31/01/14

Foto Giornalismo da Pulitzer. Truccato


Un evento diventa reale, agli occhi di chi è altrove e lo segue in quanto ‘notizia’, perché è fotografato” 
Susan Sontag


Nel 2012 , Narciso Contreras  faceva parte del gruppo di cinque fotoreporter che ha vinto il Premio Pulitzer per il  lavoro svolto in Siria per l'agenzia  AP, Associated Press . Ora , dopo la scoperta della manipolazione di una foto, con la rimozione di un oggetto dalla stessa, Contreras è stato licenziato dalla agenzia , e il suo intero catalogo di  immagini è stato rimosso dalla distribuzione .
Contreras originariamente scattò la foto (sopra, ndr) di un combattente dell'opposizione nel settembre dello scorso anno. Ha poi digitalmente rimosso una videocamera che era in un angolo in basso a sinistra della cornice , sostituendola con l'immagine di una formazione rocciosa , il tutto in fase di stampaggio. La videocamera non era particolarmente invasiva nella foto , ma Contreras ha optato per rimuoverla , cadendo così in conflitto con le rigide linee guida della AP , in cui si afferma  che ..<<Nessun elemento deve essere digitalmente aggiunto o sottratto da qualsiasi fotografia >>..

30/01/14

Hanna Arendt - Incontro con Margarethe Von Trotta

In occasione della Giornata della Memoria, è uscito nelle sale italiane il 27 e 28 gennaio (2014, ndr) Hannah Arendt, ultimo film di Margarethe Von Trotta che ritrae la vita pubblica e privata della filosofa tedesca. Solo due giorni e in pratica, scomparso dalla circolazione. In occasione dell'anteprima per la stampa a Roma, alla Casa del Cinema, è seguito un incontro con la regista, redicontato da Sentieri Selvaggi e che noi riproponiamo.

Margarethe Von Trotta: Vorrei iniziare ringraziando Angelo Draicchio (titolare della Ripley's Film) per aver portato il mio film in Italia, che considero la patria del cinema più importante, e che, grazie al Leone d’Oro consegnatomi a Venezia nel 1981 per Anni di Piombo, ha permesso alla mia carriera cinematografica di aprirsi veramente al mondo. Anche se il film esce con un anno di ritardo rispetto al resto del mondo sono felice che possa essere visto anche dal pubblico italiano.

21/01/14

Not Fade Away: Buddy Holly


Buddy Holly è stato nel rock and roll solo per pochi anni, (solo tre album nella sua carriera) ma la quantità e la ricchezza di materiale che ha registrato in quel poco tempo ha avuto un impatto notevole e duraturo sulla musica popolare. Mi è sempre piaciuta la sua immagine di liceale occhialuto e sorridente, l'esatto opposto dell'immagine ribelle dei primi rockers, la sua musica, le sue facili melodie accattivanti, tutte da fischiettare, mi fanno star bene, mi mettono sempre di buon umore e amplificano il mio..lato romantico. Buddy è stato il primo a suonare stabilmente con la lineup ormai standard di due chitarre , basso e batteria, oltre ad avere grandissima influenza su gruppi diventati poi famosissimi: pensiamo ai Rolling Stones, che fecero di Not fade away di Buddy Holly uno dei loro primi grandi successi. Buona lettura (e ascolto)

20/01/14

Sceneggiati, fumetti, teatro..alla radio

Da bambino, le uniche cose che mi facevano star buono quando stavo male e costretto a letto, erano il nostro gatto di casa, il giradischi e..la radio. Per le canzonette preferivo il giradischi mentre scoprii gli sceneggiati alla radio, appunto. Ascoltavo le avventure di Tex Willer, Diabolik e di altri eroi dei fumetti fino a Dylan Dog,  poi i veri e propri readiodrammi, testi teatrali recitati da attori famosi: mi piacevano perchè potevo associare paesaggi e volti a ciò che sentivo, e non avere il limite di ricevere passivamente, come accade per la televisione. I radiodrammi e gli sceneggiati  hanno poi conosciuto poi un certo declino, ma negli ultimi anni, grazie alle molteplici possibilità offerte dall'editoria digitale, stanno vivendo una seconda giovinezza grazie all'enorme diffusione di questo genere in formato audiolibro. E dopo tanto tempo in cui mi addormentavo con gli occhi incollati al video, ho riscoperto il piacere di inforcare le cuffie e ascoltarmi sceneggiati, servizi giornalistici, riduzioni cinematografiche, commedie, spesso scaricati in formato podcast. Da ascoltare è il ciclo di Eymerich, del nostro Valerio Evangelisti, tre episodi andati in onda su Radio 2 e scaricabili qui e la riduzione di  Blade Runner, 15 puntate curate da Armando Traverso
“Blade runner, cacciatore di androidi”, tratto dal romanzo di P.k. Dick. - See more at: http://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-c6fb488e-4831-42b0-be06-0cd6659c0675.html#sthash.pTOHYJgF.dpuf
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17/01/14

Le note spese della vergogna



Non per facile demagogia, e neanche per quel falso moralismo di cui si riempiono la bocca i "nuvi politici", Grillo e movimento 5 Stelle in testa, che ci ri-propongono come nuova politica un leaderismo assoluto, un becero populismo plebiscitario, disprezzo assoluto per i meccanismi democratici che, nel bene e nel male, hanno permesso a questo paese la "democrazia".. E allora solo per farsi un idea, di come si è caduti in basso, mani pulite non è servita a niente, in conclusione: corruzione e ruberie continuano come e peggio di prima. Ma quello che più ci preme sottolineare e che più ci preoccupa, è che in questo "nuovo scenario politico" sembra che non vi siano avversari, ma solo.. concorrenti: destra e sinistra sembrano aver perso quasi totalmente significato, e per vincere i partiti non fanno altro che rincorrersi sullo stesso piano. Si ha paura della marginalità, della differenza. E allora eccoci al punto, a questa lista di pezzenteria e di pezzenti, di arraffoni e di affamati: con stipendi che vanno dai diecimila ai dodicimila euro al mese, hanno il coraggio di farsi rimborsare..di tutto e di più. Sotto la lista delle spese più assurde.

