23/07/11

L' Eternauta


L'ETERNAUTA

di U. S. (ALIAS)

«Donde està Oesterheld?»
Una domanda scritta su tanti muri d’Argentina, dai crepuscoli delle Ande fino al porto di Ushuaia. Nella città più a sud del mondo, fino a ieri un murale in pieno centro reclamava «Don-de està Oesterheld?», e sotto c’era il ritratto dell’eroe di un fumetto argentino sceneggiato da Hector German Oesterheld alla fine degli anni 50: l’Eternauta. L’hanno cancellato, ma c’è chi ha giurato che lo farà tornare dal buio di vernice che l’ha coperto. Perché l’Eternauta ritorna sempre. Tanto da elevarsi, nel tempo, a simbolo di resistenza al potere, all’economia liberista e colonialista, alla tortura delle genti. Libri, magliette, spille e ide-ali. L’Eternauta è oggi un gadget di denuncia e di cultura in tutta l’Argentina.Tuttavia il suo posto nell’anima, meravigliosa teca, è il muro. La sua comparsa su qualunque casa argentina ha una forza ammonitrice inconfondibile. Da lì, l’Eternauta parla e lotta da anni. È come se abitasse quegli edifici e ne uscisse per ricordare a tutti da dove viene. A ogni smarrimento di democrazia l’Eternauta torna a sedersi sulla sedia d avanti all’uomo comune e inizia a raccontare. Ripete una lezione di storia e amor patrio. Forse è per questo che negli ultimi anni la sua figura è stata riproposta e mutuata dal governo coniugale di Nestor e Cristina Kirchner come simbolo di orgoglio nazionale e di rientro del potere nel calco della legalità.
Il bello è che oggi in Argentina pochi sanno che in Italia è uscita da poco un’edizione eccezionale dell’Eternauta, della 001 Edizioni di Torino. Gli autori hanno avuto accesso alle tavole originali disegnate per Oesterheld dal magico tratto di Francisco Solano Lopez, le hanno ripulite e fotografate per poi organizzarle in modo da portare alla luce particolari mai visti. Una specie di archeologia del fumetto, capace di produrre l’edizione «definitiva» dell’opera che ha fatto prigionier i milioni di lettori di historietas.Sembra quasi partorito dalla fantasia e dalle premonizioni di Oesterheld questo intreccio tra Italia e Argentina, tra editori torinesi e uno sceneggiatore desaparecido, strozzato dalla dittatura argentina, tra i m uri di questa capitale sudamericana prolifica di fenomeni letterari e i fogli patinati di un libro che per i fans dell’Eternauta non può essere un semplice volume, ma un vero oggetto di culto.Buenos Aires horror tour. Nella stretta dell’inverno che comincia a farsi sentire, le anime di Buenos Aires si passano il testimone. Il futbol dà spazio alle altre allegorie della vita. Le gente spende più tempo davanti al mate e ai libri, al cinema e in casa, nel tepore di una m ilonga o di un bar dalle sedie anni Cinquanta ancora ben tenute. Tanto fuori c’è l’Eternauta. Lo trovi negli accessi remoti o, imponente, come screen-saver di muraglioni senza epoca.Ognuno lo dipinge a modo suo,ma è sempre lui. Non è un’invasione. È una presenza. Un volto inscatolato da una rudimentale maschera antigas, una tuta, un paio di guanti e un fucile a tracolla. Nient’altro.A San Telmo, il quartiere del tango e dell’antiquariato, lo noti in plaza Dorrego e lungo la via Defensa. Lui sbuca. In tutti i formati. Poi lo rivedi in centro, sotto i vialoni caduchi di Avenida 9 de Julio o Avenida de Mayo, quella che porta alla piazza dove ogni giovedì pomeriggio, dal 1978, le Madres de Plaza de Mayo chiedono: «Donde està mi hijo?», dov’è mio figlio? Ve lo siete preso e non è più tornato.


