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Alan Vega è morto. Aveva 78 anni. E' stato Henry Rollins che ha diffuso la triste notizia, tramite il suo sito web, con una dichiarazione della famiglia di Vega. Il cantante dei Suicide, iconica band proto-punk di New York, è morto pacificamente nel sonno. Rollins dedicherà il suo show sulla stazione Radio KCRW domani ad Alan e il suo lavoro. Questo il breve comunicato della famiglia:
"Con profonda tristezza e il silenzio che solo notizie come questa può portare, siamo spiacenti di informarvi che il grande artista, dalla grande forza creativa, Alan Vega è morto. Alan si è spento pacificamente nel sonno la notte scorsa, 16 luglio Aveva 78 anni. Alan non era solo una persona inesorabilmente creativa, nel campo della musica e della pittura, ma fino alla fine, è stato anche sorprendentemente unico. Insieme a Martin Rev, nei primi anni '70, ha formato la band avant-gard dei Suicide. Quasi immediatamente, la loro musica incredibile è andata contro ogni classificazione possibile. Le loro esibizioni dal vivo, anni luce prima del Punk Rock, sono roba da leggenda. Il loro primo album omonimo è uno dei risultati più impegnativi e degni di nota nella musica americana. Alan Vega era l'artista per eccellenza ad ogni livello immaginabile. Tutta la sua vita è stata dedicata alla produzione di ciò che la sua visione del mondo gli ha comandato".
Patricia Morrison potrebbe benissimo essere considerata la gothmother di tutto il movimento. Cresciuta a Los Angeles, alla età di quattordici iniziò a suonare il basso: The Bags il suo primo gruppo. E' stata poi nella migliore line-up dei leggendari Gun Club con Kid Congo Power e il mercuriale junkie-bluesman Jeffrey Lee Pierce, scomparso troppo precocemente e ha continuato il suo sofisticato lavoro al basso con i The Sisters of Mercy (che si è concluso in tribunale con una transazione economica e un accordo di non divulgazione tra Morrison e il frontman Andrew Eldritch). Nel 1994 ha pubblicato un album solista e, nel 1996 si è unita ai The Damned, sposando il cantante, Dave Vanian l'anno successivo. La sua iconica figura dai lunghi capelli corvini, trucco drammatico e abiti frilly vintage, cioè l'elegante e sofisticato look goth, la fa sembrare come un unicorno dark che ha militato nelle bande più cool.
Oggi Patricia Morrison è una bella signora che si è ritirata dalla scena musicale e vive in Inghilterra con Dave Vanian e la loro figlia, Emily.
Patricia Morrison ha sempre amato la musica, e da ragazzina trascorreva molte ore nella sua camera sognando e fingendo di essere in una band. David Bowie, i Rolling Stones, ecc.. Molti dei punk di Los Angeles diventati suoi amici ascoltavano le stesse band negli anni '70. Gli piaceva anche la musica country che ascoltava la madre: la radio in cucina era un suo costante punto di riferimento. Quando arriva il punk Patricia afferra le nuove opportunità, e con altre due ragazze (la maggior parte dei ragazzi non avrebbe mai preso in considerazione di suonare con delle ragazze, allora, a meno che non fossero alla voce o alle tastiere) inizia a suonare nel retro di un drugstore con strumenti acquistati a basso costo. Era tutto così eccitante in quegli anni, essere in una band e andare ai concerti di band vecchie e nuove.
Gli anni Sessanta, il triennio 1967-1969 in particolare hanno su di lei una particolare influenza. Ancora oggi ascolta e ama la musica di quel periodo. Per la moda è più difficile, in quanto non c'erano molte persone creative a Los Angeles: allora le ragazze erano tutte bionde e occhi azzurri ed era questa la bellezza che veniva celebrata. Il suo aspetto pallido e emaciato non era ancora apprezzato, ma lei lo trasferisce al punk come fecero tanti.
