Clash erano arrabbiati con il mondo e con le istituzioni. Io no. Ecco perché alla fine ho lasciato, in realtà. Mi sentivo come il numero dispari in mezzo a tutti pari. Da bambino, ho sempre desiderato diventare un medico, ma volevo anche essere un musicista; ed è una cosa difficile essere entrambe le cose. La parte di me che voleva suonare ha vinto quella battaglia. - fare musica, essere in una band quando si è giovani. Ma dopo 15 anni di quella vita [sono stato anche nei Black Sabbath e negli Hanoi Rocks, così come nei Clash], avevo veramente il desiderio di lavorare nel campo della medicina, così ho fatto il grande salto. Nel 1988, a 32 anni, ho smesso con la musica e ho trascorso cinque anni a studiare a tempo pieno. I miei coetanei musicisti non furono poi tanto sorpresi.Il manager dei Clash, Bernie Rhodes, disse una volta, "Sei come un giovane medico.Ti vedo, immaginando che dici 'Queste sono le sue pillole, signora.' "Non so come ha fatto, ma si vede che aveva notato qualcosa. Durante il mio periodo da rocker, ho visto come la salute delle persone è determinata dal loro stile di vita. Ho avuto un forte desiderio e bisogno di guarire le persone. Ho visto più di 45.000 pazienti, così ho fatto stare bene un sacco di gente. Se non vi piace stare in mezzo alla comunità, allora è un lavoro da inferno. Io ho a che fare con moltissimi musicisti. Dicono: "Preferisco venire da te. Sei un musicista e capisci la vita che conduco, quello che faccio. "Alcuni pazienti sono interessati alla musica e spesso parliamo di come stanno le cose oggi, ma la maggior parte ha solo voglia di dire," Sono in agonia. Puoi per favore rimettermi in piedi? "

Terry Chimes ora. Fotografia: Alan Powdrill
L'esperienza di sfida e il voler cambiare il mondo era un bene per noi tutti allora. Ho un'altra vita ora, lotto contro le multinazionali che vogliono rovinare la salute di tutti e faresolo soldi, sia con il cibo geneticamente modificato, con i rifiuti o con le droghe.
Qualcuno ancora mi chiede "com può si dimenticare di aver suonato davanti a 70.000 persone?"
Beh, io probabilmente vedrò 70.000 pazienti prima di morire. Convincere la gente a stare bene e cercare di renderli felici: non credo che riuscirò mai a perdere la voglia di di farlo.

• Lo strano caso del dottor Terry Chimes E il signor Terry Chimes è pubblicato da John Blake a £ 9,99.



David O’Brien, 54
Prima: attivo nella scena punk di Manchester
Ora: Vicario
Da adolescente, ho cambiato tanti mestieri, ho lavorato nelle fabbriche e nei supermercati, ma non ha mai avuto molto senso, per me. Il punk mi ha dato l'energia giusta. Non ero un anarchico. Volevo solo che tutti si fermassero per pensare a un'idea alternativa di società. Inoltre, mi sono subito sentito a mio agio con gli stivali Doc Martens e i jeans sbiancati.
Ero un figlio illegittimo. Mio padre era un alcolizzato che non ho più visto da quando avevo quattro anni e mia madre ha avuto altri otto figli, anche se ha perso due di loro. Ha portato i sei rimasti avanti da sola.
Crescendo, il cristianesimo era irrilevante per me. Bevevo troppo e finivo regolarmente nei guai quando andavo allo stadio. Il mio luogo di culto era l'Old Trafford.

Pensavo che la chiesa fosse per gente piacevole, e persone di mezza età come Thora Hird. Mi ricordo un giorno, avevo appena ritirato il sussidio di disoccupazione e io e il mio compagno siamo andati al pub fino a quando non ci hanno buttati fuori - alle 3 del pomeriggio. Siamo andati allora a piedi in un bosco quando abbiamo visto un cartello con segni di occultismo; la voce che girava era che c'era una congrega che praticava la magia nera. Ho pensato che volevo capire di cosa si trattava..

David O'Brien ora. Fotografia: Alan Powdrill
Ero spaventato e ad un certo punto mi sono chiesto: e se c'è qualcosa altro là fuori? Così ho preso una copia del Nuovo Testamento che era stato sullo scaffale per anni, a raccogliendo polvere, e dopo averlo letto mi sono sentito meglio . E ancora mi ci sono voluti tre anni per entrare all'interno di una chiesa.
Ho avuto questo pensiero fastidioso per i 10 anni a venire: "Diventa un ministro. Diventa un ministro ". Così mi sono iscritto a un corso base di un anno di teologia, poi ho preso la laurea in teologia applicata. Cinque anni e mezzo fa, sono venuto giù a Shrewsbury e sono diventato un vicario a pieno titolo.
Quando si mette al collo un collare da cane, la gente pensa che non hai mai fatto nient'altro di diverso. Ma le passioni che mi ha trasmesso il punk sono ancora lì, e questo è quello che mi metto nel mio ministero ora. Si tratta di un desiderio di significato, di sapere. Non ho più i miei vinili, ma ancora ascolto una o due cose su YouTube. Mi ricorda da dove sono venuto...

• Il libro di David O'Brien Northern Soul: Calcio, Punk, Gesù è pubblicato da In avanti e verso l'alto a £ 8,99.



Steve Ignorant, 58 anni
Prima: cantante, Crass
Ora: agente salvataggio in mare
Il Punk aveva uno scopo. Ogni concerto che facevamo era a vantaggio di qualcosa: mettere su un centro di assistenza per donne colpite da violenza, un rifugio per asini abbandonati, una casa di riposo per anziani. E 'stato positivo. Volevamo solo un mondo bello da vivere, ma non stavamo chiedendo. Stavamo facendo. Dal 1977 al 1984 sono stato il cantante dei Crass. Abbiamo girato la Gran Bretagna, suonando ovunque e ogni volta che si poteva. Quando i Crass si sono sciolti, ho continuato a suonare con i Conflict prima e in seguito con i Schwartzeneggar and Stratford Mmercenaries.Nel 2007, mi sono trasferito a Norfolk con l'intenzione di vivere tranquillamente dalla costa. Spazzavo le foglie e tutto quel genere di cose - ma non era quella la mia vita. L'anno dopo mi sono trasferito, ho ricevuto un'offerta per fare due serate allo Shepherds Bush Empire. Il ricavato delle mie serate live mi piace donarlo ad una causa. Sapevo che il servizio indipendente di salvataggio in mare di Sea Palling era sempre alla disperata ricerca di fondi, così ho pensato che era l'ideale: ho potuto vedere davvero dove andava a finire il denaro.