"Le note spese della vergogna: salsicce, pecore, Barbie, corni d’avorio e campanacci. Ecco i 40 acquisti più incredibili pagati con soldi pubblici". Ottimo lavoro di Mattia Feltri, su "La Stampa"


«Quale consigliere regionale della Regione Piemonte e capogruppo del gruppo consiliare ... e perciò pubblico ufficiale, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avendo la disponibilità dei fondi derivanti dal contributo di funzionamento per i gruppi, erogati dal Consiglio Regionale e versati sul conto corrente IT..., se ne appropriava utilizzandoli per finalità personali e comunque estranee alla previsione normativa». 

È la formula che tutti i capi gruppo indagati si sono ritrovati nella mail inviata dalla procura come informazione di chiusura indagini.

Per dire, il consigliere Franco Maria Botta di Fratelli d’Italia, quello dei 41 mila euro di ristoranti, dei 12 mila euro in vestiti da Olympic e 2 mila euro in profumeria, quello che ha scatenato la rissa in consiglio regionale, per il suo incarico politico nel solo mese di giugno 2010 ha ricevuto 10.861 euro netti di stipendio.

Il Pdl ne esce strapazzato dall’inchiesta sui rimborsi regionali. Come politici amano soprattutto i ristoranti. È la prima voce nell’elenco delle contestazioni in serie. Franco Maria Botta ha speso tra giugno 2010 e settembre 2012 (periodo contestato a tutti i consiglieri), 41.472,23 euro. Marco Botta, ha chiesto il rimborso di 36.372,20 euro. È un mago degli scontrini: oltre ai pasti in ristorante, le accuse che lo riguardano comprendono spese «anomale» per cibi da asporto e generi alimentari vari (come salumerie, macellerie, panifici) e consumazioni al bar. Sotto questa voce, Valerio Cattaneo ha «spese» da gourmet per 38.218,34 euro. Alberto Cortopassi, tra tramezzini e piatti della tradizione, lo supera di gran lunga: ha collezionato contestazioni culinarie per 48.131,97 euro. In coda, i virtuosi del piattino, sono Girolamo La Rocca, con 6.809,80 euro; Pietro Francesco Toselli, 9.824,16 euro; Angelo Burzi, 10.161,08 euro, la cui voce racchiude quasi l’intera contestazione mossa a suo carico dai pm. Franco Maria Botta, con i suoi 79.051,94 euro di contestazione finale. Per spese varie di gioielleria, traslochi, cd, articoli per la casa, ha speso 2099,99 euro; fiori, per 2.319 euro, accessori e prodotti di valigeria per 2.192 euro; rimborsi di profumi per 2.174,96 euro. A stretto giro lo segue il suo omonimo, Marco Botta: ha speso 4319,40 euro in fiori, parrucchiere, abbonamento doccia solare, articoli per la casa, articoli per fumatori, attrezzatura da golf. La somma comprende anche il pagamento di contravvenzioni al codice della strada.