Patricia trova poi il suo stile personale comprando capi a basso prezzo nei discount e soprattutto da Lila, un incredibile negozio di abbigliamento a Pasadena, splendidi vestiti a 10 o 15 dollari, abiti dai design insoliti e modelli con riferimenti agli anni '30/'40.
Gun Club
Non c'erano regole o direttive. Patricia rifiuta di tagliare i capelli, il punk in seguito ha avuto uno stile ben definito, ma all'inizio era molto individuale. La gente prese spunto dalle scene punk di New York e Londra, ma LA ebbe una scena molto strana e particolare. Le nuove band spuntavano ogni settimana. I Weirdos fu una delle più grandi.
Patricia dovette firmare un pezzo di carta per non parlare con la stampa del tempo in cui militò nei Sister of Mercy. Molto si è detto del suo rapporto con Andrew Eldritch, che disse ai media che il suo ruolo nel gruppo fu esclusivamente legato al look, che procurò alla band moltissimi fan. Cosa che è stata più volte smentita da persone vicine a Eldritch, e comunque Patricia ha dimostrato di essere una buona strumentista nei tantissimi live dei Damned. Scrisse molte delle canzoni del gruppo che furono poi accreditate agli altri. Quando lasciò i Sister of Mercy, per lei fu tutto molto difficile. Anche a livello finanziario non fu facile. Ma è sopravvissuta. E' stata con i Gun Club, e con i gloriosi Damned. Con i Gun Club fu un un periodo di gloriosa follia, una vera avventura nella musica e nel loro girovagare. A suo dire esperienze incredibili, esilaranti ma anche strazianti. Il mondo era diverso allora, viaggiare era eccitante e i luoghi molto diversi tra loro, invece di quelli che ci regala oggi la globalizzazione, con le stesse aziende, gli stessi negozi e atteggiamenti, ovunque si vada.
Sister of Mercy
E' stato poi incredibile ritrovarsi nei Damned, di cui era una grandissima fan. Paul Gray uscì dalla band dopo essere stato colpito con un bicchiere di birra durante un concerto.
Captain Sensible gli chiese se gli sarebbe piaciuto suonare con loro. Patricia milita nei Dannati fino a quando non rimane incinta di Emily: fino a otto mesi sale sul palco . Alla fine doveva tenere il basso di lato, tanto era grande il pancione. Un tour negli Stati Uniti, un ultimo concerto a Londra e esausta, si mette a riposo. Fantastico, spaventoso e faticoso. Non era qualcosa a cui pensava di essere destinata, essere nei Damned.. In seguito, mentre Emily cresce, la band gli chiese se gli mancava di essere sul palco: sinceramente rispose "no"
Emily suona il violino, pianoforte e clarinetto e ascolta una vasta gamma di musica. Il violino l'ha scelto a cinque anni, invece della chitarra. Non ha una band preferita, ma gli piacciono i Cure e un paio di altre band, oltre naturalmente i Damned, con cui ha suonato il violino nel concerto alla Royal Albert Hall. A Patricia vogliamo bene perchè.. ha sposato un vampiro, ha scalato il Vesuvio sui tacchi a spillo e ha suonato il basso invece di essere una veterinaria.
Ciao...
Braindead
In Game of Thrones è finalmente arrivato l’inverno e le conseguenze le paghiamo anche noi, che abbiamo seguito la serie con interesse e passione.
Ma oggi..."C'è un sacco di motivi per essere paranoici in questa città."
Andiamo a parlare di una nuova serie arrivata, appunto, in città.
Da un asteroide caduto nella Russia di Putin e portato nel cuore della capitale americana, iniziano a fuoriuscire plotoni di formiche aliene: entrano nella testa della gente, la occupano. Il bello è che queste formiche assassine si impossessano delle menti dei politici di Washington e gettano ancora più caos nella politica statunitense, tant’è che non esiste più alcuna distinzione tra Democratici e Repubblicani.
