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Anche a pranzo, il poeta riflette |
Suonare R’n’R è tecnicamente facile, quasi alla portata di tutti, dopo poco tempo che si ha in mano una chitarra. Quello che conta poi è solo il feeling, la grinta, e l’espressione che uno riesce a metterci. E Freak Antoni con i suoi Skiantos quel feeling e quella grinta ce l’avevano tutta. Eravamo tutti molto giovani e le metropoli erano affollate di persone, pillole, erba, ma soprattutto di nuovi complessi rock dai nomi più strambi: Debacles, Pistoni Roventi, Brutti Pesci, Panik, Digos.. Il fulcro di tutto era Bologna e Freak Antoni era la prima donna: con i Demenza Precoce, gli Skiantos furono il primo gruppo ad invadere le città inondandole di rock..demenziale.
Demagogia + Devianza
I muri dei palazzi, le carrozze della metropolitana portavano scritte inneggianti alla demenza libera e sfrenata.
La messa debilita, il sabba rinfranca
Gli Skiantos erano un coacervo di paranoia urbana, emarginazione sociale più bestiale e furono tra i primi a stufarsi del music business: rifiutarono la musica e ai concerti spesso, invece di suonare, cucinavano spaghettate sul palco, si facevano il caffè, insultavano gli spettatori.. Quello che segue è un omaggio all’artista Freak Antoni, in questo momento molto particolare e di grande difficoltà per il musicista, poeta, scrittore, attore, a cui Elio delle Storie Tese dovrebbe baciare il..; agli Skiantos e al rock demenziale di fine anni ’70, con testi tratti dai suoi tre libri (Stagioni del Rock demenziale, Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti e Non c’è gusto in Italia ad essere dementi..), un estratto dell’intervista che Freak ha rilasciato a Rolling Stone, dove dice cose estremamente interessanti e intelligenti, come sempre, e infine Monotono, il primo vero disco degli Skiantos, 12 brani (più 5 bonus nella mia versione in Cd..) ancora freschi, colti e irriverenti, spericolati e eccentrici, tra il punk e il rock e citazioni teatrali.. Godetevi il tutto e un consiglio in perfetto stile..demente:
State leggeri e non crediate che le cose vadano meglio se andate sul pesante..
“Freak Antoni vive con la nonna con cui comunica in lingua Cheyenne; egli è ritenuto a torto uno degli esponenti di tutta una nuova generazione di ‘Sballati’ (freaked out, in italiano nel testo). Attualmente sta ideando una chitarra col doppio manico opposto e una unica cassa armonica (ovviamente al centro)... perché cosi si possono fare gli arpeggi frontali controllandosi allo specchio! Egli detesta in modo particolare i managers dell'industria discografica che definisce ‘droghieri’ con pretese artistiche e spettacolari.
Domanda: Ma lei, Freak Antoni, com’e nella vita?
Risposta: Io sono X gli affetti familiari, e mentre il movimento demenziale si scaglia contro gli affetti familiari, io li sostengo, - sono molto legato a mia nonna - understand?!
Vorrei, con il vostro consentimento, presentarvi un artista che non ha eguali e neppure qualcuno che gli somigli. Cresciuto musicalmente nell’inferno del Bronx bolognese, dotato di un ugola e di un alito davvero invidiabili; cultore del sottovuoto, collezionista di buone intenzioni, vate (o forse “water”) del rock di seconda mano (cioè usato, cioè demenziale).
MASTROLINDO DELLA RETORICA ATTILA DEL SAVOIR FAIR E MESSNER DELL’UNDERGROUND ROBERTO NELLA VITA
Un personaggio che porta sulle sue deboli spalle di gelataio il peso della Cultura degli ultimi anni, quelli che contano. Freak Antoni. Un artista Cui tutti dobbiamo qualcosa, io per fortuna ho già dato. Se vi serve un’eccezione per confermare qualsiasi regola usate LUI! Questo Skianto d’uomo, di mente larga, predestinato per vocazione a risolvere il destino dello Stivale, LUI, ciabattino del futuro!