Mutande, sigarette, Barbie, corni d’avorio, aerei di carta, pecore. Coi soldi dei rimborsi, i consiglieri regionali hanno acquistato di tutto. La graduatoria tiene conto di fantasia, futilità, tirchieria, spericolatezza. Ma ognuno, naturalmente, può riscriversi l’hit parade ed eleggere il suo campione.
1. Mutande boxer color kiwi/Padania. Regione Piemonte, Roberto Cota (Lega). 40 euro.
2. Trenta pecore e un vitello. Regione Sardegna, Salvatore Ladu (Pd). 10.500 euro.
3. Libro «Mignottocrazia» di Paolo Guzzanti. Regione Lombardia, Nicole Minetti (Pdl). 16 euro.
4. Campanacci per bovini, bardature per cavalli, finimenti per carrozze. Regione Piemonte, Gianfranco Novero (Lega). Importo imprecisato.
5. Chewing gum, caramelle, acqua, caffè, salatini, Red bull, sigarette, birra. Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). 22.000 euro circa.
6. Aerei di carta. Regione Lombardia, Alessandro Marelli (Lega). 15.59 euro.
7. Corno d’avorio. Regione Campania, gruppo imprecisato. 1.900 euro.
8. Salsicce di Norimberga. Regione Lombardia, Pierluigi Toscani (Lega). Importo imprecisato.
9. Suv Bmw X5. Regione Lazio, Franco Fiorito (Pdl). 88.000 euro.
10. Mazza da golf. Regione Piemonte, Marco Botta (Pdl). Importo imprecisato.
11. Una caldaia, un congelatore, un frigorifero, una lavatrice, un televisore. Regione Piemonte, Roberto Boniperti (ex Pdl). Importo imprecisato.
12. Confezione di gorgonzola piccante. Regione Piemonte, Roberto Boniperti (ex Pdl). 153 euro.
13. Fornitura di catering di gelato per la festa patronale del comune di Novello. Regione Piemonte, gruppo Lega. 695 euro.
14. Accesso a bagno pubblico. Regione Emilia, Thomas Casadei (Pd). 0.50 euro.
15. Cambio tergicristalli. Regione Calabria, gruppo imprecisato. Importo imprecisato.
16. Focacce (4), Aperol (24), Sanbitter (5), acque (2). Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). 210 euro.
17. Bombola a gas. Regione Campania, Gennaro Salvatore (Psi). Importo imprecisato.
18. Adozione a distanza. Regione Friuli, gruppo Pd. 113 euro
19. Tintura per capelli da uomo. Regione Campania, gruppo per Caldoro. 3 euro.
20. Due spazzolini da denti con nome inciso. Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). Importo imprecisato.
21. Biglietto per spettacolo di lap dance. Regione Calabria, consigliere imprecisato. Importo imprecisato.
22. Localizzatore autovelox. Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). 188 euro.
23. Televisore Philips Lcd, macchina fotografica Olympia, cornice digitale. Regione Piemonte, Elena Maccanti (Lega). 1212 euro.
24. Shampoo da Bunny’s Sun. Regione Liguria, gruppo Idv. 4 euro.
25. Pareo da Golden Lady. Regione Liguria, gruppo Idv. 15.90 euro.
26. Gastronomia per il battesimo della nipote. Regione Piemonte, Gianfranco Novero (Lega). 465 euro.
27. Mini orsetto. Regione Basilicata, Rosa Mastrosimone (ex Idv). 5.90 euro.
28. Serata al Discobar «La Strada». Regione Molise, gruppo imprecisato. 650 euro.
29. Barbie. Regione Campania, gruppo imprecisato. 9.80 euro.
30. Slip da Golden Lady. Regione Liguria, gruppo Idv. 23.90 euro.
31. Aperitivo all’Hotel Principe di Savoia di Milano. Regione Lombardia, Nicole Minetti (Pdl). 832 euro.
32. Snack al supermercato MD. Regione Molise, Gennaro Chiercia (Psi). 0.80 euro.
33. Calze e mutande da Intimissimo. Regione Piemonte, Luca Pedrale (Pdl). Importo imprecisato.
34. Toelettatura del cane. Regione Friuli, Alessandro Colautti (Pdl). Importo imprecisato.
35. Dieci multe dei vigili urbani di Novara. Regione Piemonte, Massimo Giordano (Lega). 692.92 euro.
36. App di Itunes per scaricare Navigation. Regione Marche, gruppo Pd. 94 euro.
37. Libro «Il segreto delle donne, viaggio nel cuore del piacere». Regione Marche, Raffaele Bucciarelli (Pdci-Prc). 16.80 euro.
38. Oggettistica allo Juve Store di Torino. Regione Piemonte, Paolo Tiramani (Lega). 113 euro.
39. Barattolo di Nutella. Regione Lombardia, Carlo Spreafico (Pd). 2.70 euro.
40. Tassa sui rifiuti. Regione Campania, gruppo Misto. Importo imprecisato.




13/01/14

Kombo Kolombia, canta e muori

di G. Mariani
Si chiamavano Kombo Kolombia e suonavano un misto di due generi musicali il vallenato e la cumbia. Li avevano soprannominati <<i poderosi>>. Sapevano far ballare e divertire la gente. Si esibivano nelle feste di paese e nei locali della provincia messicana. Sono stati eliminati, uno per uno, da un commando armato della più sanguinosa organizzazione criminale del pianeta. Solo in un paese come il Messico dove dall'inizio dell’anno (2013) si contano già più di 4 mila omicidi, la storia del Kombo Kolombia può essere considerata come una tragedia simile a tante altre e dimenticata in fretta. Solo in un paese come il Messico i musicisti sono ormai ritenuti come inevitabili effetti collaterali di un conflitto tra cartelli rivali in cui i morti sono più di quelli di una guerra civile. Il vallenato e la cumbia sono stili musicali che hanno origine nella regione caraibica colombiana, ma sono ormai amati in tutto il continente Usa. I Kombo Kolombia nascono nel 2010 con l’ambizione di diventare un punto di riferimento per questo genere molto richiesto nei locali da ballo e nelle feste del nord del Messico. Si esibiscono a volte con otto, a volte con tredici elementi solto la guida del cantante Carlos Alberto Aguirre, 37 anni, fisico imponente e sorriso contagioso. Lo scorso 24 gennaio il gruppo viene invitato a esibirsi a una festa privata nel locale La Carreta in un paese chiamato Hidalgo, nello stato del Nuevo Leon, a circa 40 chilometri da Monterrey, e un piccolo locale angusto, ma simile a tanti altri della zona. Alla fine del concerto una squadra di persone armate entra nel locale e preleva, armi in pugno, tutti i componenti del gruppo e i loro assistenti. Vengono bendati, caricati su un furgone e su alcuni fuoristrada e trascinati via. Sembrano scomparire nel nulla. I parenti li chiamano ai telefoni cellulari, ma nessuno risponde. Nessuno chiede un riscatto. Due giorni dopo si presenta alle autorità un musicista del gruppo. E’ stato trovato da un contadino, scalzo e ferito. L'uomo racconta come sono andate a finire le cose. I musicisti sono stati trasportati lungo strade sterrate in un ranch abbandonato chiamato Estacas, nel comune di Mina a 90 chilometri da Monterrey lungo l’autostrada Moncova. Sono stati allineati e colpiti ripetutamente al volto e al corpo. Sono stati sommariamente interrogati ed è stato loro chiesto se appartenevano a qualche cartello criminale. I rapitori volevano sapere i loro rapporti con la criminalità locale. Poi, uno dopo l'altro, sono stati uccisi. Un'esecuzione di massa. I loro corpi sono stati poi abbandonati in un pozzo. Lunedi 28 gennaio la polizia si reca nel luogo indicato dal testimone e trova ammassati uno sull’altro 17 cadaveri. Presentano ferite d’arma da fuoco, segni di tortura. Molti di loro indossano ancora una maglietta rossa con la scritta <<Il poderoso Kombo Kolombia>>. Vengono uno a uno riconosciuti. Tredici musicisti e quattro uomini del loro staff tecnico. Non si sa come il superstite, la cui identità é stata tenuta segreta dalle autorità, sia riuscito a sopravvivere al massacro. Forse é scappato, forse è stato lasciato in vita per poter raccontare cosa é accaduto, ma qualcuno all'inizio sospetta che abbia agito da talpa o abbia tradito i compagni. In Messico nella guerra tra cartelli dei narcos, la musica gioca un ruolo importante. I membri delle cosche amano le Canzoni e adorano essere protagonisti delle ballate di un genere che ha preso il nome di Narcocorrido. . Lo spensierato ritmo delle polke latino-americane celebra avventure di sicari, spacciatori e boss sanguinari. E’ la prosecuzione del mito di Pancho Villa, soltanto che qui la lotta politica è diventata scontro senza pietà per il controllo del mercato della cocaina. Gli interpreti musicali della scena del Narcocorrido frequentano il mondo criminale, spesso ne sono organici. Suonano a party organizzati da boss o sicari (le narco-fiestas), talvolta vengono pagati per scrivere su commissione ballate celebrative per i cartelli. Guadagnano bene, sono eroi locali. <<In alcuni stati del Messico i ragazzi imparano prima le parole dei corridos che quelle dell’inno nazionale>>, ha detto un interprete di questo genere. 