E donde està Oesterheld? L’avete preso. E non è più tornato. Lo sceneggiatore dell’Eternauta ha cominciato a denunciare i pericoli della dittatura in tempi non sospetti. Quando i giorni sono diventati guerra sporca, il suo destino era già ammobiliato. Molti intellettuali sono fuggiti all’estero. Oesterheld invece ha affrontato il lato alieno del potere: nelle versioni degli anni 70, l’Eternauta è un esplicito invito a combattere il regime in tutti i modi.Di fatto l’eternauta-Oesterheld diventa un sovversivo legato alla falange più dura ed estremista dell’opposizione argentina, i Montoneros. E nella sua opera la morte poco alla volta prende i connotati di qualcosa che, in una repressione basata sul terrorismo di stato, è un rischio concreto e inevitabile. Inevitabile era cadere in questa battaglia, e il combattente Oesterheld lo sapeva.È andata a finire che a quest’uomo fiero di origine tedesca hanno ucciso quattro figlie tra i 16 e i 22 anni, due erano incinte. Anche attraverso le figlie maggiori, Diana Irene e Beatriz Maria,Oesterheld si era avvicinato al peronismo e al battito della sinistra. Una fatto di sangue, di cuore e di mente. Dopo le figlie, hanno fatto sparire lui. Hanno lasciato viva solo la moglie, Elsa Sanchez, che oggi vive malinconicamente da star,applaudita ogni volta che mette piede a una fiera del libro in qualunque angolo del mondo. Il 23 luglio Hector German Oesterheld compirebbe 92 anni.Come ha potuto un uomo credere talmente alla forza eversiva della sua creatura al punto di diventarne l’incarnazione? È nato prima l’uomo o il fumetto? E come ha potuto l’Eternauta conservare la sua simbologia così alta senza perderne un grammo in tutti questi anni in cui si sono viste anche versioni improponibili nate senza una missione da compiere e un messaggio dal portare? Forse per spiegarlo bisogna immergersi nel traffico dolente di Buenos Aires e fare l’horror tour (c’è un libro perfetto con questo titolo, lo ha scritto Massimo Carlotto) dei luoghi dove venivano torturati e uccisi i desaparecidos,dalle caserme alle scuole di meccanica della marina militare.Bisognerebbe bussare ai portoni dove abitavano giovani, studenti, avvocati e politici prelevati a forza da poliziotti in borghese e traslocati nel nulla. Circa trentamila nomi chiedono di emergere dalla vernice nera dell’oblio. La sede delle Madres de Plaza de Mayo è tappezzata di fototessere di persone scomparse. Sono scosse al cuore che non si dimenticano. Tanti luoghi di Buenos Aires che ai turisti non dicono nulla, agli abitanti della città raccontano un passato di terrore e immagini. Basta andare all’incrocio delle vie Triunvirato e Monroe per provare un brivido profondo e triste: è lì che una pattuglia arrestò Oesterheld il 27 aprile
1977. Da quel giorno, solo informazioni frammentarie su di lui da vari detenuti nei centri clandestini. La data della sua morte non esiste: fanno risalire la sua esecuzione a Mercedes, fuori Buenos Aires, nel 1978. Che strano destino: un uomo che scriveva storie dalla prima all’ultima lettera, ancora oggi si ritrova senza la data della sua fine. Ma di lui rimane quel fumetto, il testamento in vita di un argentino vero. Un murale dell’Eternauta affresca la fermata Uruguay della metro. Un altro irrompeva negli scompartimenti dei treni che fermavano alla stazione Rivadavia. Che muro, ragazzi. L’hanno cancellato. Ma niente ferma l’Eternauta, che è forse l’unico fumetto al mondo ad aver tenuto testa a una dittatura andando oltre il tempo e le sconfitte, sostenendo gli oppressi senza illuderli, soccorrendo il lutto lacerante dei padri morti, dei figli mai più tornati.
A lezione dall’Eternauta
Se i ciottoli umidi delle strade non bastano a raccontare la perpetua tormenta nell’anima di Buenos Aires, ci pensa la forza evocativa dell’Eternauta. Lo fecero uscire per la prima volta nel 1957, lo pubblicarono per due anni di fila a strisce settimanali su una rivista che si chiamava Hora Cero. In tutto, 119 puntate.