Con i circa 1.000 £ del ricavato hanno acquistato nuovi giubbotti di  salvataggio, che servono appunto a salvare la vita delle persone. Poi l'equipaggio mi ha portato fuori in barca, mi hanno messo una muta stagna addosso, e.. mi hanno buttato a mare. "Allora, che ne diresti di entrare?" In un primo momento, ero molto riluttante - ero preoccupato per l'impegno e immaginavo che avrei dovuto andare in parata con l'uniforme. L'idea di un tizio che mi guarda dall'alto in basso e mi dice che devo essere sempre  correttamente rasato è stato sempre totalmente contro i miei principi. 
Ma erano tutti più trasandati di me!. Ora sono un membro della squadra a tempo pieno.



06/04/16

Undead: I Bauhaus all'Università di Londra, 1980

Non sono di quelli che si struggono o che nutrono eccessiva nostalgia per i tempi che furono, in special modo per quel che riguarda la tecnologia. Ho vissuto l'era del vinile, del VHS, del Video-tape e delle cassette, i classici nastri per intenderci, roba obsoleta per l'home entertainment, ma che periodicamente risale in auge per motivi a me molto misteriosi. Oggi pubblichiamo qualcosa che davvero "si è perso", che non tornerà mai più, in questa epoca in cui il video streaming digitale ci viene trasmesso nelle nostre case 24 ore al giorno e sette giorni su sette, come l'acqua o il gas. La gioia dellla scoperta e della caccia: oggi la distanza tra il desiderio di scoprire un disco nuovo, un film underground, un video di un concerto e il desiderio di possederlo, non è che un percorso abbastanza breve e semplice. Si può facilmente scaricare qualsiasi cosa o ordinarlo su Amazon che lo consegna direttamente a casa il giorno dopo, o prima.

Un'altra cosa che è persa lungo la strada è proprio quello che dava senso a qualcosa che è "underground". Nulla, almeno nel campo dell'intrattenimento viaggia in modo sotterraneo, come nulla è "raro" in un mondo digitale. Possiamo guardare i film di Kenneth Anger ad esempio anche in un paese di poche migliaia di anime sperduto tra le montagne, mentre prima avremmo dovuto cercarli in qualche "cineforum" di rara tendenza, e questo significava anche che bisognava essere fisicamente  in una grande città, quando venivano proiettati. All'epoca, avremmo pagato molto salato per vedere quest'esibizione dei Bauhaus dal vivo.

I Bauhaus divenne il gruppo cardine per il dark più estremo quando esplosero con enorme impressione sul pubblico del cinema, con l'apparizione nella sequenza di apertura di 'The Hunger' di Tony Scott, con Catherine Deneuve e David Bowie nel 1983. E dopo averli visti in azione in The Hunger, volevamo assolutamente vederli dal vivo, o quantomeno avere la registrazione di un loro live.

 
36 Anni da "The Flat Field”. Venne pubblicato nel 1980 dopo il loro singolo di debutto " Bela Lugosi Dead", e altri tre singoli, "Dark Entries", “Terror Couple Kill Colonel” e “Telegram Sam“.
Tutti i dischi furono pubblicati per la gloriosa 4AD, e sono stati poi aggiornati dalla Beggars Banquet. The Flat Field fu stroncato dalla critica, come l'infame pezzo "Gothick as Brick" del NME che possiamo vedere nell'immagine sopra, nonostante la band fosse sostenuta da John Peel (che aveva fatto registrato una sessione con loro all'inizio di quell'anno) e nonostante fosse in realtà una band art-rock che meritava di essere trattata con lo stesso rispetto offerto ai loro contemporanei, allo stesso modo freddi e tormentati, Joy Division. Rispetto che il pubblico dimostrò portando l'album al primo posto in classifica in Inghilterra, e per oltre due anni nelle classifiche indie britanniche . A volte la band era francamente troppo isterica per essere presa sul serio, ma seppero sfruttare la disperazione e desolazione in un suono forte, mirato ed estetico.
Nonostante questo, brani come "Double Dare", God in an Alcove”, e “Stigmata Martyr”, come la stesse title track “In The Flat Field” si rivelarono canzoni iconiche, anche suonate on stage, rimaste nella storia del goth, dell'Art Rock e del Post-Punk tutto.
Alla cultura Goth abbiamo dedicato alcuni post, tra cui quest'interessante guida:
Il rock è cupo - Goth, una sub-cultura che non muore  
 
Godiamoci questo live set, e ai Bauhaus però,  (anche loro grandissimi fan di David Bowie, di cui faranno una meravigliosa cover di Ziggy Stardust) dedicheremo lo spazio che meritano, come una delle nostre band preferite di sempre.

Bauhaus Live University Of London 1980
Bela Lugosi's Dead, In The Flat Field, Boys, God In An Alcove, Dancing, Poison Pen, Telegram Sam, Dark Entries
Peter Murphy (vocals, occasional instruments), Daniel Ash (guitar), Kevin Haskins (drums) and David J (bass).






25/12/15

Una gigantesca collezione di cassette in download

Mix Tape Culture
"La cassetta, servitrice dell'umanità..  Bastavano pochi soldi per farla lavorare, e droghe, troppo denaro, storie d'amore maledette, notti brave, fan invadenti e pedinatori, critici stronzi - nessuno degli inconvenienti della vita di una rockstar ha invaso lo spazio della cassetta.. 

"Non è stata la Cultura più elegante del pianeta. Si trattava di arte povera - un lungo e variegato testamento dell’etica della vita di strada tipica del modello fai-da-te della scena punk"....