Ma il mondo del crimine non perdona e molti di loro diventano bersagli di un conflitto che non conosce limiti. La mattanza di artisti musicali negli ultimi anni è andata intensificandosi. Secondo lo scrittore Edmundo Pérez, autore del libro Que me entierren con narcocorridos (Possano seppellirmi con i narcocorridos) più di 50 musicisti di questo genere musicale sono stati vittime negli ultimi anni delle rappresaglie dei narcos. L’anno scorso Rodolfo Gomez Valenzuela, leader di un gruppo che portava addirittura il nome di una fazione, i Cartel del Sinaloa, é stato ucciso a casa sua. Cinque membri di una formazione chiamata La Quinta Banda sono stati massacrati sul palco mentre suonavano in un locale a Chihuahua, una delle loro ballate più famose era intitolata El corrido de la linea e celebrava le gesta eroiche del Cartello di Juarez. Il cantante dei Los Ciclones del Arroyo è stato rapito e gambizzato per essersi rifiutato di cantare una canzone che gli era stata richiesta. Ma è questo l’aspetto forse più terrorizzante della strage dei Kombo Kolombia, l’orchestra, di vallenato non faceva parte del mondo del Narcocorrido e non era affiliata con il mondo criminale. Le loro canzoni erano brani popolari da ballo, senza riferimenti alle faide armate. Il tastierista Heider Cuéllar, 24 anni, era l'unico del gruppo di nazionalità colombiana. <<Non ha mai ricevuto minacce, non ha mai avuto timore per le sue esibizioni>>, ha detto suo padre dopo la strage. La madre del percussionista Ricardo Verduzco Saenz, 27 anni, ha assicurato alla stampa messicana: <<Mio figlio non è mai stato coinvolto in nessuna attività criminale. Era una persona sana>>. La madre della seconda voce del Kombo, Saul Reynoso Saenz, 30 anni, ha però dichiarato che il figlio sembrava preoccupato e stava pensando di abbandonare la musica. Le indagini hanno rivelato che la formazione si esibiva in una zona di guerra, dove ogni locale, ogni festa, ogni serata é controllata da qualche boss o da qualcuno in affari con un cartello. Lo stato del Nuevo Leon è al centro di una faida spietata tra il Cartello del Golfo e i loro rivali i Los Zetas. I Los Zetas hanno scalato la gerarchia criminale messicana con azioni spietate e tecniche di guerriglia. Il gruppo è stato fondato nel 1999 da alcuni militari appartenenti ai corpi speciali delle forze armate messicane che decisero dj mettersi al servizio dei ricchi e potenti boss della cocaina. Scelsero di diventare il braccio armato del Cartello del Golfo. Arricchitisi e diventati potentissimi, i capi dell’organizzazione hanno deciso però che era arrivato il momento di mettersi in proprio e nel febbraio 2010 hanno dichiarato guerra ai loro vecchi datori di lavoro del Cartello del Golfo. 

Da quel momento sono diventati la più spietata macchina criminale del mondo, compiendo stragi senza precedenti come il massacro di più di 200 abitanti del villaggio di San Fernando nel 2011. Le indagini successive all’assassinio dei membii del Kombo Kolombia hanno chiarito gli assurdi contorni della vicenda e chiamato in causa questa sanguinosa faida. Alcune settimane dopo la strage, la polizia dello stato del Nuevo Leon arresta un fiancheggiatore dei Los Zetas, Orlando Eruviel Garza Luna. Il suo compile è quello di sorvegliare i luoghi dei crimini e le basi da cui partono le azioni. Sotto torchio, parla e rivela i particolari della strage. Ha visto i criminali che torturavano e uccidevano con un colpo di grazia i componenti del gruppo. L’unica colpa del Kombo Kolombia era stata quella di essersi esibiti in locali che appartenevano al Cartello del Golfo ed aver, a quanto pare, ringraziato gli organizzatori dei concerti che erano affiliati o collaboratori del clan. ll pentito ha pagato con la vita il suo racconto ed é stato ucciso in carcere lo scorso 10 aprile. Ma ora gli investigatori hanno in mano un nome, l’ideatore della strage dei musicisti sarebbe José lsidro Cruz Villarreal detto El Pichilo, il Capo degli Zetas nell’area di Monteney. Villareal è latitante dal febbraio 2012, quando scappò da un carcere del Nuovo Leon con altri 29 detenuti, non prima però di aver scatenato una rivolta e aver ucciso più di 40 reclusi vicini al Cartello del Golfo. l 17 membri del Kombo Kolombia sono stati ammazzati per una vendetta trasversale, per aver cantato davanti a un pubblico di nemici. ln una zona di guerra dove la violenza é legge, far divertire le persone può essere una colpa e cantare davanti alle persone sbagliate é un errore fatale.  
di G. Mariani


