RESIDUE
Mi sono imbattuto in Residue per caso, scorrendo Netflix in cerca di qualcosa di nuovo che valesse la pena per un binge-watching pre estivo. Non ne avevo mai sentito parlare ma mi è sembrato subito intrigante, tanto che sono andato a leggermi la storia della produzione: Residue è stato inizialmente girato come un film, un’uscita lampo nelle sale britanniche, ma viene subito rieditato in uno show televisivo di tre episodi, intesi però come "un pilot esteso" per una stagione a venire di 10 episodi, a seconda di quanto share il pilot avrebbe fatto.
Un thriller britannico soprannaturale / horror / cospirazionista con una protagonista femminile e ci sono troppe cose che amo in questa descrizione per non indagare. Ultimo dell'anno in una Londra "futuristica", Natalia Tena e Iwan Rheon, (Osha e Ramsay Bolton di Games of Throne..) celebrano il Capodanno insieme nel loro appartamento. Giù in città il nightclub Nightshade esplode, e un mese dopo viene eretta una zona di quarantena: sotto il club erano stipate residui di armi batteriologiche, quindi il governo cerca di contenere possibili contaminazioni.
Una storia complessa dall’andamento lento, in un’irriconoscibile Londra, cupa e sull’orlo del baratro. Un grading di colori molto spinto, che dona un look distopico e senza speranza, un senso strisciante di paranoia: scene oscurate dal fumo, luci al neon; inquadratura sbilanciata; linee etiche sfocate; crimine e violenza. Il talentuoso giovane regista televisivo Alex Garcia Lopez, noto per aver diretto alcuni episodi di Misfits e Utopia cita il primo Blade Runner, Kubrick e il suo Eyes Wide Shut, Blow Up di Antonioni, racconti lovecraftiani e copre tutto con una colonna sonora da brivido. Ultime notizie, seconda stagione già approvata da Netflix
TERROR
Prodotta da Ridley Scott, tratta dall’omonimo romanzo di Dan Simmons (uscito in Italia nel 2007 con il titolo La scomparsa dell’Erebus) e liberamente basata su eventi reali, anche se la narrazione è tutto fuorché una ricostruzione veritiera degli eventi. Alla metà del 1800, due navi inglesi intrapresero un ambizioso viaggio nell'Artico per aprire il Passaggio a Nord-Ovest, ma scomparvero tra i ghiacci e non tornarono mai più in patria. Solo in tempi recenti, la Herebus nel 2014 e la Terror nel 2016, sono stati ritrovati i relitti da una spedizione del National Geographic, in posizione verticale a 12 metri di profondità e in buono stato di conservazione: il recupero dei resti di alcuni marinai ha raccontato una storia spaventosa fatta di malattie, disperazione e forse anche cannibalismo. Ma esattamente quello che è successo rimane un mistero e nel suo romanzo del 2007, Dan Simmons ha creato un resoconto romanzato di ciò che accadde agli uomini delle due navi.
Mi sono buttato in questa serie a capofitto, in quella che all'inizio sembra una scommessa eccessiva per un pubblico televisivo.
Dopo i titoli di coda, già nei primi 15 minuti veniamo assaliti da un presagio senso di terrore, tensione claustrofobica, il pervasivo senso di isolamento, una forza misteriosa che suggerisce che un destino ancora più oscuro potrebbe essere in agguato e il vasto paesaggio ghiacciato che circonda l'equipaggio diventa un posto davvero terrificante.
Colpi di scena improvvisi e mai preannunciati, flashback che rimandano agli avvenimenti sulla terra ferma, l’atmosfera ansiogena, con i due equipaggi, guidati da Sir John Franklin (un grande Ciarán Hinds) e dal capitano Francis Crozier (Jared Harris, il cattivissimo di Outlander) stremati da freddo, fame, e malattie in un ambiente ostile, che non sanno mai quale sarà la minaccia e da dove arriverà.
Girato a Budapest, mi sono unito completamente a questi uomini nel loro viaggio e nella loro psiche, in quella tragedia che vede l’uomo spingersi troppo oltre le proprie possibilità e su come le condizioni estreme facciano emergere sia le sue migliori qualità che i suoi peggiori istinti.
“Chi lotta con i mostri deve guardarsi dal non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”.
F. Nietzsche
UTOPIA
Una potenza visiva impressionante: britannica sagacità grottesca, ma che trasmette un’ansia rara, la capacità di virare verso lo psichedelico, per un tocco vintage senza ricorrere ai soliti effettacci imbarazzanti. Un thriller avvincente e stravagante, con ricatti, politica globale, assassinii, follia, genetica, esperimenti, e il futuro dell'umanità in gioco.Un mistero contemporaneo elegante, intelligente e violento, splendidamente girato e segnato: un gruppo di fanatici di Internet si ritrovano in possesso di un manoscritto, un romanzo di culto chiamato Utopia, graphic novel scritto da uno scienziato impazzito e poi scomparso, che si dice abbia predetto i peggiori disastri del secolo scorso. "The Network", è una misteriosa organizzazione governativa che non si ferma davanti a niente pur di trovarlo e nasconderlo al mondo. Gli intricati filoni della serie che all'inizio sembrano difficili e quasi impossibili da spiegare ci svelano alla fine una soluzione al problema della sovrappopolazione mondiale, seria minaccia per futuro del genere umano. Dialoghi superbi, temi importanti come la lotta dell'uomo per la conoscenza, la natura segreta dei governi che si muovono nell'oscurità in nome di (un presunto) nostro bene superiore, l'amore può anche portare alla luce alcuni dei nostri lati peggiori, fanno di Utopia una delle migliori serie televisive che la tv abbia visto da molto tempo. Da recuperare in ogni modo possibile (inedita in Italia) e assolutamente da guardare, anche se è ormai datata 2013 e non ha entusiasmato il mondo, ma ha raccolto abbastanza spettatori da giustificare una seconda serie.
Una potenza visiva impressionante: britannica sagacità grottesca, ma che trasmette un’ansia rara, la capacità di virare verso lo psichedelico, per un tocco vintage senza ricorrere ai soliti effettacci imbarazzanti. Un thriller avvincente e stravagante, con ricatti, politica globale, assassinii, follia, genetica, esperimenti, e il futuro dell'umanità in gioco.Un mistero contemporaneo elegante, intelligente e violento, splendidamente girato e segnato: un gruppo di fanatici di Internet si ritrovano in possesso di un manoscritto, un romanzo di culto chiamato Utopia, graphic novel scritto da uno scienziato impazzito e poi scomparso, che si dice abbia predetto i peggiori disastri del secolo scorso. "The Network", è una misteriosa organizzazione governativa che non si ferma davanti a niente pur di trovarlo e nasconderlo al mondo. Gli intricati filoni della serie che all'inizio sembrano difficili e quasi impossibili da spiegare ci svelano alla fine una soluzione al problema della sovrappopolazione mondiale, seria minaccia per futuro del genere umano. Dialoghi superbi, temi importanti come la lotta dell'uomo per la conoscenza, la natura segreta dei governi che si muovono nell'oscurità in nome di (un presunto) nostro bene superiore, l'amore può anche portare alla luce alcuni dei nostri lati peggiori, fanno di Utopia una delle migliori serie televisive che la tv abbia visto da molto tempo. Da recuperare in ogni modo possibile (inedita in Italia) e assolutamente da guardare, anche se è ormai datata 2013 e non ha entusiasmato il mondo, ma ha raccolto abbastanza spettatori da giustificare una seconda serie.
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