30 Gigabytes di rarità dagi anni '80 e '90
Se siete alla ricerca di un buon modo per trascorrere un pò di tempo in questi giorni di festa, Archive.org porta alla luce un'enorme quantità di musica, eccezionalmente riversata su.. nastri. Una gigantesca collezione di cassette, quindi, che vanno dalla metà degli anni '80 fino a quella degli anni '90, tempi in cui le cassette erano il metodo standard per la condivisione di musica, piuttosto che oggetti da collezione.

Le note di Archive. org ci dicono che la collezione, di circa 30GB, è stata salvata dagli archivi della noise-arch.net e donata da ex conduttore radiofonico della CKLN-FM Myke Dyer nel mese di agosto del 2009. A causa delle sue dimensioni e della scarsa conoscenza del materiale, la collezione non è stata correttamente catalogata, ma si parla di sperimentazione, industrial, avant-garde, indie, rock, punk, e "materiale ipnotico".


19/12/15

Pornography Tour 1982, i Cure e tutta l'essenza del Dark


Abbiamo già scritto che Pornography è l'album dei Cure che preferiamo. In seguito, con un parere quasi unanime, è emerso che il tour di presentazione di quel meraviglioso disco è stato il migliore che la band abbia mai portato in giro per il mondo, nonostante le meraviglie tecniche e scenografiche delle esibizioni successive che si sono avvalse anche dell'apporto di musicisti di grande valore, come Gabriel Reevees alla chitarra, fino ad oggi l'ultimo grande chitarrista di Bowie,
Questo è un live di 30 minuti, set registrato per il programma L'Echo des Bananes alla televisione francese nel 1982, in uno studio di registrazione a Parigi senza pubblico. Noi li abbiamo visti, cinque elementi e un grande spettacolo di luci e proiezioni sorprendenti. Ma qui il gruppo è quello degli esordi, tre elementi a propulsione nucleare senza nessuno dei fronzoli degli spettacoli a venire, per offrire le emozioni di quel grandissimo album che è Pornography.
Ascoltando l'album a distanza di una trentina d'anni dopo, è ​​ancora una delle esperienze di ascolto più brutali e crude che si possono avere. Non sono, e non siamo proprio dei fanatici dei Cure, ma questo album è capolavoro assoluto, una sintesi forse di tutto il movimento dark e del post punk dei primi anni '80.

Leggenda vuole che la band fosse in quel periodo completamente immersa nell'LSD (e nell'alcol) e che questo abbia pesato moltissimo durante le registrazioni.
E che aver contribuito all'intensità di quel tour del 1982, di cui si hanno pochissime immagini e filmati, sia stato l'odio abbastanza intenso che si era sviluppato tra Robert Smith e bassista Simon Gallup, che prontamente uscì dalla band dopo il completamento del tour. In realtà, l'allora batterista Lol Tolhurst scoprì che i suoi due partner avevano entrambi deciso di tornare in Inghilterra a seguito di una scazzottata nel backstage dopo un concerto a Strasburgo: il papà di Smith lo rimproverò di tornare in tour perché.. <<la gente ha comprato i biglietti!..>>.
Due settimane più tardi, dopo un concerto finale a Bruxelles, i tre ragazzi immaginari non erano più.

Setlist: 
"Cold"
"Hanging Garden"
"One Hundred Years", 
"A Forest" 
"The Figurehead" 
"Play for Today"





06/10/15

E non sapevano nulla della rivoluzione compiuta da Little Richard e Bob Dylan: Valerio Morucci - A guerra Finita


Non è che gli italiani non ne vogliano sapere di mettersi alle spalle gli anni di piombo, infatti non amano parlarne, e quando lo fanno, come nel caso Battisti, lo fanno a vanvera: ad esempio, "inaccettabili e fuori luogo" le proposte di boicottare i prodotti brasiliani, il turismo e di non mandare gli atleti a concorrere ai mondiali militari, che si sono fatte strada all'interno della politica italiana (e non solo) nei momenti più caldi della polemica. Ci sono cose che la cultura e la politica italiana non hanno saputo far capire all'interno del nostro Paese, e forse neanche siamo riusciti a far comprendere anche a Paesi amici vicini e lontani che cosa hanno significato quegli anni. Soprattutto, non sanno o non vogliono chiedersi, al riguardo, il perché un numero non trascurabile di giovani decise, all’epoca, di tentare la strada della lotta armata. La nostra opinione è legata alle strategie di tensione e di provocazione che settori dello Stato misero in campo a partire dalla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Strage che le ricostruzioni storiche più attendibili attribuiscono a settori dei servizi segreti, con complicità o addirittura direttive internazionali e manovalanza fascista. Su queste trame non è stata mai fatta la necessaria giustizia, punendo esecutori, mandanti e strateghi ad alto livello. Ci furono poi le stragi successive, come quella di Brescia, di Bologna, l’attentato alla questura di Milano, e tanti altri episodi ancora. Condanniamo senza indugi la scelta della reazione armata, ma bisogna prendere atto del fatto che tutti coloro che furono responsabili di questa scelta hanno da molto tempo riconosciuto che si tratta ormai di un’esperienza finita, rispetto alla quale molti di essi si rapportano in modo autocritico. Quasi tutti hanno pagato il loro debito con la giustizia e quindi, ci sono tutte le premesse, per chiudere definitivamente una pagina triste della storia nazionale...


... e poi.. Master of War, It's a hard rain's gonna fall..
Si conoscevano da sempre, da quando tutto ebbe inizio: l'assalto al cielo del febbraio '68, poi a marzo, lo shock e insieme all’acre sapore del primo scontro: Valle Giulia..
Stesse esperienze, stessa formazione. Carlo era finito poi in Prima Linea, mentre Enrico, forse perché' aveva anticipato un po' le proprie scelte, era entrato nelle Br (...)


"Enrico carissimo, anch’io in questi anni mi sono posta molti interrogativi su di te, e sulla storia di molti altri e non sempre ho trovato le risposte. Conosco parte del tuo ragionare da quello che ho letto in questi anni, ma mi manca il lato più personale delle tue scelte. Spesso abbiamo discusso con rabbia. Da una parte emergeva l’estraneità verso gesti folli, dall'altra le distinzioni, l'affetto, l'amicizia, i ricordi personali e umani per ogni singolo volto da tempo scomparso.."