07/01/14

Il ritorno di Christiane, F

Per tanto tempo mi sono chiesto dove fosse finita, dopo aver visto il film (e, questa volta dopo, aver letto il libro..)  Le notizie erano vaghe e sempre più disparate: chi la dava per dispersa, chi affermava che aveva cambiato completamente vita, chi ancora impelagata nei sotterranei degli stupefacenti, chi addirittura che fosse morta. Certo che Christiane Vera Felscherinow, meglio nota con lo pseudonimo di Chistiane F, è stata un mito e un icona per un intera generazione. Non solo eroinomane, ancora minorenne, ma scrittrice e musicista (è stata la compagna di Alexander Hacke, componente degli Einsturzende Neubauten, gruppo post-industrial e massimo esponente del rock d'avanguardia tedesco e del cosidetto "modernismo primitivista", ossessivi nelle loro parabole di autodistruzione, di oppressione sociale, di emarginazione..), Christiane ritorna, dopo Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, con un nuovo libro, La mia seconda vita, in collaborazione con la giornalista Sonja Vukovic, in cui racconta cosa è sopravvissuto al di là del mito,e di una città, Berlino, insieme ad articoli e commenti sulle politiche tedesche ed europee sulle droghe, su i programmi di recupero dei tossico dipendenti, i costi sociali derivanti e sui nuovi tipi di stupefacenti. Ricordo i capanelli che si formavano fuori la sala dove si proiettava il film di Uli Edel (che è del 1981) , dove si poteva comprare la "roba", a dimostrazione che molti di quella generazione non avevano ben capito cosa quel film volesse affermare, cioè l'inferno in cui si cade con l'abuso di eroina,di come sia difficile, durissimo uscire dalla dipendenza e gli errori e la miopia della cosidetta borghesia in merito al problema delle droghe. Ricordo ancora, a chi non lo ha visto, che la colonna sonora fu affidata alle canzoni di David Bowie, (in quel periodo ancora a Berlino impegnato nella sua trilogia) che compare nella pellicola in concerto con Station to Station e che per l'occasione registrò la versione di Heroes in tedesco. Mi sono così imbattuto in una bella intervista alla rediviva Christiane a firma Natasha Ceci e apparsa sul numero di Alias del 4/01/014, in cui ci racconta un pò della sua vita e la genesi del nuovo libro, che uscirà in Italia agli inizi di Febbraio. Buona lettura..

<<Non avremo più alcuna voglia di ritornare su>>. Con questa frase si chiudeva il libro Christiane F Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino nella descrizione di una cava di calce persa nella campagna di Amburgo, come un piccolo Eden nascosto e limitrofo alle droghe. Eravamo rimasti li, tra la fuliggine di Bahnhof Zoo, i tacchi e la busta di plastica di Natja Brunckhorst, protagonista della versione cinematografica del 1981 e la mitologia che attraversa una città alimentando iconografie e un eterno dibattito pubblico.

Sonja Vukovic, quale é stata la genesi del libro?
Lavoravo per la testata tedesca Die Welt e durante la ricerca di una storia mi sono imbattuta nel trentennale del fillm di Uli Edel e ho deciso di rintracciare Christiane. Non è stato facile, nemmeno dopo averla trovata e dopo aver conquistato la sua fiducia, Alla fine il materiale che avevo era cosi ricco che l'idea di un libro prendeva naturalmente forma. Cosa c’era dopo la cava di calce? Tra il 1981 e il 1984 Christiane tenta la carriera musicale assieme al suo compagno Alexander Hacke, componente della band Einsturzende Neubauten, in seguito trascorre un periodo in Svizzera presso la pittrice Anna Keel, moglie dell'editore svizzero Daniel Keel. Nel 1985 è arrestata per detenzione di stupefacenti e dal 1987 al 1993 vive in Grecia con il fidanzato Panadiotis fino a quando viene arrestato per spaccio e Christiane torna a Berlino. Nel 1996 ha un figlio e nel 2007 in un’intervista alla televisione tedesca dichiara di assumere metadone e non più eroina ma le sue condizioni di salute sono gravi: è affetta da una forma cronica di epatite. Nel 2008 i media possono leccarsi i baffi alla notizia drammatica secondo cui le autorità berlinesi le hanno sottratto la custodia del figlio a causa di una ricaduta nella tossicodipendenza. Eppure la seconda vita di Christiane è molto altro.
Perché ha deciso di raccontarla?  
Perché i media hanno pubblicato ovunque storie su di me, risponde Christiane, ma il loro interesse era rivolto solo a capire se fossi ancora una tossicodipendente o no. Io volevo dire: salve, ho 51 anni, sono una madre, sono ancora viva e non sono più Christiane F. ma la Signora Felscherinow e ho fatto un ottimo lavoro con mio figlio.
Che rapporto ha con il mito di “Christiane F” ?
Sono diventata famosa improvvisamente. Non potevo immaginare che impatto quel libro avrebbe avuto, io avevo solo sedici anni e raccontare era per me una ottima terapia, I miei genitori non se ne preoccupavano e sono diventata una star e uno stigma allo stesso tempo. Per il pubblico io ero semplicemente la tossicodipendente più famosa.
La sua biografia é anche la biografia di una generazione?
 Mi sono sempre chiesta chi fossero quelle persone che leggevano la mia biografia. Ma non mi sono mai chiesta perché: non ritengo che ci sia qualcosa di speciale in essa. Centinaia di persone hanno avuto e hanno una storia simile alla mia.
E’ cambiata la “scena” della droga oggi?  
Non credo che sia cambiata molto, tranne per il fatto che puoi chiamare lo spacciatore tramite un telefono cellulare. Ma non sono più in quel giro oggi, sono diventata madre quando avevo 34 anni e da allora sono in un programma di sostituzione.
Cosa pensa delle politiche tedesche sulla droga? Nel quartiere berlinese di Kreuzberg si é acceso un dibattito sulla eventuale apertura di un coffee shop..
Non parlo delle questioni politiche da quando molti giovani consideravano romantico e affascinante tutto cio che leggevano nel libro con una conseguente pubblicazione di articoli su come genitori e insegnanti potevano seguire questi ragazzi ammaliati da quei racconti. Non so dire se sia un bene o no.
Come immagina la sua terza vita? 
Vorrei una casa in campagna, silenziosa e circondata da animali. Forse vicino a un lago o a un bosco.

