White Stripes, poi con i Raconteurs, l'apparizione nel docufilm di Scorsese sui Rolling Stones,al fianco di J. Page (Zeppelin) e the Edge (U2) in It Might get loud in un progetto dedicato alla chitarra elettrica, altre varie collaborazioni e ora questa specie di..supergruppo, con Allison Mosshart dei Kills e Dean Fertita, turnista nei Queen of The Stoneage, dove si diletta addirittura alla batteria.. Insomma, Jack White come il prezzemolo. Che fosse figlio diretto e legittimo degli anni settanta,era evidente già dai primi lavori con gli Stripes e rispetto al primo album dei Dead, Horehound,di certo non memorabile e che alla fine è risultato solo un altro biglietto da visita per il talento multiforme di Jack White, questo Sea of Cowards (letteralmente " Mare di codardi" !) risulta spontaneo (scritto on the road e durante i soundcheck e simili), fangoso, sporco e paranoico, pronto a trasformare il blues elettrico che pervade tutto l'album in una quasi ossessione. E' spavaldo e coraggioso, in alcuni episodi..esilarante, in cui le chitarre elettriche e l'organetto Hammond duettano e la fanno da padrone,rincorrendosi e amalgamandosi in una miscela di blues e psycho-rock forte ed esplosivo. Jack sostituisce spesso la darkissima e ipnotica Allison (che merita ancor più stima dopo la sua dichiarazione d'amore per i film di J.Cassevetes!!) alla voce in questo lavoro "nero" e appiccicoso e mette il sigillo alla sua padronanza del rock blues a dispetto dei suoi (tanti) detrattori,in questo supergruppo di cowboy zombie che sembrano venuti fuori dritti da una versione blues di un film di Tim Burton! mentre le cover per i video (curati dalla 'nostra' Floria Sigismondi) e la copertina dell'album con le maschere tribali vengono da una foto/quadro del mitico Captain Beefheart!
Sea Of Cowards
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