MESSAGGIO A TUTTE LE FILIALI
Cari Colleghi
in considerazione dell'importante
lavoro aperto e da definire entro la fine dell'anno, abbiamo rilevato che il calendario
del mese di Dicembre presenta alcune 'criticità' causa di un giorno lavorativo in
meno verso lo scorso anno, e delle vigilie di Natale e Capodanno che cadono nei
lunedì del 24 e 31.
Al fine di dare un miglior
servizio ai nostri clienti e con l'obiettivo di ottimizzare i nostri tempi lavorativi,
vi "suggeriamo" a partire dal giorno 15, l'apertura per tutta la giornata
del sabato e anche la domenica.
Peraltro queste aperture sarebbero
in linea con il periodo natalizio, dove ogni esercizio commerciale è aperto anche
durante i fine settimana.
Vi contatteremo per raccogliere
le adesioni al fine di poter allineare anche le vostre agende (...)
Siamo sicuri che accoglierete
favorevolmente questa importante opportunità che potrà contribuire al buon risultato
di fine anno.
Alleghiamo format dei cartelli
degli orari di apertura che potrete personalizzare ed esporre per informare i clienti.
Grazie a tutti in anticipo
per la collaborazione.
Cordialmente e blah blah blah...
Che dire, un comunicato in
perfetto stile Fornero. L'azienda si 'lamenta' di un giorno lavorativo in meno rispetto
allo scorso anno..Un giorno!
Ora, calcolando che si lavora
dal lunedì al sabato pomeriggio, che si salta solo nei giorni veramente festivi,
le due vigilie e le giornate di Natale e capodanno, che la struttura resta chiusa
una sola settimana in un anno, la settimana di ferragosto (e anche questo per 'nostra'
scelta, contro le direttive aziendali), che non vi è personale sufficiente e nessuno
vuole pagare straordinari, che tanti colleghi hanno la famiglia lontano (in alcuni
casi..molto lontano), che non è un’azienda di consumo di massa
e che quindi non avrebbe nessun giovamento commerciale nelle aperture "suggerite",
che si arriva a fine anno letteralmente distrutti ed esauriti, che comunque sono
stati assicurati i risultati richiesti in anticipo alle chiusure commerciali annuali,
che l’azienda ha tagliato e continuerà a tagliare quei pochi bonus rimasti, ecco,
premesso tutto ciò, non c’è stato bisogno di riunioni, non ci sono stati disaccordi
ne ricorsi al sindacato (peraltro quasi inesistente in questo settore e quando c’è,
è meglio lasciar perdere) e abbiamo risposto che a noi, ci piace proprio a volte
essere choosy..e che preferiamo approfittare di questi 'scampoli' di tempo libero
per stare con le famiglie, con le nostre compagne, con i figli, gli amici, i nostri animali e perfino
da soli, per riposare e riprendere fiato.
Nel salutare con affetto il consiglio di
amministrazione e gli azionisti (che ci conoscono solo attraverso numeri e codici identificativi e che si godranno, loro si, una lunga e 'meritata' vacanza..) gli dedichiamo il discorso di Jean
Aulas alla festa di San Fannullone del 1949, festa che ricorreva fino a pochi anni
fa durante i giorni di Pasqua nella piccola cittadina francese di La Napoule.
La festa di San Fannullone inizia il sabato di Pasqua con "una fiaccolata rallegrata da girandole, al suono dei pifferi e dei tamburi. Le vie sono infuocate, e ciò produce, con un po’di artificio, un gioco di luci abbagliante. La serata termina in modo esaltante con l'incendio di un bel pino purificatore trapiantato in piazza, tra l'allegria e le danze alle quali partecipa una folla di turisti.
ll giorno di Pasqua la festa prosegue. Dopo una serenata in onore delle personalitia, un’orchestra saluta l’arrivo del Re dei fannulloni che sbarca dalla sua caravella all’entrata del del porto, e sale su un carro rustico scortato da paggi e araldi, a cavallo dei palafreni della società ippica.
Il corteo si ferma davanti al castello e il signore e la sua dama vengono a rendere omaggio al proprio sovrano. Poi, ingrossato dalla folla in giubilo, il corteo si reca all'aperitivo d’onore offerto dal Comitato dei festeggiamenti, in presenza delle personalità dipartimentali e locali. Riprendono le
danze e i canti, e tutto si conclude con giochi a palla, gare di bocce, e divertimenti sulla spiaggia per i bambini. Sebbene San Fannullone non faccia affatto parte dei santi canonizzati, il parroco di La Napoule, per timore di perdere la fiducia delle sue pecorelle, si vede costretto a partecipare alla festa del santo laico che dà, alla ricorrenza religiosa, un colore popolare unico nel suo genere.
DISCORSO Dl JEAN AULAS ALLA FESTA Dl SAN FANNULLONE DEL 1949
Signore e signori,
l’aureola di San Fannullone si libra sopra le nostre teste. Gloria dunque a San Fannullone!
E gloria a tutti i fannulloni de La Napoule, presenti e futuri. Vedete, si parla molto male dei fannulloni: la Chiesa ha fatto della pigrizia un peccato capitale e il vostro curato vitupera la fannullaggine dall’alto del pulpito; a scuola, il nostro cappellano laico ne fa l'argomento delle sue prediche mattutine; perfino la 'saggezza delle nazioni', pretende che la pigrizia sia madre di tutti i vizi; e l'ingiuria suprema é di gridare: "Va là, fannullone!»
Ebbene, signore e signori, per fare il fannullone non basta volerlo! La fannullaggine è un’arte.