<<La storia di Christiane non é solo una storia di tossicodipendenza, ma anche quella di una ragazza che deve badare a se stessa, dall'infanzia trascurata, alla ricerca di una propria identità, di un equilibrio>>,
spiega Sonja Vukovic. La ricercae è continua, febbrlle, attraversa la storia di una generazione, combatte con uno stigma, quello di essere non Christiane, non Christiane Felscherinow ma Christiane F. per sempre. Ogni capitolo del libro è una chance che la donna non ha saputo, voluto, potuto cogliere, dietro una ribalta che ha divorato la sua adolescenza e che oggi 1’addita come una madre tragica. Se lei e cambiata il rnondo attorno ha però la stessa stoffa. La criminalizzazione dell ’eroinomane continua a creare corti circuiti con la doppia moralità di una società intrisa di tossicodipendenze, nel giro di vite del clubbing, della nuova classe creativa, e di tutti coloro che non necessariarnente hanno coscienze da espandere ma solo un desiderio di puro stordirnento. La tolleranza, qualora ci fosse, resta apparente, celata come sempre sotto la maschera del controllo sociale. Christiane Felscherinow resta anche un simbolo di una generazione falciata in un luogo specifico, ovvero Berlino Ovest degli anni Settanta Ottanta, perduta tra Est e Ovest, che pulsava decadente sotto la patina glamour e internazionale data da Bowie e Iggy Pop e che cercava di cicatrizzare tutte le sue ferite storiche.





03/01/14

Borges: La muraglia e i libri

Saggi letterari, racconti, galleria di ritratti, divagazioni sul destino, sui sogni, sulla persona umana, sul raro ..
J. L. Borges, Altre inquisizioni..

La muraglia e i libri
Lessi, giorni addietro, che l’uomo che ordinò l’edificazione della quasi infinita muraglia cinese fu quel Primo Imperatore, Shih Huan Ti, che dispose anche che venissero dati alle fiamme tutti i libri scritti prima di lui. Il fatto che le due vaste imprese - le Cinque o seicento leghe di pietra opposte ai barbari, la rigorosa abolizione della storia, cioè del passato - procedessero da una persona e fossero in certo modo i suoi attributi, inesplicabilmente mi soddisfece e, al tempo stesso, m’inquietò. Indagare le ragioni di quell’emozione è il fine di questa nota. Storicamente, nessun mistero si cela nelle due misure. Contemporaneo delle guerre di Annibale, Shih Huang Ti, re di Tsin, ridusse in suo potere i Sei Regni e annientò il sistema feudale; eresse la muraglia, perché le muraglie servivano di difesa; bruciò i libri, perché l’opposizione invocava la loro testimonianza per elogiare gli antichi imperatori. Bruciare libri ed erigere fortificazioni e compito comune dei principi; la sola cosa singolare in Shih Huang Ti fu la scala sulla quale operò. E’ quanto lasciano intendere alcuni Sinologi, ma io sento che i fatti che ho riferiti son qualcosa di più di un esagerazione o di un iperbole di disposizioni ordinarie. Recingere un orto o un giardino è cosa comune; non cosi, recingere un impero. 
E neppure è una bagattella pretendere che la più tradizionalista delle razze rinunci alla memoria del suo passato, mitico o vero. Tremila anni di cronologia avevano i cinesi (e in quegli anni, l’Imperatore Giallo e Chuang Tzu e Confucio e Lao Tzu), quando Shih Huang Ti ordinò che la storia cominciasse con lui. Shih Huang Ti aveva esiliato sua madre perché di cattivi costumi; nella sua dura giustizia, gli ortodossi non videro altro che un’ empietà; Shih' Huang Ti, forse, volle distruggere i libri canonici perché questi lo accusavano; forse, volle abolire tutto il passato per abolire un solo ricordo: l’infamia di sua madre. (Non diversamente un re, in Giudea, fece uccidere tutti i bambini per ucciderne uno.) Questa congettura è attendibile, ma non ci dice nulla della muraglia, della seconda faccia del mito. Shih Huang Ti, secondo gli storici, proibì che si menzionasse la morte e cercò l’elisir dell’immortalità e si recluse in un palazzo emblematico, che constava di tante stanze quanti giorni c’è nell’anno; questi dati suggeriscono che la muraglia nello spazio e l’incendio nel tempo furono barriere magiche destinate ad arrestare la morte. Tutte le cose vogliono persistere nel loro essere, ha scritto Baruch Spinoza; forse l’Imperatore e i suoi maghi credettero che l’immortalità è intrinseca e che la corruzione non può penetrare in un orbe chiuso. Forse l’imperatore volle ricreare il principio del tempo e si chiamò Primo, per essere realmente il primo, e si chiamo Huang Ti, per essere in qualche modo Huang Ti, il leggendario imperatore che inventò la scrittura e la bussola. Questi, secondo il Libro dei Riti, dette il loro vero nome alle cose; allo _stesso modo Shih Huang Ti si gloriò, in iscrizioni che son rimaste, del fatto che tutte le cose, sotto il suo impero, avessero il nome che loro si addice. Sognò di fondare una dinastia immortale; ordinò che i suoi eredi si chiamassero Secondo Imperatore, Terzo Imperatore, Quarto Imperatore, e cosi all’infinito... Ho parlato di un proposito magico; si potrebbe anche supporre che erigere la muraglia e bruciare i libri non siano stati atti simultanei. Ciò (a seconda dell’ordine che preferissimo) ci darebbe l’immagine di un re che cominciò col distruggere e poi si rassegnò a conservare, o quella di un re disingannato che distrusse quel che prima difendeva. Entrambe Ie ipotesi sono drammatiche, ma difettano, a quel che ne so, di base storica. Herbert Allen Giles narra che coloro che occultarono libri furono marcati con ferro rovente e condannati a costruire, fino al giorno della loro morte, la smisurata muraglia. Questa notizia favorisce o permette una altra interpretazione. Forse la muraglia fu una metafora, forse Shih Huang Ti condannò coloro che adoravano il passato a un’opera vasta come il passato, e altrettanto vana.

