26/02/20

"Tutto quello che voglio fare è scendere" : The Dandy Warhols


I Dandy Warhols ci piacciono. Ci piacevano nei '90 e ancora oggi. Sono musicisti ed edonisti di talento, anche se denigrati e sottovalutati nel grande circo R'n'R, hanno forgiato un percorso di successo attraverso un panorama musicale mutevole, una band che è passata attraverso tutti i movimenti e che mantiene uno zoccolo duro di fans che li segue dall'inizio. 25 anni di carriera, hanno attraversato gli anni '90 con lo spirito  del rock anni '60, patina glam, attitudini psichedeliche e il loro approccio ispirato alla droga, tanto che il fotografo di moda David LaChapelle volle girare il video di Not if You Were the Last Junkie on Earth. Musicalmente in debito con le icone rock del Regno Unito, addirittura David Bowie scelse personalmente i Dandy  per suonare al suo festival Meltdown nel 2002, unendosi alla band sul palco per esibirsi in "White Light / White Heat" durante i concerti. Un endorsment non da poco visto i gusti poco ortodossi del Duca (Nine Inch Nails, Franck Black, TV on the Radio, Arcade Fire..) con i Dandys che ancora  lo hanno supportato nel suo tour di successo A Reality del 2003. Ma i bei tempi finiscono. Molto più famosi in Europa che negli States,  nessuno riesce più a perdonare ai Dandy Warhols di aver venduto l’anima al diavolo e il loro pezzo di maggior successo (Bohemian Like You del 2001) alle compagnie telefoniche, il loro potere provocatorio  diminuisce, mentre dopo i loro due album più forti,  ... The Dandy Warhols Come Down del 1997 e  Tales From Urban Bohemia  del 2000 si sono susseguite prove discografiche abbastanza modeste. Gli eccessi degli anni novanta sono lontani, Bowie e Lou Reed (altro totem musicale della band) ci hanno lasciato e noi riscopriamo vecchie canzoni e alcune buone (ce ne sono sempre..) tratte dagli ultimi lavori. Oltre ai brani segnalati con i video sotto, Styggo, Solid, .. Love Almost Everyone, Good Morning, Semper Fidelis, Search Party, una allucinante cover di Primary dei Cure (da Faith..), le mai dimenticate Godless e Cool As Kim Deal, Hells Bells..
I Dandy Warhols continuano a piacerci.
















25/02/20

Boxe, mondiale massimi: un Tyson Fury stellare demolisce Deontay Wilder


WBC Heavyweight Championship



Alla MGM Grand Garden Arena, a Las Vegas, sabato sera (domenica mattina in Italia) Tyson Fury impartisce una lezione durissima al campione in carica Deontay Wilder, che subisce due atterramenti e on KO tecnico alla settima ripresa. E' la prima sconfitta subita nella sua carriera nel corso della quale non solo non era mai stato sconfitto, ma non era mai andato knock down. 

Un terribile gancio destro di Fury alla terza ripresa arriva dritto sulla tempia di Wilder: l'orecchio inizia a sanguinare copiosamente mentre il gigante nero crolla a terra. L'incontro è segnato. Wilder è instabile, le gambe vacillano indebolite, ma è in grado di superare il round e continuare a combattere. Al quinto round Fury mette a segno un altro knockdown, questa volta con un colpo al corpo. Incredibilmente Wilder si rialza, sperando come sempre nella potenza del suo diretto destro, ma è senza difesa, il colpo alla tempia gli ha causato un problema al timpano, quasi sicuramente rotto. Al settimo round, Fury scarica una serie di pugni, che magari non sono potenti come i suoi ma sono tanti e lo marcano brutalmente, che spingono all'angolo Wilder: l'arbitro ferma l'incontro, con Wilder incredulo e che protesta. Ma è il suo team che ha lanciato l'asciugamano, anche se quasi nessuno se ne accorge.
Dopo 18 mesi in cui se le sono dette di tutti i colori, tra insulti, minacce, spinte e risse negli incontri pubblici e conferenze stampa, i due hanno risolto sul ring i loro dissidi.

"Che gran pugile sei - dice Tyson Fury a Wilder - Dio benedica te e la tua famiglia" e poi, quasi ad incoraggiarlo, gli ricorda il momento in cui hanno incrociato i guantoni dopo la prima campana: "In quel primo round eri una fottuta... dinamite, una dinamite".

Sono queste le parole che Tyson Fury sussurra all'orecchio di Wilder subito dopo lo scontro. Anche se il britannico è famoso per le sue spacconate e per non avere la modestia nelle sue attitudini caratteriali, diamo onore al Gipsy King per il rispetto dimostrato verso il suo avversario. Dall'altro canto, Wilder aveva avuto sempre la nostra simpatia: ha scelto la boxe per fare soldi e poter curare la sua bambina, affetta da un male alla spina dorsale, ma a distanza di un paio di giorni dall'epico scontro il campione americano ha puntato il dito per il suo KO alla pittoresca maschera con cui lo stesso era entrato sul ring della MGM Grand Garden Arena. 
Era troppo pesante e per questo ho perso contro Fury” l’originale e sorprendente scusa del pugile, accusando anche l’arbitro, che secondo il boxeur dell' Alabama, non avrebbe sanzionato alcuni colpi scorretti alla nuca. Queste dichiarazioni non sono piaciute a noi ma nemmeno alla stragrande maggioranza degli appassionati e dai suoi stessi fan. Patetico è il commento più gettonato su Twitter.

Onore quindi a Tyson Fury per un successo strameritato: ha riportato la cintura WBC in Europa e in Gran Bretagna, e per una carriera che fino a qualche anno fa sembrava seppellita da una vita di eccessi, ma che è riuscito, nonostante tutto, a tornare sulla vetta di quella che è la categoria regina della boxe, i pesi massimi. Anche se forse vedremo un Fury - Wilder 3, per la clausola di remacth, tutti vorremmo quello che sarebbe un incontro stellare: Tyson Fury vs Anthony Joshua, match tutto britannico per la riunificazione delle corone.

onore a tyson fury