E tutti coloro che gridano contro la fannullaggine, in realtà, non sono altro che spiriti pigri che non hanno voluto fare la fatica di andare al fondo delle cose. La Fannullaggine! Ma é la base di tutti i progressi del genere umano!
Se non fossero esistiti dei fannulloni come il nostro amico Chichoix (il "taxi" de1l’anglo), il quale trova che camminare sia una fatica immane, si sarebbe forse pensato di inventare i taxi?
Se non fossero esistiti dei fannulloni come il nostro agile Simon (sindacalista dei pescatori, molto grosso), il quale trova che remare sia una fatica immane, si sarebbe forse peasato di inventare le barche a motore?
Se non fossero esistiti dei fannulloni come i nostri bravi coltivatori di Capitou (frazione di orticoltori, rivale di La Napoule), che trovano la terra troppo bassa, si sarebbe forse pensato di inventare i trattori?
Se non fossero esistite delle fannullone come voi, signora, che trovate assai penoso lavare la biancheria, si sarebbe forse pensato di inventare quelle belle lavatrici?
E se non fossero esistiti dei fannulloni come me, che trovo che gridare forte sia una fatica immane, si sarebbe forse pensato di inventare la scatoletta (il microfono) che sta davanti al mio naso?
I Fannulloni? Ma é a loro che dobbiamo tutto ciò che fa la gioia di vivere.
E senza la fannullagine, é tutto il culto del bello a sfuggirci.
Senza pigrizia niente tempo libero, e senza tempo libero, niente feste, niente cinema, niente teatro, niente pittura né musica.
E niente cittadine di riposo e di lusso come La Napoule o Cannes. Niente Costa Azzurra, luogo d’incontro di tutti coloro che vogliono fare i fannulloni; niente fiori; pensate forse che chi se ne sta con l’occhio all’orologio e si industria a non perdere un istante, si preoccupi di comprare alla sua bella un ramo dclla nostra mimosa?
Ma la fannullaggine é la madre delle invenzioni e la madre delle arti. Aggiungerei, per quanto paradossale possa sembrare, che essa é anche la madre del lavoro.
Prendete un bravo fannullone, stanco di dormire sul duro e desideroso di un buon letto. Quale lavoro non eseguirà per potersi pagare la bella camera da letto e il materasso morbido che tanto brama!
Prendete un abitante di Capitou, che vuole evitare di portarsi un bécu (zappa a tre punte) e di lavorare poeticamente nell’aria profumata del mattino. Quanto non si darebbe da fare per manovrare la sua tonnellata di ferraglia, assordare il vicinato e avvelenare la strada con i suoi gas di scarico, pur di far ammirare il suo bel trattore...
Prendete il nostro automobilista, che per andare a Cannes vuole evitare i sette chilometri della magnifica passeggiata a piedi, sognando in riva al mare. Lo vedete alzarsi un’ora prima per gonfiare le ruote, soffiare nel carburatore, lavare e lucidare la sua bella macchina, e... lavorare due ore per evitare tre quarti d’ora di strada a piedi!
Prendete la padrona di casa che ha fatto venire dal Salone delle arti domestiche tutte le nuove macchine, che deve solo stare a guardare mentre lavorano al suo posto. Dovrà stare alzata una parte della notte per pulire e lucidare tutti quei begli apparecehi!
Prendete i nostri turisti, che per offrirsi il piacere di fare i fannulloni per quindici giorni o tre settimane, hanno lavorato senza sosta per undici mesi. E vedete quanto male si fanno per ammazzare il tempo.
Non hanno mai un minuto per se stessi: ci sono il golf, le corse dei cavalli, la pesca, il bagno...Rientrano la sera stremati, affermando: "Comunque è bello non avere niente da fare!".
Non esiste fatica, per quanto lunga e terribile essa possa sembrare, che un vero fannullone non sarebbe capace di affrontare per evitare anche solo un quarto d’ora di lavoro.
Se si volesse fare il calcolo di tutte le ore di lavoro e di veglia trascorse per fabbricare tutte quelle macchine destinate a... evitare il lavoro, a donate qualche istante di fannullaggine, si dovrebbe ben convenire che la pigrizia é la madre del lavoro.
Queste banalità avrebbero certamente potuto trovare una forma più raffinata e uno stile più fiorito, ma ammetterete che per celebrare la fannullaggine non si può pretendere un simile lavoro cerebrale.
E vorrei concludere dicendo agli spiriti afflitti che forse non sono riuscito a convincere:
Non criticate più i fannulloni, poiché voi tutti aspirate, non solo a riposarvi il settimo giorno come Dio padre, ma a cogliere la suprema ricompensa di un paradiso ove regna la beata fannullaggine!
E adesso in questo giorno di Santa Pigrizia, Signore, sbrigatevi a correre al lavoro davanti ai fornelli,
per sudarvi sangue e acqua affinché quando sarà ora troviamo un buon pranzo che degusteremo a nostro agio, in tutta fannullaggine...
E voi, Signori, malgrado questi consigli, consumcrete in fretta il pranzo, per andare a vostra volta
a sudare sangue e acqua in piazza a difendere le vostre probabilità di vincere la gara di bocce.
E quanto a voi, Signorine, sono quasi certo che lascerete i piatti da lavare alle vostre madri per sudare anche voi sangue e acqua a dimenarvi ballando.
Per festeggiarc il nostro San F annullone...
Al lavoro voi tutti fannulloni!
E buon pro vi faccia!
|
buddies
|