La muraglia forse fu una sfida e Shih Huang Ti pensò: “Gli uomini amano il passato e contro codesto amore non posso nulla, e nulla possono i miei carnefici, ma un giorno ci sarà un uomo che senta come me, e costui distruggerà la mia muraglia, come io ho distrutto i libri, cancellerà la mia memoria e sarà la mia ombra e il mio specchio e saprà.” Forse Shih Huang Ti circondò della muraglia l’impero perché sapeva che questo era effimero e distrusse i libri perché capiva ch’erano libri sacri, ossia libri che insegnano ciò che insegna l’universo intero o la coscienza d’ogni uomo. Forse l’incendio delle biblioteche e l’edificazione della muraglia sono operazioni che in modo segreto si annullano. La muraglia tenace che in questo momento, e in tutti, proietta su terre che non vedrò il suo sistema d’ombre, è l’ombra di un Cesare che ordinò che la più riverente delle nazioni bruciasse il suo passato; è verosimile che quest’idea ci tocchi da sola, indipendentemente dalle congetture che permette. (La sua virtù può consistere nell’opposizione del costruire e distruggere, su un enorme scala.) Generalizzando il caso precedente, potremmo inferirne che tutte le forme contengono la loro virtù in se stesse e non in un “contenuto” congetturale. Questo concorderebbe con la tesi di Benedetto Croce; già Pater, nel 1877, affermò che tutte le arti aspirano alla condizione della musica, che non è altro che forma. La musica, gli, stati di felicità, la mitologia, i volti scolpiti dal tempo, certi crepuscoli e certi luoghi, vogliono dirci qualcosa, o qualcosa dissero che non avremmo dovuto perdere, o stanno per dire qualcosa; quest’imminenza di una rivelazione, che non si produce, é, forse, ll fatto estetico.


02/01/14

Largo all'avanguardia: Freak Antoni e la demenza

Anche a pranzo, il poeta riflette
Suonare R’n’R è tecnicamente facile, quasi alla portata di tutti, dopo poco tempo che si ha in mano una chitarra. Quello che conta poi è solo il feeling, la grinta, e l’espressione che uno riesce a metterci. E Freak Antoni con i suoi Skiantos quel feeling e quella grinta ce l’avevano tutta. Eravamo tutti molto giovani e le metropoli erano affollate di persone, pillole, erba, ma soprattutto di nuovi complessi rock dai nomi più strambi: Debacles, Pistoni Roventi, Brutti Pesci, Panik, Digos.. Il fulcro di tutto era Bologna e Freak Antoni era la prima donna: con i Demenza Precoce, gli Skiantos furono il primo gruppo ad invadere le città inondandole di rock..demenziale.

Demagogia + Devianza

I muri dei palazzi, le carrozze della metropolitana portavano scritte inneggianti alla demenza libera e sfrenata.

La messa debilita, il sabba rinfranca

Gli Skiantos erano un coacervo di paranoia urbana, emarginazione sociale più bestiale e furono tra i primi a stufarsi del music business: rifiutarono la musica e ai concerti spesso, invece di suonare, cucinavano spaghettate sul palco, si facevano il caffè, insultavano gli spettatori.. Quello che segue è un omaggio all’artista Freak Antoni, in questo momento molto particolare e di grande difficoltà per il musicista, poeta, scrittore, attore, a cui Elio delle Storie Tese dovrebbe baciare il..; agli Skiantos e al rock demenziale di fine anni ’70, con testi tratti dai suoi tre libri (Stagioni del Rock demenziale, Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti e Non c’è gusto in Italia ad essere dementi..), un estratto dell’intervista che Freak ha rilasciato a Rolling Stone, dove dice cose estremamente interessanti e intelligenti, come sempre, e infine Monotono, il primo vero disco degli Skiantos, 12 brani  (più 5 bonus nella mia versione in Cd..) ancora freschi, colti e irriverenti, spericolati e eccentrici, tra il punk e il rock e citazioni teatrali.. Godetevi il tutto e un consiglio in perfetto stile..demente:
State leggeri e non crediate che le cose vadano meglio se andate sul pesante..