Dopo anni, e con qualche reticenza, si levavano da più parti altre voci critiche sulla lotta armata. Molti che ne erano stati protagonisti cercavano ormai spiegazioni, analisi convincenti. "Cara Francesca, le cose sono in continua evoluzione ed io credo che lo sforzo maggiore vada compiuto per rispondere anche alle domande, intime e imbarazzanti, che tu poni. Le domande di chi ha condiviso con noi le nostre stesse speranze ma non le stesse scelte. E oggi chiedi 'perché'?. Non il perché' ufficiale, da consegnare ai documenti, all'arida carta, ma il perché' umano, personale. Oggi ne parlavo con Carlo durante l'ora d'aria e, come al solito da un po' di tempo a questa parte, siamo finiti ai ricordi non certo 'politici'.."

"Una volta si diceva che si lottava per la Dittatura del Proletariato", lo interruppe Enrico, "per la rivoluzione, per lo stato borghese; oggi anche i più incalliti militaristi dicono che in realtà lottavano per la 'trasformazione' della società...

"...Quello che può dar fastidio, Francesca, è che in politica ogni ciclo ha la sua parola chiave. Si è scoperto nel fallimento della lotta armata che la 'rivoluzione' era una parola troppo netta, aggressiva (oltreché' inadatta a esprimere progetti di modificazione di una società complessa) e si è passati alla meno contundente 'trasformazione, fingendo che sempre di questo si fosse parlato.."

"Rimane una superficie liscia" disse Enrico "non si riesce a rendere ragione di ciò che veramente ci sentivamo dentro quando compivamo certe scelte, del perché' vero, non quello cosciente, razionalizzato, autogiustificatorio. Certo, la politica può spiegare convincentemente la parte emersa del continente lotta armata: la parte tutta ideologica che poco c'entrava con la società reale. Una lotta armata e un terrorismo piovuti dal passato; una roba da marziani, egregiamente rappresentata dalle Br. Quelle mettevano giù piatte il manuale marxista-leninista dell'avanguardia di massa che preparava pezzo su pezzo l'insurrezione operaia. Conoscevano a menadito qualche capitolo di Stato e Rivoluzione e del Che fare?.."

"..e non sapevano nulla" aggiunse Carlo ironico "della rivoluzione, fondamentale per la nostra generazione, compiuta da Little Richard e Bob Dylan".
"Già'. E non sapevano neanche nulla della violenza di cui tanto parlavano" riprese Enrico "Delle sue leggi, le sue regole. Dilettanti in confronto ai veri professionisti. Quelli sapevano, con Machiavelli, che la violenza va usata tutta e repentinamente. Poi la pace del nuovo ordine. Santo Domingo, Persia, Indonesia, Italia, Grecia, Cile, Argentina.. Ne avevano di esperienza! Un solo piano tirato al ciclostile e poi adattato dagli agenti in loco. I palazzi da occupare, chi ammazzare, chi far sparire, chi internare. Noi invece a centellinarla pezzo a pezzo. Altro che terroristi, pedagoghi. Se avessimo seguito la strada di Guy Fawkes anziché' quella di Osvaldo Peci.."

"... I confini, Francesca, non erano più netti come una volta, gli operai apparivano sempre più simili ai giovani che nel '77 avevano invaso le piazze, portandovi il disagio, la rabbia e la voglia, matura e azzardata a un tempo, di vivere una vita più ricca, anche fuori dalla sfera della produzione, del lavoro. Quelli invece stavano ancora fermi alla 'fabbrica come luogo di disciplina rivoluzionaria', alla lotta armata come scelta obbligata imposta dai 'padroni'. Roba da museo, anticaglie sopravvissute solo per l'arretratezza generale del sapere politico in questo paese.."
"Sarebbe ora" insistette Enrico "che ci guardassimo in faccia e ci dicessimo le cose come stanno, senza fare i furbi. Sarà impolitico..ma chi se ne frega. Dobbiamo darci una ragione credibile per quello che abbiamo fatto e per quello che stiamo pagando. Io non ci sto a farmi trent'anni di galera nella camicia stretta del 'rivoluzionario' e neanche, come oggi è più di moda dire, perché' volevo 'trasformare la società. Chiacchiere che se provi a dirtele davanti ad uno specchio ti viene da ridere, prima, e da piangere poi. La mia ragione di fondo, anzi, la mia passione, è stata da sempre trasgredire, rompere l'ordine, le maglie che mi tenevano stretto.."

"..Le magli che tenevano stretto non so neanche io cosa, Francesca. Dentro c'era insofferenza, rabbia, certo; lo sai. Poi tutto questo è entrato nell'impegno politico, nelle lotte del movimento; e lì tutto è diventato più indecifrabile.

"...E' grossa, forse, ma potrei dirti allora che la lotta armata può essere stata il surrogato di una mancata esperienza culturale. Se così è stato, essa ha espresso allora la parte più radicale delle tensioni, dell'insofferenza, della rabbia che era andata crescendo in tutti i nostri anni '60: i Kennedy, Luther King, Lumumba, Steinbeck e Whitman, Osborne e gli Hungry Young Men, e poi.. Master of War, It's a hard rain's gonna fall, la strage del Vajont, il sangue di Ignacio, il Canto general e l'anima lacerata di Majakovskij, La solitudine del maratoneta, King and Country (che dolore il volto martoriato di Courtney, così ingenuamente tenace e per questo così irrimediabilmente sconfitto..).
E l'intrattenibile gioia della trasgressione. Forse già venata da un inconsapevole annuncio di sconfitta. La spinta folle (ma era poi folle?) di Rhet Butler: abbracciare una causa solo proprio perché' è persa..."

Il flusso di parole in sintonia correva rapido tra i due. In galera succede così. Si può andare avanti e indietro per ore, coprire cento e più 'vasche', smozzicando avari pezzi di conversazione oppure, al contrario, arrancare nel tener dietro al fluire concitato delle parole. Foss'anche il rimandarsi, in una gara senza fine, di tutte le battute e le facce dei cento film americani ripassati dalle tv locali (...)
O come la storia del cucciolo di labrador entrato di contrabbando in un carcere speciale dei più duri. Cresciuto poi clandestinamente fino a che, ormai troppo grosso e cattivo, nessuno, tranne il padrone e i suoi amici, aveva più il coraggio di avvicinarlo. Cane che aveva condiviso la più rigida clausura e aveva respirato aria e tensione, sviluppando un odio feroce per ogni divisa e che, quando qualche incauta guardia cercava di sorprenderlo nel sonno (figurarsi! lui che, come il padrone, aveva imparato a dormire con un occhio solo e le scarpe da tennis ai piedi) la preferiva alla sua dieta abituale, risputandone fuori, con soddisfazione, solo le suole e le mostrine..