E se fosse veramente così? Scherziamo, ovviamente, ma i dati di fatto ci dicono che il mondo sta andando a rotoli, non è un segreto. In politica tutti sembrano aver perso il lume della ragione e anche gli eventi più recenti non fanno che confermare questo fatto: Brexit di qui, ISIS di là, Trump di qua, il parlamento italiano divenuto ormai solo un agorà dell'insulto e crisi dappertutto. Insomma, pare che i politici& co. abbiano perso la testa.
“Nell’anno 2016 c’era l’impressione crescente che le persone stessero perdendo la testa… e nessuno sapeva il motivo… fino a ora”.
In realtà "Brain Dead" è una bella sorpresa per un film di zombie che non ha a disposizione budget di milioni di dollari , il che è alquanto raro negli ultimi anni a Hollywood. Certo la storia non offre nulla di molto originale al genere, e in realtà prende in prestito pesantemente da The Evil Dead, un film horror divenuto un cult classico.
Attenzione, non c'è niente dello stereotipato zombie di molti altri film, e nonostante questo, "Brain Dead" è una serie piuttosto divertente su quasi tutti i fronti. Divertente piuttosto che spaventoso. Situazioni e scene di eccellente splatter gore comico, senza prendersi troppo sul serio, e questo è la sua forza. Nel suo genere, un'autentica boccata d'aria fresca.
BrainDead è una sorta di House of Cards che spia il piano più basso della politica, i maneggi e le scorrettezze tra democratici e repubblicani: i due massimi lottano strenuamente per fregarsi a vicenda, incuranti degli effetti: blocco dei finanziamenti, licenziamenti in massa, uffici deserti, burocrazie bloccate, Stato in panne. Ma non dimentica di colpire il ruolo dei media: per questo forse abbiamo beccato parecchie recensioni inclementi. Lo fa - e questo è il bello - travestendosi da commedia fantascientifica e horror.
E una serie in cui i politici sono pupazzi di carne comandati da insetti alieni, beh, è un vero colpo di genio.
Commedia, thriller, alieni, satira politica, un po’ di splatter, i titoli strani (il primo episodio si intitola “The Insanity Principle: How Extremism in Politics Is Threatening Democracy in the 21st Century”), e perfino una spruzzata di fantascienza vintage, visto che l’idea della sostituzione degli umani con gli alieni affonda le radici nello sci-fi duro e puro: tutto insieme in un serial che funziona proprio per il suo essere a metà strada.
E' una satira intelligente, che si propone di spiegare i problemi dell'America, terrorismo, la discriminazione e la violenza armata, per non parlare di una elezione presidenziale controversa che sta soffiando sul fuoco di una città - e, più in generale, una nazione - che è già in fiamme, con una metafora plausibile: l'infestazione aliena. E una soffiata leggera sul modo in cui funziona la politica americana, e sul come siamo arrivati al nostro delirio corrente, anche se in realtà una vera analisi della politica americana sarebbe troppo spaventosa - e davvero piuttosto poco divertente.
I politici americani che prima invitavano a diffidare di un Donald Trump con in mano i codici nucleari, oggi sono pronti a sostenerlo, con tantissimi estimatori anche qui in Italia. O con me o contro di me. Dentro o fuori. Ricorda niente?
Laurel (una bravissima e bella Mary Elizabeth Winstead, che oltre ad essere un attrice americana è anche cantante nel duo Got, molto sexy, con un viso carino e il taglio di capelli seducente che attira ), è perfetta nella parte di una documentarista frustrata, ma con la politica nel suo Dna, costretta a lavorare per il fratello senatore democratico (Danny Pino): Laurel si accorge che qualcosa sta cambiando a Capitol Hill: sono tutti appassionati dello stesso motivetto pop Anni Ottanta (i Cars in You Might Think), tutti più compassati e perbene, ma anche più estremisti e incarogniti. I «bugs» (le formiche) sono il radicalismo irrazionale, il settarismo, e riguardano noi tutti.
Un collage tra politica, thriller, alieni e deliranza varia, da non perdere in quest'estate povera in video.