“Freak Antoni vive con la nonna con cui comunica in lingua Cheyenne; egli è ritenuto a torto uno degli esponenti di tutta una nuova generazione di ‘Sballati’ (freaked out, in italiano nel testo). Attualmente sta ideando una chitarra col doppio manico opposto e una unica cassa armonica (ovviamente al centro)... perché cosi si possono fare gli arpeggi frontali controllandosi allo specchio! Egli detesta in modo particolare i managers dell'industria discografica che definisce ‘droghieri’ con pretese artistiche e spettacolari.

Domanda: Ma lei, Freak Antoni, com’e nella vita?

Risposta: Io sono X gli affetti familiari, e mentre il movimento demenziale si scaglia contro gli affetti familiari, io li sostengo, - sono molto legato a mia nonna - understand?!

Vorrei, con il vostro consentimento, presentarvi un artista che non ha eguali e neppure qualcuno che gli somigli. Cresciuto musicalmente nell’inferno del Bronx bolognese, dotato di un ugola e di un alito davvero invidiabili; cultore del sottovuoto, collezionista di buone intenzioni, vate (o forse “water”) del rock di seconda mano (cioè usato, cioè demenziale).

MASTROLINDO DELLA RETORICA ATTILA DEL SAVOIR FAIR E MESSNER DELL’UNDERGROUND ROBERTO NELLA VITA

Un personaggio che porta sulle sue deboli spalle di gelataio il peso della Cultura degli ultimi anni, quelli che contano. Freak Antoni. Un artista Cui tutti dobbiamo qualcosa, io per fortuna ho già dato. Se vi serve un’eccezione per confermare qualsiasi regola usate LUI! Questo Skianto d’uomo, di mente larga, predestinato per vocazione a risolvere il destino dello Stivale, LUI, ciabattino del futuro!

STATURA: Alto se lo guarda un ottimista molto basso se l’osserva un pessimista
OCCHI: Due (come tutti del testo)
CAPELLI: Grazie a Dio ne ha
SEGNI PARTICOLARI: Membro gigantesco
GRUPPO SANGUIGNO: Skiantos
CODICE FISCALE: Mi piaccion le sbarbine
PARTITA IVA: Torna Francesca

A sinistra di Vasco Rossi
A destra di Toto Cutugno
con la sua incorreggibile faccia da schiaffi
Il Robespierre del rock italiano
Il Big-Jim della sottocultura

Primo Manifesto del Rock Demenziale
ll problema è: se il cervello é spappafuso ce la fai a parlare? Cioè: se il cervello ti é scoppiato vai giù di testa e cominci a farfugliare? Anche HAL 9000, super elaboratore impazzito si mette a cantare una filastrocca stupida x bambini. Con il suono demenziale:
a) muore l’idea che x fare un complesso rock devi essere un fenomeno; b) te ne freghi dei consensi; C) finisce il mercato e inizia ll contagio. Merci di tutto il mondo unitevi e divorate l vostri produttori!! .

Secondo Manifesto del Rock Demenziale
La gente non considera l’energia dell’errore e la vitalità del rock. Gli intellettuali usano il nonsenso calibrato e non il demenziale pesante. Qualsiasi Cosa tu faccia non puoi mai possedere uno strumento fino in fondo, puoi solo stravolgerlo, spaccarlo. Tanto vale pestare duro/suonare energico, stimolante/fare testi semplici con rime baciate/ritmi immediati che dicono tutto e non devi decifrare-capire-interpretare con atteggiamento critico... Bisogna chiarire subito quello che si vuole: si vuole godere e non soffrire (non puoi tronkarmi il rock di prima mattina)!

N.B. I Manifesti del Rock Demenziale non furono mai stampati come volantini, ma si mandavano in busta chiusa, come lettere agli amici, con la scritta “riservato” e Ia preghiera di non farli circolare.

POESIA:

VITALIZIO
(Extrema Ratio)
Voglio un vitalizioX fermare questo strazio
quindi togliermi lo sfiziodi passar la vita in ozio
Allargatemi lo spaziopoi tenetevi il negozio
ma sia chiaro dall’inizioio voglio il vitalizio
Voglio il vitalizio VitalizioVoglio il vitalizio Vitalizio
Voglio un vitalizioX fermare questo strazio
quindi togliermi lo sfiziodi passar la vita in ozio
Lo so che è un brutto il vizioe ti porta al precipizio
com’é successo a Tiziodavvero poco sazio
Esigo il vitalizio VitalizioVitalizio 

Demenziale può somigliare a surreale ma anche a banale e a non-intellettuale... una specie di post-dadaismo artigianale, imbastito da volonterosi lndiani Metropolitani; una specie di punk-rock ironico, sarcastico, un po’ caustico e un po’ barzellettaro. Forse l’ultimo rantolo degli eroici Creativi (ex facinorosi del Movimento)

Che sia una Cagata??

Assurdo, bizzarro, evidentemente non plausibile, non eroico, non colto, non istituzionale, anche cialtrone e ridicolo, può definirsi demenziale.

“ll demenziale (inteso anche nel senso di rock demenziale) è un cocktail di pseudo futurismo, dada, goliardia, improvvisazione, performance a-logica, ironia da avanspettacolo, poesia surreale - soprattutto cretina - incidenti a caso, sciocchezze e gazzarra, paradossi e colpi di genio”
Non c’è arte, non c’è artista e quello che fa un demenziale - anche demente - potrebbero farlo tuttil (Venghino siori che c’e spazio! X). A una presunta poetica alta da grande artista-fenomeno contrappone una poetica bassa da artista “sconnesso”, minoritario e diverso.











MONOTONO

L'INTERVISTA