Valerio Morucci - A guerra Finita


 

03/06/15

35 anni fa: Rock Poll 80

Solo..35 anni fa. Il tempo passa in fretta e mai come in questo piccolo, in fondo, arco di tempo, la forbice tra le generazioni si è così allargata. Ricordo che la mia generazione era si distante da quella precedente, ma non più di tanto.
Decenni dopo i sogni rivoluzionari, del ’68 ma anche del '77, dopo le aspirazioni a nuovi modelli di vita (su cui i giovani di oggi hanno nozioni assai vaghe), c’è una "rivoluzione" di tutt’altro segno che si è universalmente affermata. E’ la rivoluzione della tecnologia e delle nuove forme di comunicazione, di cui spesso si fanno scudo le nuove generazioni contro il mondo, e ai quali, ancor più spesso, risulta arduo rivolgere la parola. Oggi si sperimentano inedite opportunità ma si vivono preoccupanti forme di marginalità, mentre le due opposte e complementari "ali estreme" della società (le generazioni più recenti e gli anziani) vivono i contraccolpi della nuova situazione demografica e sociale dell’età della "globalizzazione". Mentre, ad esempio, il rapporto tra un ragazzo di appena diciotto anni e uno (non fa differenza se padre o amico o conoscente..) di cinquanta, cioè tra due generazioni così attuali e vicine, ma così diverse, così disorientate, sembra ci sia una distanza apparentemente incolmabile. Sono trasformazioni, e contraddizioni, che chiamano in causa le responsabilità della politica e della cultura.Ma perchè scrivo questo? Mah, il tempo che passa...

E' il 1980, 35 anni fa in Italia le classifiche delle riviste specializzate della musica alternativa davano questi risultati. E' interessante osservare i gusti (almeno una parte) del popolo rockettaro che legge e scrive alle riviste del settore. Bob Marley: il suo nome appare ovunque, immancabilmente, trainato da quel capolavoro di disco live che è “Babylon by Bus", l’eroe giamaicano era all'epoca uno degli artisti più amati nel nostro paese.

Patti Smith, Devo, Frank Zappa, Brian Eno, Mick Fleetwood, Chris Squire, Rolling Stones, Tina Turner, Al Jarreau, Ella Fitzgerald, Miles Davis, Chick Corea, Al DiMeola, Charles Mingus, Billy Cobham, John Denver, Linda Ronstadt, Leo KottkeNeil Young...sono gli eroi italioti.
Dalla, PFM e Teresa De Sio, Franco Mussida sonoi protagonisti del settore italiano. Dal quadro generale c'è la conferma della provincialità che ci ha sempre distinto: basterebbe andare a sbirciare le classifiche relative di altri paesi, come la Gran Bretagna, la Germania, per non parlare degli U.S.A.






ADDETTI AI LAVORI




09/04/15

Vinile d'Italia: quando c'erano le case discografiche

VINILE D’ITALIA - Le gloriose case discografiche italiane
Questa la situazione discografica in Italia agli inizi degli anni '80. I giovani scoprirono che i dischi potevano essere dei passatempi a poco prezzo, si innamorarono dei propri stereo, viziandosi con delicati piatti, splendidi e complicati amplificatori, potenti altoparlanti. Nacquero i Supermarkets della Disco, mettendo a disposizione degli appassionati un enorme varietà di dischi. E forse la principale ragione della crescita  fu la musica stessa: quelli che amavano la musica dei '70 l'amavano ancora, mentre quelli che si erano stufati e le nuove generazioni erano pronti per le nuove spigolature del nuovo rock..


CBS Italia
Era tra le piu grosse multinazionali del vinile. Consociata per molto tempo con la CGD
(Messagderie Musicali). Per la vastità del suo catalogo tendeva a monopolizzare il mercato. Dopo qualche tempo si  rinnovò completamente nel settore classico e nella produzione rock, importando direttamente dall’estero molti titoli che altrimenti non avrebbero mai visto luce in Italia.

CGD
Ex Messaggerie Musicali. Possedeva un catalogo con produzione a carattere prettamente nazionale, legata però ancora a schemi di promozione ampiamente superati. Uno sforzo di
rinnovamenlo fu fatto  con l’acquisto e la distribuzione della Beserkley Records, un’etichetta alternativa americana.

DURIUM
Ex agonizzante del mercato italiano che trovò l’Eldorado con l’avvento della Disco Music (distribuiva infatti la Casablanca Records, etichelta con Donna Summer e il Munich Sound all’occhiello).

EMI Italiana
Eterna aspirante terza-forzista che faveva notevoli salti per adeguarsi ai gusti del pubblico dando spazio ai generi piu disparati. Ebbe buone aftermazioni con la distribuzione della Arista americana. Fece passi da gigante con la sua etichetta classica.

Fonit-Cetra
Altra ex moribonda del vinile italiano, fu rilevata, almeno in buona parte, dalla Rai e mantenuta in vita mediante iniezioni di sigle televisive per bambini. Per il settore classico era di rilievo la distribuzione della collana Italia e Harmonia Mundi, la collana Opera Live (classici in edizione storica dal vivo). Curava di recenle la riproposta della canzone italiana (1890-1940) attraverso la collana “II Fonografo ltaliano”.

Polygram
Ex Phonogram. Nel 1978 ebbe un eccezionale boom grazie a qualche titolo fortunatissimo
(Febbre del Sabato sera, Grease). Distribuiva etichette aftermate quali Philips, Polydor, Rso e Deutsche Grammophon (che con Von Karaian e il Berliner Philarmoniker aveva la fetta più grossa del mercato nazionale di classica). Dava inoltre ampio spazio ai cantautori delI’ultima generazione e alle nuove tendenze della musica (Etichetta Cramps).