A più riprese l’hanno aggiornato. L’Eternauta II, nel 1976, era ormai un manifesto politico, un invito ad alzare le barricate, quasi un grido disperato al sordo Sudamerica di quegli anni.L’Eternauta è un pellegrino errante che attraversa il tempo. Così inizia il fumetto, con questa figura che si materializza davanti a uno sceneggiatore di historietas che sta lavorando nel suo studio in una fredda notte d’inverno. L’Eternauta racconta il suo passato. Narra di un attacco alieno alla Terra. Prima attraverso una nevicata killer, poi con lo sbarco di esseri d’altre galassie dotati di mezzi superiori e capaci di manipolare la mente umana. Quei pochi che intuiscono subito che la nevicata uccide, si attrezza per non venire a contatto con i fiocchi indossando mute e occhiali da sub.La resistenza si sviluppa attorno a un nucleo di amici che si erano ritrovati quella sera a giocare a carte in una mansarda, in un quartiere a nord di Buenos Aires. Sono Juan Salvo e i suoi amici. Sono loro che organizzano i superstiti. Sono loro che lottano fino all’ultimo contro gli invasori, gli Ellos. Cioè: Loro, gli Altri.
Un potere invisibile che uccide e conquista, o viceversa.C’è dunque alla base dell’Eternauta un eroe collettivo. Un gruppo. La prima lezione di Oesterheld: fare blocco, non isolarsi, essere un fronte. Gli avvenimenti si svolgono nella zona nord di Buenos Aires, da Olivos a Barrancas de Belgrano, un parco dove passa l’autobus 63 e dove c’è una copia della Statua della libertà di New York, fino alla zona dove sorge lo stadio Monumental, quello del River Plate.L’horror tour non finisce mai, a Buenos Aires. Quando esce a combattere, il gruppo si trasforma in un esempio di resistenza straordinario. Perché non basta sopravvivere. Bisogna resistere e combattere.Volendo, la lezione dell’Eternauta potrebbe stare tutta qui. Limpida e realistica. Il genere fantascienza da sempre attinge all’invasione aliena come elemento scatenante di un’azione, di una storia. La bellezza dell’Eternauta è sempre stato l’abbinamento di questo pretesto al richiamo palese della situazione dell’Argentina - e in generale del Sudamerica - sottomessa ad un imperialismo proveniente dal nord.Quanto a Oesterheld, non ha mai nascosto la sua concezione di fumetto come elemento portatore di valori importanti, sociali e culturali, dal forte impatto popolare. E anche questo trasferimento di idee nelle tavole disegnate prima da Francisco Solano Lopez e poi da Alberto Breccia è uno dei motivi del suo intaccato successo. Ma l’elemento più straordinario dell’Eternauta, letto da qui, da questa città così popolata di radici italiane, da questo grandangolo dell’America Latina così immerso nelle sue bellezze e nelle sue colpe, è la lucidità con la quale Oesterheld ha intuito il futuro e i tempi della dittatura, agevolati dal sonno della mente di chi non ha alzato le barriere. Soprattutto i politici,troppo presi da nostalgie peroniste e componimenti di opere indegne per un paese che ha da sempre nella mobilitazione delle masse popolari il punto di forza.La morale, alla fine, è che chi porta avanti le idee è sempre la gente, l’apparato civile di un paese.Nella mente premonitrice di Hector German Oesterheld il ruolo delle forze armate e quello delle classi medio-basse erano
decisivi nella costituzione di uno stato a prova di golpe. Militari famelici e corrotti hanno portato l’Argentina all’esatto opposto.Classi sociali scollate hanno condotto l’Argentina alla cieca deriva. Non c’è niente di peggio per un paese che non saper riconoscere il nemico, dove si nasconda, dove muova: un paese così si
consegna al primo che passa.
Lezione storica di eterna attualità.
La 001 Edizioni non si è limitata al fumetto. Ha anche editato Memorie dell’Eternauta - Storia di un fumetto desaparecido, scritto dai giornalisti argentini Fernando Ariel Garcia e Hernan Ostuni.
In 190 pagine si leggono genesi, cronistoria ed evoluzione de L’Eternauta legate alla trasformazione del suo autore da oppositore figlio del peronismo a militante dei montoneros.Qui dentro c’è tutto,ma proprio tutto, quello che si vuole sapere de L’Eternauta e di Hector German Oesterheld.
Un libro manuale molto utile, che spiega perfettamente le dinamiche dell’Argentina nel ventennio 1960-1980 e quelle dell’America Latina oppressa a più riprese dalle dittature.





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