STATURA: Alto se lo guarda un ottimista molto basso se l’osserva un pessimista
OCCHI: Due (come tutti del testo)
CAPELLI: Grazie a Dio ne ha
SEGNI PARTICOLARI: Membro gigantesco
GRUPPO SANGUIGNO: Skiantos
CODICE FISCALE: Mi piaccion le sbarbine
PARTITA IVA: Torna Francesca
A sinistra di Vasco Rossi
A destra di Toto Cutugno
con la sua incorreggibile faccia da schiaffi
Il Robespierre del rock italiano
Il Big-Jim della sottocultura
Primo Manifesto del Rock Demenziale
ll problema è: se il cervello é spappafuso ce la fai a parlare? Cioè: se il cervello ti é scoppiato vai giù di testa e cominci a farfugliare? Anche HAL 9000, super elaboratore impazzito si mette a cantare una filastrocca stupida x bambini. Con il suono demenziale:
a) muore l’idea che x fare un complesso rock devi essere un fenomeno; b) te ne freghi dei consensi; C) finisce il mercato e inizia ll contagio. Merci di tutto il mondo unitevi e divorate l vostri produttori!! .
Secondo Manifesto del Rock Demenziale
La gente non considera l’energia dell’errore e la vitalità del rock. Gli intellettuali usano il nonsenso calibrato e non il demenziale pesante. Qualsiasi Cosa tu faccia non puoi mai possedere uno strumento fino in fondo, puoi solo stravolgerlo, spaccarlo. Tanto vale pestare duro/suonare energico, stimolante/fare testi semplici con rime baciate/ritmi immediati che dicono tutto e non devi decifrare-capire-interpretare con atteggiamento critico... Bisogna chiarire subito quello che si vuole: si vuole godere e non soffrire (non puoi tronkarmi il rock di prima mattina)!
N.B. I Manifesti del Rock Demenziale non furono mai stampati come volantini, ma si mandavano in busta chiusa, come lettere agli amici, con la scritta “riservato” e Ia preghiera di non farli circolare.
POESIA:
VITALIZIO
(Extrema Ratio)
Voglio un vitalizioX fermare questo strazio
quindi togliermi lo sfiziodi passar la vita in ozio
Allargatemi lo spaziopoi tenetevi il negozio
ma sia chiaro dall’inizioio voglio il vitalizio
Voglio il vitalizio VitalizioVoglio il vitalizio Vitalizio
Voglio un vitalizioX fermare questo strazio
quindi togliermi lo sfiziodi passar la vita in ozio
Lo so che è un brutto il vizioe ti porta al precipizio
com’é successo a Tiziodavvero poco sazio
Esigo il vitalizio VitalizioVitalizio
Demenziale può somigliare a surreale ma anche a banale e a non-intellettuale... una specie di post-dadaismo artigianale, imbastito da volonterosi lndiani Metropolitani; una specie di punk-rock ironico, sarcastico, un po’ caustico e un po’ barzellettaro. Forse l’ultimo rantolo degli eroici Creativi (ex facinorosi del Movimento)
Che sia una Cagata??
Assurdo, bizzarro, evidentemente non plausibile, non eroico, non colto, non istituzionale, anche cialtrone e ridicolo, può definirsi demenziale.
“ll demenziale (inteso anche nel senso di rock demenziale) è un cocktail di pseudo futurismo, dada, goliardia, improvvisazione, performance a-logica, ironia da avanspettacolo, poesia surreale - soprattutto cretina - incidenti a caso, sciocchezze e gazzarra, paradossi e colpi di genio”
Non c’è arte, non c’è artista e quello che fa un demenziale - anche demente - potrebbero farlo tuttil (Venghino siori che c’e spazio! X). A una presunta poetica alta da grande artista-fenomeno contrappone una poetica bassa da artista “sconnesso”, minoritario e diverso.