RCA
Pur essendo una tra le piu grosse multinazionali viveva piuttosto di prodotto nostrano e con ottimi risultati. Il 1979 fu certo la sua annata viste le produzioni di Renato Zero e Lucio Dalla. Curava con particolare successo la propria linea economica (Linea Tre) che  toccò le dieci milioni di copie.

RICORDI
L’eterna moribonda della situazione italiana, ma destinata a non scomparire grazie ai diritti di copyright per le opere liriche. Possedeva uno dei cataloghi più interessanti di tutto il mercato e ciononostante aveva una pessima distribuzione.
I nuovi interessi che aveva sul mercato erano la sua linea economica “0rizzonte” - notevole per l’eccezionalità di molti titoli - e il catalogo Island, che conteneva quasi tutto il Reggae reperibile sul mercato.

TELDEC
Ovvero Decca e Teletunken insieme. Due colossi col monopolio della qualità nel settore classico, con particolare risalto alla musica antica, polifonica, madrigalistica e barocca.
La Decca fu una delle prime che  tenne a battesimo il mercato col nuovo sistema di incisione “Digitale”, capitolo nuovo della tecnica di registrazione.

WEA *
Ancora sola in distribuzione dal 1978. Possedeva un catalogo che vendeva bene solo le cose del passato, California e affini (il famigerato supergruppo CrosbyStillsNash&Young) e non riusciva a staccarsi da questo ruolo, forse per grosse incompetenze a monte. (Elvis Costello, uno dei fenomeni nuovi piu grossi, all'epoca, era pressoché introvabile).

#label

02/04/15

Rock e disco music: gli albori (della disco rock)

Agli albori della contaminazione tra disco music e rock..

La disco - phenomenon non aveva ancora raggiunto il suo picco, che già proliferava l’anti-disco movement.
Ma davvero la disco era (è) una musica priva di emozione e creatività? Oggi assistiamo a spettacoli penosi: ancora c’è gente che si ostina a chiamare rock roba come l’ultimo dei Kasabian, o gli Artic Monkeys o Franz Ferdinand, quando non è altro che disco mascherata, e nemmeno di buona fattura. Eppure la disco ha una storia nobile. Come ogni fenomeno di massa, disco era una parola composita -- un tronco principale e tante ramificazioni ad allargare l’ombrello, e un giro d’affari.

Disco significa <danza>, ma ha racchiuso anche industria discografica, riviste, stazioni radio e shows televisivi, moda. Un tempo significava un luogo autosufficiente di raccolta, di intrattenimento, ennesima combinazione di divertimento, sessualità. Un intero muovo stile di vita che aveva, ricordo bene, la sua ragione di esistere nell’arena degli anni 70 e 80, la discoteca, e piantando radici dappertutto, dal proletariato al jet-set, ed era di gran lunga <<quell’altra>>. Disco sembrava evocare in molti la dualità fra Bene e Male in musica che chiunque, per i più strampalati motivi, finisce sempre per trovare nella musica che lo circonda. La solita abitudine di mettere alcuni fra i <<buoni» ed altri fra i “cattlvi>>, laddove per buono si intende creativo, emotivo, valido, e per cattivo si intende tutto ciò che possa portare alla perdizione, qualunque essa sia. Dimenticando che generalmente Bene e Male stanno dovunque insieme – (ma tanto il critico, o quello che parla di musica.. è pur sempre un fan, e l’obiettività sempre una causa persa). Cosi, sta di fatto che tutti coloro che sono venuti dal rock videro subito la forza del male nascondersi dietro i sospiri asmatici di Love to Love You Baby e il vocione da orco di Barry White.
La Disco é una musica platealmente distaccata da qualsiasi valore culturale, questo lo possiamo dire senza paura, la definizione più incisiva che ho raccolto è stata “musica per la persona non-pensante», e molti nel suo avvento videro in metafora perfino la decadenza ultima della società occidentale. Per i rasta, ad esempio, cioè “quelli che cercano la Verità”, la disco music é una bestemmia fatta di debolezza spirituale e vuoto religioso: il reggae è la <<vera» musica>>, che fa danzare e pensare insieme. Non sono gli unici a crederlo: in effetti, sono ancora in tanti a considerare la disco una forma di sfruttamento commerciale delle tradizioni musicali nere, e a disprezzare la sua totale mancanza di intenti non-danzerini.

Io non sono mai stato cosi rigido da pensare che milioni di ascoltatori siano accumunati dalla piattezza del loro encefalogramma. Equivarrebbe a dire che tutti coloro che hanno un disco di Dylan siano poeti e intellettuali, e che tutti i possessori di un disco punk siano arrabbiati cronici. Ricordo anni in cui, e questo accadeva soprattutto in Italia, il “divertimento puro e semplice» era considerato come Male. Divertimento, astrazione, frivolezza, disimpegno.

Tutto quello che rappresentava in ltalia andava sotto il nome di <<riflusso>> (anche noi abbiamo le nostre ondate).

Negli USA degli anni '60 e ’70 , la musica assumeva spesso un significato politico sociale, e parte di quel significati era arrivato fino agli anni 80. Vennero i problemi razziali, liberazione femminile, violenza della polizia e del Governo, l'amministrazione nixoniana, il Watergate. Ora non c’è niente, nessun argomento che abbia abbastanza fascino per infiammare un nuovo movimento di massa. Ora, se ascoltate anche quelli che dovrebbero opporsi, sbraitano di famiglia, i giovani non possono costruirsi una famiglia, non possono sposarsi e avere bambini, la villetta, un buon lavoro. Queste sono le aspirazioni del nuovo millennio. Nessuno resta a casa da solo a fumare e ascoltare un disco: tutti vogliono solo divertirsi. Non c'é più gente veramente arrabbiata nel nostro paese. Abbiamo quello che vogliamo (loro ce l’hanno...), paghiamo le tasse. La gente vuole socializzare, ha bisogno di energia collettiva. Il Rock? Lasciamo perdere..


ROCK ON DISCO
La musica anti-disco per eccellenza è sempre stato il rock’n’roll. Alcuni hanno insultato e insultano la disco-music e poi non suonano altro che un rock ugualmente finto e presuntuoso. Ma il Rock’n’Roll ha sempre filtrato con la danza.
Considerata solo una moda effimera, rapidamente divenne la forma musicale più popolare. Dalla <culla> statunitense invase l’Europa, sbarcata in Africa, fatto capolino in terra cinese - le foto della festa di fine d’anno '78 in un locale di Pechino sonorizzato disco» fecero il giro del mondo. Ormai non era più una febbre. “Disco” era la parola magica.

Discoteca, disco-party, disco-dance, disco-look, disco-star, disco-film ... Flagellati dalle case discografiche e dai mass-media, molti musicisti rock iniziarono a scrivere melodie orientate su ritmi ballerini; e per molti di loro significò Ia via aperta a una nuova celebrità. Ora per tali riciclaggi e cambiamenti repentini di pelle, non bisogna assolutamente strapparsi i denti o bruciarsi la chioma nel rogo dell’hi-fi. O peggio; atteggiarsi a moralisti. La storia del rock’n’roll è lastricata di tradimenti, di riconversioni industriali, di <<venduti al dio dollaro>>, di idoli e miti trasformati nel giro di un disco in <<inutili idioti>> e <<servi sciocchi del capitalismo. Potremmo risalire addirittura al clamoroso caso di Bob Dylan.

Quando al Festival di Newport, nel 1965, il menestrello beatnick lasciò la chitarra acustica per una Fender elettrica e rombante, il pubblico lo subissò di invettive, gridò allo scandalo. La stampa lo definì un tradimento del movimento folk. Oggi, sulle enciclopedie del rock quel concerto di Dylan viene definito come <<evoluzione>>. Quindi, rockettari credenti, attenzione al J’accuse. Due stili di musica cosi violentemente contrastanti ma ambedue motivati, a pensarci bene, dagli stessi sentimenti di alienazione e di angoscia. La musica rock e la disco-music erano in fondo due modi diversi di rispondere all’attacco di rincoglionimento della Società.
Cosi qualcosa da spartire in fondo c’é. Artisti rock lavorarono per combinare questi due mortali nemici, prendendo il meglio dalle due forme e creando veramente una musica eccitante e originale.

I Rolling Stones erano occupati in studio nella registrazione del loro “Black and Blue», e da questo 'album vienne estratto, “Hot Stuff», il primo 45 giri <<disco>> degli Stones. Un lavoro, venato di un clima reggae, che sposa in modo un po’ imbarazzante le sinuosità ritmiche della <<disco>> e che lascio un po’ perplessi noi gagliardi fans di Jagger e Rlichard. Ad ogni modo divenne un hit sia nelle classifiche americane di rock che in quelle <<disco>>. I Rolling Stones continuarono ad esplorare i ritmi disco, da“Some Girls» in poi, “Miss You” fu stampato immediatamente come maxi-single ad uso discoteca, oltre otto minuti di musica, dove la tradizionale sfrenatezza rockettara é stemperata da un arrangiamento e soprattutto da un missaggio prettamente stile disco, in particolar modo il basso dello alieno Bill Wyman e le percussioni di Charlie Watts. I Rolling furono forse i primi, ma poi Rod Stewart, Do You thing I’m sexy, I Grateful Dead, quelli delle vibrazioni e dell’Lsd infilarono nell’album Terrapin Station, anche loro, anche loro, un brano disco: una versione bruttina, di un vecchio classico di Martha and the Vandellas, “Dancing’in the Streets”. I Beach Boys poi fecero una versione disco di Here comes the night e Paul McCartney con i suoi Wings spopolarono con il loro primo singolo super disco, J.M. Jarre con Oxygene, di nuovo Dylan con Changing of the guards. Ma tra i prodotti più raffinati di questa tendenza da citare soprattutto Brian Ferry con “Take me to the river», nell’ album solo. Anche in “Manifesto», album della rifondazione dei Roxy Music, la vena disco era presente in molti brani. Con “Love is drug», i Roxy Music tentarono un primo appannaggio con la metrica disco. Anche Lou 'Reed volle dire la sua, e nel suo “The Bells» incise un brano disco dove ripete unicamente: “Disco-Mistic,Disco-Mistic ,... »,

“Per ragioni di sopravvivenza», come ammise lui stesso, anche uno dei re del blues, B.B. King, sfornò un album vicino alla disco. Completamente “discotizzate” nell’ambito della black music, e con risultati straordinari gli Earth, Wind and Fire di Maurice White: tutti li conoscono ancora per l’ adorabile “September», ma ricordiamo che prima era un gruppo di R&B e soul moderno. Il i tastieristi Chick Corea, George Duke, che era stato con F. Zappa, i Weather Report (soprattutto nelibrani firmati da Jaco Pastorius eccetera. Abbiamo ricordato che “La musica anti-disco per eccellenza è sempre stato il rock’n’roll”, e nel suo periodo di massimo splendore (della disco) l’antagonista era incarnata dalla new wave. L’estrema limitatezza tecnica del punk creò un muro di diffidenza e un solco profondo, e anche la consapevolezza che ne avrebbe fatto una cosa non duratura.

NEW WAVE ON DISCO
Ma anche tra i gruppi della <<nuova ondata>> ci fu chi fece il “botto” nelle discoteche: i primi? I Blondie con “Heart of Glass». Brano straordinario che si giovò molto dell’immagine lecca-disco di Deborah Harry.
Pero tra gli artisti rock, capaci di possedere una attitudine creativa verso la disco, predominano soprattutto David Bowie, Brian Eno, lggy Pop e Talkink Heads. Bowié fu uno dei primi ad usare moduli disco nel suo album piu politico in senso diretto_ “Young Americans». Sollevò molto clamore il cambiamento dell’archetipo del rock decadente inglese in un soul singer. La scelta “disco” sembrava ancora più bizzarra alla luce del tema dell’album.

L’operazione di Bowie fu di prendere e riportare in superficie il significato implicito e sommerso della disco-music. I testi dell‘album parlano di potere, le sue origini, le sue manipolazioni, cercando di analizzare la politica come metafora di ogni relazione umana.
Sia i Talking Heads che Iggy Pop furono stati identificati con il movimento punk. I primi come una delle band piu importanti, Iggy come uno dei padri fondatori della Nuova Ondata. Ma nessuno dei due suonava punk-rock nei convenzionali tre accordi di chitarra; ambedue, invece, cercavano di assorbire lo stile disco e soul. ll primo ad apparire sulla scena fu Iggy Pop. I dischi incisi con la sua vecchia band, The Stooges, negli anni settanta, definirono virtualmente lo stile punk; poi la band si sfasciò nel '73 divenne una di quelle oscure, mezze dimenticate figure carismatiche della cultura rock. Nel ’77 Iggy ritorna con un album prodotto da Bowie, <<The ldiot>> che divenne subito un lavoro controverso per l’uso di stilemi cosiddetti disco.

lnfatti Iggy rileva i ritmi e gli arrangiamenti della <<disco>> per aumentare il volume della musica; L’angoscia era ancora la; ma ora era rifinita, più riflessiva, in un nuovo senso di piacere e gioia di vita. Fondamentale per decifrare l’evoluzione del rock fra le maglie della disco-music fu l’ascolto di “Before and after the science” di Brian Eno;`che ritroviamo anche come produttore dei  Devo, un altro gruppo della nuova ondata alle prese con la grammatica ritmica della <<Disco>> (la versione robotica di Satisfaction). Questi ritmi computerizzati raggiunsero nuove forme di complessità e precisione. . Disumanizzante con i Kraftwerk, il gruppo di avanguardia tedesco che raggiunse grande popolarità nel 1974 con Autobahn, prima del boom della discomania. I tratti del volto di Ian Dury erano senz’altro non indicati per invitare qualcuno su una pista da ballo, ma Sex, Drugs and R’n’R ci riuscì benissimo, insieme alla seguente Hit Me, che miscelavano cocktail di ritmi disco e sonorità.. efferate. Forse la musica dei primi anni ottanta nacque proprio dal contatto del rock con la disco-elettronica. Chissa: se si considera che sia il rock che la disco-music hanno in fondo le stesse radici: il Rhythm and Blues..


20/03/15

Lo sceicco bianco: Steve Strange



Steve Strange - Visage, Strange Cruise -
Steven John Harrington 28 maggio 1959, Newbridge, Regno Unito 12 febbraio 2015, Sharm el-Sheikh, Egitto

Steve Strange aveva il viso bianco del new romantic, uno di quelli che l’aveva inventato, e insieme, era uno degli architetti segreti del sinthpop più soft. Anni dopo, quando ormai era solo diventata un'epoca passata, si ritrovò insieme a quegli abiti impolverati, sgargianti e alla moda, dismessi in vecchi guardaroba, anche tanta polvere ..tossica.
Steve l'aveva provata alla ricerca di qualche stranezza, la stessa che giustificava il nome d’arte che si era dato. <<L'errore peggiore che io abbia mai fatto nella mia vita>>. Perchè era davvero strano, Steve Strange.

In TV cantava Fade To Gray, vestito da bizzarro Rodolfo Valentino, con gli stivali al ginocchio e le coriste abbigliate come lui ma a piedi nudi. Era il manifesto carnale della sensualita del movimento diffuso nei locali che Steve guidava e gestiva, e che diedero impulso al New Romantic, locali come il Bill’s, il Camden Palace, l’Electric Ballroom e, soprattutto, il Blitz a Soho da cui nacque la Blitz generation. Gente come i Duran Duran, Spandau Ballet e i Culture di Club Boy George, tutto iniziò da quì prima di gustare il successo internazionale. Intorno a questi locali e grazie a Steve sarebbe cresciuto un movimento di massa nel Regno Unito che associava la musica e la moda, l'immagine e la fotografia. Si stava al Blitz e guardandosi intorno si potevano vederi tanti futuri giornalisti, registi, scrittori e musicisti, compreso un giovanissimo Boy George che riponeva i cappotti nel guardaroba. Il primo singolo, Tar, proiettò i Visage (con Strange c’erano il Dj del Billy’s e del Blitz Rusty Egan, i Magazine Dave Formula, John McGeogh e Barry Adamson e gli Ultravox Midge Ure e Billy Currie!!) nell’industria discografica e nello stesso momento proiettò Steve nel mondo delle droghe pesanti: l'eroina non tardò ad arrivare, mentre i ragazzi in merlerti danzavano intorno a lui. Intanto gli altri Visage l’avevano abbandonato andando a fare musica altrove (Midge Ure e Billy Currie proseguiranno negli Ultravox, John McGeogh suonera con Siouxsie And The Banshees e i Public Image Limited, Barry Adamson andrà nei Bad Seeds di Nick Cave) mentre Steve vagava per i club diventando progressivamente sempre più invisibile. l Visage erano morti dopo il secondo album, The Anvil, e nacque morta la sua successiva creatura, gli Strange Cruise con l’ex Photos Wendy Wu. Laborioso, molto divertente e sempre amabile, aveva organizzato delle serate fantastiche dedicate al suo idolo e ispiratore, che chiamava le Bowie Night - A Club For Heroes, in cui notte dopo notte era l’eroe assoluto: ma ora era stanco e vuoto, lo spettro decadente in rigurgiti nostalgici. <<Eravamo molto “ora” e allo stesso tempo molto “nostalgici”», ricorda Marc Almond.  L’“ora” di Steve sono anni difficili: gli anni Novanta l`hanno dimenticato completamente.

New Romantic
Poi come per magia, qualcuno si ricorda di te e quello che hai fatto, prima Boy George lo celebra nel suo Taboo, poi Steve apre un nuovo locale per la scena alternativa, il Chasing The Dragon, che fa subito il pieno, e scrive la sua autobiografia Blitzed - The Autobiography of Steve Strange in cui parla della sua bisessualita e di quando chiedeva al produttore discografieo e suo amante Lee Barrett i soldi (che lui non gli dava) per comprarsi l’eroina. Soprattutto ricorda che Steve lo Strano c'è ancora. ll libro vola ai piani alti della classifica inglese. Nel 2004, quattro giovani gallesi come lui, i DVS realizzano una cover di Fade To Gray. Strange li benedice e torna alle notti “for heroes”, libero della sua polvore bianca per essere ancora “Eroi”. Fino a quel maledetto 12 febbraio..